Due eserciti si schierano
Alla
riunione dell’ES c’erano tutti.
Harry
aveva chiesto di non parlare della profezia. Si sentiva ancora molto sensibile
sull’argomento e, se poteva accettare certi commenti da Ginny, non li avrebbe
accettati da altri.
Si ritrovarono nella stanza delle Necessità, seduti in cerchio, su delle sedie di legno apparse per l’occasione.
Ginny stava chiacchierando fitto fitto con Luna e Susan
Bones, le sorelle Patil erano impegnate in una discussione con Cho e Lavanda
riguardante qualcosa di raso rosso, Neville, Dean, Michael Corner e Terry
Steval discutevano di quidditch ridendo, Hanna Abbot e Hermione parlavano di
compiti di Storia della Magia, Ernie Macmillian, Justin Finch-Fletchley e
Anthony Goldstein discutevano di ragazze, i fratelli Canon di fotografia.
Zacharias Smith era da solo.
Harry e
Ron si misero vicini. Harry era rigido sulla sedia, guardandosi attorno, Ron
era a cavalcioni, con le braccia incrociate sullo schienale e, con un breve
fischio, richiamò l’attenzione di tutti.
“Hermione…
cominci tu.” disse dandole la parola.
Dato che
non era stato deciso nulla del genere, Hermione non se lo aspettava, perciò
pensò un attimo a cosa dire, lanciando mentalmente delle parolacce verso Ron.
“Finora
ci siamo trovati per proseguire negli allenamenti, ma oggi abbiamo pensato ci
convocare tutti per riferirvi cosa abbiamo scoperto Harry, Ron ed io e per
decidere cosa possiamo fare. Continua pure Ron”. Almeno una rivincita immediata
poteva permettersela.
L’amico
la guardò sorpreso dalla richiesta, ma dato che si trattava solo di spigare
cosa era successo non si risentì.
Ron
raccontò di cosa avevano sentito nella stanza di Piton, descrivendo le ferite
del professore, spiegando che non avevano capito da cosa erano state provocate,
descrisse il lento miglioramento, il dubbio che fosse un Angimagus, ma che non
avevano idea di quale sembianze avesse, oltre a quelle, comunque terrificanti,
che aveva di solito, raccontò delle informazioni che Piton aveva portato e di
come si sarebbero potute usare e per cosa,
raccontò della loro certezza che Silente sapesse quello che l’E.S. stava
facendo in quel momento.
Il gruppo
chiese informazioni sul modo in cui erano arrivati alla camera di Piton (con
esclamazioni di giubilo da parte dei fratelli Canon di fronte alla Mappa del
Malandrino), sul modo in cui si poteva utilizzare il Mantello
dell’Invisibilità.
A quel
punto ci fu una deviazione della discussione in un terreno meno serio.
I ragazzi
tentarono di convincere un imbarazzato e sghignazzante Harry a prestare loro il
Mantello per una visita nei dormitori femminili per scoprire i loro segreti,
sollevando una ondata di arrabbiate proteste e di commenti poco gentili nei
loro confronti da parte di tutte le ragazze, finché Ginny e Luna osservarono
che in fondo a loro non sarebbe stato necessario in quanto potevano accedere ai
Dormitori maschili quando volevano e il russare di alcuni di loro copriva
qualsiasi rumore avessero fatto, rimanendo ad osservarli al buio.
Seguì un
silenzio generale perché i ragazzi non capivano se stavano parlando di una
ipotesi o di qualcosa già accaduto.
Hermione
ne approfittò per dire:
“Credo
che adesso dovremmo concentrarci su cosa fare. Piton ha portato delle
informazioni che faranno intervenire sicuramente gli Auror e l’Ordine della Fenice.
Si stanno preparando a qualcosa. Cosa facciamo noi?”
“Siete
voi che l’anno scorso avete combattuto al Ministero della Magia. Siamo pronti a
fare qualcosa secondo la vostra esperienza?” chiese Dean
Harry,
Ron, Hermione, Ginny, Neville e Luna avevano ripensato a lungo quanto era
successo, ma non avevano mai condiviso le loro riflessioni.
Harry era
pronto alla battaglia. Era certo che né il padre, né Sirius si sarebbero tirati
indietro in un momento come quello. Lo doveva a loro il coraggio che lo aveva portato
nella casa dei Griffondoro. Forse sua madre avrebbe rifiutato l’idea che il
figlio rischiasse la vita, ma … c’era troppo in ballo ora.
D’altra
parte non voleva trascinare gli altri verso una sua decisione e rimase in
silenzio, in ascolto.
Ginny si sentiva
molto agguerrita perché pensava di essere poco attiva rispetto a quello che
stava facendo il resto della famiglia. Anche Ron, per la forte amicizia che lo
legava ad Harry, le sembrava più coinvolto di quanto lo fosse lei stessa.
C’era poi
il dolore di Harry quando aveva parlato della profezia. Sapeva di aver un po’
esagerato con le sue affermazioni. Ma era convinta che Harry avesse la
possibilità di sconfiggere Voldemort: aveva coraggio, tenacia, intelligenza e
un forte legame di amicizia e di affetto con molte persone disposte a
proteggerlo e ad aiutarlo. Non si sarebbe mai ritrovato da solo con l’Oscuro
Signore, se non per la sua incoscienza e la sua rabbia che lo portavano ad
agire in modo istintivo e disorganizzato.
Hermione
si sentiva molto più impaurita. Condivideva il desiderio di vedere Voldemort
sconfitto, credeva nelle capacità di Harry e di tutti coloro che lo stavano
guidando e aiutando, ma conosceva il valore e la forza della magia e pensava
che il rischio fosse molto grande. Aveva paura di perdere amici in battaglia,
aveva paura di vivere il dolore della perdita, desiderava poter immaginare il
futuro con la sua famiglia e gli amici, ma sentiva il pericolo dietro le
spalle. Desiderava l’abbraccio di un ragazzo, a volte tanto da stare male,
desiderava l’abbraccio di quel ragazzo e non sapeva come chiederlo e non voleva
arrivare a capire che era troppo tardi per farlo.
Ron
viveva giorno per giorno aspettando notizie da casa, concentrandosi sulla
scuola o sul quidditch, anche nei momenti sbagliati. A volte lo attanagliava la
paura di perdere qualcuno della famiglia. Soffriva per la lontananza di Percy e
sentiva che non sarebbe riuscito a vivere un’altra notte come quella a
Grimmauld Place quando il padre era stato ferito. Non accettava di pensare che
Harry potesse non vincere: credeva in lui ciecamente, credeva nelle sue
capacità. Si sentiva pronto ad accompagnarlo ovunque e a dare il meglio di sé.
A volte muoveva qualche passo nel futuro, immaginando quale regalo fare a
Natale (in particolare a lei) oppure alla prossima estate, dopo una battaglia.
Una sconfitta era per lui un incubo a occhi aperti. Comunque allontanava
pensiero in cui non fossero presenti Harry ed Hermione. Si sentiva anche
responsabile per la piccola Ginny, anche se sapeva che ormai era molto sicura
di sé.
Neville
era arrabbiato e intimorito. Pensava di non essere all’altezza, ma non sarebbe
rimasto a guardare l’assassina della mente dei suoi genitori. Doveva
vendicarli. Si sarebbe ammazzato di allenamenti e di studio pur di poterla
affrontare. Ma si sentiva inadeguato.
Luna
credeva nell’amicizia e sentiva di essere parte di un gruppo lì dentro. Credeva
nella libertà di ciascuno e nella possibilità di eliminare il male dovunque si
trovasse. Pensava che fosse parte della vita di ciascuno battersi per le
proprie convinzioni (suo padre lo faceva quotidianamente dal giornale) ed era
ottimista per il futuro.
Ma tutti
e sei erano perfettamente consapevoli che senza gli Auror, senza Silente e
senza l’Ordine della Fenice non sarebbero usciti vivi dal Ministero della
Magia. Non sarebbero stati lì a discuterne.
Ron e
Hermione avevano ancora delle conseguenze fisiche da smaltire, Harry soffriva
per una perdita che, in cuor suo, pensava ancora che avrebbe potuto evitare se
fosse stato più prudente e avesse collaborato con Silente. Avevano avuto paura,
tanta, in alcuni momenti.
Senza
scendere nei particolari personali cercarono di spiegare tutte queste cose
puntando l’attenzione soprattutto su quest’ultima cosa: non potevano farcela da
soli, non erano pronti, ma non volevano stare a guardare. Non avrebbero
accettato una decisione degli adulti che li costringesse a rimanere a guardare.
La
maggior parte del gruppo si dimostrò d’accordo con loro sul non poter rimanere
a guardare. Le loro stese famiglie si erano schierate con maggiore decisione a
favore di Silente dopo quanto era stato divulgato dai giornali e i figli si
sentivano autorizzati a essere i protagonisti di un cambiamento, anche se
forse, chiedendo direttamente ai genitori, non era questo l’obiettivo che
avevano per loro. Ma i figli non avrebbero chiesto alcun permesso per farlo.
In
particolare Susan, Terry ed Hanna sembravano agguerriti.
Zacharias
rimase in silenzio e disse che avrebbe partecipato alle esercitazioni, ma non
ad altro.
Il gruppo
accettò la decisione. Alcuni (Ron in particolare) con un evidente disprezzo.
La
decisione finale, su proposta di Dean fu, per Harry, un po’ folle: avrebbero
chiesto direttamente a Silente cosa stava succedendo e cosa avrebbero potuto
fare loro per aiutare l’Ordine della Fenice. Se la decisione degli adulti fosse
stata l’esclusione dalla battaglia, si sarebbero organizzati diversamente.
Il gruppo
di ambasciatori sarebbe stato formato da Harry, Ron, Hermione e Susan (visti i
legami altolocati che aveva).
Sarebbero
andati subito a chiedere un colloquio con Silente.
Intanto
nello studio di Silente si stava tenendo una riunione strategica ad alti
livelli.
Occupavano
tutta la stanza, seduti sulle sedie e sui tavoli.
Oltre al
Preside erano presenti Minerva McGrannit, Malocchio Moody, Remus Lupin,
Ninfadora Tonks, Kingsley Shacklebolt, Emmeline Vance, Hestia Jones, Elphias
Doge, Sturgis Podmore, Dedalus Lux, il professor Severus Piton, la
professoressa Caporal. Tutti gli altri insegnati erano impegnati nelle attività
della scuola, ma erano in attesa delle decisioni che il gruppo avrebbe preso
con la loro piena approvazione.
Silente
stava spiegando:
“Credo
che le informazioni ottenute così duramente da Severus ci permettano di
circoscrivere il luogo del prossimo attacco dell’esercito di Voldemort.
L’obiettivo è colpire vicino a noi. Dato che Hogwarts è inaccessibile, credo
che Hogsmade rappresenti il luogo più significativo. Londra è un obiettivo
inutile in questo momento. Non sono alla ricerca di un obiettivo che li mostri
a tutto il mondo, ma di un obiettivo che gli permetta di colpirci al cuore. E’
corretto Severus?”
“Le
indicazioni dell’Oscuro Signore erano chiare fino a quando le ho potute
sentire: colpire lei Preside, e quello che lei rappresenta per il Ministero
della Magia e per la scuola. Destabilizzarla. Malfoy ha chiarito che non doveva
essere colpito suo figlio o altri Serpeverde. Credo che un attacco a Hogsmade
durante un fine settimana degli allievi sia il più probabile.”
“Impedire
agli studenti di andarci?” chiese Lux
“Sarà il
minimo.” affermò la Mc Grannit, “ma ci saranno studenti che vorranno
disubbidire e altri che andranno in panico. Dobbiamo pensare a come motivare la
scelta.”
”Credo
che sia importante..” aggiunse Lupin “ricordarsi che non ci sarà nessun attacco
se non ci saranno studenti a Hogsamde e quindi che, togliendo l’obiettivo, li
costringiamo a cambiare i piani e così non abbiamo alcuna indicazione di cosa
potranno fare.”
“Non
penserai di usare gli studenti come bersagli?!?” esclamò sorpresa Emmeline
Vance.
“Certo
che no, Emmeline! Stavo pensando alle conseguenze delle nostre decisioni.”
replicò Lupin.
“Potremmo
perdere il vantaggio e l’occasione per vincere una battaglia. Non erano sicuri
che fossi lì, non mi hanno visto, non possono immaginare che siamo in loro
attesa. Questo non possiamo dimenticarlo.” sussurrò, ansimando per il dolore,
Piton.
“Ma ti
hanno ferito, Severus. Come puoi sapere che non si sono resi conto della tua
presenza e che puoi averli ascoltati?” chiese Moody, con entrambi gli occhi
fissi sul professore, tanta era l’interesse per la risposta.
Anche
Tonks e gli altri attendevano. Piton non aveva raccontato a nessuno quanto era
successo. Anche Silente lo immaginava, ma non ne conosceva i particolari.
“Credo
sia importante essere sicuri che non stiamo lavorando su informazioni deviate
da Voldemort e dai suoi, Severus.” Lo incoraggiò il preside.
“Quando una delle guardie dei Mangiamorte mi ha trovato,
ero a terra, stordito e senza la mia bacchetta che era caduta lontano da me.
Ero entrato e avevo ascoltato con altre sembianze. Per caso avevano fatto
uscire tutti quelli come me perché davamo fastidio, lanciandoci all’esterno con
un incantesimo. Lui non mi conosce così bene da sapere chi sono e i vestiti
strappati e logori gli hanno fatto pensare che fossi un vagabondo. Si è
limitato a darmi alcuni calci. Solo quando è arrivata per caso Bellatrix e ha
visto chi ero, sono passati alle maniere forti e mi hanno marchiato a fuoco.
Pensavano che fossi svenuto e sono andati a chiamare l’Oscuro Signore e io ne
ho approfittato per riprendere la via di Hogwarts il più velocemente possibile.
Ma non mi hanno visto uscire dalla grotta. Pensavano che stessi entrando in
quel momento. Bellatrix ha chiaramente detto a alla guardia che avrebbe avvisato
il gruppo che stavo per entrare e quindi l’organizzazione della loro
sorveglianza era scarsa. Sanno di aver rischiato grosso, ma non di essere stati
ascoltati.” Mentre parlava, ansimando, con gli occhi semichiusi, sembrava che
il naso, in quella faccia sempre più scarna, e tra quei capelli neri e lunghi,
fosse diventato ancora più adunco.
Tonks
aveva i brividi lungo la schiena. Piton non aveva parlato dei calci e erano
state curate sono le feriti visibili. Quante ce c’erano di invisibili, fisiche
ed emotive, ancora da sanare?
Shacklebolt
disse, nel silenzio generale: “Hai un livello di sopportazione troppo elevato
Severus. Dovresti arrabbiarti ogni tanto… e mostrare le tue emozioni.”
“Se lo
facessi semineri morte Kingsley. Non intendo ritrovarmi ancora in quella
situazione.” Il tono non era aggressivo, ma rassegnato.
Il
silenzio che seguì era come ghiaccio.
“Cosa
facciamo?” chiese Lupin “Oltre ad una corretta pozione ricostituente adatta a
Severus, naturalmente. E’ nella mia stanza, poi te la porto.” aggiunse rivolto
al collega che annuì.
“Ok.”
disse Podmore “Sappiamo dove attaccheranno, non sappiamo quando esattamente, ma
il giorno della gita degli allievi è quello più probabile. Ma senza gli allievi
questo non sarà possibile. Idee per aggirare il problema?”
“Gli
allievi del settimo anno? Sono maggiorenni, possono scegliere.” propose Moody.
“Non se
ne parla. Siamo noi responsabili per loro. No. Per nessun motivo.” sentenziò la
professoressa McGrannit rigidamente.
“Quando
sarà la prossima uscita?”chiese Doge.
“Tra due
settimane.” informò Piton
“Potremmo
informare gli studenti che vista la grave situazione non è possibile garantire
la sicurezza per tutti a Hogsmade per cui, in previsione del Natale, ogni Casa
vi si recherà separatamente dalle altre, in quattro fine settimana consecutivi,
accompagnati da un servizio di sicurezza garantito dagli Auror e dagli
insegnanti. Cominceremo con la Casa dei Serpeverde che non sarà certamente
aggredita vista la forte presenza di figli di seguaci di Voldemort.” propose Silente.
Aggiunse:
“Faremo questo il primo fine settimana e ci prepareremo al successivo per
un’altra Casa. Griffondoro direi, per aumentare la possibilità di un attacco
verso Harry Potter. Ci organizzeremo fino alla partenza. Poi, solo all’ultimo
momento, raduneremo tutti nella Sala Comune, per motivi di sicurezza e
invieremo, al loro posto, un gruppo ristretto di Auror con le divise della Casa
prescelta. Ci sarà comunque la preparazione all’attacco. Dovremo sorvegliare
molto bene Hogsmade nei giorni precedenti con l’aiuto dei residenti e
individuare i punti possibili dell’attacco. Poi dovremo aspettare la loro
mossa.”
Ne
discussero a lungo tutti insieme, ridefinendo i particolari, ma era una
strategia che tutti approvavano. Individuarono altre persone da coinvolgere (i
fratelli Weasley più grandi ad esempio e altri ex-allievi che avevano
manifestato la loro simpatia e collaborazione a Silente) e si divisero i
compiti per definire i tempi, le modalità, il materiale necessario e i mezzi di
comunicazione.
Lupin impiegò
molta della sua pazienza a convincere Piton a non essere parte attiva di quello
scontro, date le sue condizioni, neppure in appoggio, anche se erano così
vicini a Hogwarts.
Gli Auror
dimostrarono tutta l’efficienza del loro addestramento elaborando un piano di
controllo e di azione molto minuzioso nei compiti e nell’organizzazione.
Subito
dopo cena Silente si ritrovò davanti Harry Potter che, insieme al signor
Weasley, la signorina Granger e la signorina Bones, chiedevano un colloquio a
nome dell’E.S.
C’erano
dei momenti in cui il Preside si dimenticava, nonostante tutto, che collaborare
con gli adolescenti non era mai semplice!
Grazie ai miei fedeli lettori (duffy e caillean in particolare... vi aspetto anche per questo capitolo...