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Autore: tonksnape    06/04/2005    3 recensioni
La prima prova di FF. Un ipotetico inizio (da agosto a dicembre) del 6° anno per il trio e tutta Hogwarts. A voi i commenti. Grazie. I personaggi originali sono naturalmente di JKR.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due eserciti si schierano

Alla riunione dell’ES c’erano tutti.

Harry aveva chiesto di non parlare della profezia. Si sentiva ancora molto sensibile sull’argomento e, se poteva accettare certi commenti da Ginny, non li avrebbe accettati da altri.

Si ritrovarono nella stanza delle Necessità, seduti in cerchio, su delle sedie di legno apparse per l’occasione.

Ginny stava chiacchierando fitto fitto con Luna e Susan Bones, le sorelle Patil erano impegnate in una discussione con Cho e Lavanda riguardante qualcosa di raso rosso, Neville, Dean, Michael Corner e Terry Steval discutevano di quidditch ridendo, Hanna Abbot e Hermione parlavano di compiti di Storia della Magia, Ernie Macmillian, Justin Finch-Fletchley e Anthony Goldstein discutevano di ragazze, i fratelli Canon di fotografia. Zacharias Smith era da solo.

Harry e Ron si misero vicini. Harry era rigido sulla sedia, guardandosi attorno, Ron era a cavalcioni, con le braccia incrociate sullo schienale e, con un breve fischio, richiamò l’attenzione di tutti.

“Hermione… cominci tu.” disse dandole la parola.

Dato che non era stato deciso nulla del genere, Hermione non se lo aspettava, perciò pensò un attimo a cosa dire, lanciando mentalmente delle parolacce verso Ron.

“Finora ci siamo trovati per proseguire negli allenamenti, ma oggi abbiamo pensato ci convocare tutti per riferirvi cosa abbiamo scoperto Harry, Ron ed io e per decidere cosa possiamo fare. Continua pure Ron”. Almeno una rivincita immediata poteva permettersela.

L’amico la guardò sorpreso dalla richiesta, ma dato che si trattava solo di spigare cosa era successo non si risentì.

Ron raccontò di cosa avevano sentito nella stanza di Piton, descrivendo le ferite del professore, spiegando che non avevano capito da cosa erano state provocate, descrisse il lento miglioramento, il dubbio che fosse un Angimagus, ma che non avevano idea di quale sembianze avesse, oltre a quelle, comunque terrificanti, che aveva di solito, raccontò delle informazioni che Piton aveva portato e di come si sarebbero potute usare e per cosa,   raccontò della loro certezza che Silente sapesse quello che l’E.S. stava facendo in quel momento.

Il gruppo chiese informazioni sul modo in cui erano arrivati alla camera di Piton (con esclamazioni di giubilo da parte dei fratelli Canon di fronte alla Mappa del Malandrino), sul modo in cui si poteva utilizzare il Mantello dell’Invisibilità.

A quel punto ci fu una deviazione della discussione in un terreno meno serio.

I ragazzi tentarono di convincere un imbarazzato e sghignazzante Harry a prestare loro il Mantello per una visita nei dormitori femminili per scoprire i loro segreti, sollevando una ondata di arrabbiate proteste e di commenti poco gentili nei loro confronti da parte di tutte le ragazze, finché Ginny e Luna osservarono che in fondo a loro non sarebbe stato necessario in quanto potevano accedere ai Dormitori maschili quando volevano e il russare di alcuni di loro copriva qualsiasi rumore avessero fatto, rimanendo ad osservarli al buio.

Seguì un silenzio generale perché i ragazzi non capivano se stavano parlando di una ipotesi o di qualcosa già accaduto.

Hermione ne approfittò per dire:

“Credo che adesso dovremmo concentrarci su cosa fare. Piton ha portato delle informazioni che faranno intervenire sicuramente gli Auror e l’Ordine della Fenice. Si stanno preparando a qualcosa. Cosa facciamo noi?”

“Siete voi che l’anno scorso avete combattuto al Ministero della Magia. Siamo pronti a fare qualcosa secondo la vostra esperienza?” chiese Dean

Harry, Ron, Hermione, Ginny, Neville e Luna avevano ripensato a lungo quanto era successo, ma non avevano mai condiviso le loro riflessioni.

Harry era pronto alla battaglia. Era certo che né il padre, né Sirius si sarebbero tirati indietro in un momento come quello. Lo doveva a loro il coraggio che lo aveva portato nella casa dei Griffondoro. Forse sua madre avrebbe rifiutato l’idea che il figlio rischiasse la vita, ma … c’era troppo in ballo ora.

D’altra parte non voleva trascinare gli altri verso una sua decisione e rimase in silenzio, in ascolto.

Ginny si sentiva molto agguerrita perché pensava di essere poco attiva rispetto a quello che stava facendo il resto della famiglia. Anche Ron, per la forte amicizia che lo legava ad Harry, le sembrava più coinvolto di quanto lo fosse lei stessa.

C’era poi il dolore di Harry quando aveva parlato della profezia. Sapeva di aver un po’ esagerato con le sue affermazioni. Ma era convinta che Harry avesse la possibilità di sconfiggere Voldemort: aveva coraggio, tenacia, intelligenza e un forte legame di amicizia e di affetto con molte persone disposte a proteggerlo e ad aiutarlo. Non si sarebbe mai ritrovato da solo con l’Oscuro Signore, se non per la sua incoscienza e la sua rabbia che lo portavano ad agire in modo istintivo e disorganizzato.

Hermione si sentiva molto più impaurita. Condivideva il desiderio di vedere Voldemort sconfitto, credeva nelle capacità di Harry e di tutti coloro che lo stavano guidando e aiutando, ma conosceva il valore e la forza della magia e pensava che il rischio fosse molto grande. Aveva paura di perdere amici in battaglia, aveva paura di vivere il dolore della perdita, desiderava poter immaginare il futuro con la sua famiglia e gli amici, ma sentiva il pericolo dietro le spalle. Desiderava l’abbraccio di un ragazzo, a volte tanto da stare male, desiderava l’abbraccio di quel ragazzo e non sapeva come chiederlo e non voleva arrivare a capire che era troppo tardi per farlo.

Ron viveva giorno per giorno aspettando notizie da casa, concentrandosi sulla scuola o sul quidditch, anche nei momenti sbagliati. A volte lo attanagliava la paura di perdere qualcuno della famiglia. Soffriva per la lontananza di Percy e sentiva che non sarebbe riuscito a vivere un’altra notte come quella a Grimmauld Place quando il padre era stato ferito. Non accettava di pensare che Harry potesse non vincere: credeva in lui ciecamente, credeva nelle sue capacità. Si sentiva pronto ad accompagnarlo ovunque e a dare il meglio di sé. A volte muoveva qualche passo nel futuro, immaginando quale regalo fare a Natale (in particolare a lei) oppure alla prossima estate, dopo una battaglia. Una sconfitta era per lui un incubo a occhi aperti. Comunque allontanava pensiero in cui non fossero presenti Harry ed Hermione. Si sentiva anche responsabile per la piccola Ginny, anche se sapeva che ormai era molto sicura di sé.

Neville era arrabbiato e intimorito. Pensava di non essere all’altezza, ma non sarebbe rimasto a guardare l’assassina della mente dei suoi genitori. Doveva vendicarli. Si sarebbe ammazzato di allenamenti e di studio pur di poterla affrontare. Ma si sentiva inadeguato.

Luna credeva nell’amicizia e sentiva di essere parte di un gruppo lì dentro. Credeva nella libertà di ciascuno e nella possibilità di eliminare il male dovunque si trovasse. Pensava che fosse parte della vita di ciascuno battersi per le proprie convinzioni (suo padre lo faceva quotidianamente dal giornale) ed era ottimista per il futuro.

Ma tutti e sei erano perfettamente consapevoli che senza gli Auror, senza Silente e senza l’Ordine della Fenice non sarebbero usciti vivi dal Ministero della Magia. Non sarebbero stati lì a discuterne.

Ron e Hermione avevano ancora delle conseguenze fisiche da smaltire, Harry soffriva per una perdita che, in cuor suo, pensava ancora che avrebbe potuto evitare se fosse stato più prudente e avesse collaborato con Silente. Avevano avuto paura, tanta, in alcuni momenti.

Senza scendere nei particolari personali cercarono di spiegare tutte queste cose puntando l’attenzione soprattutto su quest’ultima cosa: non potevano farcela da soli, non erano pronti, ma non volevano stare a guardare. Non avrebbero accettato una decisione degli adulti che li costringesse a rimanere a guardare.

La maggior parte del gruppo si dimostrò d’accordo con loro sul non poter rimanere a guardare. Le loro stese famiglie si erano schierate con maggiore decisione a favore di Silente dopo quanto era stato divulgato dai giornali e i figli si sentivano autorizzati a essere i protagonisti di un cambiamento, anche se forse, chiedendo direttamente ai genitori, non era questo l’obiettivo che avevano per loro. Ma i figli non avrebbero chiesto alcun permesso per farlo.

In particolare Susan, Terry ed Hanna sembravano agguerriti.

Zacharias rimase in silenzio e disse che avrebbe partecipato alle esercitazioni, ma non ad altro.

Il gruppo accettò la decisione. Alcuni (Ron in particolare) con un evidente disprezzo.

La decisione finale, su proposta di Dean fu, per Harry, un po’ folle: avrebbero chiesto direttamente a Silente cosa stava succedendo e cosa avrebbero potuto fare loro per aiutare l’Ordine della Fenice. Se la decisione degli adulti fosse stata l’esclusione dalla battaglia, si sarebbero organizzati diversamente.

Il gruppo di ambasciatori sarebbe stato formato da Harry, Ron, Hermione e Susan (visti i legami altolocati che aveva).

Sarebbero andati subito a chiedere un colloquio con Silente.

 

Intanto nello studio di Silente si stava tenendo una riunione strategica ad alti livelli.

Occupavano tutta la stanza, seduti sulle sedie e sui tavoli.

Oltre al Preside erano presenti Minerva McGrannit, Malocchio Moody, Remus Lupin, Ninfadora Tonks, Kingsley Shacklebolt, Emmeline Vance, Hestia Jones, Elphias Doge, Sturgis Podmore, Dedalus Lux, il professor Severus Piton, la professoressa Caporal. Tutti gli altri insegnati erano impegnati nelle attività della scuola, ma erano in attesa delle decisioni che il gruppo avrebbe preso con la loro piena approvazione.

Silente stava spiegando:

“Credo che le informazioni ottenute così duramente da Severus ci permettano di circoscrivere il luogo del prossimo attacco dell’esercito di Voldemort. L’obiettivo è colpire vicino a noi. Dato che Hogwarts è inaccessibile, credo che Hogsmade rappresenti il luogo più significativo. Londra è un obiettivo inutile in questo momento. Non sono alla ricerca di un obiettivo che li mostri a tutto il mondo, ma di un obiettivo che gli permetta di colpirci al cuore. E’ corretto Severus?”

“Le indicazioni dell’Oscuro Signore erano chiare fino a quando le ho potute sentire: colpire lei Preside, e quello che lei rappresenta per il Ministero della Magia e per la scuola. Destabilizzarla. Malfoy ha chiarito che non doveva essere colpito suo figlio o altri Serpeverde. Credo che un attacco a Hogsmade durante un fine settimana degli allievi sia il più probabile.”

“Impedire agli studenti di andarci?” chiese Lux

“Sarà il minimo.” affermò la Mc Grannit, “ma ci saranno studenti che vorranno disubbidire e altri che andranno in panico. Dobbiamo pensare a come motivare la scelta.”

”Credo che sia importante..” aggiunse Lupin “ricordarsi che non ci sarà nessun attacco se non ci saranno studenti a Hogsamde e quindi che, togliendo l’obiettivo, li costringiamo a cambiare i piani e così non abbiamo alcuna indicazione di cosa potranno fare.”

“Non penserai di usare gli studenti come bersagli?!?” esclamò sorpresa Emmeline Vance.

“Certo che no, Emmeline! Stavo pensando alle conseguenze delle nostre decisioni.” replicò Lupin.

“Potremmo perdere il vantaggio e l’occasione per vincere una battaglia. Non erano sicuri che fossi lì, non mi hanno visto, non possono immaginare che siamo in loro attesa. Questo non possiamo dimenticarlo.” sussurrò, ansimando per il dolore, Piton.

“Ma ti hanno ferito, Severus. Come puoi sapere che non si sono resi conto della tua presenza e che puoi averli ascoltati?” chiese Moody, con entrambi gli occhi fissi sul professore, tanta era l’interesse per la risposta.

Anche Tonks e gli altri attendevano. Piton non aveva raccontato a nessuno quanto era successo. Anche Silente lo immaginava, ma non ne conosceva i particolari.

“Credo sia importante essere sicuri che non stiamo lavorando su informazioni deviate da Voldemort e dai suoi, Severus.” Lo incoraggiò il preside.

“Quando una delle guardie dei Mangiamorte mi ha trovato, ero a terra, stordito e senza la mia bacchetta che era caduta lontano da me. Ero entrato e avevo ascoltato con altre sembianze. Per caso avevano fatto uscire tutti quelli come me perché davamo fastidio, lanciandoci all’esterno con un incantesimo. Lui non mi conosce così bene da sapere chi sono e i vestiti strappati e logori gli hanno fatto pensare che fossi un vagabondo. Si è limitato a darmi alcuni calci. Solo quando è arrivata per caso Bellatrix e ha visto chi ero, sono passati alle maniere forti e mi hanno marchiato a fuoco. Pensavano che fossi svenuto e sono andati a chiamare l’Oscuro Signore e io ne ho approfittato per riprendere la via di Hogwarts il più velocemente possibile. Ma non mi hanno visto uscire dalla grotta. Pensavano che stessi entrando in quel momento. Bellatrix ha chiaramente detto a alla guardia che avrebbe avvisato il gruppo che stavo per entrare e quindi l’organizzazione della loro sorveglianza era scarsa. Sanno di aver rischiato grosso, ma non di essere stati ascoltati.” Mentre parlava, ansimando, con gli occhi semichiusi, sembrava che il naso, in quella faccia sempre più scarna, e tra quei capelli neri e lunghi, fosse diventato ancora più adunco.

Tonks aveva i brividi lungo la schiena. Piton non aveva parlato dei calci e erano state curate sono le feriti visibili. Quante ce c’erano di invisibili, fisiche ed emotive, ancora da sanare?

Shacklebolt disse, nel silenzio generale: “Hai un livello di sopportazione troppo elevato Severus. Dovresti arrabbiarti ogni tanto… e mostrare le tue emozioni.”

“Se lo facessi semineri morte Kingsley. Non intendo ritrovarmi ancora in quella situazione.” Il tono non era aggressivo, ma rassegnato.

Il silenzio che seguì era come ghiaccio.

“Cosa facciamo?” chiese Lupin “Oltre ad una corretta pozione ricostituente adatta a Severus, naturalmente. E’ nella mia stanza, poi te la porto.” aggiunse rivolto al collega che annuì.

“Ok.” disse Podmore “Sappiamo dove attaccheranno, non sappiamo quando esattamente, ma il giorno della gita degli allievi è quello più probabile. Ma senza gli allievi questo non sarà possibile. Idee per aggirare il problema?”

“Gli allievi del settimo anno? Sono maggiorenni, possono scegliere.” propose Moody.

“Non se ne parla. Siamo noi responsabili per loro. No. Per nessun motivo.” sentenziò la professoressa McGrannit rigidamente.

“Quando sarà la prossima uscita?”chiese Doge.

“Tra due settimane.” informò Piton

“Potremmo informare gli studenti che vista la grave situazione non è possibile garantire la sicurezza per tutti a Hogsmade per cui, in previsione del Natale, ogni Casa vi si recherà separatamente dalle altre, in quattro fine settimana consecutivi, accompagnati da un servizio di sicurezza garantito dagli Auror e dagli insegnanti. Cominceremo con la Casa dei Serpeverde che non sarà certamente aggredita vista la forte presenza di figli di seguaci di Voldemort.” propose Silente.

Aggiunse: “Faremo questo il primo fine settimana e ci prepareremo al successivo per un’altra Casa. Griffondoro direi, per aumentare la possibilità di un attacco verso Harry Potter. Ci organizzeremo fino alla partenza. Poi, solo all’ultimo momento, raduneremo tutti nella Sala Comune, per motivi di sicurezza e invieremo, al loro posto, un gruppo ristretto di Auror con le divise della Casa prescelta. Ci sarà comunque la preparazione all’attacco. Dovremo sorvegliare molto bene Hogsmade nei giorni precedenti con l’aiuto dei residenti e individuare i punti possibili dell’attacco. Poi dovremo aspettare la loro mossa.”

Ne discussero a lungo tutti insieme, ridefinendo i particolari, ma era una strategia che tutti approvavano. Individuarono altre persone da coinvolgere (i fratelli Weasley più grandi ad esempio e altri ex-allievi che avevano manifestato la loro simpatia e collaborazione a Silente) e si divisero i compiti per definire i tempi, le modalità, il materiale necessario e i mezzi di comunicazione.

Lupin impiegò molta della sua pazienza a convincere Piton a non essere parte attiva di quello scontro, date le sue condizioni, neppure in appoggio, anche se erano così vicini a Hogwarts.

Gli Auror dimostrarono tutta l’efficienza del loro addestramento elaborando un piano di controllo e di azione molto minuzioso nei compiti e nell’organizzazione.

 

Subito dopo cena Silente si ritrovò davanti Harry Potter che, insieme al signor Weasley, la signorina Granger e la signorina Bones, chiedevano un colloquio a nome dell’E.S.

C’erano dei momenti in cui il Preside si dimenticava, nonostante tutto, che collaborare con gli adolescenti non era mai semplice!

Grazie ai miei fedeli lettori (duffy e caillean in particolare... vi aspetto anche per questo capitolo...

  
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