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Autore: Ale_Larry    31/08/2016    1 recensioni
Harry e Louis si conoscono ormai da due anni e un giorno del 2012 quando vanno in campeggio, si accorgono che provano qualcosa l'uno per l'altro, ma nessuno dei due lo dice a l'altro. Louis prova a dimenticarlo cercando sollievo in una ragazza, Eleonor, mentre Harry in varie storie che non gli permettono mai di dimenticare ciò che prova. Ma che succede se si inizia a fantasticare in un bagno?...
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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21 maggio 2014 ore 09:51 a.m Quando aprii gli occhi stavo ancora dormendo in piedi, camminando per scendere al piano di sotto sbattei contro la porta, “ahi merda” mi massaggiai la spalla. Arrivato al piano di sotto mi diressi in cucina per del caffè, avevo bisogno di svegliarmi, appena presi la caraffa sentii il campanello della porta. Mi lamentai perché chiunque fosse, era troppo presto per me. Aprii la porta e socchiusi un poco gli occhi alla vista della luce, mi ci volle un po’ per mettere a fuoco.. poi la sua voce; “c-ciao.. cioè buon giorno, credo, ho portato la colazione..” alzò un busta dello Starbucks, lui entrò senza aspettare che lo invitassi, “Louis..” “si, oh tranquillo ti ho preso.. un po’ di tutto spero ti piacciano i cornetti ero in tilt stamattina e la discussione con … lasciamo perdere” “perché sei qui?” lo seguii fino alla mia cucina, assurdo che si sentisse così a suo agio a casa mia no, era forse logico dal momento che l’aveva frequentata spesso, “per la colazione” riversò il contenuto sul tavolo poggiandovi anche i bicchieri del caffè. Si mise a sedere al tavolo e bevve un sorso puntando gli occhi sul tavolo senza incrociare i miei. Non potei fare a meno di fare un mezzo sorriso quando mi sedetti di fronte a lui prendendo il caffè e un cornetto, “perché la discussione?” chiesi curioso, “come?” sembrò cadere dalle nuvole, “la discussione hai detto che hai discusso con… Eleanor immagino!” sbuffai un risolino, “non fare così, lei è una ragazza dolce, non lo merita..” “cosa non merita Lou..” Lui si alzò di scatto e mi diede le spalle. Mi alzai e provai ad avvicinarmi e allungare una mano per toccarlo, “Lou..” “non toccarmi” schiaffò la mia mano lontano e rimasi di pietra, gli occhi già a diventare lucidi, non riuscii a levargli gli occhi di dosso, lui era rosso in viso, “sei stato tu.. ieri sera a baciarmi” l’ultima parola mi morì in gola, era ubriaco dovevo saperlo che non contava che avrebbe negato, “lo so, credi che non lo sappia.. io sono felice con lei perché non lo accetti?” “perché non è vero, lo vedo sai, non sono cieco” “si è stanchi nelle relazioni” “dimmi solo una cosa.. io, quando ci siamo baciati l’altra sera e poi me ne sono andato, tu non mi hai respinto, perché?” “tu ti sei staccato prima e poi, beh mi hai preso in contropiede io non..” si portò le mani tra i capelli “è stato stupido venire qui..” “no “lo fermai per un braccio riportandolo davanti a me, le sue labbra erano così vicine, lo lasciai.. credevo scappasse invece non si allontanò.. “vorrei poterlo fare Harry..” si sporse verso di me e le sue labbra toccarono le mie, rimasi immobile per evitare una sua qualche reazione, per evitare che si allontanasse. Le sue labbra la mattina erano stupende sapevano di dentifricio e caffè.. in un momento mi ritrovai a stringere il suo viso tra le mani e ricambiare il bacio. Mi staccai quando me ne accorsi facendo un passo indietro… “scusa io… insomma tu non sei… giusto?” “2012 quando ho conosciuto El, ti ho visto fare il bagno e.. beh qualcosa si è scatenato, per questo quella sera l’ho baciata, dovevo sapere che era.. uno sbaglio” “da due anni, perché non.. non me lo hai detto?” “e perché tu non lo hai fatto?” “io non volevo perderti, eri fidanzato e quando l’ho detto agli altri tu sembravi.. insomma non mi parlasti per un giorno che avrei dovuto fare. Avevo il terrore di perderti, per questo ho accettato tutte le stronzate della ‘vedova nera’ che ha cercato di..” “di chi?” Merda.. “è uno stupido nomignolo che Xander gli ha dato” “il ragazzo del pub quello..Xavier?” “Xander” precisai, “o scusa a quanto pare sei molto..” Fu interrotto da uno bussare alla porta, ma cos’era una casa di appuntamenti? “chi è?” mi chiese lui, “non lo so, non sono un veggente” mi avviai per aprire… non poteva essere, “buongiorno tesoro ho portato la..” Si bloccò quando entrando vide Louis nel salotto dietro di me, “e tu che ci fai qui, non hai una specie di fidanzata..” “è la mia ragazza non ‘fidanzata’ e non sono affari tuoi..tu perché sei qui?” Xander sorrise, “a quanto pare per lo stesso tuo motivo, solo che io lo ammetto” Guardai Lou e infine Xander, mi passai una mano tra i capelli e poi sul viso, “chi vuoi che rimanga?” la domanda mi scosse soprattutto fatta da Louis, “cosa.. no io non ..” sbuffai, “fuori entrambi da casa mia” “cosa?” Louis sembrava stupito, Xander non molto, “non puoi cacciarmi io sono il tuo.. migliore amico a lui neanche lo conosci” disse puntando il dito verso il ragazzo accanto a me, mi girai anch’io, stavo per parlare ma lui lo fece prima, “sappi solo che lui è uno stronzo e non la lascerà mai per te.. io sono qui se vuoi” Mi lasciò la colazione in mano e se ne andò. Non passò molto dal discutere di nuovo con Louis sul perché quel ‘ragazzone da bar’ fosse venuto da me. Sorrisi inevitabilmente per la gelosia che mostrò senza accorgersene dal momento che quando glielo feci notare mi disse che ero pazzo. Se ne andò poco dopo dicendo che El lo avrebbe ucciso, così lo feci, d’istinto gli chiesi di lasciarla.. per me, “lasciala Lou, ti darò ancora tutto il tempo, tu lasciala ed io non vedrò Xander?” Mi guardò come se fossi pazzo, Xander aveva ragione, non l’avrebbe mai lasciata per me, per un noi… uscì e lo lasciai andare. * Ore 20:27 p.m Stavo parlando al tavolo con Ed, eravamo arrivati al pub per fare un aperitivo, gli altri ‘Lou e Niall’ sarebbero arrivati più tardi. Gli avevo detto che non avevo visto Lou e nè sentito, era ovvio che mi considerasse uno stupido se gli dicessi che gli avevo permesso di baciarmi di nuovo. Ed mi voleva bene, era come un fratello, non mi dava fastidio che cercasse di mettermi in guardia da Lou perché lo faceva a fin di bene, ma se avesse saputo quanto lo amavo e quanto ero disposto a dare per stare con lui, mi avrebbe ucciso. “sei un mio amico Harry e ti meriti il meglio. E se lui non capisce quello che vuole..” “sisi lo so, devo lasciar perdere” per ora. Quando dopo mezz’ ora vidi arrivare Niall cercai subito Louis dietro di lui, ma non c’era. Lui non c’era non era venuto. Iniziai la mia autodistruzione. Mi accorsi dove ero solo quando mi ritrovai il viso di Lou davanti gli occhi, “Harry che ci fai qui?” Forse feci un passo o due e mi ritrovai abbracciato a lui, ero ubriaco non ricordavo nemmeno di essere uscito dal pub ed aver preso l’auto, sapevo solo che era notte fonda, “non mandarmi via, fammi dormire con te ti prego” “sei ubriaco chi ti ha dato le chiavi dell’auto” “no-non mandarmi via ti prego Lou, non lo dirò a nessuno solo.. sono stanco” Mi sentii trasportare e accomodarmi su qualcosa di morbido, “resta qui ok, vado a prenderti una coperta”, gli strinsi le mani, “resta con me non lo dirò se non vuoi” “Hazza vado solo a prendere le coperte..” mi sdraiò, non ricordo altro. -*- Ore 08:34 a.m Mi svegliò un rumore di alluminiò che cadde a terra e mi lamentai, mi mossi per girarmi ma caddi a terra, “ahi” aprii gli occhi per guardarmi intorno, conoscevo quel salotto, merda, ero da Louis come.. “ti sei svegliato” mi guardò dalla porta della cucina, iniziò ad avvicinarsi “caffè, bevi ti farà bene”, lo presi ancora disteso a terra, mi misi seduto molto lentamente, girava ancora tutto. “m-mi dispiace io ero..ubriaco” “ha chiamato Ed gli ho detto che eri da me..” “oh” iniziai a bere il caffè, era forte, “perché ieri sera non sei venuto” “ero stanco” Lo guardai, abbassò lo sguardo, vidi solo la mia mano posarsi sul suo viso, non ebbi nemmeno il tempo di fermarmi, alzò gli occhi di scatto ma non si staccò. Mi ritrassi lentamente, “lo sai che avresti potuto fare un incidente” la sua voce si ruppe e guardai i suoi occhi diventare lucidi, “Lou sto bene” “no, eri ubriaco e guidavi, non voglio ti accada nulla” “perché, t’importa?” “si m’ importa dannazione, dimmi che non guiderai più così Harry, promettilo” “lo prometto Lou” alzai gli occhi su di lui e me lo ritrovai addosso ad abbracciarmi e piangere sulla mia spalla. Lo abbracciai più forte che potei, “mi dispiace” sussurrai sul suo collo, “non volevo farti preoccupare” lui si scostò asciugandosi gli occhi con il dorso della mano, “va bene, io..” “cosa?” “non so che fare Harry è complicato” “ho aspettato due anni Lou, prenditi il tempo che..” mi tappai la bocca con la mano, “non vomitarmi sul pavimento”, mi aiutò ad alzarmi e mi portò di corsa al bagno. We’re not friends, we could be anything If we tried to keep those secrets safe No one will find out if it all went wrong They’ll never know what we’ve been through Ore 11:56 a.m Stare ancora nella cucina con Lou a cucinare per pranzo era strano, era successo altere volte ma stavolta era diverso, perché lui sapeva. E quello che avevo immaginato sul fatto che lui potesse provare lo stesso era successo. “devi vedere Eleanor oggi?” non volevo indispettirlo ma volevo saperlo, “si io.. avevamo già organizzato per oggi” “dormirà da te?” “si” Le mani iniziarono a tremare e gli occhi a bruciare, “Harry.. io” “va bene, devo solo cercare di non pensare che passerai con lei le notti” Abbassai lo sguardo sul piano della cucina e mi sentii avvolgere le sue braccia attorno ai fianchi e il viso tra le spalle, strofinò il suo viso e io sorrisi appena, “vorrei avere il coraggio per..” “lo so. Andiamo piano, non c’è fretta” Mi staccai da lui con tutta la forza e mi avviai al tavolo per il pranzo. L’aveva chiamato, la ‘vedova nera’ per dirgli di uscire a pranzo, e lui aveva mentito, sarebbe stata la prima bugia, la prima delle tante che le avrebbe detto. Non sapevo in cosa mi stavo cacciano, sapevo solo che volevo stare con lui. Ore 22:01 p.m Ero davanti al pc da circa un’ora con la musica a palla nelle orecchie. Stavo facendo di tutto per non pensare alla serata che Lou avrebbe passato con lei. Ci eravamo salutati con preoccupazione-, io per la sua serata e lui per come sarebbe andata avanti tutta questa storia, nasconderci agli sguardi degli amici, della sua ragazza. Sarebbero iniziate le bugie, le chiamate e messaggi di nascosto. Tutto ciò prima o poi mi avrebbe distrutto e non potevo immaginare nemmeno quanto. Ma lo accettavo, per lui, per vederlo ridere, ridere davvero quando stavamo assieme, per vedere i suoi occhi azzurri illuminarsi del sole che portava dentro e che di rado faceva trasparire. Era tutta una restrizione quella storia, tutta una copertura per dei sentimenti che non potevano essere rivelati, non ora, era troppo presto per lui. La luce del cellulare lampeggio; messaggio da Ed: ‘perché non sei al pub? Stai bene?’ Messaggio per Ed ‘si sto’ bene. Sono a casa ho solo mal di testa per ieri. Ci sentiamo domani’ La musica non stava aiutando a scacciare dalla mente l’immagine di loro due insieme, magari che ridevano, magari che si toccavano; mi lamentai e lo stomaco bruciò. Avevo bisogno di sentire una voce calda, familiare, sapevo che era tardi ma decisi di chiamare comunque mia madre, avevo bisogno di lei adesso; -Pronto? -Ciao mamma… Stavo camminando nel buio e gli unici occhi che riuscivo a riconoscere erano quelli di Louis, gli unici che in quel momento non potevo avere. -*- 24 maggio 2014, martedì Erano le sei del mattino in punto, controllai la sveglia. Non avevo dormito granché. Non lo avevo sentito per niente il giorno prima, né una telefonata o un messaggio, niente. Era come se fosse sparito nel nulla e non potei che pensare al peggio. Più guardavo il soffitto più mi sembrava di impazzire. Presi il cellulare e feci il suo numero. Non mi interessava se stava dormendo, se era con lei, dovevo sentirlo. Sentii rispondere o almeno aprire la chiamata: -Lou…- solo silenzio - Lou ti prego parlami- C’era un silenzio glaciale solo un respiro pesante, avrei voluto mi parlasse, -senti volevo, volevo solo parlare con te. Non mi importa quello ch-che è successo con lei l’altra sera solo non tenermi a distanza non ancora ti prego… io- Attaccò. –io ti amo- sussurrai al telefono. Chiusi gli occhi e chiusi la chiamata. Non lo sentii per il resto della giornata. -*- 25 maggio 2014, mercoledì Ore 13:09 p.m Provai a chiamarlo per la centesima volta..provai, solo questo mi restava. Ma non rispose. Di nuovo. Lo stomaco mi fece male un po’ di più. La sera precedente non avevo mangiato benché ci fossero i miei a casa. Avevo parlato con lei, mia madre, lo sapeva da anni ma non credeva fossi arrivato a quel punto. Ci ero arrivato e come. Non c’era ritorno. Provai di nuovo dopo aver attaccato. Niente. Perché non voleva parlarmi? Che avevo fatto? -*- 26 maggio 2014, giovedì Ore 05:46 a.m Decisamente era presto per fare qualsiasi cosa logica, sicuramente era presto per chi si alzava, per me era tardi. Ero stato tutta la notte fuori dopo che mia madre se ne era andata dopo cena. Si, stavo rientrando adesso ma no, non ero davanti casa mia come uno zombie. Non sapevo nemmeno da quanto stavo fissando la porta, avevo un senso di nausea assurdo, volevo vomitare. Mi girai per tornare in auto, ma non ci arrivai nemmeno. Mi girava tutto e in quel momento riversai il contenuto del mio stomaco sul prato di Louis. Mi piegai sulle ginocchia fino a cadere a terra. Iniziai a tossire. Mi ritrovai a toccare la terra e strinsi l’erba nel mio pugno, e quando diedi un’altra boccata lo sferrai a terra imprecando. Se non volevo svegliarlo l’avrei fatto, che bella figura che ci avrei fatto, due volte da lui due volte ubriaco, complimenti Styles; “Harry..” ‘oh no’ sussurrai a bassa voce, “cazzo Harry..” sentii lui avvicinarsi e prendermi per le braccia e aiutarmi ad alzarmi. Non potei che aggrapparmi a lui ma rimasi piegato, “gira tutto” dissi “perché non mi rispondi?” chiesi girandomi verso di lui, i suoi occhi erano sbarrati e rossi. Ovviamente era perché si era svegliato con un ubriaco nel giardino, “avanti entra” “no voglio sapere… perché” Doveva vederlo. Il dolore, la tristezza nei miei occhi, volevo spiegazioni, perchè? “entra” mi lasciai convincere a portarmi dentro e a mettermi seduto sul divano. Mi presi la testa tra le mani e mi piegai in avanti. Dai miei occhi iniziarono a ascendere le lacrime ancor prima che lui parlasse. “come ti è venuto in mente eh” “sei arrabbiato?” “se sono, se sono arrabbiato, certo che lo sono. Mi avevi promesso che non avresti più guidato ubriaco” “di notte..” “cosa?” “ti ho promesso che non avrei mai più guidato ubriaco di notte, fuori è giorno stavo rientrando ora se.. se te lo chiedessi..” tirai su col naso. Poi alzai lo sguardo verso di lui, dovevo avere un aspetto orribile per essere guardato con pietà da Louis, odiavo quello sguardo da lui. “Harry..” “no, dimmi.. dimmi perché non mi hai cercato?.. che è successo l’altra sera con Eleanor? Louis ti prego…” la gola bruciava, stavo cercando di trattenere le lacrime e mi sentivo.. mi sentivo morire, sapevo ciò che avrebbe detto, ma volevo sentirlo da lui, “ci sono andato a letto” Quando lo disse mi sfuggì un singhiozzo fin troppo rumoroso e mi tappai la bocca facendo uscire altre lacrime. “..Harry” allungò una mano verso di me. Io mi alzai di scatto e lo allontana con uno schiaffo “non toccarmi” stavo tremando per il cielo, “che avrei dovuto fare, è la mia ragazza” sentii la sua voce affievolirsi un poco, avrei voluto tanto odiarlo, forse era l’alcool che mi faceva essere così debole perché scoppia a piangere. Mi sentii solo stringere dalle sue braccia, lo lasciai fare. “vieni ti porto ha fare una doccia calda mentre io ti preparo del thè caldo” continuando a sostenermi, dopo avermi distrutto, mi portò nel suo bagno e iniziò a spogliarmi come si fa con i bambini. Sentii aprire l’acqua della doccia. Continuavo a mantenere lo sguardo basso. Volevo seppellirmi, sprofondare nel pavimento. “io ti amo” sussurrai. Non seppi nemmeno se mi avesse sentito. Ero a pezzi, e così mi lascio nel suo bagno. * È difficile respirare quando ti manca l’aria o semplicemente quando il tuo cervello crede che ti manchi. Ed è difficile rimanere in piedi, sani, quando tutto ti crolla addosso, quando l’unica cosa che vorresti è stringerti in posizione fetale per affievolire un po’ il dolore ma non si può. Ma è altrettanto difficile cadere a pezzi quando la persona ti ha ridotto così è anche l’unica che potrebbe aggiustarti. Ma è così semplice. Basterebbe un soffio, un tocco sbagliato e potresti sbriciolarti solo per fargli pagare ciò che ha fatto. Ma.. non potrei mai ferirlo in questo modo, non quando lui l’ha fatto con me. Ero maceria in movimento, e lui mi guardava come si guarda un disastro, con compassione, paura. * Ore 16:38 p.m Mi ero appena svegliato da quella mattina e mi sentivo sballottato. Quando provai ad alzarmi per raggiungere Louis in cucina quasi caddi a terra se lui non mi avesse afferrato e fatto mettere seduto. Ora stavo bevendo del caffè.. “vuoi che ti riaccompagni io?” “no ho.. l’auto qua fuori. Riesco a guidare fino a casa” “devo ripeterti che non voglio che guidi da ubriaco..?” “che t’importa” “santo cielo smettila” si alzò dalla sedia davanti a me e si spostò su quella più vicina poggiando le sue mani sulle mie “mi importa e lo sai” alzai lo sguardo, “no sennò non te la saresti scopata dopo quello..” non finii la frase. Era possibile che mi stessi immaginando tutto io? Lui mi guardò frustato e corrugò le sopracciglia staccando il contatto delle mani, “che avrei dovuto fare secondo te eh sentiamo” “non andarci per prima cosa” “è la mia..” “lo so, la tua ragazza ma potevi dirle una qualsiasi stronzata o no.. quelle le riservi solo a me” Non feci in tempo a respingerlo che mi baciò. Giuro volevo respingerlo davvero, ma sentire di nuovo il sapore delle sue labbra.. risposi al bacio. Mi lamentai staccandomi da lui e riavvicinai subito il contatto delle labbra alle sue, la sua lingua si fece spazio e accettai. Mi aggrappai a lui con entrambe le mani sulle sue spalle e mi spinsi verso di lui. Mi passò la mano nei capelli, poi si staccò. “..no” protestai, “non meriti questo. Non me…” “no non dirlo, non mi importa di niente. Io voglio te” avvicinai la mia fronte alla sua “ te e solo te” Lo disse sussurrando, “Zay lo sa, di me e te” alzò gli occhi e li fece scontrare nei miei, “avevo bisogno di parlare con qualcuno” si staccò, “o-ok va bene non mi importa, sicuramente l’avrà detto a Liam” “già” sorrise “devi dirmi che devo fare” “non posso, potrei dirti che devi lasciare lei e stare con me, perché si insomma, è quello che vorrei, ma so che non lo faresti, quindi ti chiedo solo di non allontanarmi. Io starò bene, te l’ho detto, sono un ragazzo innamorato del suo migliore amico, ci sarò sempre quando lui chiamerà” mi sforzai a sorridere, “innamorato..” scosse la testa mentre lo disse “credevo fosse stato l’alcool ha farti parlare così in bagno” “credevo non mi avessi sentito” “avrei voluto non farlo” il cuore perse un battito, “credo proprio di dover andare ora” “aspetta, verrai stasera al pub?” mi guardò speranzoso, so che mi avrebbe fatto bene stare lontano da lui ma che avrei potuto fare? Forse se avesse sentito la mia mancanza.. scossi la testa e lui non rispose. Uscii di casa piangendo.
   
 
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