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Autore: coux    10/05/2009    3 recensioni
cosa succederà dopo? che fine faranno i nostri personaggi dopo Beaking down? e Renesmee? mi sono sbizzarrita con la fantasia... p.s: la trama mi ha aiutato a scriverla la mia amica Giulia, quindi un grazie enorme per il suo splendido aiuto!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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diamante

Diamante

 

Ecco il nuovo capitolo, il primo dal punto di vista di Jasper. Premetto che è un capitolo corto, almeno rispetto agli altri. Il motivo è che volevo farlo concludere in quel modo, con un po’ di suspense. Mi scuso anche per il ritardo, ma il mio computer ha preso dei virus che mi facevano la linguaccia e intanto si mangiavano a tradimento i miei dati.  Ecco i soliti ringraziamenti per chi ha messo la storia tra i preferiti:

1 - antimarella94

2 - aras95
3 - Aurora_Cullen
4 - bellemorte86
5 - bizzo
6 - cesarina89
7 - Confusina_94
8 - dahlia3vFA
9 - damaristich
10 - elis_cullen
11 - fedev82
12 - franci_cullen
13 - Gio_Cullen

14 - giugiu182

15 - lalla22

16 - lilly3
17 - Lithia del Sud
18 - Lucky_Didi

19 - Manyu
20 - Mapi

21 - NIKEHOPE90
22 - Padfoot_07
23 - patu4ever
24 - rebby
25 - sara2087
26 - SaraMasenCullen
27 - scimmietta95
28 - sexy_eclipse
29 - skater4ever
30 - tuxe
31 - valeEfla
32 - veliva
33 - _ki_
34 - _Nessie_

E per chi l’ha messa tra le seguite:

1 - bizzo

2 - elisaterra

 

Poi volevo consigliarvi di leggere il capitolo con una canzone bellissima, alcuni probabilmente la conosceranno già perché è la canzone che c’è alla fine de “Le cronache di Narnia- il principe Caspian”. Ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=oNsQewlFtEs

 

Buona lettura!

 

Tre giorni. Tre interminabili giorni passati a cercare quei mostri. Ma di loro, nemmeno l’odore si riusciva a fiutare. Sapevo che non erano degli sprovveduti. Sicuramente avevano ricreato un esercito di neonati. Al diavolo loro e i loro neonati! Non chiedevo tanto, solo di riavere la mia dolce Alice. Quella che si muove a passo di danza, quella che ha cambiato la mia vita. Semplicemente lei. Una semplicissima vampira che scombussola allegramente la giornata a chi la circonda, un uragano di idee, shopping dipendente. Giuro che appena mi ritrovo davanti quei due, gli stacco la testa a morsi e la faccio seccare al sole. E tu, amore mio, che cosa ti è saltato in mente. Dare la tua vita per me? Uno che ha una scia di omicidi alle spalle, uno che non ti merita.

<< torniamo a casa. Anche oggi non abbiamo trovato nulla >> mi sussurrò Edward. Abbandonammo di nuovo le ricerche, ma domani avremmo ripreso. Io non perdevo le speranze. Altro che due settimane! Io non mi facevo ricattare per riavere la mia Alice! Io li ammazzo e me la ripiglio comunque.

Quando tornammo a casa, trovammo gli altri in giardino, ad aspettarci.

Esme si lasciò sfuggire un gemito di dolore, vedendoci tornare da soli. Il terzo: lo stesso della sera prima e di quella ancora prima. Anche a lei Alice mancava. Mancava a tutti, era lei che teneva la famiglia unita con la sua energia.

Entrai in casa silenzioso, andando a chiudermi in camera, come fanno i quindicenni umani quando litigano con i genitori. Un loro mondo, in cui sono a loro agio, arrabbiati, tristi o felici che siano. Io avevo quel mondo, intriso dell’odore di Alice, di ricordi, sensazioni.

Rimasi tutta la notte a contemplare il vuoto che mi circondava.

 

Un’ altra settimana era trascorsa, ma ancora nulla. Niente neonati, niente Stephan e Vladimir. Avevamo anche cominciato a tenere il tg italiano sotto controllo: un esercito di neonati non passa inosservato? Avrebbero dovuto nutrirsi di qualcuno! Purtroppo, nessuna notizia alludeva alla nostra specie. Solo omicidi familiari o tra conoscenti, stupri, stragi del sabato sera. Niente di più.

Eravamo tutti sotto pressione. Secondo la lettera, mancavano solo quattro giorni all’incontro nella radura. Ormai avevo perso la speranza di trovarli. Non ero sicuro di quello che sarebbe successo nella radura, quanti erano. Ma la mia esperienza con i neonati mi aiutava a sperare: ne avrei fatti fuori abbastanza per portare in salvo il mio amore, poi avrei potuto anche morire, ma lei sarebbe stata salva. Era questa la cosa più importante. Era questo lo scopo della mia vita. Mi ricordo ancora la notte in cui la vidi per la prima volta. La prima parola che mi era balenata in mente quando l’avevo notata era stata “diamante”. Bella e splendente, apparentemente fragile ma indistruttibile. Mi ero ripromesso che l’avrei sempre protetta, il mio diamante personale, il mio tesoro privato. Non importava a quale prezzo: avrei pagato qualunque cosa, pur di saperla sana e salva.

E ora, sapevo che era solo colpa mia se era prigioniera: avrei dovuto fermarla, non avrei dovuto lasciarla andare. Solo colpa mia.

<< ti sbagli >> disse Edward alle mie spalle, raggiungendomi vicino alle ortensie, in giardino.

<< è così, invece. >>

<< Jazz, ti stai prendendo sulle spalle colpe che non hai >> disse lui, risoluto.

non risposi, sapevo che era inutile ribattere: era più testone di un mulo quando ci si metteva.

“ come sta Esme” chiesi silenzioso.

<< come tutti. Cerca di fasi forza per andare avanti. Credo che tu e lei siate quelli che si scaglieranno con più forza contro quei rumeni. >> disse lui, abbozzando un mezzo sorriso. Probabilmente stava assaporando il memento della vendetta.

Rimanemmo in silenzio per parecchi minuti, poi Edward rientrò in casa. Io rimasi ancora fuori, a ripassare il piano che avevamo fatto per l’incontro.

Gli avremmo incontrati nella radura, e, cercando di distrarli parlando, Alec avrebbe attaccati con il suo potere quanti più di loro possibile. A quel punto saremmo intervenuti noi altri e gli avremmo fatti fuori tutti. Il peggio erano i rumeni, i neonati erano una sciocchezza, una sorta di seccatura. Anche il corpo di guardia era d’accordo con me: per i neonati, non ci sarebbero stati grandi problemi.

Sarebbe andato tutto bene. Avremmo impiegato meno di un’ora per finire il lavoro, e io avrei riavuto la mia Alice. Solo un’ora…

 

La vigilia dello scambio eravamo ancora più stressati. Tutti quanti andammo a caccia. Noi trovammo due branchi di alci che ci fecero comodo. I volturi, invece, attaccarono una casa di riposo per anziani. Avrebbero dovuto far sembrare un incidente l’esplosione che avrebbe distrutto la struttura. Naturalmente i cadaveri sarebbero stati inceneriti. Nemmeno Carlisle osò replicare a quel massacro: tutti loro avevano bisogno di essere in forze, e il sangue umano era l’unico modo. Nemmeno le trasfusioni sarebbero bastate: avevano bisogno di tanto sangue. A me, per essere sincero, la cosa non toccava: dopotutto erano anziani, non giovani. Sarebbero morti comunque al massimo tra qualche anno. E poi, grazie alla loro morte, ci sarebbe stata più possibilità di vincita, e quindi di riavere quel che era mio, e che mi era stato strappato per uno stupido regolamento di conti vecchio millenni.

Ero meschino? No, ero sincero.

<< posso entrare? >> mi chiese una timida voce.

<< certo amore >> risposi, abbozzando un sorriso, per nulla forzato.

<< volevo farti un po’ di compagnia >> mi disse dolcemente Renesmee.

Il suo stato d’animo era a pezzi: anche lei era rimasta ferita. Dopotutto era molto legata a Alice.

Rimase in camera mia tutta la notte, addormentandosi per terra, con le spalle appoggiate al letto, la testa sulla mia spalle, le gambe rannicchiate al petto. Non ebbi il coraggio di spostarla per metterla nel letto, era una sorta di figura immortale, sembrava fatta apposta da uno scultore. E, come tutte le statue, era perfetta in quella posizione. Era cresciuta in fretta, troppo in fretta. Aveva vissuto l’infanzia in tre anni e la pubertà in uno: ora si meritava il meglio dalla vita. E Alec faceva al caso suo. L’avrebbe fatta felice.

 

Ci recammo alla radura alle prime luci dell’alba. Edward aveva appena finito di discutere con Renesmee, ma alla fine aveva ceduto e l’aveva fatta venire. Io non mi ero intromesso. Sapevo che non era bene far venire anche lei, in quanto la cosa poteva anche sfuggire al nostro controllo e diventare ancora più pericolosa, ma era giusto che anche lei combattesse per chi amava.

Passavano i minuti e degli altri, nemmeno l’ombra. Eravamo tutti tesi, pronti a scattare ad ogni rumore che preannunciasse il loro arrivo. Non si sentiva nemmeno il loro odore. Non avevano nemmeno scritto l’ora nella lettera.

Dopo quasi quattro ore, cominciai sul serio a pensare che non sarebbero più venuti.

Stavo per perdere le speranze di un loro arrivo, quando riconobbi un odore familiare, molto familiare. Era l’odore di Alice.

<< arrivano >> dissi.

<< sicuro? >> chiese Caius, guardandosi intorno.

<< sento l’odore di Alice. Si stanno avvicinando >>.

In quel momento un pensiero mi attraverso la mente: i diamanti non hanno odore. Fu un momento, ma mi venne da sorridere.

Poi, all’improvviso vedemmo sbucare Stephan e Vladimir. Quest’ultimo teneva per un braccio Alice. Sembrava in buone condizioni, ma non diedi nulla per scontato. Se le avevano fatto del male….

C’era qualche cosa che non andava… dove erano i neonati?

Poi intravidi qualche cosa tra gli alberi. Non sembravano vampiri, ma potevo anche sbagliarmi.

Guardai verso Edward, per capire se aveva percepito qualche pensiero, ma la sua espressione era piatta, e le sue emozioni erano rivolte solo per i rumeni: rabbia e furia omicida. Nessuno pareva essersi accorto delle ombre tra gli alberi. Non riuscivo bene a sentire quelle emozioni, ma una cosa era certa: non sembravano umane. Non lo erano per niente. Forse i neonati avevano emozioni più simili a quelle animali?

<< eravamo più che convinti che non vi sareste venduti per una vampira! >> gridò con un ghigno Stephan.

Caius strinse i denti, ma non rispose. Io, dal canto mio, ero perplesso. Perché Alice non parlava? Non sembrava stesse comunicando nemmeno con Ed. e poi c’erano quelle ombre… avevo un brutto presentimento, ma molto brutto.

 

 

Ecco il testo della canzone + la traduzione

The call

It started out as a feeling

Which then grew into a hope

Which then turned into a quiet thought

Which then turned into a quiet word

And then that word grew louder and louder

'Til it was a battle cry

I'll come back

When you call me

No need to say goodbye

Just because everything's changing

Doesn't mean it's never been this way before

All you can do is try to know who your friends are

As you head off to the war

Pick a star on the dark horizon

And follow the light

You'll come back when it's over

No need to say goodbye

You'll come back when it's over

No need to say goodbye

Now we're back to the beginning

It's just a feeling and no one knows yet

But just because they can't feel it too

Doesn't mean that you have to forget

Let your memories grow stronger and stronger

'Til they're before your eyes

You'll come back

When they call you

No need to say goodbye

You'll come back

When they call you

No need to say goodbye

 

Il richiamo

E’ iniziato come una sensazione

Che poi è diventato una speranza

Che poi si è indirizzato in un pensiero tranquillo

Che poi si è cambiato in una parola serena

E poi quella parola è diventata più forte e più forte

Fino a diventare un grido di battaglia

Tornerò

Quando mi chiamerai

Non c’è bisogno di dirsi addio

Solo perchè sta cambiando tutto

Non significa che non sia mai stato così

Tutto quello che puoi fare è cercare di distinguere chi sono i tuoi amici

Mentre vai in guerra

Scegli una stella nell’oscuro orizzonte

E segui la luce

Tornerai quando è finita

Non c’è bisogno di dirsi addio

Tornerai quando è finita

Non c’è bisogno di dirsi addio

Ora siamo tornati all’inizio

È solo una sensazione e nessuno lo sa ancora

Ma solo perché non possono anche sentirlo

Non significa che devono dimenticare

Lascia che i tuoi ricordi crescano più forte e più forte

Fino a quando sono davanti ai tuoi occhi

Tornerai quando ti chiameranno

Non c’è bisogno di dirsi addio

Tornerai

Quando ti chiameranno

Non c’è bisogno di dirsi addio

  
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