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Autore: riddlesdiaryx    04/10/2016    0 recensioni
Dopo una lunga sopravvivenza di sedici anni nell'affollato clan Potter-Weasley, ero giunta ad una conclusione: nessun membro della mia famiglia era a conoscenza dei metodi contraccettivi, che ti permettono fortunatamente di non "sfornare" esseri simili a James Sirius Potter. E che niente era mai fatto per caso, e senza un doppio fine losco.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: AU | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Nuova generazione
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"La vita è come il gioco a Monopoli, sta a noi giocare bene le carte delle probabilità e degli imprevisti, per raggiungere il nostro Parco della Vittoria."
 La prima volta che avevo sentito  questa frase, era nella Londra Babbana. Mia cugina Dominique mi aveva trascinata da una chiromante, e dopo questa perla -di cui tutt'ora ignoro il significato -aveva predetto la mia imminente morte, da una strana e oscura forza -cito testuali parole- che probabilmente si sarebbe rivelata come mia madre, travestita da Dissennatore. Neanche la Cooman era mai arrivata a tanto. Questa frase, oltre a fare schifo aveva un po' di verità. Perché a volte se una cosa ti va male -e con esperienza posso dire che finirà anche peggio- c'è quel piccolo barlume di fortuna che a volte, quando meno te l'aspetti, ti colpisce come un bolide in pieno volto. E questa fortuna mi piace chiamarla uscita gratis di prigione, ed essendo figlia e nipote dei tre salvatori del mondo -tra cui uno di questi era Ministro Della Magia, e l'altro Capo degli Auror- io ce l'avevo. Ma quando mai io avevo avuto ragione su qualcosa?

26 ore prima

Mia madre era al ministero, mentre mio padre era andato con lo zio Harry a fare un pattugliamento, con altri Auror. Quindi ero rimasta sola, anche perché Hugo se l'era bellamente svignata quando aveva ricevuto un gufo dalla sua Linda o Lydia, o qualcosa del genere. Dalla faccia sconvolta che aveva, probabilmente gli aveva detto di essere incinta, o lesbica, o entrambe le cose, o più semplicemente era stato mollato.
Ero sdraiata sul divano, a fissare il soffitto da almeno dieci minuti abbondanti, mentre aspettavo che James mi venisse a prendere, per portarmi agli allenamenti di Quiddich, -visto che non avevo ancora l'età per smaterializzarmi, ma come sempre era in ritardo invece. Non che fosse un male, anche perché ultimamente era diventato più insopportabile, e logorroico del solito. "Quest'anno sono io il capitano, e quindi di conseguenza decido io. Allenamenti estivi sei ore al giorno, e non voglio sentire ma -e puntualmente guardava me- o devo uscire con Linda, scusa -e a questo punto guardava Hugo-" Poi iniziava un monologo intero dove insultava i Serpeverde, in presenza di Albus e poi si 'scusava' con: "Fate schifo, non è colpa mia." 
Sentii un rumore provenire alle mie spalle, probabilmente doveva essere lui."Sei in ritardo." Ma quando mi girai, non trovai la faccia da schiaffi di mio cugino James, ma quella di un barbagianni. Magari era una lettera da parte di Felix Baston -battitore del settimo anno della nostra squadra di Quiddich- che mi proponeva di saltare gli allenamenti, e di andare a fare un giro nella Londra babbana. Arrossii al solo pensiero, e più speranzosa che mai, mi avvicinai cautamente all'uccello, strappandogli il foglio di carta che teneva fra le zampe.
Risultati Esami G.U.F.O: Rose Susan Weasley

Oh... bello... mia madre mi ucciderà. Ma hei! Ho sempre un futuro brillante come quello di Gazza. Già me lo immagino 'figlia dei salvatori del mondo, pulisce i cessi di Hogwarts per vivere' Una notizia che arriva dritta al punto.

"Ora puoi andare, la darò a mia madre." dissi cercando di essere abbastanza convincente, ma il barbagianni non sembrava volersi schiodare dal divano, sul quale era appollaiato.
"Ho detto vai." Continuai sforzando un sorriso, e facendogli cenno con le mani di andarsene.
"Guarda che se non te ne vai subito, sarò costretta a tirarti il collo.- Lo avvertii, incrociando le braccia al petto. -E se provi a tornare, ti spenno vivo e poi ti tiro il collo. Quindi vedi di tornare ad Hogwarts, e di non farti più vedere. Quella è l'uscita." Lo minacciai, indicandogli la finestra davanti a lui ancora aperta. Il barbagianni mi morse il dito con il quale gli avevo indicato la via di uscita e del non ritorno, e volò fuori dalla finestra. "Stupido uccello."

 

"Ma ti rendi conto della gravità della situazione?" Ero seduta sul tavolo della cucina, da quaranta minuti abbondanti, mentre mia madre continuava a ripetermi quanto fossi stata irresponsabile con il mio comportamento così infantile. Due aggettivi che non potevano rientrare nella famiglia perfetta di Hermione Granger. In realtà non la stavo neanche ascoltando più di tanto, dopo sedici anni di rimproveri, avevo appurato che mandare il cervello in stand-by era molto più appagante che sentirsi ripetere le stesse identiche cose, tutte le volte. Quindi, mi ero ritrovata a giocare con il tappo della bottiglia di coca cola; sicuramente non era un passatempo produttivo, ma sempre meglio di niente. Spostai lo sguardo sull'orologio che si trovava sopra al forno, e vidi che segnava le cinque e cinquanta, visto che era parecchio improbabile che io fossi sveglia a quell'ora capii che doveva essere pomeriggio. E anche il motivo per cui perché i miei genitori non erano al lavoro, -visto che probabilmente doveva essere domenica- Riuscii anche a comprendere perfino il sarcasmo con il quale mia madre mi aveva salutata 'stamattina'. Quindi Hugo stava facendo merenda, non colazione, buono a sapersi.

"Pensavo di aver allevato una figlia non un'animale!" Ed io pensavo di essere stata allevata dai lupi, invece. Guarda un po' quante cose si scoprono tutte in un giorno! Mi limitai a fare spallucce, e continuai a giocare con il mio tappo.

"Reducto." Il tappo che fino a pochi secondi fa tenevo in mano, saltò in aria. Alzai la testa, e guardai incredula mia madre, che con indifferenza si rimise la bacchetta nei pantaloni.

"Lo stavo usando." La informai, ma non sembrava particolarmente entusiasta di questa mia affermazione. Fece un respiro profondo, e continuò ad accusarmi di tentato omicidio. Alzai gli occhi al cielo spazientita, è mai possibile che in questa casa, io non possa fare niente che non sia respirare? Spostai velocemente lo sguardo da mia madre, al ripiano della cucina, dove vidi lei. La mia vita rinchiusa in quei 37 cm di ciliegio, con il suo magnifico nucleo di cuore di corda di drago. L'unica grande gioia che la vita mi aveva donato, insieme alla mia Firebolt.

"Posso passare sopra ad un sacco di cose- ghignai alla sua affermazione, quando mai era passata sopra a qualcosa? Il massimo a cui fosse mai passata sopra era a Palla di Marshmallows II, tre anni fa, con la macchina. Marshmallow era sempre stato un gatto sfortunato, me lo avevano regalato per la mia ammissione ad Hogwarts; io avevo intenzione di chiamarlo Grattastinchi II -in onore del vecchio gatto di mamma, che ci aveva lasciati qualche mese prima- ma Hugo continuava a frignare per il fatto che il suo criceto obeso fosse scappato, che così per rimpiazzare la sua mancanza aveva dato a Grattastinchi, l'appellativo di Palla di Marshmallows II, per l'appunto il nome di quel vecchio ratto che si portava sempre appresso. Quindi il gatto si era evoluto da Grattastinchi, a Palla di Marshmallows, in Grattapalla di Stinchmallows, detto anche Grattapalla.

Mi schiarii la voce "Punto primo: io non ho cercato di uccidere nessuno, è stato lui che ha iniziato, quindi la mia era legittima difesa. Punto secondo: visto che purtroppo Hugo è ancora fra noi, io non ho infranto nessuna legge!"

"Colpa mia? Sei tu che hai iniziato a darmi le colpe di cose che non ho fatto!" Si difese lui, visto che giustamente si era sentito tirato in causa; causa che aveva provocato lui iniziando a spifferare i fatti altrui -ovvero miei- a persone totalmente a caso -ovvero i miei genitori- che non dovevano arrivare al punto di sapere così tanto della mia vita -non poi così privata.-

"Ah, quindi mi stai dicendo che non ti sei fatto nessun tatuaggio?" Penso che marcerò su questa storia del tatuaggio, per ancora molto tempo... giusto quello che mi serve per essere scagionata dal mio presunto tentato omicidio.

"Io ti ammazzo, giuro che ti ammazzo. Ti prendo, ti ammazzo, poi ti butto in qualche fosso, e poi, solamente quando avrai implorato il mio perdono, ti piscerò sopra." Rabbrividii al solo pensiero di essere ricoperta dalla sua urina puzzolente. Perché mai dovrei implorarlo di farmi una cosa del genere? Non vedo come potrebbe essermi utile nella vita; neanche se fossi attaccata da una medusa gigante, gli chiederei una cosa simile.

"Come faccio ad implorarti se sono morta?" In realtà non mi interessava saperlo, anche perché era troppo codardo perfino per respirare, dubito che avrebbe tentato nuovamente di uccidermi.

"In punizione tutti e due, niente storie- Sbuffai irritata, l'unica cosa positiva di tutto questo è che finalmente anche Hugo sarebbe stato punito, da nostra madre. -Hugo, dammi la tua bacchetta.- Gli intimò, allungando la mano verso di lui. -Che nessuno dei due si azzardi ad uscire fuori da questa casa, finché non lo dico io!" Sbiancai a quelle parole. Io non potevo rimanere segregata in casa.

"Non puoi farmi questo!" Protestai, sbattendo i pugni sul tavolo.

"Posso eccome signorina, visto che fino a prova contraria sono tua madre."

"Ma fra meno di tre giorni c'è la finale della coppa del mondo di Quiddich, ho anche il biglietto!" La informai.

"Vorrà dire che ci andrà qualcun altro al tuo posto- In quel preciso istante, potevo giurare di aver sentito il mio cuore fermarsi.- Ci andrà Hugo al posto tuo, sicuramente se lo merita più di te." Cosa? Cosa? Cosa? Hugo cosa? Mondiali cosa? Se lo merita più di te, cosa? Totalmente confusa, aprii e richiusi un paio di volte la bocca a vuoto. Sentivo la mancanza dell'aria, non riuscivo a respirare. Probabilmente sarei morta di crepacuore da un momento all'altro. Mi misi una mano sul petto, e tirai un bel respiro profondo.

"Tutto questo perché l'ho schiantato? Cioè, tu mi stai proibendo di andare ai Mondiali, per aver schiantato questo sgorbio?" Domandai accigliata, indicandolo.

"Esattamente, ma lo faccio soprattutto per i tuoi pessimi risultati dei G.U.F.O" Rimasi abbastanza sorpresa dalla sua affermazione, non era possibile che lei sapesse i miei risultati, per vari motivi. Il primo: è che mi ero liberata di loro nello scarico del water, il secondo: era impossibile che mi madre li avesse potuti recuperare in qualche modo, e il terzo: avevo minacciato quello stupido pollo, quindi sia in teoria, che in pratica non li avrebbe potuti sapere.

"Non hai visto i miei G.U.F.O, quindi non puoi saperlo." Protestai.

"Stamattina ho parlato con Ginny, e mi ha detto che Albus ha ottenuto cinque Eccezionali. Naturalmente da te non mi posso aspettare niente del genere, visto e considerato che sono più i corsi che salti, che quelli che frequenti." Che bello sapere che la persona che ti ha messo al mondo, ha una stima così bassa nei tuoi confronti.

"Hermione, non puoi dirlo finché non li vedi." Le ricordò mio padre, che era stato quasi tutto il tempo in piedi, con le spalle rivolte verso il frigorifero, senza dire una parola. A volte si limitava a fare qualche cenno con la testa in segno di approvazione, ma niente di più. Probabilmente se fossi stato in lui, e non mi fossi trovata in questa situazione avrei fatto lo stesso., perché Hermione Granger per quanto minuta fosse, avrebbe fatto paura perfino ad un Ungaro Spinato, specialmente in questo tipo di circostanze.

"Ronald cosa credi, che gli Eccezionali cadano dagli alberi? Si devono guadagnare studiando costantemente, non il giorno prima di un- ma prima che riuscisse a finire la frase, un gufo planò in cucina, lasciando cadere sul tavolino di fronte a me, la grossa busta di pergamena che teneva nel becco.

"Io mi ero liberata di te!" Affermai incredula, allungandomi verso il pollo, per strappargli dalle zampe il mio biglietto di sola andata che mi avrebbe portato a trascorrere più anni in punizione, che quelli di Sirius Black trascorsi ad Azkaban. Ma lui fu più veloce e sfiorò appena la testa di Hugo con le sue grandi ali, e poi sfrecciò di nuovo fuori, liberandosi sopra al giardino. Ma mia madre, riuscì ad afferrarla prima che io potessi metterci le mani sopra, per distruggerla in tanti piccoli pezzi.

"Pare che per te, sia giunto il momento della verità." Ma prima che potesse sfilare la lettera dalla busta, questa si liberò dalla presa salda di mia madre e si piazzò proprio di fronte a me, dove qualche secondo prima vi si era appollaiato il gufo.

Cara signora Weasley,

Siamo stati informati che lei ha praticato più volte l'incantesimo Stupeficium, alle cinque e quindici di questo sera in una zona abitata da Babbani. Per la gravità di questa infrazione al Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni, lei è momentaneamente sospesa dalla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. La sua bacchetta verrà sequestrata, da una pattuglia di Auror, a breve. Poiché lei aveva già ricevuto delle ammonizioni in precedenza, in base all'articolo 13 dello Statuto della Confederazione Internazionale dei Maghi, siamo spiacenti di informarla che la sua presenza è richiesta per un'udienza disciplinare al Ministero della Magia alle ore nove e trenta, di domani mattina. Se opporrà resistenza, i nostri inviati, saranno costretti a portarla via con la forza. 
Buona Giornata,
Con la speranza che stia bene,

Lavanda Brown
Ufficio per l'Uso improprio delle Arti Magiche
Ministero della Magia

 

Fissai immobile la strillalettera chiudersi, e cadere lentamente a terra; se prima ero nei guai adesso ero decisamente morta. Mi madre mi avrebbe uccisa, e banchettato con i miei organi, ne ero abbastanza sicura. Negli anni avevo ricevuto dozzine di strillalettere, da parte di mia madre, da parte di mio padre -che in realtà erano da parte di mia madre- da mio zio Harry, -che in realtà erano ancora una volta da parte di mia madre.- Insomma, un circolo vizioso che come mittente aveva sempre mia madre. Solitamente le avrei ignorate, ma non mi sembrava il caso di raccoglierla e buttarla direttamente nello scarico del water, visto che avevo già rischiato di intasarlo con i miei risultati dei G.U.F.O. Considerato che mi restavano si e no altri tre minuti di vita, e non c'erano speranze che io potessi andare ai Mondiali, feci la cosa più intelligente e giusta che mi era venuta in mente. Mi allungai verso il ripiano della cucina, dove qualche minuto prima avevo visto la mia bacchetta, e la puntai verso il foglio che giaceva sul pavimento. "Incendio." Il che non si rivelò una grande mossa, visto che ero stata sospesa per aver usato la magia, e adesso l'avevo usata per dare fuoco alla mia lettera di sospensione.
"Allora...- dissi alzandomi in piedi. -che si mangia per cena?"

***

"Io non ho veramente più parole, Rose." In pratica era venuto fuori che Hugo per colpirmi non aveva usato la sua bacchetta, ma quella di nostro padre, ed ecco spiegato il perché continuasse a sventolarmi quello stupido pezzo di legno in faccia, ogni dannato secondo. Quindi l'unica legalmente nei guai ero io, come sempre del resto. Ma si sa, la sfiga non viene mai da sola.

"Dire che sono arrabbiata, o semplicemente delusa, sarebbe un eufemismo." E quando mai mia madre era stata fiera di me, su qualcosa? Non che pretendessi che fosse fiera della mia sospensione, non lo ero nemmeno io, ma male che vada potevo sempre andare a studiare all'Accademia della Magia di Beauxbâtons, sempre meglio che finire a vivere per strada.

"Magari ho sbagliato io, dovevo essere più rigida con te, dovevo darti più attenzioni.- Buttò fuori, mettendosi una ciocca di capelli castani, dietro le orecchie. -Non pensavo di poterlo dire, ma sei il più gran fallimento di tutta la mia vita, Rose." Ed ecco il colpo di grazia. I miei occhio iniziarono a riempirsi lentamente di lacrime, Immaginavo di essere la pecora nera della famiglia Granger-Weasley, ma non credevo che sentirselo dire avrebbe fatto così male. Mi asciugai in fretta le guance ormai bagnate, non volevo che mi vedesse piangere, e soprattutto non volevo che pensasse mi importasse qualcosa.

"Hermione, stai esagerando." Disse mio padre, mettendo una mano intorno alla sua spalla, per calmarla. Anche lei sembrava sul punto di piangere, ma non ne aveva il motivo, le restavano sempre suo figlio e suo marito, i perfetti membri per la sua famiglia perfetta.

"Sto esagerando? Cosa vuoi fare, congratularti con le per la sua sospensione? Fai pure, io non voglio più avere niente a che fare con lei." Sibilò togliendo la mano di mio padre, da sopra la sua spalla.

"E' pur sempre tua figlia, non puoi semplicemente ignorarla!"

"Io non ho più una figlia, per me è morta." Questa mia ultima bravata probabilmente era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, ma non mi sentivo in colpa più di tanto. Mi dispiaceva solamente averci messo così tanto tempo, a rendermi conto di che enorme peso fossi per lei.

"Non iniziare a fare la bambina, non è da te, Hermione." La riprese

"Sapete che vi dico? Andate a farvi fottere, tutti e due. Se sono una così tale delusione, da non poter nemmeno essere chiamata 'vostra figlia'- soffiai guardando mia madre, che distolse subito lo sguardo -Non c'è motivo per cui io resti qui. Da oggi avrete due membri in meno di cui preoccuparvi. Spero che questo possa finalmente rendervi felici."

"Io non ci vengo con te." Sbottò Hugo, incrociando le braccia al petto. Lo guardai confusa e irritata allo stesso tempo. Non pensavo che il suo ego di superiorità potesse arrivare a tanto.

"Non tu, Grattapalla." Lo rassicurai.

"E dove credi di andare a vivere? Con i barboni? Probabilmente è l'unico posto adatto a te, così magari ti alleni per il magnifico futuro da senzatetto, visto e considerato che non sai fare niente, se non procurare delusione. E mi assicurerò che nessuno dei tuoi cugini, si prenda la briga di orpitarti!"

"Hermione, basta!" La rimproverò nuovamente mio padre.

Ma io ignorai le sue parole, e salii velocemente le scale per andare a recuperare il baule sotto al letto. Lo tirai fuori, e mi accorsi di non averlo ancora disfatto da quando ero tornata da Hogwarts, probabilmente c'erano caramelle sparse, e qualche libro di scuola, ma non avevo tempo per mettermi a disfare i bagagli, così presi dall'armadio qualche vestito e ce lo buttai dentro, senza preoccuparmi di cosa ci avessi veramente messo. Recuperai il mio orso di peluche Bubu il divoratore di Cupcake, dallo scaffale sopra al mio letto, e aprii la cerniera che si trovava proprio dietro la schiena. Notai che c'erano ancora dei galeoni, probabilmente erano circa venti, se non di meno, e me li misi in tasca. Avevo iniziato a nasconderci i soldi, quando avevo capito che Hugo, si intrufolava in camera mia, per prenderli e comprarsi le Cioccorane. Presi dalla scrivani la cornice, che ritraeva la vittoria della finale di Quiddich di quest'anno, Grifondoro-Corvonero. Io e James eravamo abbracciati al centro, e ridevamo. Felix Baston teneva la scopa alzata sopra di se, mentre Fred sventolava il dito medio, ad un gruppo di Corvonero, che si trovavano al lato della fotografia. Gli altri membri della squadra, invece sorridevano e basta. La guardai per qualche istante, e poi la gettai dentro al baule, e lo chiusi. Recuperai dall'armadio la mia scopa, me la misi sottobraccio, e tirai fuori la bacchetta, che avevo recuperato prima, per bruciare la stillalettera. "Accio Grattapalla" e il gatto volò velocemente fra le mie braccia. Ormai era abituato ad essere appellato, quindi aveva smesso di graffiarmi. A Hogwarts lo perdevo continuamente di vista, non sapevo mai dove fosse. Sospettavo avesse una tresca con qualche altro gatto. Raccolsi da terra, con l'unica mano libera che ancora avevo, il baule e mi precipitai a scendere le scale, dove trovai mio padre, che sembrava non avere la minima intenzione di spostarsi, per farmi passare.

"Spostati." Sibilai.

"Rose, tua madre non intendeva quelle cose, sai come è fatta. Resta qui, vedrai che fra un po' le passa." Mi rassicurò lui.

"Lasciami andare." Non avevo intenzione di discutere anche con lui, per oggi ne avevo abbastanza, volevo solamente uscire da quella casa, e tornarci il più tardi possibile.

"Va bene, se è quello che vuoi." Si spostò, lasciandomi spazio a sufficienza per passare. Nemmeno lui sembrava avere voglia di discutere, si vedeva dalla sua espressione. Lo superai, e aprii la porta di casa, superando l'ampio giardino -dove si trovavano ancora i pezzi di quello che rimaneva del pesco, che aveva polverizzato Hugo- dirigendomi verso la strada. Le luci di tutte le case erano accese, ma nessuno era fuori. Vivevamo nella parte babbana della zona di 'Londra', a qualche isolato di distanza da casa dei miei zii, Ginny e Harry. Quindi per l'allenamento di Quiddich dovevamo andare alla Tana. Anche se sia la nostra casa, che la loro, erano stata incantata per impedire ai babbani di vedere cosa succedesse realmente in giardino o dentro casa, non c'era comunque molto spazio per giocare, perciò eravamo 'costretti' ad andare a casa dei nonni Weasley. Fortunatamente, grazie a questo tipo di incantesimo, nessun babbano aveva visto me e Hugo, usare la magia. Proseguii a piedi, finché non mi resi conto che si stava facendo buio. Sbuffai esausta, posando il baule e la scopa, mettendomi a sedere sul marciapiede, lasciando andare il gatto. Restai ad osservare il cielo per un po' mentre Grattapalla, si divertiva a giocare con i lacci delle mie scarpe. Guardai la bacchetta che tenevo ancora stretta in pugno, non potevo mica rimanere seduta su un marciapiede a fissare il cielo per terra? Tanto ormai la mia espulsione era praticamente alle porte, un po' di magia in più non poteva guastare. Mi alzai da terra, e fissai il baule. Magari potevo rimpicciolirlo, così da poterlo portare tranquillamente sulla scopa, e passare magari dalla mia camera blindata a ritirare qualche galeone. Non potevo mica vivere con venti galeoni tutta la vita. Avvertii alle mie spalle uno strano rumore, come quello dei passi, così mi girai per controllare cosa fosse "Lumus" ma sembrava non essere niente, solamente il vento che faceva muovere le altalene che si trovavano dietro di me. Così feci un passo indietro, e inciampai sul baule, cadendo di schiena, e battendo la testa sulle mattonelle del marciapiede. Il rumore di un clacson assordante e delle luci abbaglianti, mi fecero sobbalzare, e sbattere di nuovo la testa per terra. "Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza, per maghi e streghe in difficoltà. Allungate le bacchette salite a bordo, e vi portiamo dove volete. Io sono Nicholas Waters, e sarò il vostro bigliettaio per questa no..." ma si interruppe prima di finire la frase, chinando la testa, per osservarmi meglio. Visto da quella posizione sembrava un ragazzo abbastanza alto, sicuramente più alto di me. Aveva i capelli biondo cenere, e portavo un buffo paio di occhiali, di uno sgargiante verde menta. Mi ricordava un po' i gemelli Scamander, ma lui sembrava decisamente più grande. 

"Che ci fai lì per terra?" Domandò incuriosito.

"Sono caduta." Risposi scocciata, ancora sdraiata sul marciapiede. Afferrai la bacchetta da terra e mi rialzai velocemente, scuotendomi i vestiti. Quando andai a tirarmi su i pantaloni, che erano lievemente scesi dopo la caduta, notai di avere un discreto buco sulla parte anteriore dei Jeans, e un livido violaceo sul braccio, con il quale avevo cercato di attutire il colpo. Pregai mentalmente che la maglietta fosse abbastanza lunga da coprire lo strappo, e spensi la luce che proveniva ancora dalla bacchetta, mormorando imbarazzata "nox"

"Ma davvero?" Domandò divertito. 

"Sono inciampata, non l'ho fatto apposta!" Risposi velocemente, notando che i fari del Nottetempo, si erano debolmente abbassati. Adesso si poteva distinguere con chiarezza un autobus a tre piani di un colore viola intenso, con la scritta dorata -che citava il nome del mezzo- sul parabrezza. 

"Il gatto è tuo?" Chiese, indicando la palla di pelo, che se ne stava immobile ai miei piedi. 

"Si, perché?" Annuii, piegandomi per prendere in braccio Grattapalla, che non sembrava molto entusiasta di vedere il bigliettaio da questa prospettiva, e infatti appena Nicholas incrociò il suo sguardo, gli soffiò mostrandogli i lunghi artigli. 

"Niente, è carino." Rispose, facendo spallucce. 

"Come ti chiami?" Insistette ghignando. Ma quante domande faceva, questo? Cos'era un interrogatorio? Probabilmente era uno del Ministero mandato sotto copertura, per catturarmi e portarmi al fresco

"Poppy Danvers." Risposi velocemente, non gli avrei dato la soddisfazione di catturarmi viva. Poppy, era il nome di una delle mie compagne di stanza ad Hogwarts, una ragazza abbastanza taciturna, sempre sulle sue. Non che io avessi mai provato a parlarci, visto che non ero praticamente mai nei dormitori, a volte neanche per dormire. Probabilmente dopo oggi non l'avrei più rivista, come il resto delle mie compagne, con eccezione di Dominque, visto che eravamo imparentate, e mi voleva troppo bene per abbandonarmi in strada. Se mai dovessi arrivare al Paiolo Magico, probabilmente le chiederò asilo politico. 

"Allora... questo coso porta dappertutto?" Chiesi, in imbarazzo.

"Dappertutto, e ovunque, anche in cielo se proprio vuoi, vero Sean?" Disse cercando conferma da parte del macchinista, un uomo che non sembrava avere proprio tutte le rotelle al posto giusto.

"Quanto costa andare al Paiolo Magico?" Chiesi velocemente.

"Quattro falci.- buttò fuori lui -per dieci ti diamo anche della cioccolata calda, e per tredici il whisky incendiario, e una sciarpa di Testa di Porco... sai per riscaldarti! Sai, di solito non sponsorizziamo locande o negozi, ma ci lavora mio cugino Eric, lo conosci?" 

Testa di Porco, era un pub abbastanza noto per le frequentazioni di gente poco raccomandabili, e infatti la maggior parte degli studenti che ci andavano erano per lo più Serpeverde, secondo James stavano ore ed ore, a complottare cose losche, per capire chi fosse il nuovo erede di Salazar Serpeverde. Io avevo puntato quattro falci su Albus, e lui sei su Malfoy. 

Ignorai la prima domanda, rispondendo che non ero solita ad andare in quel genere di quel pub, e che preferivo di gran lunga i Tre Manici di Scopa. Lui parve abbastanza offeso della mia affermazione, ma mi aiutò comunque a portare il baule dentro all'autobus. Notai che al posto dei sedili c'erano solamente letti sparsi, e ognuno di essi aveva un candeliere per fare luce. Nicholas, buttò il baule sotto ad uno dei letti, e io frugai nelle tasche, e gli alungai le monete d'argento. 

"Al Paiolo Magico Sean, portiamo questa bambolina a casa." Ghignò facendomi l'occhiolino, che io non ricambiai con faccia schifata. Perché poi pensava che io vivessi in lì? Chi diavolo voleva vivere in un posto del genere? Probabilmente io, se non trovo un altro posto dove vivere, e se finisco i soldi dovrò accontentarmi di una scatola di cartone in mezzo a Piccadilly Circus.

Mi misi a sedere sul letto sotto il quale vi era il mio baule facendo bene attenzione, a non sedermi sulle strane macchie che pullulavano il lenzuolo di uno strano giallo vomito. Rabbrividii alla vista. Il Nottetempo aveva iniziato a viaggiare, evitando cautamente -si fa per dire- di mettere sotto persone, cespugli, alberi e perfino parchimetri. Chi diavolo gliel'aveva data la patente a questo Sean? Finii più volte per sbattere la testa sul lurido vetro della vettura, mentre Grattapalla sembrava fra le mie braccia sembrava che stesse per vomitare da un momento all'altro. Mi guardai in torno per vedere se ci fosse qualcun altro a bordo, e notai un signore che stava dormendo su uno dei materassi, e non sembrava per niente disturbato da tutte le botte che riceveva andando a sbattere contro gli altri letti. Beato lui. Finalmente dopo una decina di minuti il Nottetempo si fermò, e sperai con tutta me stessa che fosse la mia fermata. Le porte si spalancarono, e Nicholas aveva ricominciato la sua presentazione d'accapo, così capii che non si trattava della mia fermata. Perfetto, magnifico. Ma prima che potesse finirla, qualcuno parlo: "Rose Weasely, ci consegni la bacchetta, se opporrà resistenza saremo costretti a portarla via con la forza. Scenda cautamente dal mezzo, e ci segua fino al Ministero della Magia."
Cosa c'era di sbagliato nella mia vita?


(su wattpad mi trovate come: noxanimas)

  
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