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Autore: A r o h a    12/09/2016    5 recensioni
E così è cominciato un nuovo anno alla Sports Academy.
Come dice il nome questa è una scuola in cui i giovani talenti dello sport mondiale si riuniscono per realizzare il loro sogno.
26 ragazzi, 1 scuola e tante avventure ancora da vivere, tra amore, misteri e gelosie.
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sports Academy '
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Capitolo 20

L'incubo ritorna, tra una missione 
e due colpi di pala nel cortile




-Cameriere me ne porti un altro!- gridò Alexia, scolandosi per bene il bicchiere che aveva in mano.
-Ma...Alexia, è il terzo bicchiere che prendi...- mormorò Emma, seduta sul tavolino del bar accanto a lei, che stringeva tra le mani un frappuccino ghiacciato.
-Ho caldo e sete, lasciatemi bere il mio thé al limone in pace!- protestò la corvina, mentre il cameriere le serviva l'ennesimo bicchierone della bibita aranciata e dissetante.
-Affogare i dispiaceri nelle bibite non ti porterà da nessuna parte – ribatté Frosty, mordendo la cannuccia del suo succo ghiacciato – A niente di niente...-
Alexia mollò la forte presa sul bicchiere, che ormai aveva impresso il DNA della ragazza, e con un sospiro incrociò le braccia e accavallò le gambe sotto il tavolo – Comunque...questo è quello che è successo – aveva raccontato alle due amiche degli eventi che erano successi quel giorno di qualche settimana prima, quando uscita per imbucare una lettera si era imbattuta in uno strano tizio che le aveva dato informazioni su Luca.
-Davvero una fortuna è stata, che quel tizio non fosse malintenzionato...- commentò di nuovo Emma annuendo – ...altrimenti sai che guaio -
-Già...- rispose Alexia – Per lui, con l'umore che avevo non credo sarebbe sopravvissuto – poi però il suo viso si scurì, ripensando alle parole che le erano state dette – Non devo avere sensi di colpa, dice che lasciare la scuola è stata una sua scelta, ma io non ci credo più di tanto...- sussurrò bevendo un piccolo sorso della bibita.
-Poteva avere problemi personali che lo hanno spinto a questa scelta, come è successo con Diego – aggiunse Frosty seria. Alexia bevve un lungo sorso che le gelò le vene e la fece rabbrividire.
-Trovo comunque strano la piega che sta prendendo la vicenda ultimamente, non avete notato che la scuola sembra più deserta ora?- domandò Frosty rivolta alle compagne, un cipiglio molto serio sul volto. Emma inarcò un sopracciglio – Mi sembra tutto regolare...no?-
-Sembra che molti studenti se ne siano andati, il che è bizzarro dato che siamo a metà Aprile, la scuola sta per finire, perché abbandonarla proprio ora?- milioni di domande sembravano intasare il cervello della riccia che corrucciava le labbra mentre stringeva il bicchiere.
-Lo hai detto tu – s'intromise Alexia - ...problemi personali -
-No...- Frosty bevve un sorso di succo – Sarebbe troppo strano, troppi problemi personali, non ci credo...sta davvero succedendo qualcosa...di strano...-
-Perchè allora non ne parli con Kaori? - suggerì Emma, mentre giocherellava con la cannuccia del suo frappuccino – Magari lei non ha notato questo fenomeno...- ma Frosty sembrava ostinata con la sua teoria e continuava a scuotere la testa con perseveranza.
- Kaori è più piccola di noi, nemmeno più di tanto, ma non è stupida...avrà sicuramente notato qualcosa di insolito e si sarà attrezzata di conseguenza -
Alexia interruppe la discussione provocando un rumore sordo, mentre finiva il suo thé, le amiche la guardarono curiose, lei si asciugò le labbra con il dorso della mano.
-Bhe, non so voi, ma io non voglio sprecare il nostro unico giorno libero a fare congetture strane sull'aspetto scolastico – si alzò in piede con aria solenne – Ora vado in bagno, perché con tutti questi bicchieri di thé mi sta scappando proprio...poi andiamo un po' in giro – tirò fuori dalla tasca dei jeans il portafoglio e lo sventolò sotto gli occhi di Emma e Frosty.
-C'è una libreria qui vicino, ho bisogno di rifornirmi – e con un sorriso si allontanò verso il bagno del bar.








Nel frattempo, approfittando del giorno libero degli studenti e del fatto che la scuola era quasi vuota, Kaori e Cristal avevano dato inizio alla loro parte di missione, quella di chiudere l'ingresso del passaggio segreto diretto nel cortile della scuola.
Armate di zappe, rastrelli giganti e secchi pieni di terra e sassi, ormai da una buona ora stavano lavorando sotto il sole primaverile. Kaori si fermò un secondo a riprendere fiato, i capelli biondi attaccati alla fronte sudata, le due ciocche azzurre legate dietro la testa.
Vide Tenma correre verso di loro con uno sguardo triste e dispiaciuto. Si fermò accanto alle due ragazze per riprendere fiato dalla corsa e osservò il loro lavoro quasi concluso.
-Mi dispiace – esordì Kaori sinceramente – Ma è per il bene della scuola, quelle persone che dite di aver sentito, potrebbero essere pericolose se riescono a entrare qui...- ovviamente non voleva che il castano sapesse di altri dettagli, come il fatto importante che forse quelli non erano ladri ma spie della nuova scuola, stranamente ignota a tutti.
Tenma annuì comprensivo – Lo capisco...- ma comunque non nascose la sua tristezza e abbassò il capo. Cristal lo guardò, mise giù la pala e gli poggiò una mano sulla spalla, fissandolo negli occhi.
-Tenma...- iniziò scuotendo la testa – Dispiace anche a me ma...NON FARE IL RAMMOLLITO E LASCIACI LAVORARE!!- concluse scuotendolo e urlando.
-Cristal!- gridò Kaori stizzita.
La corvina la guardò alzando un sopracciglio – Che c'è? É per il bene della scuola, lo abbiamo deciso insieme, troverà altri posti!- lo disse con fretta e ritornò al lavoro, lasciando Tenma a mordersi il labbro, a ci pensò la presidentessa a consolarlo.
-A tal proposito, se trovi altri posti come questo faccelo sapere, è per la salvaguardia di tutti -
-D'accordo...- e così il castano si allontanò verso la scuola, mentre le due ragazze, una dispiaciuta l'altra menefreghista al massimo, riprendevano il lavoro.
Tenma salì i gradini in pietra e all'ingresso incrociò un Akane ansimante e sudata.
-Lo hanno già chiuso?- chiese ansimando per un'ipotetica corsa.
-Manca poco – rispose secco Tenma. La ramata annuì con disappunto e per un po' i due rimasero in silenzio.
-Mi piaceva proprio...quel posto...- spezzò il silenzio Akane – Era nostro dopotutto -
Vedendola triste, il ragazzo decise di sorridere e seguire il consiglio di Kaori, una parte del consiglio a lui dato – Ne troveremo un altro e magari questa volta avremo più fortuna!-
Akane sorrise contagiata – Hai ragione, magari un giorno avremo un altro appuntamen...- si morse la lingua per non concludere la frase e avvampò – Cio...cioè...intendevo...insomma...-
-Tranquilla! Avremo anche un altro appuntamento!- ribattè il ragazzo – Però non ora, in questo periodo devo allenarmi per le partite e Lii sta aumentando gli allenamenti...-
-Anche io devo dare il massimo con la boxe!- lo interruppe la ragazza stringendo i pugni.
-Diamo il massimo insieme, Tenma!-
-Insieme!- e si batterono il pugno con un gran sorriso dipinto in volto.








La seconda coppia addetta alla missione, era formata da Tsurugi e Benna.
Quest'ultimi si trovavano proprio in prossimità dei cancelli della misteriosa scuola. Il primo indossava una parrucca castana, la seconda una parrucca bionda, la cui falsità si poteva vedere nel raggio di un chilometro. Ora l'edificio sembrava essere diventato una vera e propria scuola.
Una grande massa di studenti circolava nel cortile, ma aveva tutti un aria strana e fu quella la prima cosa che colpì Benna, lo fece subito presente all'amico.
-Ehi Tsurugi, non ti sembrano strani quei ragazzi?- domandò in un sussurro, mentre da dietro il muro in cui erano nascosti, lanciava loro una lunga occhiata preoccupata.
Il ragazzo si sporse a vedere e anche lui alzò un sopracciglio – In effetti...sembrano tutti zombie, ma Benna...- poi la buttò sul ridere -..sarai sicuramente agitata per la missione!Sono tutti molto normali!-
-Allora Victor sei pronto a procedere?- cambiò il discorso e gli sorrise, sebbene gli occhi tradirono la sua paura. Non voleva davvero che accedesse come l'ultima volta, non voleva ritrovarsi chiusa nella sala di un ospedale, non voleva rivivere ancora l'orribile e nauseante sensazione di vedersi passare tutta la vita davanti, in pochi secondi.
-Pronto Arion...ma ha proposito, che razza di nome in codice ti sei scelta?-
Benna ridacchiò – Mi è sempre piaciuto come nome, fanno parte di una anime che...- ma vedendo la faccia perplessa del blu decise di non proseguire con la spiegazione. Però continuava a sorridere come un ebete, con il cuore che le martellava furioso nel petto.
-Direi che possiamo iniziare!- così uscirono dal loro nascondiglio per entrare finalmente nel cortile della scuola e mescolarsi agli altri ragazzi. Avevano dieci minuti di tempo per entrare nell'ufficio del preside, l'uomo inquietante che aveva avviato tutto il progetto, e rubare informazioni importanti.
Nella mente di Benna, mentre salivano le scale, c'era solo quella cartella blu che voleva vendicare.
Come previsto dal piano, era appena suonata la campanella della pausa, e gli studenti uscivano in fretta dalle aule per sgranchirsi le gambe, fu davvero facile passare inosservati e arrivare fino al fatidico secondo piano.
Imboccarono con cautela il corridoio che portava nella stanza del preside, camminando rasenti al muro, videro anche la finestra da cui si erano disperatamente buttati.
Benna ebbe un fremito di esitazione, davvero non voleva che le cose finissero come l'ultima volta, ma quella era la loro missione, non potevano fallire.
Tsurugi le vigilava le spalle, al suo segnale, cominciarono a correre nel corridoio vuoto.
I passi riecheggiava in fretta sul pavimento. Benna si avventò sulla porta e l'aprì in fretta.
Per loro fortuna non era chiusa a chiave.
La stanza era proprio come l'ultima volta in cui l'avevano vista. La grande libreria che svettava al loro fianco, la scrivania di legno al centro, davanti alla grande finestra e alla poltrona in pelle.
-La cartellina!- esclamò Benedetta e subito corse verso i cassetti della scrivania, cominciando a trafficarci dentro con estrema attenzione. Imprecò sbuffando e passò in rassegna il secondo cassetto.
-Nemmeno qui!- spazientita richiuse i cassetti con un botto e sbatté i piedi a terra.
-Calmati Benna!Cerca altrove!- la esortò Tsurugi, piuttosto agitato nel fare da palo.
-Quanto tempo ci rimane?- subito la riccia era passata alla libreria.
Il blu si guardò l'orologio e sbiancò - ...Nemmeno cinque minuti...- la guardò con gli occhi ambrati spalancati, mentre un rivolo di sudore gli scivolava sul collo.
-NO!- Benna fu seriamente tentata di buttarsi giù dalla finestra, mancava poco alla fine del tempo stabilito e quella dannata cartella non sembrava essere nell'ufficio. Questo però le dava anche una strana inquietudine mista a soddisfazione. Non si era sbagliata, quella cartella era davvero importante. Si fermò in mezzo alla stanza e cacciò un profondo respiro.
Doveva ragionare come quell'uomo, pensare a dove poter nascondere un oggetto così importante... riflettere... pensare... agire!.
Corse verso un piccolo scaffale, solitaria sopra un grosso vaso con una pianta. Lì vi erano solo due libri molto vecchi, un barattolo di vetro pieno di penne e...
-La cartella!- spiccò un piccolo saltellò e afferrò l'oggetto tanto bramato, tirando un sospiro di sollievo. Una lacrima le percorse il viso, un sorriso radioso le illuminò il voltò mentre tirava via Tsurugi dallo studio e si tuffavano lungo le scale.
La campanella suonò in quel momento e subito una folata di studenti si accinse a salire le scale per tornare nelle rispettive classi. Potete benissimo immaginare la scena, milioni di piedi e corpi che scalpitavano di malavoglia per raggiungere in fretta le classi.
Benna e Tsurugi erano gli unici contro corrente, che invece si salire le scale le scendevano a rotta di collo, la ragazza con il prezioso oggetto sotto la maglietta.
-Di qua!- gridò il blu afferrandola per un braccio. Benna fu allontanata dagli altri studenti e guidata in fretta verso l'uscita. Il cuore le palpitava fortissimo, le pulsazioni le rimbombavano nelle orecchie. Non era solo perché Tsurugi la stava tenendo per mano, ma anche perché ormai bastava solo varcare i cancelli per uscire da quell'istituto e poter finalmente tirare un sospiro di sollievo, definitivo.
Forza, forza...
Nel cortile erano rimasti pochissimi ragazzi, anche loro si accingevano a tornare il classe, anche se la campanella ormai aveva smesso di trillare.
I cancelli erano davanti a loro, Tsurugi ansimava forte per lo sforzo e anche Benna sembrava molto affaticata. Si gettò delle ultime occhiate intorno e tra tutte quelle persone scorse un volto famigliare.
-Ma quello è...- puntò i piedi a terra facendo fermare Tsurugi.
-Benna coraggio! Ce l'abbiamo fatta, non possiamo rischiare che qualcuno ci...- ma le parole finiro nel vuoto, gli occhi castani di Benna fissavano un volto, un corpo che non vedeva da un po'.
Un ragazzo si stava alzando dall'erba, in mano reggeva un libro che sembrava di storia, aveva lo sguardo vacuo e perso. Gli occhi , un tempo di un brillanti azzurro, ora erano sfocati.
I loro sguardi si intercettarono, sul volto del ragazzo comparve un ghigno, poi si allontanò a passo lento, con il libro sotto braccio.
Tsurugi boccheggiò – Ma quello...era...davvero...-
Benna strinse i pugni e annuì, pronunciando con rammarico un solo nome – Alexia...-








La porta della sala insegnanti si chiuse con un tonfo. Le tende coprirono la luce del sole, rendendo nel luogo una forte penombra, carica di eccitazione.
Kaori, Cristal, Benna e Tsurugi erano intorno alla scrivania della rappresentante, con il fiato sospeso e il corpo tremante. La cartella blu era poggiata sopra la superficie del tavolo e sembrava guardarli maliziosamente.
Cristal allungò una mano, lasciando scorrere le dita sull'oggetto.
-Ora...o mai più...- gli amici annuirono e la cartella fu aperta con estrema attenzione.
La prima cosa che ne uscì fuori fu un piccolo biglietto di carta, su cui era inciso un unico nome.
Tuttavia quel nome bastò a far spalancare gli occhi a tre dei ragazzi.
Solomon

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Perfavore fate finta di apprezzare questo capitolo, davvero, fa veramente schifo.
Non ho nemmeno avuto la forza di editarlo come si deve. Diciamo che dopo un estate che non posto questa storia, bloccata da altre idee e sto cavolo di capitolo, ce l'ho fatta.
Che dire, ero indecisa se chiudere col botto o meno... ma alla fine mi sono decisa, perché dopo venti capitoli mi sembra ora di rivelare il cattivo. 
Solomon...ve lo ricordate? Ve lo aspettavate?. Per chi non ha letto la precedente "stagione" la spiegazione di costui arriverà presto, dont worry.
E chi era quel ragazzo che ha visto Benna? Sicuramente si sarà capito...
Prometto che dal prossimo capitolo tornerò quella di una volta: ci saranno descrizioni dettagliate (per quanto io sappia farle), azione (per il massimo che posso fare), spiegazioni varie e anche un po' d'amore.
Riprenderò a studiare tutti gli OC e a famigliare di nuovo con loro, dopo un estate sono proprio intontita.
Per questa volta lasciate passare, pleasee. <3 
Baci a presto!
   
 
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