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Autore: nalla85    02/10/2016    6 recensioni
«La troveremo, Happy. Non ci fermeremo finché non l'avremo trovata.»
Dopo la battaglia contro Tartaros la Gilda di Fairy Tail ha cessato di esistere. Dopo tre anni, Natsu fa finalmente ritorno a Magnolia venendo così a sapere dello scioglimento della Gilda verificatosi subito dopo la sua partenza. La maggior parte dei suoi compagni si è rifatto una vita ma del membro che più gli sta a cuore non vi è nessuna traccia. Lucy sembra svanita nel nulla e nessuno sa che fine possa aver fatto. Finché un giorno, strane voci giungono all'orecchio del Dragon Slayer. Voci che circolano tra le Gilde Oscure riguardanti un misterioso mercenario noto come l'"Incappucciato", un mago che sembra in qualche modo essere associato a Lucy.
Ma in cosa consisteranno queste voci? Cosa è successo alla giovane maga durante questi tre anni?
Spero di avervi un pò incuriosito con questa breve trame (si capisce che non sono proprio il mio forte? :P ) Questa è la mia prima ff su Fairy Tail e spero che possa piacervi ;)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy, Heartphilia, Natsu
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lucy
Pochi metri separavano Natsu da quella fonte di luce, il cui bagliore riusciva ad affievolire la pazzia e l’oscurità che gli avevano offuscato i sensi. Voleva avvicinarsi a quel bagliore.
Toccarlo.
Ma il suo cammino fu ostacolato da Erza e da Gray che gli si pararono dinanzi con fare minaccioso.
«Non osare fare un altro passo, Natsu.» lo minacciò Erza con la katana sguainata. «Non costringermi ad attaccarti.» Una minaccia. Una supplica.
Perché?
Natsu non capiva. Per quale motivo dovevano tenerlo lontano da quella luce così calda e confortevole?
«Maledizione, Natsu! Vedi di far tornare un po’ di sale in quella zucca vuota che ti ritrovi!» gli urlò Gray. «Nello stato in cui sei, rischi di ferirla!»
Gli occhi neri di Natsu indugiarono sulle figure dei due maghi disposti a difesa contro di lui. Ma a difesa di chi?
Lentamente, abbassò lo sguardo sul gruppetto di persone a terra dietro di loro.
Due bambini.
Un gatto.
Una giovane maga che lo fissava con la paura negli occhi mentre rivolgeva la propria magia alla donna a terra.
Quella donna…
Minuti. Ore. Natsu non seppe dire per quanto tempo rimase immobile a fissarla. Istintivamente tese una mano verso di lei.
Mia.
«Torna in te, Natsu. Fallo per Lucy!» mormorò Gray con un filo di voce, preparandosi però ad attaccare il suo compagno.
«Lucy…» ripeté il Dragon Slayer, assaporandone il nome sulle labbra. Un nome dolce, caldo.
Come le sue labbra.
Quel pensiero, nato da un cuore che non aveva mai cessato di battere per la sua compagna, riuscì a riportare in sé il Dragon Slayer.
Un sorriso si delineò sul viso di Natsu mentre lentamente lasciava cadere la mano lungo il fianco.
«Come ti salta in mente un’idea del genere, ghiacciolo?» domandò fintamente indignato Natsu. «Non potrei mai ferire Lucy. Certo, non posso dire lo stesso di te: se vuoi una lezione posso dartela anche subito»
Tutti restarono immobili, limitandosi a fissarlo con quel suo caratteristico ghigno stampato in volto, gli occhi nuovamente del loro colore naturale.
Natsu lanciò uno sguardo rassicurante a una Wendy oramai prossima alle lacrime nel vederlo tornato in sé e a un Happy che invece di lacrime ne stava versando in abbondanza.
Poi annuì, affermando in silenzio che stava bene e che presto tutto sarebbe finito. Non c’era bisogno di parole tra loro. Erano compagni. Membri di quella grande famiglia che era Fairy Tail. Bastava uno sguardo per comprendersi.
«Sicuro di essere tornato in te, testa calda? Posso sempre darti un pugno per farti rinsavire.» si offrì Gray sollevato prima di tornare serio. «Si può sapere che diamine ti è successo, Natsu? E che diavolo sono quei simboli sul tuo braccio?»
Istintivamente Natsu abbassò lo sguardo sul suo braccio. Il simbolo di Fairy Tail stava lentamente emergendo a mano a mano che gli altri svanivano. Il mago ricordava solo un’altra occasione in cui si era verificata la stessa cosa. Un’occasione che non era ancora pronto a rivelare.
«Che vuoi che ti dica ghiacciolo? Sono la prova che io mi sono allenato mentre tu hai battuto la fiacca.» lo stuzzicò Natsu sperando così di lasciar scorrere l’argomento e, a giudicare dall’occhiata che l’altro gli rivolse, ci riuscì.
Sorridendo, si voltò per posare lo sguardo su Axel ed Ellie.
«Tra poco riabbraccerete la vostra mamma.» gli promise inginocchiandosi così da essere al loro stesso livello mentre la mano corse, istintivamente, a racchiudere nella sua stretta una ciocca bionda. «So di chiedervi molto ma fidatevi di noi. Fidatevi di me. Presto torneremo a casa. Insieme.»
Natsu cercò di trasmettere con le parole, gli occhi, con tutto sé stesso la sua convinzione che ogni cosa si sarebbe sistemata nel migliore dei modi.
«Me lo prometti… papà?»
Fu quasi un sussurro quello che fuoriuscì dalle piccole labbra di Ellie. Una domanda che racchiudeva in sé ogni genere di emozione che la piccola si portava dentro forse da troppo tempo.
Papà…
Quell’unica parola bastò a rompere l’atmosfera lugubre creatasi dopo il cambiamento di Natsu e a riempire di calore il cuore di tutti.
Erza e Gray risero nel sentire qualcuno chiamare così quel combinaguai del loro compagno, contagiando anche Wendy e Happy. Perfino Axel, nonostante non ne capisse il motivo, perse per un attimo quell’espressione troppo seria, inadatta a un bambino, per sorridere sotto i baffi. Gli unici a non farlo furono Natsu ed Ellie.
I due si fissarono negli occhi per secondi, prima che Natsu rompesse il silenzio che si era creato solo tra loro due.
«Te lo prometto. Credici con tutte le tue forze, piccola. Credici e abbi fiducia in me. Se la mamma non ha mai infranto una promessa, allora nemmeno io posso, no? Altrimenti sai che ramanzina mi farebbe?»
Natsu le regalò un sorriso così carico di affetto che Ellie si ritrovò istintivamente ad annuire. Magari non conosceva affatto quello strano signore e forse lo aveva chiamato papà solo per via di ciò che le aveva detto Lucy, ma ora, dopo averlo guardato negli occhi e sentito parlare, il suo piccolo cuore le diceva che sì, Natsu era davvero il suo papà.
«Erza! Gray! E’ ora di concludere questa faccenda.»
«Era ora!» esclamò Gray.
«Facciamola finita, ragazzi» aggiunse Erza.
Vistrass non si preoccupò di smentire le loro dichiarazioni.
«Ho quindi di nuovo tutta la tua attenzione, Natsu? Un vero peccato che tu sia tornato… normale. Avrei avuto un minimo di possibilità di divertirmi se fossi rimasto in quello stato… berserker. Ma hai perfettamente ragione: è giunto il tempo di porre fine alla vostra esistenza.»
I gelidi occhi blu del master si posarono solo un istante sul portale e su Melissa che cercava, invano, di stabilizzarne la potenza, ma quell’attimo fu l’occasione che Natsu e gli altri aspettavano. Il Dragon Slayer fu il primo a lanciarsi all’attacco e Vistrass fu costretto a ricorrere alla magia del ghiaccio per poter deviare il colpo. Erza e Gray non furono da meno facendo ricorso ai loro colpi più potenti per abbattere il nemico. Tuttavia l’Ice Shell del master era infrangibile, molto più potente di quello di Gray. Sembrava quasi che nulla potesse abbatterlo.
Quando poi fu proprio il mago del ghiaccio a cercare di sferrare un colpo abbastanza forte da romperlo, Vistrass sorprese nuovamente tutti ricorrendo al ruggito del drago di fuoco per debellare il nuovo attacco.
Approfittando del fatto che i suoi compagni attirassero tutta l’attenzione sud i loro, Natsu si spostò alle spalle di Vistrass per cercare di prenderlo di sorpresa. Saltò in aria per darsi la spinta necessaria per sferrare un calcio ma l’avversario, accortosi della sua presenza, si scansò e lo colpì con un pungo al costato. Natsu accantonò il dolore per afferrare il braccio di Vistrass bloccandone così i movimenti. Con la mano ancora libera, il master cercò di colpire Natsu al plesso solare e quest’ultimo, per evitarlo, fu costretto a sbilanciarsi lasciando così la presa sul nemico. Mentre cadeva a terra, Natsu lanciò uno dei suoi ruggiti del drago di fuoco imitato subito da Vistrass che ricambiò creando uno scudo di ghiaccio per contrastare l’attacco. Anche Gray si unì al compagno attaccando il master alla sua destra, ferendolo leggermente alla spalla prima che questi si voltasse verso di lui indirizzandogli le stesse frecce di ghiaccio usate per ferirlo.
Mentre Natsu e Gray tenevano impegnato il nemico, Erza rimase momentaneamente in disparte. Qualcosa aveva attirato la sua attenzione, costringendola a fermarsi per riflettere su un dettaglio che sapeva essere fondamentale: perché Vistrass aveva usato il ghiaccio per difendersi dall’attacco di Gray?
Contro Natsu era la scelta più logica, ma contro un altro utilizzatore del ghiaccio? Perché non contrastarlo con l’elemento opposto? D’altronde Vistrass si era dimostrato in grado di padroneggiare entrambe le magie. Ghiaccio e fuoco.
Durante la lotta aveva fatto ricorso solamente a questi due tipi di magia e, per quanto ne sapeva Erza, nessun mago finora era riuscito a possedere due magie elementari così potenti e opposte fra loro, né aveva visto il master far ricorso a oggetti particolari per riuscirvi. Per quanto si sforzasse, Erza poteva pensare ad una sola risposta.
«Ragazzi sono i vostri poteri! Vistrass sta usando i vostri poteri per attaccarci!»
«Che cosa?»
La dichiarazione di Erza interruppe la battaglia. Il volto del master era una maschera di rabbia e odio. «Pensateci. Fin dall’inizio dello scontro Vistrass ha usato il ghiaccio per attaccare sia te che Natsu. Perché non attaccarti con il fuoco, Gray?» ragionò Erza.
«Eri distratta quando mi ha lanciato contro un ruggito più potente di quello di Natsu?»
«Ehi!» replicò offeso il mago.
«Vale lo stesso discorso. Anche in quel caso ha continuato ad attaccare anche Natsu con la sua stessa magia.»
Quest’ultimo aprì la bocca come per obiettare ma si bloccò, assumendo un’espressione stupita.
«Fammi capire bene. Vuoi forse dirmi che è solo un fottutissimo parassita? Non è possibile Erza! Un parassita non può diventare un Master. Sono maghi troppo deboli e…»
La potenza con la quale Vistrass sferrò il suo pugno fece volare Natsu contro Gray, scaraventando entrambi a terra.
«CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA, SALAMANDER!»
La reazione dell’uomo confermò l’ipotesi di Erza. «Pensi che io sia solo un parassita? SOLO? Che io sia debole? Eppure chi tra noi si trova a terra? Chi sta avendo la peggio? Chi è riuscito a raccogliere attorno a sé i maghi più potenti del regno? CHI E’ IL MASTER?»
L’aria era pregna dell’odio e della collera del Master dei Mercenari. Quella sua maschera di freddezza si era oramai infranta, rivelando la vera personalità dell’uomo.
«La grandezza di una Gilda non si misura dalla potenza magica dei suoi membri.» La voce di Erza catturò lo sguardo omicida del nemico.
«Non osare, Titania.» minacciò Vistrass.
«Una Gilda non è potere.» continuò imperterrita la maga mentre avanzava a passo deciso verso l’uomo, la spada sguainata. «Una Gilda non è gloria. Una Gilda non è vendetta.» Con un balzo, Erza azzerò la distanza tra i due tagliando l’aria con un fendente che il master evitò prontamente.
«Una Gilda è famiglia. Affetto. Legami. Questa è una Gilda. Tu sei debole non per la magia che possiedi. Sei debole perché sei solo!»
«SILENZIOOOO!»
La furia di Vistrass si manifestò con un muro di fiamme che costrinse Erza ad arretrare di qualche passo. Subito Natsu e Gray furono al suo fianco.
«Tutto bene, ragazzi?» chiese senza distogliere lo sguardo dal suo obiettivo.
«Stiamo bene.» le rispose prontamente Gray prima di posare lo sguardo sul muro di fiamme che si frapponeva tra loro e il nemico. «Erza, sei sicura che Vistrass sia un parassita? Possiede troppo potere magico. Di solito questi maghi si limitano ad attingere alla magia delle persone che hanno attorno senza però eguagliarne la potenza.»
«Il ghiacciolo ha ragione.» Il tono di Natsu era tranquillo, in netto contrasto con la tempesta che gli attanagliava l’animo. «E poi, anche se fosse vero, come mai si limita ad usare solamente la mia magia e quella di Gray?»
«Guardati attorno Natsu. I parassiti hanno un raggio di azione limitato. Dei maghi ancora in vita ci siamo solo noi. Non so che tipo di magia possieda la donna vicino al portale, ma tra noi tre, Vistrass può copiare solo il vostro potere. La mia magia Requip permette la materializzazione delle armi e delle armature che mi sono procurata nel tempo. Lui non ha alcuna arma da poter materializzare»
«Ehi, testa calda!» Gray catturò immediatamente l’attenzione di Natsu.
«Che vuoi ghiacciolo?»
Erza stava già per richiamarli all’ordine quando le parole successive di Gray la fermarono.
«Se Vistrass è un parassita che sta copiando la nostra magia… Allora quelle non sono le TUE fiamme!»
«Sì e cosa…»
Non appena Natsu capì il significato dietro le parole di Gray, un ghigno divertito gli si stampò sul viso e con la coda dell’occhio notò che anche Erza stava assumendo un’espressione più battagliera.
«Ma allora il cervello ce l’hai, ghiacciolo.» disse divertito Natsu prima di iniziare ad ispirare le fiamme, facendo disperdere così il muro che Vistrass aveva innalzato.
Gli occhi blu del master si sgranarono per un solo istante, sorpreso dal contrattacco di Natsu. Era evidente che non aveva pensato ad una mossa simile da parte del Dragon Slayer e la sua reazione non fece altro che aumentare il ghigno di mago.
«A quanto pare il grande e onnipotente Dreyden Vistrass non è poi così invincibile come vuol far credere. Il tuo trucchetto non funzionerà più contro di noi!»
«MALEDETTO SALAMANDER!» Con un movimento talmente rapido da essere quasi invisibile all’occhio umano, l’uomo fece sollevare diversi frammenti metallici indirizzandoli verso il trio di maghi.
«ATTENTI!»
I tre si gettarono a terra per evitare di essere trafitti.
«Ma che diavolo… come ha fatto?»
«Non lo so, idiota!»
«Non statevene lì impalati! Spostatevi!» urlò Erza ai compagni.
Natsu si scostò di lato evitando per un soffio una scheggia affilata che gli graffiò il volto. A quanto pare continuava a fare l’errore di sottovalutare il suo avversario e questo poteva essere fatale sia per lui che per i suoi compagni.
«Maledetto Vistrass!» ringhiò Natsu.
«Ahahahah» la risata che riecheggiò nell’aria rifletteva tutta la pazzia che illuminava gli occhi blu dell’uomo. «Chi è il debole, Fairy Tail? CHI?! Non sono solo un utilizzatore dei poteri altrui. Sono anche un telecinetico. Arrenditi Fairy Tail. I miei poteri sono troppo oltre la vostra portata.»
Il viso di Vistrass era trasfigurato al punto tale che Natsu faticava quasi a riconoscere in lui l’uomo gelido che aveva dato inizio a tutto.
«E’ solo un parassita… È solo un debole…» ripeté il master con voce stridula.
«E’ impazzito?» mormorò Gray allarmato da quell’improvviso cambio di personalità.
«Impazzito? No di certo. Non sono mai stato più lucido.» gli rispose il master con le labbra tirate in un ghigno folle. «E’ ora di farla finita.»
Dando loro le spalle si voltò verso Melissa. «Imposta le coordinate.»
L’ordine catturò l’attenzione del generale che fino a quel momento aveva cercato di trattenere, inutilmente, la potenza del portale attraverso il pannello di comando. «Ma Master… non è possibile. Il Portale è oramai fuori controllo. C’è troppa magia stellare al suo interno e nulla che si contrapponga alla sua carica positiva...»
«OBBEDISCI ALL’ORDINE, MELISSA!» urlò impaziente Vistrass, obbligando la donna ad eseguire quanto detto.
«Ragazzi non dobbiamo permettergli di aprirlo!»
Senza dare alcuna spiegazione, Natsu si lanciò al’attacco subito seguito da Erza e Gray.
«MELISSA, ADESSO!»
La donna premette un pulsante e l’intero ambiente fu inondato da una luce accecante. Durò pochi secondi e quando svanì era troppo tardi. Un tunnel di luce bianca si aprì all’interno del portale, emettendo lampi e saette segno della sua instabilità. Senza il giusto equilibrio tra luce e tenebra, nessuno poteva immaginare dove si sarebbero spalancate le porte del passato e le conseguenze che avrebbe comportato per il loro presente.
«MALEDETTO!» urlò con furia Natsu prima di lanciare uno dei suoi ruggiti.
«Master!» gridò contemporaneamente Melissa. «E’ troppo instabile. Rischiamo di provocare un’esplosione che ci ucciderà tutti!»
«Non per molto.» mormorò Vistrass e, con gli occhi iniettati di sangue e pazzia, sollevò un braccio verso il Dragon Slayer, indirizzandogli contro un getto di fiamme che andò a contrastare il suo ruggito, mentre con l’altra mano descrisse dei brevi cerchi nell’aria facendo sollevare gli stessi cavi che poco prima erano stati utilizzati su Lucy e Pride.
Si voltò lievemente verso Melissa con un ghigno folle. «Sei stata una risorsa preziosa mia cara. Augurati di essermi utile per l’ultima volta.»
«Master?»
Un gesto deciso della mano e tre cavi scattarono in tre direzioni differenti, affondando ognuno nel corpo di un generale.
«NO!»
L’urlo di Natsu si perse nel caos che seguì.
«AHAHAHAH! FINALMENTE! FINALMENTE IL LIBRO DI ZEREF SARA’ MIO! SPALANCATEVI PORTE DEL PASSATO! AHAHAHAH!»
Un’esplosione di luce abbagliò per un secondo tutti i presenti prima che fasci di tenebra iniziassero a fuoriuscire dal macchinario di Melissa andando a formare poi un mulinello al centro del portale. La morte dell’ultimo generale aveva dato vita all’oscurità che mancava per equilibrare la macchina.
Ora luce e tenebra si stavano fondendo.
La porta del passato si era finalmente aperta.
«E’ la mia vittoria, Fairy Tail!» La voce di Dreyden Vistrass era colma di trionfo. Un passo. Un solo passo e avrebbe varcato la soglia per la realizzazione del suo sogno. Con occhi folli rivolse loro un’ultima occhiata prima di innalzare attorno a sé una barriera di ghiaccio così da rallentarli.
Natsu si ritrovò impotente ad osservare il suo fallimento. Anche correndo alla massima velocità non sarebbe mai riuscito a raggiungerlo in tempo. Avrebbe impiegato secondi preziosi solo per sciogliere tutto quel ghiaccio.
«Ho fallito…» mormorò inginocchiandosi a terra, le mani strette a pugno che calavano con forza sul pavimento.
Ho fallito, Lucy… ripeté nuovamente nella sua testa.
Era l’unica cosa cui riusciva a pensare. Aveva fatto una promessa e non era riuscito a mantenerla.
«Perdonami, Lucy.» mormorò trattenendo un singhiozzo nato dalla frustrazione e dall’impotenza. Volse la testa verso quella che era la sua ragione di vita e ciò che vide gli fece spalancare gli occhi.
 
 
 
Quando era solo una bambina, Lucy era terrorizzata dall’oscurità. Ne aveva una paura folle, primordiale. Solo la presenza della sua unica, vera amica, Aquarius, le era di conforto. Crescendo, aveva imparato a convivere con quella paura, razionalizzandola e relegandola in un angolo remoto della sua mente mentre cercava una luce che potesse scacciare definitivamente le tenebre che si erano formate dopo la morte della madre e che ora albergavano nel suo cuore.
Solo dopo molti anni riuscì nell’impresa. Aveva finalmente trovato quel bagliore a lungo cercato.
Fairy Tail.
Fairy Tail fu la sua luce.
Il tempo trascorso con la Gilda e tutti i suoi membri fu il più bello della sua vita, finalmente Lucy fu in grado di ritrovare quel calore che solo una famiglia sa donare. Tuttavia quando anch’esso giunse al termine, l’oscurità tornò a reclamarla e, mentre da bambina ne era terrorizzata, adesso la considerava una fedele compagna, qualcosa che non l’aveva mai abbandonata durante il suo periodo più buio, quando divenne l’Incappucciato.
Lucy si era abituata a quella sensazione di freddo che l’avvolgeva nell’istante stesso in cui chiudeva gli occhi, accompagnandola e scacciando la solitudine, per questo motivo in quel momento si sentiva confusa. Nonostante le tenebre la circondassero, non avvertiva il solito gelo, anzi, si sentiva avvolta da un piacevole tepore.
Si sta così bene… pensò, credendo di trovarsi al sicuro nella sua stanza, a Magnolia, completamente arrotolata nel suo soffice piumone.
«…cy!»
Le sembrò di udire qualcosa ma l’ignorò, affondando maggiormente il viso tra quelle calde coltri.
«Lucy!»
Una voce.
«Umm…» mugulò Lucy. «Stai zitto, idiota.» borbottò, convinta che fosse Natsu a chiamarla dopo essere entrato per l’ennesima volta senza permesso nella sua stanza.
Un colpo forte e deciso in testa la svegliò completamente.
«AHIA!»
Si sollevò di scatto portandosi le mani sul punto dolente.
«Brutta idiota che non sei altro! Come osi zittirmi?»
Lucy sgranò gli occhi non appena si rese conto a chi apparteneva quella voce. No… non può essere.
Si voltò, ignorando il dolore alla testa o il fatto di essere sospesa in uno spazio vuoto e bianco, trovandosi di fronte l’ultima persona che pensava di rivedere.
Se questo è un sogno, non svegliatemi pensò, mentre gli occhi scuri iniziavano a riempirsi di lacrime.
«Tsk. Ecco perché non troverai mai un ragazzo.»
Quello sguardo corrucciato, quella posa intimidatoria, il tono canzonatorio.
«N-non è possibile…» sussurrò Lucy con gli occhi che rapidamente presero a sgorgare lacrime.
«Eh?» Aquarius inarcò un sopracciglio mentre si portava le mani ai fianchi. «Ragazzina ingrata, dopo tutto…»
Non riuscì a terminare la frase perchè Lucy le si gettò letteralmente addosso, stringendola con forza.
«Aquarius… sei davvero tu?» mormorò singhiozzando, il viso ormai coperto dalle lacrime che scendevano copiose. «Mi dispiace... Mi dispiace…» continuava a ripeterle.
Lo spirito non disse nulla, restò in silenzio limitandosi a cullarla proprio come faceva quando era bambina. Lasciò che Lucy sfogasse con le lacrime tutto il suo dolore, il suo rimpianto, tutto.
Non c’era bisogno di parole. Non ce n’era mai stato. Il loro legame era sempre stato uno dei più forti nonostante il modo in cui Aquarius trattava la giovane. L’affetto che provavano l’una per l’altra era indiscutibile. Era talmente profondo che nemmeno una chiave spezzata aveva impedito allo spirito di correre in aiuto della sua amica. Sì, amica. Lucy non era mai stata, né in passato né in futuro, la sua padrona.
Era la sua migliore amica.
«Adesso basta, Lucy.» La scostò con delicatezza, restia ad interrompere quell’abbraccio. «Devi ascoltarmi Lucy. Non abbiamo tanto tempo a disposizione.»
Singhiozzando, la maga lentamente riuscì ad interrompere quel flusso di lacrime, posando lo sguardo sul volto teso dell’amica.
«Mi sei mancata così tanto, Aquarius.» sussurrò a fior di labbra Lucy, facendo addolcire quegli occhi blu che la fissavano.
«Anche tu, Lucy. Anche tu.» mormorò di rimando lo spirito accarezzandole la guancia con una mano.
Lucy subito strinse tra le sue dita quella mano, beandosi del calore che emanava. Non riusciva ancora a crederci. Come poteva Aquarius guardarla con occhi così dolci nonostante quello che aveva fatto. Rompere la sua chiave aveva significato la morte e ora era lì. Era forse morta anche lei?
«Non m’importa.» mormorò a fior di labbra.
«Che cosa non t’importa?» le chiese l’amica che era riuscita a udire quel bisbiglio.
«Non m’importa se sono morta anch’io, se questo mi da l’occasione di riabbracciarti»
Nel sentire quelle parole, Aquarius scostò subito la mano dalla guancia di Lucy e, assumendo il tanto caratteristico sguardo truce, la colpì con forza sulla testa.
«AHIA!» esclamò per la seconda volta la maga.
«NON TI AZZARDARE A DIRE MAI PIU’ UNA COSA DEL GENERE!» le urlò Aquarius furibonda. «Non ti ho dato la mia energia in questi anni per vederla buttata al vento in questo modo!»
Le sue parole fecero suonare un campanello nella mente di Lucy che la fece tirare su per studiare con attenzione l’amica.
Era pallida. Il suo incarnato era molto più chiaro di quanto ricordasse e gli occhi erano incorniciati da profonde occhiaie violacee.
«Aquarius… che cos’hai?» domandò Lucy allarmata. Presa dall’euforia del momento non si era resa conto delle condizioni del suo spirito.
«Ascoltami bene, Lucy.» l’afferrò con forza per le spalle. «In questo momento i tuoi amici stanno combattendo contro Vistrass nel tentativo di fermare il suo piano e salvarti. Devi tornare indietro e aiutarli. Solo tu puoi mettere fine a tutto questo.»
«Non capisco…»
«Maledizione, Lucy! Fai funzionare quel cervello che ti ritrovi! Il portale è stato attivato e Vistrass è riuscito ad equilibrarlo. Non puoi permettere che riesca ad andare nel passato. Ci sono segreti e verità sepolte lì che non devono essere in alcun modo rivelate. Devi distruggerlo, Lucy!»
La maga faticava a seguire il discorso di Aquarius, sentendosi confusa come non mai. Qual era l’ultima cosa che ricordava? Si guardò attorno ma non c’era nulla che le venisse in aiuto. Era sospesa in uno spazio vuoto. Riportò l’attenzione sullo spirito. Era felice di averla ritrovata. Non provava una sensazione simile da tanto, troppo tempo. Allora perché mai doveva tornare indietro? E poi, indietro dove? Non c’era nessuno ad aspettarla.
Non sei più sola.
Lucy sgranò gli occhi.
Quella voce… conosco quella voce.
Apparteneva a lui.
A Natsu.
«Natsu…»
Un sorriso si delineò sul volto di Aquarius. «Esatto, Lucy. Natsu ti sta aspettando. Ha lottato contro i suoi demoni per tornare da te. Sta facendo l’impossibile per proteggere te e la tua famiglia.»
La tua famiglia.
Mamma!
Mamma.
«Ellie! Axel! Oh mio Dio, che è successo? Aquarius che ne è dei bambini?» Presa dal panico e odiandosi per non aver pensato subito a loro, Lucy prese a divincolarsi dalla presa che la teneva ancorata sul posto.
«Sta calma, Lucy! Ti ho già detto che non c‘è tempo. Stanno bene. Natsu sta lottando anche per loro, proteggendoli con tutto sé stesso. In questo momento sono vicino a te, sperando che la magia di Wendy compia un miracolo. Quella piccoletta sta dando fondo a tutte le sue energie per riportarti indietro. Ma solo tu puoi scrivere la parola fine a questa storia e dar loro un finale felice.»
La maga prese un respiro profondo, cercando di rallentare i battiti del suo cuore prima di rivolgere lo sguardo su Aquarius. Gli occhi nocciola carichi di determinazione.
«Bene. Questa è la mia ragazza. Ascoltami bene… C’è un solo modo per fermare il Portale: rompere l’equilibrio tra magia bianca e nera. Devi utilizzare la tua magia stellare per sovraccaricarlo e distruggerlo. Ti darò tutta l’energia che mi rimane per aiutarti, ma correrai comunque un rischio enorme Lucy. Se darai fondo a tutte le tue forze non riuscirai a sopravvivere. Morirai e questa volta per davvero.»
Lucy annuì. «Non ti deluderò, Aquarius. Lancerò il mio colpo più potente e ti giuro che metterò fine a tutto!»
«Lo so.» si limitò a pronunciare lo spirito, allontanandosi dalla maga proprio nel momento in cui le sue sembianze iniziavano a svanire.
«Aquarius!» gridò allarmata Lucy, subito pronta ad accorrere al suo fianco ma l’espressione serena della donna la bloccò.
«Sono fiera di te, Lucy. Cresci bene i tuoi figli e sii felice con Natsu. La tua famiglia sarà sempre al tuo fianco… e così io. Sono così orgogliosa di te… ti voglio bene amica mia.»
Aquarius pronunciò le ultime parole con il viso rigato di lacrime prima di svanire per sempre in mille frammenti di luce che si posarono delicatamente su Lucy, riempiendola di potere magico.
«Ti voglio bene anche io.» disse prima di asciugarsi con una mano le ultime lacrime.
Solo in quel momento Lucy avvertì un calore che gentilmente si propagava dentro di lei, lo stesso calore che avvertiva ogni qual volta che terminava una sessione con Melissa, quando si chiudeva nella sua stanza per recuperare la magia sottrattale con la forza.
Sei sempre stata tu… vero, Aquarius? Pensò tristemente Lucy, indugiando per un breve istante sull’enorme sacrificio e sforzo compiuto dal suo spirito da quando era diventata l’Incappucciato, prima di accantonare quel pensiero in un angolo della mente. Doveva concentrarsi.
La sua famiglia aveva bisogno di lei.
Axel.
Ellie.
Natsu.
Fairy Tail.
Un bagliore azzurro iniziò a pulsare all’altezza del petto, sopra al cuore. Lucy abbassò lo sguardo e sorrise riconoscendo quella particolare impronta magica.
«Wendy…» pronunciò, afferrando con tutte le sue forze la magia che la collegava ai suoi amici.
«Sto arrivando, ragazzi!»
 
 
Natsu non riusciva a credere ai suoi occhi.
«Non ci credo…» sussurrò.
A pochi metri da lui, davanti ad una Wendy esausta ma felice e a un Happy che piangeva abbracciato stretto dalla piccola Ellie, se ne stava in piedi Lucy, il corpo avvolto da un bagliore dorato e traboccante di magia.
Anche Erza e Gray dovevano averla notata perché improvvisamente Natsu non sentì più il rumore dei loro attacchi. Tuttavia non poteva esserne sicuro dato che tutta la sua attenzione era stata catturata dal miracolo che aveva davanti.
«Lucy…» pronunciò. Disperazione e speranza racchiusi in quell’unico nome.
Il cuore perse un battito quando la maga aprì gli occhi per posarli in quelli di lui. Occhi ricolmi dello stesso amore che si rifletteva anche in quelli di lui. Lucy gli sorrise, un sorriso che per Natsu rappresentava il mondo.
«Bentornata, Lu.» si ritrovò a dire, incapace di muoversi sebbene tutto di lui bramasse il contatto con il corpo di lei, la paura che tutto fosse solo il frutto di un’illusione lo frenava.
Lucy voltò leggermente il viso verso il gruppo alle sue spalle, regalando un altro dei suoi meravigliosi sorrisi a Wendy e ai piccoli, prima di voltarsi nuovamente verso di lui e mimargli un “Grazie” con le labbra.
Subito dopo Natsu la vide prendere un respiro profondo, per poi posare lo sguardo sul portale e iniziare ad avanzare mormorando un incantesimo che il mago conosceva bene. Avrebbe voluto fermarla, impedirle di continuare ma sembrava che qualcosa lo tenesse ancorato a terra. Solo in seguito Natsu capì che era la stessa Lucy ad impedirgli di muoversi.
«Voi che ricoprite il cielo, voi che aprite il cielo…»
«No… aspetta, Lucy!»
«…Stelle infinite del cielo, …»
«Non puoi usare quest’incantesimo!»
«…mostratevi a me col vostro bagliore!…»
Gocce di sudore imperlavano la fronte di Natsu mentre la pressione magica attorno a loro cresceva vertiginosamente con l’avanzare di Lucy.
«Lucy… non farlo!»
Ragazzi, prendete gli altri e allontanatevi il prima possibile da qua.
Quella voce chiara e cristallina che sentì nella testa poteva appartenere solo a lei.
«Lucy ascoltami, ti prego. Fermati! Sei appena ritornata, non puoi consumare tutto questo potere magico. Prendi gli altri e scappa. Ci penserò io a distruggere tutto!»
Gli occhi di Lucy, non più di quel colore nocciola che lui tanto amava ma dorati, s’incrociarono con i suoi e Natsu vi si perse. Gli sembrò di annegare in un oceano fatto di stelle e pianeti. Un mondo fatto di amore e speranza. Fu un istante breve quanto un battito ma non per questo meno potente.
SBRIGATEVI! Vistrass sta per varcare il portale!
«Maledizione, Lucy!» urlò, riuscendo infine ad alzarsi e correre verso Axel ed Ellie, subito affiancato da Erza e Gray. Andava contro tutti i suoi istinti voltare le spalle alla sua compagna e al pericolo che stava per affrontare, ma non aveva scelta.
«Natsu, Gray, coraggio! Prendete i bambini e andate. Wendy ce la fai a correre?»
«Non possiamo abbandonare qua Lucy!» protestò Gray.
«Non c’è più tempo!» urlò Natsu mentre prendeva tra le braccia Ellie che continuava a fissare la figura dorata di Lucy.
«Natsu! Come puoi…» qualsiasi cosa stesse per dire il mago di ghiaccio si perse quando vide le lacrime che rigavano il volto dell’amico.
«…Oh, Tetrabiblos, io sono la sovrana delle stelle.
Il mio aspetto è la perfezione.
Apri i tempestosi portali.
Oh, 88 stelle dei cieli…
Risplendete!
URANO METRIA!
»
La magia divampò dal corpo di Lucy come un’esplosione. L’universo intero sembrò piegarsi alla sua volontà mentre scie di luce distruggevano ogni cosa si parasse lungo la loro traiettoria.
Natsu non aveva mai visto Lucy così potente, così carica di magia.
«Ragazzi allontaniamoci prima che crolli tutto!» urlò Erza mentre aiutava Wendy prendendola per un braccio.
Natsu si sentì afferrare per un braccio.
«Avanti, idiota! Dobbiamo andarcene!»
«Non ce la faccio Gray. Prendi Ellie e andate. Non la lascio da sola a combattere.»
«Avanti, Natsu. Non riesci a sentire anche tu la sua magia? Lucy non ha mai scagliato questo incantesimo con una tale potenza. Se restiamo qua finirà con l’ucciderci!»
Natsu sapeva che il compagno aveva ragione, ma non riusciva ad avanzare.
«Avanti!» strillò Gray mentre lo strattonava con forza.
«LUCYYYYYYY!» urlò Natsu prima che una frana crollasse bloccando così il passaggio al laboratorio.
«No! Lucy!»
 
 
La magia stellare fuoriusciva selvaggia dal suo corpo e Lucy sentiva le sue forze venir meno. Stava dando tutta sé stessa con quell’incantesimo, ma non aveva alternative. Era consapevole che era la sua unica possibilità di vittoria e doveva dar fondo a tutte le sue energie confidando nel fatto che Natsu portasse tutti al sicuro.
Il muro di ghiaccio che Vistrass aveva creato per impedire a Erza e gli altri di raggiungerlo si dissolse come neve al sole non appena ebbe scagliato l’incantesimo e Lucy poté vedere che il master aveva varcato per metà il portale.
«NON VINCERAI, VISTRAAAAAAAASS!»
L’urlò di Lucy riecheggiò nell’aria raggiungendo il master che, udendola, si bloccò per lo stupore facendole guadagnare secondi preziosi.
«No! Non è possibile! Tu sei morta!» urlò l’uomo rifiutandosi di credere a quanto vedeva.
«No.» rispose con rabbia Lucy. «Ma lo sarai tu. Sii onorato di morire per mano dell’Incappucciato!»
Con tutto l’odio, la collera, la paura che aveva covato nel cuore in quegli anni, Lucy sollevò il braccio verso Vistrass, guidando in questo modo la sua magia che poté concentrare tutta la sua potenza su un unico obiettivo.
«NOOOOOOOOOOOOOOO!!!»
Guidato dalla pazzia e dal desiderio, Vistrass tentò di ultimare quel passo che avrebbe realizzato il suo sogno, ma ormai era troppo tardi. La sua arroganza lo aveva condotto alla rovina avendogli impedito di tenere d’occhio i suoi avversari, certo ormai della sua vittoria.
La magia delle stelle, dell’intero universo sovraccaricò il portale proprio come detto da Aquarius, frantumandolo in mille pezzi e tagliando di netto il corpo del master.
Questo segnò la fine di Dreyden Vistrass e della Gilda dei Mercenari.
«C’è l’ho fatta… ragazzi…» pronunciò Lucy, senza più un briciolo di energia in corpo, mentre si accasciava a terra lasciando che l’oblio la portasse via da quella distruzione che lei stessa aveva creato e mettendo fine a quell’incubo.
 
 
«..cy?»
La prima cosa di cui Lucy fu consapevole fu la sensazione di due braccia forti che l’avvolgevano con fermezza. Un abbraccio carico di sicurezza, affetto e amore. Avrebbe riconosciuto quell’abbraccio ovunque.
«Natsu…» mormorò con un filo di voce.
«Lucy!»
La forza con cui la strinse a sé rivelò alla giovane quanta paura doveva aver provato il Dragon Slayer. Lucy lo sentiva tremare mentre le mormorava parole senza senso all’orecchio, ma che per lei rappresentavano un ulteriore prova che fosse viva.
«Non farlo mai più, Lucy. Non lasciarmi mai più.»
Lentamente e con un certo sforzo, sollevò un braccio così da poter accarezzare quell’indomita chioma rosata che tanto le era mancata.
«Va tutto bene, Natsu. Sono qui. Sono qui con te.»
Subito lui si ritrasse e, fissandola dritto negli occhi disse: «Non sto scherzando, Lucy. Non riprovarci mai più!»
Troppo stanca per fare altro, si limitò a sorridergli. «Ti amo, Natsu.»
Con la testa poggiata sul suo petto, Lucy non riuscì a vedere il rossore che divampò sul volto di Natsu, ma i suoi compagni sì e Gray avrebbe preso in giro l’amico per molto, molto tempo.
«Mamma!»
Nonostante la spossatezza, la donna riuscì a trovare la forza, aiutata da Natsu, di sollevarsi quel tanto che bastava per aprire le braccia e accogliere i suoi due piccoli, coraggiosi bambini.
«Axel… Ellie… i miei tesori…» sussurrò Lucy tra le lacrime.
«Mamma… Mamma…» Axel non faceva altro che chiamarla tra le lacrime. Il mio piccolo ometto coraggioso.
«La mamma non vi lascerà mai più soli. Ve lo prometto.» e loro sapevano che lei manteneva sempre le sue promesse.
«E nemmeno il papà.» aggiunse Natsu, avvolgendoli tutti nella sicurezza del suo caldo abbraccio. «Anche il papà starà sempre con voi. Siamo una famiglia, no? E’ così che ci si comporta!» aggiunse, facendo loro l’occhiolino.
Sentendo quelle parole, Lucy non riuscì più a trattenersi e scoppiò a piangere proprio come i suoi bambini. Lacrime di dolore. Lacrime di sollievo. Ma soprattutto, lacrime di gioia. Troppe cose erano successe e presto avrebbe dovuto fare i conti con le conseguenze delle sue azioni. Ma in quel momento, in quel breve lasso di tempo, voleva solo starsene lì immobile, stretta nel calore delle persone a lei più care.
Solo dopo che tutti diedero sfogo alle loro emozioni, trovarono la forza di sciogliere il loro cerchio ma senza allontanarsi completamente gli uni dagli altri.
Finalmente Lucy riuscì a posare gli occhi sui suoi compagni.
«Erza… Gray… Wendy… Happy… Grazie. Grazie di cuore.»
«Siamo compagni Lucy, è a questo che serve una famiglia, no?» le fece l’occhiolino Gray.
«Bentornata tra noi, Lucy.» la salutò Erza.
«Lucyyyyyyyyy!» gridò Happy volando dritto verso il suo petto.
«Lucy-san, fammi guarire le tue ferite.»
«Grazie Wendy.»
Abbassando lo sguardo sul suo corpo, Lucy notò che, nonostante tutto, non presentava ferite troppo gravi, eppure ricordava chiaramente di essere rimasta priva di sensi mentre il laboratorio cadeva a pezzi.
«Come ho fatto a salvarmi?» Si guardò attorno. «Dove siamo, ragazzi?»
A risponderle fu Erza, mentre Natsu strinse con più forza la presa sulla sua spalla.
«Siamo poco lontani dalla Gilda dei Mercenari. Quando hai distrutto il portale le fondamenta dell’edificio sono venute meno e l’intera costruzione è collassata su se stessa.»
«E gli altri? Che ne è dei maghi che erano all’interno?»
Stavolta fu il turno di Gray di risponderle. «Alcuni sono fuggiti. Altri non ce l’hanno fatta.»
«Capisco.» rispose Lucy con tono piatto.
«Stammi bene a sentire, Lucy» disse Natsu afferrandole con due dita il mento per voltarla verso di lui. «Non sei responsabile per nessuno di loro, sono stato chiaro? Non addossarti colpe che non ti appartengono. Entrando a far parte di una Gilda Oscura, quei maghi hanno decretato il loro destino.»
Lucy sgranò gli occhi per la sorpresa. Natsu sapeva esattamente cos’era che l’aveva incupita. Sotto la fermezza di quegli occhi verdi, non poté fare altro che annuire.
«Va bene, Natsu. Ma io come ho fatto a non finire schiacciata dalle macerie?» Era da quando si era risvegliata che si domandava come fosse riuscita a sopravvivere.
«Devi ringraziare Virgo.» le rispose il compagno.
«Virgo?» Quella era una risposta che non si aspettava.
«Aye!» Happy si scostò da lei per posarsi in braccio a Ellie, porgendole poi il suo mazzo di chiavi. «Virgo ha scavato un tunnel e Loki ti ha portata fuori tenendoti tra le braccia come un vero principe.»
«Ma… come hanno fatto? Io ero… sono senza potere magico e anche loro ne erano stati privati avendo azionato il portale…» Lucy non riusciva a capire come fosse accaduto quel miracolo.
«Loki ha detto che tutti gli spiriti che avevano un contratto con te hanno donato a lui e a Virgo quel po’ di magia che erano riusciti a recuperare. Anche il Re degli Spiriti ha dato loro una mano.» Spiegò Erza cercando di tranquillizzarla. «Hanno detto che per un po’ non potranno materializzarsi e ti pregano dall’astenerti dal chiamarli finché non avranno recuperato del tutto le forze.»
Commossa al di là di ogni parola, Lucy prese tra le mani le sue preziosissime chiavi dorate portandole al viso. «Grazie…» Caricò quella parola di tutto l’amore di cui era capace ben sapendo che loro lo avrebbero percepito.
«Ecco fatto, Lucy-san. Ora sei a posto, ma non appena torniamo alla Gilda dovrai stare a riposo per qualche giorno.»
«Grazie infinite, Wendy.»
La giovane maga le sorrise prima di alzarsi e prendere per mano Ellie e Axel aiutandoli ad alzarsi, così come Natsu fece con lei.
Una volta che fu in piedi, Erza l’abbracciò stretta.
«La prossima volta che provi a fare tutto da sola ti darò una lezione che non dimenticherai.» le disse all’orecchio per poi allontanarsi e rivolgersi a tutto il gruppo. «E’ ora di tornare a casa, gente!»
«A casa?» domandò Axel.
«Sì, giovanotto.» gli sorrise Erza. «Andiamo a casa. A Fairy Tail.»
«Insieme?» chiese titubante Ellie, spostando lo sguardo impaurito prima su Lucy e poi su Natsu. Quest’ultimo le rivolse uno sei suoi caratteristici sorrisi ricolmi di affetto e speranza. «Insieme.»
«Su, coraggio, giovanotto!» esclamò Gray prendendo in braccio Axel e posandoselo sulle spalle.
Wendy ed Erza presero per mano Ellie e insieme iniziarono ad incamminarsi.
Anche Natsu stava per incamminarsi quando notò che Lucy era rimasta immobile, lo sguardo a terra.
«Che cosa c’è, Lucy?» domandò prendendole il viso tra le mani, sollevandolo.
«Ho paura, Natsu.»
«Paura?»
Annuì. Come faceva a spiegargli che aveva paura di tornare a casa. Paura di come l’avrebbero accolta a casa. In fondo li aveva traditi. Aveva tradito Fairy Tail. Troppe colpe gravavano sulle sue spalle e presto avrebbe dovuto fare i conti con le azioni compiute dall’Incappucciato.
Come se le avesse letto nel pensiero, Natsu poggiò la fronte contro quella di Lucy.
«Non c’è nulla da aver paura, Lucy. Affronteremo tutto insieme. Non sarai mai più sola. Siamo una squadra, una famiglia. Sei il mio cuore, Lucy. Sei l’altra metà della mia anima.»
Senza darle modo di riflettere su quanto detto, Natsu la baciò.
Lucy non avrebbe mai dimenticato la dolcezza di quel bacio. In esso era racchiuso tutto il loro passato, il loro presente e il loro futuro. Finalmente erano di nuovo insieme e Natsu aveva ragione. Erano le due metà della stessa anima.
«E ora che cosa facciamo, Natsu?» gli chiese una volta interrotto il bacio, seppur con una certa riluttanza da parte di entrambi.
Natsu la prese per mano, incamminandosi per raggiungere gli altri. «Cosa vuoi che facciamo, Lucy? Siamo maghi di Fairy Tail! Torniamo a casa e scegliamo una missione. La prossima avventura è lì pronta ad attenderci!»
Le sorrise e in quel sorriso Lucy trovò quello che il suo cuore aveva sempre cercato.
«Hai ragione, Natsu. Torniamo a casa.»
 
FINE
 
 
 
 
NOTE DELL’AUTRICE
Finitoooooooooo! Ahahhaha non mi sembra vero! Non so come ma questa mia prima ff è giunta alla sua conclusione.
Quando postai il primo capitolo di questa strampalata fan fiction non avrei mai pensato di suscitare l’interesse di nessuno, ma voi mi avete dimostrato quanto mi sbagliavo.
Mi avete spronata con tutti i vostri commenti e mi avete dimostrato una pazienza infinita.
Come per ogni capitolo, la mia paura di non essere all’altezza delle vostre aspettative è alle stelle, specie per quest’ultimo capitolo che, per vari motivi, non riusciva proprio ad uscir fuori, ma alla fine ce l’ho fatta. Non so se questa è la fine che v’immaginavate né se vi soddisferà, ma spero vivamente di sì ;)
Lucy e Natsu sono oramai giunti al termine del loro viaggio e un po’ mi dispiace abbandonarli così… chissà, magari un domani… In questo momento sono sotto minaccia da parte della mia santa editor XD
Grazie. Grazie di cuore a tutti voi che li avete accompagnati insieme a me. Grazie per aver apprezzato questi miei due personaggi decisamente OC e per avermi seguita finora. Grazie a tutti coloro che hanno commentato la mia storia o che si sono semplicemente soffermati a darci uno sguardo.
Un grazie più che speciale va a Paola, la mia splendida e fantastica editor senza la quale la mia fan fiction sarebbe stata piena di errori. Grazie a Ayrin per avermi convinta a tentare questa avventura. Grazie a Daimler, che mi ha sopportata e spronata ad andare avanti. Grazie a tutti voi che avete commentato e letto la mia storia.
Grazie. Grazie e mille volte grazie.
Spero che mi seguirete anche in futuro! ;)
Un abbraccio e a presto ^_^
   
 
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