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Autore: BuFr    08/12/2016    2 recensioni
Il poliziotto integerrimo. L’artista cool. Il cattivo ragazzo. E un adolescente dotato di ingombranti poteri sovrannaturali, pronto a sconvolgere la loro quiete.
Un mondo normale, e un altro che è un totale delirio.
E un triangolo d’amore e desiderio persino troppo aggrovigliato. Tanto aggrovigliato, da avere quattro vertici.
****
Raccolta di missing moments e frammenti ex novo collegati alla saga "Clover", edita da Centauria Libri.
Alcune parti sono riprese dalla prima stesura di Clover, ovvero FOUR, feuilleton nato e cresciuto proprio qua su EFP.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La suite di Richard Jeffrey era ormai come una vera casa per lui, e un approdo frequente per Harry Spades. Era piena di specchi e il ragazzo si domandò, nel guardarsi mentre si riabbottonava, se fosse una modifica apportata all'arredamento dal magnate stesso. Era troppo strategica, studiata, per apparire casuale. Il resto era molto classico, magniloquente: c'era un grosso letto a baldacchino, tappeti persiani, salottino per gli ospiti, mobili in legno pregiato e lucido. Una grossa terrazza, da cui si poteva ammirare la metropoli.

Fuori stava imbrunendo: Harry aveva ancora molte incombenze da sbrigare prima della mezzanotte.

“Mettiti una camicia, la prossima volta” gli disse Richard Jeffrey avvicinandosi alle sue spalle. “Ti starebbe bene.”

Harry aggrottò la fronte e lo guardò attraverso lo specchio. “Se mi paghi un extra, mi vesto anche da cowboy.”

“Uff, che noioso.” L'uomo maturo mise le mani sui fianchi di Harry, ma senza procedere oltre. Poi chiese, imprevedibilmente: “Che ne è del tuo amichetto, il piccolo salvatore dell’umanità?”

Dapprima il più giovane non capì, poi si bloccò di colpo. Dal movimento delle sue ciglia, Jeffrey intuì che aveva afferrato a chi si stesse riferendo, e sorrise per questo. Poteva notare il suo sguardo interrogativo, appena appena ostile. “Com’è che si chiama, poi?” lo punzecchiò. “Non me l’ha voluto dire.”

“Non sono affari che ti riguardano” rispose Harry con una smorfia di sfida. Poi, fissandolo attraverso lo specchio, minaccioso: “Lui appartiene a me.”

Richard Jeffrey si stava riferendo a Christian, era evidente. Tempo addietro, il diciottenne che Harry ormai conosceva bene – e quasi biblicamente – aveva più o meno salvato la vita di quell’uomo senza scrupoli. Per quanto se la meritasse.

Non credeva che Jeffrey si sarebbe ricordato di Christian tanto a lungo. E, sicuramente, avrebbe fatto di tutto per tenere le peccaminose grinfie di quel vecchio – per quanto affascinante, aveva pur sempre quarantasei anni, e per Harry significava più o meno essere con un piede nella fossa – lontane dall'amico.

Christian gli piaceva sul serio.

E se non aveva intenzione di farlo toccare nemmeno a quel figobelloccio di Tyler Luke, figurarsi se l’avrebbe lasciato alla mercé di un depravato di mezza età come Jeffrey.

L’uomo ostentò tranquillità e sussurrò divertito al suo orecchio: “Mi piace sperimentare cose nuove, e adoro letteralmente la sua aria innocente. Ci penso da giorni, sai?”

“Non mi dire che pensi a lui mentre sei con me, perché non mi vedi più neanche in fotografia.”

Naturalmente non era geloso, né dell'uno né dell'altro, ma accentrare l'attenzione degli amanti su di sé, quando era il momento opportuno, per Spades era un punto d'onore, e riteneva impossibile accadesse diversamente.

Richard Jeffrey rise sommesso: “No, sta tranquillo. Quando scopo con te è molto difficile de-concentrarmi da quello che stai facendo, specie quando ti applichi come poco fa. Hai una vera vocazione, sai?”

“C'è da andarne fieri.”

“Devi” rispose Jeffrey. “Però il tuo amico potrebbe essere un dessert molto piacevole. Lo pagherei molto bene, e anche te per aver combinato la cosa. È un verginello, non è vero? È da tanto che non vado con un vergine.”

“E continuerà a non capitarti per lungo tempo, perché lui non te lo lascio.”

“Oh” esclamò l'uomo sorpreso. “Te lo vuoi prendere tu?”

“...”

“Non sarà che...” Jeffrey si interruppe, poi rise con maggior rumore. “Quel ragazzino ti piace?”

Lo sguardo di Spades era inchiodato al muro, fosco, sottolineato solo dalle risate del suo cliente. Era diviso tra la voglia di girarsi e dargli un pugno in faccia, e quello di distrarlo da quella conversazione in altro modo. In fondo, se c'era una cosa che aveva imparato andando con gli uomini, è che avendo il dominio sul loro piacere poteva controllarli come burattini. Anche quelli in giacca e cravatta impeccabili, come Jeffrey, sarebbero stati disposti a mettersi in ridicolo e vendere anche la propria madre, solo perché un bel faccino abbassasse loro le mutande. 

Pure se firmate.

Teso tra questi due estremi opposti, il ragazzo restò immobile un istante di troppo, quel tanto perché Jeffrey avesse voglia di indagare ulteriormente: “Harry Spades, anche tu ti innamori, ogni tanto?”

“Macché.” Harry si voltò, si appoggiò al mobile dietro con un ghigno stampato in faccia. Disse: “Non sono innamorato di Cr… Di quel ragazzo. Però, se qualcuno deve avere la sua prima volta, quello sono io. Non te lo cederei per nessuna ragione al mondo.”

“Oh, lungi da me rubarti il tuo principino, allora” chiosò Jeffrey, col suo sorriso da schiaffi. Sospirò: “Però l’idea che quel bizzarro ragazzo ti stia tanto a cuore mi divertiva molto...”

Harry rifletté, e scosse la testa. “Mi sta a cuore, e avrei un certo qual gusto a farmelo... Per più di una ragione. Ma non c'è altro. Io non mi innamorerò mai di nessuno.”

“D'accordo. Stessa ora mercoledì? Ah, porta una dose doppia, stavolta! La roba che mi vendi è così buona che va via come l'acqua.”

Harry lo afferrò per la cravatta, se la rigirò tra le dita: “E se ti dessi un piccolo extra gratuito, ora, per premiare la tua fedeltà ai servizi?”

Interessato, pur conoscendo già la risposta, Jeffrey disse: “Intendi di roba, o di te?”

“Non ho più niente, oggi. Tranne me stesso” ammise Harry.

“Sono un uomo fortunato, allora” sorrise Jeffrey. E si godette gli inattesi saldi.


 

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