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Autore: willHole    22/04/2009    4 recensioni
Questa storia è una raccolta disomogenea di schizzi che in comune hanno solo il tema: descrivere, per quanto possibile, la bellezza della Natura, la sua grazia incomparabile, la sua eleganza.
Sono solo dei piccoli quadretti, nella maggior parte dei casi a carattere paesaggistico, con l'unico scopo di fotografare dei momenti o delle situazioni particolari. Piccoli esecizi anche di stile, alle volte, quando ho tentato di scrivere in modi a me non proprio congeniali.
Alcuni li ho già scritti, altri sicuramente ne scriverò in futuro, perché questo è un argomento che mi ha sempre affascinato, sebbene in realtà non ne conosca ancora la ragione.
Leggete dunque, o amanti della viridea natura, questi insoliti schizzi di verde mentale...
Contiene la sezione "Parata di Fiori", sottoraccolta alfabetica di schede botaniche a carattere fitoterapico, balsamico, filosofico e/o mitologico, frutto di nuove follie ed elucubrazioni varie del mio stanco cervellino...
Contiene inoltre, al capitolo 26, la "poesia" Ballata di una foresta bambina, partecipante al concorso "La Foresta e...la Bambina" indetto da Eylis.
E', questo mio paradiso, l'arzigogolata proiezione della mia mente nel mondo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Vita di un albero

Vita di un albero

 

Un piccolo seme riposa tranquillo avvolto nel terriccio umido. L’humus lo ricopre e lo abbraccia da ogni lato, esercitando una leggera e affettuosa pressione rassicurante sulla sua forma leggermente ellittica. Il seme dorme, ed elabora la propria vita futura, protetto e caldo nella terra smossa.

Quando è pronto, sospinge fuori dal suo fragile involucro un microscopico peduncolo bianchiccio, che saggia il terreno con la prudenza tranquilla di chi è troppo piccolo per essere spavaldo.

Il germoglio cresce pian piano, con lentezza, assorbendo attraverso un effimero cespuglio di radichette capillari una miriade di diverse sostanze nutritive dal suo morbido letto. Si fa strada, con la solita delicata tenacia, verso la superficie. La buca, così piano che sembra non accorgersene nessuno, e spunta, fa capolino, mostrando la sua chiarissima punticella vegetale.

La luce del caldo sole lo investe, e il germoglio sperimenta un nuovo tipo di abbraccio, tiepido e dolce, luminoso e potente. Cresce il germoglio, e crescono nella terra le sue radici. Si formano minuscole foglie, e la clorofilla compie il suo dovere di tramite per la trasformazione dell’energia solare in zuccheri complessi e anidride carbonica: una piccola centrale energetica opera quasi magicamente in ogni foglia. La piccola creatura si nutre di sole, e si alza per arrivarvi più vicino. Diventa un giovane virgulto flessuoso, dallo stelo resistente e dalle foglie più grandi e più verdi. Il virgulto tende sempre verso il cielo, e diviene un arbusto dal fusto legnoso, capace di resistere alla natura che vive al di fuori di lui. Assorbe l’acqua dalla terra madre con i filamenti celeri delle radici, ed elabora gli zuccherini composti di sole ed aria crescendo sempre più.

Passano le stagioni, passano gli anni, ed ecco che l’arbusto è un giovane albero: non più lieve, ora è solido e si protende con una chioma rigogliosa verso l’azzurro cielo luminoso. Ogni anno la sua corteccia acquisisce una nuova venatura; ogni anno il suo tronco si amplia di un nuovo cerchio, e i suoi rami si avvicinano sempre di più allo smalto blu che lo sovrasta da sempre. Ecco un grande albero antico, che elargisce l’effetto benefico della sua ombra alla campagna verdeggiante: una volpe ha fatto la tana tra le sue radici nodose, e vi ha partorito i cuccioli su un letto di foglie secche; uccelli canori nidificano tra i suoi rami, e spandono i loro cinguettii nell’aria satura di profumi. Gli insetti volano a sciami, rubando il nettare ai fiori sbocciati; un ruscello gorgoglia timidamente, mentre l’albero ascolta e tace.

Il piccolo seme è divenuto un sottile germoglio; il germoglio delicato è diventato un nuovo virgulto; il virgulto flessuoso si è tramutato in un solido arbusto; il giovane arbusto è ora un albero antico. Un piccolo seme che si nutre di acqua e di sole diventa un microcosmo di vita rigogliosa.

 

Ma gli uomini avidi lo abbattono: distruggono la vita creata. Dell’albero antico fanno legna da ardere, e la terra con i suoi abitanti piange la morte del suo figlio di legno.

  
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