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Autore: Zoraya    20/10/2016    1 recensioni
"L'arte è la vita, ma su un altro ritmo" (Muriel Barbery).
Sei quadri, sei one-shot per raccontare l'evoluzione del rapporto tra Lily, James e i Malandrini, le loro speranze e il loro mondo.
_DAL TESTO_
-Potresti passarmi il sale?- . Una voce pacata lo riportò, delicatamente alla realtà e James sbatté le palpebre, sorridendo ancora rivolto verso il ragazzo che aveva parlato. Aveva un’aria malaticcia, era pallido e magrolino, con la veste da mago abbastanza lisa e lo sguardo basso di una persona che si sente fuori posto ovunque.
-Ciao! Io sono James. James Potter- disse, tendendogli la saliera da una parte e la sua mano dall’altra. Il ragazzo, che sembrava sempre più imbarazzato e incapace di guardarlo negli occhi, gli strinse la mano, cercando di sorridere.
-Io sono Remus Lupin- disse, prendendo poi la saliera e arrossendo. –E lui è Peter Minus, ci siamo conosciuti sul treno- continuò poi, presentando un altro ragazzo, grassoccio, ma altrettanto timido.
-Io in treno ho conosciuto lui! E’ Sirius Black!- esclamò James, quasi saltellando sulla panca, eccitatissimo.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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L’INCENDIO DELLE CAMERE DEI LORD E DEI COMUNI
 
 
Lily era furiosa. Stava andando letteralmente a fuoco e aveva fatto tintinnare tutti i bicchieri intorno a lei. Come poteva, quel dannato Potter, parlare ancora con lei dopo quello che le aveva fatto?
-Sei un idiota! E ti avevo detto di lasciarmi in pace!- urlò, ancora, prima di voltarsi come una furia e andarsene, quasi a passo di carica, fuori dalla Sala Grande. James, senza aver neanche avuto il tempo di replicare, lasciò cadere la mano che aveva sollevato, prima ancora di arrivare a toccarsi i capelli.
-James?- lo chiamò cauto Remus, ma il ragazzo scosse la testa, palesemente abbattuto. Era tutto l’anno che James cercava di farsi perdonare per quello che era successo, la faccenda innominabile, ma solo i suoi amici erano a conoscenza di tutti gli sforzi che stava facendo.
-E’ stata più dura del solito.- sospirò Alice, versandosi un po’ di succo di zucca e scoccando uno sguardo mesto al posto vuoto accanto a sé.
-E’ una stupida.- sentenziò Sirius, dando una gomitata all’amico di sempre, che lo fissò, stampandosi in volto un ghigno tanto falso quanto grande, ma nessuno, tranne Remus, parve accorgersene.
-Lo so, ma per una volta poteva anche provare a starmi a sentire senza urlare! E’ da questa mattina che ho mal di testa!- esclamò James, strappando una risatina a Peter che era contento di vederlo tornato in sé. Purtroppo lui non riusciva a dimenticare lo sguardo che uno dei suoi migliori amici aveva quel giorno del loro quinto anno, quando Lily Evans era stata insultata davanti a tutti. Peter ricordava quegli occhi nocciola spenti e quell’assenza di sorriso che gli aveva fatto più male di ogni altra cosa. Quella sera, di quasi un anno fa, James Potter aveva perso una parte di sé.
-Comunque, che facciamo questa sera?- chiese James, attirando involontariamente  l’attenzione di Helena Grimm che sollevò lo sguardo su di lui, arrossendo leggermente. Il ragazzo, prevedibilmente, non se ne accorse.
-Noi non lo so, tu potresti fare tante cose divertenti.- gli fece notare Padfoot, malizioso, colpendolo con una gomitata e facendogli un occhiolino.
-Cosa vuoi dire?- chiese James, mentre Frank si dava una manata sulla faccia. Ora, se lo aveva capito pure Frank… Remus scosse la testa, esasperato.
-Idiota!- urlò Sirius, prima di abbassare la voce, con fare cospiratorio:-La Grimm ti muore dietro da due anni, quando ti darai una mossa? Guarda che ci provo io!-
-La Grimm?- chiese Prongs, confuso, voltandosi verso di lei, che abbassò nuovamente la testa, arrossendo, ancora.
-Non lo so.- disse poi, piegando la testa di lato, come se volesse studiarla meglio. Remus gli diede un calcio da sotto il tavolo, molto poco delicato.
-Ma sei cretino? La smetti di guardarla così?- chiese, seccato, incrociando le braccia.
-Ma certo che è un cretino! Quale ragazzo sano di mente ti risponde con “non lo so”?- chiese Sirius sarcastico e retorico, fulminando con lo sguardo il suo migliore amico.
-Guarda che io…- iniziò piccato James, alzandosi in piedi come un fulmine.
-Cosa, James? Tu cosa?- chiese Sirius, sollevando lo sguardo e puntandolo su di lui.
Cosa stai cercando di dimostrare? E a chi? Io lo sa già perché non ci provi, e tu?
-Non lo so.- si arrese lui, afferrando al volo la sua roba e uscendo dalla Sala Grande, con lo sguardo basso e gli occhi velati dai pensieri.
-Remus?- chiese Sirius, seguendo il suo migliore amico con lo sguardo.
-Lo so, l’ho capito. Ma lui no.- rispose Remus, riprendendo a mangiare tranquillamente.
-Ma cosa avete capito?- chiese Peter, interessato, mentre di infilava in bocca una cucchiaiata di budino al cioccolato. Di nuovo Frank si schiaffò una mano sulla faccia.
-E’ davvero così evidente?- chiese ancora Wormtail, scocciato da quel gesto.
-Solo tu, lei e James non ve ne siete accorti, probabilmente.- rispose Alice, senza far caso al fatto che avesse chiamato per la prima volta il ragazzo con il suo nome.
-Alice, non intrometterti!- esclamò Mary, alzando la testa dal suo piatto. –Altrimenti poi quei tre inizieranno ad ignorarci ed io non potrò più sentire i loro discorsi!-
-Ah, ecco, mi sembrava strano.- rispose Alice, acida, voltandosi verso i ragazzi con un sorriso allegro.
-Allora? Mi spiegate?- chiese Peter, sempre più confuso, lanciando uno sguardo a Remus che si lasciò andare ad una risata allegra. Era divertito da tutta quella situazione, dall’ottusità di James e dall’ingenuità di Peter e aveva il sospetto che non sarebbe durato. Prima o poi quell’equilibrio sottile si sarebbe sgretolato sotto il suo naso e lui non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo. Anzi, loro tre non avrebbero potuto fare nulla, se non sostenere James.
-Vedi, Coda, James si è ficcato in un guaio senza possibilità di uscita.- iniziò Sirius, senza sorridere.
-Non è un guaio, Black!- lo riprese Alice, prendendo una mano di Frank e stringendola tra le sue più piccole, con un sorriso dolce rivolto al ragazzo.
-Oh, andiamo! Non penserai davvero che James avrà vita facile!- ribatté l’altro ragazzo, con una smorfia schifata.
-Nessuno ha vita facile in amore.- rispose Remus, distogliendo lo sguardo.
Non sei mai stato abituato a perdere, James, ma adesso? Io ho paura per te. Può il tuo carattere proteggerti da tutto questo dolore?
-Tranne Alice e Frank, ma loro sono un caso disperato!- esclamò Mary, sollevando il suo bicchiere verso i due ragazzi.
-Io ci sto capendo meno di prima. James si è messo in un guaio, ma che c’entra l’amore?- chiese, invece, Peter, grattandosi la testa, confuso.
-Semplice, il guaio di James è proprio l’amore.- gli rispose Remus, con un sorriso dolce e malinconico al tempo stesso.
-L’amore? James è innamorato? E chi…? La Evans?!-. Peter era sconvolto, ovviamente. Prongs non poteva essere innamorato! Era impossibile. Lui era James Potter e James Potter non si innamora come i ragazzi normali. Lo stavano prendendo in giro, era evidente.
-Già, si è innamorato di quella ragazzina per niente carina e sexy. Ma dico io, è fatica sprecata la sua! Potrebbe avere di meglio!- esclamò Sirius, che sembrava estremamente arrabbiato.
-Ma James non può innamorarsi. Insomma, lui è… è James! Non prende mai nulla sul serio e… andiamo!- esclamò Peter, cercando una conferma negli occhi degli amici. Conferma che non arrivò. Lo guardavano tutti profondamente seri e consapevoli.
Ti sei davvero innamorato, James? Come hai fatto? E perché proprio lei? Lo sapevo che non eri una persona normale, ma non sapevo fino a questo punto.
-Capisci perché siamo preoccupati?- chiese Remus, ignorando Alice, che era partita in una filippica contro Sirius per difendere la sua migliore amica, e Mary che prometteva sangue e morte sempre a suddetto ragazzo. Codaliscia annuì, mordendosi un labbro, improvvisamente sentiva lo stomaco chiuso in una morsa. Lo avevano capito tutti il problema di base. Anche lui ci era arrivato. Lily Evans era la ragazza più scostante, orgogliosa e spaventosa che lui conoscesse e odiava James con tutta se stessa, ma d’altronde lui non aveva mai fatto nulla per farle cambiare idea. Fino a quell’anno! Un’illuminazione colse Peter. Non se n’era mai reso conto pienamente, ma per tutto l’anno James era stato più tranquillo del solito, aveva evitato di fare scherzi a Mocciosus- anche se ormai lui e Lily non si parlavano più- e di vantarsi di fronte a lei delle sue idee e della sua bravura. Aveva creduto che fosse solo un suo modo per convincerla ad uscire con lui, ma non era così. Lo faceva perché era innamorato!
-Si è innamorato di lei e ancora non si è accorto di nulla. Come può essere così tonto?- chiese Peter, rivolgendo uno sguardo perso a Remus.
-L’hai detto prima, è James.- rispose quest’ultimo, facendo sorridere Alice, che gli toccò la spalla con una mano. Mary si lasciò andare ad un’allegra risata.
-“James” è la definizione che il dizionario da’ di “tonto”!- disse, strappando una risata- molto simile ad un latrato- a Sirius.
-Toccherà a voi farglielo capire.- disse, invece, Frank, guardando gravemente Remus e ignorando le risate degli altri due. Peter avvertì un brivido lungo la schiena.
-Lo so, ci proveremo.- replicò Remus, improvvisamente sicuro di sé.
 
James era steso sul suo letto e guardava il soffitto sopra di lui, pensieroso. Stava perdendo fiducia in se stesso, ma non lo avrebbe mai ammesso. Come sempre, la sua mente seguiva un itinerario ben preciso, andando a scontrarsi con un bel paio di occhi verdi che sembravano scavargli l’anima, con dei bellissimi capelli, rossi come il fuoco che gli bruciavano il petto. Se avesse dovuto descrivere la sensazione che provava non ci sarebbe riuscito. Era dolore, quello sicuramente, ma non solo. C’era qualcosa che non  riusciva a cogliere, un sottile piacere, quasi, e una gran voglia di buttare all’aria tutto il suo orgoglio. Che gli succedeva?
Mi  sto rammollendo. Se lo sapesse Sirius…
-James?- chiese proprio quel ragazzo, entrando cauto nella stanza. Remus aveva deciso di mandare avanti lui, per tastare il territorio. Era il loro migliore amico, ovviamente, ma per certe cose, Sirius era il più adatto. Se James fosse stato distrutto, Remus non avrebbe potuto fare niente per alleviare il suo dolore, ma Sirius avrebbe potuto distrarlo.
-Ehi! Cos’hai in mano?- chiese James, tirandosi a sedere velocemente, nascondendo la sua espressione pensierosa con un enorme sorriso.
-Stai bene?- chiese Sirius, facendo un cenno agli altri due ragazzi, che si affrettarono ad entrare.
-Certo che sì, perché dovrei stare male?- chiese James, cercando ancora di adocchiare quello che il suo amico stringeva.
-E’ il dolce per te. C’era la torta al cioccolato, quella che ti piace tanto.- disse Remus, cogliendo lo sguardo dell’amico.
-Ah. Non vi offendete se vi dico che non mi va, vero?- chiese James, storcendo la bocca.
-Poi chiedi perché ci preoccupiamo! Tu non rinunci mai alla torta al cioccolato! Hai la febbre?- chiese, diretto come al solito, Sirius.
-No, ho solo lo stomaco un po’ sottosopra.- rispose James, con un sorrisetto colpevole. Peter si lasciò scappare un sospiro e si sedette sul letto di Sirius, proprio di fronte all’amico che lo guardò interrogativo.
-Vai da Madama Chips, allora.- disse, ragionevole. Il materasso sotto di lui si mosse leggermente. Era Remus che aveva seguito il suo esempio.
-Non credo di stare male fino a quel punto. In realtà è una cosa strana.- si arrese Prongs, passandosi una mano tra i capelli.
-In che senso?- chiese Sirius, sedendosi accanto all’amico, dopo aver posato la torta sul comodino.
-Non ne ho idea. So solo che è diverso.-
-James, da quando ti senti sottosopra?- gli chiese gentile, Remus, dopo aver sospirato dolorosamente.
-Da qualche tempo.- rispose laconico lui, evitando lo sguardo degli amici.
-E quando ti succede di solito?- chiese ancora Remus, dopo una piccola pausa.
Non voglio ferirti, James, ma non puoi continuare così. Aiutami e aiuta anche te stesso, ti prego.
-Ma… non c’è… io…-
-Ti capita quando sei con la Evans, vero?- chiese Sirius, deciso a tagliare corto.
Devi darti una mossa. E’ ora di prendere le cose sul serio, devi smetterla di avere paura.
James annuì, semplicemente, lasciando ricadere la testa sul petto, lo sguardo basso, i capelli scompigliati.
-Quando lei ti tratta male, no?- chiese Remus, ancora, stavolta più duro. Strinse i pugni, esasperato. James annuì di nuovo.
-Ti fa male, perché stai cercando di cambiare per lei, ma lei non sembra notarlo, giusto?- chiese anche Peter, sperando ancora in una risposta negativa, in una smentita.
Lo vedo che la ami, ma se tu crollerai, noi ti seguiremo. Se cadrai, cadremo. Il tuo dolore è il nostro, ma io non voglio soffrire. Non voglio vederti stare male.
James sollevò la testa, piantando i suoi occhi nocciola dritto in quelli di Peter.
-Cosa state cercando di fare?- chiese, il panico ben evidente.
-Cerchiamo di farti capire, James.- rispose Sirius, attirando la sua attenzione.
-Che cosa? Non c’è… niente, da capire. Io… non… devo capire niente!- esclamò James, spaventato come mai prima. Remus sospirò, ma non aggiunse nulla, Peter distolse lo sguardo e Sirius capì che toccava a lui dirlo. Nessuno dei suoi amici sembrava avere il coraggio, ma lui non poteva fare questo al suo migliore amico. Non poteva lasciarlo stare con  la testa sotto la sabbia.
-Devi capire che sei un idiota! Perché, diamine!, ti rendi conto di quanto sia difficile? Di tutte le cose che potevi fare, questa è la più stupida in assoluto e tu neanche te ne sei accorto!- esclamò, stringendo i pugni.
-Sirius…- cominciò James, cercando di evitare il discorso. Si sarebbe tappato le orecchie con le mani e avrebbe iniziato a cantare se non gli fosse sembrata una cosa da sfigati.
-Tu la ami! Capisci cosa significa?- chiese, spietato, Sirius, ignorandolo. Remus sospirò di nuovo, stavolta deciso ad intervenire.
-Non volevamo farti crollare il mondo addosso, James, ma devi capire. Non puoi continuare a fingere. E’ un anno che ti guardo mentre fai finta di nulla, mentre ti nascondi per evitare che il dolore ti raggiunga. Ma dimmi, è servito a qualcosa?-.
James non disse nulla, ma spostò lo sguardo dall’uno all’altro, incontrando solo espressioni risolute e dispiaciute. Ecco cosa gli stava succedendo! Ecco cos’era quella strana sensazione a cui non sapeva dare un nome. Quel dolore cocente che gli bruciava la testa, il cuore, l’anima, come i suoi capelli. Quel piacere sottile che lo avvolgeva ogni volta che guardava lei- ogni volta che lei sorrideva, anche se non a lui- fresco, come i suoi occhi. Perché non c’era neanche bisogno di dire il suo nome. Perché la sua mente aveva già associato quel semplice pronome ad un volto ben preciso. E la testa, il cuore, l’anima, non gli erano mai sembrati così pesanti, così crudeli.
-Sono un cretino.- disse, lasciando andare il fiato tutto di colpo. La sua sicurezza era sparita, così come il suo orgoglio. Di lui non stava rimanendo più niente, se non il fuoco, che lo divorava dall’interno. Crudele, bello, caldo e distruttivo, proprio come lei, proprio come Lily Evans.
-No, sei solo tonto.- disse Remus, toccandogli gentilmente il ginocchio, con un sorriso triste.
-Almeno non sei solo. Non tutto di te appartiene a lei.- cercò di consolarlo Peter, toccandogli l’altro ginocchio.
-Sì, noi cercheremo di aiutarti. Certo, tu non hai il fascino dei Black, però possiamo sempre rimediare.- borbottò Sirius, facendolo sorridere lievemente.
Anche se mi perderò, io non sarò solo. Anche se la amo, io potrò venirne fuori. Loro mi salveranno, loro… saranno la mia testa, il mio cuore e la mia anima.
E allora, come se il sorriso di James fosse stato un segnale, Remus- la sua testa- Peter- il suo cuore- e Sirius- la sua anima- si rilassarono e scoppiarono a ridere, coinvolgendo anche il loro amico.
-Vedrai! Ho già in mente un paio di piani niente male!- esclamò Sirius, alzandosi in piedi.
-Del tipo?- chiese curioso l’amico, con gli occhi che già brillavano, imitandolo. All’improvviso calò il silenzio tra di loro.
-In realtà speravo che mi dicessi che non ne avevi bisogno perché avevi tutto sotto controllo.- disse Pad, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Moony.
-Sei proprio un caso senza speranze!- disse quest’ultimo, con un’espressione schifata.
-Ehi! Io almeno non gli ho ricordato di essere un idiota.- replicò Sirius, incrociando le braccia e sollevando il mento, mortalmente offeso.
-Io però ho un’idea. Una vera idea.- rispose Remus, guardandolo con sfida e sufficienza.
-Del tipo?- chiese ancora James, in mezzo tra i due, con l’espressione più divertita del suo repertorio.
-Lasciala stare. Per un po’, dico. Non la cercare, non chiederle di uscire e non le parlare a meno che non sia lei a cominciare una conversazione con te. Nel frattempo, noi ci occuperemo di far avvicinare i gruppi.- spiegò brevemente, guardando James dritto negli occhi.
-Far avvicinare i gruppi?- chiese lui, confuso. Anche Peter e Sirius sfoggiavano quella sua stessa espressione.
-I gruppi di amici. Non sarà difficile. Frank è già nostro amico e sta con Alice, basterà passare più tempo con loro giù in Sala Comune, senza forzare troppo la mano. Ma tu dovrai essere bravo a fare finta di nulla, capisci?- chiese Remus, sempre senza distogliere lo sguardo dal suo amico.
-Sì, la ignoro, a meno che lei non parli con me, ma anche in quel caso non le chiederò di uscire.- rispose James, determinato. Peter si chiese quante emozioni potesse provare quel ragazzo nel giro di pochi istanti, ma poi decise di lasciar perdere. James era come un vaso che veniva riempito costantemente. Alla fine doveva per forza traboccare e mostrare tutto quello che aveva dentro.
-Questo significa anche che non puoi fare niente se lei decide di uscire con un altro.- gli fece notare Remus, causando l’ennesimo cambio di espressione per James.
-Che cosa?!- urlò lui scioccato, tenendosi una mano sul cuore e una davanti alla bocca, già aperta, nella sua migliore recita.
-E che tu puoi anche uscire con qualche ragazza, di tanto in tanto.- disse, invece, Sirius, più pragmatico, dandogli una pacca sulla spalla.
-Voi siete pazzi! Questo piano non mi piace più!- continuò ad urlare James. Ma stavolta anche Peter si rese conto del luccichio divertito dei suoi occhi. Il loro amico lo sapeva che stava per incappare in qualcosa che era più grande di lui. Si era innamorato e non di una ragazza qualunque, ma di Lily Evans, l’unica che non lo aveva mai considerato, l’unica che lo odiasse davvero. Era consapevole del fatto che avrebbe sofferto, perché lei non lo avrebbe ricambiato, almeno non subito, ma non era disposto a cedere. Lui l’amava e già solo questo  lo avrebbe fatto combattere con le unghie e con i denti, in più lui non era solo.
Qualsiasi cosa gli fosse successa, la sua testa, il suo cuore e la sua anima l’avrebbero sostenuto e aiutato.
 
 
NOTE:
Questo capitolo non mi fa impazzire. In realtà non succede quasi nulla, però mi sono sempre chiesta: come hanno fatto Lily e James a capire di essere innamorati l’uno dell’altra? Praticamente volevo sapere come Lily avesse cambiato idea, in particolare, però mi sembrava giusto anche parlarne dal punto di vista di James. Secondo me da ragazzino poteva provare un certo interesse per lei (infatti, in questa pseudo-storia inizia a chiederle di uscire dopo che ha capito che in lei si nasconde altro oltre ciò che si vede. Prima Lily era solo un’altra vittima) che poi diventa amore, diciamo. James, per come lo immagino io, non ha mai provato per nessuna quello che prova per Lily e di conseguenza non sapeva nemmeno dare un nome alla cosa, in pratica per me ci mette un po’ a capire che è innamorato perché è qualcosa di totalmente diverso da quello che ha conosciuto fino a quel momento. Non so se mi spiego, sono pessima in queste cose…
Pooooi, le parti in  corsivo sono i pensieri dei Malandrini, ovviamente, inutile anche specificarlo, ma volevo allungare un po’ le note, perché avevo in mente diverse cose da scrivere, ma le ho dimenticate.
Ho riletto il “capitolo”, ma non è stato betato e, quindi, ho una marea di dubbi grammaticali (normalmente non  li ho, ma se devo far leggere qualcosa a qualcun altro allora me ne vengono moltissimi).
Grazie a chi ha recensito, a chi ha messo questa storia nelle seguite o nelle ricordate e anche a chi legge e basta. Detto questo vado, un bacio e alla prossima!
 
P.S. Ho scelto questo quadro (e quindi questo titolo) perché è uno dei miei preferiti e  credo che il fuoco rappresenti proprio l’amore di James. E’ distruttivo e terribile (come quello dipinto che è l’incendio che distrusse il parlamento di Londra del 1834) perché Lily lo detesta ancora di più di prima a causa di quello che è successo alla fine del loro quinto anno. Però il fuoco è anche vita, almeno per come la vedo io.
E niente, adesso posso davvero salutarvi ahah
  
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