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Autore: babyluna    16/09/2016    3 recensioni
"Dammi un solo motivo per cui, ora, non dovrei essere qui.
Solo uno, e giuro che ti lascerò sola, se è quello che vuoi.
Ma se non hai motivo, allora sappi che resterò qui e non me ne andrò mai più."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa è la mia prima storia a capitoli.

È incentrata sulla Dramione, coppia che io amo ma non fatemi cominciare a descriverla perché potrei non finire più. :3 Se vi va lasciatemi pure delle recensioni dicendomi cosa ne pensate, sono sempre felice di rispondere ^^

Grazie di aver scelto di leggere questa storia e buona lettura!

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EVERGLOW

 

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Like a lion you ran, a goddess you rolled

Like an eagle you circled, in perfect purple […]

When it feels like the end of my world

When I should but I can't let you go?”

 

Everglow, Coldplay

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Hermione camminava nel corridoio deserto.

 

I suoi passi rimbombavano come spari lontani sulle pareti, scandendo il tempo che scorreva più lentamente di quanto avesse mai fatto.

 

Le sue dita accarezzarono un davanzale di pietra ricoperto da un sottile strato di polvere e arrivarono a una goccia di sangue.

 

Le tracce della battaglia c'erano eccome.

 

Non ne poteva più di sentire Ron e Harry dirle di dimenticarla, perché lei non ci riusciva, era inutile provare.

 

Ogni notte si svegliava sudata e si sentiva chiusa in una gabbia, allora correva alla finestra e spalancava il vetro, facendosi scorrere l'aria notturna sul viso caldo.

 

Non ne poteva più, di niente.

 

Le dita di Hermione si fermarono alla fine del davanzale e ricaddero nel vuoto.

 

In quel momento, il sole incontrò la montagna e il tramonto si infuocò. Un raggio corse ad accarezzare i corti capelli di Hermione, creando dolcemente giochi di luce.

 

Dopo la battaglia, alla Tana, Hermione si era chiusa in bagno e con un paio di grosse forbici d'argento si era tagliata i capelli che le ricadevano morbidi sulle spalle, tutti.

 

Ora, al posto dei lunghi boccoli, aveva i capelli mossi fino al mento, per poi interrompersi in ciocche disordinate. Il colore, però, era sempre lo stesso caldo color cioccolato.

 

Ron non aveva fatto domande, quella sera. Si era limitato a prenderla sulle ginocchia e cullarla, sul divano, mentre gli altri della famiglia si muovevano davanti a loro come ombre.

 

Per loro non aveva importanza.

 

Hermione si era addormentata sul suo petto, mentre Ron giocava con i suoi capelli.

 

E quando tutti se ne erano andati, Ron si era steso di fianco a lei, sul divano, e l'aveva stretta forte, fino al mattino.

 

Hermione guardò fuori dalla finestra: la luce rossa del sole morente si rifletteva sul lago calmo.

 

Udì dei passi dietro di lei. Passi posati, lenti, ma che la fecero girare ugualmente.

 

La luce smise di riflettersi sui suoi capelli.

 

 

Due occhi verdi la osservavano con un'apatica curiosità.

 

Non erano verdi: erano l'esatto colore dei fragili germogli appena nati.

 

Hermione, pensandoci, ricordò distrattamente di aver notato dei germogli di Tentacula velenosa, giù alle serre.

 

Poi ricordò a sé stessa che i germogli possono anche essere molto forti e soprattutto molto pericolosi.

 

Hermione alzò una mano e toccò senza pensarci una ciocca di capelli. Si stupì nel sentirli così corti.

 

Poi ricordò cosa aveva fatto.

 

Draco non staccò gli occhi da lei per un secondo, mentre si avvicinava lentamente, misurando i passi, come ci si avvicina a un animale ferito.

 

Senza dire nulla, sfiorò le punte dei capelli di Hermione, strofinandoseli fra le dita.

 

La ragazza lo guardò con serietà; sembrava una bambina che guarda uno spettacolino e aspetta il numero più bello.

 

Draco abbassò la mano, ma non distolse lo sguardo.

 

Per un folle momento, alla ragazza sembrò che si stesse inclinando con dolcezza verso di lei.

 

Poi, come se non fosse successo nulla, Draco si girò e proseguì lentamente nel corridoio.

 

Hermione rimase a guardare la sua schiena finché non voltò l'angolo e scomparve dalla sua vista.

 

Poi, girandosi con lentezza, posò lo sguardo sul lago. Non era più rosso: era di nuovo nero, come la montagna, perché il sole era tramontato.

   
 
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