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Autore: Ilhem_Rowling    31/08/2016    1 recensioni
“Aveva una maniera di parlare che gli serviva più per nascondere che non per dichiarare.”
L'uomo è in grado di riconoscere i propri errori, o semplicemente li camuffa per renderli eticamente corretti. La pazzia, la corruzione, la perdita del proprio percorso morale. La guerra riesce a compromettere anche l'animo più buono, ma può persino portare a galla un'anima nera soffocata per tanto tempo.
Un amico può diventare un traditore.
Un animo libero può diventare un prigioniero.
Un lupo può essere abbandonato dal suo branco.
Un eroe può cadere.
Un amante può soffrire.
Un fiore può appassire.
Confessioni del 31 Ottobre 1981.
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Lily.


« Andiamo, Lily! Corri! » una risatina leggera riecheggiò tra le fronde degli alberi. Era davvero una giornata meravigliosa.
La bambina dai capelli rossi ansimava. Sua sorella era di certo molto più veloce di lei, nella corsa. Lily non riusciva a starle dietro.
« Eddai, Petunia, aspettami! »
D’improvviso la bambina dai capelli biondi si fermò, irrigidendo le spalle. Il cielo divenne plumbeo, e i tuoni rombavano nel cielo come motori di motocicletta. Il vento si alzava, e la piccola Lily cominciava a piangere.
Il volto di Petunia apparve in cielo, nessuna traccia di umanità nella sua espressione fredda e nei suoi occhi rossi.
« SEI UN MOSTRO! »
Lily spalancò gli occhi. Lo stesso sogno la stava tormentando da settimane a quella parte.
Non aveva più sentito Petunia da quando… be’, l’ultimo contatto che avevano avuto era stato quando si era vista ritornare indietro la lettera che l’avvertiva della nascita di Harry, con un grave inchiostro rosso impresso sulla busta da uno di quei timbri degli uffici postali, che diceva “RISPEDIRE AL MITTENTE”.
Sapeva che sarebbe andata così, ma in un piccolo angolo del suo cuore ci aveva comunque sperato. In quell’ultimo mese aveva deciso di “sistemare” tutto ciò che le era possibile, in caso il peggio fosse accaduto. Ovviamente, l’aveva solo deciso, perché ogni volta che provava a scrivere lettere alla sua famiglia, o ai suoi amici, anche solo per un addio che – lei sperava – fosse solo provvisorio, il suo sistema nervoso crollava, e cominciava a piangere.
Ma non davanti a James.
Lui cercava sempre di sdrammatizzare, di rimanere calmo.
Lo faceva per Harry, e lo faceva per lei, ma Lily era convinta che, principalmente, lo faceva per sé stesso, per non impazzire.
Lily sapeva che per lui nulla era più importante di lei e di Harry.
Ma Lily sapeva anche che il suo James, quello che aveva disdegnato per ben sei anni ad Hogwarts, quello di cui si era innamorata, quello per cui aveva aperto gli occhi, quello che aveva sposato, proprio quel James Potter, con i capelli neri come la pece, l’ossessione per il Quidditch e la battuta sempre pronta, se ne stava andando.
Stava svanendo.
James Potter stava morendo.
Quella sera ne aveva avuto la conferma. James non c’era più.
« LILY! »
L’urlo di James le congelò il sangue nelle vene, era quanto di più terrorizzato avesse mai sentito uscirgli dalla gola. Nemmeno la sua voce gli apparteneva più, ormai.
« James! Che c’è? Cosa succede? »
« Lily, prendi Harry e scappa! È lui! Scappa! Corri! Io cerco di trattenerlo! »
« James, ma che stai dicendo? »
No, non poteva essere. In alcun modo, non era possibile. « È LUI, SCAPPA! »
Non portarti via James, ti prego.
Di sotto si sentiva un trambusto infernale, e la risata di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato violava ciò che un tempo era stata la loro casa, dove Lily e James avevano passato più di un anno insieme ad Harry, dove Harry aveva mosso i primi passi, dove Harry aveva rovesciato a terra un vaso orribile mentre svolazzava sulla sua scopa giocattolo in giro per casa, dove Harry li aveva chiamati per la prima volta mamma e papà… dove Harry aveva perso James.
Lily si era affacciata sulle scale, solo per assistere all’istante in cui la vita del suo amato James veniva spezzata, e i suoi occhi color nocciola si abbagliavano per un solo attimo di una fredda luce verde.
Probabilmente avrebbe dovuto proteggere Harry, e scappare, come le aveva detto James.
Ma non ebbe la forza. James Potter era morto.
Niente l’avrebbe riportato da lei, e da Harry.
No! Lei non l’avrebbe lasciato. Il suo egoismo la pregò di raggiungere il suo amato.
Lei non avrebbe continuato a vivere senza James. Non avrebbe potuto.
Lei amava James. Ed era ingiusto che avessero avuto a disposizione così pochi anni.
No! Non poteva fare questo ad Harry! Cosa gli sarebbe accaduto, se anche lei l’avesse lasciato?
L’avrebbe protetto. Con la sua stessa vita. Era stato quello il loro compito, suo e di James, proteggere Harry con la loro vita.
“Lui non vincerà”.












NdA: Chiedo umilmente perdono per il mio ingiustificabile ritardo, considerato anche il frutto scadente del tempo che ho avuto a disposizione, ma devo ammettere di aver trovato un po' difficile immaginare, interpretare, e trascrivere i pensieri e le emozioni di Lily, al momento della sua dipartita. Ero certa solo di una cosa: che il suo unico pensiero fosse rivolto al suo James, e al piccolo Harry.
E ho pensato al suo unico momento di debolezza venuto fuori dopo aver (probabilmente) visto il suo amato morire, e al conseguente e giustificabile egoismo nel voler andare da lui.
Inoltre vorrei specificare che tutto ciò costituisce un "midquel" (termine del tutto inappropriato all'argomento, ma non saprei come altro definirlo) della one shot - o drabble, non lo so più nemmeno io - su James.
Inoltre credo che Lily, durante il suo periodo di reclusione a Godric's Hollow abbia speso più di una volta un pensiero alla sorella Petunia, e ho voluto delineare una specie di connessione tra le due, riguardo quella notte, avvenuta in sogno.
A presto.
   
 
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