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Autore: Dreamer_imperfect    31/10/2016    1 recensioni
[Audrey/Percy]
Tratto dal testo:
George si avvicina silenziosamente a Percy, intento ad abbottonarsi il cappotto. È giusto un sussurro.
"A Fred sarebbe piaciuta".
È un sussurro, ma è abbastanza.
(è anche troppo)
***
Percy Weasley stava urlando e non potevo proprio non ascoltarlo e anche perché la guerra, se non si è da soli, può fare meno paura.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Lele's corner: non pubblico da mesi, lo so, ma il capitolo non era pronto per giugno come vi avevo detto, mi ha richiesto molto più tempo e inoltre l'estate, tranne in alcune occasioni che si possono contare sulle dita di una mano, non ho internet nel PC, di conseguenza non ho la possibilità di pubblicare. Non mi sono scordata di questa storia, però, ho camminato per Edimburgo chiedendomi se a Percy e Audrey piacesse, sono stata al mare immaginandomi questi due litigare e ho passato serate su una pachina a raccontare di questa storiella ad un'amica che di Harry Potter non sa niente. Per quanto io faccia fatica a continuare questi capitoli, a trovare una giusta misura dal dire troppo al poco, presto mi divertirò di più a scrivere cosa accadrà (!!) e spero che voi lo siate anche per me. Con questo capitolo ho un rapporto di amore e odio: mi soddisfa e allo stesso tempo mi fa schifo, ma me lo immagino così, nel bene o nel male. Spero che vi piaccia e che mi facciate piacere. 
Un bacio grande,
Lele 
P.s. oggi, 31 ottobre, Audrey costringerebbe Percy ad uscire e a guardare il lato positivo: anni fa la guerra è finita. Percy riderebbe delle foto di Audrey con affianco le zucche e farebbe finta di non pensare a Lily e James Potter che si sono sacrificati. A voi buon Halloween!


 

Capitolo sei
Up&Up, Coldplay
 
And you can say what is, or fight for it
Close your mind or take a risk
You can say it’s mine and cleanch your fist
Or see each sunrise as a gift
 
 
 
 
Suo fratello è leggermente arrabbiato: la lettera che le è arrivata ieri sera è tutta piena di “è la mia vita!” oppure “Sei tu l’idiota!” che le hanno dato fastidio, Ruben non sembra accettare che lei stia dalla sua parte solo in qualità di sorella e lei non ha la minima intenzione di abbandonare i suoi principi perché lui si senta a posto, completo, nel chiedere a Noemié di sposarlo. Gli ha scritto una lettera in risposta spiegando bene le sue motivazioni e dicendo chiaramente che per lei sarebbe quasi come tradire se stessa ammettere che vada tutto bene, ha ribadito, però, che lei è dalla sua parte, che è suo fratello, per Morgana!, e se ora la gente per strada la vede arrabbiata e quasi triste è solo colpa di Ruben perché non riesce neanche a pensare ad un mondo in cui loro due non litighino per fare pace due secondi dopo. È colpa sua quindi se quella mattina si è alzata con il piede sbagliato, se si è rovesciata il caffè sulla camicetta nuova con tanto di imprecazioni e se sente un impellente bisogno di parlare con Stef. Stef che, fra l’altro, è proprio un bastardo – pensa contrariata –, perché diamine non le risponde ai gufi?
Bussa alla porta di casa con abbastanza forza da far girare la vecchietta dall’altro lato della strada intenta ad annaffiare i fiori del suo giardino colorato, accompagna il gesto a qualche scampanellata, perché oggi è proprio una giornata orribile e dover aspettare alla porta le dà ancora più fastidio. Stef le apre dopo qualche minuto e un “Arrivo” urlato dalle scale. Sorride, il bastardo.
‹‹ Perché non mi rispondi al gufo? ›› entra senza aspettare un invito verbale.
‹‹ Perché sapevo che entro le 9.30 di mattina ti avrei trovata qui ››.
‹‹ Sei comunque un bastardo ››.
‹‹ Allora? Cosa mi dici? ›› Stef quella mattina non ha molta voce, tossisce per lo sforzo appena compiuto, mentre fa accomodare Audrey nel divano.
‹‹ Hai mal di gola? Perché il tuo naso è così rosso? ›› Audrey sembra accorgersi solo ora delle condizioni di Stef. La tuta grigia chiara gli arriva fin sotto i calzini e la canottiera è lisa in alcuni punti e sporca di caffè, i capelli non sono minimamente pettinati, sembra un bambino che ha bisogno di cure e che va rimproverato per girare senza ciabatte per casa.
‹‹ Ieri sera sono andato a correre, credo di aver preso freddo e sono tornato a casa fradicio perché siamo in Inghilterra e qui piove sempre››.
‹‹ Siediti nel divano, prenditi una coperta e cava quella pratiche dal tavolo: ci sto già pensando io all’assassinio di Adam − pronuncia l’incantesimo seguito da un movimento di polso e prega che qualcosa sia andato storto – Non puoi avere 39° di febbre! Non oggi! ›› quasi urla, mentre si siede nel divano ripetendo l’incantesimo*.
‹‹ Dai, stai tranquilla, adesso prendo una pozione, mi pettino, mi rendo decente e poi usciamo a lavoro ›› fa per alzarsi quando Audrey con le mani sul suo petto lo fa risedere.
‹‹ Non ci pensare neanche, adesso stai qui, mentre io vado a prepararti un tè caldo e sento Elisabeth per sapere se si può spostare l’appuntamento ››.
‹‹ Aud, stai esagerando. Mi basta una pozione e una tazza di perfetto tè inglese, dopo passiamo dal mio medimago di fiducia e prendo le dovute pozioni ›› tenta di frenarla, invano.
‹‹ Stef, senti, io ti voglio bene, ma tua madre è una delle persone che mi fanno più paura a questo mondo e siccome mi adora, non vorrei che scoprisse che ti ho fatto uscire in queste pietose condizioni ›› gli urla dalla cucina, mentre armeggia tra gli scaffali per trovare la bustina del tè. Karen Martens è una Donna con la D maiuscola, Audrey ha una profonda stima nei suoi confronti, fin da principio ha avuto l’impressione che sia nata per avere successo, in qualunque campo si parli, per questo la intimorisce un po’: si sente nulla in confronto a quel misto di eleganza, leggiadria, intelligenza e umorismo. Si è domandata più di una volta come lei potesse piacerle così tanto, Audrey non crede neanche di meritare due minuti del suo tempo, nonostante Karen le abbia dimostrato più volte quanto le piaccia, ricordandosi anche solo di semplici dettagli, come il suo vino elfico preferito e il giorno del suo compleanno per inviarle a casa un mazzo di splendide pervinche che occupano un posto d’onore sul mobile della sala. Stef le assomiglia molto, lo rivede nei modi di fare, nella risata ilare e nei gesti gentili per fare sentire chiunque a proprio agio, ha preso la sua natura pacata e buona, il sapere in ogni circostanza cosa dire, come dirlo e quando dirlo che fa sempre sentire Audrey come una bambina, poiché si sente così piccola fra le accoglienti braccia di Stef, che la rincuora e le vuole bene.
‹‹ Alle volte credo che tu mi voglia accompagnare nella mia tenuta estiva in Scozia solo per vedere mia madre e non me, questa tua frase mi ha appena dato una conferma. Non posso mancare all’appuntamento di oggi e non si può spostare, allo stesso tempo, non posso presentarmi in queste - tanto per citarti, pietose condizioni. Quindi credo tu debba trovare un modo per mettermi a nuovo ›› Stef è appoggiato allo stipite della cucina, mentre Audrey con le labbra sulla sua fronte cerca di riverificare la sua temperatura corporea. Non vuole credere che Stef si sia ammalato proprio quel giorno.
‹‹ Stef lasciatelo dire: sei ridotto uno straccio. Non puoi, purtroppo, pensare di lavorare così! Quindi adesso tu ti sdrai nel divano, guardi un po’ di televisione Babbana, mentre sorseggi il tuo tè ed io mi dirigo all’incontro con il Ministro. Fra tre ore massimo sarò di ritorno con una scorpacciata di DVD d’azione con persone che si inseguono per metà film, fanno fini atroci e hanno armi che superano la nostra fantasia e un po’ di pozioni che Rick mi porterà venendomi a prendere al Ministero ›› lo guida come un bambino fino al divano.
‹‹ So che ce la farai anche da sola, non ne dubito, ma tieni a freno la lingua e invia un gufo a Elizabeth - cosa che avevi già detto avresti fatto ››.
Audrey lo fa stendere nel divano e gli stende sopra una coperta di lana scozzese, con un colpo di bacchetta la tazza di tè appare nel tavolino poco distante. Stef scoppia a ridere come un bambino a quella scena.
‹‹ Cosa ridi? ›› chiede con le sopracciglia aggrottate, intenta a recuperare il suo giubbotto.
‹‹ Mi fa ridere che, nonostante sia tu quella ad occuparsi di me - il che è parecchio strano -, sia sempre io a doverti ricordare la borsa e gli appunti di lavoro! Ruben deve averti veramente fatto arrabbiare: non ti avevo mai vista così su un altro pianeta ›› risponde continuando a ridere, mentre Audrey che è già sulla porta del salotto che la separa dall’ingresso e dalle strade trafficate di Londra gli fa una linguaccia e “Chissà, magari in quest’altro pianeta tu sei anche simpatico”.
 
 
***
 
Audrey, nonostante gli articoli pubblicati dalla Gazzetta del profeta sotto ordine del Ministero, è piuttosto fiduciosa nei confronti di Rufus Scrimgeour. Ovviamente prima di attendere alla porta bianca del suo ufficio vigilato dai migliori Auror ha fatto delle ricerche: profilo impeccabile, ex capo del dipartimento Auror e definito “audace” da qualsiasi suo vecchio superiore. Non vede l’ora di vederlo in azione, sono passate solo poche settimane dalla sua nomina e lei e Stef esattamente quella mattina devono vederlo per accordarsi su varie questioni che dovranno esattamente essere riferite al Ministro della Magia belga, Florian Simons. Si ripete mentalmente la scaletta di Stef, gli argomenti da trattare e i compromessi a cui non è disposta scendere, quando una chioma rossa le appare davanti. Non può fare a meno di darsi della stupida per non avere realizzato che lo avrebbe sicuramente visto, con i completi eleganti che risaltano la sua figura e la cravatta nera annodata con difficoltà, le viene da sorridere a pensare a cosa la aspetterà: non riesce a fare a meno di desiderare che le lancette dell’orologio blu elettrico appeso alla parete si muovano più velocemente.
« Signorina Beckers » la saluta con un cenno al capo e l’imbarazzo che inizia a farsi sentire nell’aria.
« Signor Weasley, che piacere rivederla » sorride con cordialità e un’espressione affabile, l’idea di vederlo in un lavoro in cui si sente così al sicuro solletica la sua curiosità. Percy si domanda se lo stia o meno prendendo in giro, i rapporti tra lui e la Signorina Beckers non sono tra i migliori, quindi non riesce a capire come possa sorridergli così. Percy non ha ancora ben capito che Audrey è fatta così, ha un sorriso e una buona parola per tutti.
« Il Signor Martens non c’è? » domanda, cercando di scacciare dalla sua testa le domande che gli sorgono. È a lavoro e non può permettersi di risultare inefficiente, non tanto per il Ministro, che lo conosce bene, ma per lei che sa benissimo avere idee abbastanza diverse dalle sue.
« No, purtroppo. St- il Signor Martens questa mattina non si sente affatto bene e per quanto avesse voluto essere presente non era minimamente nelle condizioni. Me lo diceva l’altro giorno, Elisabeth, la segretaria, che circola l’influenza in giro e il figlio si è ammalato a scuola » dice con una naturalezza che stupisce sempre di più Percy. Audrey ha la grandissima capacità di essere sempre se stessa, non ha mai timore di dire qualcosa di più o qualcosa di meno, neanche in un ambiente così formale, e questo non può fare mai che far sorridere Percy.
« Il Ministro, comunque, l’attende all’interno dell’ufficio. Come al solito, le si ricorda di mantenere i fatti e le notizie affrontati in questo incontro tra coloro che devono esserne al corrente, come il Signor Martens o la vostra segretaria » le dice, ricordandosi che fu proprio una frase del genere ad averli fatti scontrare qualche settimana prima.
« Stia tranquillo, Signor Weasley, la mia amica non è mai al corrente di ciò che circola tra le ambasciate, anche perché non è il suo campo lavorativo e non capirebbe » Audrey non si sente minimamente in imbarazzo a cogliere il riferimento e accennare ad Olivia. Percy comunque non si deve sentire così a suo agio perché non continua la conversazione e si limita ad aprirle la porta e farla entrare.
« Buongiorno, Signorina Beckers! È un piacere per me incontrarla » Rufus Scrimegeour è due spanne più alto di Audrey, le foto della Gazzetta non lo facevano sembrare così alto, realizza Audrey, che non deve fare altro che sorridere e porgergli la mano.
« Piacere, Ministro. Mi auguro che stia bene » regola numero uno: mai iniziare a parlare subito di lavoro, se non hai voglia di discutere. Sua madre la ripete a suo padre ogni qual volta i contatti del loro capo vengono nello studio di casa loro per contrattare.
« In maniera ottima! Questi giorni sono stati abbastanza pesanti, come sa ho dovuto incontrare tutti gli ambasciatori europei e delle maggiori potenze magiche economiche, come quello del Nord America, ieri abbiamo perso un’ora a contrattare con lui. Non è vero, Percy? » il Presidente conosce bene le regole della contrattazione, perché sembra rispettare la volontà di Audrey di decidere quando iniziare.
« In effetti, è stata una giornata piuttosto impegnativa » dice Percy, contento di essere stato interpellato.
« Mi dica lei, Signorina Beckers, tutto bene in Belgio? » riprende il Ministro.
« A gonfie vele, direbbero i Babbani. In questi ultimi giorni i gufi circolano un po’ troppo frequentemente tra il Belgio e la nostra Ambasciata, vicino a Trafalgar Square. Siamo un po’ stanchi, ma è necessario » risponde Audrey, accostando la sua borsa da lavoro vicino alla sedia in cui è seduta.
« Ogni volta mi stupisco quando sento un Purosangue citare con estrema padronanza e nonchalance i proverbi o detti Babbani. Mi dica, Signorina Beckers, come li ha imparati così bene? » regola numero due: non lasciarsi sfuggire neanche una minima parola. Dichiarando il suo stato di sangue,  Scrimegeour ha appena ammesso di aver compiuto ricerche su di lei e questa è un’informazione chiave: vuol dire che tiene all’avere il Belgio dalla sua parte, non si sarebbe minimamente preoccupato o scomodato a cercare informazioni se non fosse stato un paese importante o se avesse dato per scontato che avrebbero accettato tutte le sue condizioni. Ovviamente non si fa scappare nulla, per questo, come le ha insegnato sua madre, con un sorriso si limita a rispondere.
« Una mente aperta, pratica e un po’ di curiosità » sorride.
« Mi dica, Signorina Beckers, vuole qualcosa? Un bicchiere d’acqua, forse? Intanto che Percy prende i documenti necessari » le domanda.
« No, grazie, non c’è bisogno! » aspetta che sia lui ad esortare ad iniziare a lavorare. Regola numero tre: far iniziare i giochi sempre al padrone di casa, cercare di fregargli il dado solo dopo.
« Credo sia arrivato il momento di iniziare a lavorare, – prevedibile, pensa Aud – a malincuore, dato che non sono così tante le volte con cui ho l’opportunità di parlare con una così bella ragazza » ride Scrimegeour. A dispetto della labbra di Audrey che si incurvano all’in su, il suo sguardo sembra farsi più determinato.
« Sono convinta che possa trovare altre soddisfazioni nel governare il Paese. No, Signor Weasley? » sorride affabile a vedere Percy sussultare al fatto che l’abbia interpellato lei. Vuole dimostrare al Ministro che ha fatto un passo falso, facendoglielo notare anche dal suo braccio destro. Regola numero quattro: mai andare troppo avanti coi convenevoli, mai superare il limite, mai cercare di lusingare e mettere in imbarazzo chi sta dall’altro lato della scrivania. Scrimgeour sta cercando di conoscere Audrey per sapere con quale carta avanzare per prima e su quali punti può cercare di non avere nessuna discussione, ma non ha fatto i conti con Audrey stessa, che non è per niente disposta a rendere la situazione facile.
« Governare il paese sa essere molto gratificante » dice Percy che ha colto la sfida negli occhi di Audrey.
« Se sai come farlo, aggiungerei » risponde Audrey, continuando ad avere lo sguardo puntato su di lui. Non è il momento, né il luogo, ma spera che a Percy arrivi il “Non per Caramell” a cui Audrey non può fare a meno di pensare.
« Concordo anche io con lei, Signor Ministro, credo sia il momento di iniziare! – ed evitare di provocare Percy Weasley davanti a lei, aggiunge nella sua mente – Da dove vuole cominciare? » chiede.
« Per prima cosa, mi auguro che le informazioni sullo sviluppo scientifico e culturale continuino » dice, aspettandosi di essere interrotto.
« Chiaramente. Il Regno Unito e il Belgio sono fra le migliori potenze, se mancassero le comunicazioni fra questi due paesi tutta l’Europa ne risentirebbe ».
« E mi sento in pieno diritto di dirle che gli ospedali sparsi per tutta la Gran Bretagna sono assolutamente aperti ad ogni cittadino belga, a costo del nostro stato ».
« Come i nostri per voi » sorride.
« Per quanto riguarda la nuova situazione contro Tu-Sai-Chi, siamo perfettamente in grado di dire che arriva dove vuole, quindi consiglio di prendere provvedimenti anche nel suo paese ».
« Provvedimenti anche nel suo paese? Interessante, direi, dato che non capisco l’anche. Mi scusi, ma credo di essermi fatta sfuggire quali provvedimenti abbiate preso, oltre a qualche volantino nel giornale » lo provoca Audrey. Li provoca. Percy Weasley si è appena seduto vicino al Ministro e le sue spalle sono più rigide di qualche minuto prima. Audrey, a dispetto delle loro espressioni, sorride.
« Ci stiamo lavorando » ammette con un po’ di stizza nella voce Scrimgeour. Tutti lo definiscono un uomo d’azione, questo Audrey lo sa, per questo non ha potuto fare a meno di fargli notare che d’azione non ha ancora fatto niente.
« A proposito di questo, il mio Paese vuole essere informato su qualsiasi operazione decisa che si andrà ad effettuare. Ovviamente, vuole saperlo prima che questo si realizzi in modo tale da poter prendere i dovuti provvedimenti ed avvisare le dovute persone » dice, spuntando questa voce nello schema che si è fatta in testa.
« Non credo che questo sia possibile, sono affari interni al Paese e non possono venire divulgati nelle mani sbagliate » dice pratico il Ministro.
« Non si può permettere di giudicare se siano “mani sbagliate” quelle scelte dal mio Paese, è stato alquanto maleducato supporre ciò, Ministro – sorride, mentre lo vede diventare rosso in volto – e per quanto riguarda il suo personale, sono più che convinta abbia persone fidate accanto. Di conseguenza, non posso vedere perché dovrebbero finire nelle mani sbagliate» Audrey non ha potuto fare a meno di rispondere in questo modo. Non ha potuto neanche sceglierlo.
« Siamo tutti convinti della professionalità mia e dei miei colleghi » dice Percy Weasley, mentre si meraviglia come riesca a dire qualsiasi cosa, senza mostrare il ben che minimo imbarazzo o contegno. Sorride, perché quell’Audrey è una delle persone più intriganti che abbia mai incontrato.
« Io non ne dubito, Signor Weasley, per questo non capisco come il Ministro possa pensare ad eventuali pericoli nel divulgare i suoi piani a me e al Signor Martens ».
« Non era mia intenzione insinuare inefficienza da parte vostra, è la precauzione ad avermi spinto a parlare » dice Scrimgeour, cercando di correggersi.
« Precauzione quasi immotivata, Ministro. Non ha detto prima che i rapporti tra i nostri stati sono ancora, ovviamente, aperti? – non si aspetta una risposta – Crediamo sia nostro diritto per poter essere efficienti nei confronti del nostro Paese e dei cittadini Belgi in Gran Bretagna. I Babbani dicono “meglio prevenire che curare”, posso dire, in veste del Belgio, che noi vogliamo aiutarla a curare la situazione che c’è già ed a prevenire eventuali nuovi fallimenti ».
« Come mai è così certa che potrebbero esserci nuovi fallimenti? » chiede Percy, non riuscendo a trattenersi.
« Vedendo come stanno le cose, non posso evitare di ammettere che sono presenti problemi in questo sistema operativo e che se si continua così, Tu-Sai-Chi – si trattiene con tutte le sue forze per non dire Voldemort – prenderà sempre più potere, causando sempre più problemi ».
« E come fa a sapere che noi vogliamo continuare così? » è sempre Percy a fare questa domanda. Non si sente a disagio, non si sente inadatto a continuare questo tipo di conversazione. Una parte di lui non può fare a meno di pensare che è perché c’è Audrey, lì davanti.
« Non posso saperlo con certezza dato che né io né il Signor Martens siamo stati informati sui vostri piani, ma in mancanza di prove contrarie, dato che la Gazzetta del Profeta continua ad arginare il problema, non posso fare a meno di essere di questa idea » risponde prontamente.
« Come si comporterebbe lei? Se posso chiedere » domanda Rufus Scrimegeour con aria pensierosa. Audrey, dopo questa domanda, sa di stare conducendo i giochi.
« In maniera più concreta » dice.
« Non vuole scendere di più nei dettagli? ».
« Non davanti a lei, Signor Ministro. Sono sicura che non spetta a me consigliarle su come governare il paese. L’ hanno scelta per la sua fama di uomo d’azione, per cercare di riparare a quella di Caramell, che ha deluso le aspettative. Se ritenessi che sia tardo di comprensorio, Signor Ministro, non avrei speso tutto questo tempo per cercare di farle capire come migliorare, su cosa puntare per un futuro sereno del Paese » dice Audrey, lasciando che il silenzio cada tra loro. Percy Weasley è sorpreso dal rispetto che Audrey dimostra per la carica del presidente e da come si è comportata, anche se il fatto che non abbia dato consigli lo lascia leggermente spiazzato.
« Va bene, Signorina Audrey. – parla in fine Scrimgeour – Sarete informati su qualsiasi nostro piano, mi ha convinto. Sono quasi certo ora che riuscirete a prendere le determinate precauzioni » Audrey sorride, vittoriosa: non ne aveva dubbi.
« Mi piacerebbe affrontare un altro punto, ora che questo è sistemato » dice Audrey.
« Mi dica » Scrimegeour aveva sottovalutato la sua determinazione, la sua capacità di sapere persuadere solamente con l’utilizzo della parola. Capisce perché l’abbiano scelta come braccio destro dell’ambasciatore con un solo stage in Ambasciata alle spalle: è nata per essere esattamente lì, per svolgere quel lavoro, con la determinazione negli occhi e i modi cordiali e rispettosi di chi sa di volere qualcosa, di poterci arrivare e di arrivarci. E questo lo capisce anche Percy, quasi ipnotizzato dai sorrisi eleganti e dall’impegno che mette per arrivare dove vuole.
« Se ci sono delle emergenze, il Belgio è disposto a mandare degli Auror, che in base al suo consenso o meno saranno selezionati da me, in qualsiasi momento, se richiesti. Solamente non tutti, o perlomeno, non immediatamente saranno presenti a decine dato che alcuni devono rimanere in ufficio nel caso venissero avvisati per andare a controllare una situazione all’interno del nostro paese e non sono autorizzati ad abbandonare l’ufficio tranne in un codice rosso nelle vicinanze » dice Audrey.
« Terrò a mente la sua proposta, Signorina Audrey, la quale è molto allettante e generosa. Il nostro Paese non si dimenticherà mai di ciò » Scrimegeour si appunta ciò che Audrey ha appena esposto in una quaderno rilegato in pelle. Audrey è curiosissima: sa benissimo che il futuro del Regno Unito è in quell’agenda.
« Se la situazione diverrà più profonda e pericolosa, siamo disposti a mandare quattro Auror fissi, qui a Londra fino al termine di questa situazione. E posso assicurarle che saranno tutti e quattro impeccabili in condotta e bravura. L’addestramento degli Auror belgi si limita a due anni, ma è più concentrato, di conseguenza anche i più giovani sono pronti a questo tipo di lavoro » continua a spiegare. Stef è stato molto chiaro su questo punto: non possono permettersi che vengano a mancare Auror in Regno Unito perché questo vuol dire che sarà ancora più facile per Tu-Sai-Chi prendere potere e fare razzia anche nella società magica Belga che è aperta a tutto e le famiglie Purosangue che tentano di conservarsi sono veramente poche.
« Lo terrò bene a mente. Dopo ciò che è stato detto prima, eviterei questo punto, ma purtroppo non devo guardare solo a me, ma anche ai cittadini. Per questo chiedo a lei e al Signor Martens di stare attenti e avere il profilo di ogni persona che entra ed esce dall’Ambasciata o con cui abbiate rapporti lavorativi. Tu-Sai-Chi si infila ovunque, stiamo per avviare immagini all’interno anche del Ministero, in cui tutte le persone dovrebbero essere particolarmente corrette » dice Scrimgeour.
« Ovviamente le riporteremo i nomi delle persone che incontriamo in Ambasciata solo se strettamente necessario. Teniamo molto alla privacy e alla tranquillità di qualsiasi cittadino Belga in territorio straniero e le posso assicurare che i rapporti stanno così anche con gli altri paesi. – dice Audrey – Le volevo porre un attimo attenzione sul San Mungo » dice infine, inserendo subito un nuovo argomento poiché non sono disposti a transigere su quello.
« Certamente » la incita a continuare.
« Sappiamo tutti qua dentro che, in quanto ospedale della capitale del mondo magico, è anche quello più importante. Io e i miei collaboratori ci stavamo domandando che preparazione dovesse avere un Medimago per poter lavorare lì ».
« Assolutamente valida ed efficiente, Signorina Beckers » le risponde Percy con le sopraciglia corrucciate.
« Ne sono certa, ma il punto in cui voglio andare a parare è: disponete di test, prove, per verificare la validità e la sanità mentale di un Medimago? Per sapere se è una persona corretta? Capite anche voi che se ci dovessero essere degli infiltrati all’interno del San Mungo sarebbe un grosso problema, dato che possono scegliere se ridare la vita o far incontrare la morte a qualsiasi paziente » continua Audrey.
« Vuole insinuare di fare controlli anche al San Mungo? » dice Percy.
« Abbiamo stabilito prima che i nostri ospedali sono aperti gli uni agli altri e che le cure sono ovviamente a carico dello stato, ma nel caso un cittadino Belga dovesse morire per cause misteriose all’interno di un ospedale inglese. Ci basterà un semplice sospetto per prendere provvedimenti » dice Audrey, né confermando, né smentendo la domanda di Percy.
« Suona quasi come una minaccia» dice il Ministro, in attesa che lei continui.
« O non una minaccia, Signor Ministro, siamo abbastanza maturi per non ricorrere a queste cose: è semplicemente un dato di fatto. È il nostro lavoro mantenere incolumi i nostri cittadini » dice Audrey, sorridendo quasi con falsità. Sa benissimo di muoversi con abilità tra questi affari.
« Mi dica come vanno le ricerche su Lucas Adam? » dice il Ministro per farle perdere il sorriso. Ovviamente non ci riesce. È leggermente infastidito da ciò che Audrey ha appena detto.
« Direi abbastanza bene. Siamo sulla buona strada, considerando che siamo riusciti a ricostruire tutto il tempo che Lucas ha passato qua, dato che scriveva spesso con la moglie. I nostri Auror stanno collaborando tra loro e con noi per riuscire a poter parlare con le persone con cui ha interagito. Il che è piuttosto semplice, dato che la Gazzetta del Profeta non si è minimamente preoccupata di denunciare il fatto per diffondere panico tra i cittadini – e questo è colpa loro – quindi sono ancora tutte nei paraggi ».
Bussano alla porta e dopo un “Sì” del Ministro entra la loro segretaria.
« Salve, Signorina Beckers, scusate per il disturbo. Volevo informare il ministro che sono quasi le 11.30 a.m. e che è richiesto in un’altra sede ».
« Per Merlino, Signorina Beckers il tempo è volato! Le chiedo scusa per questa fine precipitosa del nostro incontro e se non ho potuto dare voce ad altri punti che si era prefissata » dice il Ministro.
« Si figuri, le questioni più importanti le abbiamo affrontate. Per il momento non credo ci sia bisogno di dire altro, è stato un piacere parlare con lei e il Signor Weasley » stringe la mano ad entrambi.
 
***
« Mi ha stupito, sa? » gli dice Audrey mentre intanto si preparano ad uscire nell’affollata via Londinese.
« Scusi? ».
« Mi ha aspettavo questo incontro molto più difficile » spiega Audrey, mentre cerca qualcosa nella borsa che le pesa sulla spalla.
« Noi esattamente così » ribatte Percy, non potendo trattenere un sorriso.
« Mi avrebbe risposto in questa maniera qualsiasi cosa io avessi detto » Audrey ha un sorriso di chi la sa lunga che fa innervosire Percy, entrambi proseguono di qualche passo, mentre Audrey ha finalmente trovato ciò che cercava e ora ha una sigaretta alle labbra e tenta di accendersela a discapito del vento.
« Come fa ad esserne così sicura? » chiede Percy, ne è sinceramente colpito.
« Una brava strega non rivela mai i suoi segreti! – ride Audrey, mentre il fumo le esce tra le labbra – Le posso solamente dire che più volte, durante questa mattinata, mi avete fatto capire quanto il Belgio sia importante nei vostri piani ».
« Lo sapevo che certe cose non le potevano sfuggire » risponde Percy, quasi parlando con se stesso.
« Lo prenderò come un compimento, Weasley » dice Audrey, tenendola come una piccola vittoria.
« Come mai non ha osato di più? » domanda Percy dopo qualche minuto di camminata. È rimasto indeciso per tutto il breve tragitto che hanno condiviso se chiederglielo oppure no.
« In che parte dell’incontro? » chiede Audrey in risposta. Sa benissimo che il suo atteggiamento di quella mattina ha destato qualche domanda a Percy, come è normale che sia: l’ha vista in situazioni completamente diverse da quella in cui si è ritrovata quel giorno.
« A parlare degli Auror. Mi aspettavo maggiori tentativi di convincerlo » ammette Percy, mentre Audrey sorride.
« So di essere stata convincente, credo di poter dire che Scrimgeour mi contatterà in futuro per questo » lascia questa mezza risposta che a Percy non sembra bastare.
« Come fa ad esserne sicura? ».
« Perché so che, se continuate così, avrete bisogno di aiuto » dice Audrey, buttando il mozzicone a terra e pestandolo con la suola.
« Come mai oggi non ha accennato alla nostra inefficienza? Come lei si ostina a pensarla ».
« Non è compito mio amministrare questo paese, io mi limito alla protezione dei cittadini Belgi, per quanto a volte non mi basti ».
« In che senso “non mi basti”? ».
« So bene di voler fare troppo alle volte, non mi limito a pensare al bene dei miei concittadini, ma a quello comune perché implica anche il loro » dice Audrey.
« A volte, come quando parla con me, sembra abbastanza indirizzata a cambiare le cose, perché oggi che ne aveva la possibilità non ne ha adoperato? » domanda ancora Percy.
« Perché ho abbastanza stima di Scrimgeour. Non lo ritengo stupido, non so se si muova in maniera pulita – ma credo di sì, insomma, è un ministro! Ma sa dove vuole arrivare. Sta cercando piano piano di distogliere l’attenzione dalla guerra, costringendo la Gazzetta del Profeta ad omettere tutto ciò che la riguarda, ad accezione della pubblicazione di un volantino, e solo quando le persone saranno più tranquille inizierà ad operare – prima vogliamo vedere dove lo porta il suo istinto, dopo mi permetterò di iniziare a dare suggerimenti, solamente quando ha messo le fondamenta su cui costruire qualcosa » dice Audrey, più esauriente.
« Ha accennato alla Gazzetta del Profeta anche all’incontro, come mai le sta così a cuore che la gente sappia? » domanda Percy. Audrey subito questa domanda si ferma nel marciapiede in cui stavano tranquillamente camminando, il suo sguardo è già più duro.
« Come può dirlo? Tra questa “gente” c’è anche lei» è sconvolta.
« So che i Babbani dicono “occhio non vede, cuore non duole”. Hanno bisogno di un po’ di sicurezza ora, non sono pronti a tutto ciò, Beckers » ribatte Percy con ovvietà.
«Sa cosa duole? » domanda Audrey.
« Io n-».
« Il corpo di Lucas Adam – lo interrompe subito – che chiede giustizia, come la famiglia che ha bisogno di capire perché lo stanno piangendo, perché il suo cuore non batte più. Fa male anche a quella signora, a quello lì, a quel bambino dall’altro lato della strada, perché sono cittadini di questo mondo e non devono ignorare il loro futuro. Soffrono i parenti, i compagni degli Auror mandati in missione per non si sa dove e non si sa cosa, dato che non ne sono informati. Fanno male la lacrime amare di una bambina che sta facendo il primo anno ad Hogwarts e non capisce perché i suoi compagni di classe la chiamino “Sanguesporco” quando lei con la magia c’è nata e non l’ha rubata a nessuno-» le guance le stanno già diventando rosse dal fiume di parole che escono dalle sue labbra.
« Forse sta esagerand-» dice Percy.
« Esagerando? Chi si crede di essere lei per poter screditare così il dolore delle persone? » ribatte lei.
« Non mi parli di dolore come se non lo conoscessi, Signorina Beckers, non continui questo discorso » dice Percy, mentre stringe le dita.
« Altrimenti? Lo conosce il dolore, Signor Weasley? Ai miei occhi sembra che si stia impegnando per risultare più stupido di quello che in realtà non è. Non ci voglio crede che lei sia così insensibile » dice Audrey, arrabbiata.
« Non sono insensibile al dolore, non lo sono mai. So che fa male tornare a casa e non trovare più nessuno e non sai perché, ma non è questo il momento. Che differenza fa che tu sappia il motivo quando il risultato non cambia? – non le dà il tempo di rispondere – Conosce lo scrittore Babbano Bradbury? ».
« Certo, è l’autore di Fahrenheit 451 » Audrey è stupita da quella domanda, si domanda cosa centri con il discorso di prima.
« Ecco, proprio in quel libro, l’autore dice che colui che si chiede il perché di tutte le cose si condanna ad un’infelicità perenne » dice Percy, cercando di controllare il tono di voce. Non vuole dare spettacolo in strada.
« Meglio essere infelici, che spezzati! Meglio essere curiosi, che ignoranti. Ciò che fa la differenza è il sapere: avere qualcosa da condannare, contro cui combattere, contro cui schierarsi. Le persone meritano di avere l’opportunità di andare più a fondo in ciò che per loro importante! ».
« Perché è così convinta che loro siano così curiosi? » domanda Percy dopo qualche secondo di silenzio.
« Per una persona come me, il sapere non ha prezzo: per me sta tutto lì. Fin da piccola ho sempre desiderato avere un bagaglio culturale immenso, non per vanità o sfoggio, solamente per interesse personale, per me stessa e la mia vita. Mi sono sempre ritenuta fortunata di essere nata in un’epoca che mi permettesse di avere varie fonti: scuola, libri, giornali. Dopo anni e anni, sono arrivata alla conclusione che il miglior modo per sconfiggere qualcosa sia conoscerlo ».
« Mi trovo d’accordo con lei » mormora Percy dopo un po’. Negli occhi di Audrey non c’è traccia di cattiveria mentre parla con lui, solo una fiamma che non si spegne. Ciò che dice le sta particolarmente a cuore, forse per questo, per la sincerità disarmante che le legge negli occhi, non gli ha dato così tanto fastidio fare quella piccola ammissione.
« Sono felice di essere finalmente riuscita a farle capire il mio punto di vista, Signor Weasley. Posso farle una domanda? ».
« Sentiamola » le concede in fine lui con i nervi un po’ tesi, aspettando quella domanda con l’ansia di chi ha più di qualcosa da nascondere.
« Perché non prova a reagire? Mi spiego meglio: perché non prova a dire ciò che pensa al Ministro? Lui si fida di lei, l’ho visto stamattina, perché non prova a fare la sua parte? ».
« Perché per quanto lei abbia ragione, Signorina Beckers, non è così facile e non lo sarà mai, per me. Certe cose non si possono decidere, purtroppo, sono date da una successione di eventi di cui non conosci  neanche bene le cause, ma li accetti perché non c’è altro che puoi fare, ti vincono. Probabilmente le starò sembrando il codardo della situazione, ma non ho più poteri di quel che sembra riguardo tutto questo. Il mio compito è pensare al meglio del paese, non al meglio di quelle poche persone come lei che sono abbastanza forti da poter sopportare tutto questo, per questo si andrà avanti adoperando questa politica » risponde lui con voce calma e qualcosa di più profondo che Audrey non riesce a capire, ma che vorrebbe davvero. L’ammissione di Percy è quasi abbastanza forte da lasciarla senza parole. Quasi.
« Mi fido del Ministro – dice infine – e finchè le cose staranno così non posso pretendere più di questo, ma non si arrenda Signor Weasley ».
Percy vorrebbe tanto domandarle arrendersi per cosa, da cosa? ma lo sguardo di Audrey è talmente intenso che per una volta non si sente solo, si sente un po’ più leggero per quegli occhi scuri che non lasciano i suoi azzurri.
« Tutto bene, qui? » domanda un ragazzo più o meno della loro età che si è fermato davanti a loro. Non crede di averlo mai visto, ma da come fa scivolare il suo sguardo da lui alla Signorina Beckers sembra conoscerlo lei. Ne ha la conferma quella attimo dopo.
« Sì, certo, Rick – dice Audrey con un sorriso tutto rivolto verso il nuovo arrivato – Signor Weasley, lui è Richard Evans. Rick, il Signor Percy Weasley » si stringono la mano e Percy si sente sotto esame. Ci mancava un fidanzato geloso a completare la mattinata, pensa, non può sapere che mai nessuna opinione fu più sbagliata di questa.
« Signorina Beckers, ora la devo lasciare poiché proseguo per di qua, indica alla sua sinistra, arrivederci. Signor Evans, è stata un piacere » dice poi, affrettandosi dopo aver aspettato una risposta.
« Tutto bene, allora? » ripete Rick, perché lo sguardo di Audrey non gli è sfuggito e non può fare a meno di provare curiosità nei confronti di quello strano personaggio incontrato poco prima.
« Sì, sì, tranquillo. Io e il Signor Weasley ci siamo incontrati solo tre volte incluso oggi ed ogni volta ci scontriamo, ma oggi è finita meglio del solito » risponde.
« Perché vi scontrate? » domanda mentre si tira fuori una sigaretta.
« La pensiamo diversamente su molte cose. Sai, è tipo l’assistente del Ministro o qualcosa del genere e ama Cornelius Caramel. Secondo me nasconde qualcosa ».
« Intendi come Mangiamorte? » Rick ha un sopracciglio inarcato.
« No, vedere Percy in quelle vesti è assurdo! ».
« In che senso allora? ».
« Nel senso che secondo me è una persona molto intelligente, non capisco perché si deve piegare alla volontà d’altri. Ci ho parlato e mi è sembrato che si comportasse così solamente perché lo implica il suo lavoro, nient’altro » spiega poi Audrey.
« Allora non è molto intelligente se lo fa solo per lavoro » sottolinea lui come al solito.
« Sì, ma c’è dell’altro. Sotto questi suoi modi diffidenti e scontrosi nasconde qualcosa ».
« Cosa te lo fa dire? » domanda Rick con lo sguardo attento rivolto alla sua migliore amica.
« Intuito, credo » risponde semplicemente, alzando le spalle. Rick dà in un sorriso divertito, Audrey non sembra notarlo.
« Mi ha portato quello che ti avevo chiesto? » domanda Audrey. Rick non risponde, le allunga semplicemente le borse, mentre Audrey lo ringrazia implicitamente.
Camminano fianco a fianco per le vie di Londra, ridendo assieme a vedere persone particolarmente bizzarre per la città o gruppi di famiglie che si mettono in pose improponibili pur di entrare riuscire ad essere tutti presenti nella foto con quell’edificio dietro da inviare ai parenti in un altro stato la sera in hotel. Rick ride sotto i bassi di quella ragazza che sta piangendo e dicendone di ogni ad un’altra persona dall’altro lato del telefono, mentre Audrey gli dà un colpo sul braccio di rimprovero per poi non riuscire neanche lei a trattenersi dopo le parole fatali della ragazza “Non farti più vedere”. Quando arrivano davanti a casa di Stef hanno tre birre in più rispetto a quando erano all’inizio del loro tragitto e le loro risate completamente immotivate vengono aumentate dalla vista di Stef dall’alto del suo pigiama. I pantaloni gli arrivano quasi a metà polpaccio, seguiti da dei calzini bianchi arrotolati, mentre la maglia macchiata in più punti gli cade sulle spalle dimostrando di essere di qualche taglia più grande e le maniche sono malamente arrotolate ai polsi.
« Siete proprio dei bastardi » dice Stef dopo essersi soffiato il naso.
« Il pigiama a chi l’hai rubato? » ride forte Rick lasciandoli una pacca sulla spalla.
« Quei pantaloni risalgono ai tuoi quindici anni? » aggiunge Audrey lasciandoli un bacio sulla guancia tra le risate.
« Bastardi e pure poco realistici: a quindici anni te lo sognavi un amico come me » ribatte Stef pronto chiudendosi alle spalle la porta di casa.
« Allora – dice Audrey ripresasi dall’attacco di risa – qua ci sono tutte le pozioni necessarie: devi prendere un sorso di ciascuna dopo ogni pasto per almeno una settimana, per espellere del tutto l’influenza, ma già da domani ti sentirai meglio, quindi nel caso tu voglia puoi tornare a lavorare già da dopodomani. Qui invece ci sono i DVD che ti ha procurato Ricky – e qui Stef gli rivolge un cenno di ringraziamento – io so solo che centrano delle guerre Babbane e cose così, in cui alla fine i protagonisti muoiono sempre. Domani mattina ti farò recapitare dalla dolce e cara Elisabeth il resoconto dell’incontro con Scrimgeour, che è veramente altissimo ».
« Incontri il Ministro della magia  e l’unica cosa che mi sai dire è che è alto? » domanda Stef con un sopraciglio inarcato.
« Un gigante, direi » ribadisce quindi Audrey scuotendo i capelli come una bambina.
« Quindi Stef stasera non ci sei per occupare casa di Audrey? » si intromette Rick.
« Ehi! Prima dovreste chiedermelo! » dice Audrey sorridendo come da copione per poi venire ignorata come da copione.
« No, Rich, è tutto il giorno che non mi cala la febbre, non me la sento. Chi sarete? ».
« Noi due, molto probabilmente » dice Audrey.
« Sì, infatti, non credo che Olivia abbia voglia di venire, – aspetta un cenno di consenso di Audrey – Layla e Paul sono a dare la bella notizia ai genitori della sposa e Alex aveva la sua ultima serata di lavoro in quel locale vicino a Candem Town, tra qualche giorno parte » conferma Rick.
Pet non lo ha neanche nominato. Audrey comunque non può fare a meno di annuire e scompigliare i capelli a Stef che si è ancora soffiato il naso con un sorriso che nasconde fastidio. È un fastidio che dura poco, però, Stef li invita a rimanere con lui a guardare un film e ai titoli di coda non sa neanche quale sia l’argomento, ma ha i Popcorn nei capelli, Ricky ha la maglietta bagnata dalla birra e Stef, nonostante malato, si trova come soggetto principale di una battaglia all’ultimo sangue. Prima di chiudere gli occhi e addormentarsi contro la spalla spigolosa di Rick – che sarà così magnanimo da farla arrivare dormiente sul letto di casa, si dice che non va tutto così male. Sorride. 






quasi urla, mentre si siede nel divano ripetendo l’incantesimo*: non so minimamente come i maghi si misurino la febbre, ma un termometro mi sembrava alquanto banale. Questa è una mia licenza, non confermata nel mondo di JK Rowling. Le pozioni come medicine sono confermate dai libri di Harry Potter, invece.
Conosce lo scrittore Babbano Bradbury? » « Certo, è l’autore di Fahrenheit 451 »* : Fahrenheit 451, Bradbury.  Scritto nel 1953 e edito in Italia nella collana Oscar Mondadori nel 1999, con traduzione di Giorgio Monicelli. (N.d.a. Bello, bellissimo libro) 
  
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