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Autore: cioccolatoprego    18/05/2009    1 recensioni
una ragazza, di nome a noi ignoto, viene catapultata nei magici regni limitrofi, regni popolati da quattro biondi folli, un grigio visionario, un tappo isterico, due megalomani, un ragazzo con gli occhi conturbanti e uno con l'orecchino di cristallo... riuscirà a tornare indietro? - tratto da "gli eroi del crepuscolo" di c. strazzulla
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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rinnegati c3 Cascata delle Fate

Il mattino dopo mi svegliarono duettando con gli uccellini e nel giro di pochi minuti si partì. Scoprii purtroppo che lo psicopatico biancovestito veniva con noi.
Stavo litigando con Lyannen, quando Dalman si avvicinò. Il suo sguardo bastò perchè Lyannen smettesse subito di parlare. Dalman si rivolse a me: - Nobile dama, sppero che il mio amico non vi abbia turbata, con le sue poco gentili parole. Capisco come vi dovete sentire intimorita, in mezzo a tutti questi valorosi Eterni: Lyannen, che è un mezzomortale, si sente così inadeguato...
- Ehi!!!
-... in effetti, vi somigliate, nel fisico...
- Lei non ha i miei splendidi occhi azzurri, e neanche...
-... vi somigliate anche nel carattere: da come litigate, sembrate fratelli! Per cui credo che Lyannen vi debba aiutare a migliorare il vostro portamento invece di prendervi in giro. Soprattutto se si pensa che siete così lontana dal vostro regno... a proposito, dov'è il vostro regno?
- Il mio regno, di cui sono signora e padrona si trova lontanissimo da qui. - risposi, improvvisando. - Tanto che non ho avuto neanche il sospetto della vostra esistenza finchè non sono stata rapita.
Sottolineai bene l'ultima parola, ed ottenni l'effetto sperato: Dalman guardò Lyannen con aria indignata.
Il tappo tossicchiò: - Era necessario che venisse. Ne andava del destino della Compagnia, di Eileen, del mondo!
Dalman si addolcì: - Nobile dama, dovete essere fiera che proprio voi, fra tutti, siate stata scelta per una missione così importante! Anche se mi chiedo che ne sarà del vostro regno, senza di voi.
- Oh, secondo me starà benissimo, anzi starà meglio! - intervenne Lyannen - Se governate bene come cucinate...
Gli assestai una gomitata e dissi: - Il mio povero Paese sarà piombato nel caos, dopo la mia scomparsa!
Il tappo, piegato in due, mormorò: - Probabilmente regnava il disordine anche prima.
Gli tirai un calcio e continuai: - Quindi vi imploro di farmi tornare a casa!
Lyannen, da terra: - Ora capisco perchè i popoli dei mondi paralleli sono detti barbari...
Dalman stava per rispondermi, quando all'improvviso Drymm gridò: - Un nemico!
Lyannen si rialzò immediatamente: - Un nemico! Grande! Voglio dire, che disdetta! Ma non vi preoccupate, lasciatelo a me!
Io guardai il tizio incappucciato e incrociai le dita. Uccidi Lyannen, ti prego, uccidi Lyannen...
Purtroppo, le mie speranze non furono esaudite.
Mentre combattevano, il tizio si abbassò il cappuccio, e Lyannen si bloccò. Si abbracciarono, e tutti li guardammo increduli.
- Cosa cavolo fai? - urlò Drymm.
- Mio fratello. - disse Lyannen, allegro.
- Tuo cosa?
- Mio fratello Ventel Biancamano!
Sbattei le palpebre, pensando di essermi confusa: bianca mano? No, non poteva essere...
- Biancamano! - fece Validen - Piacere, sono Validen Cioccadoro.
A quel punto iniziai a barcollare, e fu solo grazie all'intervento di Drymm che non caddi per terra, ma mi risvegliai tra capelli biondi.
Preoccupata, ci misi parecchi secondi per capire che ero seduta per terra, tenuta da un biondino tra i cui capelli stavo affogando.
- Agghh.
Il biondino si rese conto che ero cosciente, e mi lasciò. Era Drymm.
- Nobile dama - disse Ventel, in piedi con il fratello - volete continuare su Ardir?
Mi chiesi chi fosse Ardir, e per un attimo credetti che volesse portarmi in braccio, ma poi un cavallo emerse tra gli alberi. Era nero, con una stella bianca sul muso: un giovane Black Beauty, venuto direttamente dagli scaffali di casa mia...
- Nobile dama?
- No.
- Volete che vi porti io? - chiese Dalman, con un'aria troppo innocente per essere credibile.
- No, no! - urlai, e senza accorgermene artigliai la spalla di Drymm.
- Nobile dama - disse lui, gentilmente - se volete accettarli, vi offro i miei servigi.
- No, no... - guardai Dalman. Almeno, Drymm non aveva i capelli grigi. - Si!
Dalman, leggermente offeso, mi si inginocchiò davanti e, guardando Drymm, ruggì: - Giuro di difendervi da ogni sventurato che decida di approfittare della vostra debolezza.
- Molto cortese.
- Non c'è bisogno. - sbuffò Drymm.
Si guardarono, e per un attimo pensai che si sarebbero presi a pugni, ma qualcosa di nero si mise in mezzo, e mi trovai a pochi centimetri dal cavallo.
- Basta. - disse Ventel - O sul cavallo o in braccio a mio fratello.
-NO! - urlò Drymm.
- NON IN BRACCIO A LUI! - fece Dalman.
- MAI! - esclamò Lyannen.
- So camminare. - dissi, ma non servì. Non andai in groppa al cavallo, né in braccio al tappo: mi ritrovai a camminare depressa al braccio di Biancamano, ascoltando la storia della sua fidanzata.
- E quando tornerai da lei?
- Quando salveremo la...
- Si, la Fiorellino di Dardamen.
- La Stella! - urlò qualcuno, ma evitai di guardarlo.

Fu una cosa molto noiosa.
Alberi che camminavano, fatine sopra: insomma, potevano anche essere più carini e inventarsi qualcos'altro, ma... Le fate ci condussero a un cancelletto, e lì Ventel disse "apri il passo agli amici dell'alba", e il cancello si aprì. Che tristezza.
Una fatina ci venne incontro, e abbracciò Ventel. Cioè, qualche centimetro della sua epidermide: com'è giusto, era troppo piccola per far di più.
- Saluti a voi, amici di Ventel, sono Krystal. Benvenuti nel nostro paese! Come posso chiamarvi?
Il tappo e gli altri fecero grossi sorrisi e dissero i nomi, mentre io la guardai perplessa tutto il tempo, e quando mi fissò, chiesi: - Trilli?
Fu così che tutti decisero che mi chiamavo Trilli.
Krystal abbracciava Ventel, e Lyannen la guardava come se volesse pestarla; io la guardavo allegra e Dalman guardava allegro me: la cosa iniziava a essere preoccupante. Nonostante ciò, arrivammo in buone condizioni a una cascata - piccola, banale e rosa - sotto un cielo stellato, e molte fate iniziarono a dire cose sdolcinate spandendo fiori.
Ovviamente, gli altri erano felici.
Io? Mm...
Ventel e Lyannen si misero seduti e Ventel gli raccontò una storia; io inciampai, e Drymm decise che era ora di chiedermi se volevo sposarlo. Validen e Dalman si scambiarono uno sguardo e, mentre le fatine giocavano, si lanciarono su Drymm e iniziarono una rissa.
Fu una lunga notte. Molto lunga.
Andammo anche dalla regina: la fata aveva capelli lunghissimi e ricci, neri. Ci disse di farle una domanda a testa: Lyannen le chiese qualcosa sulla guerra - ricordo solo che era scortese - Dalman se avrebbe visto la battaglia, Validen se la Stella era viva, Drymm se Dardamen sarebbe stata presa, Elfhall se si sarebbe combattuto lì, e Ventel rimase in silenzio.
Io chiesi se sarei mai tornata a casa, e la regina disse che la mia casa era dov'era il mio cuore.
Dovetti faticare a non ucciderla.

ringraziamenti:
SkAnNeRiZzAtA: siamo contente che ti è piaciuto il cap^^ e speriamo che anche questo sia di tuo gradimento!! grazie per continuare a commentare!!
akuby_ge ne approfitta per dire che è ancora viva e aggiornerà presto
  
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