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Autore: Bellatrixdulac    22/11/2016    1 recensioni
"L’ultimo figlio della morte bisognerà allora trovare
Colui che il Caos nel mondo è destinato a riportare"
Cassandra e Alexander sono due normali ragazzi nati e cresciuti in famiglie comuni. Durante una crociera, però, uno strano uomo si presenterà da Alexander raccontando di un mondo di cui lui sembra essere solo una piccola parte. Questo è solo il preludio, per i due ragazzi, all'evento che cambierà per sempre le loro vite e che li trascinerà in una realtà di dei e mostri, poteri e, soprattutto, pericoli, pericoli che non arrivano dai nemici ma dagli alleati in teoria più fidati...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hazel Levesque, Luke Castellan, Nico di Angelo, Nuova generazione di Semidei, Percy Jackson
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cassandra & Alexander e gli dei dell'Olimpo'
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Alexander si trovava nella sala del trono sull’ Olimpo. Erano passati alcuni giorni da quando avevano visto Reyna uccidersi, il tempo necessario affinché tutti potessero curarsi e fare ritorno al Campo Mezzosangue.
Erano tornati tutti lì, anche i Romani e le Cacciatrici, per essere più vicini all’ Olimpo e facilitare tutte le operazioni necessarie.
Non tutti pensò Alexander con amarezza. Quelli che erano rimasti, almeno.
Aveva scoperto che, oltre a quelli di cui già sapeva il fato, erano morte altre persone che conosceva, o che avrebbe dovuto conoscere.
Uno di loro era il marito di Hazel, Frank. La donna era rimasta un’ora a piangere sulla foto della sua famiglia, mentre Alexander l’abbracciava e piangeva con lei. Quel giorno aveva conosciuto anche Matt. Aveva quattro anni e guardarlo mentre giocava con un pezzo di legno lo aveva fatto ridere e piangere allo stesso momento.
Poi era morto William Carter. Era passato alla casa 11 per vedere come stava Emily, ma lei aveva risposto che non voleva vedere nessuno. Alla fine lo aveva fatto entrare e le aveva detto che era morto sotto l’attacco dei mostri di Gea. Loro non sarebbero mai riusciti a sconfiggerli tutti, soprattutto non combattendo contro le armate degli dei allo stesso momento. Quando si erano visti persi avevano visto l’esercito dell’Olimpo scagliarsi contro i mostri. Solo dopo avevano notato Ares, Afrodite e Ermes sul campo di battaglia. Emily aveva detto di non essere mai stata tanto felice di vedere suo padre. Solo in seguito avevano scoperto che i tre erano venuti senza il consenso del Consiglio, ma ormai la battaglia era vinta.
Peccato che William fosse già morto e a lei non importava niente del loro successo.
Cassandra e Nico, già ne era a conoscenza. Tutte le volte che pensava che Nico e Sarah erano morti cercava di cacciare quel pensiero dalla testa, pensando che fosse l’unico modo di sopportare il dolore, non come faceva Hazel, che se ne stava nella casa 13 a piangere tutto il giorno. Alexander si occupava di Matt, anche se era evidente che non piaceva ai bambini.
Proprio perché non voleva pensare a quello che era successo alla Statua della Libertà, fu difficile ascoltare la storia di quello che era successo da Jason Grace, e scoprire che anche Leo era morto in quell’occasione.
E le ultime parole di Nico. Lui e Luke erano rimasti seduti nella stanza a riflettere per quasi un’ora sui messaggi di Cassandra e Nico, poi l’altro si era alzando borbottando un “Mi dispiace per Nico” e se ne era andato. Non si era più visto in giro per il campo, come nemmeno Jane Stone.
Alexander aveva pensato di andarle a parlare, visto che era la sorella di Sarah, ma decise che non avrebbe sopportato quella discussione, quindi lasciò perdere.
Poi era morto Percy. Non poteva dire che gli dispiacesse, ma non ne era nemmeno contento.
Parlando con Reyna aveva capito che non era sempre stato malvagio, che una volta era un eroe, il più grande degli eroi. Forse quello che aveva fatto negli ultimi giorni di vita non doveva far dimenticare quello che aveva fatto per salvare il mondo.
Dopo una settimana dal loro ritorno a New York vennero convocati nella sala del trono.
Alexander si trovava in disparte, con Hazel. Insieme a loro c’erano Jason e Piper, Luke, Jane e Emily.
Alexander non aveva mai visto la maggior parte degli dei, ma capire chi fossero era facile, visto che i loro troni corrispondevano alla collocazione delle prime dodici casa del Campo Mezzosangue.
C’era anche suo padre, seduto in disparte come lui e Hazel. Evidentemente era stato invitato ma non faceva parte del consiglio.
La prima a parlare fu Afrodite –Piper, tu ti sei dimostrata valorosa nella battaglia che avete combattuto a New York e, come tutti i tuoi amici, potrete avere qualcosa, come dono. Cosa desideri?-
Sarah. Nico. Lui poteva scegliere Sarah, tanto Nico lo avrebbe voluto Hazel. Frank! Hazel aveva perso Frank.
Guardò la sorella disperato e si ricordò del messaggio di Nico. Altri avevano bisogno del loro aiuto.
Voleva che riportassero indietro Frank e Sarah e lo abbandonassero negli Inferi? Come poteva chiedere una cosa del genere?
Certo, voleva sollevarli dalla scelta, un gesto nobile…
La risposta di Piper lo riscosse –Io vorrei che il mio amico Leo Valdez fosse riportato indietro da regno dei morti- disse guardando la madre e poi Ade.
-Mi spiace, ma non possiamo soddisfare la tua richiesta. I morti restano morti- rispose Zeus.
Una sensazione orribile attanagliò lo stomaco di Alexander. Era rancore, desiderio di vendetta verso quegli dei che non volevano restituirgli suo fratello e Sarah. D’altra parte Nico aveva previsto anche quello, aveva chiesto a Jason di metterlo in guardia dalla vendetta. Però era ingiusto che lui, un figlio di Ade, dovesse sopportare la morte dei suoi cari senza poter fare nulla a riguardo.
-Ma nessuno di noi vorrebbe riavere qualcosa di diverso che le persone che sono morte e che ci stavano care!- protestò Luke.
-Luke- lo richiamò Ermes.
-Allora non voglio niente!- scattò Luke, avanzando verso la porta.
Alexander si sentì gelare il sangue. Per un comportamento del genere si poteva essere fulminati? Alexander credeva proprio di sì.
-Fermati, Luke Castellan- Alexander fu sorpreso di sentire chi stava parlando. Ade
–Il regno dei morti è mio e solo io posso dare il permesso alle anime di uscirne. Né Zeus né tuo padre. E io do questo permesso solo in casi eccezionali-
-Questo è un caso eccezionale!- sbottò Luke, con un altro brivido di Alexander. Aveva le suole di gomma e sarebbe sopravvissuto? O con le suole di gomma ti incenerivi solo più in fretta, non se lo ricordava mai.
-Per questo, solo questa volta credo di poter esaudire i vostri desideri- rispose Ade.
-Allora io voglio Leo!- esclamò Piper, anzi urlò Piper.
-Emily- disse Ermes –Anche tu ti sei comportata molto bene nella battaglia a Yellowstone, anche tu meriti un premio-
-William Carter- scandì la ragazza, guardando meravigliata prima Ade e poi il padre. conoscendola, pensava che quello fosse uno scherzo, ma gli dei non erano la casa 11.
-Io…-iniziò Luke.
-Aspetta il tuo turno- lo fulminò Hazel.
-Tu sei romana! Non dovresti nemmeno essere qui!- esclamò l’altro.
-Jason?- chiese Zeus- Anche tu ti sei distinto nella battaglia combattuta a New York-
-Reyna- disse lui con un filo di voce.
-Reyna si è schierata con Gea- gli fece notare il padre –non credi che altri potrebbero meritare il tuo desiderio?-
-Lei lo ha fatto per i Romani e per Jason- spiegò Alexander, pentendosi subito di aver parlato.
-E si è pentita- sottolineò Luke con tanta foga che sembrava stessero parlando di lui.
-Concesso- tagliò corto Ade.
Alexander si guardò attorno e decise di parlare –Noi potremo parlarne un secondo?-
-Certo- disse Ade, anche se gli altri dei stavano per rispondere diversamente.
Tutte le loro conoscenze e le persone a cui tenevano, ora, si intrecciavano. Dovevano rifletterci con calma per soddisfare tutti al meglio.
Luke e Jane si avvicinarono.
-Voi chi volete riavere? Onestamente- chiese Alexander.
-Tu?- chiese Luke sulla difensiva.
-Sarah e Nico. E Hazel vuole suo marito e nostro fratello- sospirò Alexander –ma Jane potrebbe chiedere di riavere Sarah, così io riavrei Nico e lei Frank, e tu…-
-E io Cassandra annuì- Luke.
-Cosa c’è che non va?- chiese Jane all’amico –Perché tu vuoi riavere Cassandra- sottolineò lei allarmata.
Luke si passò una mano sul volto –Certo che lo voglio! Ma ci sarebbe anche un’altra persona…-
Nico gli aveva detto di non riportarlo indietro. E Sarah aveva detto di andare avanti, ricordarla per sempre ma andare avanti. Ma non poteva. Non poteva andare avanti senza uno dei due, sapendo che avrebbe potuto farli tornare in vita, per Luke, che ero poco più di uno sconosciuto.
Proprio in quel momento le porte della sala del trono si aprirono, sorprendendo perfino gli dei.
-Non avevamo dato il permesso per lui, Ade- sibilò Era.
Alexander si voltò e il suo cuore perse un colpo. Un uomo sui ventisette anni si stagliava contro la luce che proveniva da fuori, rendendolo poco più di un’ombra indistinta, ma ad Alexander non servì che i suoi occhi si adattassero alla luce per riconoscerlo, anche se aveva passato con lui pochi minuti.
Era magro e abbastanza alto, anche se non troppo. I capelli neri contrastavano con la pelle chiara. Gli occhi dell’uomo e quelli di Alexander si incontrarono. Occhi perfettamente uguali.
Lui avanzò a passi decisi nella stanza, per inchinarsi vicino al focolare centrale, facendo tintinnare i teschi contro la spada di ferro dello Stigie.
-Regina Era- mormorò Nico rialzandosi. Questa era una novità : Nico aveva il senso dell’umorismo
Dietro di lui entrò un’ altra persona, Talia Grece.
Hazel lasciò il gruppo e corse in lacrima verso il fratello, che quasi non cadde sul braciere.
Il cuore di Alexander sembrava battere all’impazzata. Nico era vivo!
Certo, non era il Nico di dieci anni che ricordava, con cui aveva passato quella settimana, ma era pur sempre suo fratello, quello che era morto per salvargli la vita.
Senza accorgersene anche lui stava abbracciando i fratelli bagnando di lacrime la maglia nera di Nico.
Cercò qualcosa in tasca e gliela porse –Credo che ora possa conservarla anche tu-
Nico strinse nella mano la statuetta di Bianca. Per un attimo Alexander credette quasi che anche Nico potesse esprimere un desiderio e che potesse richiamare Bianca dagli Inferi. Sarebbero stati veramente felici, allora. Lui e Sarah insieme. Nico e Bianca di nuovo riuniti dopo tutti quegli anni. Hazel e Frank con Matt. Si potevano comportare tutti come una vera famiglia.
Ma se Nico non era riuscito a riportare indietro la sorella dopo tutto questo tempo forse un motivo cera. E non era nemmeno sicuro che Nico potesse restare, che il Consiglio glielo permettesse.
-Come hai fatto a sfuggire al regno di tuo padre?- chiese Era, visibilmente contrariata.
-Sfuggire?- sorrise sinistramente Nico infilando in tasca la statuina –Io mi sono guadagnato l’uscita-
-Guadagnato?- chiese Era senza capire.
-Non credo che sia questo il momento di discuterne- intervenne Ade –Mio figlio ha tutti i diritti di rimanere qui-
-è morto due volte. La prima volta è stato riportato nel regno dei vivi da Gea in persona…- cominciò Era.
Luke sbuffò platealmente interrompendola. Bene, ora Alexander iniziava ad avere seria paura per lui –Proprio per questo dovrebbe lasciarlo in pace! Essere morto due volte non è già abbastanza brutto? Ci si deve mettere anche lei?-
-Non osare, piccolo mezzosangue- sibilò Era –Ora che ci penso anche tu sei morto e sei tornato in vita solo per servire Gea. Dovremo uccidere anche te-
Luke sbuffò, come se a minacciarlo fosse uno scarafaggio insignificante. E forse era proprio questo che lui pensava fossero gli dei: scarafaggi insignificanti, che perdevano tempo a combattersi tra loro perdendo di vista le guerre che avrebbero dovuto combattere insieme. Forse anche degli scarafaggi ingiusti che non avevano a cuore la felicità di nessuno, nemmeno dei loro figli. Magari era anche quello che pensava Alexander, ma quello non era il modo di cambiare le cose. E tanto meno lo era distruggere l’Olimpo pietra per pietra.
-Nessuno rispedirà negli Inferi Luke- disse Ermes, stupendo Alexander quanto l’interessato –e nemmeno Nico- si affrettò ad aggiungere.
-Non meritano di stare qui. Gea potrebbe volerli usare per altri scopi, in futuro. È pericoloso e non saggio- decretò Atena.
-Se mi permetti di contraddirti, sorellina-intervenne Apollo, beccandosi un’occhiata di puro odio da parte della dea –Credo che dovresti lasciare in pace questi poveri mezzosangue e occuparti delle tue figlie. Magari questa cosa potrebbe essere a tuo vantaggio-
-è per questo che ho chiamato Talia- spiegò quella che doveva essere Artemide –magari potresti anche gradire il dono che ti verrà fatto, Atena-
La dea della saggezza sbuffò, ma non aggiunse niente.
-Chi vota per lasciare in vita questi Mezzosangue?- chiese la dea della caccia, alzando la mano.
Seguirono il suo esempio Ares (per motivi ad Alexander sconosciuti), Apollo, Efesto, Afrodite e Ermes. Riluttante anche Atena si unì a loro, portando la maggioranza numerica.
-Ottimo- commentò Apollo riappoggiandosi allo schienale d’oro e infilando gli auricolari.
-Passiamo alle richieste dei rimanenti mezzosangue, allora- disse Afrodite con un sorriso enorme. Amore, ovvio.
-Io rivoglio Sarah- disse Alexander –Cioè…la mia Sarah. Steffi Stone- precisò.
-Ovvio, caro- sorrise Afrodite –e chi altro? Lo avevo detto che sareste stati una storia interessante-
Alexander strinse un pugno per mantenere la calma e si sforzò di sorridere –Certo, credo che lei si sbagli raramente-
Afrodite gli scoccò un sorriso più dolce del miele, che rischiava di far venire il diabete ad Alexander solo a guardarlo.
Non che gli importasse troppo: avrebbe riavuto Sarah, avrebbe sopportato tutti i sorrisi di Afrodite per questo.
-Io…ovviamente chiedo di riavere Frank- mormorò Hazel guardando Nico come per controllare che fosse reale.
-Ottima scelta- commentò Ares –è stato il miglior combattente di New York-
Alexander ne dubitava, in fondo era morto, no? Un grande combattente non sarebbe finito così. Ma anche Reyna era morta, ed era stata molto coraggiosa.
-Se Steffi…Sarah la richiami tu…- disse Jane guardando Alexander –io voglio mia sorella, Cassandra-
Apollo alzò i pollici per farle capire che approvava. Ma non stava ascoltando la musica?
-Luke, credo che stia a te- lo incoraggiò Talia.
Il ragazzo si morse il labbro nervosamente –Io vorrei riavere mia madre. Credo di…credo di doverglielo-
Ermes sorrise felice della scelta di Luke che si rilassò.
Tutti guardarono Talia, che si voltò tesa verso Luke –è successa una cosa che…-
-Glielo dico io- si intromise Nico –vi stavate chiedendo cosa ci facessi qui? Non sono fuggito da solo. È stata Annabeth a liberarmi- un’espressione di puro orrore si dipinse sul volto di Luke –ha fatto uno scambio di anime. Si è pentita di quello che ha fatto e ha deciso, visto che io le avevo risparmiato la vita, di sacrificarla per farmi tornare qui. È stata una cosa da Annabeth, altruista-
Luke guardò sconvolto Nico e poi Talia –Dovevi dirmelo, Talia- sibilò.
La ragazza parve ferita dalle sue parole, molto più che dal tono. Era come…gelosa?.
-Voglio fare di più- disse fissandolo –è stato previsto un premio anche per me, come capo delle Cacciatrici. Annabeth Chase. Io chiedo di riavere la mia amica-
Luke l’abbracciò –Mi sei mancata in questi trent’anni, Talia-
Lei sorrise un po’ imbarazzata, come Cacciatrice Alexander non credeva che avrebbe potuto abbracciare un ragazzo –Tredici anni li hai passati nel Campo degli Asfodeli, non credo che ti ricordassi di me, là-
-Certo che me lo ricordavo. Tu e Annabeth siete più che sorelle per me, non potrei mai dimenticarvi-
-Se è tutto sistemato potete congedarvi, troverete tutti al Campo Mezzosangue- spiegò Era, irritata.
I Mezzosangue si inchinarono e corsero letteralmente fuori dalla porta.
Alexander uscì per ultimo, poco dopo Piper.
La figlia di Afrodite si fermò di scatto, anche se Alexander non capì perché. Una donna pallida dai capelli scuri e gli occhi color caffè sbarrava la strada ai due.
-Piper, che bello rivederti- sorrise freddamente la donna, o più probabilmente la dea.
-Chione- Piper chinò il capo con finta devozione –La signora della neve. A cosa devo questo onore?-
-Sento del sarcasmo? Se credi che questa sia una visita come le precedenti ti sbagli- gli occhi di Chione luccicarono come chicchi di caffè ghiacciato –è per Leo Valdez-
Piper fece un salto indietro –Cosa vuole da Leo? Cos’altro gli vuole fare?-
-Niente. Niente di male, almeno. E poi non vedo come la mia ultima visita sia stata spiacevole per lui, visto che gli ho fatto conoscere il vero amore-
La dea alzò la mano e un turbine di neve e vento si concentrò sul suo braccio. Quando la neve scomparve sulla sua mano vi era uno strumento di legno che Piper prese con riluttanza.
-Questo strumento è l’astrolabio che il tuo amico Leo aveva perso, per tornare ad Ogigia, così potrà dire lui stesso a Calipso che voleva tornare. Anzi, tornerà- spiegò la dea.
-E dov’è la fregatura?- chiese Piper.
-Nessuna, visto che Calipso sta aspettando lui per lasciare Ogigia. Può abbandonare la sua prigione, adesso, ma vuole rimanere là per far sì che Leo la possa trovare- disse Chione.
-Può giurare che Leo e Calipso potranno lasciare insieme Ogigia e che questo strumento condurrà Leo direttamente là?-
-Lo giuro sullo Stigie- disse Chione alzando una mano pallida come la neve.
Piper sembrò rilassarsi –Perché lo sta facendo?-
-Perché gli ho provocato molte sofferenze e mi spiace. Mi spiace perché io mi sono alleata di nuovo con Gea e ho capito il mio errore. Voglio rimediare dando al tuo amico un po’ della felicità che merita di avere, anche solo per il fatto di avermi sempre combattuta-
Gli occhi di Chione scintillavano, ma questa volta il ghiaccio che sembrava racchiudere i chicchi di caffè sembrava essersi un po’ sciolto. Era…onesta? Commossa? Dispiaciuta? Di certo se mentiva stava mentendo bene.
-Allora la ringrazio con tutto il mio cuore per quello che sta facendo. Credo che le brucerò qualche offerta- disse Piper.
-No, niente fiamme. Butta qualcosa nella neve, il prossimo inverno- chiese Chione.
-Si…ovvio- farfugliò Piper.
-Piper, Alexander, che fate?- gridò Jason, già arrivato all’ascensore.
Alexander si voltò per indicare Chione, ma lei era già scomparsa in una nuvola di neve.
--
-Tra quanto ha detto che arriva?- chiede Piper impaziente.
-Due minuti- risponde Jason per l’ennesima volta.
Sento la porta aprirsi e Luke entra scuotendosi la neve dalla testa. Io mi alzo e vado a baciarlo.
Il ragazzo appoggia un scatola sul tavolino e si siede sul divano accanto a me.
Nico ci ha invitati tutti per Natale. Ora stiamo aspettando solo Leo.
-Ma io non vedo l’ora di conoscerla!- sbotta Piper.
-Conoscere chi?- domanda Luke.
-Calipso, ovviamente!- esclama Piper.
Leo era partito alla fine dell’estate e non era ancora tornato. Calipso e lui avevano deciso di prendersi una vacanza e venire per Natale. Leo voleva farle conoscere il mondo, prima di riportarla nel mondo degli dei e dei semidei.
Piper sbuffa e prende la scatola che Luke ha lasciato sul tavolo. Biscotti al cioccolato. Luke è fortunato a non avere intolleranze alla cioccolata o ai biscotti, perché per me ne mangia troppi.
Piper ne sgranocchia uno e poi apre la finestra e lo getta nella neve.
-Che fai?- esclama Nico, allungandosi per prendere la scatola di biscotti.
-Un’offerta alla dea della neve…lei non gradisce il fuoco- spiega Piper.
-Capisco- risponde l’altro, addentando un biscotto, offrendo poi la scatola al nipote.
-No- si intromette Hazel prima che il figlio possa arrivare ai biscotti –Si rovina l’appetito-
-Hazel…-la rimprovera Frank, passando due biscotti a Matt e prendendone uno per sé.
-Anche a me!- esclama Alexander, rubando la scatola e prendendo cinque biscotti tutti per sé.
-Ingrasserai se mangi così e a quel punto non avrai nessuna speranza di battermi- commenta seccamente Sarah strappandoglieli di mano e dividendoli tra sé e Jane Stone.
La porta si apre ancora, ma non entra Leo. Sono Annabeth e Talia.
-Lo sapevo che sareste venute!- esclama trionfante Luke, facendomi sobbalzare.
Annabeth si avvicina e lo abbraccia, mentre Talia rimane sulla porta –I mostri non si fermano nemmeno per Natale, divertitevi senza di me. Qualcuno deve lavorare-
Luke le fa la linguaccia, lei sorride ed esce.
-Quanto manca?-chiede ancora Piper.
-Un minuto in meno di prima!- sbotta Jason.
-Assomigli a tua madre quando fai così, Miss Mondo- dice una voce entrando nella stanza.
-Leo!- esclama Piper correndo ad abbracciarlo.
Dietro di lui entra una bella ragazza della sua età, dai capelli color caramello che gli ricadono in una treccia.
-Lei è Calipso- spiega Leo, indicandola.
Tutti ci alziamo stupiti.
-è così…normale- commenta Luke.
-Ti ringrazio- sorride lei raggiante.
-Ma non eri immortale e avevi tredici anni?- chiese Annabeth confusa.
-Sono una ninfa, posso cambiare aspetto- spiega Calipso –e per l’ immortalità…-guarda sorridendo Leo, che risponde la sorriso –Ci penseremo quando sarò vecchio e starò per morire- completa lui.
Nico fa spazio sui divani per far sedere Leo e Calipso.
Io mi appoggio sulla spalla di Luke e fisso il caminetto acceso che brucia riempiendo la stanza di liquida luce dorata.
Ripenso a quello che è successo a Liberty Island. Ora la Statua della Libertà non esiste più. I mortali se lo sono spiegato con un attacco terroristico, credo. O esplosione di una nave nei paraggi.
Incontro lo sguardo di Nico e vedo nei suoi occhi che anche lui sta pensando alla stessa cosa.
Proprio in quel momento Matt gli si arrampica sulla schiena e lui si mette a ridere e rido anche io.
Ci sarà sempre qualcuno che cercherà di distruggere la pace e i mostri sono immortali, a differenza nostra.
Per quando Gea, Crono, i Titani o i Giganti tentino di rovesciare l’Olimpo, però, una cosa mi rincuora: ci sarà sempre una nuova generazione che prenderà il nostro posto in questa guerra. E vinceremo sempre.
 
 
Angolo Autrice
Prima cosa grazie a tutti per essere arrivati fino all’ultimo capitolo! Questa storia ha significato molto per me quando l’ho scritta. Sembra strano dirlo, ma è stata un po’ come una casa accogliente per me nel periodo in cui ho creato Cassandra e Alexander e sono felice di aver diviso questo luogo accogliente anche con voi. Mi riempirebbe di gioia sapere che questa storia ha regalato un attimo di distrazione, un sorriso o anche una lacrima a qualcuno di voi!
Mi dispiace per essere stata così debole da fare questo epilogo felice, vi posso assicurare che l’idea originale terminava con la morte di Cassandra. Di fatti questo era un finale alternativo che ho scritto per far leggere la storia a mia sorella e che ho messo qua su efp perché ( liberi di prendere la prossima affermazione come una minaccia) partendo da questo finale ho scritto un continuo. Ho tutte le intenzioni di mettere su efp anche quello, sempre che ci sia almeno una persona interessata a leggerlo.
Il pensiero finale di Cassandra è un pensiero che metto alla fine di ogni fanfic “nuova generazione” che scrivo, anche se non le ho pubblicate, e mi pare che sia un po’ il significato stesso di questo tipo di fanfiction.
Penso di aver detto tutto quello che volevo, quindi termino con un ultimo grande ringraziamento, vi aspetto con la prossima fanfiction, se volete J.
 
   
 
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