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Autore: Piumadoro    25/08/2016    1 recensioni
"I malandrini tornano ad Hogwarts per il terzo storico anno. Riusciranno a non raderla al suolo? Questo sarà un anno particolarmente movimentato. Tanti segreti verranno svelati...."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Gli esami erano alle porte e Sirius e James parevano aver improvvisamente messo la testa a posto; ascoltavano in classe, svolgevano i compiti, erano preparati per verifiche e interrogazioni. Praticamente studenti modello. I loro voti erano sempre stati buoni anche se il loro comportamento era deplorevole ma da dopo il piano Sempreverde sembrava fosse accaduto un miracolo.
“Ma è mai possibile che vi decidiate a comportarvi come si deve solo in vista degli esami?” Chiese loro Remus un pomeriggio in biblioteca mentre studiavano teoria di Incantesimi.
“Che intendi dire?” Chiese sinceramente incuriosito Sirius.
“Credo si riferisca al fatto che fate i disinvolti disimpegnati tutto l’anno e poi gli esami vi fanno venire la tremarella e decidete di diventare gli angeli della classe. O meglio; i Severus Piton e Lily Evans della classe.” Spiegò Star succhiando piano la punta della sua penna, ovviamente doveva essere una di quelle allo zucchero comprate da Mielandia.
“Stai per caso insinuando che gli esami ci fanno paura?” Montò di rabbia James.
“No… ovviamente no.” Replicò Star.
“Bene.” Asserì Sirius.
“Difatti io non insinuo. Io affermo.” Completò la ragazza facendo ridere Remus e dopo qualche secondo di facce offese anche gli altri due cedettero. 
Passato qualche minuto di tranquillità, però, il viso di Remus si contrasse in un breve spasmo di dolore. 
“La luna si avvicina?” Domandò James.
“Amico, la luna è domani.” Rispose Star prima di chiunque altro.
“Di già?!” Si stupì Sirius.
“Purtroppo si.” Sospirò Remus.
“Oh, il nostro dolce piccolo Remus alle prese con il suo piccolo problema peloso.” Cinguettò Sirius in falsetto. Tutti risero di nuovo.
“Mi mancava la tua dolce voce signorile.” Commentò Star.
“Mancava a tutti… in effetti….” Concordò James.
“Almeno domani notte avrò qualcosa da fare.” Sbadiglió falsamente la ragazza come per dimostrarsi completamente rilassata e pronta a tutto.
“Ricordatevi che il giorno dopo c’è scuola, non voglio che facciate tardi!” Sbottò Remus ormai arresosi alla compagnia dei suoi amici.
“Certo.. nessun problema… Star? Dove stai andando?” James interruppe la sua sfilza infinita di rassicurazioni per fissare sua sorella, la quale si era alzata di scatto e aveva cominciato a mettere via le sue cose.
“Ho promesso ad Hagrid che sarei ritornata a trovarlo e a insegnarli ancora a cucinare… non tornerò per cena, credo. Ci vediamo più tardi.” Spiegò lei raccogliendo la borsa.
“Vai da Hagrid o da quel ragazzo? Thomas?” Chiese Sirius invadente.
“Felpato! Lasciala stare. Vecchia suocera.” Sbuffò James con grande sorpresa di tutti i presenti.
“Uh, il fratellino mola la presa!” Commentò il ragazzo dagli occhi grigi mentre Star salutava Remus con un dolce bacio sulla fronte e se ne andava. “Come mai questo cambio di rotta improvviso?”
“Non è improvviso! Mi aveva già pregato di non essere pressante solo che l’altro tipo non mi piaceva proprio. Invece da quanto mi hai detto questo pare meglio. Meno sfacciato.” Replicò James. “in più trovo giusto che faccia le sue esperienze. In ogni caso se dice che va da Hagrid è da Hagrid.”
Sirius sorrise. “Questo è ovvio… ma non si sa mai chi potrebbe incontrare per strada.”
“I vostri libri non si leggeranno da soli!” Li riprese Remus.
 
 
…………….
 
Al contrario delle previsioni di Sirius Star non trovò nessuno lungo la strada verso le cucine e poi fino da Hagrid. La ragazza fu bene accolta nella capanna dal dolce aroma di infuso e dall’ospitalità del guardiacaccia che vedeva in lei uno spirito affine. Entrambi avevano un passato oscuro e una parentela da nascondere.
Per questo quando, mentre cucinavano i biscotti, Star gli chiese della sua famiglia Hagrid cominciò a raccontarle tutto senza vergogna. Le disse di aver avuto un padre umano e una madre gigantessa, le raccontò di come era stato cacciato da Hogwarts per colpa di un ragno gigante che ora viveva nella foresta che era stato creduto il mostro della Camera dei Segreti e per molti è ancora così. Sapeva di potersi fidare di lei. Lo stesso sentiva la ragazza, così decise di parlargli del diario di sua madre e di Belladonna e Andros, di quella notte a Parigi e di suo padre che era un White.
“Quindi ora cerchi del nome della tua mamma?” Le chiese Hagrid.
“In realtà no… non in modo ossessivo.” Mormorò la giovane sfogliando un libro di ricette alla ricerca di un altro semplice piatto da insegnare all’omone.
“Però ti  piaceva conoscere tuo papà, ecco, si?” Fece lui.
Star sollevò lo sguardo. “Volevo sapere com’era, qualcosa di più di quelle descrizioni superficiali di mia madre, vorrei sapere se era una persona buona, se aiutava il prossimo, se lottava contro le ingiustizie anche nel suo piccolo.”
“Ma non hai dei nonni? Se sai che sei dei White puoi chiedere a Silente di…” Cominciò il guardiacaccia ma la ragazza lo bloccò con un gesto dolce della mano.
“Nessuno di loro è più in vita, quella donna orribile che mi ha partorito sapeva fare pizza pulita di intere dinastie, sono l’ultima White, anzi in realtà nemmeno dato che sono una Potter ora.”
Hagrid le poggiò una mano sulla spalla con gentilezza ma era comunque una mano così grande da pesare molto. “Tu sei quello che vuoi.”
Star sorrise. “Grazie, credo che ora possiamo continuare con la cucina prima che la seconda infornata di biscotti si bruci.”
 
 
……..
 
“Sta piovendo.” Notò Remus osservando il cielo della Sala Grande sopra di loro mentre cominciava a mangiare.
“Dite che Star tornerà prima che diventi troppo forte?” Domandò James.
“Anche se aspettasse l’ultimo secondo per cercare di vedere se spiove non credo che sarà un problema. O smette o lei saprà inventarsi qualcosa per non prendersi un malanno.” Ragionò Sirius.
“Giusto, in ogni caso ormai è quasi il coprifuoco, dato che avete insistito per cenare proprio all’ultimo momento, quindi lo scopriremo presto.” Sospirò Remus.
La pioggia cominciò a cadere con più forza e un tuono rumoreggiò in lontananza.
Star giù alla capanna di Hagrid sospirò. “Non serve.” Ripeté per l’ennesima volta al guardiacaccia.
“Ma ti bagni!” Insistette l’omone. “Prendi qualcosa per coprirti, qualunque cosa!”
“Hagrid. Se volessi non bagnarmi potrei farlo con la magia, la pioggia mi piace, adoro l’acqua e non mi ammalerò, promesso.” Replicò ancora la ragazza. “Fidati, e grazie di tutto.” Concluse aprendo al porta con decisione ed uscendo sotto il temporale. In pochi passi era già bagnata fradicia ma non se ne preoccupò affatto, anzi si fermò spesso a girare su se stessa e ad accennare qualche passo di ballo alzando le braccia per godersi appieno lo scorrere dell’acqua sul suo corpo.
Entrò attraverso il portone di ingresso gocciolando sul pavimento dell’atrio e purtroppo, dal momento che la camicia della divisa le aderiva al corpo attirò l’attenzione degli studenti ritardatari che si avviavano ai loro dormitori, non se ne rese nemmeno conto dato che percepì i Malandrini nelle vicinanze, entrò nella Sala Grande e li raggiunse felice.
“Star, sei praticamente nuda.” Le fece notare suo fratello.
“E bagnata, ti prenderai un… giusto, tu non ti ammali.” Borbottò Remus.
“Ti consiglio di cambiarti se non vuoi che la McGranitt vada in escandescenza.” Disse Sirius cominciando a sbottonarsi la camicia.  “Metti questa.”
Star obbedì senza discutere ma Remus fissò stralunato il suo amico. “E quindi tu pensi che per risolvere il problema di avere tutti gli occhi dei ragazzi puntati su Star sia giusto che tu ti svesta?”
“Certo, gli occhi delle ragazze su di me non sono un problema. E poi anche la McGranitt non può restare indifferente a questo spettacolo.” Ribatté il giovane sicuro di sé.
“Difatti non è rimasta indifferente, credo che ti abbia appena notato ed è un tantino livida. Io consiglio di correre.” Suggerì James alzandosi di scatto dalla panca seguito subito degli altri.
Corsero a perdifiato verso la loro Sala Comune senza un motivo apparente, visto che la professoressa non li aveva seguiti, e si scontrarono contro un gruppo di Corvonero.
“Hei, Thomas, c’è la tua amica.” Esclamò uno di loro aiutando Star a rialzarsi.
“Buona sera.” La salutò Thomas facendosi largo tra i suoi amici.
“Se volete vi lasciamo soli…” Disse uno di loro mollando una gomitata amichevole al ragazzo.
“Hem, io non credo ce ne sia bisogno.” Replicò Thomas gentile stringendo la mano a Star. “Sei zuppa fino al midollo, dovresti proprio salire a cambiarti. Ci vedremo un altro giorno.” Detto questo le baciò sofficemente le dita e la lasciò andare.
“Di grazie al ragazzo gentile, sorellina.” La incoraggio James dal momento che la ragazza non parlava.
“Si, certo… grazie. Ci vediamo.” Fece lei stringendosi addosso la camicia di Sirius e avviandosi verso la torre con un sorriso.
“E Star colpisce ancora, un altro cuore innamorato!” Commentò scherzosamente Sirius una volta attraversato il buco del Ritratto.
“Ah-ha. Sei proprio divertente.” Replicò sarcastica la ragazza.
 
………..
 
 
La luna piena non era mai divertente, ma Piumadoro sapeva renderla affascinante. Il lupo dentro il ragazzo si stupiva ogni mese di come quella ragazza le sembrasse sempre meno umana e sempre più simile a lui. Ogni gesto, suono, le sembrava provenisse da qualcosa di selvaggio, di libero e forte. In un certo il lupo sentiva di doversi sottomettere a quella creatura perché avrebbe vinto lei, forse per questo Remus riusciva a controllare l’animale, la presenza di Piumadoro lo rendeva mansueto come un cucciolo.
La mattina la ragazza se ne andò svelta seguita da Sirius e James, le lezioni di quella giornata erano molto importanti e loro speravano di riuscire a dormire un paio di ore prima di doversi presentare in classe.
Remus rimase solo, avrebbe dovuto seguire Madama Chips in infermeria ma quando la donna arrivò lui la pregò di andarsene e lasciarlo lì. Così rimase seduto nella stanza per qualche secondo, era tutto completamente distrutto dai suoi artigli e in giro qua e la vi erano tracce di sangue che solo lui sapeva essere anche di Star. Uscì nel corridoio con calma, e passò la mano sul legno di una porta tanto amata. Entrò nella stanza delle scintille e si mise sul letto, osservò i colori sulle pareti e le scritte fatte per il loro compleanno.
Incredibile come la Stamberga Strillante fosse un esempio del fatto che il mondo non è nettamente diviso tra bene e male. In quella stessa struttura c’erano i suoi ricordi più paurosi e tenebrosi, in suo segreto indicibile e tutta una vita di sofferenze, il tutto accostato e mescolato ai ricordi più belli di quegli anni di scuola, le avventure migliori, era tutto così vicino e intrecciato da non distinguere dove iniziava l’uno e finisse l’altro come i colori delle scintille su quelle tetre pareti.
Remus si alzò in silenzio e si avviò verso il passaggio segreto, poi si bloccò, afferrò un pesante mantello e cambiò direzione.
 
………
 
 
“Hei, Remus!” Salutò Sirius entrando nel dormitorio maschile quel pomeriggio a fine lezioni seguito dagli altri e Star.
“Ciao. Oh, Peter ci sei anche te?” Remus si alzò agilmente dal letto, un po’ pallido ma non troppo stanco.
“Si?” Mormorò il ragazzo dagli occhietti acquosi facendosi piccolo come se avesse sbagliato qualcosa.
“No! Tranquillo, tutto bene, non ti agitare. Puoi restare anche tu per la grande sorpresa se vuoi.” Replicò il giovane frugando nel suo baule.
“Mi piacerebbe. Se volete, se posso… Posso?” Chiese Peter guardando più James degli altri.
“Ovvio che puoi. Ma che sorpresa Rem? Cosa hai combinato?” Si interessò l’occhialuto.
“Ah, nulla di che, solo che oggi ero un po’ nostalgico e quindi ho deciso che era giunto il momento.” Rispose Remus.
“Giunto il momento per cosa?” Insistette Star curiosa al massimo.
“Il momento di saltare la cena per poter stare in dormitorio a mangiare dolci di Mielandia e parlare tra noi.” Spiegò finalmente il ragazzo.
“Ottima idea! Quindi vuoi che andiamo fuori dalla scuola, attraverso un passaggio segreto illegale, per poter prendere dei dolci dai signori Hitch?” Chiese Sirius divertito.
“No, li ho già presi io passando dalla Stamberga questa mattina.” Replicò calmo Lunastorta.
“Wow! Rem! Ti sei dato da fare!” Si strabiliò James.
“Alla faccia del mio dolce Rem! Stai diventando un Cattivo Ragazzo! Mitico!” Star corse ad abbracciarlo aiutandolo a tirare fuori i dolci dal baule mentre James univa i letti.
“I miei rispetti.” Si complimentò Sirius in tono scherzo e molto ammirato insieme andando poi ad aiutare Ramoso.
“Sarà una serata fantastica!” Si esaltò Peter. “Potrò sentire molte delle vostre storie! Sarà fantastico! Meraviglioso!”
“Si, si. Ma ora calmati e siediti.” James si accomodò per primo mentre sua sorella faceva rifornimento di cioccolata insieme a Remus prima di cercare una posizione comoda, Sirius ovviamnte si sdraiò occupando la maggior parte dello spazio e quindi Peter si accontentò di un angolino ma non sembrava affatto dispiaciuto. Essere lì ad ascoltare le storie di quelle leggende era già tanto per uno come lui. Poter guardare come Star sedeva tranquilla e serena tra le braccia di James mentre il suo sguardo vagava soddisfatto tra suo fratello e Sirius fermandosi a dare un occhiata complice a Remus di tanto in tanto come per assicurarsi di avere dalla sua parte qualcuno di modesto e sincero. Osservare James e Sirius intervallarsi nel raccontare le loro migliori avventure, le estati, i programmi per il futuro, sentire le battute, vederli ridere. Erano davvero unici, insuperabili. Remus poi, persino lui, tanto calmo e controllato sapeva quando veniva il tempo di uscire dagli schemi e regalare a tutti una serata del genere. Pensò che ai Malandrini serviva proprio, erano sotto pressione a causa degli esami anche se non lo avrebbero mai ammesso, in più dovevano ancora sistemare le idee da quando erano tornati da Parigi e si vedeva che avevano passato qualcosa che li aveva segnati, Star più di tutti. Credette che era proprio fortunato a poter vivere così vicino a loro e poterli osservare abbastanza bene da capirli così spontaneamente, e vivere un momento come quello con loro lo rendeva felice. Realmente felice. Per la prima volta si sentiva incluso, normale, persino divertente quando se ne usciva con qualche commento sempre meno timido che faceva ridere gli altri.
Era la serata migliore della sua vita.
 
………….
 
I temuti esami non tardarono ad arrivare, verso la fine di maggio ormai il tempo per studiare era agli sgoccioli, gli studenti del quinto e del settimo anno come sempre erano ovviamente quelli più agitati e nervosi. Per i Malandrini invece quello era il primo anno con un gran numero di esami da superare, le materie erano aumentate e non tutte erano belle come Babbanologia o Cura delle Creature Magiche, soprattutto per Remus la situazione era piuttosto stressante dal momento che avrebbe dovuto sostenere alcuni esami durante il periodo della luna piena.
“Ma come diavolo facciamo a concentrarci se Mocciosus e la Evans occupano tutti i posti migliori per lo studio!” Si lamentò un giorno Sirius.
“Come?” Chiese Star alzando la testa da un romanzo prestatole da Susan.
“E’ vero, sono ovunque! Se andiamo in biblioteca sono lì, se cerchiamo di studiare in Sala Comune eccoli sul tavolo con la luce migliore! Ovvio che studiamo poco!” Sbottò James.
“Se voi metteste via l’orgoglio e studiaste anche se ci sono loro nei paraggi non sarebbe un problema.” Li rimbeccò Remus.
“Cos’è questa storia?” Domandò Star furiosa.
“Semplice,” Cominciò a spiegare Remus prima che gli altri due potessero inventarsi qualche scusa. “Sirius non vuole studiare davanti a Severus perché dimostrerebbe di aver bisogno di studiare come lui e questo è fuori discussione e James non vuole stgudiare davanti a Severs per lo stesso motivo e nemmeno daventi a Lily perché non sarebbe elegante ne ‘macho’ .”
La ragazza li fissò per qualche secondo sbalordita poi si mise a ridere. “Fratellino,” Partì con l’aria di chi la sa lunga. “Ma hai mai pensato che forse Lily adorerebbe chi studia? Tipo se ti mettessi a studiare di fronte a lei e riuscissi a sopportare Severus che ti prende in giro con eleganza senza cedere ai suoi giochetti infantili, magari ti dimostreresti maturo e lo noterebbe anche lei e magari, dico, magari, cominceresti a piacerle.”
James si illuminò.
“Si, stupendo.” Li interruppe Sirius con un gesto della mano. “Ma in quanto a me?”
“Tu subisci in silenzio, James è un caso disperato, ha bisogno di tutto il sostegno possibile, sii la sua miglior spalla.” Lo liquidò Star.
“Mi devi un enorme favore, fratello.” Borbottò Sirius, avviandosi a testa bassa verso il tavolo della biblioteca accanto a quello della coppia di amici.
La rossa alzò lo sguardo dal libro per una pausa giusto quando il resto dei Malandrini si accomodò accanto al ragazzo dagli occhi grigi, li guardò con un misto di curiosità e superiorità mentre tiravano fuori i libri dalla borsa in religioso silenzio, poi tornò al suo studio.
Dopo qualche minuto James si accorse di non aver capito nemmeno una sola parola di quanto aveva letto fino a quel momento e si fermò a riflettere. Il motivo era ovvio, avere Lily a pochi metri di distanza rendeva difficile concentrarsi su qualunque cosa. I suoi capelli rossi rilucevano alla luce del sole che passava dalle grandi vetrate della biblioteca, era una bella e calda giornata e i suoi occhi erano verdi come i prati del castello. Ogni cosa di lei gli impediva di pensare ad altro, come sfogliava le pagine, come muoveva le labbra seguendo le parole cercando di memorizzare i concetti più importanti senza produrre alcun rumore, come teneva la testa inclinata o spostava le mani… no. Doveva concentrarsi, gli esami erano vicini. James rispostò la sua attenzione sul libro e …
“Che diamine vuol dire questo? Star, aiutami!” Si lasciò sfuggire il ragazzo. Sua sorella si alzò pronta affiancandolo ma tutto quel rumore aveva fatto emergere dai libri anche il viso pallido di Severus. “Incredibile, i fenomeni di Hogwarts hanno deciso di abbassarsi al livello di noi comuni mortali e studiare! O è solo una copertura per qualche altro vostro scherzo da bambini con l’intelligenza sottosviluppata, ovvero quello che siete.” Cominciò a deriderli quello.
“Sev!” Si scandalizzò Lily.
“Non siamo qui per nessun tipo di scherzo, geniale, questa volta. Stiamo studiando sul serio.” Replicò calmo James.
“Si, certo. Per studiare, ammesso che sappiate come si fa! Non mi stupisco che in questa scuola esista un voto come Troll, devono averlo messo apposta per voi, non c’è parola migliore per descrivervi.” Continuò il ragazzo dai capelli unticci liberando tutto il rancore represso.
“Non è che solo perché non facciamo dello studio la nostra vita non sappiamo come si fa, in quanto ai voti mi dispiace deluderti ma ti sarai accorto che siamo tra i migliori della classe in quasi tutte le materie, a parte Star che è la migliore in tutto punto, e Remus che ha solo qualche pecca in pozioni, ma andiamo tutti odiano pozioni!” Ribatté Sirius in tono parecchio vivace.
“Bhe, è normale quando si è i preferiti da tutti i professori, Silente compreso, siete i suoi cocchini. Mi sbaglio o vi fa passare liscia ogni cosa? Quel vecchio babbuino ha il cuore tenero per tutti coloro che sono troppo stupidi per distinguere le cose giuste da quelle sbagliate.” Sfuriò Severus.
“Senti, Mocciosus,” Sbottò Star alzandosi in piedi. “posso sopportare che tu ci dica che non sappiamo studiare o che i nostri voti non siano al massimo, ma che tu insulti Silente e che tu, tu! dica a noi che non sappiamo distinguere il bene dal male con le compagnie che ti sei scelto proprio non te lo permetto. Silente è un gran uomo e noi non rispettiamo tutte le regole ma almeno nel futuro saremo delle persone che si guadagnano il pane onestamente! Per il cielo!”
“Star…” James si alzò posandole una mano sul braccio nel tentativo di calmarla.
Il Serpeverde la fissò livido di rabbia. “IO SO SCEGLIERE LE MIE AMICIZIE DA SOLO. GRAZIE.”
“Severus!” Lo rimproverò Lily con voce talmente bassa e tremula da far preoccupare immediatamente James che si voltò giusto per vedere la delusione negli occhi verdi della ragazza.
“Signor Piton!” Trillò Madama Pince. “Sono veramente orripilata da lei, non mi aspettavo che uno studente bene educato e intelligente come lei si mettesse a fare tutto questo baccano in biblioteca. Mi segua nel mio ufficio. Immediatamente.”
Il ragazzo si alzò con la testa bassa per coprire il rossore opaco di vergogna sul suo viso mentre sfilava di fronte a moltissimi studenti. Entro l’ora di cena tutta Hogwarts avrebbe saputo che il perfetto Severus Piton si era fatto mettere in punizione in biblioteca, o almeno lo avrebbero saputo quei pochi a cui interessava una notizia su Severus Piton.
“Scusatemi, sono esplosa, quando ha detto quelle cose su Silente io non ci ho più visto e… Lily, scusami, non volevo offenderlo, ne volevo che questo accadesse ma…” Cominciò Star ma la rossa la interruppe con un gesto della mano. “Hai avuto ragione, forse sei stata un po’ troppo dura ma quello che Severus ha detto è imperdonabile, anche se magari se voi non lo aveste stressato tanto in passato lui non avrebbe incominciato, in ogni caso lo credevo più maturo e controllato di così.”
“Lily, è tutto ok, è la prima volta che gli capita qualcosa di simile. Gli daranno una punizione leggerissima e tutto sarà presto dimenticato dopo i voti eccezionali che prenderà agli esami. Non devi preoccuparti per lui, un errore capita a tutti.” Cercò di rassicurarla Remus.
“Certo, certo…” La rossa si risedette e provò per qualche secondo a riconcentrarsi nello studio ma con un lieve sbuffò mise via subito il suo libro. “Hai detto che non capivi qualcosa James, posso spiegartelo? Spiegare agli altri mi rende più semplice lo studio.” Il ragazzo rimase imbambolato per qualche secondo di troppo perché lei passò gli occhi da lui a Star. “Oh, giusto, lo avevi chiesto a tua sorella, magari preferisci che te lo spieghi lei, è sicuramente più brava.”
“Ti sbagli,” Intervenne la mora. “io non sono in grado di spiegare niente a nessuno. Non so spiegare nemmeno a me stessa perché so già tutto senza impararlo ed… colpa della donna che mi ha partorito, storia lunga… spiega tu.” Detto questo si allontanò dai due e si avvicinò a Remus e Sirius.
Nessuno dei Malandrini studiò quel pomeriggio. Uno era troppo impegnato ad osservare ogni singolo dettaglio del viso di Lily e gli altri tre si divertivano troppo a vedere il loro leader così imbambolato ad ascoltare una ragazza parlare di pozioni con più passione del professor Lumacorno stesso. Il lato negativo era che, a parte fare la figura del bravo ragazzo, James non fu in grado di fare nient’altro. Non fece nessun gran discorso con la ragazza dei suoi sogni, non riuscì nemmeno a sfiorarla per sbaglio facendo scattare qualche scintilla, niente, sedettero vicini lui in silenzio e lei a parlare.
Quando si alzarono per andare a cena James recuperò finalmente la sua solita audacia. “Evans! Alla luce dell’aiuto che mi hai dato, che ne diresti di uscire con me?”
Remus, Sirius e Star sospirarono esasperati.
La rossa lo fissò disgustata. “No.”
“Ma vieni a cena con noi?” Tentò Star.
“Mi dispiace, non credo. Devo proprio andare a vedere cosa succede a Severus, come sta intendo.”
“Ma…” Tentò James, Remus lo bloccò con un’occhiataccia.
“Ci vediamo presto, allora, ciao.” Salutò Star prendendo suo fratello sottobraccio e andandosene seguita dagli altri.
“Sono stato bravo?” Sbuffò Sirius spazientito una volta che furono fuori dalla biblioteca.
“Si, proprio bravo. Ti meriti un biscottino, Fido.” Scherzò la ragazza.
Sirius mollò un ringhio tale che tutti si girarono sorpresi verso di lui. “Non chiamarmi Fido, pennuto.”
“Spero proprio che tu diventi un cane sul serio, altrimenti dovremmo aspettarci un altro lupo con tutta quella rabbia che hai dentro.” Replicò James.
“A proposito; questa sera ci si allena!” Annunciò sua sorella.
“Ma pure sotto esami!” Si disperò Remus.
“Certo!” Replicò Sirius. “Non smetteremo finché non ci riusciremo.”
 
 
……………..
 
All’inizio di giugno gli esami cominciarono facendo disperare tutti gli studenti.
Dopo aver superato con successo la maggior parte delle prove scritte venne il momento, per i Malandrini, di affrontare la  prova di Astronomia la quale si sarebbe svolta proprio prima della luna piena. Non sarebbe stato un problema per Remus poiché ci sarebbero stati un paio di giorni di pausa prima di cominciare le prove pratiche ma Star il giorno dopo la luna avrebbe dovuto affrontare l’esame di Aritmanzia.
I ragazzi stavano discutendo proprio di questo in Sala Comune mentre avrebbero dovuto ripassare Astronomia per quella sera.
“No. Questa volta non te lo permetto, è fuori discussione.” Sbottò Remus.
“Dai, Rem! Sono io! Non è mai stato un problema non dormire la notte, ti prometto che dormirò tutto domani se proprio vuoi.” Insistette la ragazza.
“No, non è per il sonno che mi preoccupo, è per il fatto che spendi moltissime energie per… badare al mio Piccolo Problema Peloso e Aritmanzia è una materia difficile anche per te o non ti piacerebbe così tanto da saltare le divertenti lezioni di Babbanologia per prendere parte a quelle.”
“Che cos’è il Piccolo Problema Peloso?!” Chiese Peter comparendo alle spalle di Remus e facendo sobbalzare tutti.
“Niente di che, Peter.” Cercò di dissuaderlo James.
“Riguarda la malattia di Remus? Non sembri stare bene oggi, amico.” Continuò il piccoletto.
“Per favore, Peter, stiamo discutendo di cose serie, questa cosa è importante.” Tentò di cacciarlo Sirius usando un tono gentile.
“Comunque la mia decisione è che ci sarò. So gestire la mia stanchezza, grazie.” Decretò Star.
“Stanchezza, riguarda i tuoi poteri, vero? Sei stanca solo quando ne usi troppi, che cosa avete in mente?” Continuò a fare domande Peter.
“Per le mutande di Merlino! Peter, puoi lasciarci soli per qualche secondo, mi dispiace ma non siamo abbastanza amici da doverti dire tutto della nostra vita, quindi accetta questo rifiuto e vai via! Star: NO. se ci provi non te lo perdonerò mai. Questa è la mia parola definitiva.” Gridò Remus.
Non era mai successo che il giovane perdesse la pazienza così violentemente senza pensare a scusarsi con chi aveva involontariamente offeso. Fu proprio il fatto che quella volta Remus si alzò ancora arrabbiato e se ne andò nella sua stanza senza una parola in più che lasciò tutta la Sala Comune a bocca aperta. Peter corse via offeso e ferito e i Malandrini rimasero lì a bocca aperta senza sapere che fare.
Fu Lily la prima a muoversi; salì di corsa le scale verso il dormitorio maschile e entrò in quello del terzo anno. Remus era seduto sul letto e dava le spalle alla porta.
“Star, ti ho già detto cosa ho deciso IO e dal momento che questa cosa riguarda me tu dovresti…” Cominciò il ragazzo.
“Non sono Star.” Mormorò Lily. “Posso entrare?”
Remus si voltò a fissarla e in un lampo la rabbia si trasformò nella solita calma. “Si certo.”
La rossa si sedette accanto a lui e lo guardò preoccupata mentre fissava la finestra.
“Sei venuta a dirmi che sono stato parecchio crudele e insensibile?” Le chiese ad un certo punto.
“Sono venuta a farti le mie congratulazioni per il fatto che finalmente ti sei accorto di quanto quei ragazzi ti stressino.”
Lui scosse la testa. “Tu non capisci… cercavano solo di aiutare… Star più di tutti, e come mi sono comportato con Peter… imperdonabile.”
“Non credo, non conosco Peter ma sono sicuro che non se la prenderà se gli spiegherai perché eri così nervoso.”
“Il punto è questo: non posso. Non posso spiegargli perché ero così nervoso.” Sbottò il giovane.
“Ah no? Io proverei con le solite scuse: gli esami, il fatto che Star un po’ ti piace e dirle di no ti fa sentire uno schifo, o il fatto che James e Sirius ti facciano diventare isterico.” Remus rise appena. “Oppure,” proseguì Lily sporgendosi in aventi per cercare gli occhi ambra dell’amico. “potresti iniziare un amicizia con tutta l’onestà del mondo e dirgli la verità: che sei un Lupomannaro.”
Il ragazzo sbiancò e balzò in piedi in preda all’agitazione. “Tu come…? … Come hai…? E non … paura!?”
 
 
……………
 
“Allora?” Chiese per l’ennesima volta Sirius a Star mentre cercavano Peter fuori dalla torre.
“Non percepisco bene i suoi sentimenti ma sento il suo battito, si stava calmando fino a qualche secondo fa, aveva lasciato andare l’ansia e la rabbia ma ora… oh-oh…” La ragazza si bloccò.
“Cosa?! Cosa?!” Sbraitarono Sirius e James preoccupati.
“Lily lo sa.” Disse solo lei.
 
…………….
 
“Calmati, se sono venuta qui a consolarti, da sola, senza nessuno nelle vicinanze, credi che io abbia paura di te?” Spiegò paziente Lily.
“No, giusto… ma …” Il ragazzo cominciò a calmarsi un poco ma non del tutto.
“Sai che la professoressa Hough ha accennato ai Lupimannari quest’anno? Bhe, in teoria era nel programma ma non li abbiamo fatti. Quindi io li ho fatti da sola perché avevo timore che il prossimo anno avremmo cambiato professore e io sarei stata impreparata. Ma capisco perché non li abbiamo che accennati, è fin troppo semplice scoprire un nesso tra la tua malattia e il tuo reale problema. Hai voglia di parlarne?”
“In realtà no. ma se vuoi farmi domande spara pure.”
“Non ti chiederò di parlarmi di qualcosa di cui non vuoi parlarmi!”
Remus sospirò. “Allora ti farò io delle domande: perché non sei impaurita da questa cosa? Perché non ti chiedi se gli altri lo sappiano già o meno? Perché non mi dai del bugiardo?”
“Non ho paura di te, Remus. Sono solo dispiaciuta per te, per quello che ti è accaduto, tu sei una persona buona e niente può cambiare quello che sei. E non sei un bugiardo se cerchi di nascondere un segreto del genere, so che molte persone non capirebbero. Se con gli altri intendi Star, Black e Potter sappi che è grazie al fatto che i loro letti sono sempre vuoti durante la tua malattia e che continuano a chiedersi a vicenda quando cade la luna piena che ho scoperto più in fretta di te. Ho solo una domanda su di loro, se posso.” Il ragazzo annuì incoraggiante. “Cosa fanno per te? Insomma, il lupo dovrebbe farti perdere il controllo, anche se sono i tuoi più cari amici non dovresti riconoscerli quindi non verranno di certo con te … ovunque tu vada… ma scompaiono… perché? Hanno un rito o cose simili? Organizzano qualche sorpresa?”
“Sorprese? Beh, si, ogni tanto… quando mancano in classe la mattina solitamente è colpa mia. Ma non è questo. E’ vero, il lupo prende il sopravento e io non li riconoscerei se non al mattino dopo averli uccisi. Ma Star…”
“Oh, ovviamente lei! Cosa si è inventata questa volta?” Scherzò la rossa.
“Quando l’hanno scoperto al primo anno ho raccontato loro tutto, vado alla Stamberga Strillante prima che scenda il sole attraverso un passaggio segreto sotto il Platano Picchiatore. Lì mi trasformo da solo e solitamente mi ferivo, per questo alcune volte restavo in infermeria per un giorno o due, gli altri non potevano verdermi con delle ferite o si sarebbero fatti delle domande, comunque è a quel periodo che devo tutte le mie cicatrici. A lei questa cosa non è mai andata giù, nemmeno a James e Sirius in realtà, ma lei è Star. Dopo un paio di mesi non ce l’ha più fatta, in piena notte ha deciso di venire fino alla Stamberga…” Lily inspirò rumorosamente e spalancò gli occhi terrorizzata. “Per Merlino! Dimmi che gli altri due l’hanno fermata, ti prego, dimmi che non si è ferite, non può essere, non ho visto nessuna cicatrice…”
Il ragazzo guardò in basso. “Non credo di poterti raccontare il resto, non è una storia che riguarda solo me. Devi chiederlo a Star.”
“Chiamala. Voglio sapere. Esigo di sapere.” Si agitò lei.
“Ok, ok! Allora scendiamo, sarà in Sala Comune o…” Ma Remus non riuscì a completare la frase perché Lily aveva già aperto la porta  e si avviava decisa verso il basso.
 
 
……………..
 
“Peter! Scusalo, è che ha veramente un problema piuttosto imbarazzante e non è cosa da poco riuscire a dirlo anche a te.” Cominciò James raggiungendo il loro nuovo amico che si era rifugiato in un corridoio deserto.
“Ma voi lo sapete!” Replicò quello.
“Si ma noi siamo grandi amici fin dal primo anno, e ci abbiamo messo mesi per scoprirlo! Non ce lo ha detto.” Continuò Sirius.
“Ok, beh, è stato scortese comunque.” Insistette Peter.
“Si lo so, ma era un brutto momento… stavamo litigando… è colpa mia che l’ho stremato. Senti un po’, lo perdoni se ti chiede scusa, e perdoni me se quest’estate ti invitiamo a casa nostra?” Provò Star.
Gli occhi del ragazzo si illuminarono. “Io? A casa tua e di James, con tutti voi Malandrini?”
“Certo!” Gli assicurò Ramoso.
“Allora, possiamo tornare in Sala Comune ora?” Propose Sirius.
Peter annuì contento conducendo lui stesso i tre amici verso la torre.
Appena superarono il buco del ritratto l’unica cosa che Star riuscì ad inquadrare fu uno sbuffo di capelli rossi che contornavano due occhi verdi e poi si ritrovò trascinata verso il dormitorio maschile del terzo anno.
Lily la spinse a sedere su un letto mentre il resto dei Malandrini e Peter entrava nella stanza.
“Ma che bolide succede?” Domandò Star confusa.
Remus sospirò. “Lily ha scoperto una cosa, e allora mi ha chiesto delle Notti dei Pensieri Passati e io non potevo risponderle senza te. Quindi ti ha chiamato e…”
Peter si fece avanti. “Senti, Remus, so che certe cose sono molto private, e tu non vuoi che tutti le sappiano, ma io posso essere un buon amico se me ne dai la possibilità. Posso fare il bravo. Non dirò mai niente a nessuno. Manterrò tutti i vostri segreti. Voglio solo esservi amico.”
Il ragazzo prese un respiro profondo e passò con attenzione lo sguardo su tutti i Malandrini e Lily cercando qualche segno nei loro volti, ma si leggeva a chiare lettere come loro rimettessero la decisione a lui e solo a lui. “Peter, non stiamo parlando di un segreto tra compagni di classe e basta, questo è molto di più.”
“Se te lo dicesse dovresti giurare di non dirlo mai a nessuno e di non rivelare a nessuno che lo sai, professori compresi. Nemmeno in caso di vita o morte. Mai.” Intervenne James, il loro nuovo amico annuì seriamente. “Giuro solennemente di non rivelare mai nulla a nessuno di quello che voi mi dite.”  
I Malandrini si scambiarono uno sguardo e risero. “Sei dei nostri!” Annunciò James felice.
“E perché ora lui è dentro il vostro club esclusivo e io no?” Domandò acida Lily.
“Vorresti entrare, Evans?” Chiese Sirius con l’aria di uno che sta sventolando un succulento bocconcino di carne davanti agli occhi di un cane affamato.
“Neanche per sogno. Non entrerei nel vostro gruppetto di imbecilli neanche se mi pregaste in ginocchio, senza offesa Remus. Poi dovrei stare con voi, e già questo mi disturba, e in più dovrei seguirvi nelle vostre idiozie. No, grazie. Mi domandavo solo perché Peter entra a pieno titolo nel gruppo senza nemmeno sapere il segreto mentre non lo avete chiesto a me.” Ribatté lei quasi tutto d’un fiato.
“Bhe, perché ci entrano solo i maschi, sai, parliamo di cose da maschi, facciamo cose da maschi, le donne non sono ammesse.” Rispose Sirius convinto.
“E Star?” Insistette la rossa.
La mora sentendosi chiamata in causa alzò gli occhi su di loro. “Oh, io sono più uomo che donna, lo scoprirai quando assisterai ad una gara di rutti.”
“Ah, per Merlino. Voglio solo sapere cosa è successo quella notte.” Sbottò Lily riportando la sua attenzione sull’amica.
“Prima dovrei spiegare a Peter il famoso Piccolo Problema Peloso.” Le ricordò Remus e lo sguardo che gli lanciò la ragazza gli fece ben capire che avrebbe dovuto fare in fretta. “Io sono diverso da voi. Non sono malato, sono un Lupomannaro. Ma ti assicuro che non sono pericoloso, Silente lo sa e mi ha invitato comunque a stare ad Hogwarts. Non farei mai del male a nessuno, ma quando il lupo prende il sopravvento decide lui. Così mi rinchiudono quando accade, nelle notti di luna piena. Mi trasformo da solo nella Stamberga Strillante, mi ci porta Madama Chips attraverso un passaggio sotto il Platano Picchiatore e poi il mattino mi viene a prendere. Di solito mi ferivo da solo perché non avevo nulla da attaccare. Ma poi gli altri lo hanno scoperto e hanno deciso di restarmi amici comunque…”
“Anche io! Anche io ti resterò amico. Mi dispiace di averti fatto tanta pressione prima, non pensavo fosse così grave. Ma hai la mia parola, non lo saprà mai nessuno.” Promise ancora Peter con energia crescente afferrando le mani di Remus.
“Star però non poteva stare ferma, giusto? Quindi sei andata nella Stamberga e…?” Riassunse Lily avida di sapere.
“Oh, è per questo… ora capisco. Si, se possibile vi pregherei di non dire nulla a nessuno nemmeno di questo. Ecco. Io sono andata alla Stamberga e ho lottato con il lupo.” Raccontò Star.
“Ti sei fatta colpire dal lupo.” Rettificò Remus.
“Già, nessuno era molto felice della mia scelta, ma dovevo farlo. Anche perché una parte di me sapeva che non mi sarebbe successo nulla. Queste magie che so fare, diverse da quelle normali, a quanto pare derivano da una grossa fonte di potere ereditata da mia madre. Non sono una strega normale, ho qualcosa in più, non mi ferisco come gli altri, certe cose non funzionano su di me, come i morsi del lupo, e guarisco in fretta. Stiamo cercando di capire chi sono ma con scarsi risultati… per ora spero solo di non essere un mostro.”
“Sorellina! Cosa abbiamo detto della parola con la ‘M’?” La rimproverò James scherzoso eppure anche con una punta di serietà.
“E’ cattiva!” Sibilò la ragazza come una bambina piccola.
La rossa stava ancora cercando di assimilare tutte quelle informazioni quando partì una lotta con i cuscini in piena regola a cui anche lei fu costretta a partecipare, più cha altro per guadagnarsi una via di fuga. Una volta fuori dal dormitorio si chiuse la porta alle spalle e camminando piano verso la Sala Comune si domandò come fosse per la sua amica non sapere a chi appartenesse tutto il potere dentro di lei, non avere nessuno che potesse spiegarle come usarlo, e non essere certa nemmeno della grandezza di esso.
Capì solo in quel momento perché i Malandrini stavano tanto bene insieme, si erano creati un luogo sicuro dove stare ognuno con il peso dei propri segreti. Dunque si incuriosì, se ognuno di loro aveva qualcosa da nascondere agli altri ma da custodire in quello strano gruppo; quali erano i segreti di Sirius e James?
“Tutto bene Lily?” LA faccia di Alice le comparve d’imporvviso davanti agli occhi facendola sobbalzare.
“Certo.”
“Beh, sembri un po’ persa, che ti è successo?” Le chiese Mary.
“Ho avuto … stavo solo pensando a Star.” Rispose quella.
“Ah, ecco. Come sta? Siete tornate amiche?” Domandò Marlene.
“Bene , credo. Si, immagino di si.”
“Perfetto, così potremmo averla ancora in giro, adoro le sue storie.” Si esaltò Emmeline.
“Già…” Mormorò Lily fra sé e sé mentre le altre discutevano su qualcosa di frivolo, una conversazione leggera era quello che le ci voleva così dopo qualche secondo si riscosse e si unì a loro in un allegro chiacchiericcio quasi dimenticandosi della prova d’esame di quella sera.
Quasi.
 
 
…………….
 
“Non è stata per niente difficile.” Commentò Sirius mentre scendevano dalla Torre di Astronomia. Lily si era accorta dell’esame solo quando li aveva visti scendere di corsa perché in ritardo. Così erano arrivati tutti sfiancati ma non troppo tardi da non essere ammessi all’esame. Le mappe Stellari che andavano riempite quella sera erano piuttosto semplici e le domande decisamente banali per Sirius e un po’ più impegnative secondo l’opinione comune. Comunque nel complesso era andata bene a tutti.
“Già. Grazie, a proposito, senza di te non avrei mai saputo la risposta alla sette.” Notò Star.
“Non c’è di che, la mia magnificenza mi precede e… scusatemi.” Erano giunti ai piedi della torre e nonostante la professoressa Sinistra e il professor Lumacorno fossero giusto dietro di loro per poterli riaccompagnare ai loro rispettivi dormitori il ragazzo Black riuscì a filarsela lo stesso in un attimo di distrazione dovuta al gruppo scalcinante di ragazzi creatosi in fondo alle scale. Così i Malandrini rimasero piantati lì senza poterlo richiamare per avere risposte per paura di metterlo nei guai.
“Non vi preoccupate, ho lo specchio.” Ricordò loro James tirando fuori l’oggetto in questio e cominciando a chiamare Sirius sottovoce mentre procedevano, scortati dai professori, verso la Sala Comune.
Quando il viso del giovane Black comparve nel riquadro ci fu un sovrapporsi di voci da parte dei Malandrini.
“Ok, ok. Scusate. Ho avuto un emergenza. Datemi due ore, o tre e sarò di nuovo alla Torre.” Si spiegò in fretta il povero ragazzo prima di scomparire di nuovo. Per Star, Remus e James la questione finì lì, si dettero un rapido sguardo a vicenda, alzarono gli occhi al cielo e continuarono a camminare senza più parlare. Peter però non ci capiva niente.
“Quindi, cosa è successo?” Domandò.
“Ah, giusto. Tu sei nuovo di queste cose. Sirius è con una ragazza.” Rispose James tranquillo.
“Con una ragazza? Adesso? E che ci fa?” Continuò Peter.
“Meglio non saperlo.” Remus allontanò l’argomento con un rapido gesto della mano e tutti si dimostrarono d’accordo.
 
 
………..
 
Sirius rientrò in Sala Comune che mancava poco all’alba incontrando Star che completamente vestita scendeva gli scalini del dormitorio femminile.
“Oh, ben tornato Don Giovanni!” Esclamò lei con tono canzonatorio.
“Smettila dai. Tu dove stai andando invece?” Le chiese.
La ragazza si sistemò il grazioso abitino azzurro senza spalline e rifece con calma il fiocco al nastro di raso bianco che le stringeva la vita. “Io non ti ho chiesto nulla di ciò che hai fatto, dovresti fare lo stesso con me.” Disse poi lentamente e con sicurezza alzando il viso solo una volta finito di parlare per regalare al ragazzo uno sguardo molto intrigante lanciato da sotto il velo delle lunghe ciglia scure e un mezzo sorriso che portava un marchio ben noto.
“Hei, quello lo hai imparato da me! Non è valido!” Sbottò Sirius dopo qualche secondo.
“Lo so, ma non riuscirò mai a farlo bene come te, in più tu alzi il lato sinistro delle labbra, io ci riesco solo con il destro.” Replicò la ragazza avvicinandosi al buco del Ritratto.
“E’ ovvio, io sono mancino e magnifico.” Scherzò lui.
Star gli sorrise pienamente e uscì in fretta e furia.
“Ma guarda…” Mormorò Sirius tra sé e sé prima di salire a dormire almeno un paio d’ore.
 
 
…………………
 
 
Quando i ragazzi si svegliarono nel dormitorio del terzo anno, Star era seduta sul bordo del letto di James a leggere un grosso libro molto antico.
“Buon giorno sorellina.” Mugolò James cercando gli occhiali sul comodino.
“Avevi promesso che oggi avresti riposato e studiato.” Le ricordò immediatamente Remus.
“Infatti ho riposato, e ora studio e poi risposo e poi vengo con te.” Ribatté la ragazza.
“Ah bene, quindi vi siete decisi.” Sbadigliò Sirius.
“Ieri sera.” Spiegò Remus. “Era ovvio che avrebbe vinto lei. In tutti questi anni non ha mai perso una sola discussione.”
“Peter!” Esclamò James. “Verrai con noi questa notte?”
Il ragazzo deglutì sonoramente. “Non sei obbligato se non vuoi.” Gli concesse dolcemente Remus.
“Il fatto è che sono un gran codardo. Ho paura di qualunque cosa, non tanto di te Remus, ma se qualcosa dovesse andare storto? Insomma, già nella vita di tutti i giorni può succedere, figuriamoci a fare una cosa del genere. Però… voi mi avete accettato, anche se sono grasso e brutto mentre voi siete belli, divertenti, coraggiosi e avventurosi. Non posso permettermi di essere un codardo con voi. Non ho mai avuto degli amici come voi, mi avete detto tutto. L’unica cosa che io ho da nascondere è questa mia costante paura di tutto e una mamma molto apprensiva. Quindi voglio venire con voi, anche se potrei essere espulso, o morire…” Raccontò Peter prendendo sempre più forza.
“Perfetto.” Gli occhi di James brillarono come d’orgoglio.
Il resto della giornata lo passarono in dormitorio a far silenzio per lasciar dormire Star e ad aiutarla a studiare quando era sveglia, oppure a raccontarsi storie divertenti e mangiare i dolci avanzati dalla luna piena precedente. Poi la sera dopo aver salutato il loro amico gli altri quattro ragazzi si prepararono alla loro missione.
Il Mantello dell’Invisibilità copriva a filo James, Sirius e Peter mentre Star li seguiva coperta dal suo incantesimo di Disillusione. La situazione con Peter era piuttosto difficile; ad ogni minimo scricchiolio il ragazzo si lasciava scappare un squittio spaventato e sobbalzava scoprendo i piedi dei suoi due amici. Per non parlare di quando Mrs Purr passò davanti a loro e il giovane rischiò di farli scoprire per quanto tremava.
Riuscirono a raggiungere il Platano in tempo solo per pura fortuna, e perché Remus aveva pregato Madama Chips di accompagnarlo lì prima del solito così da lasciare più tempo ai suoi amici.
Star sparì nella stanza con il lupo mentre James e Sirius presero Peter sottobraccio portandolo nella stanza delle scintille.
“Qui noi di solito ci esercitiamo sulla Trasfigurazione. Vedi, non te lo abbiamo detto davanti alla Evans ma c’è di più.” Cominciò James.
“Per ora ci sta bene che Star faccia tutto il lavoro ma non vogliamo che vada avanti così per sempre, vogliamo esserci anche noi accanto a Remus. Per questo abbiamo deciso che l’unico modo per non correre rischi è trasformarci in qualche animale.” Continuò Sirius.
“Dobbiamo diventare Animagus.” Concluse James.
“E credete che se mi eserciterò con voi ci riuscirò anche io.” Gli occhietti acquosi di Peter si illuminarono.
“Certo! Ma devi sapere che può essere rischioso.” Lo avvertì Sirius.
“Ah, e quanto rischioso? Potrei restare mezzo animale per sempre?”
“No, credo che al San Mugo ti sistemerebbero ma è illegale diventare Animaghi non dichiarati.”
“Ah, capisco… ma se lo fate voi lo faccio anche io.”
 
 
………………..
 
La mattina dopo all’esame Star andò leggermente stanca ma riuscì a completare al meglio il test.
Le prove pratiche ricominciarono fin troppo presto ma per fortuna finirono in fretta e così i ragazzi poterono godersi gli ultimi giorni ad Hogwarts senza stress.
L’ultimo pomeriggio al catello, dopo aver fatto le valigie, i Malandrini si radunarono in giardino con il loro mitico lenzuolo decorato e a turno si lanciarono in aria.
Andarono a cena soddisfatti e quando salirono alla Torre Peter era convinto di aver concluso un’altra perfetta giornata con i suoi amici, ancora non sapeva cosa lo aspettava.
James lo svegliò in piena notte, ancora confuso guardò gli altri tre vestirsi con delle maglie colorate e indossare delle vecchie All Star.
“Mettiti qualcosa, muoviti!” Lo incitò Sirius.
Il ragazzo fece come ordinato e prima di accorgersene stava in piedi in Sala Comune ad aspettare Star, la quale scese rapida dalle scale. Si trovò spinto e tirato sotto il Mantello dell’Invisibilità e iniziò a rendersi conto di qualcosa solo quando furono nel parco.
“Ma cosa stiamo facendo?” Domandò.
“Vedrai.” James uscì da sotto il Mantello e cominciò a correre seguito da sua sorella ora visibile e poi Sirius e Remus così cominciò a correre anche lui, si dirigevano verso la parte di Foresta che costeggiava il Lago. Andarono tra gli alberi ma ne uscirono in fretta. Davanti a loro un pontile di legno se ne stava lì solido e fiero. I quattro Malandrini si lanciarono di corsa dentro il lago facendo non poco rumore su quelle assi di legno, ma non gli importava. Lo chiamarono a gran voce, tutti allegri e si gettò anche lui, nonostante il suo terrore per la piovra gigante.
L’acqua era tiepida, e stare lì a galleggiare era come un sogno. Gli altri ridevano e scherzavano e lo trascinavano nei loro giochi. Cominciarono una gara di tuffi a cui partecipò volentieri.
“Questa è una tradizione dall’anno scorso. Roba piuttosto nuova.” Gli raccontò James tutto fiero dando un sette al tuffo di Sirius che quindi iniziò a fargli mille moine che gli valsero un dieci pieno al tuffo successivo.
Star gli disse che l’anno prima si erano fatti il bagno nudi ma questo aveva sconvolto Remus, quindi era meglio di no. peter si sentì sollevato di questo, non credeva di essere pronto a farsi vedere nudo, non con loro. Li osservava da tempo, anche perché James e Sirius non avevano alcun pudore, e poteva dire che chiunque avrebbe voluto vederli nudi, Remus non era molto diverso da loro, solo che era meno spavaldo. Infine Star, qualunque ragazzo sano di mente avrebbe dato l’anima per vederla senza vestiti ma Peter pensò che non sarebbe riuscito a contenersi e sarebbe sprofondato nel più completo imbarazzo.
Prestò dimenticò anche questa riflessione perché i Malandrini lo afferrarono per gambe e braccia trascinandolo fuori dall’acqua per poi gettarlo di nuovo dentro facendolo dondolare un po’.
La notte passò svelta tra storie vecchie e nuove, scherzi e giochi con l’acqua.  Presto venne ora di ritornare al dormitorio, cambiarsi i vestiti e dormire un paio d’ore prima di svegliarsi e partire.
Il viaggio in treno fu il migliore in assoluto per Peter, non c’era niente di meglio che ascoltare i suoi nuovi amici parlare del più e del meno, svelargli qualche nuovo segreto su di loro, prendere da loro lezioni di Trasfigurazione, vedere Star compiere piccole magie senza bacchetta come quando riempì lo scompartimento di alcuni Serpeverde, tra cui Mocciosus, di palline di plastica colorate facendoli andare su tutte le furie. Mangiarono dolci fino a scoppiare e quando fu ora di scendere fu felice di presentare i Malandrini ai suoi genitori. I signori Potter dovettero subito fare opera di convincimento per permettergli di passare qualche settimana a casa loro e per fortuna ci riuscirono. Poi andarono a parlare con i signori Black. Remus conversava tranquillo con i suoi genitori e Star mentre James restò con lui a parlargli dei progetti per l’estate. Sarebbe stato fantastico, meraviglioso. L’estate più bella di sempre.
Si salutarono con un abbraccio e poi Peter guardò i suoi amici allontanarsi con il cuore pieno di speranza.
Non sarebbe stato più solo.
 
 
 
****************
 
Quindi…. Eccomi qui, tornata dal mondo dei morti….. ma ve lo giuro non sono stata assente ingiustificata; mi sono trovata un ragazzo! Eh! No… non è solo per quello…. Sono anche stata occupata con la scuola…. Ma il ragazzo!…. Cioè gente, se ce l’ho fatta io con tutta la mia bruttezza e obesità può riuscirci chiunque….
Comunque si, è colpa della scuola.
Ma siate felice per me!
Sta per cominciare un nuovo anno scolastico ancora più denso di impegni.
E ora siate ancora più felici perché tanto il quarto anno l’ho quasi già scritto tutto…. A mano.
Eh, portate pazienza ….

 
Ciao ciao
  
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