Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: DirceMichelaRivetti    29/11/2016    1 recensioni
NB: Precedentemente avevo intitolato questa storia "Resistere" ma mi sono accorta che c'era già un'altra fanfic con quel titolo, quindi l'ho cambiato alla mia.
Questa è una storia in cui sto immaginando come si sia svolto il settimo anno di Neville, quando con Ginny e Luna ha rifondato l'Esercito di Silente. Quando si arriverà alla battagliadi Hogwarts, tuttavia, mi staccherò dal canon e ipotizzerò che Harry non riesca ad avere la meglio contro Voldemort e che, dunque, si continui ancora a combattere.
Ho inoltre aggiunto ai personaggi una cugina di Luna.
Cercherò anche di mostrare le incertezze e i turbamenti che Draco vive nel corso del suo ultimo anno ad Hgwarts, quando si è pentito di essere un Mangiamorte, ma non può tornare indietro.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Esercito di Silente, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Neville Paciock, Seamus Finnigan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’arrivo ad Hogwarts fu tradizionale. Hagrid radunò gli studenti del primo anno e li accompagnò alle barche su lago nero, mentre gli altri alunni salirono sulle carrozze trainate dai thestral visibili solo a pochi. Arrivati al castello entrarono nella Sala Grande, decorata con le bandiere delle quattro case che coi loro colori sventolavano sopra ai rispettivi tavoli, attorno cui i ragazzi si sedettero.

Attorno al tavolo degli insegnanti erano già tutti seduti. Neville e Ginny lanciarono subito una rapida occhiata per controllare se mancasse qualcuno, l’unica assente era la vecchia professoressa di babbanologia che, però, avevano già saputo sarebbe mancata: speravano non le fosse successo nulla di male.

Seduto al centro della tavola, sul seggio del preside, dallo schienale particolarmente alto e decorato, stava Piton. Il suo volto era tetro e spento come al solito, non mostrava alcun compiacimento per la posizione raggiunta, come se quel ruolo non gli interessasse, come se continuasse a provare disprezzo per tutti quegli studenti che, per la maggior parte, riteneva inutili e incompetenti.

Vi era anche un altro uomo che non riuscirono ad identificare.

Non si vedeva neppure la professoressa McGrannit, ma per lei erano tranquilli poiché sapevano che era ad accogliere i primini. Infatti, poco dopo, la videro entrare nella Sala Grande, seguita dai ragazzini del primo anno; erano meno numerosi del solito, poiché erano stati completamente esclusi i nati babbani.

La professoressa teneva in mano il vecchio cappello parlante ma non diede inizio subito alla cerimonia dello smistamento.

Quando tutti furono presenti, l’uomo sconosciuto si avvicinò al leggio e prese parola. Si presentò come un uomo del ministero della magia, del dipartimento istruzione, era stato incaricato di informare gli studenti dei cambiamenti nel personale della scuola.

“Dopo la morte di Albus Silente, è stato necessario scegliere un nuovo preside. Qualcuno che sia già insegnante in questa scuola e da tempo, affinché ne conosca già i regolamenti e i meccanismi; qualcuno che non trascuri la disciplina e l’ordine, anzi che sia ferreo nel farli rispettare. Qualcuno che sia abbastanza giovane, perché serve qualcuno di energico nell’amministrazione, nel gestire le questioni con gli studenti e gli insegnanti. Visti i dissidi sorti negli ultimi anni tra il precedente preside e il ministero, si è ritenuto necessario, per il bene degli studenti, scegliere qualcuno che non sia ostile al ministro e che, anzi, sia allineato con la politica ministeriale. Per questo si è decretato che l’uomo ideale per ricoprire il ruolo di preside di Hogwarts è il professor Severus Piton.”

Uno scrosciante applauso si levò dal tavolo di Serpeverde, si misero anche a cantare l’inno della loro casa per celebrare il loro direttore che era diventato preside.

Dalle altre case si sentì qualche applauso, generalmente poco convinto; solo qualche corvonero o tasso rosso aveva apprezzato Piton come professore. Inoltre, dopo che si era saputo che era stato lui ad uccidere Silente, la stima per lui era svanita in quasi tutti quelli che ne nutrivano almeno un briciolo.

“Prima di lasciare la parola al preside Piton, vi annuncio anche che il corpo docente ha due nuovi acquisti:  i fratelli Amycus e Alecto Carrow.”

Ci fu un lungo momento di gelo, seguito da un fitto brusio: i Carrow? Non erano apertamente Mangiamorte? Non erano stati presenti un paio di mesi prima, quando Silente era stato assassinato?

Beh, ripensando a chi era il nuovo preside, non c’era da stupirsi se loro erano diventati insegnanti.

“Silenzio!” richiamò l’uomo del ministero “Insegneranno Babbanologia e Difesa Contro le Arti Oscure. Come vedrete, i programmi di queste discipline sono stati revisionati e adeguati a tempi più moderni, come quelli in cui viviamo ora. Precedentemente, queste materie erano trattate in maniera retrograda o limitata; sono certo che apprezzerete e beneficerete dell’ammodernamento e dell’ampliamento degli orizzonti in questi ambiti. Un’ultima modifica che è mia competenza segnalare è che saranno periodicamente riferiti al ministero il vostro rendimento scolastico, per aiutarvi a inserirvi meglio nel mondo del lavoro dopo gli studi, e soprattutto il vostro comportamento, poiché siamo fermamente convinti che una buona società abbia le proprie fondamenta nell’ordine e nella disciplina dei suoi membri. Bene, ho finito. Vi porgo gli auguri del ministro O’Tusoe per un buon anno scolastico e vi auguro buona serata.”

L’applauso che seguì fu ancora una volta poco convinto da parte dei più.

Piton si alzò in piedi, ringraziò l’ospite del ministero e annunciò che era giunto il momento dello smistamento, dopo il quale avrebbe tenuto il proprio discorso di inizio anno.

La professoressa McGrannit collocò il cappello sullo sgabello e iniziò a leggere il primo nome dell’elenco.

Andrews EmilyTassorosso

Calestyn Samael Serpeverde

E così via, alunno dopo alunno, fino ad arrivare ad Zyboards Alan, destinato a Corvonero.

Tutti i tavoli avevano accolto allegramente i nuovi arrivati: la tensione di quei giorni non aveva cancellato le buone maniere degli studenti, né aveva fatto perdere loro il senso di amicizia e fratellanza che accumunava i membri di una stessa Casa.

Quando tutti furono seduti, il preside ordinò che si procedesse col canto dell’inno della scuola e fece apparire nell’aria lettere di fuoco per rammentare il testo agli studenti. Come erano abituati a fare con Silente, i ragazzi lo cantarono ognuno con un tono e un ritmo differente: chi lo fece molto rapido per la fame che aveva e dovette aspettare gli altri, chi cercò di essere solenne, altri vivaci; molti Grifondoro, ricordando la tradizione dei gemelli Weasley, lo cantarono a ritmo di marcia funebre e furono gli ultimi a concludere.

Piton lo considerò come un affronto alla sua autorità e si irritò nel non poter togliere punti a Grifondoro: non ne erano ancora stati assegnati e il regolamento non prevedeva che si potesse andare sotto zero; si ripromise di modificare quella parte del regolamento.

Il preside prese nuovamente parola: “Questo gracidare scomposto non si addice ad un inno. A partire già da domani, finite le lezioni, vi riunirete tutti in Sala Grande e canterete per un’ora, sotto la direzione del professor Vitious, ogni giorno, finché non saprete cantare l’inno a memoria ed armonicamente.”

Questo provvedimento non fu ben accolto tra i ragazzi.

“Detto questo, passiamo alle novità di quest’anno. Sarò intransigente sul vostro rendimento scolastico. Ogni mese verrò aggiornato sulle vostre medie e, chi non risulterà sufficiente, ossia chi non avrà almeno il voto di Accettabile, dovrà seguire corsi di recupero. Tutti gli studenti dovranno partecipare ad un’attività extrascolastica, non sarà tollerato il bighellonare e la nullafacenza. Potrete scegliere fra il quidditch, altre attività sportive, il coro, il club degli scacchi, laboratorio di cucina, corsi di approfondimento e altre attività che vi verranno comunicate domani, assieme agli orari.”

Questa novità fu accolta abbastanza bene: a molti studenti piaceva il fatto che la scuola proponesse finalmente più attività ricreative, altri erano contrari al fatto che fosse obbligatorio aderire ad almeno una.

Lo scopo del preside era, con questa iniziativa, tenere occupati il più possibile gli studenti ed impedire che il tempo libero facesse loro venire in mente idee dannose.

Continuò con l’annunciare che i sette passaggi segreti per uscire dalla scuola erano stati chiusi, dunque era inutile tentare di sgattaiolare fuori. Elencò le principali regole della scuola e i divieti e concluse dicendo: “So che negli scorsi anni si è spesso chiuso un occhio sulle piccole infrazioni, da questo momento non sarà più così. I professori Carrow sovrintenderanno alla disciplina e al rispetto delle regole in questa scuola; hanno parlato con Dolores Umbridge dei vari problemi riscontrati precedentemente e dei metodi più idonei da applicare. Questo è quanto. Buon appetito e buon anno scolastico.”

Buon anno scolastico …” borbottò Seamus, iniziando a riempirsi il piatto “Non credo che per me lo sarà … il primo che mi chiama mezzosangue giuro che lo picchio.”

“Non credo sia una buona idea attirare l’attenzione dei Carrow.” lo rimproverò Ginny, lanciandogli un’occhiataccia.

“Beh, allora potrei accidentalmente sbagliare un incantesimo … lo sanno tutti che ogni tanto, senza volere, se non sono preciso, faccio esplodere le cose …”

“Dai, non ti hanno proibito di frequentare Hogwarts, sei comunque fortunato.” gli ricordò Lavanda, strappandogli di mano il vassoio delle patate al forno “Dà qua, non puoi mica mangiarle tutte tu!”

“I Canon sono stati costretti a rimanere a casa” commentò Ginny “Mi dispiace per loro, non credo sia ballo andare in una scuola babbana, dopo essere stati qui.”

“Colin mi era pure diventato abbastanza simpatico, da quando aveva smesso di fotografare ogni cosa.” commentò Calì Patil.

“Qualcuno sa dove sia Dean?” chiese Neville, dopo aver scrutato l’intero tavolo tre volte.

Seamus abbassò la voce e rispose: “Si sta nascondendo.”

“Perché?” si meravigliò Paciock “Suo padre non era un mago? Non è nelle tue stesse condizioni?”

“Beh, la situazione è complicata. Suo padre è morto quando lui aveva pochi mesi, è cresciuto con la madre e poi un patrigno. La madre non aveva idea che il primo marito fosse un mago ed è stata stupita, quando a Thomas è arrivata la lettera per Hogwarts. Lui, poi, dovrebbe aver trovato la bacchetta del padre e qualche vecchio libro in un baule, ma non è il genere di prove che sono sufficienti per la Commissione Magica per i Nati Babbani. Ha preferito scomparire, prima di essere catturato e portato ad Azkaban.”

“Allora è vero che li portano lì?” chiese Lavanda, balbettando, sbiancata per la paura, come se fino a quel momento avesse creduto che fosse solo una diceria.

“Di certo non si limitano a ritirarti la bacchetta e a mandarti a casa con una pacca sulle spalle.” commentò sarcasticamente Romilda.

“Dobbiamo fare qualcosa per Dean.” dichiarò Neville, stringendo i denti.

“E cosa?” chiese Ginny, come a voler sottolineare che non avevano possibilità.

“Se si potesse, lo farei volentieri.” aggiunse Seamus.

“Beh, se suo padre era un mago e ha frequentato Hogwarts, dovrebbe essercene traccia negli archivi, tra i risultati degli esami o qualcosa del genere.”

“Non so se basterà a convincere la Commissione” replicò Finnigam “Ma è sempre meglio di niente. Hai idea di dove si possa controllare?”

“Iniziamo dalla biblioteca: se non tengono i registri, almeno dovrebbero saperci dire dove siano conservati. Non dovrebbe essere ancora proibito fare ricerca.”

“Bella pensata, Neville.” si congratulò Ginny.

“Lo spero … Controlliamo subito nella bacheca del quidditch. Se era in squadra, forse troviamo qualcosa già lì.”

Quella piccola idea, quella debole possibilità di aiutare un amico, era stata sufficiente per restituire entusiasmo ai Grifondoro. Potevano fare qualcosa, non molto, ma forse sarebbero riusciti a salvare una vita e questo li rendeva felici, determinati, dava loro un motivo per non scoraggiarsi di fronte agli eventi e andare avanti, perché loro avevano qualcosa da fare, loro avevano un obbiettivo.

 

Dopo il banchetto di benvenuto, i ragazzi furono inviati nelle rispettive case. Durante quello spostamento, Neville, Seamus e Ginny provarono ad avvicinarsi alla bacheca del quidditch per controllarla, ma non era sulla strada per la torre di Grifondoro e non era prudente gironzolare fuori orario già dalla prima sera.

Entrarono nella Sala Comune, la McGrannit era lì. La professoressa era seduta su una poltrona vicina al camino spento. Si limitava a sorridere stancamente e a dare il benvenuto agli studenti. Sembrava essere lì unicamente per accogliere ma, quando i ragazzi si erano sparpagliati, alcuni soli, altri in piccoli gruppi, alcuni chiassosi, altri tranquilli, la McGrannit si alzò e andò da coloro che le sembravano più abbattuti. Parlò con loro, cercò di confortarli e rassicurarli. Era strano vederla preoccupata in quel modo dolce per i suoi alunni. Solitamente era molto severa e forse lo era ancor di più con i grifondoro, dai quali si aspettava moltissimo. Si preoccupava anche prima, sì, ma senza perdere la sua freddezza e il distacco. In quel momento, invece, cercava il contatto diretto con gli studenti, si mostrava comprensiva, li invitava a parlarle. Voleva che sapessero che, in quel momento, potevano fidarsi di lei, potevano rivolgersi a lei per ogni difficoltà. Chi si fosse confidato con Minerva in quel periodo, non avrebbe trovato un’insegnante, ma un’amica, una zia che si prende cura dei nipoti.

Era consapevole dell’asprezza di quei tempi e lei non voleva risultare come un ulteriore problema, ma come un aiuto. Silente era sempre stato bravo a guadagnare la fiducia degli studenti, farli sentire a proprio agio e a rassicurarli. Minerva non era così. Non era mai stata una sadica insegnante che si divertiva a tormentare gli studenti, ma neppure l’amica che chiudeva un occhio e anche due e con cui scherzare, da trattare da pari. Era semplicemente ligia al proprio ruolo e si era sempre limitata ad insegnare, senza preoccuparsi di creare un rapporto con gli studenti.

Ora Silente non c’era più e quei ragazzi avevano bisogno di una figura amica. Qualcuno che fosse disposto ad ascoltarli e consigliarli. Minerva non sapeva se sarebbe stata in grado di fare ciò, ma avrebbe fatto ogni sforzo possibile, si sarebbe adattata. Non poteva più essere solo un’insegnante, doveva essere anche una madre, perché no, per quei ragazzi.

La McGrannit, dunque, volle fin dalla prima sera mostrarsi disponibile e presente. In altre circostanze, tutti sarebbero rimasti basiti e si sarebbero chiesti se la professoressa fosse impazzita, ma in quei frangenti non ci pensavano, anzi le erano semplicemente grati. Più di uno le confidò le brutte giornate vissute da quando Silente era morto.

Ginny notò questo cambiamento, questo sforzo, e le sembrò di vedere la propria madre, in una versione senza maglioni di lana e torte come forma di affetto.

Le ore della sera trascorsero, ormai era mezzanotte, quasi tutti si erano ritirati nelle camerate. Solo Ginny, Neville e Seamus erano ancora nella Sala Comune. Non avevano intenzione di tentare una sortita e non stavano facendo nulla, sedevano in silenzio, gli sguardi persi nel vuoto. Ognuno era assorto nei propri pensieri. Non avevano voglia di dormire, come se lo stare svegli li tenesse in una situazione di stasi, di cristallizzazione del tempo, come se si stessero prendendo una pausa dall’esistenza.

La ragazza fu la prima a raggiungere il dormitorio. Gli altri due rimasero ancora, sempre in silenzio. Dopo una mezzora Seamus mormorò: “Andiamo …?”

Neville annuì col capo. Si alzarono e salirono la scalinata per arrivare alla camera. Guardarono i cinque letti. Tre sarebbero rimasti vuoti: niente Harry, niente Ron, niente Thomas.

Fu solo allora che si resero conto di essere gli unici grifondoro maschi del loro anno. Pensarono che anche le ragazze erano rimaste in due. Erano rimasti la metà rispetto a quando erano arrivati ad Hogwarts per la prima volta, sette anni prima. Purtroppo non erano state le bocciature a ridurre il loro numero.

I loro bauli erano già sistemati ai piedi dei loro letti. Presero le bacchette e le usarono per sistemare alcune cose e indossare il pigiama. Si augurarono la buonanotte e si coricarono.

Neville era sdraiato su un lato, guardava fuori dalla finestra. Sapeva di dover dormire per essere pronto ad affrontare il primo giorno di scuola, ma non riusciva a chiudere occhio. Pensava a quello che gli aveva detto sua nonna sul mantenere alto il nome dei Paciock. Per la prima volta non lo sentiva come un peso troppo grande da portare sulle spalle, non se ne sentiva spaventato od oppresso. Pensava anche al fatto di essere uno dei pochi grifondoro del settimo anno. Sentiva la responsabilità di portare onore alla sua Casa. Sì, sentiva che poteva farcela. Non era più il ragazzino impacciato dei primi anni, era molto migliorato. Sì, la goffaggine non era sparita del tutto e, a volte, ancora tentennava nel parlare con gli altri, ma si sentiva capace. Non vedeva più gli altri eccellere negli incantesimi e se stesso inabile.

Sapeva di potersi mostrare come un bravo studente, un mago dotato … beh, forse adesso stava esagerando, aveva fatto progressi, sì, ma era partito da risultati pessimi … No, accidenti! Almeno lui doveva avere fiducia in sé e l’avrebbe avuta. Era migliorato e poteva continuare a migliorare ed era quello che aveva intenzione di fare.

Aveva avuto buoni voti agli esami del sesto anno, i professori si erano detti stupiti. Basta vergognarsi! Aveva il diritto di andare in giro a testa alta. Aveva il dovere di essere un esempio.

Accarezzato da questi pensieri, Neville scivolò nel mondo dei sogni.

Il mattino successivo, a colazione, il clima era più tranquillo e svagato rispetto alla sera precedente. C’era un gran chiacchiericcio e tutti erano concentrati sull’osservare gli orari delle lezioni e a controllare con chi le avrebbero seguite. Solo gli studenti del settimo anno sapevano con chi sarebbero stati compagni di classe, poiché erano gli stessi dell’anno precedente: dopo il conseguimento del G.U.F.O. e aver deciso in quali materie proseguire gli studi, le lezioni accoglievano gli studenti di tutte le Case contemporaneamente e non più affiancate a due a due.

Neville guardò il foglietto con i propri orari, aveva materie da seguire: Difesa Contro le Arti Oscure (chissà come sarà un corso del genere tenuto da un Mangiamorte), Incantesimi (non ho mai detto alla nonna che so che lei non aveva passato questo GUFO), Erbologia (ovviamente, non può mancare), Cura delle Creature Magiche (Hagrid è stato buono, l’anno scorso, ad accettarmi nel corso anche se avevo preso solo Soddisfacente), Storia della Magia (devo solo studiare, senza il rischio di combinare disastri con la pratica, non posso certo rinunciare a questa materia … e poi può sempre tornare utile, dovessi lavorare al Ministero, quando sarà tornato legittimo, ovvio), Rune Antiche (eh, la nonna si è stupita, quando ha saputo che avevo lasciato divinazione e avevo recuperato Rune Antiche, ho preso anche un buon GUFO e l’anno scorso sono riuscito ad ottenere Eccezionale … beh, è stato anche merito di Hermione che mi ha aiutato nello studio) e infine Babbanologia (Babbanologia? Ma io non l’ho scelta, l’ho seguita dopo il terzo anno ma poi ho lasciato perdere l’anno scorso. Dev’esserci un errore …)

“Ehi, Seamus!” esclamò Neville “Hanno aggiunto anche a te Babbanologia?”

“Fammi controllare …” Finnigam preso il suo foglietto che aveva lasciato sotto al piatto col bacon, lo guardò e disse: “Sì, strano, io ho vissuto spesso coi babbani e non ho mai avuto intenzione di studiarla Babbanologia.” alzò la voce per farsi sentire dagli altri compagni di Casa: “Ehi, avete tutti Babbanologia nel programma?”

Mentre si levava un sommesso brusio di , Seamus udì la voce della professoressa Alecto Carrow alle proprie spalle: “10 punti in meno a Grifondoro: non si urla signor Finnigam.”

Seamus sbuffò e stava per ribattere qualcosa, ma Ginny gli diede un calcio da sotto al tavolo per farlo tacere.

La Carrow continuò: “Da quest’anno Babbanologia è una disciplina obbligatoria: è giusto che siate consapevoli delle crudeltà di cui sono capaci gli sporchi umani.”

“Gli umani?” ripeté Neville, non riuscendo a trattenersi “Beh sono d’accordo che la storia dell’umanità sia piena di cose tremenda, ma non credevo che lei fosse un’aliena.”

“Cosa stai dicendo, Paciock?!” replicò Alecto, confusa e irritata.

“Ha detto sporchi umani come se fossero una razza a parte rispetto a quella a cui apparteniamo lei o io. Personalmente mi sono sempre reputato un umano, un umano dotato di poteri magici, ma pur sempre umano. Lei no?”

Un lampo d’odio saettò nelle pupille della Mangiamorte, poi la sua espressione si rilassò e chiese: “Tu, Paciock, segui Arti Oscure, vero?”

“Sarebbe Difesa contro le Arti Oscure, per l’esattezza.”

La donna abbozzò un mezzo sorriso che non prometteva nulla di buono e disse: “Riferirò a mio fratello e si occuperà lui, durante la lezione, a insegnarti che ci vuole rispetto per i professori e i superiori in generali.”

Detto ciò la Carrow voltò le spalle e raggiunse il tavolo degli insegnanti con la stessa spensieratezza di una bambina in un campo di margherite.

“Suonava come una minaccia, vero?” domandò Neville agli amici.

“Decisamente.” annuì Ginny, ancora basita da ciò che aveva sentito dire dal ragazzo.

“Comunque sei stato fantastico!” esclamò Seamus “Chiederle se si ritenesse aliena è stato geniale. Bravissimo.”

“Già, complimenti!” aggiunse Calì e anche altri grifondoro che avevano ascoltato si  congratularono.

Ginny depose le posate, si alzò in piedi e disse: “Scusate, ma devo andare: tra un quarto d’ora inizia la lezione di pozioni di Lumacorno. Ci vediamo a pranzo.”

Neville gettò un occhio al suo programma delle lezioni e vide che aveva le prime due ore libere, per cui le disse: “Aspettami, vengo con te. Voglio chiedere una cosa al professore.”

I due amici si alzarono dal tavolo di Grifondoro per andare alla torre a recuperare il materiale prima di recarsi nei sotterranei per la lezione.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: DirceMichelaRivetti