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Autore: Lady R Of Rage    10/11/2016    3 recensioni
Ci sono cose che, per quanto ci impegniamo, non riusciamo a capire.
Sans non capisce perché lui e Papyrus non possono entrare nel ristorante di pasta che suo fratello desiderava tanto provare.
Undyne non capisce perché i genitori del suo ammiratore numero uno siano stati uccisi a sangue freddo per strada senza aver fatto nulla per meritarlo.
Mettaton non capisce perché tre uomini col passamontagna siano entrati nel MTT Resort con in mano delle mitragliatrici e abbiamo fucilato senza pietà chiunque gli capitasse a tiro.
Alphys non capisce perché è rinchiusa da due giorni in una stanza piena di polvere, con i polsi stretti da catene e il corpo pieno di ferite causate da coltelli e bastoni.
E Frisk non capisce cosa stia succedendo ai suoi amici, per quale motivo siano costretti a soffrire in questo modo.
Non capisce perché l'umanità, a volte, sappia essere così poco umana.
Genere: Angst, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Mettaton, Papyrus, Sans, Undyne
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Qualcuno Non Ci Sta
 
Frisk sollevò la testa dal cuscino con gesto noncurante. Nonostante si fosse vestita di tutto punto, lavata e pettinata, come per iniziare un nuovo giorno, non si era mossa da quel cuscino da allora, e le quattro erano appena suonate.
Sollevò il cellulare e guardò il display. 
Nuovo messaggio da: Dunkle Sans.
La ragazzina sospirò. Dopo l’orribile rapimento subito dalla povera Alphys, la piccola scienziata si era messa a letto per la tensione e lo shock, e Sans e Papyrus se ne occupavano come fosse stata la loro sorellina.
“Hey, piccola. Vorrei dirti che oggi Al’ ha ricominciato a mangiare in modo regolare. Benediciamo gli spaghetti del mio fra’. Spero che tu stia bene. Un abbraccio da parte mia e di Pap. xoxoxo”.
“Un abbraccio anche a voi. Siete davvero degli angeli. Alphys è fortunata ad avere due amici come voi”, aveva risposto dopo una lunga riflessione, ma non riusciva a credere del tutto alle sue parole.
“Fortunata”, pensava con freddezza. “Fortunata ad essere stata rapita e torturata da dei fondamentalisti?”.
Si era sempre considerata una ragazza coraggiosa. Durante la sua avventura nel Sottosuolo si era sempre mantenuta determinata ad andare fino in fondo, senza mai arrendersi né voltarsi indietro. Ma in quel momento non si vergognava a pensarlo: era terrorizzata.
Aveva provato a distrarsi guardando un po’ di televisione, ma senza esito.
“Nuovi raid del MDS colpiscono zone urbane, almeno due mostri uccisi la scorsa settimana e altri sette feriti. Le forze dell’ordine promettono di prendere provvedimenti per…”
Non voleva più sentire altro. Aveva la testa piena dei nomi delle vittime, alcuni dei quali conosceva.
Frisk aveva sperato segretamente che i genitori di Monster Kid, il simpatico mostriciattolo che aveva conosciuto alle Cascate, fossero un caso isolato, ma le news non facevano che darle torto.
“… mostro dall’aspetto di dalmata, ex componente della Guardia Reale di Re Asgore, ucciso da polpetta avvelenata lasciata da membri del MDS…”
“…rapito da degli estremisti e ucciso in tre giorni di tortura. Il figlio, un aspirante comico, ha dichiarato che…”
“…entrati nella sua pasticceria e nonostante la resistenza della proprietaria e dei suoi ragni da compagnia sono riusciti a mettere mano alle pistole…”
Era forse quello, l’esito della sua avventura? Condurre al massacro un intero popolo? Procurare sofferenza a coloro che chiamava amici?
Il rumore di una porta che si apriva la strappò dai suoi pensieri. La cerimonia era finita. La mamma e il papà erano tornati da lei.
Si alzò dal letto con gesti meccanici e accorse alla porta, dove attendevano Re Asgore e la Regina Toriel.
-Bambina mia, eccoti qua!- esclamò la capra, allungando le braccia verso di lei. Indossava una tunica nera, priva di disegni, e anche il mantello di Asgore, che copriva una semplice armatura di ferro, era nero.
Toriel la prese a sé, stringendola al petto in un caldo e peloso abbraccio, e il marito le accarezzò la testa con un triste sorriso.
-E’ un peccato che non sia venuta.- disse cercando di mantenere  un tono allegro. -E’ stata davvero una cerimonia imponente. Mettaton ha cantato una canzone umana spettacolare… Amazing Qualcosa… avresti dovuto vederlo in abito nero.-
-Era splendido.- confermò Toriel. -Anche se… insomma, mantello di raso e veletta sul viso? Era davvero un po’ troppo. Poi Undyne è salita in alta uniforme… e ha tenuto un bellissimo discorso. Quella donna è eccezionale, sono così fiera di averla come Capitano delle Guardie.-
Frisk ascoltava appena, senza osar volgere gli occhi ai genitori caprini. Si sentiva la testa pesante, gli occhi gonfi, e il corpo in preda a una paralisi agghiacciante.
Era il peso del senso di colpa, e lei lo sapeva.
-Per favore, non voglio parlarne.- disse in tono monocorde. Scivolò via dalla stretta dei genitori pelosi e si avviò verso la sua camera, poi si gettò sul letto e si coprì il volto col cuscino, senza dire una parola. 
-Frisk?- le voci dei due mostri la seguivano al di sotto della stoffa. -Bambina? Non vuoi dirci come ti senti?-
-No, non voglio!- il tono era quello di una bambina capricciosa, ma non le importava. Non aveva voglia di parlare con nessuno, men che meno tirar fuori quegli eventi.
-Frisk, figlia cara.- disse Asgore da sopra al cuscino, accarezzandole la schiena con la mano pelosa. -Sappiamo che tu sia spaventata… ma non devi avere paura. Io e la mamma sappiamo difenderci bene. Non ci succederà nulla.-
-Non è quello!- ringhiò la bambina, svelando da sotto il cuscino un volto grondante di lacrime. 
Non ce la faceva più a trattenere tutto. Si gettò di nuovo nel petto della mamma e lasciò che il pianto scorresse, incontrollabile, assieme a una quantità di singhiozzi convulsi che la lasciavano senza fiato.
-Frisk…- ripetevano incessantemente Toriel e Asgore. -Frisk… bambina… Frisk…-
-Sì, Frisk: il nome di colei che vi ha rovinati tutti.- singhiozzò lei. Allontanò il volto dalla tunica della regina e si asciugò con violenza le guance con le nocche: il naso le colava e un filo di bava le scorreva dalla bocca. 
-Andiamo a lavarci la faccia, figlia mia.- propose dolcemente Toriel. Sorresse la ragazzina da sotto la spalla, guidandola verso il bagno. Frisk si lasciò guidare, senza smettere di piangere come una sciocca e inerme neonata.
La mamma e il papà le lavarono il viso in acqua calda, massaggiandole la schiena, le porsero salviette per soffiarsi il naso e un bicchiere d’acqua fredda da bere, poi la presero a sé come fosse stata una bestiolina abbandonata e la cullarono, sussurrandole parole dolci come pastiglie di medicina.
-Non ci hai rovinati, bambina. Affatto.- disse Asgore stringendo una mano della ragazzina. Toriel annuì prendendo l’altra mano. -Tu ci hai salvati, Frisk. Ti siamo tutti grati per averci permesso di fuggire da là sotto.-
-E finire tutti ammazzati da un gruppo di fanatici estremisti?- 
Frisk urlò, senza vergogna né timore. Non aveva mai urlato addosso alla mamma e al papà, né aveva mai pensato di farlo: eppure eccola là, a fare le lagne contro i suoi genitori caprini, con dentro una rabbia che nessuno, nemmeno Chara, le aveva mai fatto sentire.
-Avete saputo di Alphys? E del MTT Resort? E dei genitori del mio amico Monster Kid?-
Pensare alle sue vittime le causò un’improvviso attacco di nausea, e si sentì collassare. Le forti braccia delle capre erano là per prenderla al volo, sorreggendola con celerità.
-No, bambina.- disse dolcemente Toriel. -Non è colpa tua. Noi volevamo essere liberi… tu non c’entri nulla.-
-Hai lottato per salvarci.- continuò Asgore. -Sei la nostra piccola eroina. Quegli esseri non c’entrano nulla con te.-
Frisk apprezzava la gentilezza dei suoi genitori, ma la consolazione non sembrava arrivare. 
-Forse…- disse piano, asciugandosi gli occhi.
-Forse avrei dovuto avvisarvi di come sono fatti gli umani.-
Toriel e Asgore si guardarono, rabbrividendo, incapaci di commentare.
Ma il silenzio fu presto spezzato da una quarta voce, traboccante d’irritazione.
-IDIOTI! SIETE TUTTI DEGLI IDIOTI! CIECHI COME TALPE!-.
Frisk corse in salotto, seguita a fatica dal re e dalla regina. Flowey non aveva parlato per tutta la mattina, non le aveva nemmeno chiesto come stava, sembrava quasi che le tenesse il broncio. E improvvisamente si era messo a urlare come un vecchio brontolone.
-Cosa ti prende adesso, Flowey?- domandò timidamente la ragazzina. Era ancora un po’ intimorita dal fiore nel quale si era trasformato il suo fratellastro, che nonostante si impegnasse spesso per trattenersi mostrava ancora, a volte, segni del suo vecchio caratteraccio. 
Flowey agirò i tentacoli su e giù come una cheerleader. 
-Sei un’idiota, Frisk. Un’idiota.- imprecò. 
-Che cos…-
-Guarda la TV, razza di cretina.-
Solo allora Frisk si accorse che il televisore era acceso. Stava passando un telegiornale, e sulle prime le immagini la intimorirono. Non aveva voglia di trovarsi davanti altre scene di morte.
Quello che vide, invece, fu qualcosa di inaspettato.
-Tori…- esclamò Asgore, incredulo quanto lei.
-Non posso crederci.- esulò Toriel.
Una folla di gente - umani - riempiva una larga e lunga strada. Non c’era un metro libero, accorrevano da ogni parte come un fiume in piena,  muniti di cartelli, striscioni, clacson, tamburi; alcuni indossavano parrucche dai colori vivaci, altri portavano sulla schiena delle bandiere a strisce arcobaleno, come dei mantelli. E tutti in coro gridavano qualcosa che Frisk non distingueva.
Un reporter umano in giacca e cravatta parlava sopra le immagini.
-… e vanno avanti da ore grandissime proteste in tutta America contro la discriminazione ai danni dei mostri emersi l’anno scorso dal Monte Ebott, portate avanti dall’associazione paramilitare conosciuta come Movimento Di Superficie, che hanno coinvolto diversi milioni di persone di tutte le nazionalità. L’indignazione per i trattamenti indegni subiti dai nostri nuovi concittadini crescono di giorno in giorno, e le associazioni umanitarie hanno già preso vari provvedimenti affinché…-
In preda a un’inspiegabile euforia, Frisk cominciò a scalare i canali. La protesta era lì, dovunque si spostasse: umani, umani in tutte le direzioni, che cantavano e manifestavano per i mostri.
-Il cellulare, cretina!- squittì Flowey lanciandoglielo contro. Frisk lo prese al volo e sbarrò gli occhi: una muraglia di messaggi copriva il display.
Messaggio da: DunkleSans. “Guardando la protesta proprio adesso. Siete davvero grandi, quando volete. Date coraggio a questo vecchio scheletro. :’-)”
Messaggio da: The Great Papyrus.E’ PIENO DI UMANI BUONISSIMI CHE LOTTANO PER NOI. PENSO CHE MI COMMUOVERÒ.
Messaggio da: StrongFish. “I loro cuori battono all’unisono. Mi sento più determinata solo guardandoli.”
Messaggio da: HottieBottie. “Io e i miei cugini vi ringraziamo di cuore, tesori. È per cose come queste che adoro gli umani.”
Messaggio da: BokuNoMewMew. “Sapere che c’è gente che combatte per e mi rassicura davvero tantissimo. Quando mi riprenderò tornerò a lottare con voi. (≧o≦)”
E tanti, tantissimi altri ancora: un coro senza fine di complimenti, ringraziamenti e incitazioni.
Frisk sorrise senza rendersene conto, un sorriso vero, che raggiungeva gli angoli della bocca. Guardò il suo fratellastro vegetale, la cui espressione irritata sembrava gradualmente ammorbidirsi, e i suoi genitori caprini, ancora vestiti di nero dalla cerimonia in memoria delle vittime del pregiudizio.
-Ora ho capito.- disse. -Ho capito cosa dobbiamo fare.-

Angolo della Lady:
Ho concluso in fretta e furia gli ultimi tre capitoli di questa storia. Avrei davvero voluto pubblicarli in una circostanza più felice, ma quello che è accaduto in America mi ha spaventata e atterrita, e non ho potuto più trattenermi dal mandare, anch’io, un messaggio a modo mio a tutti quelli che si sentono spaventati da Donald Trump e dai suoi miserrimi sostenitori. 
Non trovo davvero altre parole da usare, se non RESTATE DETERMINATI. Trump può far paura, ma non lasciamo che la paura ci zittisca. Non restiamo in silenzio, non chiudiamoci in casa. Lottiamo. Restiamo uniti. 
Vorrei dedicare questa storia a tutti gli esseri umani buoni, che prenderebbero parte a proteste come queste. A tutti quelli che tengono alto il nome dell’umanità.
So di aver trattato alcune tematiche molto forti con questa storia, ma vorrei chiudere con una nota positiva, un inno alla speranza e alla quiete dopo la tempesta.
Non lasciamo che l’Inaccettabile diventi accettabile.
Abbiate coraggio.
Restate determinati.
Lady R
  
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