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Autore: liasstories    01/11/2016    2 recensioni
Rachel muore la sera del suo diciassettesimo compleanno. Sulla Terra era contenta, aveva la sua migliore amica Scarlett, e aveva una serie di progetti e ambizioni.
E se per tornare sulla terra dovesse diventare l'angelo custode di un ragazzo dai mille problemi?
Liam ha una vita complicata e odia la vita. Ma se Rachel riuscisse a fargli cambiare idea?
Si salveranno a vicenda oppure sarà un fallimento?
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Forks non era mai stata  una cittadina caotica: il traffico era inesistente, i cittadini erano sempre gli stessi, non accadeva mai nulla d’interessante; insomma, la monotonia regnava.
Quando ero ancora viva, adoravo andare nel bosco di Forks; nei momenti di difficoltà, quando avevo bisogno di pensare o solamente di passare il tempo sapevo che quello era il posto ideale.
Chiamavo Scarlett e lei si precipitava a casa mia e andavamo a fare lunghe passeggiate circondandoci dalla natura, dal canto degli uccellini e dal suono delle nostre risate. Era impossibile non ridere con Scarlett vicino: sosteneva di essere una sorta di bussola e di poter dirigerci in luoghi sconosciuti… Sì, in effetti, non aveva tutti i torti dato che  ogni volta che lei faceva da GPS ci perdevamo. Fa male ricordare i bei tempi passati con lei, dato che ora non sa nemmeno della mia esistenza.
Dimenticavo: J ha tolto la memoria a chiunque mi abbia conosciuto nella mia vita precedente.
Mi disse che era di vitale importanza  affinchè io facessi bene il mio lavoro, e io gli risposi che era estremamente doloroso per me, e lui concluse dicendo che era meglio per tutti. 
Ma io non ero tutti.
Liam Davies era colui che mi avrebbe reso indietro la mia vita. Dovevo studiarlo, osservarlo e poi cercare di tirarlo fuori dai suoi casini  in un modo o nell’altro. Non è questo quello che fanno gli angeli custodi?
Deve tirarsi fuori dai suoi casini da solo, magari grazie  ad una spinta, ma tu, sostanzialmente, devi  aiutarlo ad aprire il suo cuore e fargli capire che la  felicità  non è persa per sempre, c’è ancora, è in lui, deve solo scavare più a fondo.
Grazie J, ma lascia fare a me, ci riuscirò.
Non lo metto in dubbio.


Ero davanti al cancello della Forks  High School, ed ero terribilmente ansiosa. Rivedrò Scarlett? I miei vivono ancora in questa città?  La mia casa è sempre la stessa?
Non farti prendere dal panico  e entra. Cerca Liam e fai qualcosa di utile per entrambi.
Rachel, respira. Ciao, mi chiamo Rachel, ho 17 anni e mi sono appena trasferita dall’Australia. I miei genitori girano  il mondo e io vivo con mia zia Louise, qui, a Forks.
Ho inventato una piccola bugia bianca; non fa male a nessuno e poi dai… Non posso mica dire “hey, sono morta, ma se voglio la mia vita indietro  devo aiutare un certo Liam Davies a risolvere i suoi problemi.” Evitiamo.
Superai l’enorme cancello nero e mi diressi verso l’entrata della scuola, ma la visione di qualcosa di completamente assurdo mi bloccò.
Vidi una folta chioma rossa che ondeggiava a destra e a sinistra accompagnata da una risata a me familiare. Scarlett.
Ero tentata di andare a presentarmi, se non fosse che si trovava con le persone che più odiavamo:
Christal Bailey  e Chelsey Stewart, soprannominate le Barbie.
Davvero, se non fossi mai esistita sarebbe diventata loro amica? Le detestava almeno quanto le detestavo io, come poteva farmi questo?
Improvvisamente, a loro si avvicinò un ragazzo, ma non un semplice ragazzo: Will Clayton, il famoso Will Clayton.
Lui era il quarterback della scuola, bello, ricco e davvero tanto stupido.
Clayton ha sempre preso in giro Scarlett,  fin dalle medie, a causa della sua passione sfrenata per i boschi e per gli animali.
“Dolcezza, come stai?” chiese Clayton dirigendosi verso Scarlett. Adesso gli tira uno schiaffo talmente forte da fargli girare la testa, dai Scarlett sei tutti noi.
“Benissimo, non posso fare a meno di pensare  a quel servizietto che ti ho fatto in bagno, durante la terza ora.”
Chi sei e che cosa diavolo ne hai fatto della mia migliore amica? Lei non era così, lei non è così. Chi diamine sei tu?!
Mi  vennero le lacrime agli occhi; questa non è la mia Scarlett, questa è un’immagine storpiata di Scarlett.
Corsi dentro la scuola e non mi fermai finchè non arrivai in bagno; mi appoggiai sul lavandino, le mie mani fredde divennero ancora più gelide e la mia ansia aumentò a dismisura e, allo stesso tempo, si trasformò in rabbia.
Non  farti condizionare da ciò che lei è adesso. Tu devi concentrarti, solo ed esclusivamente, su di lui.
Aveva ragione. Mi sciacquai il viso e mi diressi verso la mensa con la speranza di trovarci Liam.


Entrai trafelata, avevo un’aria sconvolta, di chi spera di fare ben altro nella vita.
Perlustrai la zona con lo sguardo, vidi Scarlett e le due stronzette mettersi lo smalto, ed accanto al loro tavolo notai un ragazzo dall’aria cupa e gli occhi persi. Scacco matto, ciao Liam.
Percorsi il corridoio ad ampie falcate, finchè mi ci ritrovai davanti.
Aveva una pelle olivastra e un maglietta aderente color bianco, la testa china sul suo pranzo e un’espressione abbastanza affranta.
Va bene, ce la posso fare.
“Ciao, sono Rachel.” Feci un sorriso, uno di quelli a trentadue denti, doveva diventare mio amico a tutti i costi. Ma la reazione non fu proprio quella che mi aspettavo.
Alzò la testa e, dopo un attimo di confusione, mi rivolse un’espressione disgustata. “Beh?” Fu tutto ciò che riuscì a dire.
Rachel , sorridi e respira.
“Posso sedermi? Sai, sono nuova di qui e-“
“E non m’interessa, scegli qualche altro posto.”
Scusami, ma chi ti credi di essere ?
Stai calma, vuoi vivere o no?
“Non volevo essere invadente, ma avrei bisogno di un posto per sedermi e questo mi sembra l’unico disponibile.” Riprovai, facendo un sorriso tirato.
“E  io ti ripeto che a me non interessa.”
Questo voleva farmi saltare i nervi, ne sono certa. Stava davvero mettendo a dura prova la mia pazienza.
“Ho provato ad essere gentile, ma io ho bisogno di un posto e questo è l’unico disponibile. Se io voglio sedermi qui, mi siedo qui; non sarà mica un ragazzino viziato ad impedirm-“
Se n’era andato. Davanti a tutta la mensa, mentre io mi stavo facendo valere, se ne era andato.
Adesso sì che mi sente. Caro Liam, stai facendo lo stronzo con la stronza sbagliata.
“Hey, tu! Fermati!” Urlai, ma non accennava a fermarsi per nessun motivo al mondo, allora lo rincorsi.
Rachel, fermati e ragiona.
Ragiona il corno, amico. Io sono qua per aiutarlo e lui si permette di comportarsi così!
Entrai, non so dove esattamente, ero troppo impegnata a urlargli contro.
“Io sono qui per diventare tua amica e per aiutarti e tu ti permetti di comportarti da idiota con me!
Davvero se non dovessi fare quel che devo fare ti avrei già mandato all’inferno, e credimi, posso farlo. Sei un emerito defi-“ Mi fermai. Dopo tutto questo discorso lui stava ghignando. Stava  davvero ghignando? Maledett-.
Aspetta, dio no, io ero nel bagno dei maschi. Dovevo assolutamente uscire, ecco perché rideva!!
Stavo per uscire, quando mi sentii tirare per l’orlo della felpa e una mano sulla bocca.
Liam si trovava a dieci centimetri dal mio viso. Cosa diavolo aveva in mente?
“Stai zitta, non fiatare.”
Aggrottai le sopracciglia: si permetteva pure di dirmi cosa fare adesso?
Ero schiacciata sulla parete del bagno e la mia gamba si scontrava con il water.
Qualcuno aprì il rubinetto e disse “Se trovo Davies in giro lo uccido, è in debito e non mi ha ancora ridato i soldi.”
Il ragazzo davanti a me sbiancò e premette la sua mano sulla mia bocca ancor di più.
“Ma sei scemo? Ma cos-“ cercai di sussurrare.
“Sta zitta!”  disse con un tono di voce piuttosto alto.
“Chi c’è?” chiesero i due ragazzi.
Dio, adesso picchiano entrambi.  Lo guardai nella speranza che mi dicesse che era tutto uno scherzo, ed in quel momento mi preoccupai, sudava freddo anche lui.
La porta piano si aprì, e tutto ciò che sentii fu “baciami.”
Non ebbi tempo di ribattere che lui si fiondò sulle mie labbra.
“Ops, scusate continuate pure.” Chiusero la porta e uscirono ridacchiando.
Liam continuava a baciarmi e io, presa da un attimo di coscienza, gli diedi uno spintone e lo guardai furiosa: “Perché l’hai fatto?”
“Era quello che volevi, ti ho accontentata ora lasciami in pace.”
Fece per girarsi lo afferrai per la maglietta e gli stampai un bel cinque sulla faccia.
Mi guardò confuso e le sue pupille si dilatarono.
“Eri la mia unica possibilità di riscattarmi e adesso so che ho fallito in partenza.”

Corsi, non so se passarono minuti , ore o giorni, ma l’unica certezza che avevo era che avevo sprecato l’unica opportunità che mi era stata concessa.
   
 
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