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Autore: Diana cavalca    10/10/2016    0 recensioni
Una storia di perdizione e riscatto. Una storia di tenacia e coraggio. Come la giunchiglia - il fiore che resiste al lungo inverno - Sakura sarà la leader del movimento di Resistenza al regime dittatoriale sortito dalla Rivoluzione di Sasuke.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Team 7 | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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''Sono le 21:00. L'ora del coprifuoco è scattata. Nessuno ha più la possibilità di uscire. Garantiamo la vostra incolumità.''

La voce femminile e metallica che parlava dall'altoparlante di Konoha si soprapponeva ad uno scalpiccio sommesso di passi affrettati. Tre figure incappucciate stavano correndo per le vie del villaggio. Un fruscio impercettibile di neri mantelli che danzavano nella notte senza luna e stelle. Notte dal cielo coperto e priva del chiarore degli astri, perfetta per diventare parte del buio.
Tre ''fiori gialli'' si erano appostati nel punto convenuto per dare inizio all'operazione. Gole ansimanti di chi aveva il fiato corto, per la corsa e la tensione.

Anf, anf, anf

Il capitano inspirò profondamente per controllare l'emozione che aumentava. Dalla propria cintura estrasse un marchingegno che assomigliava vagamente ad una pistola.

''Ci siamo ragazzi. Diamo inizio alle danze!''

 

Covo della Giunchiglia, tre ore prima

''Lasciate che vi spieghi qual'è il piano. L'operazione comincerà alle 20:45. Dovremmo arrivare alla Torre degli Annunci allo scattare del coprifuoco.''

Sakura Haruno stava in piedi alla presenza di due dei suoi compagni. Mentre parlava, stendeva sul suo tavolo da lavoro una cartina di Konoha.

''La zona in cui dobbiamo essere operativi è il quartiere del Nord. Qui c'è una via momentaneamente priva di illuminazione a causa di un guasto. Dalle 21:00 in poi le strade sono usualmente gremite di poliziotti che vigilano sul rispetto del divieto di uscire di casa. Prima di quell'ora, se la fortuna ci assiste, non dovremmo imbatterci in gruppi che pattugliano l'area. Siamo solo in tre e possiamo beneficiare dell'oscurità per non essere scorti. Inoltre abbiamo dalla nostra Hinata, un ninja avvistatore che ci consentirà di localizzare i nemici in avvicinamento. ''

La Haruno cominciò a far scorrere le sue dita sulla mappa.

''Ci infiltreremo passando per questo vicolo secondario: conosco molto bene la zona, vi accederemo per un cancello sprovvisto di sentinelle. Ci muoveremo secondo una formazione ben precisa: Hinata alla testa della fila, con l'incarico di rilevare possibili presenze nemiche; Tamaru al centro; io vi coprirò da dietro. Se qualcuno dovesse sorprenderci alle spalle, lo tramortirò in sordina, prima che possa dare l'allarme. Se dovessimo avere un impedimento simile, non aspettatemi e continuate a condurre l'operazione senza di me.''

''Taicho è troppo rischioso per te!" la interruppe un uomo dai lunghi capelli castani e lisci raccolti in una coda "Lascia che stia io dietro alla formazione! Se dovessero esserci pericoli, me ne sbarazzerò io e dopo vi raggiungerò.''

''Tamaru tu sei il mio vice in questa missione! Hai il compito di assumere il comando nel caso di una mia assenza! Hai fatto parte degli AMBU e sei un Nara: sai come bisogna gestire le infiltrazioni e sai elaborare nuovi piani nel caso della perdita di un elemento. Inoltre io sono più potente di te, ho più possibilità di fronteggiare con successo i poliziotti che potrebbero coglierci di sorpresa: sarò io la coda del gruppo! Hinata sarà la nostra vista, tu il nostro cervello, io il pugno.''

Sentendo queste parole, il suo interlocutore strinse le nocche, rabbioso per non essere il più forte dei tre. Si avvicinò a Sakura, puntando i piccoli occhi nocciola su quelle grandi iridi verdi. Non volle celare il suo disappunto ed alzò il tono della voce, parlando al proprio superiore più da uomo che da sottoposto:

''Tsk, me ne infischio del protocollo delle missioni se si tratta di lasciarti sola! È vero, negli AMBU mi sono ritrovato diverse volte a dover improvvisare un nuovo piano per la perdita di elementi decisivi senza i quali i programmi convenuti non potevano essere attuati. Ma le cose ora sono diverse. In questo caso la strategia che metterò in atto sarà quella di venire in tuo soccorso finché tu non sarai di nuovo dietro di me. Potrai anche guardare le mie spalle, ma se mi accorgo che non sarai più dietro di esse, allora sarò io a ritrovarmi dietro alla tua schiena, Sakura!''

Lei si fece seria e lo guardò accigliata. Sapeva che il suo compagno parlava perché mosso da nobili intenzioni, ma non era disposta a sacrificare il buon esito delle operazioni in nome della propria salvezza. Si ripropose dunque a colui che, chiamandola per nome aveva per un attimo annullato le distanze, nel suo ruolo di superiore e non di donna:

''La priorità di questa missione è quella di portarla a termine vittoriosi. Gli ordini del tuo taicho sono questi e non accetto repliche da parte tua!''

Tamaru Nara si avvicinò ancora di più a Sakura, con aria di sfida. Si chinò sul suo volto, fino a sfiorarglielo col proprio, parlando sommessamente ma con tono autoritario:

''Allora mio TAICHO farai bene a non scomparire dietro di me, se non vorrai che un tuo sottoposto si macchi di insubordinazione al proprio capitano.''

La tensione tra i due cresceva sempre di più.

''Su su,andateci piano ragazzi, non generiamo della incomprensioni tra di noi. L'affiatamento di squadra è fondamentale per riuscire nei nostri intenti...giusto Sakura? Tamaru non essere precipitoso e fidati del nostro capitano. Se ci saranno nemici, sarà in grado di disfarsene, nessuno in polizia è al suo livello.''

Intervenne Hinata per smorzare l'aria bellicosa che si era creata tra i suoi compagni. Sakura trovò saggio quell'atteggiamento e colse al volo l'occasione offertale dalla sua amica per alleggerire l'atmosfera:

''Ben detto Hinata! Tamaru se non vuoi che ti pigli a cazzotti nel bel mezzo della missione, ti conviene seguire alla lettera i miei ordini!''. Così dicendo gli diede una pacca sulla spalla. Un gesto amichevole, ma dato nello stile tipico di Sakura, ovvero con ''foga'' e a scopo minatorio.

''Ahi ahi, che botta! Taicho, vuoi per caso lussarmi la spalla prima della missione?'' Brontolò lui.

''Se non mi darai retta ti ritroverai con due spalle lussate quando ritornerai in questo covo!''. Sospirò lei, regalandogli un sorriso. ''Ti ringrazio Tamaru, so che lo fai per me. Ma vedi, la cosa che più importa è il riuscire a raggiungere quello che ci siamo prefissati di fare. Stasera ci saranno meno guardie del solito, dato che diverse unità di polizia sono state inviate a Kirigakure contro un gruppo di partigiani armati. Io sono sostituibile, ma questa occasione no: non si ripeterà di nuovo, non possiamo permetterci di fare un buco nell'acqua. E comunque fidati di me: se dovessi allontanarmi per fronteggiare il nemico, farò in modo di raggiungervi.''

Tamaru sbuffò contrariato, ma rassegnato:

''Hai vinto tu taicho, come sempre. D'accordo, farò il bravo soldatino.'' Poi aggiunse con un fil di voce, guardando significativamente il suo superiore negli occhi: ''Ma consentimi di obiettare su di una cosa: tu non sei sostituibile. Non per la Resistenza. Non per me.''

Sakura abbassò gli occhi imbarazzata e lusingata. Si schiarì la voce e riprese a segnare con il dito i punti della cartina che era posta al centro del tavolo:

''Allora dove eravamo rimasti? Ah giusto: entreremo nel quartiere dal cancello secondario. Ci avvicineremo alla Torre dell'altoparlante costeggiando gli stabilimenti che si trovano intorno al nostro obiettivo. Ci muoveremo perimetralmente prima di imboccare questa via.''

Le sue dita indicarono uno strettissimo percorso.

''Questa strada è solo apparentemente un vicolo cieco. L'alto muretto che la limita è al confine con quest'altro passaggio secondario, che è quasi una discarica a cielo aperto. I poliziotti non possono presidiare questa zona, è ostruita dalla grande mole di oggetti e mobili ammassati. Percorrendola in tutta la sua lunghezza, avremo dunque accesso alla piazza della Torre da una strada subalterna e priva di controlli.''

Ed ecco che il dito del capitano si fermò sulla meta di quella operazione: la Torre degli Annunci. Si trattava di un lungo e stretto edificio in mattoni rossi che troneggiava in mezzo ad una vasta piazza. In cima erano posizionati degli altoparlanti. Un grande orologio mostrava a tutti i cittadini l'ora esatta ed una monumentale scritta recitava: ''La voce di tutti è qui''. Da lì il regime comunicava coi civili. Tutti i provvedimenti presi (dalla costruzione di infrastrutture alla necessità di reperire nuovi candidati da integrare tra le fila della polizia) venivano annunciati da quel punto. Era praticamente la ''voce'' del potere, il medium attraverso cui i piani alti comunicavano con quelli bassi. Da quel punto veniva quotidianamente annunciato l'inizio del coprifuoco. Il regime infatti aveva stabilito che nessuno dei civili potesse uscire dalle ventuno in poi, per ridurre al minimo la possibilità di rimanere vittime di episodi di criminalità. Così, la sera le strade di Konoha divenivano dominio della polizia che ormai, più che proteggere la popolazione in caso di pericolo, si preoccupava di garantire che tutti osservassero il coprifuoco; che ognuno fosse rintanato in casa propria come un topo in una gabbia. Evidentemente Sasuke Uchiha non voleva che nessuno corresse i rischi che la libertà inevitabilmente comportava, preferendo piuttosto le sicurezze di una cattività imposta.

Sakura continuò le spiegazioni, tirando fuori dal cassetto quelli che avevano l'apparenza di tre involucri di carta bianca.

''Giunti allo sbocco della via, ognuno di noi prenderà la propria pistola. Queste saranno le nostre munizioni. Ogni arma sarà caricata con una di queste pallottole. Non sono carte-bomba tradizionali: sono fatte da strati di pergamene su cui è inciso un jutsu che si attiva al contatto della munizione col suolo. Ognuno ne lancerà una in punti diversi della piazza: Hinata alla propria destra, Tamaru di fronte a sé, io alla mia sinistra. Quando la cartuccia toccherà il suolo, si libererà un gas tossico. Chiunque lo inalerà, perderà i sensi. Il gas resterà sospeso nell'aria per quindici minuti, sicché chi tenterà di entrare nel raggio in cui si è espanso, non potrà che stramazzare a terra. Il pericolo dell'arrivo di rinforzi è scongiurato per tutto quel lasso di tempo''

Il capitano si affrettò poi ad aprire una sacca in cuoio marrone da cui estrasse tre siringhe.

''Ed ecco la nostra immunità: gli antidoti che dobbiamo prendere prima di dare il via alle operazioni. Ci consentiranno di respirare il veleno senza subire le stesse conseguenze degli altri. Li ho preparati io stessa e li ho testati: funzionano, ve lo garantisco. Mentre le guardie saranno prive di coscienza ci dirigeremo subito verso la Torre degli Annunci. Abbiamo solo quindici minuti per fare ciò che voi già sapete e per fuggire e metterci in salvo. È tutto chiaro?''

 

Konoha, ore 20:45

Tap, tap, tap

La ragazza dai lunghi capelli blu correva alla testa della fila. Attorno ai suoi occhi delle grosse vene pulsanti inducevano l'afflusso di chakra negli occhi: il suo byakugan era attivato.

''Fermatevi! ''  intimò a bassa voce.  ''Rilevo due guardie in avvicinamento nella strada che si incrocia con quella in cui noi ci troviamo. Se decideranno di svoltare da questa parte, dovremo nasconderci.''

''Meglio tramortirle e metterle a nanna'', sussurrò Tamaru.

Sakura cinse con la mano la bocca del suo compagno per zittirlo e per manifestare il suo dissenso nei riguardi della sua proposta. I tre attesero palpitanti le indicazioni del ninja avvistatore del gruppo. Dopo qualche secondo la Hyuga si espresse:

''Hanno proseguito lungo la via maestra, via libera! ''

''Hinata dove si trova il vicolo in cui dobbiamo inoltrarci?'' Chiese con un fil di voce Sakura, non riuscendo a vedere ad un palmo dal proprio naso a causa dell'oscurità.

''Quella flebile luce che vedi infondo alla strada, proviene proprio dalla via verso cui dobbiamo dirigerci. Andiamo, continuo a guidarvi.''

Giunti in corrispondenza del punto indicato da Hinata, i tre svoltarono l'angolo e si ritrovarono in una viuzza lunga e stretta, debolmente illuminata da un faro e terminante in un alto muretto. Dopo averlo superato si sarebbero ritrovati nella via a cui aveva fatto riferimento Sakura: quella talmente ingombra di lerciume da non essere pattugliata dalle guardie. Quello era l'accesso ideale per arrivare indisturbati alla piazza della Torre. Hinata cominciò ad arrampicarsi sulla parete concentrando il chakra sui palmi. Tamaru e Sakura erano al suo seguito.
Improvvisamente si udirono delle voci che si facevano via via più vicine: dei poliziotti stavano incamminandosi verso la loro direzione. I tre sussultarono e si guardarono allarmati: l'ora del coprifuoco non era ancora scattata e confidavano nell'assenza momentanea di nuclei di pattugliamento. La fortuna, evidentemente, non era dalla loro parte.
Sakura si portò l'indice sulla punta del naso per segnalare ai propri congiunti di non emettere un fiato. Poi guardò Tamaru con aria confidente e questi annuì. In quel breve scambio di espressioni Sakura gli aveva lasciato il comando della missione e il suo vice aveva accolto favorevolmente l'ordine comunicatogli dal suo capitano con gli occhi. La Haruno voltò le spalle e corse via, verso il buio.
Si appostò al punto di intersezione delle due strade. Sentiva le voci delle guardie in avvicinamento. Prese uno specchietto dalla sua sacca di armi ninja e lo puntò in direzione degli obiettivi. Tre elementi, tutti muniti di torcia per rischiarare la strada priva di illuminazione.

''Molto bene'' pensò lei alla vista dei tre fasci di luce, ''così vi rendete delle facili prede.''

Doveva stare attenta a non fare rumori. Doveva muoversi silenziosamente e cogliere i tre alle spalle, colpendoli alla nuca. Non poteva scatenare la furia che era in lei, altrimenti nel quartiere si sarebbero accorti della presenza di intrusi. Chiuse gli occhi ed emise un profondo respiro. Poi scattò come una pantera nell'ombra e si posizionò dietro ai tre bersagli, che non ebbero nemmeno il tempo di capire di essere sotto attacco. Con un colpo secco all'altezza del collo furono facilmente messi al tappeto.

''Mi spiace, il vostro risveglio non sarà dei migliori ''. Disse facendo dell'autoironia. Lei sapeva quanto fastidiosi fossero i postumi di percosse del genere: a dodici anni ne aveva ricevuta una proprio dal grande dittatore. Non era un ricordo piacevole – tutt'altro! - ma in quel momento trovò che avesse un che di esilarante.

Riprese la sua corsa dirigendosi verso i suoi compagni. Cominciò ad avvertire della preoccupazione: a quel punto avrebbero già dovuto sparare le carte-bomba. Ma allora, perché non sentiva ancora l'odore del gas tossico?
Girò nuovamente l'angolo che l'avrebbe introdotta nello stretto vicolo e...sbattè contro un ostacolo imprevisto. Qualcosa di morbido e possente la fece rimbalzare e cadere a terra. Sakura alzò gli occhi confusa. Un energumeno le si parava dinanzi con un'aria tutt'altro che pacifica. Quel poliziotto doveva essere sbucato da uno stabile di quella viuzza; di certo l'aveva vista da una finestra mentre correva verso le guardie lungo quel tratto di strada flebilmente illuminato. Era un uomo alto e grosso, probabilmente apparteneva al clan Akimichi. Brandiva tra le mani un'ascia e stava affrettandosi a scagliarla sulla sua avversaria, con l'intenzione di staccarle la testa dal corpo. Colta di sorpresa, Sakura ebbe poco tempo per pensare, limitandosi solo ad alzarsi repentinamente e a concentrare il chakra nel pugno. Furono interminabili frazioni di secondo. Mentre serrava le nocche e il sudore le ghiacciava la fronte vide il suo nemico sollevare il pesante strumento e scaraventarlo giù con forza verso di lei per poi...bloccarsi.
Sakura restò di stucco.

''Maledizione che succede?'' Urlò il poliziotto che sembrava essere stato colto da una paralisi subitanea.

La rosa ci mise poco a realizzarlo. Sospirò rassegnata.

''Non avevi detto che avresti fatto il bravo soldatino? ''

Si sporse lateralmente per guardare oltre il massiccio ostacolo umano che le limitava la vista. I suoi occhi trovarono quello che si aspettavano di vedere. Un ninja inginocchiato e con le mani nella posizione del sigillo del topo. Una lunga ombra si proiettava da lui fino a raggiungere l'uomo dalla pesante ascia.

''Temevo fossi in difficoltà. Che stolto, come poteva accadere qualcosa al mio fortissimo capitano?''. Disse lui con tono canzonatorio. Del resto colei che fino a tre ore prima si era proclamata il ninja più forte del gruppo stava per essere tagliata a fettine da un ciccione qualunque.
Mentre guardava il suo compagno, Sakura diede un colpo sul collo al bestione con l'ascia, che svenne istantaneamente, piombando con tutta la sua mole sul suolo.

''Tsk, sarei riuscita a cavarmela da sola'', disse con una smorfia di disappunto. Il volto di Tamaru era semicoperto da un cappuccio nero, ma lei riusciva chiaramente a vederne il ghigno di soddisfazione.

''Levati quella espressione compiaciuta dalla faccia. Hai appena disobbedito al tuo taicho'' aggiunse con tono di amorevole rimprovero. ''Andiamo da Hinata, veloci!''

Mentre correvano lungo le vie, una voce femminile artificiale si sovrappose ai loro fiati ansimanti.

''L'ora del coprifuoco è scattata. Nessuno ha più la possibilità di uscire. Garantiamo la vostra incolumità.''

Erano le 21:00. Le odiate 21:00.

Il trio si ricompattò in prossimità della piazza della Torre. Dal punto di osservazione nascosto, si riusciva a vedere l'ampio piazzale illuminato da fari al neon e presidiato da diverse guardie.

''Ci siamo ragazzi. Diamo inizio alle danze!''

Il capitano e i suoi compagni estrassero la pistola lancia carte-bomba. Allo schioccare del colpo, ogni munizione avrebbe raggiunto tre diversi punti del perimetro della piazza, rendendola per una manciata di minuti un'area inagibile per chiunque ad eccezione di loro.

Bang, bang, bang

Ed ecco che lo scoppio degli spari segnava l'inizio del conto alla rovescia: quindici minuti da cui dipendeva il destino del mondo ninja.

Il fumo era violaceo e denso. Si disperse velocemente nell'aria e il suo effetto sugli uomini che si trovavano nella piazza fu subitaneo: nessuno faceva in tempo a meravigliarsi dello svenimento degli altri che si ritrovava per terra. In brevissimo tempo erano tutti privi di sensi.

''Muoviamoci!''

Hinata continuava a guidare i suoi compagni verso la Torre, divenuta invisibile allo sguardo a causa della nuvola tossica. Entrarono nell'edificio e cominciarono a correre lungo le scale fino ad arrivare in cima. L'ultima stanza era il luogo da cui si trasmettevano i messaggi alla popolazione.

Anf, anf, anf

Sakura ansimava per la fatica fisica e per la fortissima emozione. Fece un profondo respiro per calmarsi e cercò di raccogliere tutta la sua presenza di spirito. Una mano le si posò sulla spalla. Si voltò: Hinata le sorrideva per darle coraggio. Sakura ricambiò quel sorriso e si fece forza. Non doveva risultare agitata, le sue parole non dovevano in alcun modo echeggiare tremanti. Prese il microfono tra le mani e lo portò davanti alle labbra. Prima di proferir parola cercò di modulare il tono della propria voce, in modo tale che nessuno degli uditori potesse riconoscere la sua identità.

''KONOHANI!''

Nel silenzio il suo grido risuonò come un lampo in una notte.

''Konohani! E' Chiyo che vi parla!
Io ricordo bene i giorni in cui le nostre voci erano nei nostri petti e non in un altoparlante che pretendeva di parlare per noi tutti! I giorni in cui il tempo ci apparteneva e non c'era un orologio di una torre a regolarcelo! I giorni in cui le strade erano nostre dall'alba fino a quella successiva e non di uomini armati!
E voi? Li rimembrate i giorni in cui sceglievamo la vita che volevamo? I giorni in cui nessuno osava toglierci la libertà di dire, pensare, e muoverci come desideravamo? Ricordate i vostri hokage i cui volti in passato erano scolpiti nella pietra? E dove sono quei visi adesso? Sono stati distrutti a suon di esplosivi, pensando che in quel modo potessero anche cancellarci la memoria del tempo in cui le nostre guide ce le sceglievamo noi e non ci venivano imposte dall'alto!
Se anche voi rammentate quei giorni, allora uscite dalle vostre case e riprendetevi le vie che vi appartengono! Verrà il tempo in cui ci uniremo e lotteremo senza insozzare la terra di sangue. Vinceremo soltanto con le nostre parole, le stesse che ci ha insegnato l'eroe a cui dobbiamo le nostre vite:
Niente più censura. Io non mi rimangio mai la parola!
Niente più coprifuoco. Io non mi rimangio mai la parola!
Niente più violenza. Io non mi rimangio mai la parola!''

Urlò con un trasporto ed una passione tali che le parse di essere divenuta in quei frangenti nient'altro che le sue parole. Quando concluse il suo discorso, risentì il suono delle sue palpitazioni. Hinata e Tamaru erano muti ed immobili dietro di lei, scossi dalle parole del loro capitano. Attorno il silenzio era ritornato prepotente e ancor più pesante di prima. Sembrava avere vinto di nuovo sulle parole di Chiyo.

Clap, clap

Inaspettatamente quella quiete opprimente fu interrotta da un rumore; un suono prima timido, che si faceva via via più intenso e coraggioso.

Clap, clap, clap, clap

Il silenzio angosciante era stato vinto da quello scrosciare di palmi.

''Ragazzi sentite anche voi quello che sento io?''. Chiese incredula Sakura ai due compagni.

Clap, clap,clap,clap,clap, clap, clap,clap, clap

Le mani che applaudivano diventavano sempre di più e i cittadini si affacciavano sulle porte delle loro abitazioni: una grande provocazione al regime dato che l'ora del coprifuoco era già scattata.

Sakura e Hinata erano al colmo della felicità.

''Ce l'abbiamo fatta! '' Urlò Hinata in preda all'entusiasmo.

Tamaru fu il primo dei tre a ritrovare la lucidità.

''Taicho restano solo sette minuti. Tappezziamo questo posto di carte-bomba e fuggiamo da qui.''

Sakura si ricompose e gettò velocemente delle carte esplosive sul pavimento. I tre si fiondarono verso l'uscio della Torre. Fuori la nebbia si era già diradata: l'effetto del gas velenoso sarebbe scomparso da lì a poco. In pochi minuti di corsa forsennata i tre fiori gialli furono fuori il villaggio. Ad attenderli c'era Sai. Saltarono sugli uccelli da lui creati e si allontanarono velocemente.
Sakura portò l'indice e il medio della mano destra davanti al viso:

''Attivazione!''

BOOOOOM!

Con quel gesto aveva innescato le carte-bomba che erano state piazzate in cima alla Torre degli Annunci. L'intera sommità dell'edificio esplose. La maestosa dicitura ''La voce di tutti è qui'' fu impietosamente spazzata via. Il grande orologio si fermò, congelando il tempo alle 21:15.
Sakura sorrise tra le lacrime guardando quell'ora, pensando a quanto quei quindici minuti avessero fatto una piccola rivoluzione. Non riusciva a fermare il pianto: insieme ai suoi compagni aveva vinto una battaglia senza versare una sola goccia di sangue. Si sentiva piena di fede: gli abitanti erano dalla loro parte, c'era ancora una speranza.

I quattro arrivarono a destinazione e saltarono giù dai volatili di inchiostro. Tamaru si affrettò a dirigersi verso l'uscio del covo, cercando di dileguarsi il prima possibile.
''Hai fretta Nara?''  Sakura lo guardò con un volto sadico.

''Eheheheh taicho '' supplicò lui, fermandosi di botto e voltandosi con un sorriso stampato in faccia  ''...suvvia non te la prendere per una piccola disobbedienza. Non potevo sostituirti in questa missione, non avrei mai saputo parlare agli abitanti come hai fatto tu! Tu sei Chiyo, tu sei quella col carisma!'' E così dicendo strizzò l'occhio al suo minaccioso superiore.

''Mh'' Ghignò lei ''Le tue lusinghe non ti salveranno Tamaru ''. Si avvicinò a lui e gli diede un sonoro colpo sulla spalla, lussandogliela  ''BAKA! Come hai osato agire di tua iniziativa, mettendo a repentaglio l'esito della missione?!''

''Ahi, ahi. Lo sapevo che tradendo i tuoi ordini mi avresti ridotto così'', disse lui mentre stringeva con una mano il dolorante punto colpito  ''Ma non ho potuto fare altrimenti: ancor prima di pensare a quello che avrei dovuto fare le mie gambe correvano già verso di te!''

Sakura gli sorrise: sapere di contare così tanto per i suoi compagni le riempiva il cuore di gioia.

''Vieni qui imbecille '' disse portandosi il braccio di lui intorno al collo. ''Ti rimetterò in sesto in men che non si dica!''

 

Nel frattempo, a Konoha la polizia era intervenuta per far rientrare i civili nelle loro abitazioni.

Dall'alto del suo palazzo posto sulla sommità della montagna dove un tempo vi erano i visi degli hokage, un uomo serrava i pugni per la rabbia: avrebbe trovato quella Chiyo e le avrebbe fatto rimpiangere di essere nata. Col suo occhio cremisi e l'altro freddo come il metallo, fissava adirato le rovine della Torre degli Annunci. L'orologio segnava le 21:15.
Le odiate 21:15.

 

   
 
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