Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: ombra_di_cenere    22/11/2016    0 recensioni
Jean, sempre esuberante e sicuro di sé, si mostra alquanto timido nello scoprire che prova qualcosa di più che semplice amicizia nei confronti di Marco.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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~~~Cause you are the piece of me
                                  I wish I didn’t need
                                                       Chasing relentlessly
                                                                               Still fight and I don’t know why



~La campana suona: inizia un'altra giornata di addestramento.
Stranamente sento di aver dormito bene, molto bene. Probabilmente ho fatto anche un bel sogno, ma non ricordo di cosa trattasse.
Come ogni mattina lancio un braccio verso il materasso a fianco al mio, così da arrivare una manata addosso a Marco e svegliarlo: lui dorme così profondamente che nemmeno sente la sveglia.
La mia mano picchia sul materasso vuoto; cosa?
Marco? Subito una valanga di ricordi mi investe. Marco. Io. Noi. Ommerda!
Mi alzo a sedere di scatto; è successo davvero o ho sognato?
Una parte di me vorrebbe che sia stato tutto un sogno, frutto della mia immaginazione ,ma un'altra parte, forse più nascosta e complice, spera che sia stato tutto vero. Mi sento arrossire. Ieri dopo che è scappato io sono tornato al dormitorio e mi son messo a letto, non poco confuso, e per un po' non son riuscito ad addormentarmi visto che Marco non si faceva ancora vivo. Non l'ho visto arrivare ma deve essere tornato visto che le lenzuola sono sfatte.
Deve essersi svegliato prima di me e deve essere scappato, proprio come ieri. Ripensando all'accaduto mi sento ancora confuso: non so che mi è successo. Insomma io credevo di essere innamorato di Mikasa, lei è così brava, coi capelli così scuri e soprattutto è una ragazza. Marco è così diverso da lei, in tutto e per tutto, però ieri ho sentito come una forza dentro di me che mi spingeva verso di lui, come una calamita che mi attirava e mi diceva “ Hei fidati! È questo quello che vuoi veramente!”. Devo ammettere che non mi ero mai sentito come ieri, è stata una bella sensazione. Sorrido involontariamente compiaciuto da quel ricordo. Però subito mi assalgono delle domande: come devo comportarmi con Marco? Faccio finta di nulla o gli chiedo scusa per quello che ho fatto? Magari lui non vuole nemmeno parlarmi... No, se non ci parlassimo attireremmo l'attenzione di tutti gli altri cadetti che ormai sono abituati a vederci sempre insieme. Forse è meglio se per ora faccio finta di nulla, poi troveremo un'occasione per parlarne. Mi passo una mano sul viso mentre sbadiglio; mi sdraio e comincio a stirarmi. Allungo le punte dei piedi e stendo le braccia dietro la testa. Scrocchio le dita delle mani, sbuffo e salto giù dal letto a castello; mi do una sistemata e mi avvio verso la sala da pranzo, dove mi aspetta la colazione. Che situazione impensabile che mi trovo a vivere... credo di essere innamorato del mio migliore amico, anzi ne son quasi certo!
Mentre supero un dormitorio noto la mia immagine riflessa in una delle finestre; mi fermo un secondo a guardarmi. Ho i capelli spettinati perciò provo a sistemarli con le mani, invano. Le ciocche sparano in tutte le direzioni, senza un ordine. Non posso presentarmi così, sono inguardabile! Li disordino ancora di più sfregandomi energeticamente una mano sulla chioma chiara, poi provo a sistemarli. Niente da fare! Vanno ovunque, senza regole, prendendosi gioco di me e dei miei sforzi. Continuo ad osservarmi, il graffio di ieri si nota ancora, sono arrossato sullo zigomo sinistro; per pareggiare mi pizzico la guancia destra così lo nasconderò un po'. Guardo come mi sta la camicia, accettabile, anche se... si dai ! Sbottono un paio di bottoni partendo dal colletto e lasciando intravedere l'osso delle clavicole, mi rimbocco anche le maniche.
Hei ma che sto facendo? Perchè mi sto guardando e sistemando tutto? Di solito me ne frego di queste cose... Com'è possibile che tutto ad un tratto mi interesso di come appaio esteticamente? Insomma ai miei compagni non importa come mi presento ma bensì cosa faccio in addestramento; ai miei compagni... si proprio loro, i miei compagni, e Marco?
A lui importa come appaio?
Capisco che sto facendo tutto questo, involontariamente, per piacere a lui. Sto impazzendo del tutto, sono fuso totalmente! Cavoli se è strano essere innamorati...
Decido di lasciar perdere e continuo a camminare verso il refettorio.
Appena entro noto che la stanza è mezza vuota, ma al tavolo dove mi siedo di solito ci sono già Marco ed altri due nostri compagni. Mi avvio verso questo e nel frattempo lui alza lo sguardo dalla tazza da cui sta bevendo per vedere chi sta arrivando. Nell'istante in cui incrocia i miei occhi diventa bordeaux e guarda dalla parte opposta alla mia. Pure io mi sento arrossire, mi mordo il labbro e mi avvicino facendo finta di nulla.
- Buongiorno – saluto mentre mi siedo di fronte a lui, nell'ultimo posto libero. Tutti rispondono, anche lui, però con un “ giorno!” sussurrato veloce e timidamente. È adorabile con le guance così arrossate: mettono in risalto le sue lentiggini.
Parliamo poco la mattina, siamo sempre tutti troppo assonnati, però oggi siamo molto più silenziosi del solito e i nostri compagni lo notano.
- Hei ragazzi che avete? Siete troppo silenziosi oggi! - senza incrociare lo sguardo di Marco rispondo subito.
- Sono più addormentato del solito... tutto qui! - fingo un rumoroso sbadiglio mentre loro si rivolgono a Marco.
- S-Scusate non ho dormito molto bene...hem... Come, come va il tuo graffio?
Non mi guarda mentre mi parla, deve aver troppa vergogna.
- Molto meglio, grazie! Sei un ottimo medico Marco! - non appena sente il suo nome alza gli occhi verso di me, gli sorrido e lui ricambia, senza perdere il colorito del viso.
Sono sollevato: se mi ha sorriso vuol dire che non è arrabbiato.


Questa mattina è dedicata all'allenamento nel corpo a corpo. Non sono molto bravo, mi spiace ammetterlo, me la cavo molto meglio con l'attrezzatura per la manovra 3D.
Dopo che ci hanno detto di cominciare ci siamo divisi in coppie ed io e Marco ci siamo avvicinati in tacito accordo. Ci siamo sempre allenati insieme e così faremo anche oggi.
- Come sempre? - chiedo, Marco annuisce in silenzio e si prepara in posizione di combattimento.
- Via! - mi slancio verso di lui come ogni volta e ripetiamo la successione di tecniche che abbiamo imparato osservando Annie, Reiner e Berthold. Io attacco e lui para; nonostante la sua statura Marco è veloce nel corpo a corpo e non son mai riuscito a farlo cadere. In compenso io son più “cattivo” e ogni tanto gli faccio delle starne leve al gomito che ho copiato da Connie.
Noto che Marco è meno reattivo del solito, mentre io sono troppo entusiasta.
- Hei Marco, scusa per ieri... - gli sussurro questo mentre lo attacco col pugnale dall'alto. Mi sento in dover di scusarmi poiché ho invaso il suo spazio senza il suo permesso. Magari l'ho anche turbato parecchio.
Lui mi blocca il polso e mi guarda spalancando gli occhi.
- Non devi scusarti affatto, anzi dovrei ringraziarti... - molla la presa e fa un passo indietro.
Lo guardo inarcando un sopracciglio, sono perplesso.
Lui mi attacca di sorpresa col pugnale dal basso, arretro un passo, passandomi un braccio davanti al viso scaccio il suo teso, allontanando il pugnale da me; appoggio una mano sulla sua spalla e con una gamba gli spazzo il piede così da toglierli l'appoggio più stabile e fargli perdere l'equilibrio. Finalmente son riuscito a farlo cadere, c'è solo un piccolo particolare: prima di cadere è riuscito ad afferrarmi il braccio tirandomi a terra con lui. Marco è atterrato sulla schiena mentre io sono atterrato di pancia su di lui. Non è stato un atterraggio doloroso, almeno per me. Mi ritrovo col viso a pochi centimetri dal suo, incrocio i suoi occhi e mi sento arrossire.
- Grazie Jean... - mi sussurra, avvampando.
- Per cosa? - non capisco ancora a cosa si riferisca. Poi gli sono appena caduto addosso perchè dovrebbe ringraziarmi?
-Per quel bacio, è...è significato molto per me! - finita la frase distoglie lo sguardo. Io rimango a osservarlo. Non ci credo, gli è piaciuto! Evidentemente anche lui ha provato ciò che ho provato io! Sono felice e mi sento sollevato: so di aver fatto la cosa giusta! Per la prima volta! Mi sento attraversare da un brivido di felicità, sono contentissimo! Insomma ha appena affermato che anche lui non si è pentito di ciò che successo ieri!
- Hei Jean, inizi a pesare! - Marco mi sorride imbarazzato e io subito mi rendo conto di essermi accomodato per bene addosso a lui. Mi punto sulle braccia per poi alzarmi in piedi e offrirgli la mano per aiutarlo. La sua presa è forte e calda. Ci guardiamo per un po' negli occhi poi, senza un motivo apparente, scoppiamo a ridere in sincrono.


           Oggi  a pranzo ci sono omelette con broccoli ho sempre amato le omelette, ma odio i       broccoli. Sono seduto a fianco a Marco e al tavolo tutti parliamo come sempre.
Senza dire una parola dopo che ho finito la mia omelette prendo il mio piatto e passo i broccoli su quello di Marco, che sta ancora finendo.
- Chi ti ha detto che li voglio? - finge di protestare, cercando di picchiarmi la forchetta sulla mano.
- L'ho deciso io che li vuoi! Zitto e mangia! - lo minaccio con la mia di forchetta e faccio ridere tutto il mio tavolo. Lui sbuffa rumorosamente e continua a mangiare i broccoli.
Quando tutti abbiamo finito iniziamo a discutere su come si possa migliorare l'utilizzo dell'attrezzatura per la manovra: potremmo aumentare la velocità cercando delle posizioni più aerodinamiche mentre siamo sollevati oppure potremmo aumentare il gas contenuto nelle bombole e cose così...
Sono appoggiato ad una mano col mento mentre l'altra è abbandonata sulla panca. Dopo un po' questo discorso inizia ad annoiarmi, visto che ci capita spesso di finire in discussioni di questo genere. La situazione si fa più interessante quando sento che qualcosa tocca la mia mano. Con la coda dell'occhio noto che Marco ha allungato la sua verso la mia e ha iniziato a giocherellare con le mie dita. Sto al gioco continuando a scappare dalla sua presa non troppo in fretta però, oppure attireremmo l'attenzione. Le sue dita sono calde e i polpastrelli morbidi. Dopo un po' mi arrendo e lascio che disegni dei piccoli cerchi sul dorso della mia mano con l'indice. Il contatto dell'unghia mi fa il solletico e mi sfugge un sorriso. Sono consapevole del fatto che sono paonazzo, però non me ne preoccupo troppo: crederanno tutti che sia a causa del mio graffio. Invece Marco è bordeaux senza una ragione apparente per chi non sa di questo nostro giochetto improvvisato.
Stava andando tutto a meraviglia finchè non sento una voce odiosa che dice per l'ennesima volta la stessa frase di sempre : - Io li ucciderò tutti! Dal primo all'ultimo! Non cercherò di nascondermi nelle mura interne ma diventerò uno Scout e libererò l'umanità dalla piaga dei giganti!
Come sempre Eren si sta dilettando nel suo discorso idealista e utopico e noi non possiamo far altro che ascoltarlo.
- Sai Jean quando avrò visto il mondo esterno tornerò apposta nelle mura per raccontarti cosa voglia dire essere liberi!
Mentre diceva questa frase si è alzato in piedi senza un motivo apparente, ha picchiato una mano sul tavolo mentre con l'altra mi ha indicato. Subito allontano la mano da quella di Marco ora che l'attenzione è tutta su di me. Marco mi fissa e sembra dirmi con lo sguardo di non alzarmi a cercare spettacolo.
- Non immagini quanto poco possa interessarmi... - mi limito a rispondere e a girarmi com'ero prima.
- Ovvio a te interessa solo essere al sicuro dietro delle mura!
- Bhe sì è vero! È allora? Che problemi ti crea questo?
- Un soldato non dovrebbe cercare di nascondersi come un codardo ma bensì dovrebbe combattere per il popolo!
- Io non sono un codardo! - Ora è troppo, mi alzo anche io e lo fulmino con lo sguardo.
- Allora non comportarti da tale!
- Ti ho detto che non sono un codardo! - mi sto per slanciare verso il suo tavolo quando mi ritrovo davanti Marco.
- Jean basta!
- Lasciami, devo dargli una lezione!
- Jean! - Marco mi prende per le spalle e mi scuote leggermente, mi sta fissando con due occhi tremendamente seri. Non l'ho mai visto così; mi fermo.
- Andiamo... - mi prende per un braccio e mi guida fuori dal refettorio. Mi lascio tirare, la sua presa è decisa sul mio avambraccio, ma non mi fa male.
Sono alquanto preoccupato: devo averlo fatto arrabbiare davvero questa volta. Penso che non ho mai visto Marco arrabbiato, chissà com'è ? Magari è una di quelle persone sempre calme e gentili, come è lui del resto, che però quando si arrabbiano esplodono e fanno davvero paura. In questo caso non credo riuscirei a tenergli testa.
Mi ha portato nel bosco dove solitamente ci alleniamo con l'attrezzatura, però oggi pomeriggio abbiamo lezione di cavallo. Non dovremmo presentarci qui.
Marco mi molla e si volta a guardarmi, incrociando le braccia.
- Quante volte devo ripetertelo? Non devi dargli corda! È tutto ciò che vuole: avere qualcuno con cui sfogarsi! E tu stai al gioco come un burattino!
- Mi ha dato del codardo non potevo starmene zitto! - come può pensare di non reagire ad un commento simile?
- Jean cosa importa cosa dice Eren di te? Tu sai la verità e non devi rendere conto a nessun altro!
- Io voglio che anche gli altri lo sappiano! Cosa importa cosa penso io?
- Gli altri sanno che non è vero! Ma se ti comporti così da bambino sembrerai solo una persona impulsiva e irragionevole! Cosa che non sei!
- Io... Io voglio solo che mi considerino per quello che sono. Non posso lasciare che Eren dica cose non vere senza reagire...
Marco mi si avvicina e mi appoggia di nuovo le mani sulle spalle, questa volta però la presa è meno forte. Guardo verso il basso, sicuro di non riuscire a sostenere il suo sguardo.
- Jean, noi sappiamo come sei, io so come sei... Tu sei una persona gentile, nonostante nascondi questo tuo aspetto sotto una maschera da esuberante. Jean tu sei probabilmente il migliore tra tutti noi ! Hai il carattere ideale per essere un Leader, ma se continui a fare certe scenate di fronte a tutti poi nessuno ti seguirà.
Alzo gli occhi e incrocio i suoi scuri, mi sta guardando in maniera da sciogliermi con lo sguardo. Come posso non essere sincero con lui? Come posso continuare ad indossare la maschera di cui mi ha appena parlato? Mi sta dicendo che  ho il carattere adatto per comandare un gruppo ed ha pienamente ragione quando dice che con questo mio comportamento rovino tutto. Ma com'è possibile che lui mi capisca così bene? Dovrei negare quello che dice per mantenere il mio ruolo di ragazzo impassibile che pensa solo a se stesso? Dovrei forse dirgli che si sbaglia?
No, non riesco, decido di buttare questa mia forza apparente e mi lascio andare, confidandogli tutto ciò che ho sempre tenuto dentro.
-Marco io non sono il migliore e sicuramente non sono un leader, io ho paura, ho una paura tremenda di morire e di lasciare questo mondo troppo presto. Ho paura di non qualificarmi tra i migliori dieci e ora che ho scoperto cosa provo per te... - mi sento un idiota quando percepisco le lacrime agli angoli degli occhi, pronte a scappare e scivolare lungo il mio viso. Non ho mai parlato così a nessun altra persona, non ho mai esternato cosa provavo così direttamente ma non me la sento di mentirgli e di non essere sincero – Ora che ho capito cosa provo per te ho anche paura di perderti! E io non so come potrei andare avanti senza di te...
Finendo la frase le lacrime scappano. Le sento calde scorrere sul mio viso arrossato, anch'esso caldo. Scendono fino al mento per poi gettarsi a terra, finalmente liberate dalla gabbia che erano i miei occhi. Da quanto tempo trattenevo queste lacrime? Da quanto tempo negavo i miei sentimenti?
Chiudo gli occhi, non voglio vedere con che sguardo mi sta osservando Marco ora che mi mostro per come sono: spaventato da morire.
- Oh Jean... - sussurra appena il mio nome, nella sua voce non c'è più traccia della rabbia di prima, ma solo tenerezza.
Percepisco le sue mani sul collo appena prima di sentire le sue labbra calde e morbide sulle mie.
Quel contatto mi procura un brivido lungo tutto il corpo, proprio come ieri. Mi prende il viso tra le mani e mi avvicina ancora di più; muove delicatamente i pollici, accarezzandomi e trascinando l'umido delle lacrime su tutte le mie guance. Ho smesso di piangere, riprendo fiato piano e appoggio le mie mani sui suoi fianchi.
Marco! Come ho fatto a non capirlo prima? È questo quello che ho sempre cercato: trovare qualcuno che mi facesse sentire così. Nonostante abbia appena pianto come un bambino mi sento tremendamente felice perchè c'è lui con me! Non ho paura di mostrarmi nelle mie debolezze perchè lui le accetta!
 Sento il suo profumo ovunque intorno a me, dalle narici mi passa nelle vene e lo sento scorrere ovunque. Decido che ne voglio di più, decido che non posso accontentarmi di questo semplice bacio. Devo dargli di più, devo fargli capire cosa significa per me!
Inspiro mentre premo più forte sulla sua bocca e lo avvicino a me con le mani.
Schiude leggermente le labbra, timido, quasi intimorito; passo la punta della lingua sull'apertura creata. Brivido. Trattiene il fiato, forse non dovrei?
Scioglie il mio dubbio quando socchiude ancora di più la bocca e sento la sua lingua sforare la mia.
Oddio che strano! Sento caldo, caldissimo. Lui mi passa una mano sulla nuca e mi attira a sé.  Avvicinandomi azzera totalmente la distanza introducendosi completamente nella mia bocca con la sua lingua. Sento che è caldo e umido. In un'altra situazione non sarebbe molto gradevole, invece ora è tremendamente piacevole sentirlo così vicino. Le nostre lingue si toccano, giocano, scappano. Ogni tanto si sente uno schiocco leggero, un respiro veloce, mentre continuiamo ad esplorarci lentamente. Assaporiamo ogni singolo secondo trascorso così uniti. Lo attiro ancora più vicino per i fianchi, facendo scontrare i nostri bacini. Mi morde delicatamente il labbro per poi tornare a giocare con la mia lingua. Mi sento come sciogliere da dentro, scommetto che sono rossissimo, mi sento bollire. Non mi rendo nemmeno conto di ciò che ci circonda ora ho solo un pensiero che occupa la mia mente: Marco. Lui e tutte le starne sensazioni che sto provando ora.
Il suo respiro è caldo sulle mie guance, le sue mani delicate. Porta le braccia intorno al mio collo e io gli circondo la schiena con le mie, chiudendoci in un abbraccio caldo. I nostri petti si toccano talmente siamo uniti; io non sono più attraversato da brividi ma bensì sono immerso in questa sensazione di scioglimento perenne.
Marco...
- Jeaaaaaan! Marcooo !
Spalanco gli occhi quando sento delle voci chiamarci in lontananza. Subito ci allontaniamo allarmati.
- Stanno venendo a cercarci! - Marco sembra terrorizzato dalla possibilità che possano scoprirci.
- Inventiamoci qualcosa! In fretta! - se ci facciamo trovare tranquilli seduti a giocare a carta-sasso-forbici ci chiederanno perchè mai siamo rimasti nel bosco e non siamo tornati in refettorio. Marco si guarda in torno preoccupato, sembra veramente troppo agitato.
- Hei tranquillo! Stai calmo Marco! - gli appoggio una mano sulla spalla e con l'altra gli prendo il viso – Nemmeno se ci scoprono non succede nulla ok?
Provo a tranquillizzarlo, lui annuisce non del tutto convinto; gli faccio una carezza e lui mi sorride. Sentendo la voce di qualcuno molto vicina, gli dico la mia idea.
- Picchiami!
- Cosa?! - mi guarda spalancando gli occhi.
- Sì picchiami! Dammi un pugno che ne so! Fa sembrare che stiamo litigando.
- Non posso Jean, se vuoi faccio finta!
- Va bene fai finta, quando arrivano devono vederci ment- faccio giusto in tempo a gettarmi a terra fingendo di essere stato colpito ed evitando il pugno di Marco, prima che Armin intervenga.
-No ragazzi smettetela! Basta!
Armin è arrivato mentre stavo finendo la frase e Marco ha subito agito. Mi tocco la finta guancia colpita e per rendere il tutto più reale inizio a reagire: - Sei uno stronzo Marco!
- Sta zitto idiota che non sei altro! -  Marco mi si lancia addosso bloccandomi a terra con un ginocchio e preparandosi a darmi un altro pugno finto.
- No per favore smettila Marco! - Armin sembra disperato, - Aiutatemi, sono qui, li ho trovati!
Marco cerca di prendere tempo per poter evitare di colpirmi : - Perchè non ascolti mai quando ti si parla? Sei solo un testone! Cocciuto!
- Non capisco perchè dovrei ascoltare qualcuno se non voglio! - fingo di provare a liberarmi inutilmente. Ormai Marco è rassegnato a dovermi colpire, appena muove il braccio però vedo un lampo giallo di fronte a me poi mi sento più leggero.
Armin si è letteralmente lanciato addosso a Marco per spostarlo da me. Mi alzo a sedere e vedo il biondino che si rialza :- Scusa Marco ma non potevo lasciarvi continuare!
Marco ed io ci scambiamo un'occhiata sollevata. Grazie al cielo è intervenuto! 
- No, scusa tu Armin, non avrei dovuto agire così impulsivamente! Solo che con questo qui è impossibile ragionare! - Marco mi indica dopo che si è alzato in piedi togliendosi la polvere dai pantaloni.
Nel frattempo anche altri compagni ci hanno raggiunto.
- Hei ragazzi che è successo? - Connie sembra alquanto curioso di vedere se qualcuno si è fatto male.
- Nulla! - sbotto secco, sempre seduto a terra e tenendomi la guancia.
- Ho litigato con Jean, ma credo che questa volta abbia imparato la lezione... - Marco mi guarda chiedendomi con lo sguardo di stare al gioco e fare il bravo.
- Sì, hai ragione... Scusami! - sbuffo fingendomi scocciato; Marco si avvicina e mi tende la mano per aiutarmi ad alzare. La accetto e ci troviamo uno di fronte all'altro. Siamo entrambi rossi, loro crederanno che sia colpa colpa della rissa, ma noi sappiamo che è colpa di qualcos'altro.
- Ecco ora è tutto apposto vero ragazzi? - Armin sembra preoccupato per noi. Per tutta risposta sorridiamo e ci stringiamo la mano, tranquillizzando il piccoletto.
- Forza tra poco inizia la lezione, dobbiamo sbrigarci: se arriviamo in ritardo ci fa fare 300 piegamenti con qualcuno sulla schiena quello! - Rainer ha ragione, l'istruttore ha già dato prova della sua crudeltà coi ritardatari. Iniziano a correre verso il campo d'allenamento; incrocio lo sguardo con quello di Marco, mi avvicino, gli do una pacca sul sedere e comincio a correre.
-Ottimo lavoro !
Qualche passo dopo mi volto e gli faccio l'occhiolino, inizia a correre ancora scoccato dal mio gesto, dire che è paonazzo è dir poco.


angolos crittrice: eccoci alla fine! Spero di non avervi annoiati!
Ho voluto scrivere questa FF percè sentivo il bisogo di scrivere di questa ship che adoro!
Il titolo "Clarity" è preso dall'omonima canzone di cui ho trovato una cover fantastica! La frase a inizio capitolo è quella che mi ha dato l'ispirazione, non so bene perchè ma ho pensao a loro due quando l'ho ascoltata... Lo so dovrei iniziare a preoccuparmi per la mia sanità mentale! XD
Vi saluto cari lettori!
                                                                       un bacio, Ombra
 
   
 
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