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Autore: ciel1    17/10/2016    1 recensioni
Erano passati mesi dall'ultima volta che si erano visti, Will ormai non pensava più a quella persona che tanto lo aveva condizionato... Will aveva cambiato vita, stile, città. Pensava di essere cambiato e di vivere una vita nuova... Pensava che i suoi occhi non avrebbero più incrociato quelli di quella persona.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Hannibal Lecter, Nuovo personaggio, Will Graham
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Agì d’istinto, nient’altro che istinto. Erano passati due mesi. Due mesi da quegli eventi ormai quasi appartenenti ad un’altra vita. Erano due mesi che Will aveva iniziato una nuova esistenza, sembrava star bene e questo invece di tranquillizzarlo gli infuse paura.

Will aveva paura e quest’ultima lo portò ad agire d’istinto.

Lo psichiatra non era ancora rientrato in casa. Da quando erano arrivati in Argentina, dopo il salto dalla scogliera, i due si erano procurati dei documenti falsi, un’identità nuova e risiedevano in un vecchio casolare con terreno comprato da Hannibal molto tempo prima. Gli abitanti del posto, infatti, credevano fossero due ricchi proprietari terrieri venuti da lontano, pagavano bene la manodopera e finché c’era la grana nessuno si pose molte domande su chi potessero essere: i soldi zittiscono in ogni caso.

Quel pomeriggio, mentre la paura correva lungo la schiena di Will, quest’ultimo impacchettava in modo impacciato le sue poche cose per andare via da quel luogo e da Hannibal Lecter.

Will aveva paura. Paura che quella potesse essere la vita che aveva sempre desiderato, paura di essere felice, paura che da un momento all’altro li avrebbero catturati, paura di quelle perfette conversazioni e di quei miti viaggi nei rispettivi palazzi della memoria. Quell’atmosfera pacifica e platonica gli parve così fragile, tutto gli sembrò una bolla di sapone pronta ad esplodere. Will sembrava non sostenere più quella perfezione apparente. Aveva paura di perdere tutto e se stesso. Will, che in fin dei conti aveva agognato quella vita alternativa, ora si trovava a scappare via da quella stessa. Si chiese se Hannibal l’avesse intuito, forse sì o forse no, ma scacciò quei pensieri, prese il suo cappotto e si diresse verso la porta sul retro.

Mentre usciva notò un vecchio fonendoscopio in un cassetto semi aperto. Quell’oggetto gli portò alla mente gli eventi di quella notte dove tutto cambiò.


 
Dopo il salto dalla scogliera, mentre affondavano nell’acqua nera e gelida della notte, c’era Chiyo ad aspettarli su di una imbarcazione non molto grande, ma resistente alla vista, Will se ne intendeva. Chiyo chiamò Will a gran voce, quest’ultimo riemerse dall’acqua, era ancora avvolto nell’abbraccio di Hannibal. Will respiro a pieni polmoni, fu un attimo, poi ebbe la sensazione che Hannibal respirasse a malapena o quasi per nulla.

Chiyo urlava di venire verso di lei, poi li portò in salvo sulla sua imbarcazione.

Will si accasciò sul pagliolo quasi baciandolo. Era vivo.

“Non respira.” tuonò Chiyo. Will non avrebbe voluto sentire quelle parole.

Will si avvicinò al corpo mentre un brivido gelido gli pervase le membra.



È bellissimo aveva detto, mentre erano lì sul ciglio della scogliera, era l’unica cosa a cui aveva pensato in quel momento, poi, come un lampo, avvertì una sensazione strana, nuova ed ebbe quasi paura. Chi era Will Graham? Chi era Hannibal Lecter?

Will avvolse Hannibal in un abbraccio che quest’ultimo ricambio. A cosa stava pensando? Ed Hannibal a cosa credeva? Volevano salvarsi? Uccidersi? Cosa?

Will si lasciò cadere portandolo con sé.

Così, semplicemente. Il resto lo affidò alla sorte.

Cosa desiderava realmente?    
 
 
 
Will si avvicinò al corpo e iniziò a fargli il massaggio cardiaco. Chiyo annuì, poi prese il comando dell’imbarcazione per portarli al largo, molto lontano dalla scogliera.

Will continuò con il massaggio, diventò sempre più aggressivo verso quel corpo. Avvicinò l’orecchio, ma nulla sembrava fuoriuscire dalla sua bocca.

“C’è una cassetta dietro di te! Vedi se può servirti!” grido Chiyo.

Will si voltò, individuò la scatoletta malmessa e l’aprì. La cassetta conteneva svariati oggetti, non era una cassetta di primo soccorso, c’era un cacciavite, dei chiodi, una pistola, un fonendoscopio, un coltello…

Un fonendoscopio.

Will lo afferrò.

Posizionò la testina sul petto di Hannibal.

Non avvertiva nulla. Era troppo agitato, troppo nervoso.

Chiuse gli occhi, come quando lavorava.

Chiuse gli occhi e si concentrò.

Un battito flebile, c’era un battito. Riaprì gli occhi, si accorse solo in quel momento che una lacrima stava bagnando il suo viso.

“È vivo?!” disse Chiyo.

Will annuì, aveva ancora il fonendoscopio tra le mani, Hannibal iniziò ad aprire gli occhi e continuò a guardare Will.

 
 
Will continuava a guardare quel fonendoscopio nel cassetto. Poi preso dalla paura di poco prima, quella stessa paura che l’aveva condotto fino a quella soglia, strinse la valigia che aveva in mano e chiuse la porta dietro di sé.

Era ormai lontano da quella casa, cercava un taxi per andare ancor più lontano da lì, anche se non sapeva dove. Non aveva molti soldi con sé, però… Will si guardò intorno, vide una libreria. Rimase incantato, come se fosse stata la prima volta che ne vedeva una. Da quanto tempo non entrava in una libreria. Guardò l’orologio, pensò di avere ancora tempo prima che Hannibal si accorgesse della sua dipartita.

Entrò nella libreria, sbirciò qua e là e si ritrovò nel reparto viaggi. Accarezzò alcuni libri e poi vide una gigantografia di un planisfero appesa al muro.

Will chiuse gli occhi, si concentrò come quando si trovava sulle scene del crimine, posizionò il dito sulla cartina, lo fece roteare e poi si fermò.

Aprì gli occhi.

L’Italia.

Ebbe una stretta al cuore.

Non era possibile.

Esattamente il Centro Italia, non poteva leggere esattamente la zona o la città dove aveva puntato il dito, ma a giudicare dalla posizione poteva essere solo l’Umbria.

Will sospirò.
 

“Una guida sull’Umbria! Italia! Ottima scelta!” esclamò la commessa alla cassa. “Lo vede questo santo? È san Francesco” continuò la cassiera mostrando una medaglietta che aveva appesa alla collana. “Il santo di Assisi. Quando andrà in Umbria si ricordi di passare da lì”.

Will le sorrise, prese il sacchettino con il suo nuovo acquisto e uscì dalla libreria.

Fermò un taxi e prima di salire si voltò in direzione della casa che era stata sua per soli due mesi. Chiuse per un momento gli occhi pensando ad Hannibal. Lo immaginava mentre rincasava, avrebbe avvertito subito l’assenza del profumo di Will e avrebbe capito in un istante che lui era andato via. Si sarebbe diretto verso la porta sul retro, perché sapeva che Will sarebbe uscito da lì, senza far rumore, senza farsi notare, Will non poteva nascondergli nulla, forse, chissà, avrebbe notato anche quel fonendoscopio vecchio e abbandonato e forse avrebbe ripensato anche lui, come Will, a quegli eventi di sole poche settimane prima.

Will impacchettò quel pensiero e tutti i suoi ricordi, li mise sotto chiave nel palazzo della memoria. Sapeva che Hannibal l’avrebbe cercato in quelle stanze, tra quegli appartamenti, ma Will aveva serrato tutte le porte e stava cercando un modo per buttare via anche la chiave.

Mentre era in taxi, Will continuava ad avvertire ancora in lontananza il battito del cuore di Hannibal che aveva sentito attraverso il fonendoscopio. Cercava un modo per dimenticare quel suono, aveva sigillato tutto il suo passato, ma quel suono era il più difficile da reprimere e lo accompagnò per il tempo avvenire.


 
  
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