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Autore: Shari Deschain    16/05/2009    10 recensioni
“Lotterò senza arrendermi finché avrò nemici davanti agli occhi; niente e nessuno potrà fermarmi perché sono il grande Principe dei Saiyan!"
[Raccolta di storie per la Big Damn Table]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Vegeta (Big Damn Table)' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Rating: G
Personaggi: Vegeta, Bulma, Bra.
Lunghezza: 952 (w)
Prompt: 049. Fiori @fanfic100_ita & fluff domestico @fanfic_italia
Genere: Fluff <3
Note:Scritta per il secondo round del Flufflathlon di fanfic_italia
Tabella: Qui


Allergie



Vegeta odia i fiori.

E non è uno di quei sentimenti ingiustificati che ogni tanto lo assalgono, questo è un odio razionale ed assolutamente motivato.
Quando ancora lavorava come mercenario per Freezer, qualcuno ebbe la bella idea di mandarlo a conquistare un miserabile pianetucolo, interamente ricoperto di quei maledetti cosi puzzolenti. Persino gli abitanti stessi del pianeta emanavano quell’odore dolciastro e nauseabondo.
L’intera missione era stata una vera tortura e, come se non bastasse, una volta tornato alla base aveva starnutito per tre giorni di seguito.
Vegeta è leggermente allergico ai fiori, sì.
È per questo che quando arriva al pannello di controllo della Gravity Room, e si trova davanti un piccolo mazzo di fiori colorati, il suo primo istinto è quello di incenerirli sul posto.
Il braccio scatta automaticamente verso l’alto, e in corrispondenza del palmo si sta già formando il ki-blast vendicatore, quando infine la domanda di come diamine ci siano arrivati quei fiori lì dentro, fa capolino nei suoi pensieri.
A quel punto, l’istinto distruttivo comincia a scemare lentamente, soprattutto perché in quella casa non ci sono molte persone capaci di violare il sacro santuario dei suoi allenamenti per un motivo così idiota come regalargli dei fiori.
La gallina bionda lì dentro non ci mette mai piede, il vecchio neanche, suo figlio non potrebbe mai pensare di fare una cosa del genere — su questo Vegeta non ammette discussioni — e Bulma sa perfettamente che non è un gesto che lui apprezzerebbe.
Di possibili sospettati, quindi, non ne restano molti.
In un attimo di follia mentale se la immagina addirittura, quella cosina azzurra, tutta pizzi e codini, che gli corre incontro con un sorriso più grande di quanto dovrebbe essere consentito, sventolando in una manina quel piccolo mazzo di fiori.
Vegeta scuote forte la testa, quasi a sbarazzarsi di una mosca fastidiosa, e poi torna a fissare i fiori, spostando il peso da un piede all’altro, indeciso sul da farsi.
Se li distrugge, Bra si trasformerà in una fontana ululante, ma se li lascia dove sono la gravità li ridurrà comunque ad una macchia colorata sul pavimento, provocando comunque una lunga crisi di pianto. D’altra parte, se li prende in mano per spostarli, starnutirà almeno fino al giorno dopo. Certo, la soluzione meno problematica sarebbe abbandonare la Gravity Room, ma questo vorrebbe dire non allenarsi per tutto il giorno.
Il principe dei saiyan digrigna i denti, palesemente infastidito, e dopo qualche altro minuto di imprecazioni silenziose, fa marcia indietro e si dirige a grandi passi verso il laboratorio di sua moglie.

Quando le urla di Vegeta cominciano a risuonare per l’etere, Bulma non ci fa caso.
Il vociare del principe dei saiyan è ormai un rumore di sottofondo piuttosto comune, lì alla Capsule Corporation, inoltre la bella scienziata è già impegnata di per sé a tenere fermi i progetti in una mano e la sigaretta nell’altra, leggendo contemporaneamente sia gli appunti che suo padre ha fatto agli angoli dei fogli, sia i dati che il computer di fronte a lei sta elaborando. Vegeta è davvero l’ultimo dei suoi pensieri.
Questo almeno fino a quando lui non spalanca furiosamente la porta, strillando il suo nome.
Ad ogni modo Bulma non si scompone più di tanto — quasi per niente, in effetti.
- Qualcosa non và, caro? – chiede semplicemente, soffiando via una piccola nuvola di fumo.
- La Gravity Room.
- Se hai fatto saltare qualche altro circuito dovrai aspettare un po’ prima che io riesca a ripararla. Il magazzino, al momento, è praticamente vuoto. – spiega pacatamente la donna, prima di tornare a rivolgersi verso la sua
scrivania.
Dietro di lei, Vegeta si schiarisce rumorosamente la voce, in imbarazzo.
- Ci sono dei fiori nella mia Gravity Room. – borbotta infine, rivolgendo uno sguardo truce ad uno dei robot semoventi che è appena andato a sbattere contro la sua gamba.
La donna, intanto, si volta a guardarlo, e sul suo viso c’è un’espressione a metà tra sorpresa e divertimento.
- Fiori?
- Bra, probabilmente. – ringhia Vegeta, per tutta risposta. Bulma ride, poi annuisce, indicando l’angolo della sua scrivania, dove campeggia un bel vaso azzurro pieno di quegli stessi fiori colorati.
- Mia madre le sta insegnando il giardinaggio. – spiega dopo qualche secondo, il sorriso ancora sulle labbra. – Credo che dovremo rassegnarci a ricevere mazzi di fiori tutti i giorni. – aggiunge, ghignando leggermente.
Vegeta non prende per niente bene la notizia.
- Io sono… - allergico a quei cosi, sta per dire, ma poi si blocca. Non può ammettere una tale debolezza così a cuor leggero.
- Odio quei cosi. – esclama invece.
- Vallo a dire a Bra. – si limita a ribattere lei, alzando le spalle. – Dille che odi i fiori e che non vuoi che lei te li regali. Ora, se non ti dispiace, devo lavorare.
Questo è un colpo basso in piena regola, e lo sanno entrambi. Bulma comunque non sembra affatto dispiaciuta, e anzi, continua a guardarlo con quel suo ghigno divertito.
- Fai sparire quei cosi dalla mia Gravity Room. – sibila lui, senza sapere che altro dire.
- Lo farò quando avrò finito qui. – lo rimbecca Bulma, spegnendo la sigaretta nel portacenere e voltandogli di nuovo le spalle. Praticamente equivale a dire che lo farà stasera.
Potrebbe insistere, certo, ma poi Bulma capirebbe quanto lui odia quei maledetti fiori, e Vegeta non è per niente intenzionato a metterle un’arma del genere nelle mani. Così, dopo aver lanciato alla nuca di sua moglie uno sguardo di fuoco, esce dal laboratorio, rimuginando su come impegnare la giornata.
Alla fine decide che guarderà un po’ di quella ridicola televisione terrestre, mangerà l’arrosto che ha intravisto nel frigorifero questa mattina, e poi si allenerà fino a sera nel giardino dietro casa. Distruggendo più fiori possibili, ovviamente.


*****


N/A: Se sto aggiornando a ruota continua è perchè sto partecipando a delle challenge a dir poco stupende, sappiatelo XD
Un ringraziamento di cuore a
lilac kamyVegeta4everka93Sybelle per aver gentilmente recensito lo scorso capitolo. Grazie davvero <3

Shari.
   
 
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