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Autore: hele    22/09/2016    3 recensioni
In seguito alla fine della Guerra Magica, Ron ed Hermione si ritrovano a condividere lo stesso tetto, e ben presto anche lo stesso letto. Serie di incontri notturni che porteranno pian piano i nostri eroi ad avvicinarsi sempre più.
"Il piede di Hermione prese a battere sul terreno nervosamente. Ron lo sapeva, non era un buon segno.
Il ragazzo aprì la bocca una, due, tre volte, ma nessun suono sembrava volerne uscir fuori.
-Ebbene?-
-Hermione, ecco.. io volevo dirti che.. penso di...-
-Oh insomma Ron! Sto perdendo la pazienza-
-Vgliofrl'morecnte-
-Cosa?-
Ron prese un profondo respiro, chiuse gli occhi e ripetè il più lentamente possibile la frase.
-Voglio fare l'amore con te-"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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incontri notturni preparativi Scusate, è la seconda volta che ripubblico questo capitolo. Dovevo modificare alcune cosette.




Ron guardò  con circospezione il proprio riflesso nello specchio. 

Ginny ed Hermione erano uscite con sua madre per andare a comprare chissà cosa per la cena di quella sera.

Molly non aveva fatto altro che lamentarsi tutta la mattinata del fatto che la dispensa fosse vuota, e così era riuscita a trascinarsi dietro le due ragazze in una gita di rifornimenti dell'ultimo minuto. Sarebbero andate a Londra.

La casa nel frattempo era stata affidata a lui e ad Harry il quale però, colto da un'improvvisa e devastante stanchezza, lo lasciò solo ben presto addormentandosi profondamente sul divano del salotto. 

Quale occasione migliore per sgattaiolare nella camera della sorella senza dover cercare stupide giustificazioni?

Dopo essersi assicurato della profondità del sonno dell'amico (aveva cominciato a mugugnare roba sul quidditch, per un'oretta almeno c'era da star tranquilli), in punta di piedi era salito su per le scale che separavano il soggiorno dalla stanza in cui era diretto, maledicendo se stesso ad ogni scricchiolio.

Ed ora eccoli lì, difronte a quella lastra di vetro freddo che gli restituiva la sua immagine tra gli adesivi animati delle "sorelle stravagarie" che adornavano i margini dello specchio. 

Accennò un sorriso ma si sembrò un idiota. Ci riprovò. Scosse la testa. Che diavolo stava facendo? 

Si girò pensando che era un'idea stupida, di lasciar perdere e tornare giù da Harry, ma sulla soglia della porta cambiò di nuovo opinione. 

Con due passi decisi era di nuovo di fronte allo specchio, sfoderando un sorriso smagliante alla Gilderoy Allock (aveva passato un po' di tempo a studiare le varie tipologie di sorriso che avevano reso famoso tra le donne quel ciarlatano, sua madre ne conservava ancora parecchie fotografie nascoste tra i libri di cucina).

Dopo di che, convenendo che sul sorriso poteva tornare a concentrarsi dopo, passò ad esaminare il suo corpo. 

Le braccia, ne studiò la muscolatura e si ritenne abbastanza soddisfatto, sopratutto se si considerava il fatto che era più di un anno che non si allenava, non poteva certo lamentarsi. 

Non fu più dello stesso avviso però quando di sfilò la maglietta. Si trovò più bianco di quanto non avesse mai notato e, beh, gli addominali, quelli erano proprio uno sbiadito ricordo.
 
Era sempre stato magro rispetto a tutti i suoi fratelli e anche uno dei più alti, era un pezzo ormai che aveva sorpassato suo padre e Bill gli stava avanti solo di qualche centimetro. Però il suo fisico non l'aveva mai apprezzato veramente. Avrebbe gradito avere un po' più di massa. Durante il periodo degli allenamenti di Quidditch spesso faceva più degli altri e con grande soddisfazione era riuscito a raggiungere una forma fisica di cui andare fiero. Dopotutto in quel periodo era anche abbastanza popolare tra le ragazze della scuola. Mandò uno sguardo sconsolato al suo ventre pensando che forse avrebbe dovuto fare qualche serie di addominali quella sera, giusto, beh.. per non fare una figura così meschina. 

Fece scendere lo sguardo ancora più in basso portando una mano alla cinghia della cintura. Ci pensò un attimo, alzando gli occhi sul suo riflesso, forse era meglio controllare prima.

Si affacciò sporgendosi dal parapetto delle scale, Harry stava ancora lì, da quell'angolazione si poteva scorgere il suo braccio che penzolava senza vita lungo il margine del divano.

 Sembrava stesse ancora dormendo. Per un attimo si chiese il motivo di tutta quella sua stanchezza improvvisa. Quella mattina infondo non avevano fatto niente di particolare.

Scrollando le spalle tornò alla sua occupazione precedente, però per sicurezza decise di socchiudere la porta. 

Tornato di fronte allo specchio slacciò la cintura e sbottonò i tre bottoni dei jeans lasciando poi scivolare via l'indumento lungo le sue gambe. 

Sospirò ancora più sconfortato. Perchè doveva essere l'ultimo di sei fratelli maschi? Essere il sesto maschio della famiglia comportava una serie di spiacevoli conseguenze, una delle quali era l'obbligo di ereditare magliette, maglioni, pantaloni e talvolta anche qualche indumento intimo smesso dai propri fratelli. E quei boxer lì, si vergognava ad ametterlo, non dovevano fare eccezione. E di sicuro erano quanto di più lontano esisteva dall'essere sexy. Cercò di fare mente locale andando a ripescare nella sua testa i regali che gli aveva fatto sua madre negli ultimi anni, ma gli vennerò in mente solo un paio di mutande color melanzana con disegnate sopra delle bacchette piuttosto infantili. Rabbrividì al solo pensiero. Sua madre aveva decisamente un pessimo gusto in fatto di abbigliamento, o almeno in quello che voleva rifilare a loro. Per un attimo si chiese perchè continuava ad associarlo al color melanzana. 

Nuova scrollata di spalle. 

Erano altri i problemi da risolvere in quel momento. 

L'unica soluzione era tirar fuori un po' di soldi e cercare un negozio di biancheria a Diagon Alley, infondo quella sera doveva comunque passarci.

Ci teneva a far bella figura. Era arrivato il momento, il Loro Momento. Quella stessa notte sarebbe stata la loro prima. 

L'idea lo metteva un po' in agitazione, ma allo stesso tempo fremeva al solo pensiero.
 
Erano passati pochi giorni dalla riappacificazione, le cose erano tornate alla normalità, i baci, gli abbracci e tutto il resto, meno che i loro incontri notturni. Ma quella mattina la ragazza era stata chiara, quella notte si sarebbero rivisti. Alle ventidue in punto, orario in cui generalmente tutti si ritiravano satolli e stanchi, lei sarebbe venuta a fargli visita e questa volta sarebbe stato diverso, speciale.

Sì, proprio così aveva detto lei: speciale. E l'aveva detto sussurrandoglielo nell'orecchio con tono malizioso ma allo stesso tempo convinto e deciso.

Ron deglutì ripensando alle sue labbra che poi lo avevano sfiorato sul collo, e alle sue dita intrecciate alle sue in una stretta carica di nuove emozioni.

Non vedeva l'ora di stringerla, di abbracciarla sotto le coperte calde, di respirare il suo buon odore ed assaggiare la sua pelle, non vedeva l'ora di toccare il suo corpo, farlo aderire al proprio, portare le labbra in posti nuovi, dove quelle di nessuno mai erano state prima.

Una vampata di calore gli salì alla testa, facendolo arrossire violentemente. 

Non doveva pensare a questo ora, non era proprio il momento, anche perchè il suo corpo stava cominciando a rispondere a quei pensieri e non era il caso di farsi trovare in condizioni equivoche dal suo migliore amico. 

Con una mano tastò il bordo del letto della sorella andando a ripescare i jeans, infilò un piede alla svelta in una delle gambe ma, che strano, non ricordava che fossero così corti, tutta la caviglia restava scoperta, ma.. ma questi non sono..

-Ron, sei qui?- chiese la voce impastata di Harry da dietro la porta che si socchiuse andando a rivelare la figura del ragazzo che si stava stropicciando un occhio da sotto gli occhiali.

Ron alzò lo sguardo su quello schifoso porco del suo ex migliore amico.

-Ma che ci fai in mutande in camera di Ginny?- chiese Harry esterefatto con gli occhiali di traverso.

-Questi sono i tuoi pantaloni?- sibilò il rosso tra i denti con gli occhi minacciosamente socchiusi.

-Ehm..ma-ma  che ci fai in mutande in camera di Ginny?- ripetè stupidamente Harry imporporandosi con velocità.

-A quanto pare questa è una domanda che avrei dovuto farti io!- sbottò il Ron sfilandosi rudemente l'indumento non di sua proprietà -mi spieghi cosa ci fanno questi qui?-chiese sventolandoglieli poi in faccia. 

-Ecco.. io.. beh, vedi.. ci credi se ti dico che volevo farli rammendare?- abbozzò un sorriso che venne ricambiato da un'occhiata truce.

-Dai, lo sapevi, te l'avevo detto che ogni tanto la notte..- tentò di giustificarsi il ragazzo.

Ron sbuffò contrariato raccogliendo la sua maglietta da terra (ed accertandosi che fosse sua analizzando con voluta ostentazione lo stemma dei Cannoni di Chudley), se la infilò rapido. -La prossima volta almeno accertati di non lasciare sparse per casa prove così.. così schiaccianti!- lo ammonì brandendogli un dito contro, per poi sorpassarlo e sbattersi la porta alle spalle talmente forte da far staccare un poster appeso alla parete.

Harry rimase impalato di fronte alla porta chiusa con gli occhiali ancora storti sul naso e i pantaloni appesi ad un braccio.

Un istante dopo quella si riaprì.

-E dopo vieni con me a Diagon Alley!- lo raggiunse la voce di Ron più come un ordine che come una richiesta. 

-Ok- rispose flebilemente Harry senza sognarsi nemmeno di dissentire.

-Bene-

-Ah Ron-

-Che vuoi-

-I tuoi pantaloni- disse Harry indicando i jeans abbandonati a terra vicino allo specchio.

*

Le due ragazze, cariche di buste arrancavano dietro ad un'ansiosissima Molly Weasly che non faceva altro che correre di qua e di là tutta trafelata per comprare dieci falci di patate, quattro di cipolle, e poi c'era l'arrosto che voleva fare quella sera, e le mancava anche l'olio, e..oh per Giove, Metide e Minerva!  era sicura di aver terminato anche la pancetta e le uova e dovevano affrettarsi se volevano acquistare lo zenzero prima che il negozio della signora Bennett chiudesse.

Era settembre inoltrato e faceva anche piuttosto freddo a Londra, eppure Hermione stava sudando come se si fosse trovata sotto il sole cocente delle Canarie... ad agosto. Avrebbe voluto scostare quella ciocca madida di sudore, da davanti gli occhi ma le mani erano impegnate a trascinare due buste di almeno cinque chili l'una ricolme di alimenti.

Ginny le si accostò con difficoltà, il viso era nascosto da tre sacchi di cartone contenenti la frutta più svariata, anche a lei non stava andando bene in quanto a chili. -Non capisco cosa le prende- disse ansimando -pare voglia cucinare per un intero reggimento di babbani ciccioni! A casa siamo solo cinque! Vabbene che Ron mangia per due, però..-

A quel nome la schiena di Hermione venne percorsa da un lungo brivido gelato che andò a far sbalzare per un attimo la temperatura del suo corpo. 

-E allora, è questa la grande notte giusto?-  bisibigliò la rossa tra gli acini d'uva carpendo il suo cambiamento d'espressione-sei tranquilla?-

-Shhhhh- le fece Hermione alludendo a Molly.

-Oh figurati non ci sente, Per Giove, Metide e Minerva- fece Ginny imitando la madre - è troppo impegnata a cercare il miglior negozio ortofrutticolo da svaligiare-

La riccia sorrise imbarazzata -beh sì, sarebbe stasera, sono un po' nervosa a dir la verità-

-Vedrai che andrà alla grande! sperando che quell'imbranato di mio fratello non faccia qualcosa di idiota come suo solito-

-Sinceramente credo proprio che sarò io quella che farà dei pasticci. Ero così convinta stamattina ma ora.. mi sta salendo un'ansia incredibile. E se non fossi all'altezza?-

-All'altezza di chi? Ma vuoi scherzare spero... Maledizione!- imprecò contro una mela che era rotolata via dalla busta. 

-E ho paura che faccia male-

-Hermione fidati, il dolore durerà un istante ed il resto sarà magico-Ginny sorrise per quanto glielo permettesse lo sforzo che stava fecendo per evitare che tutte le mele rotolassero via dalla busta, erano esattamente le sue stesse preoccupazioni dell'anno precedente, quando con Harry aveva cominciato ad esplorare gli angoli più remoti della scuola. 

-Uffa- sbuffò Hermione cercando di far volar via il ciuffo fastidioso -Eppure non riesco a tranquillizzarmi e poi non so cosa indossare-.

-Ti assicuro che quello che indosserai sarà l'ultima cosa che interesserà a mio fratello- 

Hermione emise una risatina nervosa. 

- Posso farti una domanda un po' intima?- chise con un pizzico d'imbarazzo nella voce.

-Spara!- a Ginny sembrava strano far la parte di quella che se ne intendeva, soprattutto se la persona a cui doveva annoverare le sue conoscenze era Hermione Granger, fino a quel momeno era sempre stato il contrario per qualsiasi disciplina.

-Quando è stata l'ultima volta che te e Harry.. l'avete...insomma l'avete fatto?- articolò le ultime due parole come un sussurro.

-Mpf.. oggi, dopo pranzo, poco prima di uscire, e ci siamo quasi fatti beccare! Ho sentito mamma salire le scale poco prima che facesse irruzione nella mia stanza, ho fatto appena in tempo a sbattere fuori Harry in mutande e a buttarmi addosso questi vestiti-

-Lo sapevo!- rise Hermione -hai messo la maglietta al contrario-



-Ah che peccato però! Hai visto che roba, le vetrine erano enormi e tutta quella merce esposta! Ho letto il volantino, pare ci sia un'intera sezione dedicata esclusivamente all'intimo! Quanto avrei voluto entrarci- Ginny sospirò sognante lasciandosi cadere distesa sul letto della camera sua. -devono avere cose di buona qualità, ho notato  che hanno uno spazio anche nella sezione "negozi magici del giorno" sulla Gazzetta del Profeta-

-Tua madre non doveva pensarla esattamente allo stesso modo- Hermione entrò nella stanza chiudendosi alle spalle la porta -ho notato che gli ha lanciato un occhiata sprezzante e disgustata- 

-Aahahah, già! Beh, sai come la pensa riguardo questi negozi! Ineffetti però è un po' strano che ne abbiano aperto uno così grande sulla via centrale. Peccato però, mi sarebbe piaciuto entrarci un attimino. Te avresti potuto acquistare qualcosa per questa sera-

Hermione si fermò di fronte allo specchio, il suo riflesso le restituiva uno sguardo preoccupato. Analizzò con attenzione la sua figura.

-Dici? credi ci voglia qualcosa di particolare?-

-Mah, tanto poi te lo leva- buttò lì Ginny volendo essere di conforto, ma vedendo l'espressione atterrita che stava prendendo forma sul volto dell'amica si affrettò a recarsi al suo armadio

-Se vuoi io ho tante cose-  aprì le ante e tirò verso di sè un cassetto -puoi scegliere quello che preferisci. Dovremmo avere la stessa taglia più o meno, no?-

-Grazie Ginny- le rispose la maghetta continuando a fissare se stessa riflessa -ma credo utilizzerò qualcosa di mio-

*
Ron quella sera fu molto nervoso. 

 Pensò che avrebbe voluto avere più tempo.


Harry per lo meno era stato d'aiuto
.
Inizialmente, lungo il tragitto per arrivare in centro, Ron aveva evitato di rivolgergli la parola. Infondo Ginny era pur sempre sua sorella minore e ok che Harry era il suo migliore amico, però insomma.. un po' di discrezione in più non gli avrebbe certo fatto schifo. 

Però una volta arrivati di fronte alla sfavillante insegna del negozio che svettava luminosa e provocatoria sulle loro teste ci volle una pacca e una frase di incoraggiamento da parte del prescelto per far sì che si decisesse a varcare la soglia. 

Appena furono entrati una strega dall'aspetto provocante si diresse verso di loro ondeggiando i fianchi. Aveva lunghi capelli biondi tirati in una coda alta ed una divisa da lavoro particolarmento succinta; li accolse con un sorriso malizioso chiedendo, poi,  con voce suadente se poteva aiutarli. 

A  quel punto Ron aveva cominciato a balbettare  frasi sconnesse divenendo rosso come il sole al tramonto. Harry invece, prese in mano la situazione e spiegò chiaramente quali erano le intenzioni dell'amico. 

La strega-commessa rivolse un enorme sorriso al ragazzo -Oh, certo, ho proprio quello che fa per te! E pensare che dicono che i ragazzi romantici al giorno d'oggi non esistono più! Seguitemi- .

                                                                                                                                                                         CONTINUA...
  
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