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Autore: Celebien    26/09/2016    0 recensioni
E' un nuovo sequel delle vicende di "you said you trusted me" e "vite parallele di due persone dalla parte degli angeli".
Molly e Greg hanno cominciato un'avventura insieme lontano dalla vecchia Londra, e Sherlock si è scontrato con la realtà di cui si è voluto circondare nelle vicende passate quando è arrivato il momento dei saluti. Ha deciso di lasciare Molly perché convinto che la loro relazione non avrebbe avuto un futuro, eppure si sente attanagliato dai dubbi, pur sapendo di non poter fare più nulla poiché non sono in gioco solo i sentimenti suoi e di Molly ma anche quelli del caro amico Lestrade.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Lime, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I warned you: don’t get involved.'
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-Gregs point of view:

-Ispettore!
La porta si è aperta di scatto e per poco non mi sono scottato con il caffè bollente,
-Ma, dico io, si entra in questo modo? Cos'è successo?
Il ragazzetto che ha fatto irruzione nell'ufficio ha il fiato grosso e la cosa mi agita;
-Chiedo scusa ma è urgente: hanno chiamato adesso dall'istituto di ricerca dove lavora sua moglie. L'hanno portata in ospedale perché sono iniziate le doglie!
-Oh cavolo!
Lascio perdere caffè, e scartoffie varie e lascio detto all'agente di avvertire chi di dovere sulla mia assenza. Porto con me solo il necessario e nel frattempo penso a quanto sia dannatamente testarda quella donna.
Esco di corsa dal commissariato, mi fiondo in macchina e in meno di due minuti sono imbottigliato nel traffico, tra le strade di Auckland e il pensiero di Molly sola, dentro una sala parto mi martella le tempie più del rumore fastidioso dei clacson delle auto in coda, non ci voleva proprio!
-Oh forza, dannazione! -urlo picchiando il volante ma so che è completamente inutile. Decido quindi di chiamare il laboratorio per cercare di capire quale sia la situazione e dalla reception mi rimandano a Collin: l'ha accompagnata personalmente al National Women's Hospital, grazie al cielo è con qualcuno che conosce.
-Collin! Sono Greg, Molly dov'è e come sta?
-Oh, ispettore Lestrade stavo giusto per chiamarla! Sua moglie sta bene, la stanno preparando per il parto e chiede di lei in continuazione. Quanto impiegherà ad arrivare?
-Non lo so, c'è un traffico bestiale. Può parlare in questo momento?
-Aspetti un momento... Infermiera, mi scusi c'è il marito della dottoressa Hooper al telefono, vorrebbe parlare con lei.
Nell'attesa che me la passino sento in sottofondo l'infermiera che chiede a Collin di aspettare e i lamenti della mia Molly, Dio santo dovrei essere accanto a lei per stringerle la mano, non dentro una schifosissima auto!
-E' Greg? Passatemelo, su forza!
La sento sbiascicare tra un lamento e l'altro, ho il cuore all'impazzata!
-Greg!
-Amore, come stai? 
-come se mi avessero gettata in un tritacarne, dove sei?
Un urlo di lei mi fa salire le lacrime agli occhi, ma tento di resistere;
-Sto arrivando, dieci minuti al massimo e sarò da te ma non mollare, hai capito?
Risponde con un gemito di dolore e sento che la sua voce si allontana mentre fa capolino nuovamente quella di Collin;
-Signore, non si preoccupi ci sono io con lei, la dottoressa Hooper è in buone mani!
Mentre riesco a percorrere pochi centimetri di strada, mi accorgo che uno dei miei agenti sta collaborando per lo smaltimento del traffico, non poteva capitarmi miracolo migliore!
-Bene, Arrivo tra poco!
Riattacco il telefono e sporgo la testa dal finestrino aperto:
-Mike, Hey Mike!
Il ragazzo si volta e mi riconosce immediatamente:
-Ispettore, cosa ci fa qui? -mi chiede avvicinandosi velocemente:
-Devo raggiungere subito il National women's hospital, mia moglie sta per partorire!
-Oh cielo! Accendete la sirena, vi aiuterò a uscire velocemente dal traffico!
-Grande Mike, ti devo un caffè! 
Attacco la sirena e il ragazzo comincia a dare disposizione a quanti automobilisti può di spostarsi in modo da farmi strada e usicre da quel tunnel di ferraglia infernale e in poco tempo sono finalmente libero. Amo questo lavoro!


-Mollys point of view:


Odio questa situazione! Tutti non fanno altro che dirmi di respirare e stare tranquilla e rilassata, che sta andando tutto bene e sono bravissima ma non ho la minima idea di quello che sto facendo e la seconda cosa che voglio di più in questo momento, dopo aver posto fine a questo dolore, è vedere Greg accanto a me o mia madre.
L'unica persona a me familiare in questo posto è Collin ma i medici non gli hanno permesso di entrare in sala pre-parto perché non è un parente stretto, quindi è come se in realtà fossi da sola a combattere con questo strazio! Cerco di controllare il respiro, sento il sudore colarmi fastidiosamente dalla fronte.
-Forza, tenga duro sta andando benissimo!
-La smetta di dirmi questa frase! -il mio urlo non sembra aver scosso l'infermiera di mezza età che mi sta vicino,
-Mi sento troppo male, dov'è mio marito? Perché non arriva?
-Non pensi ad altro che alla respirazione! Suo marito la sta raggiungendo, sarà qui a momenti!
-E' la stessa cosa che mi ha detto cinque minuti fa!
arriva una contrazione ma tento di non gridare.

Ho perso la percezione del tempo, mi sembra di essere incatenata a questo letto da ore e ho una paura tremenda di non riuscire a portare a termine tutto. Voglio che il mio bambino nasca ma se le forze mi dovessero abbandonare che cosa farò? 
Nella stanza entra il dottore e l'infermiera gli si avvicina per aggiornarlo sulle condizioni mie e del bambino.
-Signora Lestrade, adesso faremo un'ultima ecografia per accertarci che il bambino stia bene, manca ancora qualche minuto per entrare in sala parto.
-Non sono la signora Lestrade, io e Greg non siamo ancora sposati!
-Accidenti, riesce a pensare a questo tipo di risposta nella condizione in cui è. E' una donna molto forte, sarà una grande mamma! -esclama sorridente mentre prepara il gel e lo strumento per l'ecografia;
-Ne è convinto sul serio?
-Assolutamente! Adesso concentriamoci sul bambino!
Il contatto con il gel freddo mi fa rabbrividire e sembra che la mano del dottore tenti d'infilzare la carne con la sonda ma è solo una sensazione dettata dalla condizione in cui mi trovo. Appena sento il martellante battito del piccolo, sento un tuffo al cuore e la muscolatura rilassarsi di colpo;
-Il bimbo sta bene, è pronto per venire al mondo!  E anche lei si sta rilassando. Complimenti!
Staccano la macchina, puliscono il pancione dai residui del gel e il dottore ordina gli infermieri di portarmi in sala parto perché il fatidico momento è arrivato. Appena esco dalla stanza vedo Collin che mi corre incontro e gli tendo la mano, lui l'afferra e la stringe;
-Non si preoccupi, dottoressa, tra poco sarà tutto finito!
-Grazie, Collin. Quando arriva Greg, digli;
-Di raggiungerla in sala. Non si preoccupi sarà fatto.
ci lasciamo la mano e lo saluto con un cenno prima che arrivi una nuova contrazione. Mentre la porta della sala operatoria, sento il mio assistente che mi grida buona fortuna ma il mio "Viva la lupa" lo esclamo solo a mente.


-Gregs point of view:


Non mi sento più il fiato, stacco il bottone del colletto della camicia con un gesto spasmodico perché mi sento stritolare la gola, mi guardo intorno per cercare di fare mente locale e finalmente mi focalizzo sul bancone in fondo all'enorme sala d'ingresso dell'ospedale. Una persona si è appena allontanata dallo sportello e mi dirigo di corsa verso la ragazza seduta dietro il vetro.
-Sto cercando mia moglie, è ricoverata qui! In realtà non è mia moglie perché non siamo uffucialmente sposati ma pensiamo da tempo di farlo... Insomma...
-Signore, si calmi come si chiama la sua fidanzata?
-Molly Hooper. L'ha accompagnata il suo assistente quasi un'ora fa e mi sta aspettando!
La ragazza digita qualcosa sulla tastiera del computer e compare immediatamente una pagina con i dati di Molly:
-Si, è stata ricoverata qui e in questo momento si trova in sala parto! Vada al quarto piano, lì troverà il personale pronto a indicarle tutto quello che deve fare! 
Mi allontano in fretta dal bancone e sento appena la giovane dipendente gridarmi gli auguri.
Molly, sto arrivando da voi, resisti ti prego non riuscirei a perdonarmi la perdita della nascita del nostro bambino!
Arrivato al quarto piano, ho l'impressione di essere finito in un labirinto di corridoi spogli e bianchi come il paradiso, o almeno l'immagine che ci danno di esso e la figura di Collin è quasi simile a un miracolo. Chiamiamo la prima persona con abiti da medico, infermiere o chi se ne frega e in un baleno mi ritrovo vestito di verde dalla testa ai piedi, la mascherina legata solo per due lembi al collo, la porta della sala operatoria davanti ai miei occhi.
Tremo sul posto e sento il sudore attanagliarmi la pelle, mi viene da piangere e non so per quale maledetto motivo non riesco più a muovere un solo muscolo per entrare lì dentro; ho percorso mezza Auckland a tutta birra con la sirena accesa, per la miseria e adesso mi ritrovo paralizzato a due passi da Molly. 
-Non ce la faccio più!
-Forza, non mollare attendiamo la prossima contrazione e appena te lo dico tu spingi con tutta la forza che hai!
le urla provenienti dall'interno e i gemiti di disperazione di Molly mi riportano sulla terra ma c'è voluta la spinta dell'infermiere per farmi entrare finalmente in sala parto come se mi fossi intrufolato sul palco durante uno spettacolo melodrammatico perché tutti mi guardano e il silenzio cala nella sala.
-Molly... -esclamo con un filo di voce;
-Sei qui, sei qui!
Mi avvicino a lei e le bacio la fronte madida, sento il suo respiro affannoso e il tremore del suo corpo sotto il mio abbraccio;
-Dove altro dovrei essere se non qui con te? 
-Credo che tuo figlio abbia deciso di temporeggiare perché non voleva scoprire il mondo senza avere accanto suo padre!
il sorriso esce spontaneo dalle mie labbra, -E' proprio figlio di suo padre!
La bacio sulle labbra e sento che si contrae sotto di me e i medici ci allontanano a forza, mi è consentito solo stringerle la mano. Forza, piccola mia, metticela tutta fai nascere nostro figlio!
L'ostetrica esulta alla vista della testolina e Molly recupera le forze con entusiasmo perché è quasi finita. Una spinta, un'altra e ancora una fino a quando l'urlo della vita echeggia nella stanza lasciandomi senza parole, senza fiato, con solamente la gioia per il miracolo della vita che abbiamo compiuto noi due: Greg Lestrade e Molly Hooper.
-E' nato, signori! Un bellissimo bambino! -esulta l'ostetrica sollevandolo per mostrarlo a entrambi.
-E' bellissimo! -dice Molly piangendo;
Uno dei medici mi porge uno strumento chirurgico, so già cosa vuole chiedermi. Tento di prenderlo ma mi tremano le mani;
-No, lo faccia lei, ho paura di sbagliare!
-Sarai un ottimo padre, Greg, non avere paura! -la voce di Molly è rassicurante come lo sguardo delle persone che ho attorno. Prendo lo strumento e a piccoli passi mi avvicino alla creatura che ha smesso di piangere ma sembra disorientata. L'hanno adagiato su un ripiano sterilizzato, ancora sporco di sangue. Mentre con una delicatezza mai avuta in tutta la mia vita, prendo il piccolo cordone e chiedo ai medici dove sia meglio tagliare, scoppio a piangere ma trovo la forza di dirgli le prime parole per accoglierlo:
-Benvenuto al mondo, figlio mio!



Sono passati due mesi dalla nascita di Cameron e non potevo immaginare quanto la mia vita sarebbe cambiata da un verso a un altro. Pensavo che trasferirci in Nuova Zelanda avesse sconvolto in maniera indescrivibile la nostra vita, ma essere diventati genitori ha battuto ogni altra nostra esperienza vissuta. Ci sentiamo felici della vita che abbiamo nonostante le notti insonni e la lotta contro pannolini e odori nauseabondi che Molly sembra più pronta a fronteggiare, forse perché lavorando come medico legale affronta addirittura di peggio, mentre io fatico ancora ad abituarmi. Tra tutti i momenti della giornata, quello che preferisco di più è quando vedo Molly armeggiare con gli oggetti del nostro Cameron: i vestitini, i biberon, i ciucci... Tutto! Ogni oggetto che tocca lo fa come se fosse il bambino stesso perché il tocco è leggero, lo sguardo è quello di una mamma innamorata del proprio figlio e anche il solo lavare un biberon lo fa come se stesse facendo il bagno a nostro figlio. Ama quello che fa, ama quello che abbiamo e siamo!
Mentre ripone delicatamente gli oggetti nello sterilizzatore, non posso fare a meno di abbracciarla da dietro e dapprima la sento sussultare ma poi si rilassa e ride voltando il capo verso il mio; si gira del tutto e mi abbraccia affondando il viso contro il mio petto.
-Ti amo!
-Ti amo anche io!
E Cameron ci esprime il suo amore facendo sentire la soave vocina dall'altra parte della casa, nella nostra camera da letto. Siamo costretti a scioglierci dall'abbraccio ma non la lascio andare via senza strapparle un veloce bacio dalle labbra; lei mi sorride e corre verso la stanza canticchiando una ninnananna.


-Mollys point of view:


Dio ringrazi il periodo di maternità! Se fossi costretta a lavorare in laboratorio oltre che a casa, in questo momento prenoterei una visita psichiatrica immediata! E' così piccolo ma da' così tanto da fare che se non ci fosse Greg non saprei proprio a quale santo votarmi. L'unica cosa che mi dispiace dell'essermi allontanata tanto da casa è averlo fatto da mia madre che in questo momento saprebbe consigliarmi come meglio su tutto e di sicuro darebbe una mano in più. Sono giorni che non faccio altro che pensare a lei, all'Inghilterra, ai nostri amici e non nascondo che ogni tanto penso a Sherlock. è passato poco più di un anno da ciò che è accaduto quindi è normale che di tanto in tanto pensi a lui, ma non con nostalgia o voglia di vederlo perché sono sicura di quello che provo per Greg e non esiste più nulla oltre lui, il nostro bambino e la vita che ci stiamo costruendo; ma ogni tanto mi chiedo come sarebbe stato se Sherlock non si fosse fatto prendere dalle paranoie.
E se devo dirla tutta mi sento in colpa per non aver mai parlato di quello che c'è stato tra di noi a Greg ma, in fondo, cosa c'è da dire? Si è trattato di un momento solo e unico durato una notte e niente di più quindi non c'è ragione di inculcare pensieri che porterebbero a incomprensioni e problemi inutili. 
Presa come sono dai pensieri, le sue mani attorno la mia vita mi fanno sussultare e volare la tettarella che stavo preparando per metterla nello sterilizzatore ma mi viene subito da ridere e non so per quale motivo. Con lui mi sento amata, desiderata e protetta, serena come penso di non essere mai stata.
-Ti amo, -gli dico e lui mi risponde: -ti amo anche io
E Cameron risponde: "Devo essere cambiato!" a suon di schiamazzi e urla!

Sono appena passate le nove di sera, la casa è sistemata, il pargolo finalmente dorme e prima che lo faccia anche il mio quasi marito, lo raggiungo nel salone e lo trovo sdraiato sul divano in canottiera e pantaloncini.
-Si è addormentato! -esclamo tuffandomi addosso al mio omaccione dalle spalle possenti che tuttavia non reprime un gemito,
-Hey, vacci piano ranocchia, non vorrai uccidermi! -esclama sorridendo;
-Non ci riuscirei neanche se lo volessi!
Gli do' un bacio sul petto, dove mi sono scagliata come un sacco di patate e lui dapprima ridacchia e poi mi bacia la fronte, ma ciò che desideriamo va' un po' oltre le normali effusioni romantiche; del resto la casa è finalmente silenziosa e sono ormai talmente rari questi momenti che sarebbe un peccato lasciarceli sfuggire.



-Stavo pensando che ho ancora un certo periodo di maternità da consumare e tu delle ferie arretrate... Credi sia un crimine se ci prendessimo una vacanza tutti e tre insieme? -gli chiedo facendo gli occhi da cerbiatto, non sa resistermi quando faccio così
-Dove vorresti andare?
-A Londra, a trovare i nostri parenti, gli amici... Che ne dici?
Rimane a fissarmi per qualche momento con l'aria pensierosa:
-Non pensi che Cameron sia troppo piccolo per affrontare un viaggio così lungo?
In effetti non ha tutti i torti, il bambino non ha che due mesi scarsi e le ore di volo sono davvero tante, ma mi dispiace abbandonare l'idea del viaggio.
-Facciamo una cosa -dice Greg a un tratto, -domani portiamo Cameron dal pediatra per i vari controlli di routine e giacché ci siamo, gli chiediamo un consiglio sul da farsi.
-Mi sembra un'ottima idea!
E la notte trascorre inesorabile intorno a noi.

  
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