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Autore: nettie    27/09/2016    1 recensioni
Alzò il capo e mi guardò con quei due grandi occhioni vispi che raccontavano la Primavera.
《 Li vedi questi libri? Saranno i nostri fiori quando fuori è Inverno. 》
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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All’ultimo giorno di Estate, quando già la brezza autunnale iniziava a sfiorarci i volti puri e giovani, non mi permisero di fare la solita passeggiata pomeridiana che tanto riusciva ad allietarmi l’animo tormentato. Capii che il freddo stava arrivando, ma non capivo tutta la loro smania di proteggermi da quest'ultimo. "Bene, anche quest'anno dovrò vedere la neve imbiancare il prato da quella piccola finestra", pensai, e lanciai un sospiro amareggiato. Tornai nella mia camera vuota e dalle pareti troppo bianche, che puzzava di quelle medicine che tanto non mi piacevano, come il resto di quell’edificio troppo grande. Mi sentivo così piccolo e indifeso, in quel luogo dove vivevo da sempre ma che m'era ancora sconosciuto, con tutti i suoi segreti e le sue insidie. Improvvisamente, iniziai a farmi un’idea un po’ più concreta di ciò che mi circondava; iniziai ad aver paura dei miei pensieri.

Quando feci per afferrare la maniglia della mia porta, sentii una mano dal tocco delicato battermi due volte sulle spalle. Mi girai di scatto con gli occhi sbarrati e le articolazioni irrigidite dalla sorpresa e dal terrore, e il cuore mi si sciolse nel petto quando vidi la figura minuta di Margherita proprio davanti a me. Lei prima sorrise piegando gli angoli di quelle labbra così deliziose, poi, sfociò in una piccola risata che fece sorridere anche me. Era piccolissima davanti la mia figura, e - può sembrar strano - ma più i giorni passavano, più lei mi sembrava bella, più mi sembrava fiorire come un fiore può fare in Primavera. I suoi occhioni verdi lasciavano intendere avesse in mente qualcosa di intrigante e tutto nuovo per me e per lei, e ne fui terribilmente attratto. Allungò un braccio, e con la sua manina mi afferrò un polso. Io la guardai con fare interrogatorio, ma lei mi fece segno di tacere ponendo il dito indice davanti le labbra … e come avrei mai potuto dirle di no?

Iniziò a camminare per quei corridoi tanto lunghi e tutti uguali, sembrava li conoscesse come le sue stesse tasche, e io che abitavo lì da una vita conoscevo solo la strada per scendere in giardino; me ne vergognai, e realizzai di aver sprecato tutti gli anni trascorsi lì. Il suo passo era veloce, felpato, quasi felino, mi trascinava per il polso che stringeva forte, ed ogni tanto si voltava appena per sorridermi, tutta esaltata e con le gote in fiamme. Capii che ciò che stavamo facendo non si poteva fare quando lei intravide uno degli uomini in camice col berretto svoltare uno dei tanti angoli, e mi fece nascondere con prepotenza dietro l’angolo precedente, incastrato in una nicchia del muro. Era tesa ed agitata, ma l’emozione le si leggeva negli occhi. Quando perdemmo di vista l’uomo lei tirò un silenzioso sospiro, e si passò una mano sulla fronte e fra la chioma riccia. Mi guardò, e sorridendomi mi fece cenno di seguirla ancora. Amavo il modo in cui riusciva a comunicare con me rispettando il mio silenzio. Iiniziammo a salire una rampa di scale che si trovava poco più giù. I gradini erano alti, forse un po' rovinati, mancava qualche mattonella che lasciava intravedere un triste strato di cemento. I suoi passi erano leggeri, lei stessa s'era fatta leggera come piuma, e spesso m'intimava con un'occhiata di cercar di fare meno rumore possibile. Il cuore mi balzava nel petto ad intervalli irregolari. Non so per quanto tempo salimmo, ma alla fine iniziarono a farmi male i muscoli delle gambe.

Arrivammo in una stanza grande tanto quanto un buco, con le pareti tappezzate di scaffali… e libri. Libri, ne avevo visti pochi e letti ancor di meno. Quei pochi che avevo me li procurava Sandra, forse di nascosto o forse per pietà, e li tenevo gelosamente custoditi nel cassetto. C’era anche una piccola, minuscola finestra dalle persiane spalancate, e il sole di Settembre illuminava tutta la piccola stanza facendo passare i suoi caldi raggi attraverso quella. Metteva in risalto i cumuli di polvere sopra ogni scaffale, pulviscolo che oscurava il titolo di ogni volume, che sporcava il pavimento chiaro tanto da farci lasciare le impronte. Rimasi a fissare per un po’ quella piccola finestra: da dietro il vetro polveroso si poteva vedere l’intero giardino e gli edifici che componevano quel bizzarro posto che m’era da casa. Pensai fossimo arrivati in una torre, o qualcosa del genere. Ora che me ne rendevo veramente conto, neanche ricordavo qual'era l'esatto aspetto dell'edificio visto dall'esterno. Rimasi come estasiato, nel vedere come gli alberi già iniziavano ad imbrunirsi e a colorarsi di mille colori diversi. Lì in cima, il mondo aveva assunto tutt'altro aspetto. Margherita si mosse con movimenti così fluidi e decisi che quasi sembrava avesse pianificato tutto da tempo; mi invitò a sedermi in un angolo, ed estrasse con le mani delicate un libro usurato da una delle tante file di libri ordinati, nello scaffale dal legno rovinato. Io piano piano mi accovacciai proprio sotto la finestra, dove il sole mi baciava il capo. Distesi le gambe, e poggiai la schiena contro la parete umidiccia e fredda, di dura pietra. Lei si chinò per poi sedersi al mio fianco, e si fece vicina a me. Poggiò la testa dai ricci rossi sulla mia spalla come se fosse la cosa più naturale del mondo, ed io iniziai a sentire il cuore martellare ancora più velocemente nel petto.

Non la stavo guardando, ma sentivo il suo sguardo addosso, potevo avvertire quei due grandi occhioni scrutarmi come se lei fosse tornata bambina … o come se non fosse mai diventata adulta.

 

《 Li vedi questi libri? 》

 

Iniziò a parlare, rivolgendosi a me. La sua vocina sottile era dolce, pacata. Mi rilassava l'anima, era una gioia anche solo udirla.

 

《 Saranno i nostri fiori quando fuori è Inverno. 》

 

Continuò, e mi venne spontaneo voltarmi verso di lei. Alzò il capo e mi guardò con quei due grandi occhioni vispi che raccontavano la Primavera. Sorrise, e io sorrisi con lei, consapevole del valore di quel semplice piegarsi delle labbra in una mezzaluna: più valore delle mille parole che non potevo dirle. Ebbene, il mio sorriso era l'unica e più sincera cosa che ero in grado di donarle. Schiusi le mie labbra e le increspai in una curva dolce, mentre sentivo le mie gote prendere fuoco. Lei abbassò lo sguardo, nascondendo quegli occhi meravigliosi con le ciglia lunghe, e con un gesto della mano aprì il libro. Sfogliò delicatamente le pagine fino ad arrivare ad un punto preciso - si fermò a poco più di metà volume. Teneva stretti fra le mani i lati del libro senza sgualcire le pagine dal colore giallastro e dall’inchiostro un po’ sbiadito.

 

《 Posso leggere per te? 》

 

Sussurrò piano, forse per non farsi sentire e non essere costretta ad andare via da quel piccolo paradiso rinchiuso fra quattro mura. Esitai a risponderle, ma poi annuire alla sua proposta fu quasi spontaneo, naturale. Sarei stato un pazzo, se solo le avessi detto di no. Vidi il suo sorriso allargarsi e mostrare i denti bianchi; penso di non aver visto mai nulla di più bello. Così inizio a cantarmi l'amore, a narrare di storie perdute nel tempo e mai più ritrovate, di giovani che s'amavano e riuscivano bene o male a vivere solo del loro reciproco amore. Quel giorno sentii il cuore fare su e giù nella cassa toracica: fui troppo stupido per ascoltare il suo messaggio, ciò che mi stava urlando con tutte le sue forze. 

 

Ci trovarono quando il sole era già calato da un pezzo e la piccola stanza s’era vestita di tenebre come una bella signora si veste per un ballo. Eravamo immersi lì, fra le pieghe del suo enorme vestito fatto di oscurità, ma lei, Margherita, lei illuminava tutto. Lei era così divenuta il mio sole, la mia lanterna, quella luce che ha la stessa luminosità della salvezza. Quel pomeriggio lo passammo così, con la sua voce a leggere e parlare al posto mio, che le parole non le avevo e non le avrei mai potute avere. Mi lesse poesie meravigliose che parlavano d'amore, mi cantò di canti misteriosi e bellissimi, di romanticherie ai quali i giovani si lasciavano spesso andare, e pian piano scoprivo un mondo nuovo. Le leggeva talvolta con la voce d’una bimba, talvolta con un timbro duro che ero sicuro non sfregiasse solo la mia anima, ma anche la sua. Mi chiesi se lei l'avesse mai provato, l'amore, e per la prima volta in vita mia sentii il forte e disperatissimo bisogno di chiederle chi amasse, di chiederle come fosse amare. Ma non lo feci, rimasi in silenzio.

Ci trovò uno dei tanti uomini in camice, e ci separò l’uno dall’altra con insistenza e prepotenza che non riuscivo ad accettare. Mi arrabbiai per la prima volta in vita mia, ma mi tenni tutto dentro, ingabbiai i sentimenti e l'immensa ira che mi stava ardendo nello stomaco. Ci rimproverò, e con tono arrogante ci ordinò di non salire più in quel luogo che per me era così magico, e ci borbottò qualcosa di poco carino dietro le spalle, mentre ci spintonava malamente giù per le scale. Margherita mi guardò con gli occhi sgranati, e con le labbra mimò una veloce scusa, prima di arpionare le manine delicate alla ringhiera delle scale per evitare di scivolare. Ebbi l’istinto naturale e repentino di scattare verso di lei e prenderla fra le mie braccia per non farla cadere, o forse fu solo l’ombra del desiderio. Mi sentii in pericolo, in vero pericolo. Tutto quello che sapevo, era che qualcosa in me non stava andando come prima. Era strano, non ero sicuro mi piacessero veramente quelle sensazioni - ma se non avessi voluto farmele piacere con la forza?

Davanti le porte delle nostre rispettive stanze ci salutammo in modo sfuggente con uno sguardo frustrato, e venimmo riportati in quella che a me iniziava a sembrare a tutti gli effetti una gabbia.

[ Angolo Autrice: salve a tutti! Spero che vi stia piacendo il corso della storia. Come sempre, il prossimo capitolo verrà pubblicato il 4 Ottobre. Vi ricordo di dare uno sguardo e lasciare un like alla pagina Facebook, dove potrete trovare contenuti aggiuntivi e rimanere sempre aggiornati.

-nettie
   
 
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