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Autore: Yuki002    02/11/2016    0 recensioni
What'a a soulmate?
Una domanda che ci poniamo nella vita, prima o poi. Rappresenta un viaggio che ci accompagnerà verso la felicità con un'altra persona: come si svolgerà il viaggio delle nostre due matricole?
Buona lettura^^
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A soulmate is someone you carry with you forever.

“Kageyamaaaaaaaa!!” lo richiamò Hinata sventolando un mazzo di chiavi in mano “Ti eri dimenticato le chiavi di casa nostra!”
“Ah, sì, grazie…” ripose atono troppo assorto nel leggere i tabelloni delle classi universitarie.
“Guarda, siamo nella stessa aula!” esultò felice saltellando qua e là. Benché fosse cresciuto di qualche centimetro, era rimasto sempre molto basso, rispetto a tutti gli altri ragazzi. Però, era sempre stato la migliore esca della squadra, anche nell’università, dove avevano avuto il piacere di rincontrare Sugawara e Sawamura.
“Che ne dici se stasera preparo gli yakisoba?” chiese il piccoletto.
“Evita. Brucieresti tutto, come quando hai provato a cucinare la carne”
“Uffa” brontolò Hinata gonfiando le guance “Kageyama, sei crudele”
Quest’ultimo sussultò chiedendosi come facesse ad essere così dannatamente adorabile, anche se ormai aveva 21 anni. Posò una mano sulla sua testa, accarezzandolo affettuosamente.
“Shouyou, come mi devi chiamare?” era ormai da mesi che cercava di abituarlo a dire il suo nome.
“T-tobio…” disse flebilmente troppo imbarazzato per ammettere che quel nome lo amava.
It’s the one person who knew you…

“Tobio…”
“Tranquillo, non faro niente di avventato” lo confortò poi con un bacio che, col tempo divenne sempre più umido e profondo. Se c’era una cosa che proprio non era cambiata in Hinata negli anni era l’avidità della sua lingua, che ancora adesso era affamata, come quella giornata sotto la pioggia. I ragazzi si tolsero le scarpe all’entrata in malo modo e il più piccolo avvolse prontamente il bacino di Kageyama con le gambe, in modo che potesse portarlo in camera da letto.
Entrati nella suddetta Kageyama adagiò Hinata sul materasso per poi alzarsi lentamente e andare a prendere qualcosa nell’armadio.
“Tobio?” gli chiese interrogativo il ragazzo alzandosi.
“Shhhh” lo zittì dolcemente l’altro, poggiando l’indice sulle sue labbra, buttandolo di nuovo a letto.
Si diresse verso l’ampia porta-finestra e scostò le tende lasciando mostrare una luna piena da mozzafiato. I raggi bianchi e freddi creavano delle belle ombre nella stanza, donandole quel tocco di mistero in più. Per completare l’opera Kageyama accese due candele che posò su entrambi i comodini. Adesso l’atmosfera era perfetta. Tornò a dedicarsi ad Hinata, che era rimasto steso tranquillo ad osservare incantato gli strani effetti di luce che i raggi di luna e le fiamme delle candele creavano.
“Shouyou…” mormorò carico di desiderio “Posso renderti mio?”
La cosa lo colse in imbarazzo, ma non si ritrasse, come aveva sempre fatto fino ad adesso.
“Sì…” sospirò vicino al suo naso, prima che le sue parole venissero soppresse da Kageyama con un bacio.
Accepted you…

“Mi-mi dispiace”
“E di cosa ti scusi?”
“Di lasciar fare tutto a te…”
“Idiota” disse mordendogli gentilmente il lobo dell’orecchio facendolo gemere di piacere “Se non te la senti non lo fare, lascia tutto a me, tu rilassati” lo rincuorò sollevandolo di poco dal materasso per portarselo più vicino, seduti sulle morbide coperte disfatte. Il più piccolo cinse i fianchi nudi di Kageyama con le sue gambe. (altrettanto nude) Adorava quella posizione e non ne sapeva  il motivo, però quella era la posa che lo eccitava di più. A Kageyama non importava, bastava solo che Hinata fosse a suo agio. Però non poteva di certo dire che quella posizione gli fosse comoda per poter continuare la sua opera, così lo sdraiò di nuovo, permettendo comunque ad Hinata di cingergli i fianchi con i polpacci. Accarezzò le cosce delicatamente da far venire i brividi al più piccolo, salendo lentamente verso l’inguine, indugiando in quella zona chiedendosi se osare o meno. Ma vedevndo il viso incerto di Hinata pensò bene che non fosse ancora pronto. Procedette tastandogli il ventre piatto, facendogli provare una sensazione mista tra il ridere e il piacere, soffermandosi poi sulle due parti più sensibili del petto. Indulgiò anche qui maledicendosi per non avere un po’ di coraggio e iniziare. Del resto quel rigonfiamento che premeva sulla sua coscia era un chiaro segno che il piccoletto stava gradendo, però ci teneva troppo a trattare Hinata nei migliore dei modi.
“Tobio, vai…” sospirò di piacere desiderando che quel leggero tocco andasse ben oltre.
“Sicuro?” gli chiese premuroso.
Hinata portò il suo viso più vicino a quello del corvino.
“Mai stato più sicuro!” gli sorrise sulle labbra.
And believed in you…

“Tobio…” fremette sentendo qualcosa stuzzicargli il fondoschiena.
“Stai tranquillo, rilassati” lo rincuorò con voce calda e bassa il corvino, procedendo con la sua opera, cercando di non procurare dolore al piccoletto. Però, troppo preso dai suoi pensieri, toccò un punto dove non doveva, facendo gemere di dolore il compagno. Questi si strinse al compagno irrigidendo tutto il corpo.
“Mi dispiace” si scusò il corvino mordendosi il labbro inferiore, maledicendosi per non essere stato abbastanza cauto.
“No, va tutto bene” si rilassò permettendo nuovamente al compagno di muoversi liberamente “Mi fido di te”
I gemiti, questa volta di piacere, che seguirono rilassarono anche Kageyama, proseguendo correttamente la sua opera.
Before anyone else did…

Faceva male. Molto male, su questo non c’erano dubbi. Però, misto al dolore, c’era anche il piacere, ed era una sensazione che non aveva mai provato, ma che stranamente gli piaceva. Strinse delicatamente, con le unghie, la schiena del compagno, intento a dargli delle lente spinte per abituarlo.
“Shouyou…” sospirò nel suo orecchio “Ti sto facendo male?” gli chiese apprensivo, ritirandosi un po’ dal suo corpo.
Hinata distese la mano sulle scapole del compagno facendo forza per ritirarlo verso di lui. Però, non aveva considerato, che il compagno avrebbe perso l’equilibrio, cadendo molto più in avanti, dando così un’involontaria spinta troppo forte che toccò il fondo. Il più piccolo inarcò la schiena, soffocando sul nascere un gemito di dolore.
“Ma sei matto?!” lo rimproverò con un tono di voce più alto, preoccupato di ritornare indietro e interrompere quel contatto interno.
“Non...farlo…” lo supplicò tremante Hinata “Mi piace…” espirò rumorosamente , lasciandosi sfuggire un ansito di piacere.
“Ma ti sto facendo male!” ribatté il corvino dispiaciuto “Shouyou, non posso vedere la persona che amo soffrire” gli carezzò il viso, cercando di rilassarlo. Ma la presa di Hinata non cedette.
“No, ti prego. N-non sto mentendo. Mi piace veramente” lo implorò nuovamente, apprezzando, però, la carezza che gli era stata fatta, rilassando la schiena: piano piano il dolore stava lasciando spazio ad una piacevole sensazione.
“Se volessi fermarmi te lo direi, no?” gli prese il viso con le mani, sfiorando le punte dei loro nasi.
Kageyama lo guardò storto, fino a che non decise di dargli fiducia, come, del resto, Hinata aveva fatto con lui.
“Ti amo, Shouyou” prese anche lui il viso del più piccolo toccando la sua fronte.
“Sì, anche io ti amo, Tobio”
Or when no one else would.

Kageyama sollevò le lenzuola, lasciando scoprire ben più del dovuto il corpo di Hinata. Osservò il suo viso incantato, marcando i contorni delle labbra con il dito soffermandosi sul labbro inferiore. Gli diede un leggero bacio a fior di labbra, per poi passare alla fronte. Avvicinò il suo corpo a quello di Hinata in un tenero abbraccio, accarezzandogli i capelli soffici e profumati.
“Buona notte, Shouyou”
“E chi riesce a dormire qui?” la sua voce gli solleticò il petto, facendogli aumentare il battito cardiaco.
Il suo viso spuntò fuori dal suo abbraccio, sorridente.
“Cosa stavi facendo con le lenzuola?”  gli chiese divertito, ricoprendosi con le suddette.
“N-niente” si coprì la bocca con la mano, tentando invano di nascondere l’imbarazzo. E subito gli balenò in mente una cosa che voleva sempre chiedergli, qualcosa di così importante da farlo ragionare per giorni e settimane. Si mise di scatto seduto in posizione cerimoniale.
“Hinata” lo chiamò per cognome, serio.
Poi si fermò a pensare con un velo di imbarazzo a tingergli il viso, mentre il compagno si metteva seduto sul comodo materasso.
“Hinata Shouyou” riprese per poi fermarsi ancora, preso dal panico.
Da quel semplice nome, ad Hinata gli si accese una lampadina invisibile sopra la testa. Ci aveva pensato in tutti questi anni, la notte a volte non riusciva a dormire pensandoci. Era un passo troppo grande da fare e non si era mai sentito veramente pronto. Neanche il timore di avere un rapporto completo, lo spaventava come questo. È quel tipo di paura che vorresti sperimentare, ma hai paura di pentirtene o di far cadere tutto a pezzi. Ma ormai era ovvio che non ci fosse nulla di cui poi pentirsene. Insomma, come aveva fatto a pensarlo per così tanto tempo? Kageyama, era lì che stava facendo un nuovo passo verso il loro futuro. Non lo faceva solo per sé stesso, ma che per Hinata, il suo fidanzato.
Forse tra un po’ non lo chiameranno più così. Il piccoletto si mise nella stessa posizione del compagno.
“Hinata Shouyou…”
“Kageyama Tobio…”
Presero entrambi un grande respiro.
“Vuoi sposarmi?”
“Vuoi sposarmi?”
Urlarono insieme chinando il capo, come le loro madri gli avevano insegnato. Entrambi alzarono la testa sorridendosi a vicenda, avvicinandosi per sentire il calore dei loro corpi.
“È incredibile” si sorprese il corvino.
“Sì…” confermò prendendogli le mani e portandosele sulle guance “È davvero incredibile!”
Gli angoli della sua bocca si sollevarono leggermente in un timido e piccolo sorriso, come a nascondere tutta la felicità pressata. Felicità che si liberò attraverso delle calde lacrime che rigarono il viso di Hinata, posandosi sulle dita del corvino.
Hinata liberò la presa delle loro mani per toccarsi le guance umide stupito, quanto lo fosse il corvino.
“Ah, capisco” si asciugò gli occhi ridendo “È questa la felicità, giusto?”
Kageyama si rilassò, prendendo la vita di Hinata e poggiandolo contro il suo petto, in un delicato abbraccio.
“Sì, è questa la felicità” gli rispose osservando il sole che piano piano i faceva strada tra i palazzi, dando il via ad un nuovo giorno.
A insaputa di Hinata, anche Kageyama pianse due lacrime, che si andarono a posare sul dorso della sua mano, che prontamente aveva messo di proposito in quel punto, per non destare sospetti al compagno.
“Accetti?”     
“Accetti?”    
Chiesero di nuovo all’unisono. Si lasciarono sfuggire una leggera risata prima di dare insieme la loro risposta definitiva, che avrebbe cambiato la loro vita.
“Sì!”
“Sì!”
And no matter what happens…

“Ehy, Tobio” brontolò Hinata davanti al prete “Ma era proprio necessario che mi vestissi da sposa?”
Il corvino sogghignò felice, percorrendo con lo sguardo tutto il pizzo che scendeva lungo l’abito color avorio. Era una bella giornata di primavera e avevano deciso di sposarsi nel parco più vicino alla scuola Karasuno, visto che la scuola stessa non era agibile per questo tipo di eventi. I petali rosa degli alberi cadevano sospinti dal vento, andando ad accarezzare le spalle nude di Hinata che osservava incantato quella danza della natura, che sembrava essersi preparata apposta per questa giornata. Il prete tossì attirando l’attenzione dei due sposi, iniziando a leggere dal libro. Arrivati al momento delle fedi nuziali Hinata era talmente nervoso da sbagliare mano, sotto l’occhio intenerito di Kageyama.
“Lo sai perché sei vestito così?” gli chiese dopo essersi scambiati gli anelli. Kageyama prese i fianchi di Hinata per portarselo più vicino, alzandogli il viso con due dita “Perché sei stupendo” concluse baciandolo oggi e per sempre.
You’ll always love him…

“Waaaaaaah!” esultò Hinata nel vedere come la loro nuova casa: grande e spaziosa, proprio come la volevano. Avevano avuto la fortuna di avere un conoscente della madre di Kageyama, che la vendeva ad un prezzo molto economico.
Shouyou corse da una stanza all’altra osservando con cura ogni minimo dettaglio. C’erano 3 camere da letto (una di quelle sarebbe diventata un ripostiglio, senza nessun dubbio), un’ampia cucina che, tramite una porta scorrevole, si connetteva al salone con il kotastu. Per ultimo guardò il bagno: ampio, luminoso con anche la vasca da bagno, oltre la doccia. Sì, avevano avuto decisamente avuto fortuna.
“Allora, approvata?” gli chiese il corvino togliendosi le scarpe.
“Aaaaaalt!” lo fermò Hinata prima che potesse salire il gradino dell’ingesso, tendendo il braccio verso di lui “Non si dice questo quando si torna a casa!” lo sgridò.
Kageyama rise sotto i baffi, stupendosi dell’ingenuità che aveva sempre caratterizzato suo marito. Decise di accontentarlo.
“Sono a casa, Shouyou” gli disse con un caldo sorriso.
Il compagno rilassò le spalle prendendo fiato dal petto…
“Bentornato, Tobio!” lo accolse con un sorriso ancora più luminoso.
And nothing could ever change that.

Hinata si tolse gli occhiali, poggiandoli delicatamente al tavolo. Ancora non si era abituato ad averli addosso. Si massaggiò le tempie con due dita, osservando intensamente gli schemi che solitamente la squadra adottava nelle partite. La sua squadra, già. Tutto si sarebbe aspettato nella sua vita, ma non di certo di ritrovarsi a fare da capitano. Avrebbe preferito affidare quel ruolo a Sawamura o Sugawara (dopo anni si erano ritrovati nella stessa squadra). Alzò lo sguardo cercando di trovare qualcosa con cui distrarsi, giusto per fare una pausa mentale. La sua attenzione ricadde sull’enorme mensola che avevano comprato subito dopo aver preso casa, dove sopra vi erano posate un sacco di foto, incorniciate e decorate da sua sorella Natsu, che aveva tanto insistito per dare “un po’ di calore a questa casa”. Ce ne era una in cui facevano un pic-nic al parco dove si erano sposati, una in cui Kageyama apriva un regalo di compleanno con dentro le tanto agognate scarpe professionali che desiderava, una in cui si abbracciavano in spiaggia sotto la luna piena, un’altra in cui Hinata preparava gli yakisoba con grande passione, un’altra ancora in cui accendevano le stelle filanti con lo yukata addosso. E al centro di questo quadro di ricorsi, svettava un enorme foto di Kageyama e Hinata al matrimonio. Questi osservò divertito il suo abito bizzarro (che, però, custodiva con grande cura), pensando che alla fine era vero: stava bene con quel vestito!
Il  rumore della serratura che scatta lo fece balzare in piedi, prendere gli occhiali e mettersi a correre verso l’ingresso. Ed eccolo lì. Tobio, il suo Tobio: bello come lo aveva visto la prima volta.
“Sono a casa” salutò sollevando lo sguardo e rimanendo di stucco nel guardare lo stato in cui era messo Hinata. I capelli arruffati contornavano il viso stanco, gli occhiali erano messi storti, il maglione scivolava fino a mostrare la spalla e i pantaloni erano troppo lunghi per lui. Stamattina doveva aver sbagliato sbagliato armadio, mettendosi i suoi.
“Bentornato!” lo ricambiò con l’entusiasmo negli occhi, che tanto lo caratterizzavano ormai da anni.
“Pfff” si lasciò sfuggire un sorrisetto coprendosi poi la bocca con la mano, per coprire il misfatto.
“Embè?! Cosa c’è di tanto divertente?” gli chiese fintamente imbronciato. S i rispose da solo osservando un po’ il suo strano abbigliamento e capendo che forse gli occhiali andavano incastrati dietro alle orecchie e non messi sopra di esse!
“Ehy, senti stamattina ero di fretta!”
“E io ti ho chiesto qualcosa a riguardo?” lo prese in giro, beandosi del suo viso che man mano assumeva un colorito più scarlatto per il nervoso.
“No! Però, cioè, insomma…” si arruffò ancora di più i capelli “Lasciamo perdere, come è andata oggi dal coach?”
Kageyama entrò togliendosi le scarpe, dirigendosi verso il salone, sedendosi al tavolo dove giacevano sparsi gli schemi di Hinata e una tazza di caffè accanto.
“Bene, abbiamo semplicemente discusso sulla prossima partita, solo che poi si è perso nel raccontare della sua famiglia, di quanto fossero belli i suoi due nuovi cagnolini… le solite cose, insomma”
“Non cambierà mai” sorrise divertito posando una tazza di tè al posto del compagno. Il corvino scosse il capo in avanti in segno di ringraziamento, prendendo la bevanda calda e assaporandone il suo gusto inconfondibile: sapeva di casa.
Posò lo sguardo sui fogli e su tutti i disegni e appunti che si era scritto Hinata. Alzò un sopracciglio rivolgendosi al marito: “Hai già iniziato a pensare agli schemi?”
“Ah, sì! Solo che poi mi soni perso nei ricordi” si giustificò, grattandosi la nuca con la mano.
“Che tipo di ricordi?”
“Ecco…” ci pensò un po’ su “La prima volta che ci siamo incontrati, la prima dichiarazione, il primo bacio, la nostra prima volta, la proposta di matrimonio, l’abito da sposa, la prima volta che abbiamo visto casa…” si fermò contando il settimo dito “Devo continuare?”
“No, non ce n’è bisogno” si alzò avvicinandosi a suo marito. Lo costrinse al muro sollevandogli il mento, come aveva fatto all’altare “Shouyou, promettimi solo una cosa” se lo portò ancora più vicino.
“Cosa?” gli sospirò sulle labbra.
“Che niente di tutto ciò cambierà. Rimarremmo per sempre così”
Hinata prese il viso del compagno portandoselo ancora più vicino: “Te lo prometto. Niente cambierà”
Le sue parole vennero suggellate da un bacio, che durerà domani, per una settimana, un mese e negli anni avvenire. E per sempre.
Per sempre, come avevano sempre desiderato.
Un’anima gemella è qualcosa che dura in eterno, in cui il tempo non conta.
 
Note dell’autrice
Finalmente ho finito di battere sulla tastiera questa storia infinita XD Non credevo che questa fic avrebbe visto la luce, anche perché è venuta molto lunga, molto di più di quanto mi aspettassi T T Spero almeno l’abbiate apprezzata >///<
Mi scuso per eventuali errori, anche nello scrivere la frase in inglese, spero solo di non averne fatti di cretini XD
Ringrazio di cuore neko_hana che mi ha sempre supportato e, anche se lo nega, mi ha dato un sacco di ispirazione e aiuto :D
Spero di rivedervi ad una mia prossima fic >0<
Yuki.
 
   
 
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