Vola alto, sempre
La
mattina dopo Chiyo si alzò col sorriso stampato in viso. Si
vestì
rapidamente, afferrò la sua lettera, se la cacciò
in tasca e corse
fuori. Saltò giù dalle scale e
attraversò la zona destinata ai
dormitori dei ragazzi, correndo verso la mensa.
Aveva
una gran fame.
Una
delle porte si spalancò improvvisamente e ne uscì
dal testa, ancora
spettinata, di Ukai.
«Chiyo-chan
non correre!» la sgridò. Lei non si
fermò, ma si voltò e gli
sorrise allegra, gridando: «Buongiorno Sensei!»
Anche
Takeda si affacciò dalla stanza, guardando la ragazza
scappare via.
«È
di buon umore stamattina»
«Anche
più del solito. Mi chiedo come faccia a essere
così pimpante con
questo caldo» sbuffò Ukai, rientrando.
«Spero non combini più
disastri del solito.»
Chiyo
spalancò le porte della mensa e corse al tavolo dei suoi
compagni,
urlando un allegro: «Buongiorno!»
Ma
nessuno di loro rispose.
Erano
tutti raggruppati intorno a Daichi, mormorando tra loro e lanciandole
strane occhiate. Ogni tanto qualcuno sghignazzava.
"Che
gli prende?" si chiese Chiyo, chinando la testa da un lato. Per
un attimo la colse il terrore di essere stata scoperta la sera prima,
in fuga mano nella mano con Kuroo.
Poi
finalmente Daichi diede il consenso, annuendo, e il gruppo si
allargò, srotolando un piccolo striscione dove sopra c'era
scritto a
caratteri cubitali: "Buon Compleanno", circondato da
disegni di corvi.
«Buon
compleanno!» gridarono in coro, entusiasti. Yachi,
accompagnata da
Kaori e Yukie, comparvero dietro di lei, suonando una trombetta.
«Siediti!
Ti portiamo la colazione!» le dissero, spingendola al tavolo.
Chiyo
si guardò attorno confusa ma felice. Non si sarebbe mai
aspettata
una sorpresa simile, soprattutto perché non ricordava di
aver mai
detto loro che quel giorno sarebbe stato il suo compleanno.
Ma
poi, riflettendoci, capì. Sui moduli consegnati a Shimizu,
che poi
avrebbe consegnato ai rispettivi insegnanti, aveva indicato la sua
data di nascita. Probabilmente era stata lei a spargere la voce.
«Ehy
ehy ehy!» la potente voce di Bokuto si fece sentire per tutta
la
mensa. «È il tuo compleanno, piccoletta?»
Chiyo
gli sorrise e annuì, allegra.
«E
quanti anni fai? Dieci?» chiese Lev, affrettandosi a
raggiungerli.
Chiyo
lo fulminò e ringhiò: «È
così che ti rivolgi a una Senpai,
moccioso?»
Bokuto
scoppiò a ridere nel sentirla parlare così,
mentre il povero
malcapitato restò letteralmente di sasso di fronte a
quell'aggressività.
«Tranquillo»
Kuroo colpì il suo compagno con una pacca sulla schiena.
«È
addestrata. Abbaia ma non morde»
Chiyo
gli lanciò un'occhiataccia talmente intensa che gli fece
venire i
brividi lungo la schiena e sibilò: «Ne sei
sicuro?»
D'istinto
Kuroo si guardò il dito che la sera prima lei aveva
azzannato
insieme al biscotto e ridacchiando alzò le spalle.
Kaori
e Yukie portarono un vassoio a Chiyo con la colazione e le si
sedettero accanto, sorridenti.
«Insomma!»
brontolarono poi, verso i ragazzi. «Almeno oggi lasciatela in
pace!»
Poi
tornarono ad accostarsi alla ragazza, ammiccando, e sussurrarono:
«Allora Chiyo-chan... ti aspetti qualche regalo particolare
per
oggi?» cominciò Kaori, sghignazzante.
«Una
dichiarazione, per esempio.»
"Hai
guadagnato tutta la stima di Bokuto, con quello, lo sai? Aspettati
una dichiarazione tra non molto." recitò
improvvisamente la
voce di Kuroo nella sua testa. Chiyo divenne paonazza, mentre la
colazione le andava di traverso, e cominciò ad agitarsi,
colpendosi
il petto impanicata.
«Si
sta strozzando!» gridarono le due, agitate e si affrettarono
a
versarle dell'acqua che lei buttò giù tutta d'un
sorso.
«Lasciatela
in pace!» stridulò Miyanoshita, la manager
dell'Ubugawa, rivolta
alle due.
Chiyo
riuscì a finire la sua colazione senza troppi pericoli e
raggiunse
rapidamente la palestra, insieme al resto della squadra.
«Si
gioca? Contro chi si gioca? Posso giocare? Eh? Ukai-san? Che facciamo
oggi?Chi è la prima?» chiese Chiyo in una raffica
di parole, mentre
saltellava da tutte le parte.
«È
iperattiva!» osservò Takeda, inquieto.
«Ma
che gli avete dato a colazione?» chiese Ukai, rivolto alle
due
manager, che non poterono che sghignazzare. Ukai sospirò,
vinto e
affranto.
«Forse
dovrei farle giocare un paio di set, almeno si stanca un po'»
mormorò, prima di chiedere. «Chiyo-chan, come
vanno le tue
braccia?»
Chiyo
saltò verso di lui, con gli occhi che le brillavano e
esclamò:
«Magnificamente!»
«E
va bene, giocherai la prima» asserì.
«Evviva!»
esultò lei, saltando.
«Corri
a riscaldarti!» le ordinò e Chiyo partì
spedita come un treno,
beccandosi un altro urlaccio da parte di Ukai: «Vai piano o
ti farai
male!»
«Oggi
Chiyo-chan è veramente carica, hai notato!» disse
Yukie a Kaori,
riunite insieme al resto della loro squadra.
La
seconda annuì, poi disse: «Beh, è il
suo compleanno...»
«Sì,
ma... non so, ma secondo me non è solo per quello.»
«Credi
le sie accaduto qualcosa di bello?» chiese Yukie,
già trasognante.
«Chissà!
Magari è il famoso "principe azzurro"»
sghignazzò Kaori.
E
lei due cominciarono a ridacchiare tra loro, tornando all'arduo
compito di indovinare chi tra i tanti presenti (sempre se fosse tra i
presenti) fosse il prescelto.
La
giornata procedette come quelle precedenti: la Karasuno ancora non
aveva trovato il modo di incastrarsi e ognuno commetteva errori su
errori, ancora immaturi. Hinata, in particolare, e Kageyama ebbero un
piccolo battibecco dovuto al fatto che non riuscivano più a
sincronizzarsi come avrebbero voluto e questo li riempiva di
frustrazione.
Chiyo,
in cuor suo invece, era un vero uragano e per riuscire a placarla
almeno un po' Ukai fu costretto a farla giocare tre set consecutivi,
incluse le penalità per le partite perse. Solo allora, lei
cominciò
ad avere un po' di affaticamento.
E
sera arrivò anche fin troppo velocemente.
«Sono
distrutta!» sospirò lei, accasciandosi a terra.
«È
un miracolo! Temevo che oggi non te l'avrei sentito dire!»
quasi si
emozionò Ukai.
«Coach
dovresti essere felice delle mie prestazioni invece che
brontolarmi!»
lo rimbeccò.
«Ma
io sono felice, ma sono felice anche che tu abbia smesso di far
baccano.»
Chiyo
si imbronciò e più rispose.
«Avanti!
Date una ripulita e siete liberi per questa sera!» Disse
Ukai,
alzandosi, prima di allontanarsi e uscire dalla palestra, insieme a
Takeda e gli alri coach.
«Chiyo-chan!»
la chiamò Nishinoya. «Aiutaci!»
«Arrivo!»
disse lei alzandosi da terra, ma prima di raggiungerli si
piegò
sulla panchina dove aveva lasciato cadere la felpa e cercò
un
fazzoletto al suo interno.
Fu
allora che la ritrovò e se ne ricordò: la lettera
che le aveva dato
Yumi.
"Aprila,
anche se sarai sola" recitò la voce di Yumi nella
sua
testa.
La
tenne stretta tra le dita qualche secondo, poi pensierosa
uscì dalla
palestra e si andò a sedere sotto un albero, distante
dall'entrata,
all'ombra della notte.
E
infine, l'aprì.
Il
cuore prese a farle male in petto, tanto batteva.
L'aveva
immaginato, l'aveva sempre saputo, ma averlo davanti era tutta
un'altra storia.
All'interno
della busta c'era una sottile catenina, con appeso un ciondolo a
forma di colibrì ed infine una lettera.
Buon
compleanno, Chiyo-chan!
Probabilmente,
quando leggerai questa lettera io non ci sarò già
più e questo mi
rattrista molto. Voglio chiederti subito scusa se ti ho fatto
attendere, se ti ho tenuto tutto nascosto fino ad ora ma volevo che
tu potessi avere le mie parole proprio in questo giorno.
Il
giorno in cui il colibrì avrebbe spiccato il volo.
Ti
sei sempre impegnata tanto e io ero sicuro che tu prima o poi ce
l'avresti fatta, che saresti volata, mio piccolo uccellino rumoroso.
Per questo ho chiesto a Yumi di tenere nascosta questa sorpresa fino
ad allora, così che quando tu saresti arrivata
lassù avresti potuto
avere qualcosa di cui compiacerti. Desideravi tanto che io ti
vedessi, che io ti dicessi quanto mi rendesse felice vederti
rincorrere quella palla, e oggi sono qui per questo.
Oggi
è il tuo compleanno, ma il regalo più grande
l'hai fatto tu a me.
Ogni
singolo giorno della mia vita, il tuo sorriso, le tue corse, il tuo
cercare di accontentarmi, anche se spingere quella carrozzina per una
piccoletta come te era sempre troppo faticoso. Ogni cosa che hai
fatto per me, non lo dimenticherò mai, Chiyo-chan.
E
vorrei che non lo dimenticassi neanche tu.
Ti
prego di non colpevolizzarti di niente, hai sempre dato il meglio di
te e sei sempre stata al di sopra di ogni aspettativa. Tutto
ciò che
facevi era qualcosa di eccezionale, niente è andato
sbagliato, e
niente lo sarà fintanto che tu continuerai a volare.
Sei
un piccolo e instancabile colibrì e che tu poi vada a
mischiarti con
i corvi, con i gatti, con i gufi o le aquile... rimarrai il
colibrì.
Unica
nel tuo genere e perciò speciale.
Nessuno
potrà mai egualiarti e sarai una stella in mezzo a tanti
schizzi di
vernice.
Non
dimenticare mai la tua grandezza, quella che ti porti nel cuore,
perché è qualcosa che nessun altro
potrà mai avere.
Nonostante
la tua età, hai passato gran parte delle tue giornate a
prenderti
cura di me e lottare per un mio sorriso.
Non
lo dimenticherò mai.
Sarai
sempre il mio volatile preferito.
Chiyo-chan...
ora, dimmi, com'è il mondo da lassù?
Raccontalo
alle stelle e io ti ascolterò, perché
sarò là.
Chiyo-chan,
da qua la vista è mozzafiato.
Riesco
a vederti volare.
Non
smettere di sbattere le tue ali, Chiyo-chan.
Vola
alto, sempre.
Tuo Shoji.
«Ehy
ehy ehy! Tsukki!» urlò Bokuto, mollando lo
spazzolone per pulire a
terra e correndo in direzione della Karasuno.
«Vieni
ad allenarti con noi!» lo afferrò per le spalle e
cominciò a
trascinarlo, ma poi si fermò e si guardò attorno.
«Dov'è
la piccoletta?» chiese, voltandosi verso il resto della
squadra.
«Chiyo-chan
è già andata via?» chiese Kuroo,
raggiungendoli.
Tanaka
si guardò attorno, sorpreso, prima di urlare rabbioso:
«Scappa
sempre quando c'è da sistemare!»
Ma
una flebile voce rispose al suo riprovero con un delicato:
«Sono
qua.»
Sui
ragazzi lì intorno parve cadere un enorme macigno sullo
stomaco
quando la videro e nessuno ebbe più il coraggio neanche di
pensare
di sgridarla.
Il
viso di Chiyo, allungato in uno dei suoi soliti sorrisi, era
completamente ricoperto di lacrime e le spalle ancora si scuotevano
ogni tanto in un singhiozzo. In mano stringeva un foglio di carta
stropicciato e una catenina penzolava dalle sue dita, con un piccolo
ciondolo.
«Senti,
Tanaka-san...» cominciò lei con la voce rotta dal
pianto e si
sforzò di sorridere ancora di più, nel suo
disperato tentativo di
sembrare la solita, ma storpiando il suo viso in una smorfia colma di
dolore. «Credi potrei avere di nuovo l'abbraccio di
ieri?» chiese
timidamente.
Tanaka
scattò nella sua direzione, senza farselo ripetere due
volte, e
raggiungendola rapidamente la strinse al petto con tutta la forza che
aveva. Chiyo, quella volta, non si tirò indietro ma non
appena sentì
il suo calore vicino riuscì a lasciarsi andare a un pianto
disperato
e rotto. Affondò il viso nella sua maglietta e le dita si
strinsero
su di essa, all'altezza della schiena.
Kuroo,
vicino a loro due, fece in tempo a intravedere l'ultima scritta sul
foglio che Chiyo teneva stropicciato in mano, prima che il resto
della sua squadra la circondasse.
"Vola
alto, sempre. Tuo Shoji"
Un
nodo gli chiuse la gola e provò il desiderio di stringerla
con
quanta più forza aveva. Ma lui lì non c'entrava
niente e lasciò ai
suoi compagni il compito di darle il calore di cui necessitava.
Daichi,
Asahi, Nishinoya, Sugawara, Hinata, Yamaguchi, ovviamente Tanaka,
Ennoshita, perfino Kageyama e Tsukishima, benchè si
tenessero in
disparte, si erano avvicinati quel tanto da far percepire la loro
presenza e l'avevano circondata, avvolta dal loro calore.
Le
mani poggiate sulla sua schiena, sulle spalle, o tra i capelli, tutti
raggruppati su di lei, sforzandosi di sorridere e cercare di darle
conforto.
«Scusatemi»
singhiozzò lei, schiacciando ancora più il viso
contro il petto di
Tanaka. «Scusatemi tanto»
«Non
devi, Chiyo-chan. Siamo qui per questo» le disse con dolcezza
Daichi, vicino al suo orecchio.
«Ehy!»
ringhiò Bokuto, avvolto dalla furia, avvicinandosi al gruppo
a
braccia conserte. «Dimmi chi è stato? Chi ti ha
fatto piangere,
piccoletta?» e cominciò a colpirsi la mano
sinistra col pugno
destro, mostrando tutta la sua aggressività.
Chiyo
si voltò a guardarlo e il solo vederlo in quelle condizioni
le
distese un po' il viso.
«Tsukki»
sibilò Kuroo, affiancando Bokuto con lo stesso fuoco negli
occhi.
Non che provasse veramente la stessa rabbia di Bokuto, che a quanto
pareva era sincera, ancora incapace di capire cosa succedesse
veramente. Ma aveva visto come la cosa aiutasse Chiyo e voleva
partecipare.
«Sei
stato tu?» chiese, facendo sobbalzare il biondo.
«Tsukishima!»
cominciò a gridare Bokuto. «Hai osato far piangere
la piccoletta?»
«Ma
ero qua con voi, come avrei potuto...?» cercò di
difendersi lui.
«Non
cercare di svincolare» il viso di Kuroo si allungò
in un
espressione che metteva veramente i brividi, sembrava che stesse per
ucciderlo. «Volevi trovare vendetta per il pugno, non
è così?»
E
Bokuto spalancò gli occhi, trovandosi di fronte una risposta
sconvolgente: «Hai picchiato la piccoletta?»
ringhiò furioso.
«No!
Non l'ho fatto!» sobbalzò lui, trovandosi in
quella difficile
situazione.
«Hai
commesso un errore, quattrocchi» sghignazzò Kuroo.
«La piccoletta
è sotto la nostra protezione, non lo sapevi?»
Chiyo
ebbe di nuovo quella bizzarra sensazione di calore alla bocca dello
stomaco, nel sentirlo dire così. E pian piano
riuscì ad abbandonare
quella terribile sensazione di dolore, lasciando spazio a una piccola
gioia. Era bello averli lì intorno, tutti quanti. Era bello
essere
avvolta da tutte quelle attenzioni, nonostante lei fosse
così
debole. La faceva sentire protetta, al sicuro, felice.
«Vai
Bokuto, attacca!» gridò Kuroo, puntando un dito
contro Tsukishima.
Benchè l'affermazione avrebbe potuto far incazzare chiunque,
dato il
tono autoritario, come se si fosse rivolto al proprio cane, Bokuto
non fiatò e si lanciò contro Tsukishima.
Dovettere
intervenire Daichi, Asahi, Akaashi e altri due della Fukurodani per
riuscire a impedire a Bokuto di far veramente del male a Tsukishima.
Chiyo
guardò i due come si urlavano addosso in maniera
così ridicola, per
niente virili, ma mossi solo da una profonda stupidità. E un
sorriso
le sfuggì dalle labbra.
Kuroo
lo colse, osservandola di traverso, e la cosa parve scaldargli il
cuore.
NDA.
Oggi
sono di fretta, quindi le NDA saranno brevi. Finalmente è il
compleanno di Chiyo e tra risate e lacrime, è arrivata a
fine serata
con un'ulteriore conferma: avere degli amici come loro è
qualcosa di
strepitoso. E Tanaka è un vero tesoro!
Il
prossimo capitolo ha un titolo molto carino (e per metà
[anzi, più
di metà] citazione): "Storia di un colibrì e del
gatto che le
insegnò a volare"
Ehehehe *-* lascio spazio alla vostra
fantasia e vi saluto!
Cià
cià!
Tada Nobukatsu-kun \(W◡
≖
)/