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Autore: Momoka chan    04/05/2009    3 recensioni
Rochestre,1933: una diciottenne sparisce e, dopo il dolore, la famiglia prova a dimenticarla...ma esistono gli imprevisti e i segreti possono non rimanere tali se nasce qualcuno uguale e diverso a chi si è cercato di scordare.... E' la mia prima ff, siate buone!!
Genere: Romantico, Commedia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rosalie Hale
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Nothing and Everything

Nothing and Everything.

 

Cosa sono il Nulla e il Tutto? Niente od ogni cosa…o forse solo il secondo di silenzio tra un’emozione e il suo rifiuto.

 

 

Non riesco a capire perché stia facendo questo…spero solo che serva…non capisco cosa sia questa nuova leggerezza e forse per saperlo devo prima dire alle tenebre…devo dire addio…

Il punto è che non voglio…conosco il mio rifugio buio e non lo voglio lasciare…qui sono al sicuro.

E poi c’è quella sensazione…quella maledetta sensazione…che non è più con me…era il mio allarme e mi doveva proteggere, ma ora…niente.

Non mi sento inadeguate, colpevole, spaventata o chissà che altro… sono solo…io.

Ma  non va bene! Non posso essere solo Rosalie…non è giusto, non è vero…non sono più me da troppo tempo…non voglio più esserlo da quella sera.

Se lo fossi dovrei raccontare, parlare, mostrare al mondo la mia ferita, la mia indecenza…ma questa nuova cosa…Dio mio, non so neanche cosa sia….mi trascina fuori…vuole vedermi rovinata…sbugiardata davanti a tutti quelli che conosco…davanti a lui.

E’ tutta colpa sua se la sensazione non è qui a proteggermi…lui è un ragazzo stupendo, mi piace e forse di più…lo vorrei…e lei non mi protegge…non mi strappa da lui come aveva fatto con gli altri.

Ha sempre funzionato con tutti, a parte Edward e Carlisle, ma ora…niente di niente…non c’è verso.

Era arrivata durante una visita a Denali…mi avevano accompagnato a conoscere le mie cugine adottive…mai piaciute le visite ai parenti, ma loro erano simpatiche e gentili. Kate, Irina e Tanya.

Ma evidentemente quello era il periodo delle affiliazioni e anche alle tre sorelle si era aggiunta una coppia: Carmen ed Eleazar.

Sono di origini spagnole, con i capelli e gli occhi scuri e la pelle olivastra sotto il colorito pallido…il ragazzo era veramente bello e mi ero messa a guardarlo di sottecchi, ignorata del resto, quando cominciai a sentire un peso sul petto…un’inadeguatezza, un senso di terrore e di stare sbagliando…non mi dovevo avvicinare…era un uomo, nonostante tutto…sarebbe risuccesso.

Finora è sempre andata così, ma con Emmett…è tutto sparito…dovrei raccontargli, ma non riesco.

Non ho mai raccontato a nessuno, parlando, quello che mi è successo.

Non ho mai detto che…che… 

Il foglio era strappato, di netto, e rovinato da una macchia d’inchiostro, come se la pena fosse stata spezzata.

Stavo iniziando a intuire…non avrei voluto sapere cosa succedeva dopo, ma ormai…dentro, conoscevo il destino della mia povera amica.

Girai il foglio, pensando di non trovare quella parola.

…VIOLENTATA.

Lo stava urlando.

Non so perché , ma me la immaginai in quella stessa stanza, la finastre chiuse e una macchia nera sul pavimento, a respirare male, incredula di avercela fatta e per un secondo più tranquilla, prima di dover rientrare nell’inferno.

Quella maledetta sera tornavo dalla casa di Vera…

Vera!

…alla mia…quando li ho visti…sotto quel lampione, le bottiglie in mano, a due passi dalla porta.

C’era lui con loro…c’era Royce…

Royce…O Dio santissimo…

Ricorderò per sempre le loro parole…Rose! Ecco la mia Rose!!...Dov’eri finita? Avevamo freddo!...Non è più bella di tutte le bellezze della tua Georgia??....Fa’ un po’ vedere come sei fatta!

E quelle risate…le loro mani…i visi rossi per l’alcool e l’eccitazione…di vedermi davanti a loro distrutta e indifesa…la paura e il terrore di aver capito tutto e non poter fare niente.

E i colpi per tenermi incollata al suolo, mentre mi spogliavano e mi strappavano di dosso gli abiti per violentarmi, toccarmi e fare quello che volevano.

E quelle stelle…il primo e l’ultimo istante di tutto.

Il freddo…e la certezza di morire, dolce e accetta, e il vento sulla pelle.

 

Ero lì…seduta…ferma…immobile, quasi priva di coscienza…conscia di quello che sapevo e triste per questo, distrutta.

Chi era lei per me? Nessuno, una morta…aveva la mia età e avevo visto la sua vita schizzarmi sotto gli occhi…ora ne vedevo la fine, più desolante e ovvia che mai.

Non mi accorsi nemmeno di aver iniziato a piangere…non era un pianto isterico, di rabbia o dolore…non mi accorsi nemmeno di aver iniziato.

Lo capii soltanto quando sentii il viso e il collo bagnati dalle lacrime che cadevano sul vestito d’oro che mi era sembrato così fragile, ma che ora, in confronto alla felicità, sembrava l’acciaio.

 

 

Ma il  gelo aumentò, molto più vicino a me e il vento iniziò a soffiare sulla mia pelle con violenza.

Quando riaprii gli occhi per la prima volta  ero al caldo e non sentivo assolutamente niente. Ero completamente in pace.

C’erano delle voci…di persone che, come tante altre, avrebbero deciso il mio destino.

-Lei!! Fra tutte le ragazza che rischiano di morire ogni giorno, lei dovevi salvare. La cercheranno dappertutto!!-

-Non potevo lasciarla lì. Lo capisci questo? Era troppo inumano.-

-Tanto in questo mondo è inumano...-

-Edward...come puoi pensare di non aiutarla...noi possiamo salvare chi è più debole di noi...questo è il dono che è stato fatto a tutti noi.-

-Esme...-

-E ora, che hai intenzione di fare?-

-Non penso ce la farà.-

Mi chiesi cosa dovevo ancora fare, per cosa dovevo lottare…io ero già morta, chiedevo solo di potere stare finalmente in pace…

Non ero cosciente del mio corpo, ma la mia mente c’era…sapevo chi stava parlando: Carlisle, Esme ed Edward Cullen…oggi sono la mia famiglia…se quello che mi hanno fatto sia stato bene o male, non lo so ancora…

In quel momento desideravo solo che i battiti del mio cuore fossero contati e, inaspettatamente, venni esaudita…anche se non nel modo inconsueto…

 

Come poteva scrivere se il suo cuore non batteva più? Come poteva soffrire e amare?

 

 

 Due dita gelide si appoggiarono sul mio collo, forse per cercare il battito, e poi iniziò tutto.

Un lampo di dolore mi attraversò. Senza sparire. Qualcosa di innaturalmente acuminato mi trapassò la pelle del collo...e ne uscì.

Mi irrigidii e sentii le mie braccia che si contraevano in uno spasimo.

Poi il freddo scomparve per diventare l’inferno.

Cominciò piano nel petto e si allargo come una macchia di petrolio incendiato in tutto il mio corpo per consumarlo.

Il mio respiro divenne irregolare e iniziai a rantolare...era tutto così caldo, troppo caldo e la mia mente era annegata nel dolore e concentrata solo su di esso.

Qualcosa di gelido si appoggiò di nuovo sul mio collo... una mano... era così meravigliosamente fredda. Mi aggrappai a quell'ultima ancora, sperando che mi aiutasse a risalire.

Eppure mi arrivavano solo scuse.

Un altro spasimo. Strinsi la mano più forte. Non la volevo, ma non riuscivo a staccarmi.

Il mio corpo smise di ascoltarmi...il respiro e il battito del cuore erano frenetici, come se avessero saputo di dover morire poco dopo...gridai...perché il dolore non si calmava se gridavo? A che mi serviva quell’ ultimo appiglio umano?

-Scusami. Piccola, perdonami...finirà.-

La voce si perse nel nulla. O nel fuoco.

Smisi di pensare o sentire, avvolta da qualcosa che non sarebbe dovuto essere destinato a me.

 

Riprendere coscienza di me fu peggio che averla persa.

Il bruciore ricomparve più violento e demoniaco di prima con la consapevolezza di esserne immersa e di non poter fare niente. E ricomparvero le voci.

-Quanto manca?- Quanto mancava a cosa, accidenti ?! Non sopportavo di non sapere cosa diavolo stesse accadendo a me e al mio corpo!!

-Maledizione a quei porci! Aveva la sua vita e ora diventerà un mostro per colpa di due tipi diversi di mostri...-

-Ma cosa stai?-

-Edward. Non puoi sempre sentire e sapere tutto. So quanto faccia male questa consapevolezza in momenti come questi, ma non puoi salvarle tutte, non sei onnipotente... hai già impedito che la vita di tante andasse a rotolo...-

-Questa città è piccola. Se avessi controllato meglio i pensieri che mi arrivavano l'avrei potuta aiutare...-

-Lo potrai fare anche adesso. Avrà bisogno di aiuto.-

-Sarebbe stato meglio se l'avessi fatto prima...-

Che avrebbe dovuto fare prima? E che aveva in testa quel povero pazzo? Cosa pensava di essere capace di fare? Stenderli tutti? Un ragazzo contro cinque uomini? Certo che gli scemi...

Tutto intorno a me appariva più chiaro e definito e per un attimo ebbi la sensazione che il dolore cominciasse a lasciarmi...i piedi e le punte delle dita non stavano bruciando più, erano... fresche.

-Tesoro, forse è meglio se cominci a spiegarle cosa le è successo...è abbastanza cosciente?- Cosa mi era successo? Grandioso o orrendo: era finita ma come al solito non ho deciso niente...fantastico.

- Piccola, Rosalie…riesci a sentire?-

Girai la testa e, fissando Carlisle negli occhi, gli chiesi cosa diavolo mi fosse successo…o meglio che mi stava succedendo.

Non volevo che mi raccontasse tutto…che senso può avere aggiungere un inferno a un altro?

Edward gli si avvicinò per un attimo e sussurrò qualcosa che non riuscii  a capire, parlava tanto in fretta…

- Quando ti ho trovato stavi per morire, lo sai vero?-

-Perché non mi hai lasciato lì? Perché non mi avete permesso di morire?? E questo maledetto bruciore!! E una nuova, stupida cura? Smettetela!!-

- Ora è tardi. Spero che mi perdonerai…ho deciso per te. Ma non potevo lasciarti lì…-

-Perché?-

-Perché una vita conta.-

Mi voltai di scatto…era Edward.

-Fra poco tutto questo finirà…ascoltami…e non prendermi per pazzo, per favore.-  Sorrise un po’ amaro.

- Rosalie…ora tu non sei più umana. Per molti, ma puoi ancora esserlo…in modo diverso…-

-Ma che accidenti vuol dire?- Ricominciai a sentire il petto bruciare più forte, il mio cuore veloce.

- Sei un vampiro.-

Rimasi paralizzata…ero un mostro.

 

< Dio, l’ha detto. Ti prego, no, dimmi che ho letto male…è un codice…non può essere…>

Volevo alzare i tacchi, scappare, lontano da quello che sapevo.  Come?

Perché tutte a me?? Non bastava già aver perso l’amore, la serenità, la felicità e Dio solo sapeva che altro?  Il destino non mi aveva già dato addosso abbastanza? Avevo chiesto o sperato troppo?

 

< Ma perché tutte a me?? Non era sufficiente avere un interesse insensato e ossessivo per una morta? Che poi manco è morta…più o meno. Noooo…dovevo anche scoprire che lei è una vampira…e io mi sono per giunta intrufolata in casa sua!! Ma che genio!! Che ho fatto di male…e anche lei?? >

 

Rimasi paralizzata.

Poi, di botto, sentii una specie di esplosione nel  petto…violenta, bruciante.

Sobbalzai e Carlisle mi prese di nuovo la mano, come se stesse per scadere il tempo.

- Tra poco la trasformazione terminerà e io non so come sarai al risveglio. Noi non siamo vampiri normali.

 NON  UCCIDIAMO GLI UOMINI.

 

Cheeee?!?!?

 

Sopravviviamo grazie al sangue animale e ci sappiamo controllare. Se lo vorrai,  potrai restare con noi…nella nostra famiglia.

Qualunque cosa sceglierai, sappi che non sarai mai un mostro…ricordatelo.-

Avrei voluto rispondere, ma, in quel preciso istante, il mio cuore prese a bruciare.

E non come prima…tutto il calore stava lasciando il mio corpo e schizzando verso il petto, concentrandosi.

Ricaddi indietro e mi sentii mancare il respiro.

Veloci, sempre più affannati, i battiti mi risuonavano nelle orecchie, come nella più folle e mortale delle corse.

Di botto fu il silenzio…e una specie di pace.

Riaprii gli occhi e li ritrovai in fianco a me, cauti.

- Come ti senti? Senti un bruciore in gola?-

Non me ne ero accorta e portai la mano alla gola…niente di che, solo la secchezza che si ha dopo aver cantato a lungo quando fuori c’è vento.

Lo dissi e vidi gli sguardi di tutti rilassarsi.

- Bene, questo ci da un po’ di tempo. Rosalie, credi alla storia che ti ho raccontato prima?-

- Neanche a una sola parola. Perché non vi fate ricoverare tutti?? Essere pallidi non vuol dire essere esseri mitologici.-

- Guarda la tua pelle.-

Era più chiara del solito…- Sono sempre stata pallida.-

- Non ti sembra di vedere e sentire meglio?-

A dire la verità, me ne ero già resa conto…la danza della luce riflessa degli specchi era quasi una magia…- Ho sempre avuto una buona vista.-

Si avvicinò alle tende e aprì la finestra: la luce dell’ alba entrò nella stanza e andò a posarsi sulla pelle del dottore.

Brillava.

Si scostò e lasciò che quel raggio arrivasse sulla mia pelle: rimasi a guardare il mio braccio…non era più carne, ma un diamante di seta.

- O mio Dio. Allora è tutto vero…sono davvero un…un…un vampiro.-

Scattai in piedi e, mentre mi giravo per prendere una coperta da mettermi addosso, mi accorsi di indossare una camicia da notte lunga alla caviglia…erano stati loro…gentili.

- E’ mia…spero che non ti sia piccola.-

Restai a bocca aperta: si preoccupavano per me.

- Grazie…Esme.-  Mi sorrise di rimando.

- Come va la gola?-

- Brucia un po’ di più…perché sempre questa domanda?-

- Ci serva per capire quando abbiamo sete…tu sei una nuova vampira, una neonata, ed è già incredibile che tu sia così calma, ma è meglio non rischiare…andiamo a caccia??-

Andai nel panico più assoluto…caccia…sete…

- Cosa vuol dire tutto questo?-

- Quando abbiamo sete diventiamo più pericolosi…anche se con il tempo impariamo  a dominarla. Non ti preoccupare, non uccideremo nessuna persona, solo degli animali…-

- Come farò?? – Ero sull’orlo di una brutta crisi di panico.

- Sarà naturale…ti verrà spontaneo…è normale.-

Annuii, ben poco convinta.

Esme mi si avvicinò. – Forse prima è meglio che si dia un’occhiata, che dici?-

- Perché?? –

Lei riprese a parlare, con una dolcezza che assomigliava a quella di una madre – Vedi, con la trasformazione anche il nostro aspetto cambia un po’…a volte è difficile accettarlo, anche se forse per te sarà più facile…in particolare, non ti preoccupare degli occhi…ti abituerai e tre poco cambieranno…-

Ero sempre più stressata, ma lasciai che Esme mi appoggiasse un braccio intorno alle spalle, mentre mi accompagnava verso il bagno.

- Ti ho lasciato dei vestiti…se ti serve qualcosa dillo.-

Entrai esitante a occhi chiusi e mi trovai di botto davanti a quel maledetto specchio…i miei occhi.

Rossi, come rubini insanguinati, e terrificanti.

Sentii una specie di rabbia violenta sul punto di esplodere, ma riuscii a calmarmi…avevo visto anche il resto.
Quelle due pietre inumane sul  mio viso illuminavano il volto di un  angelo: ogni mia caratteristica si era armonizzata con le altre, creando un insieme perfetto e unico…divino.

Presi tra le dita una ciocca di capelli…fili di seta d’oro.  Seguii quella mano fino alla spalla e poi rimasi bloccata davanti allo specchio.

Ora capivo cosa volesse dire “ Forse per te sarà più facile”…ero già bella, ma in quel modo…le gambe sembravano più lunghe e le braccia più affusolate, la vita più sottile e il seno più formoso.

Provai a sorridere…una magia ammaliatrice, ecco cos’era.

Mi vestii alla svelta: sentivo la gola bruciare di più ogni minuto che passava e uscii dalla stanza.

-Tutto bene??-

- Sì, grazie-

 

< Ma come “ Sì, grazie”?? Ma eri normale tu prima che ti succedesse tutto o avevi già seri problemi??  Penso la seconda….ti hanno appena detto che sei diventata un essere mitologico, non tradizionale per giunta, e tu fai la persona tranquilla??        Non sarà mica un problema genetico…ecco da dove arriva la mia curiosità da pazza…sempre tutta colpa tua…non fossi una vampira, avrei anche due paroline da dirti…mi cacci in un guaio dopo l’altro…non hanno mai pensato di farti esorcizzare da piccola??-

Dove accidenti mi ero cacciata?? Il mondo aveva invertito la rotazione? Facile…spaventoso ed…eccitante. Sapevo bene che quello non era propriamente un comportamento intelligente, ma io, la piccola umana, ero mortalmente attratta da quel mondo che non sarebbe mai dovuto esistere…in fondo il frutto proibito attrae.

 

- Pronta per andare? Dopo ti sentirai meglio, vedrai. -

- Dove andremo a…cacciare?-

- Oltre le colline. Lì non ci va mai nessuno perché “qualcuno” ha “casualmente” sparso la voce che ci sia un animale pericoloso…indovina chi è stato? –

- Lo avete fatto per proteggerci? –

- Anche per comodità…non c’è bisogno di controllare tutto…praticità.-

Se c’era un disilluso in quella famiglia, era Edward…mai piaciuti i tipi come lui…non era un pensiero difficile, ma automatico.

- Grazie, Miss Hale –

Lo avrei bombardato di domande se Carlisle ed Esme non mi avessero trascinato via.

Cominciammo a correre: non avevo mai provato qualcosa di simile, la parola “volare” non rende neanche lontanamente l’idea.

Al primo salto schizzai 10 metri più in alto del dovuto per un attimo riuscii a godermi l’aria profumata dei pini che mi passava sul viso e tra i capelli.

Atterrai tra il gruppo e mi guardai attorno spaesata: il bruciore cresceva e io non avevo idea di che fare.

- Tranquilla, è già nella tua natura. Chiudi gli occhi e concentrati sugli odori e i suoni…che senti? Che capisci? Cosa sai di dover fare? –

Non ci fu bisogno di dire oltre: schizzai in avanti, attratta da quel modo pieno di vita pulsante e di sangue che mi circondava…era l’onnipotenza stessa.

Una folata mi prese in pieno e io la seguii, attratta ma non ancora persa.

< Come lui, sei lucida e puoi decidere, ma oramai sei catturata dalla bramosia…>
Mi acquattai dietro all’albero, scattante e pronta ad attaccare.

<…Sei nascosta nell’ombra, pronta a distruggere per il tuo piacere…>
Mi lanciai sul cerbiatto davanti a me, come la predatrice perfetta che ero.  In due instanti l’animale era a terra, terrorizzato e conscio di cosa stava per accadere, gli occhi sbarrati, anche senza l’intelligenza.

<….e ora atterri l’altro, ignorando ogni paura o legame…ammettilo, dov’è la differenza?...>

Affondai i canini nel collo morbido, sentendo il liquido cremisi e denso, scivolarmi per la gola e alleviare quel dolore bruciante, persa nella beatitudine del momento…perfetto.

<….è meraviglioso…ti piace, Rosalie e lo sai…che te ne importa ora degli altri, ora che hai il potere? Puoi decidere tu per ogni tuo capriccio…>
Prosciugai ogni goccia di vita e mi tolsi di dosso la carcassa, sospirando, per un attimo calma e rilassata.

< Siete uguali, non negarlo. Avete entrambi agito per il vostro piacere, senza pensare a nulla, solo per desiderio…non sei migliore di lui, non crederlo per un secondo…al posto di un animale poteva esserci un umano e tu avresti goduto della sua morte…che vi divide allora, mostri dell’inferno?>

Crolla sul terriccio.

Era vero, tutto e maledettamente vero.

Cominciai a singhiozzare, non solo per quello che avevo fatto, ma anche per quello che mi avevano fatto. Mi ritrovai ad accarezzare la pelliccia esangue del cervo, come avrei voluto che accadesse a me.

Stavo per perdere la testa, quando due mani mi sollevarono il mento e un ciocca di capelli rossi comparve nel mio campo visivo.

Edward.

- Non provare mai più anche solo a pensare qualcosa che assomigli a questo…non lo fare, ti prego.  In questo momento tu, la forte e invincibile neonata, sei l’essere più fragile dell’universo:ma ora siamo qui e ti aiuteremo, te lo prometto…rimani e saremo la tua famiglia e, beh, cercherò di essere un buon fratello…su di me puoi contare, e anche su di loro…non ti lasceremo.  Ma tu, non pensare mai più cose simili…è terribile solo sentirle…anche se ora tu avessi ucciso un intero villaggio, saresti ancora il più puro degli angeli in confronto a loro, mi hai capito??-

Annui e mi portai le mani sul viso per asciugarlo, ma non sentii nulla.

- Non possiamo piangere, dormire o cambiare. Ed è dura ucciderci.-

- Che vuol dire che non possiamo cambiare? –

- Siamo congelati nel nostro ultimo istante di umanità, senza mai crescere o invecchiare.-

Mi sorrise, un vero sorriso per una buona volta, e mi tese la mano. – Forza, tirati su…un cervo non è mica abbastanza e poi ne avremo di cose da dirti…dai…Rosalie. –

 

Erano umani.

Al diavolo le palle mostri bevitori di sangue e assassini di fanciulle, erano migliori di tanti uomini.

Non potevo credere alla storia che si delineava, perfetta e impossibile,  sotto ai miei occhi: la maledetta luce, che finiamo per cercare come degli ossessi, si va sempre a nascondere nei luoghi più improbabili, ma questa non è forse la regola del mondo?

Belli come dei, quelle creature facevano pazzie per non diventare mostri ed erano pronte ad accogliere, forse…forse non ero poi in guai così catastrofici…se mi avessero beccata potevo calcolare uno 0,00001% di possibilità di scamparla…forse meno, alla Legge di Murphy non ero mai piaciuta…

 

Continuammo a cacciare per parecchio e, con mio grande sconcerto, non ho mai avuto altre difficoltà…era naturale e facile; Come resistere al sangue umano del resto. Per una neonata ho sempre avuto un buon autocontrollo, anche se forse è stato in gran parte merito di Carlisle…è un maestro eccezionale e un vero padre, penso che sia così anche per Ed…sperò che lo sarà anche per lui.

Il tempo passava tranquillo, a parte gli sbalzi d’umore miei o quelli del mio adorato fratellino che di solito erano correlati ai miei, per via dei pensieri…simpatico curiosare nella testa altrui.

Ma le bombe innescate prima o poi devono esplodere, è fisica.

Esme era andata a fare compere ed era tornata con dei vestiti per me: penso di essere rimasta a fissarli un buon 5 minuti, prima di ricordare che le persone educate ringraziano.  Per sdebitarmi decisi di aiutarla a sistemare i suoi, non che fossero tanti, e involontariamente cominciai a curiosare…

Allora è davvero un vizio di famiglia!! Avevo ragione, c’entri sempre tu!

E mi accorsi che erano tutti della stessa taglia, come se non prevedesse nulla, neanche una gravidanza…e le chiesi perché non avesse ancora avuto un bambino.

Rimase bloccata per un po’, poi piegò la camicia che aveva in mano e si sedette sul letto.

Mi sedetti in fianco, in colpa: pensavo di aver toccato qualcosa di doloroso.

Si girò piano. – Non possiamo.-

Mi appoggiai la mano sulle labbra, la vedevo triste davvero. – Mi dispiace tanto, Esme, non…non volevo farti parlare di un problema così doloroso, scusami…-

Mi abbracciò e mi accarezzò i capelli. – Rosalie, noi vampiri non possiamo avere bambini…non cambiamo mai e la gravidanza è come un uragano di modifiche… quello che serve per far crescere il piccolo viene creato e tutto muta.-

Ero paralizzata, distrutta. – Vuoi dire che tutto quello che siamo sono splendide eterne statue di giaccio incapaci da vita e amore? –

- Povera piccola…no, non siamo ghiacciai perenni, quando amiamo è per sempre, non importa chi o come…e grazie a questo siamo in perenne movimento: ogni forte emozione ci rende diversi e così ogni dolore.

Nell’animo siamo tutto tranne che statici, ma il nostro corpo invece è paralizzato nell’ultimo istante di vita umana. –

- Ma dov’è ora la differenza tra noi e una roccia? –

- Anche la roccia si sgretola, noi restiamo, a meno che non ci distruggano, un po’ come la Terra…e se non possiamo dare la vita, possiamo proteggerla…. –

- E’ questo che cos’è, un specie di patto per avere in cambio eternità e bellezza?-

Amo quegli aspetti, ma sarei pronta a restituire tutto anche oggi pur di riavere il mio corpo caldo e vitale per nove mesi…a qualunque prezzo.

- No, è solo la nostra condizione…per sopravvivere alla morte, l’ultimo cambiamento per ritornare all’inizio, bisogna fermarsi…è solo il motivo per cui siamo vivi. –

Non sapevo cosa dire, fare…niente di niente.

Mi ritrovai di nuovo nell’abbraccio freddo di Esme, come una ragazzina adolescente tra le braccia di sua madre. – So a cosa stai pensando, piccola…non sei la sola. Tanti di noi desiderano poter tornare indietro, per poter di nuovo essere sereni e in preda alle emozioni più sciocche e travolgenti, per poter vedere il proprio ventre o quello della compagna crescere per far posto nel mondo a una nuova vita…non ci abbandona mai. Quello che devi continuare a cercare è la felicità…arriverà; Rosalie, e sempre nel modo e momento più insperato. –

Passai la notte seduta sul cornicione sterno della casa: era un posto così…rilassante.  Guardavo le stelle, le nuvole, la luna e quelle migliaia di nuovi colori che tutti i giorni mi passavano davanti agli occhi…meravigliosi ed irripetibili.

< Hai capito ora cosa ti hanno fatto veramente? Non ti hanno rubato solo il corpo, l’innocenza e la vita, ma anche i sogni e le speranze…cosa avevi chiesto sempre alla tua vita? Dei bambini e l’amore del tuo compagno per quello che avevate da vivere…neanche sapevi cosa era l’amore ma eri pronta ad accettare quello che veniva…E ora, cosa hai tra le dita, se non un’eternità da sola?>

Scattai in piedi, in preda all’ira…la prima volta era stata la disperazione per essermi sentita uguale a lui, ma ora, erano  rabbia, odio e dolore allo stato più puro.

Vendetta.

Per me, le mie speranze e le vite rubate al modo.

Per la famiglia, illusa come me, la mia amica, felice della mia gioia.

Per tutto ciò che mi era caro.

Li avrei uccisi tutti:prima i suoi amici, senza neanche ricordarne il nome, il loro odore per scovarli e poi lui.

Da solo.

Facendogli capire di stare per morire, inerme.

Sarei diventata come loro, ma non mi importava, al diavolo tutto e tutti.

 Avrei tradito fiducia e affetto, ma era il mio ultimo pensiero.

Appoggiai sul tavolo della cucina un foglio per avvisare che me ne sarei andata e feci per uscire.

- Aspetta.-

- Fatti gli affari tuoi, Edward, e fuori dalla mia testa! –

- Ferma solo un secondo…sai cosa stai andando a fare? –

- Sì.-

- E non hai paura? –

 Mentii. – Perché mai dovrei averne? –

- Non sui torna mai indietro. Sicura di volerlo fare…me ne occupo io.  Tu devi avere giustizia... –

- Pensai ai tuoi di problemi e lasciami in pace…lo so anch’io che dopo sarò come loro, ma lo davo fare o sarà sempre peggio. E ora, giù le zampe dai miei pensieri, per cortesia.-

- Non potrai mai essere come loro, te l’ho già detto…sarai migliore di loro per l’eternità. Non vorrei che tu soffrissi...-

- E allora lasciami in pace!! CHE CREDI DI SAPERNE , TU?? –

Corsi nella notte fino a quando…qualcun altro mi chiamò: volevo ignorare, non avrei avuto il coraggio di guardare in faccia Carlisle e dirgli quello che stavo per fare, ma mi fermai…mi fidavo.

- Se sei di fretta, corri pure, Rosalie. Ti volevo solo salutare. Cerca di tornare in fretta: mancherai a  tutti.-

Di nuovo…restai bloccata un’altra volta.

- Sei sicuro che vuoi che torni? Dopo? –

- Ma quante volte te lo dobbiamo ripetere? Sei della nostra famiglia e ti aspetteremo sempre.-

Mi avvicinai e mi sedetti sul prato, accanto a lui.

- Ma come potrò guardarvi in faccia? Sarò solo un mostro.-

- Oltre ad Edward hai deciso di far impazzire anche me? Non potrai mai essere un mostro. Punto. Siamo le creature più temute e negate del mondo perché incarniamo i sogni e le paure più folli…è la nostra natura. Se decidiamo di provare ad essere diversi, ad andare contro a qualcosa che è dentro di noi…ognuno ha le proprie motivazioni, anche tu hai le tue…e non venire a dire che lo hai fatto per noi…una cosa del genere non si fa mai per qualcun altro…-

- Ma io ora sto rinnegando tutto…completamente. Se sai perfettamente cosa farò, come puoi dirmi di tornare e che non sarò come loro? –

Stavo malissimo: a essere sinceri ero sull’orlo di una crisi isterica in piena regola…perché mi lasciavano fare e non  mi condannavano?

- Rosalie, anche se pensi di volerti solo vendicare, tu stai solo cercando di avere giustizia…sia che nessuno lo potrà mai fare e allora cerchi di sistemare le cose da te…forse non è il modo migliore e tanti potrebbero dire che tu non ne hai il diritto, ma questo è l’unico modo che ti resta… Quello che ti rende diversa da loro è che tu non cerchi qualcosa solo per te, ma anche per tutti coloro che ami o che avresti amato…ti hanno portato via tutto e ora meriti giustizia…ecco dov’e la differenza. Adesso tocca a te decidere, pensaci perché ognuna delle due scelte lascerà conseguenze indelebili…non ti aspettiamo, torna quando vuoi. –

- Carlisle, aspetta, per favore…perché Edward  sembrava così…così triste per me? Perché si è offerto lui di andare? La cosa non lo riguarda…-

- Vedi un paio d’anni prima che ci trasferissimo Edward è andato via…come vampiro normale.  Viveva nelle città e si nutriva del sangue di assassini, stupratori, feccia come…come…-

- Come lui.-

- Sì…è riuscito a salvare tante persone, specie ragazze, ma mi ha detto di non riuscire a sopportare il peso di quelle vittime…alla fine è tornato…per me e Esme è stata la felicità più totale. Non vuole semplicemente che anche tu senta quello che è toccato a lui, ti vuole proteggere…sai, si sente in colpa…non avrebbe mai voluto che succedesse…è convinto che sia stata colpa sua…che non abbia fatto abbastanza attenzione…-

- E’ decisamente l’essere più stupido del mondo.-

- E’ fatto così…tende ad esagerare le cose…-

- Grazie.-

Mi appoggia al tronco accanto e Carlisle, dopo avermi sorriso, si allontanò.

Restai lì a pensare e poi cominciai a correre nella notte.

Ogni notte uccisi uno dei membri della banda, ma non toccai mai il loro sangue: mi disgustava…niente di loro sarebbe rimasto dentro di me. Gli spezzavo semplicemente l’osso del collo.

L’ultima sera mi preparai come un’attrice alla prima: avevo predisposto ogni singolo dettaglio. Mi ero intrufolata in un negozio di abbigliamento di couture e avevo preso un abito da sposa che assomigliasse al mio, poi l’avevo sistemato.

Davanti a uno specchio in una camera vuota indossai prima il lungo abito bianco: meraviglioso, con una gonna ampia e stretta ai fianchi era tempestato di pietre. Infilai il corpetto e strinsi i laccetti di seta sul petto. Pettinai i capelli, appoggiai il velo sulla testa e, prima di uscire, misi un lungo mantello nero.

La serie di omicidi aveva avuto l’esito sperato: si era rintanato come un topo dietro ad una porta blindata con due guardie armate a proteggerla. 

Non persi tempo con i due uomini: probabilmente neanche si sono accorti di morire.

Tolsi il mantello e lo gettai a terra e con un colpo di mano spalancai la porta, Entrai e poi la richiusi.

Lui era lì, contro il muro, che mi puntava contro una mitraglietta.

Mi avvicinai piano. – Royce, che fai, non vieni a salutare la tua sposa? Ora è tardi per non voler vedere il vestito, hai già rovinato tutto. Perché non mi guardi? Non avrai paura di me? Sono io la tua Rose, la tua fata.-

Cominciò a sparare. Vedevo i proiettili al rallentatore e lì evitai.

Quando gli fui davanti mi tolsi il velo dagli occhi, puntando i miei rubini di fiamme sul suo viso pallio e sudato, corroso dall’interno.

- Royce, perché tremi? Non vuoi venire con il tuo angelo?-

-Rosalie…Rose, ti prego, basta…ora sei un angelo, basta, non volevo, non volevo…-

- Non parlare…non c’è bisogno. Non mi dire che non mi volevi rubare tutto quello che avevo o che sognavo. Sono venuta a prenderti, non sei felice? Mi desideravi così tanto da uccidermi che sarò io a portarti via…-

Non respirava quasi più. Fuori era l’alba, un giorno di sole. Con un salto spalancai la  finestrella in alto e la luce mi colpi, spezzandosi in migliaia di arcobaleni di diamanti e illuminando la stanza.

- Sei un angelo davvero…ti prego, lasciami qui…rimedierò,  ti prego…Rosalie, io ti amo…-

- Shhhh. Ti voglio rivelare un segreto. Non sono venuta per portarmi con me, ma solo per ucciderti.- Gli accarezzai il volto con le dita e poi, con un colpo, gli piegai il collo…era finita.

Lasciai cadere il corpo e uscii dalla finestra. E ripresi a correre.

Sentivo già che avevo fatto, ma ormai era stato così…non si può tornare indietro.

Quel peso lentamente è diventato come la seta: è lì, resta sempre con me, ma non è…insopportabile. Viviamo assieme.

Tornai a casa e loro erano lì, ad aspettarmi, la mia famiglia, per me, solo per me, per una volta.

Questo è tutto quello che è successo a Rosalie, quello che non voglio raccontarti, perché ho paura di perderti…non ho scritto tutto per fartelo leggere, non è il mio genere di cose. Questi fogli resteranno da qualche parte nascosti e penso che nessuno li leggerà mai. Questa alla fine è solo la mia storia…non conta nulla per il mondo, che nemmeno la conosce e non lo farà mai… per me…questa sono io, che non ho il coraggio di mostrarmi del tutto. E neanche di raccontare, perché in realtà volevo solo qualcuno che mi ascoltasse fino in fondo, senza una parola o un’occhiata…per farcela da sola. Ho bisogno di sapere di potercela fare...Non so se gli racconterò mai tutto…se succederà…allora saremo insieme, saremo uno…e sarà bello, davvero.

< Bene, benissimo…ma cosa si può volere di più dalla vita?? Ricapitolando, ho scoperto che: i vampiri esistono, non assomigliano a Dracula e io sono già morta.

Quanto possono dare per aver frugato tra le cose personali di una vampira, probabilmente tutt’ora al limite di una crisi di nervi…semplice, mi rimandano dalla diretta interessata, che tanto se la sbriga lei, problema in meno al sistema giudiziario.

Perché non sono andata in vacanza la mare…qui vicino ci sarà il mare? Dicono tutti che lo vedi e poi muori.

Allora è questa la tua storia, cara la mia amica…complimenti, ci si potrebbe scrivere sopra un libro…mi sa tanto che il destino ce l’aveva davvero con te…che male avrai fatto all’ordine cosmico?? >

Mi alzai e iniziai a girare intorno al letto per riordinare le idee: potevo metterla sul rider finché volevo, ma la verità era che  quella ricerca mi aveva messo sottosopra la vita…oltre all’esistenza di creature mitologiche, avevo trovato un esempio pratico di quanto le apparenze ingannino, di quanto siano solo le nostre azioni che ci rivelino davvero…e di quanto l’umanità potesse essere brutale…piangevo ancora, senza accorgermene… era diventato tutto così strano, senza senso e maligno che non avevo le parole.  Tirai fuori dalla tasca le foto e le guardai: le avevo in tasca tutte, non solo quelle di Vera, ma anche le mie…piccoli pezzi di vita rubata e ora ferma.

Non era ancora tramontato il sole di sabato e pensai di prendere in mano il diario…per sapere tutto…e poi alzare i tacchi, con molta fortuna.

Girai intorno al letto, ma inciampai nell’orlo del vestito e mi trovai per terra, distesa…non era poi scomodo neanche il pavimento se si ha sonno e io ne avevo…

Avevo chiuso gli occhi, quasi involontariamente, quando appoggiai di botto il piede per terra, sbattendolo, e sentendo poi un sibilo.

Mi accorsi di non essere più da sola. Avevo compagnia…che bello!

 

 

 

Messaggio dall’Autrice pazza.

Ehmmmmmmm….Dunque……Sto per venire travolta dalla vostra giusta e meritatissima collera??  Vi prego, ferme con quei coltelli da lancio…scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate….

MI scuso all’infinito per questo indecente ritardo ma…me ne sono successe troppe: oltre a scuola, ditemi dove hanno sepolto Carlo Magno così do fuoco alla sua tomba!!, il mio povero modem ha avuto un incidente ed è ancora al centro assistenza…in gravi condizioni…per intenderci posto e leggo le ff a scrocco da un’amica troppo buona.

Unica consolazione, il cap è abbastanza lungo…spero che vi sia piaciuto, nonostante l’argomento decisamente triste…è stato difficile anche per me scriverlo…no temete il prossimo sarà mooooolto più demenziale…chi sarà il primo a dare di matto?? Si accettano scommesse…

Un grazie gigantesco alle sante fin troppo buone che mi hanno commentato:

·        Clitemnestra

·        Scarlett Blood

·        Wawa chan

·        Thsere

·        Kumiko Chan

Grazie anche CallieAm e Kari87che mi hanno aggiunta alle ff seguite…anche se non ho ancora ben capito che vuol dire quell’opzione…scusate l’ignoranza °-°’’’

Perdonatemi ancora, giurò che cercherò di postare prima.

P.S. Grazie davvero anche a quella santa ragazza di Estrella, che mi lascia usare il suo PC per postare…sei un’amica!!

Ciao, ciao…me implora ancora perdono…

Un bacio

  
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