Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lady_Sticklethwait    25/08/2016    3 recensioni
-AL MOMENTO SOSPESA-
Penelope si alzò di scatto quando sentì la finestra alzarsi e poi riabbassarsi magicamente.
All'inizio pensò fosse un sogno e richiuse gli occhi, memore di aver addosso ben dieci ore di sonno arretrato, ma lo scricchiolio del pavimento parlava chiaro: c'era qualcuno lì dentro. [...]
Spense la candela con un soffio delicato ed un braccio solido le cinse la vita mentre, un’altra mano, soffocò le urla che sarebbero da lì a poco uscite.
- Sono estremamente affranto, signorina - una voce roca e determinata dall’accento perfettamente inglese le carezzò le orecchie - ma non sarei qui se non mi fossi trovato in condizioni estreme -[...]
- Signore - sbottò, aggrappandosi disperatamente alla sua razionalità - questa situazione… Ora… non è decente -
L’uomo sembrò riflettere per qualche secondo e poi eccolo sorridere di nuovo ed inclinare il capo verso destra, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo- Non ho mai detto che io fossi decente -
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                           Capitolo 5.
 
 


Buon pomeriggio, lettrici/lettori!
Alcune di voi avranno notato che ho cambiato titolo:bhé, ho dovuto farlo perché con questo capitolo ho dato una svolta completamente diversa alla storia che mi ero prefissata di scrivere. E, a malincuore, ho realizzato che non ci sarebbe stato spazio per inserire un Cavaliere Nero
(ma proprio per niente!)
P.S Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto o meno con una recensione, sarò felice di rispondervi.
Buona lettura!




 
Christopher sollevò le palpebre pesanti e vide il volto teso, anzi, tesissimo di una ninfa appollaiata sul suo letto.
Una cuffia bianca le copriva quasi interamente il capo, ma delle ciocche bionde e ribelli sfuggivano da quell'aggeggio infernale e incorniciavano il volto pallido, fino a riunirsi sulla curvatura del collo da cigno, imperlato di goccioline di sudore, ove alcune ciocche vi erano rimaste attaccate.
Prese tempo nello studiare quella strana creatura, non voleva parlare ( o forse non ci riusciva ) ma non gli importava.
Notò con grossa sorpresa che gli occhi avevano un colore molto particolare, un miscuglio tra l'azzurro ed il verde, resi ancora più intensi dal taglio felino e dalle ciglia più lunghe e folte che avesse mai visto.
Quando portò lo sguardo sulla bocca vi ci soffermò con grossa attenzione: oltre ad avere le labbra grandi, ben delineate e piene, erano anche incredibilmente rosse, forse rese tali dalle diverse ferite sul labbro inferiore, come se fosse stato mordicchiato in continuazione.
Ora che ci pensava, il volto piccolo era così innocente e giovane che Christopher non le dava più di vent'anni.
Forse ventuno.
Provò una fitta al cuore quando si soffermò sulle profonde occhiaie che erano in contrasto con il colore chiaro delle guance: era evidente che non dormiva da ore, forse giorni, ed il suo sguardo era così triste e privo di gioia che...
I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dall'entrata del medico il quale, quasi avvezzo ad essere chiamato, posò la valigetta su un singolare tavolo di legno ed iniziò a prendere gli strumenti.
«Ah, i ragazzi d'oggi» borbottava tra sé e sé mentre muoveva le mani frenetiche «non c'è un minimo di buonsenso»
Penelope si fece discretamente da parte allorché il dottore si apprestava con gli strumenti ad operare sull'uomo; sperava che non avesse riportato lesioni gravi, se non escoriazioni di discreta importanza.
Varie domestiche andavano e venivano nella stanza apportando coperte, brocche d'acqua e vestiti particolarmente costosi. Inutile dire che la donna si sentiva davvero a disagio in quel mondo che non le apparteneva.
Dopo aver fatto un lieve inchino al dottore come commiato si allontanò dalla stanza con estrema velocità, poiché non si sentiva in grado di poter sopportare quella sfarzosità un momento di più.
La stanza di quell’uomo era una vera e propria reggia; Penelope non riusciva a capacitarsi di come gli uomini potessero spendere tanti quattrini in ostentazioni di mera opulenza.
La stanza era dotata anche di uno spogliatoio e di un salottino. Era decorata in toni rosso e nero. L’elaborato giardino era ben visibile da un paio di finestre con tende divise al centro. Il letto, chiaramente a baldacchino, era intarsiato di pietre lucenti e delle tende rosse in velluto, ricamate con disegni che facevano gioco con la tappezzeria delle pareti, lo racchiudevano.
Lanciando un ultimo sguardo al tappeto persiano chiuse la porta con estrema accuratezza vi si appoggiò contro sospirando e mantenendosi la testa con entrambe le mani: che incubo.
Cercò di disporre i suoi pensieri e collegarli tra loro in un rapporto di causa-effetto, ma il tentativo di capire cosa stesse succedendo fu bruscamente interrotto dal gemito proveniente dall'uomo.
«Se solo fosse un po' più paziente, signore, sarebbe finito tutto in poco tempo» lo canzonò il dottore.
Ci fu un altro gemito.
Penelope incassò il collo nelle spalle e si fece piccola piccola per il terribile senso di colpa che stava provando in quel momento «Oh, suvvia, non può essere così terribile» commentò una donna alta, snella, con profondi occhi castani ed una scollatura vertiginosa.
La donna brandiva un ombrellino, sintomo che era appena tornata da una passeggiata ed ora stava ancheggiando nella sua direzione.
Era molto giovane ed indossava un accecante abito giallo canarino che esaltava la pelle biancastra del collo e del volto.
Penelope sorrise con poca convinzione, rimpiangendo di essere inciampata in colei che doveva essere indubbiamente la moglie del suo salvatore.
«Non lo pensi anche tu?» inclinò dolcemente la testa, facendo oscillare i pensanti orecchini «questi uomini così grandi e forti dovrebbero saper sopportare un dolore così insignificante se messo a confronto con quello che soffre una donna durante il parto» si accarezzò dolcemente il ventre lievemente rotondo, e fu lì che Penelope comprese che quella donna alludeva al suo bambino.
Dopo un momento di frastornamento si ricompose «Oh! Mi perdoni, signora, io non avevo...»
«Non preoccuparti» la interruppe con superiorità «non è ancora molto evidente, ma ben presto non sarà solo il povero Christopher a scalpitare» le fece un occhiolino aggiungendo «se sai cosa intendo»
Penelope si morse un labbro e guardò per terra: oh cielo, quella era sicuramente la moglie di...Christopher, aveva detto?
Bhè, quantomeno ora sapeva il nome del suo salvatore.
Un altro gemito le risparmiò di rispondere e la donna aprì la porta con sicurezza.
«Dottore» iniziò, dimenticando l'uscio spalancato ed incamminandosi verso il medico che era chino sul torace dell'uomo «spero non siano sorte complicazioni»
Il medico sbuffò mentre metteva nell'apposita borsa lo stetoscopio; a stento si accorse della presenza di Giselle la quale, con finta aria affranta, si avvicinò a Christopher e gli prese una mano.
Penelope, in tutto ciò, stava mezza nascosta fuori alla porta, indecisa se fosse il momento di entrare e chiedere informazioni o andarsene a gambe levate.
Evidentemente il dottore scelse la prima opzione perché, prendendola per il gomito le fece cenno di seguirlo in disparte.
Non è accaduto nulla di grave, vero?
«Signorina» iniziò lasciandole il braccio. Il dottore Whory era di media statura ed esile di costituzione, con dei radi capelli chiari ed una chiazza già glabra al centro della testa, un viso dai lineamenti più fini e regolari che belli, tuttavia la sua professionalità era famosa in tutta la società, tanto da essere definito come l'angelo salva vite. La sua voce era grave e possente, ma ciò che la insospettì fu che quasi non osava guardarla in volto.
Penelope si preoccupò non poco «Sì?»
Il dottore sembrava estremamente nervoso «Il signor Anderson ha, oltre ad escoriazioni superficiali e pressoché insignificanti dal punto di vista medico, un…un’amnesia» disse infine, cacciando la parola tutta d’un fiato.
La donna osservò il medico con sguardo interrogativo, come per chiedergli di spiegarle cosa diavolo fosse.
«Lo immaginavo» borbottò «Bhé, ecco… Nulla che possa compromettere le funzioni vitali del signor Anderson, ma…»
«La prego, dottore...» lo esortò, tirandogli delicatamente con due dita la giacca marrone.
Mr.Whory si passò una mano sulla fronte «  l’amnesia è un disturbo della memoria a lungo termine episodica. La persona affetta da amnesia può essere incapace di ricordare eventi della sua vita recente o, in casi gravi, anche eventi remoti e...Signorina? Si sente bene?»
«Non...Non...» ingurgitò una gran quantità di saliva «Sì, solo un momento» si appoggiò al muro, chiuse gli occhi ed inspirò lentamente.
Maledizione, com'era possibile? Questo significava che lei... Stramaledizione, questo significava che Penelope aveva marchiato a vita l’esistenza di quell’uomo!
«Signorina, mi ascolti» continuò il medico notando l'orrore che leggeva sul suo volto «So già a cosa state pensando e le assicuro che non è il primo caso di amnesia di cui mi occupo. E' il mio mestiere e so esattamente come...»
«E' curabile?»
Lo sguardo della donna perso nel vuoto.
«Mi guardi» le prese il braccio e la scosse fin quando non ottenne la completa attenzione «potrebbe trattarsi di un'amnesia transitoria, stabile o progressiva. Ora, non starò qui ad elencarle tutte le tipologie che comportano il disturbo della memoria del signor Anderson, ma...»
«E' curabile?» ripeté, scuotendo la testa.
Il medico sospirò «Potrebbe guarire, certo, ma quello di cui sono sicuro è che farsi prendere dal panico non aiuterà di certo a migliorare la situazione. Signorina, mi guardi, santo cielo, non ha ucciso nessuno!» le prese entrambe le braccia e la scosse, ottenendo in risposta un gemito.
«Oh, Dio mio» disse affranta «Oh...»
Mr Whory si vide costretto a farla ragionare «Signorina... Come ha detto che si chiama?»
«Penelope»
«Dunque, Penelope» iniziò guardandola con determinazione «il signor Anderson ha bisogno dell'aiuto dei suoi familiari, del loro affetto e del loro conforto in questo frangente della sua vita. Non ritengo opportuno turbare la sua sensibilità e quella della signorina Carrell che è addirittura incinta. Pertanto...»
Penelope si ricompose... Signorina Carrell?
«...Mi sento costretto...»
Dunque non era maritata con il signor Anderson?
«...A chiederle un favore»
Scosse la testa con determinazione, accantonando quei pensieri «mi dica, dottore, come crede che sia opportuno agire?»
Mr. Whory sospirò sonoramente come se stesse compiendo uno sforzo immane «Signorina, la esorto a non proferire parola sullo stato del signor Anderson» alzò un dito per interrompere la risposta della donna «tutto ciò ha una logica, signorina, confidate in me, sono un esperto in questo campo e per quanto mi ostini a non mostrarlo voglio un gran bene a quel giovanotto» detto ciò, lasciò la morsa con cui tratteneva la donna e si guardò attorno furtivo «E’ di fondamentale importanza che nessuno sappia le condizioni del signor Anderson, o… » il dottore sudò freddo «o potrebbero approfittarsene. Il signor Anderson è sempre stato un signore molto ambito e per questo molto invidiato. Se soltanto qualcuno venisse a conoscenza della sua amnesia potrebbero sfilargli tutto il patrimonio dimostrando al giudice la sua incapacità di intendere e di volere.»
Penelope rimase a bocca letteralmente aperta nel sentire le preoccupazioni del dottore. Approfittarsene di un povero uomo che, per compiere una nobile azione, aveva subito un disagio come quello era…era disumano.
Ma comprensibile.
Penelope aveva abbastanza esperienza per sapere come andasse il mondo.
E se non l’aveva, Madame Moreau glielo ricordava ogni giorno.
«Non ha idea… Lei non sa quante persone sono andate in disgrazia per anche meno» le confessò il dottore, guardandola con occhi lucidi.
Una lacrima traditrice scese sul volto di Penelope.
«Signorina» si corresse subito «Penelope, ho bisogno della sua collaborazione. Intanto, per giustificare la situazione agli occhi del personale e della sua famiglia, cercherò di far credere loro che il signor Anderson ha subito un brutto colpo alla testa ed ha bisogno di riposo. Ma» si fece preoccupato e le prese le mani «non riuscirò a tenere nascosta questa situazione a lungo, signorina. Lei… Lei mi capisce, vero?»
Penelope annuì con il viso rigato dalle lacrime.
Il medico lasciò le sue mani, prese dal taschino il suo biglietto da visita e glie lo porse.
«E’ di fondamentale importanza che lei segua le mie istruzioni per riabilitare il signore. Domani mattina venga nel mio studio»
«Io… Io sono una serva, dottore» ammise, asciugandosi le lacrime con il fazzoletto che l’uomo le aveva porto «non credo di poter lasciare il mio lavoro per…» un singhiozzo la costrinse a fermarsi.
Il signor Whory la guardò con compassione e mormorò un «capisco» scuotendo il capo in segno di disapprovazione.
La donna cercò di calmarsi e di darsi un contegno «Io potrei aiutare il signor Anderson ma non potrei essere capace di dargli tutte le attenzioni di cui necessita, dottore.»
«Dove lavora, Penelope?» gli chiese l’uomo con voce bassa e dolce.
Penelope deglutì «Al negozio di sartoria di Madame Moreau»
Il signor Whory non si scompose nel sentire quel nome, aprì la valigia e cacciò un’agenda antica. Inforcò gli occhiali che teneva sul taschino e sfogliò con meticolosità le pagine ingiallite, trovando uno spazio vuoto.
Il dottore non alzò la testa quando le chiese «mi dica il suo indirizzo, signorina… Madame Moreau, giusto?»
Penelope annuì e fornì gli indirizzi necessari al dottore.
«Ottimo» commentò quello scarabocchiando qualcosa di incomprensibile.
«Dunque…» fece un passo in avanti ansiosa di sapere le intenzioni dell’uomo ma questo chiuse l’agenda di scatto e si tolse occhiali «A domani, signorina» fece un inchino di commiato e, senza aspettare una risposta, si avviò verso le scale dove in men che non si dica sparì in un mare di sguattere e valletti.



Lady Sticklethwait.
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lady_Sticklethwait