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Autore: zaynseyes_    06/09/2016    0 recensioni
Quando lo sfacciato e testardo Louis Tomlinson, stella del calcio del liceo, incontra il suo nuovo allenatore rompiscatole Harry Styles, scoppia un'animata rivalità fra i due, ed è evidente che l'imminente stagione sarà sicuramente una delle più movimentate.
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[questa storia non è mia, ma solo una traduzione. Tutti i crediti vanno a @larrys_fedora]
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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NON HO NESSUNA GIUSTIFICAZIONE, MERITO UNA PUNIZIONE ESEMPLARE.

Avete dannatamente ragione, lo so. Ma ho appena finito la traduzione di un altro libro e questo me lo ero quasi dimenticato. Quasi. Adoro questa storia, potrei rileggere l'originale mille volte e non stancarmene, ma tradurre un capitolo è davvero un parto perchè, oltre ad accurate descrizioni che riguardano il calcio (di cui non capisco una ceppa), i capitoli sono molto lunghi e per fare una traduzione decente impiego molti giorni, e se sono occupata anche mesi.

MA ADESSO NON VI TRATTENGO OLTRE, VI LASCIO AL CAPITOLO MENTRE IO VADO A NASCONDERMI IN UN ANGOLINO A DISPERARMI, RIDO PER NON PIANGERE.

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Era già giovedì e Louis non riusciva a togliersi di dosso la sensazione che quella settimana fosse letteralmente volata. Domani c'era una delle più importanti partite della stagione e lui era appena ritornato a giocare, reduce da un infortuno. Non proprio un buon modo per iniziare. Oggi era l'ultimo allenamento prima del grande giorno quindi non aveva molto tempo per far ritornare il suo tocco magico. Sempre se ancora ce n'era rimasto.

Il suo ginocchio era instabile al momento, se doveva essere sincero. A volte mentre solo camminava, gli si contorceva in una strana angolazione e quasi cadeva per terra come un sacco di patate. Ma a parte quello, stava bene. Mercoledì dopo la lezione aveva provato a correre, solo per controllare, e fino ad ora il dolore si era attenuato e le due settimane di stampelle si erano dimostrati un gran successo. E forse anche la costante insistenza di Liam di mettere molto ghiaccio avevano aiutato un pò, anche se era stato maledettamente irritante.

Louis sopravvisse, fortunatamente, a quella giornata scolastica senza compiti da fare. Un altro extra. Non era ancora stato picchiato o sballottato in giro quella settimana. E ciò era una cosa positiva, pensò. Forse era immune ad essere pestato al sangue, dato che era stato recentemente reso zoppo (tocchiamo ferro). Ryan occasionalmente gli dava delle 'involontarie' spallate nel corridoio ma quello era di certo migliore di quello che gli aveva fatto in passato. Quindi, ehi, non si poteva lamentare.

Dopo scuola, lui e Isaiah si diressero insieme allo spogliatoio dato che Liam doveva fare un compito e avrebbe fatto tardi agli allenamenti. Louis si cambiò, come sempre, dando le spalle ai suoi compagni, così da non disturbare gli eterosessuali all'interno della stanza. Si coprì con la felpa del Manchester United, un cappello e dei guanti, portandosi poi l'estremità dei pantaloni dentro le calzette. Quando entrò in campo, il vento e la neve gli punsero senza sosta le guance, e Louis maledì la natura. Quest'anno Gennaio aveva finalmente deciso di essere una spina nel fianco e, letteralmente, una fredda stronza. Cosa che rendeva più gradevole giocare all'aperto! Sì, certo.

I suoi occhi si posarono immediatamente sull'uomo con le muscolose spalle seduto in panchina, un'abitudine che spesso si ritrovava a ripetere inconsciamente. Lo definiva come il suo 'paraocchi puntato su Harry'. Non aveva nemmeno idea del perchè esisteva, e non voleva nemmeno saperlo. Era strano e sbagliato. Ma adesso si era reso conto che inconsapevolmente si stava dirigendo verso la panchina e si stava sedendo su di essa, poco distante dalla figura di Harry. Cosa diavolo stava pensando? Poteva essere più imbarazzante di così?

Cercò di perdere del tempo chinandosi per allacciarsi le scarpe, afferrando i lacci così forte che le sue nocche sbiancarono. Dei piccoli brividi di nervosismo gli percorsero il corpo per la vicinanza tra lui e Harry e pensò quanto fosse fortunato che il freddo camuffasse tutto. Nessuno dei due disse niente mentre lui si allacciava le scarpe, l'unico rumore tra di loro era lo sporadico tirare su con il naso di Harry e il rumore della sua giacca invernale che si spostava mentre si metteva un paio di guanti. Louis aveva quasi finito di allacciarsi le scarpe, ma prima doveva lanciargli un'occhiata. Vide Harry seduto silenziosamente mentre guardava il gruppo di giocatori che si erano radunati in campo, rabbrividendo anche sotto la sua morbida giacca, il cappello e i guanti. I suoi ricci uscivano dal cappellino e gli accarezzavano le rosee guance; le labbra rosse come le ciliegie erano inumidite dalla saliva; gli occhi verdi che risaltavano contro l'azzurro del cielo. E quello era troppo per Louis perchè, davvero, cosa avrebbe potuto fare, adesso che aveva trovato un altro centinaia di cose di Harry che non avrebbe potuto togliersi dalla testa ? Adesso che aveva realizzato che non avrebbe mai potuto iniziare a provare qualcosa per il suo allenatore ? Ancora non riusciva a capire come una persona potesse passare dall'essere rigido e inflessibile a calmo e dolce; come degli occhi verdi e una graziosa bocca potessero passare dall'essere perfettamente intimidatorie ad assolutamente meravigliose, bellezza nella sua forma pura. Non riusciva a pensare cosa sarebbe potuto succedere se avesse scoperto cosa si provava ad avere le sue labbra pressate contro le sue, scoprire quanto morbida fosse la sua pelle sotto le sue dita. Non riusciva a fermarsi, e questo sicuramente lo avrebbe portato all'auto-distruzione.

Harry non lo guardò, il che era positivo perchè dava a Louis il tempo necessario per allontanarsi da lui e dirigersi in campo, correndo praticamente verso la sanità mentale di Liam senza guardarsi indietro. Liam dapprima gli lanciò un'occhiata strana e poi gli raccontò di come Isaiah intelligentemente aveva incollato verticalmente un USB alla sedia del professore Montgomery in modo che 'avrebbe stuzzicato un pò il suo buco del culo'. Louis scosse la testa e sorrise, i suoi problemi seduti sulla panchina vicina erano momentaneamente dimenticati. Questo fino a quando il problema decise di alzarsi e camminare lungo il campo facendo un cenno della mano, segnalando al gruppo di radunarsi in cerchio accanto a lui. Louis seguì i suoi compagni, facendo attenzione a non guardarlo negli occhi o non guardarlo per niente, per quello che valeva. Non appena si schiarì la gola e incominciò a parlare, la sua lenta e rauca voce non aiutò per niente.

"Oggi faremo più che altro cose tecniche come, uhm, passaggi e lanci." Spiegò "Dopo aver fatto i vostri tre giri di campo posizionatevi poi nelle linee di passaggio. Quindi uhm, sì. Andate"

Louis corse i suoi tre giri di campo, così come il resto della squadra, e scoprì di non essere interamente guarito in termini di atletica. Una settimana o due di battere la fiacca lo avevano decisamente messo all'ultimo posto nella squadra, cosa che infastidiva Louis e non poco. Sapeva comunque che sarebbe finita in quel modo quindi doveva solo aspettare.

Dopo i loro giri si posizionarono sulle linee di passaggio e Louis, dopo un minuto, riuscì senza difficoltà a eseguire quei semplici esercizi. Era piacevole riavere tra i piedi la palla e notò che la sua abilità nel controllarla non erano mutate in seguito all'infortunio. Sebbene il suo lato atletico fosse leggermente peggiorato rispetto a quello degli altri giocatori, poteva ancora fargli i culi in una partita.

Harry dice loro di fare passaggi e Louis si sentiva piuttosto bene, nonostante il fastidioso dolore al ginocchio. Qualcosa comunque stava facendo vacillare la sua fiducia in se stesso. Non guardava nella sua direzione ma poteva sentire gli occhi di Harry osservare ogni suo piccolo movimento, come se stesse aspettando che commettesse un errore. Continuò a sentirlo per un altro paio di minuti fino a quando prese il coraggio necessario per guardarlo, catturando i suoi occhi per un breve momento. E quando individuò le sopracciglia aggrottate e le labbra corrucciate in un'espressione preoccupata dirette dritte verso Louis, realizzò che era sbagliato. Velocemente distolse la sguardo dal suo e lo riportò nuovamente all'esercitazione, cercando di rallentare i battiti del cuore. Harry era preoccupato per lui? Da quando?

Successivamente fecero soprattutto dei possessi palla e tiri alla porta, come Harry voleva. Adesso che lo aveva notato, Louis non poteva ignorare i costanti sguardi di preoccupazione che Harry lanciava nella sua direzione, come se in qualsiasi instante avrebbe potuto spezzarsi a metà. Qualcosa riguardo quello fece contorcere il suo stomaco in delle emozioni a cui non sapeva dare un nome. Ma adesso, più che mai, Harry era esattamente l'ultima cosa di cui doveva preoccuparsi. Doveva far ritornare la testa al gioco, in modo che domani la partita fosse la sua unica priorità. Se avesse fatto schifo a causa di alcune distrazioni da femminuccia, non avrebbe smesso di rivivere la sua delusione. Il calcio era più importante dei ragazzi.

L'allenamento di oggi sembrava fosse stato piuttosto breve perchè, prima che Louis se ne rendesse conto, Harry li stava chiamando e subito si formò un compatto semicerchio di ragazzi senza fiato coperti in strati sopra strati di vestiti e molti più strati di neve. Louis, in fondo alla fila, rabbrividì e incrociò le braccia al petto, desiderando solo che tutto quello finisse e che se ne andasse da quel posto. Harry oggi aveva preferito fare un discorso breve, e ciò significava che probabilmente aveva pensato la sua stessa cosa.

"Stasera avete bisogno di riposare in modo da essere pronti per la partita di domani," disse il Coah, tirando su con il naso e facendo passare un dito coperto dal guanto lungo il labbro. Louis fissò il movimento, il freddo momentaneamente dimenticato "Non fate niente di stupido, d'accordo?"

Louis osservò come a malapena un'inesistente sorriso curvò l'angolo della bocca di Harry. Ci fu un coro di sbuffi e commenti mormorati, ma Louis si ritrovò invece a sorridere, come lui, e velocemente chinò il capo per nasconderlo, prendendo a fissare le sue scarpe ricoperte di neve.

"A domani, potete andare" concluse finalmente Harry, e quello era tutto ciò che Louis aveva bisogno di sentire per tirare dritto verso la panchina.

Non lo negherà, stava letteralmente correndo per allontanarsi dal campo e da Harry, perchè non si fidava di se stesso quando restava per troppo tempo solo con lui e con la sua surreale bellezza. Stava raccogliendo la bottiglietta d'acqua e il cappello di lana dalla panchina il più velocemente che poteva cercando di non sembrare sospettoso, mettendosi il cappello sui suoi capelli arruffati e mezzi congelati. Dopo essersi abbassato per afferrare la bottiglietta d'acqua, si raddrizzò nuovamente e girò sui tacchi per fuggire dal campo quando improvvisamente si ritrovò a camminare proprio nella direzione di qualcun'altro. Era troppo tardi per cambiare direzione, così si scontrò senza tante cerimonie contro il solido petto di Harry prima di cadere all'indietro per l'impatto, perdendo velocemente l'equilibrio. Per istinto allungò le mani verso la cosa più vicina a cui aggrapparsi per evitare di cadere, le sue dita così afferrarono una porzione di tessuto. Prima che potesse rendersi conto della situazione, due grandi mani stavano afferrando le sue spalle e lo stavano raddrizzando, tenendolo saldamente. Poteva sentire un caldo respiro, che non apparteneva a lui, sfiorargli il viso, e sentiva come se la sua mente e il suo corpo avevano completamente smesso di funzionare. Per un breve secondo tutta la parte anteriore del suo corpo fu praticamente pressato contro quello di Harry prima che quest'ultimo si raddrizzasse e indietreggiasse di un piccolo passo, le sue mani ancora non rilasciavano la presa sulle braccia di Louis. Il più piccolo alzò lo sguardo, il corpo rigido e gli occhi spalancati, imbarazzato e agitato come mai prima d'ora.

"Io...Io-"

"Stai bene?"

Louis non poteva altro che fissare, incapace di distogliere lo sguardo dalle sopracciglia corrucciate di Harry o dai suoi luminosi occhi o dalle sue labbra rosse. E quella voce era proprio lì, solo a pochi centimetri dalla sua bocca. Ci fu una breve stretta alle sue braccia e lui sbattè le palpebre, ritornando finalmente in sè. Realizzò solo adesso che la giacca di Harry era ancora intrappolata tra i suoi pugni e subito lasciò la presa.

"S-sì. Scusa, non ero--"

"Va tutto bene" lo interruppe lui, lasciando con cautela la presa su Louis ma non provando però a farsi da parte.

A Louis quasi mancò il contatto, desiderando che le sue mani ritornassero su di lui. Il suo buon senso si era messo da parte, sopraffatto dall'odore di frutta, detersivo per il bucato e dall'intossicante profumo naturale che proveniva da Harry, perso dal modo in cui lui gli fosse così vicino, tanto da sentire il calore irradiare dal suo corpo. Louis guardò Harry cercare il suo viso, con gli occhi leggermente socchiusi e quasi penetranti. Si meravigliò del modo in cui i fiocchi di neve si poggiavano leggeri sulle sue spesse ciglia.

"Stai attento Louis, d'accordo?" disse, e guardò in basso verso di lui in un modo che sembrava proprio uno sguardo di discreta preoccupazione.

La gola di Louis si strinse, ma parlò lo stesso "Sì," rispose "sì. Uhm, adesso devo...ci vediamo domani allora?"

"Certo," replicò lui, i suoi occhi che ancora osservavano il suo viso, decifrando la sua espressione "Ci vediamo"

Louis trascinò il suo sguardo da quello di Harry e si voltò, afferrando la bottiglia dal terreno lucido per la neve prima di allontanarsi e non pensare nemmeno di volgere lo sguardo all'indietro per paura di essere colto nel fatto. Solo dopo che fu sicuro dietro le porte dello spogliatoio ricominciò a respirare, cercando di ritornare in sè e di calmarsi prima di continuare a comportarsi come una fottuta femminuccia. Allentò la morsa sulla sua bottiglietta, si sistemò la giacca e azzittì tutti i pensieri che gli circolavano in testa, dandosela a gambe.

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Quella notte, mentre lavorava dietro il bancone, servendo drink su drink a uomini con il cuore spezzato e fingendosi il classico, barista amichevole, cercò di non pensare alla posizione sconveniente in cui erano lui ed Harry. Ma in qualche modo, come sempre, quel pensiero finì per infiltrarsi nella mente del ragazzo.

Solo il fatto che lui fosse fuori dalla portata di Louis sarebbe dovuto essere abbastanza per tenerlo lontano, ma no. Era anche il suo fottuto allenatore, e non riusciva lo stesso a trattenersi di sbavare su di lui. E avrebbe dovuto sapere che era sbagliato, ne sarebbe dovuto essere consapevole sin dall'inizio. Ma per qualche ragione più tempo trascorreva con Harry, parlandogli, guardandolo, toccandolo, meno pensava a quanto tutto quello fosse sbagliato. In un certo senso lo rendeva frustrato il fatto che non poteva nemmeno avere una piccola infatuazione per Harry solo perchè lui era un calciatore e Harry il suo allenatore. Di solito non aveva cotte per i ragazzi (ad eccezione di quella volta per Ryder Bentley nel suo primo anno di superiori, che si rivelò addirittura controproducente, con un Ryder che andò a spifferare a praticamente tutta la scuola della sua omosessualità, condannando così il resto della sua carriera scolastica). Quindi tecnicamente quella era una gran cosa. Louis pensava che qualsiasi regola non lo autorizzava a provarci con Harry fosse stupida.

E regole o no, non sapeva nemmeno se Harry fosse gay. E se lo era, non aveva idea se pensava se Louis fosse attraente o ne valesse la pena. La fortuna questa volta non era per niente dalla sua parte, quindi il ragazzo avrebbe lasciato la questione nelle mani del tempo e avrebbe aspettato fino a quando gli fosse passata quella cotta. Ci riusciva sempre, comunque.

Per il resto della notte Louis non ci pensò. Decise che se ne sarebbe occupato se fosse diventato un problema più impellente, e adesso non era di certo il tempo adatto per lasciare che questo lo importunasse. Domani avrebbe avuto una partita importante che non poteva rovinare, non importava se aveva avuto un'incidente al ginocchio. 

Harry era solo una distrazione--ma una davvero buona, perchè non importava quanto duramente ci provasse, Louis non poteva non dimenticare la sensazione delle grandi mani gentili di Harry su di lui, e dei suoi occhi verdi, e delle sue deliziose labbra rosse più vicine di quanto avrebbe mai potuto chiedere ma allo stesso tempo troppo distanti dalle sue.

  
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