I polpastrelli scivolano via dai palmi della mia amata,
amatissima,
che il posto che occupa è tale nel mio cuore che non vi è spazio per nessuna altra,
amatissima.. sempre così sarete nei miei pensieri..


Un privato incontro, le braccia che si stringono, passione..
Siete la mia Regina, il mio Amore,
una stella,
vani i bagliori della carne,
il mio corpo Giuda, eterno traditore brama altre braccia, altre mani ..
I trenta denari di un fatuo desiderio.

Avrei voluto amarvi, in semplicità,
come se fossi un paggio, uno scudiero..
 e voi una fanciulla al primo amore,
ma id non est,
così non è mi ripeto in latino ..

Vi osservo,
mentre sfiorate una spinetta,
i libri marezzati che recano sulla costola il vostro stemma,

la rosa del vostro blasone,
 Regina di Francia e Navarra..
Sempre, in ogni luogo e spazio,
siete una regina,
la reputazione fragile e delicata
come un raffinato, prezioso vetro di Venezia,
e vi vituperano e calunniano..
Inventando sordide storie,
i libelli scandalistici sono infami, una miscellanea di abomini.

Ho provato ad andarmene,
una guerra, un oceano, le Americhe, nella guerra di indipendenza..
la distanza e mi siete rimasta dentro,
sempre mia, amatissima,
BELOVED ONE..

Ci siamo scritti,
in modo nascosto,
avessero intercettato le missive erano scritte a Josephine,
uno dei vostri nomi di battesimo..
non avrebbero compreso subito o forse mai..

A voi sono ritornato, nel 1783,
come ora nel 1784, questa volta al seguito del mio re,
Gustavo di Svezia,
che ama la Francia e il Sud e vuole visitare l’Italia..
Missione diplomatica, in incognito,
e feste suntuose e intrattenimenti,
come la rappresentazione al Petit Trianon di un testo di Marmontel nel delioso Teatro privato, musiche e balletti, una cena servita nei padiglioni vari del giardino, sullo sfondo torce e stelle..

Vestivamo tutti in chiari colori, pareva di essere nei Campi Elisi, un palese riferimento alla “Danza degli Spiriti” dell’Orfeo di Gluck ..

E molto dopo, nella notte estiva che avanzava, ci siamo trovati,
innumerevoli le precauzioni e i sotterfugi..
Vi ho spogliato,
un prezioso strato alla volta,
eravate una dea, per noi mai la vita sarà semplice..
E dentro voi sono precipato..

Era il mese di giugno 1784,
altre volte ci siamo ritrovati,
fino alla mia partenza, nel mese di luglio fumoso..
 
A Venezia vagavo su una gondola, lungo i canali e vi pensavo, sorgeva fiera la luna,
poi a Napoli mi godevo il caldo e il tepore..

Pasqua cadeva  domenica 27 marzo 1785, e avete avuto un figlio, Luigi Carlo, duca di Normandia, subito insignito del celeste cordone dell’Ordine di Santo Spirito ..
Vi amerò per sempre, fino alla fine del mondo..
 
Mia superba rosa, senza spine,
rutilans rosa sine spinae..
Sempre a voi tornerò..