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Autore: Azeria    12/12/2016    1 recensioni
Dal primo capitolo: "Quella sera, allo Smistamento, Harry Potter, Hermione Granger e Ron Weasley finirono in Grifondoro. Draco Malfoy, come previsto, finì in Serpeverde. Emma Renard, che venne chiamata subito dopo di lui, dopo lunghi minuti di incertezza per il cappello, venne smistata in Serpeverde con lui. Emma si sedette vicino a Draco quella sera, che le tese la mano. Emma la accettò".
Emma è bella, affascinante e orgogliosa. Ma non indossa l'uniforme verde argento per caso: è una vera Serpe. Ma i serpenti mordono e avvelenano per difendersi, o per il semplice gusto di ferire?
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO 3
Fred si irrigidì all’istante. George chiese velocemente “che intendi per scomparsa?”, guardando preoccupato il fratello. Draco sembrava quasi irritato “cosa posso intendere per scomparsa, Weasley? Scomparsa! Se ne è andata, non la vedo da ieri mattina”. Fred, lentamente, formulò una risposta. “Lei ci sa fare. Non è in pericolo”. Draco sorrise mesto. “Ovvio che non è in pericolo; e, sì, Emma ci sa fare” poi si rabbuiò improvvisamente “ma non è questo che mi preoccupa -non principalmente, almeno. È la scuola a preoccuparmi. Sta saltando una marea di lezioni, e ora questo! In più, la squadra ha bisogno di lei, manca poco alla partita di apertura” disse tutto d’un fiato “potrebbe essere espulsa” disse in un sussurro. Poi, accorgendosi dei gemelli che guardavano sospettosi la sua aria preoccupata, si ricompose, concludendo con tono gelido “i suoi genitori le renderebbero la vita un inferno…”.
Fred alzò un sopracciglio “certo, e lei è sempre stata così terrorizzata dai suoi genitori… Hai idea del perché possa averlo fatto?”.
Il biondo si strinse nelle spalle “ecco, è questo il punto: non ne ho idea. È dal festino che è particolarmente irritabile, sembra avercela con tutti. E io non ho idea del perché” concluse in tono risentito. Fred fece un sorriso ironico “qualcuno qui si sente tradito, eh, piccolo Draco? La tua amichetta non ti confida tutti i segreti?” non aveva neanche finito che il biondo gli stava puntando la bacchetta contro il petto “non provarci, Weasley” sibilò.
Fred stava per ribattere, ma poi notò l’espressione accigliata di George “tu ne sai qualcosa, fratello!”. Draco abbassò immediatamente la bacchetta, girandosi verso George, che sembrava impegnato in una scelta di vitale importanza. “Cosa sai, Weasley?” gli sibilò Draco, avvicinandosi.
George guardò prima Draco, irritato e preoccupato, poi il gemello, che lo guardava con aria interrogativa. “È successo la sera del festino, credo”. Vide Fred trasalire, ricordandosi improvvisamente lo scambio avuto col fratello la sera del festino.
“Quella sera” continuò quindi George, lentamente “io e la Renard abbiamo avuto un… colloquio tra vecchi amici. Mi ha chiesto di te, Fred, se fossi interessato alla ragazza con cui ti ha vista al festino. Io ho perso un po’ le staffe, lo ammetto, poi me ne sono andato. Lei ovviamente ha dato di matto” con un sorriso incerto, aggiunse “mi sono fatto raccontare la scena dai quadri che hanno assistito. Erano assolutamente scandalizzati”.
Quando George finì di parlare, tra i tre calò il silenzio. Draco aveva assunto un’espressione ferita, mentre Fred lo guardava con la bocca aperta. Negli occhi aveva un’espressione incredula e tradita. Poi una voce li sorprese.
“I miei complimenti, George Weasley. Quella era una conversazione privata”.
Emma Renard in persona li fulminò tutti e tre con lo sguardo, prima di scomparire da dove era venuta. Draco rivolse ai gemelli uno sguardo esasperato, poi le corse dietro. Fred ancora non aveva proferito parola. George lo guardò, preoccupato.
Lentamente, Fred alzò lo sguardo sul fratello. “Non posso credere che tu non me lo abbia detto” gli disse con voce fredda. Poi girò i tacchi, e se ne andò. George rimase fermo e solo nel corridoio deserto, maledicendo sé stesso ed Emma Renard.
-
“Si può sapere dove diavolo ti eri cacciata?!” urlò Draco, appena si furono chiusi la porta del Dormitorio alle spalle. Emma si gettò su uno dei divanetti della Sala Comune, perfettamente a suo agio. Non indossava la divisa, e sembrava si fosse appena lavata i capelli. Alzò lo sguardo su Draco, accigliata “ti eri preoccupato? Avevo una commissione da sbrigare”. Il ragazzo per poco non cadde a terra “Se mi sono preoccupato? Sei scomparsa da un giorno all’altro senza dirmi niente, poi ti fai viva due giorni dopo dicendo che dovevi fare una commissione! Giuro che mi farai impazzire, Emma!”.
Lei lo guardò, un misto di tenerezza e pietà “Oh, ti eri preoccupato? Quanto sei dolce Draco! A volte penso di non meritarmi di avere una persona come te”. Si alzò e gli mise le braccia al collo, avvicinando il viso a quello gelido di Draco. Gli sorrise furba. “Cosa c’è? Non ti sono mancata?”.
Draco la respinse e si allontanò, lasciandola accigliata. “Sei innamorata di Fred Weasley?” le disse freddamente, come se non gli importasse. Per Emma fu come prendersi uno schiaffo in piena faccia. “Non sono affari tuoi, Draco” sibilò. Il biondo, che le aveva dato le spalle, si girò, rosso di rabbia. “Non sono affari miei, dici? Stai scherzando, spero. Emma, non puoi continuare a trattare le persone come se fossero burattini nelle tue mani, fregandotene dei loro sentimenti!” le urlò contro.
Emma lo guardava stupita, con un sopracciglio alzato. “Di che cosa diavolo stai parlando? Sentimenti? Non ti riconosco più, Malfoy”. Draco non si lasciò mettere a tacere. “E smettila di dire che noi due non abbiamo sentimenti! Prendi in giro me e menti a te stessa. Sappiamo entrambi che i sentimenti ce li abbiamo, tutti e due. Di te ne ho avuto la prova dieci minuti fa…”.
Emma rimase in silenzio, accusando il colpo. Draco continuò “pensavo che quella cottarella che ti eri presa al quarto anno per Fred Weasley fosse una cosa passeggera… o meglio, un brutto scherzo che stavi facendo a me. E adesso questo”. Emma alzò lo sguardo su di lui, ripetendo, gelida “non sono affari tuoi, Malfoy”. “Io invece credo di sì” Draco le si avvicinò, guardandola negli occhi. “Credo di essermi innamorato di te, Emma” le disse per la seconda volta.
La ragazza trattenne il fiato, cercando di apparire gelida come sempre. In realtà, non sapeva cosa rispondere. Rimase in silenzio, occhi di ghiaccio in occhi grigi, finché Draco sospirò. “Non mi aspettavo niente di diverso, non preoccuparti”.
Si alzò, e scomparve nel dormitorio maschile, lasciando Emma sola, immobile, e fremente di rabbia.
-
George Weasley trovò suo fratello dove aveva immaginato, nella Stanza delle Necessità. Si avventurò fra le cataste di oggetti, e dopo un po’ trovò il gemello steso su un enorme divano rosso, che giocherellava con un paio di animaletti volanti che gli svolazzavano attorno alla faccia. Appena lo vide, però, si alzò subito a sedere.
“Non sono dell’umore, George”
George gli si avvicinò con aria mesta. “È che penso che non sia adatta a te, fratello. Lo so, lo so” disse notando le sopracciglia del fratello che scattavano in alto “lo so che non spetta a me decidere. Ma mi ricordo benissimo come ci sei stato male, due anni fa, e ancora peggio l’anno scorso. Quella ragazza non porta mai niente di buono, Freddie” concluse, con un sorriso triste. Fred gli rivolse uno sguardo pieno di tristezza. “L’anno scorso” disse lentamente, a bassa voce “è stata tutta colpa mia”.
“Scherzi?” esplose George, rosso in viso “è andata a letto con Lee! Con il nostro migliore amico, con il tuo migliore amico! E l’ha fatto solo ed esclusivamente per ferirti! Che razza di persona lo farebbe?”
“Lo ha fatto perché l’avevo ferita!”
“Lo ha fatto perché voleva ferire te ancora di più, Fred! Non essere irragionevole”.
Fred non rispose. Immerso nei suoi pensieri, stava rivivendo quei momenti ancora e ancora. L’ultimo, furioso, litigio con Emma. La rivide mentre gli dava quello schiaffo la sera del Ballo. Bellissima, ma con le lacrime agli occhi. Poi si ricordò ogni singolo giorno di quegli ultimi mesi di due anni prima in cui lei non gli aveva rivolto la parola. Si sentiva ancora addosso i suoi sguardi di fuoco, feriti.
Lei intanto, stava preparando la sua vendetta. Una vendetta che lo avrebbe ferito come lui aveva ferito lei. La sera del festino di fine anno l’anno prima, l’aveva trovata nella sua Sala Comune, nella sua camera, a letto con il suo migliore amico. Il sorriso trionfante che gli aveva rivolto, appena aveva visto la sua espressione sconvolta e devastata, era quello che gli aveva fatto più male di tutto. E così, da quel momento in poi, tra lui ed Emma Renard c’era stato solo e soltanto odio.
Ma, nonostante tutto, Fred non era riuscito a dimenticarla. Sentiva ancora un colpo al cuore ogni volta che la vedeva, fiera e bellissima; stringeva ancora i pugni quando, girato l’angolo, la trovava incollata a qualche bellimbusto a caso, con i corpi premuti l’uno contro l’altro; e, ogni volta che le rivolgeva la parola, nei loro soliti scambi di frecciatine, l’adrenalina iniziava all’istante a scorrergli nelle vene.
“Fred? Freddie?”
George lo richiamò alla realtà. Fred mise a fuoco il suo volto preoccupato, e in quel momento decise che aveva ragione, che era arrivato il momento di andare avanti.
“È arrivato il momento di lasciar perdere, non è vero, George?”
Il fratello gli rivolse un sorriso triste “mi dispiace di non avertelo detto. Ma è meglio per te. Lei vuole solo ottenere tutto quello che desidera. Non ha sentimenti, a parte per l’odio e il rancore”. Fred abbassò lo sguardo. “Non c’è nessuno che non possa provare dei sentimenti, George” sussurrò. Suo fratello si sbagliava, lo sapeva.
Ma nessuno capiva Emma Renard. Solo lui ci riusciva. Tuttavia, lo lasciò continuare. “Devi superarlo, Fred! Mezza scuola è praticamente ai tuoi piedi, che senso ha rovinarsi la vita per l’unica ragazza qui che non ti merita?”. Gli sorrise, incerto. “Forse tu non te ne accorgi neanche, ma la ragazza perfetta è sotto ai tuoi occhi”.
Fred lo guardò interrogativo “di che stai parlando? Anche se, George, non credo sia il momento adatto…”. George lo interruppe, rivolgendogli un sorriso furbo.
“Lascia perdere. Te ne accorgerai quando sarà il momento”.
-
Hermione Granger si alzò carica quella mattina. A colazione, seduta tra i suoi migliori amici, non fece complimenti. “Per Merlino, Ron! Cerca di avere almeno un minimo di grazia quando ti infili montagne di cibo in quel forno che ti ritrovi. Sei assolutamente disgustoso!”. Harry ridacchiò, mentre Ron borbottava irritato una blanda giustificazione. “E poi, si può sapere perché sei così allegra, oggi? C’è la prova di pozioni…” mugugnò. Hermione sorrise. “È esattamente per questo che sono così allegra. Sto studiando da mesi. Quella smorfiosa della Renard rimarrà a bocca aperta” concluse, altezzosa. Poi si alzò, raccolse la montagna di libri che si portava sempre dietro, e si diresse quasi di corsa nei Sotterranei, per ripetere le ultime formule. Appena scomparve, Fred e George fecero il loro ingresso in Sala Grande. Fred non poté fare a meno di lanciare un’occhiata veloce al tavolo di Serpeverde, ma di Emma Renard neanche l’ombra.
“Buongiorno, fratello” disse intanto George, rivolto a Ron, “Harry” salutò anche l’amico. “E Hermione dov’è?” buttò lì poi George, con noncuranza. Ron gli rivolse un’occhiata sospettosa “da quando ti interessa dove sia o non sia Hermione?”. George assunse un’espressione fintamente ferita. “Si dà il caso che Hermione sia una delle mie più grandi amiche, fratellino!”. Ron fece una smorfia esasperata, poi concentrò di nuovo tutta la sua attenzione ai suoi pancakes. “È appena andata via. Vuole arrivare in anticipo in classe per prepararsi meglio al test di Pozioni…” rispose Harry alzando gli occhi al cielo. “Secchiona” borbottò Fred, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di tutti e tre gli amici.
In quel momento fece il suo ingresso in Sala Grande Emma Renard.
Fred la osservò a bocca aperta. Per la prima volta da quando la conosceva, Emma sembrava stanca. Aveva marcate borse sotto gli occhi chiari, e non aprì bocca quando si sedette a tavola, vicina a Pansy e per la prima volta lontana da Draco. Non toccò cibo, ma bevve solo una tazza enorme di caffè. Fred si girò, deglutendo forte. Aveva voglia di alzarsi, prenderla da parte e dirle tutto quello che si era tenuto dentro nell’ultimo anno. George, intuendo i suoi pensieri, lo richiamò. “Andiamo, Fred? Abbiamo Piton alla prima ora e dobbiamo ancora copiare i compiti”.
-
Emma si premette i palmi sugli occhi, espirando forte. Li riaprì, e cercò di concentrarsi sulla pozione che doveva preparare. Gettò un’occhiata alla streghetta secchiona seduta in prima fila, e vide che era già a metà dell’opera, mentre lei aveva a stento preparato gli ingredienti. Draco, seduto di fianco a lei, non l’aveva neanche guardata in faccia. Per la frustrazione conficcò con forza il coltello che brandiva nel grande tavolo di legno su cui stava lavorando. Tutti i girarono a guardarla, esclusa Hermione, che probabilmente non aveva neanche sentito il rumore, immersa com’era nella preparazione. Questo fece irritare ancora di più Emma, che si mise velocemente a lavoro. Sapeva perfettamente cosa doveva fare, solo che in quel momento non aveva la voglia di aspettare il lento processo di cottura di tutti gli ingredienti.
A venti minuti dallo scadere del tempo, Hermione Granger consegnò la sua provetta; poi, con aria soddisfatta, tornò al suo posto e, aprendo un enorme tomo, si immerse nella lettura. Pochi secondi dopo, anche Emma si alzò a consegnare la sua pozione. “Me ne vado” disse poi con voce ferma a Lumacorno, che la guardava sorridente, essendo Emma la sua favorita, “ho bisogno di una doccia”. Poi si avvicinò a Hermione e le chiuse il libro. “Ti consiglio di fare lo stesso” disse con un ghigno, indicandosi i capelli. Poi uscì, sotto lo sguardo furente della Grifondoro.
-
“Non credere di essere tanto furbo, George! Ho capito benissimo cosa stavi cercando di fare a colazione. Non ho intenzione di farmi piacere Hermione!” sbottò Fred, dopo essere sgattaiolati via dall’ennesima lezione, “mi sentirei persino colpevole a illuderla, se lei è davvero innamorata di me come dici. Cosa di cui, tra parentesi, dubito fortemente”.
George alzò gli occhi al cielo “Merlino, Fred! Quand’è che sei diventato così noioso? Ah, certo, perché non hai mai avuto storielle da una notte con mezza scuola, vero? Sei sempre stato così attento ai sentimenti altrui, anzi, chiedo venia per quello che stavo pensando! Sono terribilmente dispiaciuto di aver urtato i tuoi sentimenti delicati”. Fred sembrava irritato. “Possibile che stai comparando a Hermione le ragazze che mi sono portato a letto?”. Si fermò appena prima alle scale che conducevano ai Sotterranei, girandosi verso il fratello. “Hermione non è minimamente paragonabile a loro, ok? La faccenda è completamente diversa!”.
Emma Renard, che stava salendo in quel momento le scale, sentì perfettamente l’ultima parte del discorso. Tutta la sua tristezza, la sua stanchezza, si trasformarono istantaneamente in rabbia. Tutte, tutte si sarebbe aspettata che potessero diventare le ragazze di Fred Weasley, tutte. Tutte ma non Hermione Granger.
Salì velocemente le scale e sfrecciò in direzione della Sala Comune, passando di fianco a Fred e George. “Weasley” sibilò tra i denti, con gli occhi che lampeggiavano. Fred la guardò andare via con aria abbattuta. “Già” continuò rivolto al fratello, “Hermione è diversa, è fantastica, sì, ma la vedo come una sorella, niente di più, e le cose non cambieranno mai. E’ solo che non è Emma Renard”.






  Spazio Autrice
Salve a tutti i vecchi e nuovi lettori! Scusate se l'aggiornamento è arrivato con un paio di giorni di ritardo, ma ora eccolo qui.
La storia per ora ha solo una recensione, ma non mi scoraggio, dato che ci sono molti che l'hanno inserita nelle seguite, ricordate e/o preferite, quindi ringrazio di cuore tutti i lettori.
Solo un piccolo appunto, non dimenticate la veloce "sparizione"
di Emma, perchè anche se non si capirà subito il perchè, tra qualche capitolo sarà tutto più chiaro. Intanto, godetevi questo capitolo e non perdetevi il prossimo, dove arriverà una grande sorpresa!
Vi abbraccio,
#C
  
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