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Autore: SamuelCostaRica    10/12/2016    1 recensioni
Un nuovo mondo.
Antichi nemici.
Ma il mondo è davvero nuovo e i nemici sono davvero antichi o è il contrario?
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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Le navi vennero preparate.
Gli uomini e donne, tra civili e militari, che si erano salvati da Cartagena, erano circa diecimila e furono ben distribuiti sulla navi.
I preparativi si avvicinavano alla fine, le navi incominciarono a scaldare i motori e tutti erano eccitati dall’evento, specialmente gli scienziati.
Ma le navi dovevano uscire da dove erano nascoste e tutti quei movimenti tellurici avrebbero messo in allarme tutti.
Mentre i preparativi fremevano, uno degli addetti alle telecomunicazioni, sulla nave posta nella zona D, nello scrutare il cielo per verificare che lo spazio esterno fosse libero, notò il movimento di vari corpi, metallici, di forma circolare e di piccole dimensioni, posizionate su diverse orbite, alcune polari altri equatoriali, con varie inclinazioni, che passavano a intervalli regolari.
Il movimento di quegli oggetti era tropo regolare per essere casuale, anche se, chi aveva messo in orbita gli oggetti, aveva fatto di tutto perché tale movimento sembrasse tutt’altro che voluta.
Tutte le navi furono avvisate e sulla nave della Regina incominciarono a preoccuparsi.
«Cosa pensate, Colonnello?»
Il Tenente rivolse la domanda alla donna nella sala comando sopra i motori, con tutto il gruppo comando che la guardò.
«Sono loro. È la loro avanguardia. Se li distruggete sapranno che siamo qui. Anche se, comunque, lo pensano. Ogni quanto passano?» Il Colonnello guardò il Sergente Hougan, che si sentiva fuori posto.
«Li hanno ben distribuiti. C’è un buco di un’ora, solo un’ora. Lì possiamo partire e scappare. Ma la cosa dovrà essere ben coordinata. E non mi pare che qualcuno possa organizzare questa cosa in modo…» Hougan titubò, sul finire della frase.
«Ce la faremo! Tutti! Preparatevi! A quando il prossimo buco?» La voce del Colonnello era ferma.
Hougan guardò l’orologio della nave, posto sopra la vetrata principale.
«Due ore al prossimo buco! Ma l’altro ci sarà solo fra …»
«Per noi due ore! Per gli altri?» Il Colonnello squadrò il Sergente.
«Ogni trenta quaranta minuti, a seconda della posizione della nave.» Il Sergente abbassò la testa: non spettava a lei decidere.
Il Colonnello incrociò le braccia e guardò fuori dalle vetrata, con lo sguardo perso nel nulla.
«Chiamatemi il Tenente Colonnello!»
Il Colonnello si avvicinò alla postazione radio e il Tenente Colonnello gli apparve sui monitor.
«Colonnello!» Disse l’uomo, facendo con un piccolo inchino.
«Avete tutte le informazioni, Tenente Colonello. Siete pronto?»
«Signore, è rischioso. Io Aspetterei…»
«Tenente Colonnello, siete solo capace di inventare scuse, di aspettare, di ritardare! Siete un uomo inutile! Prendete una decisione subito, o chi vorrà seguirmi verrà via con me e voi e chi rimarrà su questo pianeta aspetterà secoli! Tra un’ora e cinquanta minuti noi ce ne andiamo! Maggiore G… contattate tutte le navi! Chi è pronto a seguirci, si prepari, gli daremo i tempi per partire! Quelli che preferiscono seguire il Tenente Colonnello possono rimanere e morire!» Le ultime parole furono dette dal Colonnello in modo astioso e acido verso il Tenente Colonnello, guardando la sua immagine sul monitor, dritto negli occhi.
Il Tenente Colonnello abbassò la testa e il comando passo in mano al Colonnello.
“Bene! Comando ancora io!” Penso il Colonnello.
I comandi alle altre navi furono dati in tempi brevissimi e allo scadere dell’ora prevista la nave del Colonnello partì, seguita subito dalla nave telecomandata dei settori A e C.
Appena furono nello spazio, il Colonnello prese per un braccio il Tenente Closser e lo trascinò lontano da tutti.
«Ora, Tenente, il nostro accordo è una realtà! E ben sapete cosa vuol dire! Quindi, dopo che le navi saranno in salvo, dovremo discutere approffonditamente della cosa!» Mentre parlava, il Colonnello guardava in giro con fare sospetto.
«Non vi preoccupate! Non sono il solo qui su questa nave! Ma non vi dirò chi è, per la sua incolumità! Non è forte come me e voi avete un tremendo segreto! Ma credo di aver capito cos’è e dov’è! E non pensate di farmela sotto il naso. Vi controllo e mi darete quello che voglio. In un modo o nell’altro, capito?»
Il Tenente vide il Colonnello guardarlo in modo spaventato.
Non poteva, il Tenente, aver capito!
Non poteva, cosa l’aveva tradita!
Forse i suoi poteri erano più sviluppati di quanto gli aveva fatto vedere o aveva sviluppato una tecnica di lettura dei movimenti del corpo da portarlo a vedere ciò che per gli altri era impercettibile?
Eppure era stata attenta, aveva usato tutte quelle tecniche che negli anni gli erano stati insegnati!
No, non era possibile!
Sì, poteva essere solo così! Il traditore doveva per forza essere il loro fondatore! Maledetto!
Le altri navi si congiunsero nello spazio con la nave del Colonnello e partirono verso un pianeta sicuro.
Il pianeta appena abbandonato su attaccato dai nemici solo dopo alcune ore, trovandolo disabitato e vuoto.
Un parte del computer che formava Omnia, lasciato sul pianeta, dopo che i nemici si erano impossessati dei siti abbandonati, innesco una reazione a catena nei reattori nucleari che avevano per secoli alimentato i macchinari.
L’esplosione convolse tutto il pianeta, che esplose, rilasciando una luce visibili nello spazio e detriti, che si dispersero, venendo poi attratti dal sole rosso che lo aveva fino ad allora illuminato.
Il Colonnello, per la prima volta, da Regina, una lacrima le solcò il viso.
Il suo pianeta aveva finito di vivere.
La culla della sua civiltà era stato distrutto!
Ora gli serviva un altro pianeta.
Ma ne era così sicura?
Si asciugò quella singola lacrima e meditò.
Aveva dei discendenti, aveva degli eredi: perché arrabattarsi a cercare un altro pianeta, se poteva comandare… no, meglio, insegnare o forse ispirare una civiltà ad evolversi ancora di più!
Perché accontentarsi quando si poteva andare oltre!
Ma oltre dove?
Doveva prima scoprire chi comandava i suoi acerrimi nemici con l’ausilio dei suoi nuovi alleati!
E poi c’era ancora quella ricerca delle origini lasciata, finita nel nulla, ma che lei voleva se si facesse a tutti i costi!
Mentre la luce, che aveva illuminato la fine del suo pianeta, si affievoliva, capì la realtà!
Non era importante un pianeta, che non poteva durare per sempre: era importante ciò che quel pianeta aveva creato e sviluppato!
Pose la mano sinistra sul monitor, come per salutare un vecchio amico, mentre con la destra si stringeva il petto.
«Addio, amico mio» Furono le sue parole.
Poi guardò gli altri e, come suo solito, diede gli ordini, ben precisi, per andare verso le coordinate previsto.
   
 
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