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Autore: littlemoonstar    18/05/2009    12 recensioni
-sei...bellissima. - disse alla fine,osservandomi.
-sono in vestaglia – risposi,piegando la testa.
-appunto. -
Lo fissai,scoppiando a ridere e arrossendo. Di nuovo.
Cosa accadrebbe se Isabella,giovane prostituta sognatrice dal cuore spezzato,incontrasse Edward,misterioso artista con un segreto inconfessabile?
E cosa c'entra la caccia al vampiro aperta a Londra?
Diventa la mia venere. Posa per me.
Perchè l'amore può superare ogni ostacolo.
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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venus
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1.
;Remember me?;
Venus
xxx












Oramai era notte fonda.
Avevo vagabondato nei sobborghi di Londra,bagnata e infreddolita,per tutto il pomeriggio,inzuppandomi dalla testa ai piedi e prendendomi anche un bel raffreddore.
La pioggia,anziché diminuire,sembrava aumentasse di minuto in minuto,ed io mi ritrovai ad udire i rintocchi della mezzanotte sotto un pergolato malridotto in un sobborgo di Londra.
Su un pannello di legno scuro vicino a me – era sporco e arrugginito,mi fu persino difficile leggere la scritta su di esso – vidi le indicazioni necessarie per raggiungere di nuovo quel piccolo quadrato in cemento che poteva definirsi “la mia casa”,notando che mi trovavo praticamente dall'altra parte della città.
Iniziai a camminare,di nuovo sotto la pioggia,senza fermarmi inutilmente.
Vivere sulla strada non mi era mai sembrato più difficile: Mike Newton,poco prima di sbattermi fuori casa,mi aveva detto che se avessi provato a contattarlo,soprattutto in presenza della sua nuova fiamma,mi avrebbe fatto sbattere in galera.
Mi aveva anche chiamata sporca puttana,ma a questo non facevo più caso.
Io ero una prostituta. Concedevo il mio corpo,o anche semplicemente la mia presenza.
E non facevo più caso a quello che la gente diceva di me. Più che altro,non facevo caso a quello che dicevano i miei clienti,dato che fuori di loro non conoscevo praticamente nessuno.
Londra era talmente grande che nessuno si conosceva davvero,e per quanto riguardava me non potevo neanche contare su una vera e propria famiglia: mio padre era chissà dove,e al momento della mia nascita mi aveva lasciata da sola con mia madre,che si era ammalata quando avevo quindici anni.
Le uniche persone che conoscevo erano le mie coinquiline,con cui dividevo casa e...lavoro.
Sbuffai,pensando che al momento non avevano la minima idea di dove fossi.
E sperando che si stessero minimamente preoccupando per me.
Cosa che nessuno fa mai,vero?
-già...-risposi a me stessa,sospirando.
-ti sei fatta male? -
In quel momento mi ritornò in mente la voce del misterioso sconosciuto,e quasi mi stupii di me stessa: come potevo dare importanza a uno che non avevo praticamente conosciuto?
Di lui ricordavo solo la pelle pallida,il corpo forte simile al marmo,liscio e freddo,e un altro particolare che rimaneva ancora annebbiato nella mia mente,che non riusciva ad entrare nei miei pensieri,tanto erano offuscati.
-Bella!Bella! -
Il grido lontano di una voce familiare mi ridestò,e in quel momento mi accorsi di essere sul pianerottolo di casa: come diavolo ci ero arrivata?
E soprattutto,come pretendevo di sopravvivere in quella città se mi ritrovavo continuamente con la testa tra le nuvole,senza accorgermi neppure di aver attraversato mezza città?
Mi resi conto solo pochi secondi dopo,quando iniziai a sentirmi strana,accaldata e non del tutto presente,che quella strana sensazione era causata dal brutto raffreddore che avevo previsto.
Avevo le vertigini,e per poco non caddi a terra.
-Bella! Santo cielo,che ti è successo?! - quella voce,così delicata e innocente,mi riportò al contrario alla dura realtà.
-non mi sento bene,Angela...credo...di avere la febbre. - sussurrai,non pienamente cosciente.
-vieni,entriamo in casa. - mi disse lei,dolcemente.
Annuii a fatica,e per un attimo tentai con tutte le forze di addormentarmi,per superare quello stato di angoscia che mi avrebbe accompagnato per tutta la notte.



Quando mi svegliai,fui quasi sorpresa di ritrovarmi nel mio letto,al sicuro dalla pioggia e dalle stranezze dell'estrema periferia londinese.
Sentivo gli occhi ancora gonfi di pianto,e il bruciore all'altezza delle palpebre non era di certo un buon segno: segno che peggiorò ancora di più quando tutti i ricordi della notte precedente mi tornarono alla mente come una marea scatenatasi contro di me in pochi secondi.
La nausea mi assalì senza neanche darmi tempo di riflettere,e poco dopo mi ritrovai di nuovo con la testa sul cuscino.
-Bella,sei sveglia? - la voce familiare che ricordavo mi apparse quasi come una rivelazione,ma non avevo alcuna intenzione di rispondere.
-mh...-mugugnai,la bocca premuta contro il cuscino color crema.
-come,scusa? - mi chiese di nuovo,e sentii il suo corpo accanto a me,seduto al bordo del materasso.
-non mi sento bene per niente,Angie. - commentai,mettendomi seduta.
Pessima idea,perché fui assalita da un nuovo,spaventoso giramento di testa.
-oh,Bella. - sussurrò Angela,scuotendo la testa – sotto la pioggia a quell'ora di notte. Ma che razza di cliente ti sei presa,questa volta? -
-già,chi può essere lo spaventoso mostro che ti ha lasciato in questo stato? - chiese un'altra voce,meno dolce e più squillante,all'improvviso.
-diretta,Jess...- le rispose Angela,fulminandola con lo sguardo.
-non ha tutti i torti. - aggiunsi io,facendo spallucce – sono in uno stato...pessimo. -
Le mie due coinquiline – nonché colleghe – avevano due personalità completamente opposte,eppure convivevano davvero troppo bene per i caratteri antitetici che avevano.
Angela,ad esempio,era una ragazza dolcissima e davvero delicata,solitamente era lei che consolava tutte noi,condividendo i nostri dolori insieme ai suoi.
Era scappata dalla sua famiglia alla mia stessa età,e ora molti dei ricchi signori londinesi amavano stare in sua compagnia.
Era diventata una signorina di lusso,e grazie a lei anche Jessica aveva fatto un salto di qualità: al contrario di Angela,lei era nata in uno squallido sobborgo di Londra e aveva imparato a sopravvivere in quel posto con le sue sole forze,arrivando a donare il proprio corpo per sopravvivere alle condizioni estreme.
Quando conobbe Angela non aveva ancora capito di essere troppo bella e desiderabile -oltre che incredibilmente passionale – per i quartieri più poveri,e adesso vivevamo insieme in quel piccolo appartamento in una zona abbastanza nascosta,ma in qualche modo confortevole e accogliente,sostenendoci in quella vita dura.
-oh,non dirmi che...-Jess lasciò cadere il corpetto che aveva in mano,rimanendo a bocca aperta.
-no...- seguì subito Angela,interrompendola.
-e va bene,lo ammetto. Si...Mike. -
-no! - gridò Jessica,quasi con un ringhio disgustato – non Mike "prendimi e scappa" Newton! -
-Bella...-
-lo so,ma cosa dovevo fare?! Non sapete quanto mi ha offerto. -
Era sempre così: il denaro valeva più della dignità,in quel momento.
La mia sopravvivenza,in quella città crudele,mi spingeva a fare cose di cui ero tremendamente disgustata.
Ma non potevo tirarmi indietro.



Quando uscii di casa,poco prima di pranzo,decisi di addentrarmi nel centro di Londra per una passeggiata.
Volevo rimanere da sola,e riflettere su quello che mi stava accadendo.
Su quello che stavo diventando per non morire di fame.
Si,certo...continua a credere che sia così.
Scrollai la testa,stringendomi nell'abito color panna che avevo indossato per uniformarmi alla massa,a quella schiera di belle ragazze ricche che con me non avevano nulla a che fare.
Erano frivole,senza alcun pensiero in testa.
Anzi,la testa probabilmente neanche l'avevano portata con loro.
Tutte uguali,fatte con lo stampino e infilate dentro quei corpetti soffocanti e quegli abiti così costosi.
Ma fu in quel momento che vidi qualcosa che mi stupì: qualcosa di diverso,in quel continuo sciame di oche che mi circondavano in un vortice soffocante.
Una ragazza poco distante da me aveva qualcosa di diverso: anzi,era diversa.
Era bellissima,forse la più bella ragazza che avessi visto in vita mia: la pelle candida sembrava ancora più pallida sotto il cielo nuvoloso,e il vestito blu scuro aumentava ancora di più il contrasto con quella pelle che sembrava di marmo,tanto era liscia e perfetta.
I lunghi capelli biondi e setosi ricadevano sulle spalle,circondando il viso perfetto e il naso a punta.
Intorno a lei non c'era nessuno,e sembrava che anche gli altri passanti,arrivandole accanto,rimanessero inebetiti da tutto quello splendore,scansandosi e lasciandole come un vuoto attorno,quasi per non rovinare quella bellissima creatura che sembrava quasi scesa dal cielo.
I suoi occhi guizzavano velocemente da una parte all'altra della strada,con il loro incredibile color oro colato: ma tra tutta quella gente la vidi sparire in poco tempo,accompagnata da un ragazzo così alto e robusto da sembrare una montagna.
Non mi spiegai il motivo di tanta ammirazione per lei,ma per un attimo mi accorsi di quanto quella ragazza fosse diversa dalle altre,così bella ma anche così discreta da non mettere in mostra ciò che aveva come un trofeo.
Scrollai la testa,maledicendomi per tutte le stupidaggini che in quel momento il mio cervello stava partorendo senza un freno.
Ricominciai a camminare più velocemente,come a tentare di recuperare il tempo perduto per raggiungere una meta che neanche io conoscevo.
Ma non feci nemmeno in tempo a rendermi conto della strada presa che finii un'altra volta per terra.
Quella caduta mi riportò subito alla mente gli eventi della notte precedente,e la bellissima voce del misterioso sconosciuto che aveva tentato di aiutarmi tornò a farsi viva nei miei ricordi.
-stai bene? Ti sei fatta male? -
Quella voce.
C'era qualcosa di profondamente familiare in quella voce bellissima e vellutata: era davvero quella del misterioso angelo che avevo visto la notte precedente?
Era strana,perché benché fosse così limpida e luminosa era leggermente diversa da quella che avevo udito io.
Ma una voce così non poteva che essere unica,e mi decisi ad alzare lo sguardo verso colui che probabilmente doveva essere il mio angelo.
E – come avevo immaginato – si trattava di un ragazzo bellissimo: la pelle candida e liscia mi ricordò quella della magnifica ragazza bionda di poco prima,e gli occhi dello stesso color oro mi diedero una sensazione piacevole e confortante.
Il ragazzo mi sorrise,mostrando i denti bianchi e perfetti,e piegandosi allungò la mano verso di me,in attesa di ricevere una risposta.
E dopo qualche esitazione,accettai.
-sicura di stare bene? - mi chiese ancora,sfiorandomi una spalla.
-si...-sussurrai,senza sapere bene cosa dire.
-come ti chiami? -
-oh,giusto. - per la prima volta,riuscii a sorridere – io mi chiamo...Isabella. Isabella Swan.-
-piacere di conoscerti,Isabella. - mi disse lui,mentre una brezza leggera iniziava a smuovere i suoi bellissimi capelli color miele – io sono Jasper. Jasper Hale. -





























Note: Ma buongiorno fanciulli! Come va? Sfrutto questo piccolo momento in cui non sono oppressa da compiti e altre schifoserie scolastiche in genere per ringraziarvi di cuore delle recensioni che mi avete lasciato,e per postare il primo effettivo capitolo della storia.
Lo so,avete una marea di domande,ma voglio rassicurarvi: questa sarà una EdwardxBella,non ci sarà nessuno sconvolgimento,non preoccupatevi! XD
Cooomunque,è veramente Jasper quello che ha stretto la mano a Bella? Ed era lui il famoso angelo che è apparso di notte alla nostra eroina? Ma soprattutto,avete riconosciuto la ragazza bionda? Si accettano proposte,supposizioni di tutti i tipi e anche scommesse"XD(Okay,sto delirando...). Mi raccomando,voglio sapere cosa ne pensate di questo capitolo,fatemi sapere!^^
Un bacio

LMS*
  
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