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Autore: lalluby    30/08/2016    1 recensioni
Tutto quello che ci serve è un incidente. Un incidente di qualsiasi tipo per cambiare il corso della nostra vita. Un incidente che ci potrebbe rovinare o romperci, o che ci possa far rialzare e cambiarci per il meglio, credo che tutto ciò dipenda dall'affetto che ha su di noi.
- - -
-Sai perchè mi piaci Luke?- Chiesi.
-Ti piaccio? Io non ti piaccio- Sostenne e non potei fare a meno di ridere.
-Si, non mi piaci. Volevo solo dire che mi piace il fatto che tu sia l'unica cosa costante nella mia vita...-
-Che diavolo vorresti dire?- Chiese, facendo suonare le sue parole come se fossero quasi un insulto.
-Significa che...le persone cambiano sempre, per nessuna buona ragione...ti amano e poi ti pugnalano... ti odiano, ma ti vogliono aiutare. Ma tu, Luke...sei sempre lo stesso. E mi piace. E' bello avere qualcosa di costante da mantenere, anche se questo significa chiamarmi ''strana'' per tutto il tempo... sono le cose costanti della vita che ti tengono capace di intendere. E tu non hai lasciato che l'incidente ti cambiasse...e credo che sia una cosa positiva-
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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0.2 Aiden


 

Quattro giorni prima...

 

Ero nascosta nel bagno delle ragazze e non era come avevo programmato esattamente di trascorrere il mio ultimo anno di liceo. Ma in tutta onestà, ancora nella mia vita non avevo pianificato un sacco di cose. Entrai in uno dei bagni, misi giù la tavoletta e tirai fuori il mio pranzo che mio padre mi aveva preparato questa mattina, come se tutto fosse tornato alla normalità.

Sospirai e rimisi dentro al sacchetto il panino, gettandolo. Non preoccupandomene se qualcun altro lo avesse preso.

L'unica cosa che trovai di commestibile in quel sacchetto di carta marrone, se non il nulla, fu la mela. Lui odiava le mele. Quando eravamo più piccoli affermava sempre che dentro a qualche mela ci sarebbe potuto essere qualche insetto e si era sempre rifiutato di mangiarle. Al pensiero di lui, sentii i brividi iniziarsi a formare mentre il mio cuore iniziò a battere velocemente.

E ad ogni modo non andava bene.

Spinsi la mela nel mio zaino, improvvisamente persi l'appetito, solamente pensando a lui. Mi alzai in piedi, decidendo di uscire da lì, dato che il bagno delle ragazza iniziava ad essere soffocante. E decisi di andarmi a sedere fuori nel cortile dato che a Dicembre non ci sarebbe stato nessuno.

Questo significava che nessuno mi avrebbe osservato e giudicato per una volta.

Aprii la porta, dirigendomi verso il lavandino del bagno. Mi spruzzai un po' di acqua sul viso, e osservai il mio riflesso allo specchio. La mia coda era mezza sfatta e il mio aspetto era un disastro completo. Il mio sguardo catturò la mia immagine riflessa nello specchio; i miei occhi azzurri erano spenti e sprezzanti, le occhiaie più prominenti. Distolsi immediatamente lo sguardo.

Sapevo che avrei dovuto trattare me stessa con più dignità. Meritavo qualcosa di meglio, più di quello che stessi dando a me stessa in quel momento, perché se prima non mi fossi accettata io chi lo avrebbe fatto? Nessuno lo avrebbe fatto. Anche se non li biasimavo affatto, non avevo amici, tutte quelle voci che scorrevano su di me non erano vere; poiché nessuno aveva mai voluto sentire le mie motivazioni.

Era divertente però, vedere  le persone affermare di non avere amici. Quando in realtà non era così. Alcuni di questi potevano avere un fratello o sorella a scuola con cui sedersi a pranzo, mentre io? Non avevo più nessuno. E mi andava bene così, stare da sola ed essere senza amici. Avere amici significava farsi male, perché non sai mai dove le persone si possono spingere per farti male nella vita. Aveva rinunciato all'idea di rifarmi nuovamente degli amici, quando in questa maledetta scuola e città tutti pensavano che fossi io la pazza. Non riuscivo nemmeno ad avere l'appoggio dalla mia famiglia, dal momento in cui tutti presero la sua parte nell'incidente.

-Non ci devi mentire a noi, Aiden- Mi dissero.

Allontanai quei pensieri, prendendo un respiro profondo, questo non era ne il tempo e ne il luogo per pensare a quell'incidente.

Presi un ultimo sguardo alla mia immagine riflessa allo specchio, piegandomi lievemente per afferrare un tovagliolo di carta dal distributore. Mi asciugai il viso, sospirando diedi un ultimo sguardo alla specchio.

-Beh, credo che peggio di così non possa andare- Mormorai.

Lanciai il tovagliolo nella spazzatura e camminai fuori nel corridoio quasi vuoto.

Percorsi  il corridoi con la testa bassa, mentre il mio sguardo fissava le piastrelle del pavimento bianco. Sapevo che se avessi alzato la testa, sarei venuta in contatto con un paio di sguardi disgustati. E avrebbero fatto aumentare l'attenzione più di quanto ne avessi.

Ma non aiutava neanche il fatto il colore dei miei capelli.

-Hey strana! Ho sentito che hai fallito il tuo tentativo di suicidio quest'estate, non ti vergogni...- Un ragazzino mi gridò come continuai a farmi strada verso la mensa. Era l'unico modo per andare in cortile. A meno che, non sarei passata di fianco a gruppo di chiassosi primini situati alla fine del corridoi, senza nessun docente che gli dicesse di smetterla. Ma decisi di prendere la strada della mensa.

Ignorai la ragazza magra, sapendo che stava solamente cercando di adattarsi a gli altri.

Non era colpa sua. Era difficile rimanere a galla, soprattutto quando si veniva etichettati come strani. Era più normale essere giudicati. Quest'estate, dopo che avvenne l'incidente pensai che tutto sarebbe tornato alla normalità, ma in realtà non era stato così. Tutti mi aveva etichettato come la pazza che aveva fallito un tentativo di suicido. Se solo avessero saputo la verità, ma non sarebbe importato a nessuno, dal momento che i miei genitori non avevano  mai voluto credere alla verità.

Tirai la pesante porta, facendomi strada nella mensa rumorosa, un paio di occhi mi fissarono come mi feci strada attraverso la mensa. Mi fermai al distributore automatico, afferrando dalla tasca della mia felpa un dollaro spiegazzato e lo inserii nella macchinetta. Digitai il numero e aspettai lì. Il mio sguardo vagò per la mensa per paura che qualcuno avrebbe voluto iniziare qualcosa diverso con me, sapendo che non avrei risposto.

Quando sentii la lattina cadere nella parte inferiore della macchinetta, mi piegai e la recuperai rapidamente, dirigendomi  verso il retro della mensa. Aprii la lattina e presi un sorso.

I miei occhi sfarfallarono leggermente da terra, per vedere che fossi quasi vicino alla porta posteriore. Incomincia ad essere ansiosa, da un momento all'altro, poiché qualcuno mi avrebbe potuto bloccare.

Ero quasi arrivata, quando mi imbattei in una figura scura, la mia lattina si rovesciò.

-Che diavolo?- Ringhiò la figura, provocandomi un brivido lungo la schiena. Al momento dell'impatto, il mio sguardo si sollevò da terra per scontrarsi con un paio di gelidi occhi blu come il mare aperto.

Nel mio stomaco scoppiò una sciame di farfalle, per il ricordo in cui una volta Luke Hemmings mi aveva guardato, e nella mia testa arrivai a pensare che ci stesse provando con me.

Eravamo al quarto anno, prima che avvenisse l'incidente. Ero stata messa in coppia con lui per il progetto di arte.

Stavo cercando di trattenere le risate dietro il mio cavalletto, non si era accorto che non fosse l'unico ragazzo in classe.

-Scusa, Hemmings, forse dovresti provare a rimanere sveglio durante le mie lezioni?- Disse la professoressa ridendo -Aiden, vado un attimo in segreteria, se nel caso dovessi finire prima del mio arrivo, lascia pure la tela infondo all'aula- Mi disse portando attenzione al gruppo infondo alla classe.

Annuii, mentre la professoressa lasciò la classe. E in quel momento pensai che forse gli piacessi, si diresse verso di me. Il suo sorriso dipingeva le sua labbra, facendo risaltare il piercing al labbro inferiore.

-Aider Sanders....- Disse con voce roca -Ti ho mai detto che oggi sei molto carina?- Mi chiese, i suoi occhi percorsero le mie spalle, prendendo una ciocca dei miei capelli iniziando a giocarci con il dito.

Ingoiai il groppo in gola.

-Ehm, grazie- Pronunciai. Luke si lasciò sfuggire una risata.

-Allora, cosa stai dipingendo Aiden?- Mi chiese, mantenni i miei occhi sulla tela, sapendo che solamente uno sguardo mi avrebbe fatto iniziare a balbettare.

-E' una mia foto con il mio migliore amico, Tanner- Parlai con calma, sapendo che non avrebbe saputo chi diavolo fosse Tanner dato che questo andava nel liceo della città vicina.

-E' molto ehm... realistica- Rise e per un attimo credetti che la sua risata fosse veramente genuina -Ad ogni modo, mi chiedevo se avessi finito i compiti di matematica del signor Cooke?- Mise in discussione.

Continuai a guardare la tela.

-Oh? Uh, si li ho fatti-

Luke rise nuovamente.

-Beh, ehm, non ti dispiacerebbe aiutare un ragazzo in difficoltà?- Respirò, usando ancora quel tono rauco.

-Oh, ehm, non certo che no- Balbettai, come guardai il ragazzo al mio fianco. Mi alzai dal mio sgabello, sapendo che mi avrebbe seguito. Andai infondo all'aula dove vi era il mio zaino, tirai fuori i fogli con sopra gli esercizi -Ehm, dovrebbero essere giusti dato che gli ho svolti e ricontrollati un sacco di volte durante il pranzo- Mormorai, grattandomi il braccio. I miei occhi guizzarono dal ragazzo ai miei fogli quando li prese.

Un ghigno si formò sulle sue labbra.

-Grazie, tesoro, questi mi saranno di aiuto- Mi disse, indicando i fogli con gli esercizi. Se li infilò nella tasca posteriore dei suoi skinny, mentre camminò non curandosi della mia occhiata.

Avrei dovuto saperlo che i ragazzi come Luke non volevano mai andare oltre alle domande, mentre io rimasi nell'aula, ormai quasi vuota. Sapendo che avrei dovuto finire tutte le assegnazioni di nuovo.

Scossi la testa al ricordo, perché ero così ingenua allora. Luke Hemmings mi aveva solamente usata perché aveva bisogno dei compiti di matematica. Aveva flirtato con me solamente per farmi venire le vertigini e non facendomi realizzare le sue vere intenzioni. Luke Hemmings non avrebbe mai flirtato con me, a meno che, non dovesse procurarsi qualcosa.

Avrei dovuto sapere che mi stava mentendo quando si fingeva interessato. Ero stata una stupida e ingenua.

-Sul serio, Sanders?- Sibilò, le sue parola dure mi riportarono ai miei pensieri. Intravidi la mia cola al centro del suo petto. Le sue parole arrabbiate mi fecero indietreggiare, sapevo che non avrei lasciato questa mensa senza che lui provocasse una grande umiliazione.

-Scusa- Mormorai, la mia voce a malapena si sentì come se le mie parole fossero rimaste incastrate in gola. Sapevo fin da principio che una notevole quantità di scuse, non erano mai abbastanza per Luke Hemmings.

-Non era una maglia buon mercato, Sanders- Mormorò, facendo un cenno alla sua t-shirt rovinata, combattei la mia voglia di dirgli che la candeggina avrebbe potuto risolvere il suo problema. Ma non dissi nulla. I miei occhi sfarfallarono dalle mie scarpe alle sue, per poi finire sulle sue labbra rosa, come ad evitare il contatto visivo con la furia che avevo davanti. -Capisci?- Mi chiese, le parola uscirono lentamente, come se stesse parlando con un deficiente.

Annuii con la testa, e riportai il mio sguardo sul pavimento. Volevo che mi lasciasse andare, probabilmente era nervoso perché aveva sentito che Hannah aveva scopato con un altro ragazzo della squadra di football.

-Dio, giuro- Ringhiò, i miei occhi finirono sul pugno che stava stringendo, rendendo le nocche bianche. Indietreggia, aspettando l'impatto della sua mano. Ma non successe nulla.

-Luke, avanti, quello che ha fatto è stato un incidente non...-

-Chiudi il becco, Claire, solo perchè stai facendo la tua opera di carità non la lascerai fuori dai guai per la mia maglia-Luke sibilò, tagliando fuori la ragazza da dire qualsiasi altra cosa. Potevo ancora sentire il suo sguardo su di me, facendomi sentire ancora più a disagio.

-Faresti meglio a guardare dove metti i piedi la prossima volta, Sanders- Pronunciò, le sue parole ghiacciate uscirono fredde come lui agitò le sue dita davanti alla faccia, prima di rivolgere l'attenzione a coloro che lo stavano guardando. -Ho bisogno di una sigaretta adesso, cazzo- Borbottò per l'ultima volta, come si precipitò al largo verso la parte posteriore della caffetteria.

Guardai la figura bionda per un attimo, prima di correre via, sentii le lacrime minacciare di uscire attraverso i miei singhiozzi. Odiavo tutti, soprattutto, Luke Hemmings che non avrebbe avuto il diritto di umiliarmi.

Come mi diressi fuori, le lacrime iniziarono a solcare le mie guance. L'aria pungente di Dicembre colpì il mio viso, come se tanti spilli mi stessero pizzicando. E in quel momento, il mio sguardo cadde nuovamente su quel paio di gelidi occhi blu come il mare aperto.



 

SPACE AUTHOR

Hi, my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
Secondo capitolo, secondo protagonista.
Allora cosa ne pensate della nuova entrata Aiden Sanders? Come avrete potuto leggere, questa ragazza è un punto di domanda. Perchè non solo si fa riferimento di un evento passato in cui è stata coinvolta, ma vedete anche po' la condizione sociale di questa ragazza al liceo. Vi chiedo solo di un sottovalutare la storia sembra il solito clichè, ma vi prometti che non sarò così. Poi con il susseguirsi dei capitoli capirete.
Ma tornando ad Aiden, sembra che tra lei e Luke non scorra buon sangue.
Ad ogni modo, ringrazio le persone che hanno iniziato a mettere tra; PREFERITI, SEGUITI e RICORDATI la storia.
GRAZIE MILLE.
See ya soon & stay tuned,
Baci Lalluby

 
  
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