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Autore: SaintForever    05/10/2016    1 recensioni
Premetto che è la mia prima fanfiction su saint seiyaXD Fra misteri, enigmi, amori, passioni e un pizzico di comicità che non guasta mai una giovane ragazza scoprirà di essere destinata alla guerra...fra rimorsi e difficoltà troverà conforto nei valorosi cavalieri di Athena, in particolare scoprirà che alcuni di loro non sono poi molto diversi da lei...come sempre la giustizia avrà un nemico da affrontare, battaglie da combattere e amici da salvare...riuscirà a trionfare il bene anche questa volta? scopriteloXD
Genere: Romantico, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
 
Rimango imbambolata a guardare quello spettacolo assurdamente inusuale per un tempo che non riesco a quantificare.
«Si, lo so. Non è possibile, vero?» dice Milo ridacchiando.
«Non stavate mentendo...» constato io in un bisbiglio. Forse cercavo di convincere più me stessa.
«Din din! E il premio per l’ovvietà va a Pentesilea!» non poteva mancare il commento sarcastico di Kanon, naturalmente.
Poco male, non ho nemmeno il tempo di arrabbiarmi che sento improvvisamente le forze mancarmi. Che sensazione strana, sono già svenuta altre volte in passato ma questa volta è diverso: è come se la mia coscienza venisse strappata con la forza dal mio corpo.
Improvvisamente tutto si fa buio intorno a me, l’ultima cosa che riesco a distinguere prima di perdere contatto con la realtà è Kanon sopra di me che con aria preoccupata mi chiama «Lea! Lea! Accidenti!»
Nahhh, mi sbaglio, la sua aria preoccupata non è assolutamente reale. Sarò già bellamente svenuta e questo sarà stato solo un sogno. Tutta quella sfacchinata, certo! Sarà un misero calo di zuccheri.
Il buio intorno a me si fa più fitto, fluttuo nel vuoto sentendo l’eco del mio respiro.
Vengo risucchiata in un vortice sotto di me e il buio svanisce lasciando il posto ad un panorama a me sconosciuto.
Sono in un bosco, i raggi rossi del tramonto filtrano attraverso i rami spogli degli alberi. Un forte odore di bruciato pizzica le mie narici. Un incendio.
Insieme all’odore di legna bruciata fa capolino un odore ben più fastidioso e... nauseante.
Non riesco a distinguerlo. Cammino lentamente avanti a me, guardandomi attorno, cercando di orientarmi.
Di nuovo uno dei miei sogni, ma così dannatamente reale. Inizia pervadere dentro di me un’ansia inspiegata, una sorta di sesto senso che mi dice che mi avverte di qualcosa di terribile.
Inciampo. Qualcosa scricchiola sotto il mio piede, guardo con riluttanza cosa sia e quello che vedo mi fa indietreggiare velocemente e cadere a terra.
Un corpo. Una donna mezza carbonizzata. Trattengo a stento i conati di vomito che si fanno sempre più insistenti nella mia gola.
«Mio Dio!» esclamo coprendomi la bocca con la mano.
Alzo lo sguardo, guardando oltre il cadavere. Scoppio in lacrime, i miei singhiozzi si confondono con il rumore delle fiamme.
Un accampamento in fiamme. Dappertutto decine e decine di corpi bruciati, sanguinanti, mutilati, semplicemente morti. Tutto intorno a me è morte.
 Noto solo ora i miei vestiti, sono così strani. Vesto di una sorta di armatura fatta di cuoio e oro. Senza avere il tempo di domandarmi il perché, sento qualcosa di vischioso sulle mie mani, sul mio corpo. Qualcosa gocciola dai miei capelli e scorre sul mio viso appannandomi la vista. Con le mani cerco di asciugarmi gli occhi e ciò che vedo sulle mie mani mescolato alle mie lacrime mi lascia senza respiro.
Sangue, sono letteralmente coperta di sangue. Nessuna ferita che lo giustifichi, un pensiero orribile si fa largo nella mia mente.  Non mi appartiene.
Una voce rimbomba nelle mie orecchie.
«La mia guerriera. Sono fiero di te, mia Pentesilea...»
Cado sulle ginocchia di nuovo in lacrime. Butto la testa indietro guardando il cielo rosso, rosso come il sangue e la mia bocca si spalanca in un urlo, un urlo feroce e indemoniato che non mi appartiene.
Sento le mie corde vocali bruciare per lo sforzo, la voce viene quasi a mancare.
 
 
Mi sveglio tutta sudata trasportando quell’urlo nella realtà. È stato solo un sogno, un sogno terribilmente reale. Cerco di controllare i tremori che investono ancora il mio corpo e mi stringo nella coperta sentendo un brivido gelato lungo la schiena.
Dove diamine sono?
Mi guardo attorno e vedo una stanza molto spartana dalle pareti di pietra bianchissima. Solo una lampada ad olio posta su quello che sembra un piccolo comodino di legno rischiara il buio della stanza.
La finestra è aperta e le piccole tendine in cotone svolazzano a ritmo del vento della sera.
In men che non si dica vedo spalancarsi la porta della stanza e fa capolino un uomo alto dagli strani capelli lilla lunghissimi e due strani punti rossi sulla fronte.
Nonostante l’aspetto bizzarro il suo viso dolce seppur distorto dall’evidente preoccupazione mi rassicura immediatamente riguardo le sue intenzioni. Dopotutto, uno sconosciuto era appena entrato vedendomi... ohmmmiodddio sono nuda!!
Solo in quel momento realizzo di essere completamente senza vestiti in un letto a casa di non so chi e con un perfetto sconosciuto nonché bizzarro davanti a me. Insomma il mio cervello deve funzionare ancora bene perché non ci metto molto a fare due più due!
Mi copro in fretta con la coperta del letto e sto per cacciare uno di quegli urli da film quando l’uomo davanti a me alza le mani in segno di scuse bloccando la mia reazione.
«Calmati! Calmati! Non ho cattive intenzioni te lo assicuro! Ho sentito un urlo e sono venuto a controllare che andasse tutto bene. Stai bene?» mi chiede con tono sinceramente preoccupato.
«S..si» balbetto io imbarazzata mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Oh, bene!» sospira lui rasserenato «Piacere, io sono Mur, Cavaliere dell’Ariete al servizio della dea Athena»
«Lea..»
«Si lo so bene chi sei» mi dice con un gran sorriso.
«Ah, bene. Che cosa è successo? Dove sono? Io... non riesco a ricordare nulla» dico prendendomi la testa fra le mani sforzandomi di ricordare qualcosa.
«Stai tranquilla, sei al Santuario di Athena e questa è la mia casa. Quando sei venuta qui stamattina sei improvvisamente svenuta. Abbiamo pensato fosse per lo shock ma improvvisamente hai iniziato ad avere le convulsioni e la febbre alta, le ancelle hanno dovuto, ecco, spogliarti per farti abbassare la temperatura» Mur sembra decisamente imbarazzato.
«Ah, ok le ancelle» pfui, almeno non è stato qualche maniaco! «comunque adesso inizio a ricordare...»
«Posso chiederti cosa è accaduto?»
«Solo un incubo, niente di importante. Ultimamente mi capita spesso, credo di avere problemi di digestione. Proverò con il Brioschi» rispondo facendo spallucce.
Mur rimane interdetto a guardarmi, poi si avvicina a me chiedendomi prima il permesso mi tasta la fronte.
«Mh, la febbre è scesa» dichiara «La dea Athena ha chiesto di vederti immediatamente non appena ti fossi ripresa»
Ma si può sapere perchè ha tutta questa fretta di incontrarmi?! Mamma mia è più insistente del recupero crediti! Comunque non è il caso di fare storie, in fondo pure io vorrei capire al più presto il motivo di questa gita, perché quello strano essere mi ha attaccato ad Agrigento, insomma tutta una serie di cose fuori dal mondo... e perché continuo a fare quei sogni...
Mi ritorna alla mente l’ultimo e di nuovo un brivido gelato mi scorre lungo la schiena. Mur se ne accorge infatti mi invita subito a vestirmi per non prendere un malanno.
«Ti vado a prendere qualcosa da mettere, i tuoi vestiti erano tutti fradici di sudore quando te li hanno levati»
«No aspetta non occorre, portatemi qui la mia valigia ho già tutto!» dico io prima che questi esca fuori dalla stanza. Ha fatto finta di non sentirmi.
Sbuffo chinandomi con la faccia sul materasso e riemergo non appena sento l’uomo rientrare nella stanza con un abito. Ma che è? Un peplo? Stiamo scherzando? Io non ci vado in giro vestita così, assolutamente! Manco nel Medioevo!
«Ecco qui, dovrebbe andarti bene» Mur sembra molto soddisfatto.
Mi dispiace dargli un dispiacere ma non ho intenzione di indossarlo! Mi appresto a dirglielo cercando una giustificazione convincente per non offendere la sua cortesia ma prima che possa farlo lui mi anticipa.
«Sai le cose qui al Santuario sono un po’ particolari, ci sono alcune formalità da rispettare, specialmente quando si è al cospetto della dea Athena. Il Gran Sacerdote è molto rigido in questo»
Splendido! Neanche per incontrare il Papa avrei dovuto fare tanto!
«D’accordo lo indosserò. Dammi cinque minuti» dico sconsolata e Mur per tutta risposta esce sorridente dalla stanza richiudendo la porta per darmi la giusta privacy.
Mi alzo dal letto riluttante nel lasciare la coperta che mi dava un po’ di calore, infatti il freddo della sera investe  subito il mio corpo facendomi venire la pelle d’oca.
Mi avvicino all’abito che Mur aveva lasciato sulla sedia vicino la porta e lo analizzo. È un peplo di puro lino bianco, ha una manica lunga e l’altra smanicata con la bretellina tenuta insieme da una sorta di spilla bronzea, il tutto completato da una cintura di cuoio allacciata sulla vita. Beh, di certo è fatto meglio di quello che una volta indossai per Carnevale!
Lo indosso in fretta cercando di metterlo nel modo corretto. I miei capelli sono un disastro, tutti arruffati per via del sonno inquieto. Cerco di aggiustarli pettinandoli un po’ con le mani. Meglio di questo proprio non riuscirò ad ottenere.
Rimpiango di non avere nemmeno il mio beauty case perché ho due occhiaie che mi fanno sembrare un panda, complice anche la matita sbavata sull’occhio. Potrei andare tranquillamente ad una festa di Halloween spacciandomi per una greca zombie.
Si, sono proprio affascinante! Poco male, in fondo non è che mi importi molto di fare colpo su Mur. Con questo pensiero esco dalla stanza.
Doh!!
Una volta uscita trovo davanti a me Mur in compagnia di quel bonazzo di Milo che mi guarda con il suo solito sorriso ammaliatore. Come lo vedo faccio subito per tornare in camera sperando che non mi abbia visto. Pensiero assurdo visto che mi stava guardando e infatti..
«Lea! Sono contento che ti sei ripresa»
Voglio morire, adesso! Ma non possiamo ripetere la scena con me che questa volta sembro umana?
No? Perfetto.
Mi giro sfoggiando un sorriso di circostanza.
«Ah Milo! Ciao! Anche tu qui, come sono felice di rivederti» il mio tono deve essere o molto carino o davvero molto stupido perché Milo ridacchia e si avvicina a me.
«Wow, caspita, quasi non ti riconoscevo, questo abito ti sta meravigliosamente»
Mh! È falsa galanteria, decisamente, ma che importa?  Molti uomini dovrebbero imparare da lui!
Il mio pensiero va automaticamente a Kanon, quel deficiente, e immagino la scena se al posto di Milo ci fosse stato lui. Mi pare già di sentirla la sua irritante risata di scherno.
Per l’appunto Kanon fa il suo ingresso ridendo a crepapelle.
«Come se il problema fosse il vestito! Ahahahah»
Stringo i pugni mentre sul mio viso si alternano vari colori: prima paonazzo per lo sconforto nel vedermelo di davanti, poi rosso per l’imbarazzo, poi ancora blu per la rabbia. Rimpiango che lo stile molto spartano della casa di Mur non mi permetta di avere nulla sotto mano per lanciarglielo.
«Non ascoltarlo, sta solo scherzando!» mi rassicura Milo «Per me stai benissimo» conclude prendendo la mia mano e baciandola.
 Quel gesto così inaspettato mi fa nuovamente arrossire ma al contempo mi fa dimenticare la rabbia nei confronti di Kanon il quale comunque si era inspiegabilmente zittito.
Ad interrompere quella scenetta ci pensa Mur che con tono pacato ci invita a raggiungere al più presto la loro Dea.
Detto fatto. Usciamo tutti e quattro dalla casa di Mur.
Lo spettacolo che mi si para davanti è anche più terrificante del mio sogno di poco prima.
Una interminabile rampa di scale sale fino alle pendici del monte, intervallata qua e là da molti templi, troppi.
Mi auguro vivamente che la residenza di Athena sia al primo di questi ma ovviamente non è così. Troppo facile. Almeno al secondo o al terzo. Ma no!
«Forza andiamo. Dobbiamo attraversare in fretta le dodici case. Gli altri stanno già aspettando al Tredicesimo Tempio» detto ciò i tre iniziano a salire.
Scale, scale scale! Solo scale ho visto qui! Per la miseria siamo nel ventunesimo secolo! Una funicolare no?
Sconsolata inizio a salire le scale, un gradino alla volta.
Questa sarà una lunga notte!
 
Continua...
 
Eccomi qui! Un altro capitoletto è andato! Spero che vi piaccia!!
A presto!
  
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