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Autore: Lost_Mind93    29/08/2016    1 recensioni
Juno si allena con le forze speciali del MECCA (Mediation&Containment of Creature) da anni.
Alcuni la definiscono come uno schivo topo di laboratorio, vagamente demofobico e con problemi di gestione della rabbia (nonché di autostima).
Una missione fuori porta ha condotto lei e il suo team di specialisti ad Hogwarts.
Una collaborazione con il dipartimento Auror e un'infinità di problemi di "interazioni sociali" saranno soltanto la punta dell'iceberg dei suoi problemi...
Ma chi vivrà, vedrà. Giusto?
(I personaggi della serie originale non sono "main" ma avranno ruoli relativamente importanti.)
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Harry Potter
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nuova generazione
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Poiché la burocrazia, come tutti ben sanno, è sempre stato il punto forte delle organizzazioni statali (o presunte tali), erano state necessarie più di due settimane soltanto per l’approvazione dell’incontro tra i Sigma e la commissione del Dipartimento Auror.

La collaborazione con gli enti locali, ovviamente, si era rivelata ben più complessa del previsto: gli Auror non avevano visto di buon occhio l’arrivo di una squadra composta da un branco di teenager ma la decisione spettava ai cosiddetti “Grandi Capi” che, sapendo di avere il coltello dalla parte del manico, se la stavano prendendo parecchio con comodo.

Non erano servite a niente le lettere di raccomandazione dei ministeri di mezzo mondo, gli inglesi volevano qualcosa di tangibile.……

I numerosi rapporti-missione richiesti dal dipartimento Auror, “per avvalorare l’attendibilità di questo gruppo così giovane” queste erano state le esatte parole del primo ministro, contenevano ampie ed evidenti tracce di censura… In pratica erano carta straccia ma ehy, che altro si aspettavano da un organizzazione segreta?

 

-.-.-.-.-.-

 

Si ritrovarono in una stanza circolare, al c’entro era stata disposta una lunga tavolata su cui erano state poste pile e pile di documenti.

Tutt’intorno, su delle poltrone sistemate come su una scalinata, a coprire le pareti quasi per intero, c’era posto per i vari membri della commissione a cui era stata affidata la valutazione finale dei Sigma.

Non erano in molti, forse poco più che una decina ma quelli che si esprimevano, di tanto in tanto, per dire la loro erano solo tre.

- Mi sembra di capire che qui non siamo i benvenuti. - borbottò James, stiracchiandosi sulla sua sedia, guardando con aria annoiata l’interazione tra Thys e un tizio di cui ancora, lui non aveva capito il nome.

- Cosa ti aspettavi, che ci accogliessero a braccia aperte? Non siamo certo quello che si aspettavano. - fu la calma risposta di Loreley che, approfittando del momento di quiete, stava compilando alcuni dei documenti che gli erano stati rifilati quella mattina.

Accanto a Loreley, c’era Liam che non si fece problemi a scoppiare a ridere – Oh beh… Qualcuno deve insegnargli a scrivere un annuncio di lavoro decente allora. Non mi sembra di aver letto da nessuna parte un “cercasi una squadra speciale i cui membri abbiano un’età compresa tra i 35 e i 45”. Per Diana… E sì che ci sono le nostre date di nascita sui certificati. Tutte queste storie... E solo perchè abbiamo un paio di decenni in meno rispetto alla media. –

- Possiamo evitare di fare la figura degli immaturi ancora prima di cominciare il lavoro oppure vi siete messi in testa che è meglio tornare a casa? - Daniel sospirò, il nervosismo malcelato dietro il torno tranquillo, lo sguardo costantemente puntato sul comitato di controllo – Nessuno vi obbliga a restare qui, potete tornarvene alla base in qualunque momento. - 

- Come se potessimo davvero andarcene senza incorrere in qualche incidente internazionale. - borbottò nuovamente James, controllando con noia sempre più evidente, le mail sul suo cellulare - “Dovete presentarvi come un fronte unito” dicevano, “Siate onesti dal principio e tutto filerà liscio come l’olio”… Le mie balle! Siamo qui da nove ore e non abbiamo concluso un cavolo. Non ci hanno neanche dato una camera. Ho voglia di farmi una doccia. E di un letto caldo. Chiedo troppo? –

James spostò lo sguardo alla sua destra dove Juno, completamente incurante di quello che stava succedendo, stava schiacciando un pisolino: gli occhiali avevano le lenti oscurate e la testa, posata con delicatezza sul palmo della mano, di tanto in tanto ciondolava in modo evidente.

Il ragazzo ridacchiò tra sé e sé e diede una gomitata a Liam che smise di giocare con il suo tesserino di riconoscimento, “visitatore” diceva la scritta, per vedere cosa avesse attirato l’attenzione dell’amico.

- Ma… Tu guarda questa! - Liam ridacchiò fra sé e sé e le pungolò un fianco con l’indice, facendola sobbalzare - Ehi, bella addormentata, se io devo sorbirmi questa rottura di balle, tu devi soffrire almeno tanto quanto me! -

 

Juno si stropicciò gli occhi e nascose uno sbadiglio dietro il palmo della mano - A che punto siamo? –

- Siamo ad un punto morto, ecco dove siamo. – borbottò Lorelei, senza alzare lo sguardo dai suoi documenti. Dell’enorme pila che avevano ricevuto quella mattina, restavano sì e no una decina di pagine.

- ... State scherzando vero? –

- Nope. - fu la secca risposta di Daniel.

A quel punto Juno si alzò in piedi attirando gli sguardi dei presenti.

- Che fai?! – domandò Daniel.

- Rimedio. -  

 

Thys stava ad almeno cinque metri da dove erano stati “piazzati” i Sigma.

Nel silenzio, i passi di Juno risuonarono con tono greve nella stanza, intorno a lei, decine di fogli di carta fluttuavano a mezz’aria…

La rossa occupò il posto accanto al suo supervisore e, notando l’improvvisa interruzione della discussione, fece un gesto con la mano come a voler incoraggiare gli “adulti” a continuare.

 

- Lieti che abbia deciso di raggiungerci signorina… ? –

- Juno M. Stainfield signor Jacobson. –

- E mi dica signorina Stainfield, cosa l’ha convinta ad abbandonare il suo tavolo nelle retrovie? Da quello che abbiamo visto, né lei né i suoi compagni sembrate molto presi dalla discussione. -

- So che lei e il suo team avete collaborato con i Sears signor Jacobson. Ho sentito molto parlare di lei dal tenente Ross… - in quell’occasione specifica, Jacobson e i suoi avevano deciso di aggirare gli ordini e di “fare di testa loro”. Risultato? Quattro feriti lievi nel team americano, tre gravi in quello inglese e uno dei due ricercati morto sul campo – Spero solo che unendomi alla discussione la nostra collaborazione possa risultare prolifica… E priva d’incidenti. –

Jacobson, nel mentre, aveva assunto un interessante sfumatura rossastra... Le risate mal trattenute di James e Liam erano perfettamente udibili dall'intera commissione.  

- Vedo che ha fatto i compiti a casa signorina Stainfield. – il capitano Rebecca Marin, vice dell’Ala Ovest e responsabile del quadrante Sud di Londra, stava sorridendo – Noto dalla sua espressione che non sembra essere particolarmente felice. Posso chiederle il motivo?-

Alle sue spalle, Juno, sentì una porta aprirsi e qualcuno fermarsi vicino l’ingresso.

- Ho il permesso di esprimermi liberamente, capitano? - attese un cenno positivo da parte della donna; si alzò in piedi, incrociò le braccia dietro la schiena e dopo un lungo sospiro, cominciò a parlare - Tre settimane fa avete preteso che uno dei vostri venisse a valutarci, in casa nostra, da un giorno all’altro e senza preavviso. Vi abbiamo dato accesso ai nostri archivi, consegnandovi ogni rapporto richiesto, nei limiti della legalità ovviamente. Ci avete stallato per quattordici giorni mentre cercavate di decidere “se eravamo all’altezza della situazione”… Siamo qui da dodici ore, il jet lag è una rottura di scatole ma noi siamo qui e voi non avete fatto altro che questionare la nostra responsabile su eventi accaduti anni fa. – 

Phineas Rodenstein, vice dell’Ala Est, rise palesemente - E cosa le fa credere che la sua squadra sia quello che stiamo cercando? –

– Signor Rodenstein, giusto? Dunque… Per comodità ripeterò tutto quello che è stato detto o fatto nelle ultime settimane. Soprattutto per il nostro nuovo spettatore, buongiorno a lei signore, che si è perso queste fantastiche otto ore d’introduzione. - improvvisò un saluto militare diretto all’uomo infondo alla stanza che rispose, a sua volta, con una risata; i Sigma si guardarono tra loro, confusi – Per farla breve, avete mandato i vostri osservatori ovunque: SAS, Mossad, Legione Straniera… In tutto quarantotto uscite, tutte indirizzate ad analizzare e selezionare i migliori team delle agenzie segrete del mondo. – passò lo sguardo su tutta la commissione. Sui volti di alcuni c’era un’espressione dubbiosa, altri erano evidentemente sorpresi dalle sue conoscenze - Sette squadre, due della nostra divisione tra l’altro, sono arrivate al dialogo con voi. Tre sono atterrate sul suolo inglese. Stamattina ho fatto una chiacchierata con Ziva Mehran e con Joerg Dhunan e nessuno dei loro si trova ancora qui. –

Si avvicinò nuovamente al tavolo dei Sigma e versò un po’ d’acqua nel suo bicchiere, lasciando al consiglio qualche istante per metabolizzare le sue parole.

- Ora. Io non ne so poi molto di diplomazia, anzi, Thys può dirvi chiaramente che non è il mio campo... – rifilò un ghigno ironico alla donna al suo fianco. Durò molto poco, un'espressione seria la sostituì in qualche istante – Tuttavia, so come funzionano le collaborazioni internazionali e il fatto che ci stiate tirando scemi con dei rapporti che avete avuto sotto mano per settimane, mi dice soltanto quanto vi torni utile credere che siamo qui per il vostro gaudio personale. Non siamo venuti qui perché “tanto non avevamo niente di meglio da fare”, anzi, dopo aver letto i nostri rapporti dovrebbe essere lampante l’opposto… -

- Sarebbe questo il “meglio del meglio”? Dei ragazzini scapestrati guidati da una bimba con il complesso di Dio? – sbottò Jacobson, con un’espressione di sdegno stampata sul volto.

I Sigma, alle loro spalle, si alzarono in piedi. Era evidente quanto quell’ultima frase li avesse messi sul piede di guerra.

Fu Thys a sorprendere tutti i presenti con una risata amareggiata. 

 - Signor Jacobson, è più che evidente che l’idea di una collaborazione tra i miei ragazzi e il Ministero Inglese le sembri inverosimile ma poiché si sente autorizzato a impartire lezioni, mi sento a mio agio nel fare lo stesso con lei. – con una singola occhiata, i Sigma, ripresero posto al loro tavolo senza risparmiare però all’uomo qualche sguardo malevolo - Davanti alle giuste autorità, il modo in cui avete trattato la mia squadra nelle ultime dodici ore, saremmo perfettamente in grado di gridare all’incidente internazionale. Un gruppo di minorenni, di nazionalità mista, tenuto sotto sequestro dal ministero inglese e senza alcun motivo? Non suona certo bene come titolo da prima pagina… E sapete bene quanto me che, qualora il vero motivo del loro arrivo qui venisse svelato alla stampa, l’intera missione andrebbe a farsi friggere ancora prima che una lettera formale di scuse possa essere scritta. - 

-Per non parlare del danno d’immagine che avreste con le altre organizzazioni che hanno già collaborato con noi … Chi vorrebbe collaborare con qualcuno che non riesce neanche a gestire “dei ragazzini scapestrati guidati da una bimba con il complesso di Dio”? - aggiunse Juno, divertita – Ho giusto qui Nina Bjorg sul due, in speed dial. Potrei darle la notizia in diretta volendo. –

- Ci state minacciando? - sempre Jacobson.

Il resto della commissione sembrava semplicemente divertito dall’intera situazione... Quasi come se avessero atteso quel momento per giorni.

“Affascinante” pensò Juno.

- Per carità, quello sì che sarebbe un incidente internazionale con i controfiocchi! – replicò Thys con tono esasperato – Nessuna minaccia, vi stiamo solo ricordando che è arrivato il momento di prendere una decisione e di farlo in fretta. Il resto, opinioni personali incluse, non mi interessa. –

 - Può bastare. – disse l’uomo in fondo alla stanza e, stranamente, quelle parole sembrarono sufficienti ad interrompere ogni potenziale risposta della commissione(nb. Jacobson) a quell’affermazione.

- Come ha detto signore? – domandò Marin, senza nascondere una certa sorpresa nell’intonazione.

- Ho sentito abbastanza Marin, dategli un paio di camere e fateli mangiare. Se lo meritano. – replicò l’uomo, un sorriso divertito sul volto - Signorina Thys, noi ci vediamo domani pomeriggio, le specifiche verranno comunicate via sentinella entro l’ora di cena. Nel mentre, vi auguro una buona permanenza. –

- … Tutto qui? – domandò Liam, stranito ma al contempo felice di poter finalmente uscire da quel sotterraneo buio - Basta una parola dell’ultimo arrivato e bon, siamo a posto? –

- Avete ancora centinaia di scartoffie da compilare ma sì, siamo a posto. – replicò Rodenstein, bruciando le ultime carte rimaste sulla tavola con nonchalance, sotto lo sguardo completamente allibito dei Sigma.

 - Ok, momento… Non ci sto capendo più un cavolo. –

 - Harry Potter. – ridacchiò Juno, recuperò il suo zaino e si diresse a passo spedito verso l’uscita - L’ultimo arrivato, come l’hai chiamato tu, è Harry Potter. Sarà lui il nostro agente di controllo in Inghilterra.  –

 - Woah… Figo. -

   
 
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