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Autore: Magica Emy    07/11/2016    1 recensioni
Può un incontro improvviso cambiare radicalmente la tua vita? Sì, se accade tutto ciò che non ti aspettavi...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Non lo hai detto nemmeno ai tuoi?

Le sussurrò Hèléne, stringendole la mano. La lunga conversazione che Johanna aveva avuto con l’amica le aveva chiarito tutto sulla sua ormai vacillante posizione, e tutto ciò che poteva fare in quel momento era restarle vicina. Qualunque fosse stata la sua decisione. L’americana scosse tristemente la testa, lasciandosi andare a un lungo sospiro rassegnato.

- Hanno già abbastanza problemi da affrontare. Purtroppo non c’è stato verso di rimettere insieme la famiglia e sono decisi a divorziare, rivelare loro anche questo renderebbe di certo le cose più difficili. No, voglio cavarmela da sola e ho tutta l’intenzione di riuscirci, specie ora che Christian…

Si interruppe bruscamente, stringendo più forte la mano che le veniva gentilmente offerta mentre una lacrima solitava scivolava indisturbata sul suo bel viso, riempiendole il cuore di angoscia.

- Non dare peso a quello che ti ha detto – riprese Hèléne, comprensiva – lo sai come sono fatti i ragazzi, no? Di fronte a una cosa del genere si spaventano e reagiscono male, ma vedrai che non appena avrà incassato il colpo tornerà immediatamente a chiederti scusa. Vedrai, tutto si aggiusterà.

Johanna incrociò il suo sguardo sincero, grata dell’affetto dimostratole fino a quel momento.

- Vorrei tanto poterti credere, amica mia, ma tu non hai sentito quello che mi ha detto. Sembrava così…arrabbiato, e deluso. Lui non mi ha creduta, Hèléne, pensa soltanto che quello che gli ho raccontato siano un mucchio di bugie. Come se potessi davvero…

Un improvviso, inequivocabile rumore alla finestra catturò di colpo la sua attenzione, costringendola a lasciare in sospeso qualunque cosa stesse per dire prima di seguire l’amica con lo sguardo precipitarsi ad aprire le tende con un sorriso dipinto sulle labbra.

- Visto? – disse, compiaciuta – Che ti avevo detto?

- Mi dispiace piombare qui così all’improvviso – sussurrò Christian subito dopo essere entrato – ma ho assolutamente bisogno di parlare con Johanna. Non ti dispiace, vero Hèléne?

Annuì poi in direzione della ragazza che, pronta, lasciò la stanza con un breve cenno del capo mentre continuava a sorridere, sicura che le cose si sarebbero presto sistemate. Ed era quello che credeva anche Johanna quando rivolse al ragazzo che amava uno sguardo speranzoso che valeva più di qualunque parola, uno sguardo che lui si impegnò però a fuggire con tutte le forze, conscio solo di ciò che stava per dire e che, ne era sicuro, avrebbe aggiustato le cose una volta per tutte.

- Ecco, io – cominciò, esitante – credo di avere esagerato nei tuoi confronti, prima, e mi rendo conto di non aver affrontato la cosa razionalmente, perciò… quanto vuoi? 

- Come, scusa?

Gli chiese lei, presa in contropiede. Christian si schiarì la voce, incrociando stavolta i suoi occhi inquieti prima di riprendere a parlare con tutta la calma che gli riuscì di trovare.

- Ma sì, quanto ti serve per interrompere questa gravidanza e sparire dalla mia vita il più in fretta possibile?  La mia famiglia non ha problemi economici e possiamo darti tutto ciò che desideri. Basta solo che tu…sia disposta a collaborare per fare quanto ti ho chiesto.

L’improvvisa risata di Johanna echeggiò nell’aria, sorprendendolo più di quanto si aspettasse. Ma era una risata amara.

- No, aspetta, fammi capire…mi stai offrendo del denaro per sbarazzarmi di tuo figlio? È così che sistemate le cose, dalle tue parti? Ok, adesso apri le orecchie e ascoltami bene, non ho intenzione di ripeterlo di nuovo. Non mi interessa quanto è ricca la tua famiglia, non so proprio che farmene dei vostri sporchi soldi. Anzi, per quanto mi riguarda spero proprio che tu possa marcire all’inferno insieme a loro, e adesso fuori di qui!

Gridò quelle ultime parole afferrando d’un tratto uno dei fermacarte sulla scrivania, brandendolo per aria e nella sua direzione fino a costringerlo a indietreggiare.

- Ferma, cosa fai? Metti subito giù quel coso!

- Vattene via, sparisci dalla mia vista o giuro che ti infilzo come uno spiedino ripieno! Come osi venire a cercarmi per farmi una richiesta del genere? Mi fai solo schifo!

- Johanna, sto solo cercando di…

- Christian, vattene immediatamente da qui!

Si intromise a quel punto Hèléne, che fuori della porta era riuscita a sentire gran parte della conversazione e ora tentava di limitare i danni per quanto possibile, anche se sapeva quanto fosse difficile a quel punto. Gli intimò quindi più volte di lasciare la stanza, osservandolo disgustata mentre si calava in tutta fretta dalla finestra prima di correre da Johanna che, nel frattempo, crollata in ginocchio, si lasciava andare a un lungo pianto liberatorio.

- Come ha potuto chiedermi di abortire?

Mormorò addolorata e l’amica l’abbracciò stretta, soffocando così le sue lacrime.

- Mi dispiace tesoro, mi dispiace tanto, credimi, ma tu non arrenderti. Non devi rinunciare a questo bambino e so che sarà difficile d’ora in avanti, ma non sei sola. Io e Cathy faremo tutto il possibile per aiutarti. Andrà tutto bene, te lo prometto.

 

6 febbraio 1994

Ore 20.00

No, rinunciare al mio bambino è l’ultima cosa a cui ho pensato. Non posso, non posso farlo e non lo farò mai, non importa ciò che dovrò affrontare da adesso in poi. E Christian…come ha potuto guardarmi negli occhi e chiedermi di sbarazzarmi di quello che è anche suo figlio? Crede forse che sia stato facile per me incassare un colpo del genere? Non sono pronta per questo e l’idea di avere un bambino non era certo nei miei piani, ma lui c’è, è qui con me adesso, e niente potrà cambiare questa cosa. Nemmeno i soldi che mi ha offerto. Non so proprio che farmene dei suoi sporchi, maledetti soldi, io volevo solo che accettasse la cosa come ho fatto io, che mi giurasse che ci sarebbe sempre stato d’ora in avanti. Per me. Per noi. Per questo piccolo miracolo che è anche una parte di lui, anche se si è impegnato a rinnegarlo con tutte le sue forze. Ma non mi importa, non mi importa se dovrò crescerti da sola piccolo mio, perché ti prometto che finchè vivrò non ti mancherà mai nulla per essere felice. Nemmeno il tuo papà, che non vuole saperne di te. Noi però non sappiamo che farcene di lui, non è vero? Noi possiamo farcela da soli, perché siamo già una famiglia…

 

   
 
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