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Autore: Animaga Lupetta    05/12/2016    0 recensioni
Un mese è passato dalla vittoria contro Lord Voldemort. Vittoria che è stata pagata cara da tutti, sia da coloro che si trovavano nello schieramento vincitore, sia da coloro che seguivano il nemico. Ad Hogwarts il clima non è più lo stesso; l'entusiasmo di tutti è spento, le ombre dei morti aleggiano per il Castello, nascondendo i presagi di un nuovo pericolo. Perchè Lord Voldemort, sarà pure morto, ma qualcuno è già pronto a prendere il suo posto. E i Mangiamorte scampati alla Legge si nascondono, pronti ad obbedire al loro nuovo padrone.
E in questo clima di grande confusione, Draco si ritroverà per la prima volta spogliato della sua consueta arroganza, senza più avere qualcosa in cui credere. E forse è proprio questo che gli consentirà di aprire il suo cuore ad un sentimento totalmente nuovo per lui: l'amore. Hermione avrà il compito di convincerlo a liberarsi del passato, per avanzare verso un nuovo futuro.
Non saranno soli, a combattere. Un aiuto della Provvidenza verrà in loro soccorso, e Hogwarts, ancora una volta, proteggerà strenuamente i suoi studenti. Studenti vecchi e nuovi...
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Lucius Malfoy, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Settembre

La scuola era cominciata da una settimana. Il Cappello aveva smistato i nuovi studenti, e tutti quelli vecchi si stavano piano piano riabituando al clima frenetico di Hogwarts. Tuttavia, benchè tutti cercassero di ignorare quello che era successo solo pochi mesi prima, le ombre e i fantasmi della battaglia aleggiavano ancora intorno a loro. Molti erano gli studenti che avevano perso un familiare o un amico; era impossibile dimenticare, e di certo lo era farlo in un tempo cosí breve. Non era raro perciò vedere studenti con lo sguardo perso nel vuoto, tra una lezione e l'altra, immersi nei propri pensieri. E non era raro nemmeno che qualcuno si nascondesse per qualche minuto in un angolo, lontano da tutti gli altri, per versare qualche lacrima per i propri cari. 
Tutto questo non faceva che creare una sorta di bolla intorno alla scuola. Anche se era tutto tornato alla normalità, pareva di trovarsi in un mondo a parte e non in quello reale; tutto sembrava fin troppo tranquillo, e quella tranquillitá non faceva altro che rendere più pesante l'atmosfera di tristezza che impregnava i vecchi corridoi di pietra. In tutto questo, Draco Malfoy era tornato. E non era propriamente il benvenuto.
Draco si era aspettato un'accoglienza poco calorosa, ma la realtà era persino peggiore di quanto si fosse aspettato: ovunque volgesse lo sguardo incontrava solo sguardi duri e pieni d'odio, era stato insultato da diversi studenti, e solo quella mattina aveva ricevuto ben due aeroplanini di carta che recitavano la parola Mangiamorte. E la scuola era cominciata solo da sette giorni. Sette giorni, e già non ne poteva più. Certo aveva ancora Blaise, ma dato che non voleva essere compatito lo aveva tenuto piuttosto a distanza in quei giorni, nonostante lui cercasse sempre di stargli vicino. Sapeva benissimo che avrebbe dovuto ringraziarlo per quello che voleva fare, visto che le sue intenzioni erano buone, ma il disagio che provava ogni volta che vedeva quel sorriso impietosito sulla sua faccia lo spingeva a fregarsene e ad allontanarlo. 
Perciò, allontanandosi da tutto e tutti, il posto in cui andava a cercare un po' di pace e di solitudine era il Lago Nero, dove si rifugiava in ogni momento libero, compreso il pranzo. 
Quel giorno il lago era più scuro che mai; era sabato, quindi era passato di sfuggita nella Sala da Pranzo per procurarsi un croissant e un po' di succo d'uva e si era subito diretto verso la sponda dell'acqua, dove aveva mangiato tranquillamente la sua colazione godendosi quella calma piatta. 
Mentre era immerso nei suoi pensieri sentí improvvisamente una spinta contro la spalla, che lo costrinse ad appoggiarsi di peso contro un albero lí accanto per non cadere nell'acqua.
"Sta' attento Mangiamorte", sghignazzarono due ragazzi di Tassorosso, dando un calcio alla sua borsa. "Ops, non l'avevo vista...", sogghignò uno dei due.
Draco si rimise in equilibrio e strinse i denti. Non reagire, si disse. Doveva solo ignorarli, e se ne sarebbero andati. 
"Andate via", sibiló.
"No se possiamo stare qui a divertirci ancora un po'", esclamò il primo tirando un altro calcio alla sua borsa.
"Come sta paparino in prigione, Malfoy? Quando riceverà il bacio dai Dissennatori?", lo provocò l'altro.
Draco strinse forte i pugni per impedirsi di muoversi. Sta' calmo.
"E mammina come sta? Ah no che stupido, dimenticavo che si é suicidata . Probabilmente non sopportava più di avere un mostro come marito e un verme come figlio", riprese l'altro. "Come ci si sente, Malfoy, sapendo di essere la causa della sua morte?".
Quello era decisamente troppo. Draco si lanciò con un ringhio sul ragazzo che aveva parlato per ultimo, mollandogli un cazzotto sulla guancia che lo fece cadere steso a terra.
L'altro lanciò un urlo strozzato e si mise in ginocchio sull'erba per soccorrere l'amico, tirando fuori la bacchetta e puntandola verso Malfoy.
Draco senza pensarci nemmeno sfiló la bacchetta dalla tasca e puntandola rapidamente contro di lui gridò "Crucio!"
La bacchetta cadde dalla mano del giovane Tassorosso che cominciò a contorcersi sull'erba con sussulti incontrollati.
Intanto il secondo ragazzo ancora a terra cercò di strisciare sui gomiti per allontanarsi da Draco, che però gli si parò davanti sempre tenendo la bacchetta puntata contro il primo.
Poi un'ombra si parò in mezzo tra lui e il Tassorosso. Un'ombra riccia e con un viso decisamente furibondo.
Hermione Granger aveva scorto dalla strada che portava al Lago, dove stava per andare a rifugiarsi in cerca di un po' di tranquillità, la luce di un incantesimo, e si era avvicinata per vedere meglio: era rimasta inorridita dalla scena che le si era parata davanti.
"Malfoy!", gridò Hermione puntando la bacchetta contro il Serpeverde e mormorando un "Protego" tra i denti.
Ci fu uno spostamento d'aria e il Tassorosso smise di agitarsi in preda alle convulsioni. L'altro nel frattempo era riuscito a raggiungere l'albero dove prima si trovava Draco e vi si era nascosto dietro.
Draco abbassò la bacchetta, furente. "Cosa stai facendo Mezzosangue?", ringhiò.
"TU cosa stai facendo, Malfoy! Attaccare cosí due ragazzi, ad Hogwarts, e con una Maledizione per giunta! Santo Merlino ma cosa pensavi di fare?", gli urlò lei avvicinandosi e dandogli una spinta per farlo allontanare dal ragazzo a terra.
"Come osi intrometterti e come osi toccarmi, stupida Mezzosangue!", sibilò Draco allontanandosi di un passo. "Chi sei tu per dirmi quello che devo fare?", ringhió.
"Si dia il caso, Malfoy, che io sia ancora Caposcuola nel caso tu non te lo ricordassi!"
"Non me ne frega altamente niente, Granger", sottolineò lui furente.
"Dovrebbe fregartene, Malfoy, visto  che ora porterò questi due in infermeria e poi dalla professoressa McGrannit", esclamò lei.
Il pensiero dello sguardo fiducioso che la McGrannit gli aveva rivolto durante il colloquio, a giugno, e poi di nuovo qualche giorno prima al suo arrivo ad Hogwarts gli fece recuperare un po' di lucidità. Non sapeva bene perchè, ma sentiva quasi di non volerla deludere. Lei aveva avuto fiducia in lui permettendogli di tornare ad Hogwarts, pur sapendo che il resto della scuola non avrebbe certamente approvato; il pensiero di tradire in quel modo la sua fiducia lo faceva sentire a disagio.
Guardando i due ragazzi Tassorosso, ora decisamente spaventati, Draco desiderò di non aver puntato la bacchetta contro di loro ma di averli solo ignorati.
Hermione si girò e tese una mano al ragazzo per terra, facendolo appoggiare contro di sè mettendogli un braccio dietro le spalle. Chiamó anche l'altro Tassorosso, che le si affiancò velocemente rivolgendo sguardi infuocati a Malfoy.
Draco le si parò davanti per impedirle di passare. 
"Non dirlo alla McGrannit. Non dirlo a nessuno Mezzosangue".
Hermione fece un risolino sarcastico.
"Certo Malfoy, come no", rispose ricominciando a camminare e tentando di aggirarlo. Lui si spostò di nuovo per bloccarle la strada.
"Ti prego
Hermione sollevò un sopracciglio. Draco Malfoy la stava pregando?
"Malfoy, hai usato una delle Maledizioni senza perdono contro uno studente. Questo è un comportamento da espulsione. Dammi una buona ragione per cui non dovrei dire nulla!"
"Possiamo cancellare loro la memoria e nessuno lo saprà. È stato un gesto automatico, involontario, non volevo mica a ucciderli!"
"Ci mancherebbe altro!", sbottò Hermione. "Non funziona cosí Malfoy. Non puoi andare in giro a lanciare maledizioni contro la gente e pretendere che tutto vada bene solo cancellando loro la memoria"
"Andiamo Granger non esagerare, mi dipingi come se passassi le mie giornate lanciando maledizioni a destra e a sinistra"
"Non mi interessa quello che fai nel tempo libero, Malfoy, ma quello che hai fatto è orribile e mi sorprende che tu non te ne renda conto! Anche se dopotutto la cosa non dovrebbe stupirmi, visto con chi sto parlando", rispose Hermione con lo sguardo pieno di rancore. Nella sua mente comparve la figura imponente del Manor, insieme al viso ghignante di Bellatrix Lestrange; represse un brivido, sentendo la pelle d'oca sulle braccia.
Gli occhi di Draco si spalancarono e la sua espressione si fece subito neutra.
"Non farmelo ripetere, Mezzosangue. È già abbastanza umiliante pregarti una volta", sibilò Draco.
Hermione lo fissò negli occhi gelidi per qualche secondo. Perchè avrebbe dovuto mai dare retta a Malfoy? Attaccare altri studenti era vietato, si poteva essere espulsi come punizione, e per di più aveva anche usato una Maledizione senza perdono, di uso proibito dalla legge! La sua anima da Grifondoro, sempre dalla parte delle regole, fremette. Non poteva dargliela vinta. Non ad un Mangiamorte...
Hermione si sorprese del suo stesso pensiero. Non aveva mai chiamato Malfoy Mangiamorte prima d'ora, e benchè avesse la famiglia che aveva, e fosse sempre stato dalla parte del Nemico, lei non lo aveva mai disprezzato fino a quel punto. Perchè le era venuto da chiamarlo cosí adesso? Diede un'occhiata a Draco e tutto quello che fu in grado di vedere fu un ragazzo profondamente stanco. Non aveva idea di come avesse passato gli ultimi mesi, dopo la battaglia di Hogwarts. A dire il vero non sapeva neanche cosa ci facesse ad Hogwarts.
La determinazione di Hermione vacilló, e Draco vedendo l'indecisione nei suoi occhi ne approfittò.
"Granger ascoltami: i professori mi tengono d'occhio, se tu riferisci loro quello che è successo è finita. Mi butteranno fuori da Hogwarts e dovrò tornare al Manor e..." la sua voce tremó. Cosa ne avrebbe fatto della sua vita se fosse tornato a casa? "...Io voglio stare qui Granger. Anche se dovesse rivelarsi un anno d'inferno, è sempre meglio che tornare a casa".
Hermione rabbrividí di nuovo al pensiero del Manor. In effetti il furetto aveva ragione, al di fuori di Hogwarts lui non aveva un futuro. E anche lí, tra le mura del castello, non era comunque il benvenuto. Quando Ron l'aveva intravisto, il primo giorno a cena, gli aveva rivolto uno sguardo infuocato e pieno d'odio che mai aveva visto sul suo viso. E sicuramente non era il solo a covare tanto risentimento nei confronti dei seguaci di Voldemort... Malfoy era l'unica persona a portata di mano con cui potersela prendere come vendetta personale, ed era chiaro che sarebbe diventato il capro espiatorio di tutti. Anzi, riflettè Hermione, non era escluso che la ragione per cui Draco aveva attaccato quei Tassorosso fosse che era stato attaccato per primo; aveva notato in quei giorni come molti ragazzi lo fermassero nei corridoi per insultarlo o colpirlo, e lui aveva sempre incassato senza replicare. Doveva averne avuto abbastanza.
"Avete attaccato voi Draco?", si rivolse ai due ragazzi con sguardo inquisitorio.
I due ragazzi non risposero e si guardarono negli occhi. Hermione la prese come un'ammissione di colpa.
"Bene allora".
Hermione prese la bacchetta e la puntò sui due ragazzi, che tentarono di indietreggiare spaventati che la Caposcuola potesse fare loro chissà quale incantesimo, e mormorò "Obliviate".
I due Tassorosso assunsero uno sguardo vacuo, per qualche istante, e Draco ne approfittò per fare qualche incantesimo guaritore su quello che aveva colpito con il Cruciatus.
Non appena si ripresero, i due Tassorosso si guardarono intorno, confusi, e dopo aver salutato i due giovani se ne andarono.
Draco fece un sospiro, sollevato. Per un momento aveva pensato che la Granger sarebbe andata a spifferare tutto alla McGrannit, ma per fortuna si era convinta a non farlo. Farsi cacciare da Hogwarts non rientrava esattamente nei suoi piani.
"Beh, non dici nulla?", disse Hermione fissandolo.
"Cosa dovrei dire?"
"Per esempio 'Grazie Hermione per avermi parato il culo' andrebbe bene"
"Sai che non è nel mio stile ringraziare le persone, Granger"
"Sai che faccio ancora in tempo a  ridare loro la memoria e a raccontare tutto alla professoressa McGrannit, Malfoy?", ribattè lei sollevando di nuovo il sopracciglio.
Draco alzò gli occhi al cielo.
"Grazie Mezzosangue", ottenne Hermione alla fine.
Dopo avergli rivolto un'occhiata non proprio amichevole per il termine con cui era stata apostrofata, Hermione raccolse la borsa che aveva abbandonato sull'erba quando era arrivata e se ne andò.
Draco la guardò allontanarsi verso l'altra sponda del Lago Nero, seguendo il movimento regolare dei riccioli che le rimbalzavano sulla schiena ad ogni passo. Era piuttosto stupito che la Granger alla fine avesse deciso di coprirlo con i professori, venendo a meno alle sue amate regole.
Era piuttosto probabile che sarebbe andata a parlarne con gli altri membri del trio dei Miracoli. Meglio di no, pensò Draco; aveva notato lo sguardo furibondo rivoltogli da Weasley il primo giorno, e dubitava che lui avrebbe accettato di coprirlo. Non era colpa sua se Fred Weasley era stato colpito, maledizione. Quella dannata battaglia non era stata colpa sua.
Draco si sedette, la schiena contro l'albero, a fissare di nuovo l'acqua del Lago Nero. Era l'unica cosa che gli permetteva di meditare e stare un po' in tranquillitá.
Mentre Draco osservava il Lago, poco distante, sopra il ramo di un vecchio noce nodoso, qualcuno osservava lui. 
Astrid Haley, Breena, lo aveva tenuto d'occhio per tutto il pomeriggio. E naturalmente aveva seguito anche tutta la scena con i Tassorosso. Non era ancora il momento giusto per parlargli, ma era stata quasi sul punto di intervenire quando aveva sentito il nome Crucio uscire dalla bocca del giovane: tuttavia aveva visto Hermione Granger correre verso di lui quindi aveva preferito rimanere ad osservare tutto dall'esterno.
Era piuttosto sorpresa del fatto che quel ragazzo fosse stato in grado di lanciare un Cruciatus con cosí tanta forza. Quel Malfoy doveva covare decisamente tanta rabbia in corpo per poter scatenare e controllare un incantesimo di quella portata.
Decise che aveva visto abbastanza, e scese con un balzo dall'albero, cominciando a camminare lentamente verso Hogwarts.
Dall'inizio della scuola, la settimana prima, aveva notato subito Draco Malfoy. Camminava spesso da solo, in disparte, evitando il più possibile il contatto con gli altri ragazzi: l'odio che gli altri provavano nei suoi confronti era palese. Aveva spesso visto come venisse fermato nei corridoi, insultato, e lui la maggior parte delle volte si limitava a lanciare occhiate feroci. Aveva sospettato che presto sarebbe scoppiato, e oggi ne aveva avuto la conferma.
Giunta nell'atrio, Astrid cominciò a salire le scale verso la torre di Grifondoro. Il Cappello l'aveva smistata di nuovo nella Casa di Godric Grifondoro, il che in quel momento si rivelava un bene visto che sarebbe stata in grado di orirgliare le conversazioni di Hermione Granger. Quella ragazza l'aveva incuriosita almeno quanto Draco Malfoy; aveva un'aura particolare, diversa da quella degli altri studenti. A detta della McGrannit era una studentessa brillante, e un'abile combattente, nonostante fosse figlia di due Babbani. L'aveva intravista piuttosto spesso nei corridoi e in sala comune, sempre circondata dallo stesso gruppetto di persone, tra cui Harry Potter; in effetti avrebbe dovuto ricordarsi del suo nome, pensò in quel momento, visto che l'anno precedente la Gazzetta del Profeta l'aveva nominata piuttosto di frequente come membro attivo della coalizione anti Voldemort. L'avrebbe sorvegliata nei  giorni seguenti, insieme a Malfoy.
Lux caelis.
Il ritratto della Signora Grassa si aprí, rivelando una sala tutta arredata in rosso e oro, e con un allegro fuoco scoppiettante nel camino. Superò la sala e i pochi Grifondoro che si erano riuniti lí per fare due chiacchiere e salí le scale. Entrò nella camera, in quel momento vuota, che condivideva con altre due studentesse, e trovò, come si era aspettata, un messaggio sul letto. 
La busta era nera, con solo una delicata decorazione violetta lungo tutto il bordo; Astrid la aprí. Era un messaggio breve, poche parole. Proprio quello che si aspettava.
Avrebbe dovuto parlare con Connor quella sera, a cena; con un po' di fortuna Draco Malfoy non l'avrebbe notata più di tanto quando si fosse avvicinata al suo tavolo. Meno la notava, per il momento, meglio era, dato che lo stava sorvegliando.
Andò in bagno a cambiarsi, lasciando la lettera sul letto.
Il messaggio recitava:
"Avvistato a sud di Londra, Branco Sud lo sta controllando. Ti teniamo informata"
  
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