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Autore: Shenron87    11/09/2016    2 recensioni
Per anni Harry si era domandato cosa sarebbe successo se, al posto suo, Voldemort avesse scelto Neville come suo rivale. Harry però non sapeva che, come aveva imparato un altro Kalel, un Kalel che adesso non è mai esistito, certe domande esistenziali provocano una sadica voglia di rispondere a entità a cui è meglio non pestare i piedi.
Seguito di Harry Potter e i poteri degli Inferi e parte della serie "Cronache di un Nephilim" di cui costituisce uno spin-off- prequel.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 2

Hogwarts, Agosto Millenovecentonovantuno.
 
Erano trascorsi undici anni dal giorno in cui Lord Voldemort era scomparso nel nulla e, sebbene il mondo magico fosse convinto di essersene liberato per sempre grazie al piccolo Neville, il preside di Hogwarts non ne era così sicuro.
Mancava poco meno di un mese al giorno in cui il bambino sopravvissuto avrebbe fatto il suo ingresso ad Hogwarts e, Merlino volendo, si sarebbe diplomato li.
Voldemort però sarebbe tornato e Dippett sentiva che il ragazzo avrebbe corso molti rischi.
Per questo motivo, consultandosi con il corpo docenti e con aveva preso la decisione di assoldare un gruppo di esperti per proteggerlo quando sarebbe stato lontano dal suo sguardo e vulnerabile.
Per questo motivo quel giorno, ad istituto ancora chiuso, assieme ai quattro direttori delle case e al suo vicepreside, Dippett attendeva una visita che sperava avrebbe aumentato le loro possibilità di vittoria.
Il plurisecolare mago era assorto nei suoi quando Hagrid, dopo aver bussato, fece accomodare due ragazzi nell'ufficio e consegnò un piccolo oggetto al suo principale facendo attenzione a non farsi vedere dai due ragazzi che, non essendo mai stati in quella stanza avevano distolto lo sguardo dal loro “Cicerone”.
Consegnato l’oggetto, e ricevuti i ringraziamenti del caso, il custode venne gentilemente congedato in modo che i ragazzi potessero discutere alcuni dettagli con il preside.
“Impressioni?” chiese Dippett sorridendo.
“Vuole la verità.... o la verità?” chiese una ragazza dai capelli neri togliendosi il cappuccio.
“Prego signorina?” domandò sorridendo per l'acutezza della domanda.
“Tsubaki... mi chiami pure Tsubaki...” rispose la mora scegliendo di utilizzare il nome giapponese della camelia, fiore noto per essere scarsamente appariscente e il suo profumo quasi inesistente.
“Notevole, nessuna inflessione nel suo Inglese...”
“Abbiamo viaggiato a lungo e l'inglese sembra essere diventata la lingua internazionale negli ultimi secoli...” intervenne sorridendo un ragazzo dai capelli color oro che si era tolto anch'esso il mantello.
“Non vale però! Non ha risposto alla domanda...” lo incalzò la ragazza.
“Una verità vera mi andrà bene, anche se amara...” rispose sorridendo.
“Ok allora le posso dire che è un idiota... il prescelto è un idiota privo di talento” rispose Tsubaki mentre sul volto di Lucius Malfoy, presente per fare le veci del Consiglio d’Amministrazione, si dipingeva un sorriso trionfale.
“Un idiota e perché?” chiese rimanendo impassibile l'anziano mago.
“Perchè per essere un mago così giovane ha un discreto potere...” si intromise il biondo.
“...ma è troppo ingenuo e si fida troppo del prossimo. Non sarà mai in grado di sconfiggere un mago addestrato a uccidere, figurarsi Voldemort. Il suo amico invece ha un maggior potenziale anche se io e Tsubaki abbiamo ucciso per molto meno di quello che quei babbani gli hanno fatto subire...” disse gelido e sia Lucius che Dippett videro che non era un bluff.
Lui e la ragazza avevano ucciso davvero.
“Allora è buono...” lo corresse Dippett con cortesia.
“La bontà è un lusso che i deboli non possono permettersi. Specialmente se si ha un mago come Voldemort che ti vuole morto...” ribattè' il ragazzo.
“Mi dispiace è colpa mia...”
“No, lei non ha colpe. La colpa è di Silente...” rispose il biondo stupendo i presenti.
Nessuno in Inghilterra aveva mai osato muovere un accusa al più grande mago del mondo, e lui lo trattava come se parlava di una nullità qualunque.
“Lo poteva affidare a famiglie magiche di buon cuore. Poteva farlo crescere con Neville fin da piccolo o, dato che aveva perso tutto in quella guerra, crescerlo lei in questo castello... Nessun Mangiamorte avrebbe assaltato Hogwarts con Silente come insegnante...”
“Parlavo di come sei diventato cinico... sembra che odi i babbani quasi tanto i maghi che minacciano la vita del giovane Harry...” disse senza nascondere l'amarezza nella sua voce.
Il ragazzo sentendolo parlare così ridacchiò a lungo prima di degnare il suo ospite di una risposta.
“In verità, escludendo i Dursley, sono i purosangue o i mezzosangue che disprezzano le loro origini quelli che odio...” ammise serio.
“...inoltre, al contrario di voi maghi che avete scelto di isolarvi dal mondo, ammiro la cultura babbana. Quando non sono dominati da assurdi dogmi religiosi, la loro idea di un mondo magico è molto poetica e dovrebbe essere d'esempio anche per i purosangue sebbene sia consapevole che qualcuno come me non abbia il diritto di giudicare nessuno...”
“Tu non sei cattivo...” lo corresse il preside.
“Solo perché ho incontrato lei. In caso contrario l'odio che covavo mi avrebbe divorato...” disse con uno sguardo che fece rabbrividire Lucius.
“Quindi lei ti ha cambiato?” sorrise il vecchio mago.
“In parte...” ammise il ragazzo. “Avendo qualcuno da difendere non posso compiere azioni avventate e per questo che voglio mettere in chiaro una cosa...”
“Se dovrai scegliere tra Tsubaki ed Harry darai la priorità a lei vero?”
“Esatto. Quindi se dovete uccidere Voldemort fatelo ora che è privo di un corpo tangibile e non speri che in sette anni mi affezioni tanto ad Harry da mettere in pericolo la mia sposa...” disse gelando le aspettative di Silente e Dippett.
Non immaginavano che il ragazzo fosse in grado di leggere tra le righe con una simile precisione.
Fortunatamente per il buon vecchio Armando, ci pensò la sua vice a distogliere l'attenzione da lui e dargli il tempo di formulare un nuovo piano di battaglia.
“Sposa?” chiese la McGranitt lievemente indignata all'idea di cosa facessero due bambini di quattordici anni nella loro stanzetta.
“Si.. ci siamo sposati e come penso tutti possiate capire...” aggiunse divertito “...lei mi concede privilegi a cui difficilmente vorrei rinunciare...”
“Ovviamente. La tua consorte viene prima di tutto...” concesse Dippett abbozzando un sorriso.
“A tal proposito... vorrei discutere alcuni dettagli prima dell'inizio delle lezioni.”
“Prego...”
“Come penso abbia capito, io e i miei tre compagni apparteniamo a stirpi quasi del tutto estinte...”
Dippett, abbastanza vecchio da ricordarsi il periodo in cui i demoni e gli angeli giravano liberamente per il mondo non potè fare a meno di annuire.
“La guerra è una brutta cosa...” rispose mesto.
A causa di quel conflitto aveva perso molti amici che aveva in tutte e tre le fazioni.
“Già… ma noi abbiamo trovato, dopo aver girato in lungo e in largo, altri due esseri come noi.”
“Il signor Potter è uno di loro...” disse Dippett stupendo i suoi colleghi.
Non era una domanda ma il biondo annui lo stesso.
“...motivo per cui avete sempre lasciato due membri del vostro gruppo a Privet Drive.”
Nemmeno quella era una domanda ma Tsubaki rispose lo stesso.
“Anche senza la presenza di Inferno e Paradiso il rischio che un esorcista passasse di li e lo uccidesse era alto. Inoltre il fatto che le tre fazioni non esistano non elimina il pericolo potenziale creato da esseri di altre mitologie… Come i demoni orientali o Yokai...” spiegò la mora senza battere ciglio.
“Inoltre in Harry il potere dei Bael è possente. Se non lo avessimo addestrato e gli avessimo permesso di sprofondare nell’oscurità il Regno Unito avrebbe avuto problemi ben maggiori di Voldemort da affrontare.” intervenne il ragazzo.
“Capisco… e la seconda persona?” domandò l’anziano mago mentre
“Una ragazza che vive in un orfanotrofio. Vorremmo adottarla onde evitare che qualche mangiamorte, o peggio qualche Yokai, si avvicini a lei con l’intento di insegnarle a usare i poteri in modo sbagliato.”
“Un nobile intento, non cè che dire… ma potete permettervelo?” si intromise la McGranitt
“I soldi per comprare una casa e dare a una bambina ciò che le serve non ci mancano...”
“Allora farò preparare le carte… che cognome avrà la ragazza?”
“L’adotteranno mia sorella e mio cognato ergo Valefor andrà bene.” rispose Harry.
“E sia... ma per i soldi? La paga è sufficiente?”
“Beh visto che ci verrà data la possibilità di allenare due piccoli demoni in un luogo relativamente sicuro. Che ci verrà rilasciato un attestato magico che ci permetterebbe di trovare un lavoro... diciamo più sedentario... accettiamo l'offerta. La paga è bassa sebbene anche la minaccia sia in fin dei conti bassa...” rispose Tsubaki sorridendo.
“Capisco... e dove pernotterete in questo mese?” chiese la Professoressa Mc Granitt entrata in modalità chioccia.
“Abbiamo una stanza al grugno di porco...”
“Non è una locanda per signorine...” obiettò sdegnata la docente.
“Le dirò... in missione abbiamo visto posti ben peggiori. Inoltre ci serve solo per dormire.” rispose serafica la ragazza.
“A tal proposito siete ancora contrari all'idea del dormitorio?” chiese Silente fissandoli con intensità.
“Si...” replicò il ragazzo ignorando lo sguardo che il direttore di Serpeverde gli rivolse.
“Può sembrare una richiesta egoistica, ma non vorrei che nel sonno facessi del male a qualche bambino...” fu il commento asciutto del ragazzo.
“E perché potresti fare del male ad un bambino?” chiese il più basso dei quattro direttori che affiancavano Dippett in quella riunione a porte chiuse.
“Perché facendo il mio lavoro è mentre si dorme che si rischia di venire uccisi da mercenari rivali... per questo tutti, chi prima chi dopo, imparano a reagire al minimo segnale di pericolo pur continuando a dormire... Inoltre quando dormo... beh diciamo che i fantasmi del mio passato tornano a tormentarmi e quando ciò accade l'unica persona che riesce a riportarmi alla realtà è la mia dolce Tsubaki. Quindi capirà che non sono idoneo a convivere con altre persone.” disse con una nota di tristezza che venne colta da tutti.
“Se volete posso farvi preparare una suite temporanea in attesa dello smistamento...” propose il preside studiandoli con attenzione.
“Possiamo?” chiese la ragazza sporgendosi e facendogli gli occhioni da cucciolo
“Sai che la parte logistica, nei tempi morti, la lascio a te...” concesse sorridendo.
“Allora accettiamo signor Preside...” esclamò sorridendo Tsubaki
“Ma è chiaro che i nostri veri nomi, quelli usati per l'iscrizione a scuola, non devono diventare di pubblico dominio....” intervenne il moro.
“Ovviamente... anche se non ho capito il perché...” chiese Dippett continuando a studiarli.
“Diciamo che quello che abbiamo fatto fino ad oggi è stato solo per sbarcare il lunario fino alla nostra maggiore età... e ciò potrebbe averci creato qualche nemico. Lei però si merita una vita normale...”
“Una vita che se i vostri veri nomi, di cui solo il preside è a conoscenza, fossero associati a voi, voi non potreste vivere vero? Ma voi siete qui...” obiettò la Mc Granitt.
“Suvvia professoressa, crede che in missione abbiamo mai mostrato il nostro vero aspetto? E questa è una missione. Solo una persona conosce il nostro vero aspetto ed è rimasta viva per raccontarlo...” rise Tsubaki facendo inarcare un sopracciglio alla donna che riteneva innaturale parlare con tanta allegria di omicidi.
“Due...” la contraddisse il moro.
“Perchè due?” chiese la ragazza
“Si da il caso che, se i quattro direttori delle case hanno scoperto la nostra esistenza oggi, il preside sapeva di noi, e lo ha fatto capire da ciò che ha detto. Il vecchietto che veniva spesso a controllare Neville si sarà accorto di noi e deve averlo informato.”
“Beh non fa nulla...” disse Tsubaki seria “Comunque perché qui ci sono sei persone se prima di entrare ne ho percepite sette?” chiese la mora portandosi un dito sulle labbra.
“Perchè il vecchietto si trova nella parte della stanza immersa nell'ombra...” fu il commento gelido del ragazzo.
Commento che fece trasalire i quattro direttori ed il consigliere.
“Te ne sei accorto?”
“Ricordo il potere di ogni mago o creatura magica che incontro...” rispose con semplicità.
“Ma non sembri preoccupato...” commentò Dippett.
“Non più di tanto...” dichiarò il moro alzandosi e dirigendosi verso la porta.
“Quindi non lo ritieni una minaccia?”
“Non esiste uomo o donna sulla faccia del pianeta che io consideri tale...” disse aprendo la porta e varcandone la soglia
 
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“Armando, faremo bene a chiedere il loro aiuto?”
“Minerva, anche se non sembra, siamo noi a doverli aiutare. Se li lasciassimo andare e succedesse qualcosa alla ragazza, temo che nascerebbe un signore oscuro che nemmeno io e Voldemort insieme potremmo arginare...”
“Era serio?” chiese Vitius
“Purtroppo si...” esordì Silente uscendo dalla penombra.
“Ero presente quando ha trucidato una trentina di criminali silenziosamente e senza bacchetta...”
“Ma è un ragazzo...” intervenne la Sprite, la robusta direttrice di tassorosso.
“All'epoca in cui iniziarono a prendersi cura di Harry avevano lo stesso aspetto. Per quanto ne sappiamo potrebbero essere anche più vecchi di me o di Armando...”
“Non possiamo giudicarlo...” intervenne Dippett serio
“Hanno perso ogni legame che avevano durante la guerra e, da quando si sono risvegliati, stanno facendo del loro meglio per vivere una vita onesta e se fossi in te Lucius starei attento a come ti comporti con loro...”
“Perché?”
“Perchè non ha ripetuto che ha ucciso per intimorire me o i tuoi colleghi... lui non ha fatto altro che fissare il tuo braccio.”
“Sta dicendo che anche se non è più visibile...” farfugliò Malfoy sconvolto.
“Lui ha percepito l'ubicazione di Albus... credi che non percepisca le tracce di un incantesimo così potente? Lui è su di un altro livello anche rispetto ai normali auror di cui dispone il nostro paese. Per questo ha detto che metterà davanti la vita della sua ragazza... ma”
“Se un mangiamorte o Voldemort la dovesse sfiorare...” concluse Luciua sgomento.
“Vedo che hai colto il segno... per lei si accontenterebbe di diventare un semplice impiegato... ma se le dovesse capitare qualcosa...” disse Dippett in modo che tutti cogliessero il pericolo a cui sarebbero andati incontro nel caso qualcuno avesse commesso quel mastodontico errore.
 
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I ragazzi, rimasti soli, avevano ottenuto il permesso di girare per il castello in modo da poterlo studiare per proteggere meglio Harry.
Dopo un lungo tour del castello, durante il quale avevano memorizzato ogni singolo anfratto, dalle torri più alte ai sotterranei, un elfo domestico li condusse fino al settimo piano dove, a lato del dormitorio di Grifondoro, vi erano le stanza per gli ospiti che, in rare occasioni, restavano a dormire. Una volta entrati ed aver chiuso la porta i due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo.
“Cosa pensi del castello?” domandò Tsubaki sedendosi sul letto e togliendosi con malagrazia le scarpe e il mantello.
“Sembra identico al nostro. Ovvero un posto dove è facile nascondersi e se quel marmocchio ha preso il mio posto in tutto e per tutto... prevedo molte nottate insonni.” rispose esausto al solo pensiero mentre si levava con maggiore grazia le scarpe e poggiava il mantello su di una sedia.
“Possiamo fare qualcosa di divertente, visto che siamo soli?” disse sorridendo maliziosa
mais oui... madamoiselle” rispose con un sorriso simile, sapendo dove voleva andare a parare.
Merci... allora siamo soli soletti... la suite è grande... che ne diresti di fare qualcosa di romantico?”
Direi che sia il caso di aspettare che Silente smetta di divinarci non credi?”
Oh quanto sei puritano... che guardi pure. Io sono stupenda e tu sei molto dotato...” disse sedendosi a cavallo del ragazzo e baciandolo con dolcezza.
Beh poi dovrei ucciderlo... sai che sono geloso...” disse ridendo
Ma perché hai insistito per la suite... potevamo andare nel dormitorio?”
E stare mesi in astinenza e ridurre le nostre effusioni a sveltine nei bagni col rischio di essere beccati da qualche prefetto guardone? Mi hai viziato troppo in questi anni...”
Ti perdono il termine sveltina, solo perché hai accettato un lavoro così misero solo per permettermi di avere una vita normale... anche se...”
Piccola... tu ti meriti questo ed altro! Sai bene che non sei un mostro...” disse baciandole il collo provocandole un brivido impercettibile.
Nemmeno tu lo sei...” rispose spingendolo sul letto e baciandogli il collo mentre con le mani gli sbottonava, uno per uno i bottoni della camicia.
In quel momento, il corpo di un guerriero venne esposto all'aria.
Non una cicatrice deturpava quel fisico scultoreo, formato da muscoli frutto di anni di allenamento, ma che non erano inguardabili come quelli dei culturisti.
Lei sapeva meglio di chiunque altro che ciò non era dovuto al poco valore dei suoi avversari... era suo marito ad essere troppo forte... e se la sua forza aveva terrorizzato l'oriente, al punto che solo minacciare di richiedere l'aiuto di Yamato faceva tremare la Triade e la Yakuza, Tsubaki era felice che lui la possedesse.
Se fosse stato un debole e patetico omuncolo, lei non si sarebbe mai potuta lasciare andare... lei non sarebbe mai diventata una donna felice.
Questo perché, sebbene nella vita di tutti i giorni, lei riuscisse a dominare i suoi poteri... in alcune occasioni, quando i babbani erano troppi ad esempio, lei non riusciva a controllarlo del tutto. E lei odiava i suoi poteri.
Lui però non era un uomo normale e non solo non era mai stato soggetto al suo potere ma riusciva a schermare altre persone dal suo potere se ciò accadeva in pubblico.
Ti amo...” sussurò quando per la terza volta in mezz'ora toccò il cielo con un dito crollando esausta sul materasso.
Io pure...” le rispose il ragazzo mentre, vedendola esausta e felice, la copriva il lenzuolo e, vestitosi, varcò la soglia della suite sigillandola con la magia.
 
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“Dove sta andando?” mormorò la Mc Granitt rossa in volto vedendo il ragazzo scendere tutti e sette i piani che separavano la suite, posta sullo stesso corridoio del Dormitorio di Grifondoro, sebbene dal lato opposto, e il portone del castello.
Fu nell'atrio che il giovane mercenario si fermò, attendendo qualcuno che, dopo pochi minuti si palesò, aprendo il portone.
“Ma quello è Quirinus...” esclamò stupita la Sprite.
“Suggerirei di vedere ciò che succede... in silenzio magari...” suggerì Silente.
 
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“S-Salve t-tu s-sei...”
“Mi potrebbe seguire in un luogo più appartato professore? Vorrei chiarire alcuni dettagli con lei in separata sede. Mi dispiacerebbe che un uomo simpatico come Hagrid mi sentisse mentre le parlo...” disse il ragazzo con aria innociente.
“C-Certo...” rispose il docente sorridendo.
Camminarono per pochi minuti fino a quando non arrivarono ad un aula del primo piano, chiaramente vuota a causa delle vacanze.
“Entri la prego...” disse rivolto al docente “Tu invece sparisci prima che ti faccia pentire di non essere morto definitivamente” intimo rivolto ad un poltergeist che aveva aperto bocca per ribattere e si era fermato subito alla vista dei suoi occhi.
Occhi che aveva già visto, occhi che avrebbero ucciso anche lui se avesse osato disturbarlo.
“C-Certo S-Signore... non si preoccupi. Non le arrecherò disturbo durante la sua permanenza a scuola...”
“Allora andremo d'accordo...” sibilò in modo gelido mentre lo spettro attraversava, indietreggiando, la parete opposta alla porta.
“C-Cosa v-volevi c-chiedermi?”
“Chiederti? Ti stai sopravvalutando... se tu fossi il vecchio Voldemort forse e dico forse potrei trattare con te... ma adesso sembra privo di argomenti che possano interessarmi. Chissa magari quando riotterrà un corpo potrei trattare con lui...”
“N-Non c-c”
“Senti gioia... io odio chi finge di balbettare. Tu sei entrato alla Gringott dopo che Hagrid ed il mio gruppetto vi è uscito. So che cercavi la pietra filosofale di Flamel che adesso è nella mani di Silente...”
“Come lo sai?” rispose mentre lo stupore si dipingeva sul suo volto.
“Io percepisco le energie dei maghi... e non le dimentico. Quando ce ne siamo andati la tua è aumentata di botto... Bombarda Maxima se non erro...” disse fissandolo in modo fermo.
“Si...” rispose gelido.
“Allora vediamo di mettere le cose in chiaro... che tu voglia quel sassolino non mi interessa minimamente. Rubala se vuoi, non è un mio interesse...”
“Davvero non lo dirai a Silente?”
“Se non si accorge di una serpe in seno vuol dire che è giunto il momento che vada in pensione...” rispose serafico.
“Allora perché mi hai portato qui...”
“Io e la mia cara, dolce sposina che in questo momento sta riposando a seguito di un lungo viaggio... siamo qui per diplomarci.”
“Ammirevole ma...”
“Ho ucciso chiunque tentasse di farle male fin da quando l’ho incontrata... se per caso... e fidati che non scherzo...” disse aumentando lievemente il suo potere al punto che lievi crepe si formarono sul pavimento “...mentre cerchi di rubare quel sassolino dovessi lievemente ferirla... farai la fine di ogni misero essere inferiore che ho ucciso in questi anni per racimolare il denaro necessario a non farle mancare nulla...”
“S-Sei f-forte...” disse Raptor balbettando sul serio questa volta.
“Lo so...” disse il moro sedendosi su di un tavolo
“Allora perché sei venuto a scuola?”
“Sarò sincero con te... se fossi stato da solo avrei continuato ad uccidere su commissione, a fare il mercenario, la guardia del corpo o robette simili. Ho guardagnato così tanto oro da non aver bisogno di una pietra filosofale...”
“Ma...” lo esortò a continuare il docente.
“Ma la mia dolce sposa anela ad avere una casetta, con un giardino... dei figli che corrono e giocano felici... degli amici con cui cenare e scambiarsi dei regali... sai le classiche cose che fanno battere il cuoricino di una fanciulla. Ma mi ama troppo per chiedermi di scegliere tra lei e il mio lavoro o per chiedermi di poter andare a scuola. Quindi...”
“Hai scelto tu di chiedere al preside di poter frequentare...”
“Bingo. Ho aspettato solo di avere i soldi per poter prendere sette anni di licenza...”
“Capisco... molto gentile da parte tua... ma perché mi hai avvisato?”
“Perchè lo sguardo che hai fatto quando hai percepito la mia forza a Diagon Alley mi ha fatto ritenere importante che discutessimo da persone civili. Deve capire che anche se reputo noioso uccidere i pidocchi come te non mi creo problemi a farlo, se necessario...”
“Siamo d'accordo? Io evito di coinvolgervi e tu mi lascerai agire?”
“Ma sicuramente... un mercenario onora i suoi patti...” disse agitando la mano e riparando i danni creati.
“Senza bacchetta?”
“Oh con me quei bastoncini si rompono...” disse allegro.
“Quindi voi vi laureete in un anno?”
“Non sia mai... il mondo deve dimenticarci. Ci prenderemo sette anni proprio per far credere che siamo deceduti.”
“Quindi quello non è il vostro vero aspetto devo dedurre...”
“Esatto... come non era questo l'aspetto che usavamo per svolgere le missioni...” rispose tranquillo.
“Toglimi una curiosità... l'ultima...”
“Non ho fretta... possiamo anche giocare a scacchi se volesse. Tanto, essendo due poveri orfanelli in terra straniera non abbiamo un posto dove andare a vivere e il preside ci ha offerto una suite provvisoria prima dello smistamento.” pigolò il ragazzo emulando la voce di un ragazzino.
“Perchè hai detto che con Tu-sai-chi avresti trattato?”
Passarono molti secondi prima che il ragazzo si degnasse di rispondere. Secondi che, a causa dell'agitazione, sembrarono al docente intere ore.
Fu dopo alcuni minuti che il ragazzo, continuando a fissarlo negli occhi e studiandone il comportamento, decise di giocare a carte scoperte.
“Semplicemente perché Silente è un vecchio che ha già superato il secolo di vita. Se un giorno dovesse morire di vecchiaia... non credi che come superstite io debba pensare alle mie priorità?”
“Priorità?”
“Beh non mi metterei mai contro Silente, ma alla sua morte... per proteggere la mia donna, e dare vita a tanti bei bambini... chiudere un occhio riguardo a ciò che succede in Inghilterra non è un prezzo troppo alto da pagare. Non credi?”
“E se ti chiedesse di unirsi a lui?”
“Sono già stato marchiato una volta e non permetterò a nessuno di infliggermene un secondo.” rispose caustico il ragazzo.
“Ma perché? Tu potresti batterlo?”
“Questa è la guerra degli inglesi ed è giusto che la combattino loro. Poi, quando Voldemort vincerà potrà decidere se ignorarmi o essere cancellato dalla faccia della terra...”
“Tua moglie non sarà toccata... hai la mia parola...” disse sincero.
Raptor aveva capito che non era saggio mentire o scherzare troppo con lui.
“Me lo auguro... ma ora basta parlare che la mia consorte arriverà a breve...” disse sorridendo e stupendo il suo interlocutore.
Non passarono però più di alcuni minuti prima che la porta si aprisse di scatto e un fiotto di luce arancione superasse Raptor diretto verso il ragazzo.
Vedendolo il docente mise mano alla bacchetta, ma il ragazzo si limitò ad alzare la mano e fermarlo col palmo di essa artigliandolo.
“Ti sei svegliata di cattivo umore?” chiese sorridendo vedendola apparire da dietro la porta.
“Mi sono svegliata sola...” rispose imbronciata
“E schianti la gente per questo?” domandò ilare nonostante lo stupore che regnava sul volto di Raptor.
“Si... e se fossi stato in presenza di una ragazza senza il mio permesso ti avrei cruciato...”
“Ma non mi dire... ed io che pensavo che la tua famiglia fosse di ampie vedute... In ogni caso ero qui a parlare col professore e a spiegargli come mai due alunni che dovrebbero frequentare il quarto anno inizieranno il primo.”
“Capisco... devi fare molto? Io volevo girare un po il castello e magari il cortile...” disse imbronciata uscendo dalla stanza.
“Si col professore avevo appena finito... e non sia mai che si dica che io faccio aspettare le belle ragazze...” rispose alzandosi dal tavolo e, dopo aver salutato il docente, seguendo la ragazza fuori dall'aula.
 
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“Non capisco il perché di quella discussione... perché rivelare tanto di se...”
“Non saprei Albus... ma lui non agisce se non dopo una serie analisi. Prendi ogni parola che ha detto e considerala una partita a scacchi.” rispose Dippett meditabondo.
“Anche l'attacco della ragazza? Uno stupeficium silenzioso senza bacchetta?” chiese la Mc Granitt
“Magari non l'aveva previsto ma forse, sapendo che odia essere lasciata da sola, l'ha forzata ad agire. Non si sopravvive per 5 anni nel mondo degli assassini se non si è accorti... inoltre poteva usare un incantesimo scudo ma...” propose Vitius.
“Ha mostrato a Raptor che per lui un incantesimo di quel livello e lanciato con quella forza è un gesto infantile...” concluse Malfoy sapendo che pochi incantesimi scudo avrebbero retto quello stupeficium.
“Ma la ragazza ha detto che avrebbe potuto cruciarlo? E fa gli incantesimi silenziosi?”
“Si Minerva... se pensate a lei come ad una bambina inerme vi sbagliate... anche lei si è sporcata le mani...” rispose il preside sospirando con amarezza.
“Ma hanno quattordici, massimo quindici anni...” protestò la Mc Granitt mentre un foglio comparve sul tavolo del preside.
“Che cosa c'è scritto Armando?” chiese Silente.
“Per il preside... Caro preside, io terrei d'occhio Quirinus, anche se avendomi divinato lei questo già lo sa. Ora, a scanso di equivoci, non è compito mio tutelare un bene di Flamel quindi non aspettatevi che privi Tsubaki delle sue coccole quotidiane per tutelare un sassolino che non ha nessun valore per me. Io sono stato assoldato per tutelare un essere vivente. Ma per affrontare la questione che più mi preme... la invito caldamente a non divinarmi più quando sono in dolce compagnia... io e mia moglie siamo legalmente sposati e, in quanto sposi, mi da fastidio dover usare la magia per poter usufruire di un mio diritto... la prossima volta oltre ad oscurare la figura della mia mogliettina, oscurerò tutta la stanza... Spero per voi che non ci sia una terza volta. Cordiali saluti un suo studente fuoricorso.
P.S questo foglio si autodistruggera appena avrà finito di leggere....”
“Mi sa che su questo ha ragione il ragazzo...” convenne Silente.
“Già” ridacchiò il preside.
“Ma come fa lui a sapere certe cose... come può non parlare con lui dopo ciò che ha detto...” disse la Mc Granitt interrompendosi alla comparsa di un secondo foglio
Alla professoressa Mc Granitt... che questa non sia la mia battaglia è lampante. Io non ho parenti, ne amici ma so bene che voi non avete colpe di ciò visto che è colpa dei pezzi grossi se si è arrivati a questo punto. In ogni caso lei non può chiedermi di mettere in pericolo Tsubaki o i miei eventuali figli per risolvere problemi intrinseci al vostro popolo. Se perdessi lei, Voldemort sarebbe la vostra ultima preoccupazione. Sarà Neville a ucciderlo, sarà Silente... non mi interessa. Ho già perso tutto in passato e non ho intenzione di perdere altro. Siamo qui solo perché come parte del pagamento ci è garantito un pezzo di carta che mi permetterà di sparire dai radar per sempre...”
“Ci sta divinando?” chiese Malfoy scioccato ed irritato alla vista di un terzo foglio.
Ma no... che intuito... o pensavate che Silente e Dippett fossero i soli a saperlo fare? Fastidioso vero? Eppure voi siete vestiti e state svolgendo attività meno imbarazzanti delle mie... P.S ora sarei in riva al lago... staccate la divinazione per favore? Grazie in anticipo.”
Il preside, nonostante le faccie sconvolte dei suoi ospiti, sembrava realmente divertito e col cenno della mano fece scoparire la superficie incantata con cui aveva divinato i due ragazzi fin dal momento in cui avevano varcato la soglia della presidenza.
“So che siete preoccupati... ma non abbiamo motivo di temere. Una persona che perde tutti i propri affetti non darà mai luogo ad azioni simili a quelle che lo hanno fatto soffrire. Anzi è probabile che impedisca, usando la violenza se necessario, che simili azioni si verifichino in sua presenza... se poi dalla parte opposta del mondo accadono mica possiamo accusarlo... mica è dio.” (nda lui forse no ma Kalel si… ma questa è un altra fiction)
“Ma lui passerebbe dalla parte di Voldemort...”
“Se io dovessi morire Minerva, se io dovessi morire prima... e quante probabilità vuoi che ci siano?” disse Silente sorridendo ignaro del destino che la Rowling e Shenron87 avevano deciso dovesse toccargli in sorte.
 
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Note d'Autore...
Salve eccoci qui per un bel capitolo retroattivo dove finalmente vediamo cosa è successo all'altro Harry e al suo gruppetto.
Ho dato anche la risposta all'enigma più grande di tutti : Perchè la famiglia di Harry non è scesa in campo per portarlo via da Privet Drive, non essendo Harry il bambino sopravvissuto?
Ecco, il motivo è che in quel mondo non esistono più demoni o angeli che potevano prendersi cura di lui.
Gli unici "adulti" che potevano prendersi cura di lui sono infatti Kalel e l'altro Harry che misteriosamente se lo sono trovato davanti.
Senza soldi, senza castelli i quattro ragazzi si sono dovuti rimboccare le maniche e hanno trovato un modo innovativo, si fa per dire, per sfruttare i loro poteri.
Si scopre anche qualcosina su un secondo, povero esule ma nulla di più viene aggiunto se non che è imparentata con uno Shiteater... ops... un deatheater...
Abbiamo anche avuto un incontro ravvicinato con un Raptor che avrà bisogno di un asiolitico e niente. Per oggi ho detto tutto.
Vi aspetto commentate numersi ;)
A presto ;)


 
   
 
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