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Autore: Juken    28/11/2016    6 recensioni
"Naruto aveva imparato ad adorare il sorriso di Hinata, simile ad un fiore. Quando lo intravedeva si sentiva felice. Per lui, era un tipo di felicità che non aveva mai provato prima.[...] L'euforia di quelle ore pomeridiane era simile alla soffice sensazione di avere la testa leggera, una pura gioia che non aveva mai conosciuto fino a quel momento. Non era come il senso di realizzazione che provava dopo aver portato a termine una missione, come quando chiacchierava con i suoi più cari amici o come l’istante in cui finalmente gustava il ramen di Ichiraku. Era un tipo speciale di felicità."
[NaruHina centric + tutte le altre coppie canon; non tiene conto di una parte del cap.699 e di tutto quello che avviene dopo]
Non fatevi confondere dall'introduzione, questa fanfic è piena di baggianate.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Eccomi di nuovo
Prima di iniziare vari sproloqui senza senso, ringrazio chi ha letto, messo nei preferiti\ricordati\seguiti e Sasuhina_95 che mi ha lasciato la sua recensione *-*
Il capitolo è arrivato abbastanza in ritardo per cause di forza maggiore (HTML), perciò vi lascio immediatamente alla lettura. 
Rimando le note importanti in fondo alla pagina.

 

 

______________________________________________________________________________________________


UN NARUTO È PER SEMPRE

 


 DORK

 

 

 

 

          2.  Chi dice Naruto dice danno.

 

 

 

 

 


   «Ehi Usuratonkachi! Stavamo iniziando a pensare che ti fossi perso. Noi abbiamo già ordinato».
Esordì Sasuke, vedendo finalmente il suddetto Usuratonkachi avvicinarsi all'entrata di Iciraku. 
«Ehi ragazzi, scusate per il ritardo» 
Naruto prese posto vicino Sakura con una faccia cupa e una lentezza che sarebbe stata degna di un Nara.
La kunoichi si accigliò e iniziò immediatamente a squadrare l'amico. Lo osservò sbalordita mentre comunicava la sua ordinazione ad Ayame senza il solito entusiasmo e ignorare bellamente le parole dell'Uchiha. C'era qualcosa di strano. Che fine aveva fatto il solito ed esuberate Naruto?
«È successo qualcosa?» indagò lei, cercando di sembrare noncurante. 
«Niente... solo che non volevo venire»
«Eppure sei qui» replicò subito Sasuke seccato. 
Non gli era ancora del tutto chiaro come uno dei pochi momenti in cui poteva stare da solo con Sakura si fosse trasformato all'improvviso in un pranzo a tre nella strada più trafficata e chiassosa di Konoha.
Sakura gli diede una leggera gomitata al fianco a mò di rimprovero a cui lui rispose, però, con un'occhiataccia. Proprio non capiva cosa ci facesse l'Uzumaki lì, a cui per dipiù sembrava essere morto il gatto.
«Sakura mi stava giusto dicendo che ieri sei andato in ospedale da lei. Hai fatto finalmente quella tac al cervello che ti consiglio ormai da anni?» 
Magari aveva scoperto che stava per morire e questo avrebbe spiegato il suo comportamento insolito, pensò vagamente Sasuke.
Il «no» secco che ricevette, però, non era di certo la risposta che si aspettava. Alzò un sopracciglio e scoccò un'eloquente occhiata alla sua fidanzata. 
Sakura, allora, cercò di stuzzicarlo, ricordando la conversazione avuta con lui il giorno prima.
«È venuto per…» mimò con le dita le virgolette «…una malattia grave».
Sasuke posò le bacchette con cui stava mangiando e si voltò verso il biondo. 
«Mi dispiace, ma lo sai che la stupidità è una malattia incurabile, vero?»
Naruto roteò gli occhi e fece vagare lo sguardo al di là della strada, ignorandolo completamente. 
Nella mente di Sakura si accese un enorme campanello d’allarme. 
Era arrivato in ritardo, quando era il primo a presentarsi quando si trattava di Iciraku, anzi per qualche strana ragione non voleva perfino venire e non rispondeva neanche alle provocazioni di Sasuke, quando di solito si faceva sempre coinvolgere in battibecchi infantili che lei doveva prontamente fermare. 
Era decisamente successo qualcosa.
Arrivò il ramen fumante di Naruto e ingenuamente lei pensò che si sarebbe rianimato, ma con suo sommo stupore lui si limitò a staccare le bacchette e a immergerle nel brodo, spostando le verdure da una parte all’altra del piatto. 
Sakura voleva assolutamente sapere cosa fosse successo in meno di ventiquattro ore per ridurlo in quello stato pietoso. Ma poiché lui non sembrava per niente bendisposto a confidarsi, cercò di ottenere qualche reazione da parte sua e di investigare indirettamente. 
«Il nostro dobe è innamorato! Ed è nostro dovere aiutarlo!»
«Nostro?» Sasuke che aveva ripreso a mangiare beatamente, quasi si strozzò con un pezzo di carne. 
Quel pranzo stava andando di male in peggio.
«Esattamente» rispose lei, decisa, al corvino al suo fianco, senza staccare i suoi occhi vigili da Naruto dall’altro lato, che sembrava quasi non aver sentito le loro parole. 
«Ma se intendi dire che è innamorato del ramen, questo lo sapevo già». 
Sasuke si voltò di nuovo verso il biondo.
«La smetti di fissare quella brodaglia? Non ti ricambierà mai!»
Purtroppo per lui, ricevette una seconda gomitata ancora più forte di quella precedente.  Mentre Naruto se ne stava silenzioso, come se quella discussione neanche lo riguardasse, Sakura fulminò con lo sguardo il fidanzato che non la stava di certo aiutando, ma non demorse.
«Si è innamorato di una persona in carne ed ossa. Di Hinata!» 
«Quale Hinata? Hyuga Hinata?»
Il sussulto di Naruto al nome della dolce Hyuga non passò inosservato. Bingo! 
Sakura doveva immaginare che tutte le sue stranezze si potevano far ricondurre ad un'unica persona. 
«Certo chi altri se no!» lo informò lei sorridente.
Sasuke intanto ci pensò su.
«È troppo per te. Dovresti volare più basso».
«Si, Hinata è davvero una bellissima persona: è gentile, altruista. Forse è davvero troppo per te». 
Sakura rincarò la dose di pessimismo del fidanzato, assottigliando gli occhi di fronte alla faccia sempre più corrucciata di Naruto.
«Bene! Sono proprio contento che siamo tutti d’accordo su questo punto!»
Finalmente aveva ottenuto una risposta da parte di quel baka. Ora che lei conosceva il soggetto che lo aveva turbato, era ancora più curiosa di sapere cosa fosse successo.
«Dai Naruto, non ti abbattere! Come prima cosa direi di fare una doccia e di chiederle un appuntamento.»
«Fatto» 
Il mormorio di Naruto era stato appena udibile, ma abbastanza da far raddrizzare la schiena alla rosa e catturare la sua piena attenzione.
«Come “fatto”? Che significa? Fatto cosa? Hai fatto la doccia?»
«Si, ovviamente! E le ho chiesto anche un appuntamento».
Di certo Sakura non si sarebbe mai aspettata che lui le avrebbe annunciato una notizia del genere con quel tono da funerale. 
«Quando? Dove? Come? Lei cosa ti ha risposto?»
Mentre la sua fidanzata subissava di domande il povero Naruto, Sasuke già immaginava l’esito della storia. 
«Con quella faccia può essere andata solo in un modo. L’ho appena detto che devi volare basso»
L’Uzumaki lo ignorò ancora una volta e rispose all’amica con il morale sotto i piedi.
«Ieri e lei ha detto no».
Sakura era a dir poco stupita. Questa sì che era una novità! Conoscendo i sentimenti di Hinata, era quasi impossibile che lei lo avesse rifiutato. Cosa diavolo era veramente successo? Aveva bisogno di dettagli!
«Non è possibile! Raccontami per filo e per segno tutto quello che vi siete detti» 
Naruto sospirò pesantemente. Non aveva voglia di rivivere quel rifiuto, ma ancor peggio era sapere che Sakura non avrebbe ceduto facilmente.
«Uhm, ok. Da dove devo iniziare? »
«Dall’principio! Quando sei uscito dall’ospedale, cosa hai fatto?» aveva quasi urlato Sakura.
«Ah si! Ho incontrato Sai e poiché non aveva nulla da fare, ho deciso di chiedere anche a lui qualche consiglio» 
«Sai? Quel Sai? Proprio Sai? Tu hai chiesto consigli sull’amore a…» lei fece una pausa, allibita «… Sai
La voce di Sakura aveva raggiunto un tono quasi isterico. Quello che le stava dicendo era fuori da ogni sua possibile comprensione.
«Si, perché quanti Sai conosci tu? Infondo, ho pensato, che male c'è nel chiedere consigli a più di una persona. Non credi? Ma Sai ha fatto anche di meglio! Mi ha prestato uno dei suoi libri che lo hanno aiutato a capire come rapportarsi con gli altri». 
Sakura chiuse gli occhi sconsolata. Non c'era neanche bisogno che continuasse per immaginare il casino che aveva combinato. Iniziò a massaggiarsi con due dita le tempie. Cosa avrebbe potuto esserci di peggio?
«E io ho seguito alla lettera le istruzioni del libro»
Ecco. Ora aveva perfino paura ad ascoltare il seguito di quell'assurdità.
Naruto, intanto, si era fermato per tirare fuori da una delle sue tasche e poggiare sul bancone un libricino verde con un titolo bianco a caratteri cubitali.
«”L’amore, un passo alla volta” » lesse lei «Cos'è? Uno scherzo?» 
Quella sembrava l’unica soluzione plausibile per Sakura.
«Non ci credo che te lo sei portato perfino dietro». Aveva, invece, borbottato Sasuke.
«Non è uno scherzo! È stato utilissimo!»
«Immagino» lo scetticismo era palese nella voce dell’amica, ma Naruto non si lasciò scoraggiare difendendo quella che per lui era stata una brillante idea.
«Ora vi faccio vedere» 
L'Uzumaki sfogliò velocemente il libro fino a trovare il capitolo che lo interessava. 
«Eccolo qui: “Come ottenere un appuntamento in 5 passi”. Ieri sera ho incontrato per caso Hinata di ritorno dal campo di allenamento e ho messo in pratica quello che c’è scritto qui»
«Certo, “per caso” » lo scimmiottò Sasuke. «Adesso si dice così seguire le persone? »
«Zitto Teme! Non interrompermi ogni volta»
Mente Naruto posizionò il testo in modo tale che anche loro potessero leggere, Sakura notò con un velo di preoccupazione che non aveva neanche provato a negare l’affermazione di Sasuke.
Naruto si schiarì la voce e indicò il primo passo riportato sul libro.


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  I.  Avviare la conversazione


                                                                     Non chiedere immediatamente un appuntamento. 
                                                                     Invitando qualcuno a uscire in modo piuttosto diretto, 
                                                                     avrai solo una probabilità del 3% che ti dica di si.              
                                                                     Parla in maniera pacata e rilassata.

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«Perciò io ho iniziato col chiederle come stava, cosa stava facendo e cose così. Fin qui tutto bene. »

 

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 II.   Continua a conversare


                                                                 Una volta che hai cominciato, devi proseguire. 
                                                                 Il segreto sta nell'ascoltare e nel prestare attenzione a ciò 
                                                                 che dice l'altra persona, 
                                                                 sia verbalmente che col linguaggio del corpo.
                                                                 Dimostra interessa e cerca di dare una buona impressione. 
                                                                 Sii spontaneo e metti in evidenza la tua personalità.
                                                                 Non essere timido! Cerca di sembrare sempre fiducioso e rilassato.

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«Un gioco da ragazzi! Ovviamente ho prestato attenzione a quello che mi diceva. Ho perfino fatto pratica con una frase che ho trovato qui sul libro! Eccola qui: “raccontami la tua giornata, non solo quello che è successo ma quello che hai provato in relazione ai fatti”. Non è fantastica? Poi le ho parlato dei miei allenamenti, degli esami Chunin, delle lezioni che Iruka mi ha fatto tenere all'Accademia. Lo sai che sono anche un bravo maestro? Le ragazzine lì non vedevano l'ora che ritornassi!»
Alle orecchie di Sakura nulla di quel racconto le sembrava nuovo. Anzi, al contrario, sembrava proprio la solita prassi: Naruto e la sua infinita parlantina senza freni, che inondava le persone senza neanche rendersene conto. L'Uzumaki non era mai stato timido e "fiducioso" avrebbe potuto tranquillamente essere il suo secondo nome. Attaccare bottone con qualcuno non era mai stato un problema per lui e di certo non aveva mai avuto bisogno di libri. Un brivido le percorse la schiena al pensiero di quello che era uscito poi dalla sua boccaccia per ottenere un rifiuto da Hinata. Sakura prese un profondo respiro, cercando di placare quella vocina nella testa che le suggeriva di uccidere Naruto. 
«Va avanti» gli ordinò.

 

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III.  Usa il linguaggio del corpo in modo appropriato

 
                                                             Esistono molti canali non verbali a cui puoi ricorrere per trasmettere
                                                             interesse verso il tuo interlocutore. 
                                                             Sfruttandoli insieme alla comunicazione verbale, potrai esprimere fiducia in
                                                             te stesso e fare in modo che l'altra persona ti reputi interessante. 
                                                             Tieni le spalle indietro e stai dritto.
                                                             Ogni tanto prova a inclinare la testa lateralmente o 
                                                             annuisci per manifestare il tuo interesse. 
                                                             SORRIDI. Mentre parli con l'altra persona, sfodera un bel sorriso. 
                                                             Sorridi anche con gli occhi.
                                                             Stai più vicino di quanto faresti normalmente con chi non ti interessa.

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«Ecco, questa parte non credo di averla capita pienamente. Quel che so è che sembrava che più io cercassi di avvicinarmi, più lei si allontanava. Poi la storia del sorridere con gli occhi non mi è per niente chiara. Come si fa? Secondo me è un errore di stampa»
Sakura e Sasuke si scambiarono l'ennesimo sguardo allibito. 
«Lo picchio io o lo fai tu?»
«Io potrei usare il mio Amaterasu»
«Già che ci sei brucia anche questo dannatissimo libro»
«Ehi piccioncini! Anziché parlottare tra di voi, prestate attenzione al prossimo passo!»

 

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            IV.    Chiedere un Appuntamento. 


                                                             Fai in modo che l'appuntamento sembri un suggerimento
                                                             Se hai intenzione di chiedere a qualcuno che programmi ha 
                                                             e se vuole uscire con te, il modo migliore 
                                                             per farlo è adottare un approccio indiretto
                                                             In questo modo farai sentire l'altra persona meno obbligata e 
                                                             le permetterai di rispondere onestamente
                                                             Quando la inviti a uscire, formula la domanda in maniera sempre indiretta
                                                             Chiedi quali sono i suoi programmi. 
                                                             Se non ne ha, esponi la tua proposta e domanda se le piacerebbe unirsi a te.

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«Le ho chiesto, allora, cosa avesse da fare e lei mi ha detto che l'unica cosa che aveva in programma per quella sera era cenare con Hanabi. Era perfetto! Invece di cenare con Hanabi avrebbe potuto cenare con me, no? E questo si collega al prossimo passo»


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  V.   Ottenere un Appuntamento. 


                                                                  Quando inviti qualcuno a un appuntamento, potresti formulare 
                                                                  la tua richiesta in modo da mettere in evidenza i vantaggi 
                                                                  di quanto stai proponendo. 
                                                                  Se indichi i motivi per cui sarebbe una buona idea uscire con te, 
                                                                  l'altra persona sarà più propensa ad accettare il tuo invito. 
                                                                  Spiega perché vale la pena recarsi in un determinato posto. 
                                                                  Se al tuo interlocutore piace l'idea, digli che anche tu 
                                                                  desideri andare in quel luogo e suggeriscigli di farlo insieme.

 

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«Entrambi eravamo a stomaco vuoto, perciò le ho chiesto se le andava di venire da me a mangiare del delizioso ramen. Un’idea geniale non credete?»
«Tu… cosa? » 
«Te l’ho appena detto! Nella mia proposta c’erano un sacco di vantaggi. Eravamo più vicini a casa mia che a casa sua, avevo già il ramen istantaneo così non avremmo perso tempo nello scegliere cosa mangiare, la cena sarebbe stata pronta in cinque minuti e potevamo stare al caldo. Ma lei è diventata tutta rossa e sbatteva le palpebre come se stesse cercando una buona scusa per rifilarmi un bel no. Le ho chiesto se si sentisse bene ma Hinata è letteralmente scappata via dicendo che doveva tornare a casa. Come lo chiamate voi questo? Non è un rifiuto bello e buono?» 
Naruto si corrucciò di nuovo.
«Allora Naruto, fammi capire bene. Alla fine di questa assurda conversazione, tu hai chiesto ad Hinata…»
«Si»
«… di venire da te, nel tuo appartamento… »
«Si»
«… ieri sera? »
«Si»
Sakura si spiaccicò una mano in faccia, emettendo un mezzo urlo disperato. 
Doveva essere facile, tutto in discesa! Ma aveva dimenticato che si trattava di Naruto, lo stesso che aveva la delicatezza di un elefante e il tatto di un leone mentre smembra la sua preda, lo stesso che aveva dato il suo primo bacio per sbaglio a Sasuke e proprio il giorno prima pensava di essere malato, lo stesso che non riusciva a distinguere l’imbarazzo da un malore. 
Questo, però, non avrebbe di certo impedito che lei aiutasse quei due. 
«Naruto, non ti abbattere. Non ti sei mai arreso così facilmente di fronte ad una sfida, non iniziare a farlo adesso. Inoltre quello di Hinata non è stato di certo un rifiuto. L’hai… diciamo… messa a disagio. Ecco. Ti assicuro che la prossima volta che le chiederai un appuntamento come si deve, lei ti dirà di sì.»
«Tu nei sei sicura? »
«Certo!»
«Cosa te lo fa credere? »
Sin da quando era piccola, il cuore di Sakura era appartenuto ad una e una sola persona e aveva passato gran parte della sua giovinezza tormentata da un amore non corrisposto. Quando – durante lo scontro con Pain – si era resa conto che Hinata provava la stessa cosa, aveva deciso che non avrebbe mai potuto lasciarla da sola. Dopo la guerra, la sua amicizia con la giovane Hyuga si era rafforzata ancora di più e sapeva che i sentimenti di Hinata non erano cambiati. Aveva cercato in ogni modo di spronarla ad avvicinarsi a Naruto, di lasciarli soli. Ogni volta che si ritrovavano a mangiare tutti insieme aveva sempre cercato di lasciarle un posto a sedere di fianco al biondo, aveva fatto in modo che lei lo aiutasse a studiare per gli esami Chunin e aveva perfino lanciato velati indizi al baka, che, ovviamente, non aveva per niente colto. Nulla era servito a far scoppiare la bolla in cui sembravano immersi, troppo intenti a guardarsi quando sembrava che l’altro non lo notasse e troppo convinti di non avere nessuna speranza. Ma Sakura era decisa a far scoppiare quella bolla, avrebbe dato uno scossone a quella situazione. Niente più velate insinuazioni e piccoli suggerimenti, sarebbe giunta diritta al nocciolo della questione.
«Io non ci redo che, dopo tutto questo tempo, tu ancora non te ne renda conto.» 
Naruto aveva aggrottato le sopracciglia, non riuscendo a seguire quello che l’amica stesse cercando di dirgli.
«Uhm.. rendere conto di cosa? Cosa stai dicendo?»
«Qui si tratta di essere proprio ottusi»
«Continuo a non capire»
Sakura prese un respiro profondo e si posizionò di fronte a lui con uno sguardo deciso. 
«È impossibile che Hinata rifiuti un tuo invito ad uscire perché… lei T-I  A-M-A »
Non poteva essere più chiara di così, eppure sembrava dalla faccia di Naruto, che avesse parlato in russo.
«Te l’ha detto lei?»
Le venne voglia di piangere. Era come cercare di parlare con un mulo.
«Te l’ha confessato, per tutti gli Dei dell'Universo!»
Lui si ammutolì, tutto ad un tratto. 
«Io davvero non ci posso credere. C’eri o non c’eri anche tu quando lei ti ha aperto il cuore prima di lanciarsi in quell’impresa suicida contro Pain?»
Quella frase fu come un fulmine a ciel sereno nella testa di Naruto. Per qualche motivo a lui sconosciuto, sentì lo stomaco stringersi in una morsa.
«Io pensavo che lei intendesse “ti amo”, come se io dicessi “io amo il ramen” oppure “amo giocare a shogi”»
Mentre lo osservava sorridere come un idiota e ripetere tra sé e sé “Hinata mi ama” come se stesse recitando qualche formula magica, Sakura sentì che non aveva più parole.
Si voltò di nuovo verso Sasuke per cercare aiuto o una spiegazione plausibile a tanta idiozia.
L’Uchiha gli lanciò l’ennesima occhiata seccata.
«Fossi in te dobe, riconsidererei l’idea della Tac»
E Sasuke si beccò la terza gomitata della giornata.



***

 


Cercando di distogliere i pensieri dalle parole di Sakura, quel pomeriggio Naruto occupò la mente con i piani che aveva in serbo per lui il sesto Hokage. Naruto non dubitava che il maestro Kakashi sapesse fare il suo lavoro, ma di certo si comportava in maniera ancora più strana di prima. Ultimamente non faceva altro che affibbiargli stupide missioni diplomatiche o da baby-sitter, come l’ultima ad esempio: Scortare il Signore del Paese del Fuoco ad uno dei suoi meeting mondiali
Una noia mortale.
Lui voleva l’azione sul campo, il pericolo, l’avventura. Di certo non voleva accompagnare vecchi bacucchi che lasciavano i propri enormi palazzi d’oro due volte l’anno per andare in palazzi ancora più grandi e pomposi. Ora Kakashi lo convocava perfino una volta alla settimana per delle ancora più noiose lezioni sull'amministrazione. 
Cosa si era messo in testa?

 

«Davvero non ne hai idea?»
Quando la noiosissima lezione di Kakashi era giunta al termine, aveva incontrato Shikamaru e ne aveva approfittato per chiedergli se sapesse cosa ci fosse dietro quelle lezioni. Praticamente il Nara passava tre quarti della sua giornata in quel palazzo e non poteva non sapere cosa avesse in mente il nuovo Hokage. Non lo biasimò per questo, anzi non poté fare a meno di stimare il Genio della Foglia. Anche lui si era prefissato un obbiettivo e stava lavorando sodo per raggiungerlo. 
«Ti ricordi cosa ti ha detto un tempo Kakashi? Devi imparare a rapportarti con le persone diplomaticamente e imparare a guidarle se vuoi diventare Hokage. Ora ti sta solo insegnando come fare e cosa sapere, mi sembra ovvio!»
Naruto guardò ancora una volta ammirato l’amico, che tra uno sbadiglio e l’altro sembrava avere tutte le risposte che a lui sfuggivano sempre.
A proposito di cose ovvie che a lui sfuggivano...
«Ehi Shikamaru, devo chiederti un’altra cosa»
«Sputa il rospo»
«Ecco… ricordi l’attacco di Pain a Konoha?»
«Si?»
«Ricordi quando Hinata ha cercato di fronteggiarlo? C’eri anche tu, giusto?»
«Vuoi dire quando lei ha confessato di amarti?»
Naruto incespicò nei suoi stessi passi.
«Come..?»
«Non ci vuole un genio per capire dove vuoi andare a parare. Ti ho visto che giri come un orso attratto dal miele attorno alla nostra principessa Hyuga. Tu che sei stato il primo tra tutti ad insinuare che ci fosse qualcosa tra me e Temari, non hai mai capito che lei ha sempre avuto una cotta per te. Tipico!»
«… sempre avuto una cotta per me
«Si! Dall’Accademia penso. Praticamente tutti se ne sono accorti tranne te. Ormai anche i sassi di questo Villaggio lo sanno. C’è del tragico in questo, lo sai vero?»
Naruto non rispose. Stava cercando di metabolizzare le parole di Shikamaru. Sakura aveva detto la verità! Non era una scusa qualsiasi inventata al momento per rincuorarlo. Non potevano avergli mentito in due. Sentì il petto esplodergli dalla gioia, la terra mancargli sotto i piedi e allo stesso tempo un senso di vertigine dato da quella scoperta.
«Comunque, chissà se è ancora innamorata di te»
Shikamaru aveva buttato lì quella frase con leggerezza e noncuranza.
Naruto era certo che i problemi di cuore degli altri non fossero l'argomento prediletto del Nara, che aveva sempre preferito pensare ai fatti suoi piuttosto che rimanere invischiato in faccende che non lo riguardavano, soprattutto quando si trattava d'amore.
Eppure quella frase aveva avuto lo stesso effetto di una bomba atomica nelle sue orecchie.
La gioia nel suo petto era sparita, come risucchiata da un buco nero, lasciando dietro di sé un vuoto di dubbio ed incertezza.
"Chissà se è ancora innamorata di te"
Shikamaru aveva causato un cataclisma nella sua testa.
"Chissà se è ancora innamorata di te"
Lungo tutto il tragitto verso casa non fece che pensare a quelle parole.
"Chissà se è ancora innamorata di me"
E lui? Lui era innamorato di lei? 



______________________________________________________________________________________________

 

NdA

[Note aggiornate il 9 -12-2016, perchè sono una smemorata] 


1. Mi sono divertita troppo a scrivere i dialoghi di Sasuke, non giudicatemi.          dork 2

2. "Niente... solo che non volevo venire" : questa battuta viene da "The Big Bang Theory". Purtroppo non ricordo più da quale episodio.

3. "Come ottenere un appuntamento in cinque passi" non è farina del mio sacco ma è tratto da una parte della guida WIKIHOW:  Ottenere un appuntamento. ( No, non lo so come ci sono finita lì D:)

4. L'idea del libro "L'amore, un passo alla volta" (che per la cronaca non esiste nella realtà) viene da "Naruto - After The Last", per la precisione da questa scena qui di finco --->

5. Naruto è il mio "dork" a.k.a imbranato cronico preferito. AMATELO!


Non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate!
*Le recensioni rendono l'autrice felice*

:D 

   
 
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