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Autore: Ino chan    13/12/2016    3 recensioni
- Sono buone?- gli chiede Emil.
Michele annuisce mentre inghiotte, prima di realizzare, e alzare gli occhi dal piatto. Gli ha parlato in italiano, o sbaglia? Emil sorride mentre ricambia il suo sguardo sorpreso - So un po’ di italiano, l’ho imparato per capire che diavolo dici durante le interviste. Il tuo inglese è atroce.-
-Il mio inglese non è atroce.-
-Fidati che lo è.-
Quando sei un fratello maggiore, il tuo solo compito è quello di occuparti della tua sorellina. Per anni, Michele Crispino non ha fatto altro che prendersi cura di Sara, per questa ragione, quando Emil Nekola gli dimostra il suo interesse, incredulo, reagisce nell'ultimo modo in cui avrebbe dovuto.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Emil Nekola, Michele Crispino, Mila Babicheva, Sara Crispino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando  Michele, Sara e Mila arrivano in ospedale, Emil sta uscendo.
È  stato portato al Pronto Soccorso da suo padre, nonché coach, dopo aver vomitato nel bel mezzo della hall dell’albergo. Ha la testa insaccata nelle spalle e lo sguardo basso,  quando viene letteralmente travolto da Sara e Mila, e costretto a fare qualche passo all’indietro per non cadere seduto a terra sotto il peso delle due ragazze.
Una urla in russo, l’altra in italiano, Emil guarda una e poi l’altra senza capire cosa diavolo stiano dicendo. Giusto di Sara riesce a beccare qualche parola, ma non è abbastanza per mettere insieme una frase di senso compiuto.
-Cosa?- chiede  confuso, prima di accorgersi di Michele poco più in là.
I due si fissano per uno lungo momento mentre Sara tira fuori dalla borsa il cellulare, e lo passa ad Emil. Il ragazzo, legge la notizia che lo vuole con un piede nella fossa, e alla fine sospira un -I giornalisti si sa, sono bravi a gonfiare le notizie da nulla.- che lascia i tre a bocca aperta.
Racconta di aver vomitato nel bel mezzo del check-out in albergo, e visto il  livido che ha in faccia, i giornalisti devono aver tirato le conclusioni da soli. Si tocca distrattamente la medicazione sulla sua guancia mentre parla - Sono caduto durante un allenamento, succede.- ride mentre il  padre, poco più in là , scrolla la testa.
Michele è incredulo -Non sei caduto.- mormora. Ha parlato in italiano, ma Emil sembra averlo capito. Si chiude nelle spalle mentre lo guarda, che avrebbe dovuto fare? Dire a suo padre ch un pattinatore avversario l’ha steso con un destro? Lo avrebbe denunciato alla federazione sportiva per condotta violenta.
-Perché hai vomitato? Hai preso un virus?- gli chiede Sara.
-Non mangiavo da ventiquattr’ore, non  avevo voglia.-
Questo è grave. L’appetito di Emil è leggendario.  Non c’è una persona, nel mondo del pattinaggio artistico che non si sia chiesto, almeno una volta, come diavolo faccia Nekola a mangiare così tanto e a non sfondare il ghiaccio con uno dei suoi salti. Sara corruga le labbra contrariata mentre il padre di Emil, si avvicina alla strada per chiamare un taxi.
-Ascolta…- Michele sposta la sorella di lato per avvicinarsi, ma non è decisamente la sua settimana questa. Non appena fa per aprire bocca  per continuare a parlare, un taxi si avvicina alla strada e coach Nekola chiama il figlio. Emil annuisce nella sua direzione, prima di  borbottare un saluto.
Dio, così triste non sembra nemmeno lui! Michele lo afferra per un braccio prima che si allontani. Vorrebbe dirgli  tutto quello che gli passa per la testa, ma l’unica cosa che gli chiede è perché non lo abbia denunciato.
- A me piaci davvero Mickey, se ti facessi soffrire, soffrirei anche io.

-Michelino ha proprio preso male la sua sconfitta.-
Sara guarda la madre e poi alza gli occhi al soffitto. Non è per aver lisciato la  partecipazione al Grand Prix che Michele è così triste da che sono tornati in Italia.
Emil non si è più fatto sentire. Dopo mesi passati a parlare sui social, da che si sono conosciuti, ha smesso ogni contatto con Michele. Non che Sara glie ne faccia una colpa, sia chiaro.
Michele glie l’ha detto la sera prima, mentre fissava senza vederlo realmente lo schermo del suo pc. Sara gli ha chiesto se gli manchi sentirlo praticamente tutti i giorni, dopo mesi passati a maltrattarlo e a chiedersi che diavolo volesse da lui quel tipo strano,  e per risposta Michele si è morso le labbra, prima di balbettare la bugia più pietosa del creato.
-No, certo che non mi manca, perché dovrebbe?-
Ah, uomini! Sara si passa una mano su un lato del viso mentre guarda il fratello sprofondato nel divano davanti al televisore. Dovrebbe farlo cuocere nel suo brodo per almeno un paio di mesi, ma  è troppo buona d’animo per farlo. Non appena sono soli, si siede accanto a lui, e gli porge il cellulare.
-Cosa?- chiede Michele mentre Sara infila le mani fra le sue, e tocca lo schermo.
È  una foto di Emil, è su una pista di pattinaggio con una decina di bambini. Sta sorridendo nonostante la faccia gonfia, ma non sembra felice.
 tornato a casa.-  lo informa Sara.
-E allora?-  Michele si costringe a distogliere lo sguardo da quell’espressione mogia che lo fa sentire peggio di quanto non stia.
-Ho controllato, i voli last minute per Praga costano settanta euro.

Emil ci sa davvero fare con i bambini.
Sarà perché, nonostante abbia diciotto anni, a volte riesce ad essere molto più infantile di tutti loro messi assieme, o per naturale predisposizione, sta di fatto che i bambini del corso baby di pattinaggio lo adorano.
Quando Michele entra nel palaghiaccio,  la lezione sta per finire. I piccoli allievi sembrano divertirsi,  e anche il loro maestro. Emil è di spalle, ma Michele è certo che stia sorridendo alla bimba che si è appena esibita in una piroetta di fronte a lui.
-Ehi, ma tu sei Michele Crispino!-
Michele sbarra gli occhi quando uno dei bambini lo indica e Emil si volta sorpreso. Si fissano stupefatti dai due lati della pista, prima che Michele venga assalito da un nugolo di bambini sovraeccitati e sia costretto a firmare una quantità imbarazzante di autografi.

-Che ci fai qui?-
Bella domanda, Michele si gratta la fronte mentre Emil lo guarda perplesso.  È evidente che non si aspettava di vederlo, e sa da una parte, è felice di averlo sorpreso, dall’altra non sa come diavolo rispondere alla sua domanda.
Oh meglio, lo sa, ma è troppo imbarazzante rispondere.
-Allora?- Emil lo incalza e Michele sente le orecchie  andare a fuoco. È  sicuramente arrossito come una mammoletta. Si schiarisce la voce, e gira la testa verso una spalla.
-Sei uno stronzo, non puoi entrare a forza nella vita di una persona, e poi sparire così.-
Emil lo fissa come se fosse un drago a tre teste, e Michele si chiede se sia possibile morire di imbarazzo.  Maledizione, quale ventiduenne non è capace di sostenere una conversazione al suo stesso modo? Si augura nessuno o il mondo è destinato allo sfascio.
-Mickey perché sei qui?- ripete Emil con dolcezza -Volevi vedermi?- e Michele alza su di lui il viso. Oh, andiamo, non dovrebbe sorridergli a quel modo. È ingiusto.
-Sì.- mormora.
-Perché?-
-Perché non lo so se mi piaci anche tu, ma so che se non mi stai attorno, mi sento solo.- Emil sgrana gli occhi e Michele si morde l’interno di una guancia per la vergogna. Maledizione! -Vaffanculo, Nekola, guarda che mi fai…-
Emil non lo lascia finire, dandosi una spinta sui pattini, gli  butta le braccia al collo, Michele gli si aggrappa addosso per non finire  per terra - …Dire.-
-Mi basta questo, Mickey! Sssh, non sforzarti.-
Michele sente un nodo stringergli la gola, Emil è così emozionato da non riuscire quasi a parlare - Sei un idiota.- sussurra mentre strofina il viso contro la sua spalla - Si può sapere perché ti piaccio?-
-Perché sembri triste quando pattini.-
-Cosa?-
-Lo so, pattini per Sara, lo dici in ogni intervista. Però, secondo me, ti senti solo quando lo fai. Ogni volta che ti guardo ho l’impressione che tu stia cercando qualcosa, più che omaggiando tua sorella.-
Michele sospira - E che sto cercando secondo te?-
-Qualcuno che, magari, voglia restare con te per sempre.-
Michele trattiene il fiato. Dopo i primi anni passati  in simbiosi, Sara non ha fatto altro che cercare la sua indipendenza, lasciandolo indietro. Nonostante Michele abbia sempre cercato di trattenere i lembi del loro rapporto, non è riuscito a far si che questo rimanesse stretto com’era in passato. E ora gli manca. Gli manca qualcuno che lo guardi come se fosse il centro del mondo. Gli manca avere la certezza che, qualsiasi sarà la portata del fallimento, c’è qualcuno per cui sarà per sempre un eroe.
-Ehi ci hai fatto caso?-
Michele corruga la fronte.
-Ti ho abbracciato, e non hai urlato come se ti stessero scannando. Anzi, mi hai abbracciato anche tu.-
Michele scoppia a ridere -Ehi, quel giapponese mi ha spaventato, non è colpa mia. Tu non lo hai visto alla festa dell’anno scorso mentre ballava con Giacometti. Avresti urlato anche tu a vedertelo addosso!-
-Giacometti?- Emil si allontana per guardare Michele in faccia - Perché ballava con Giacometti?-
Michele sta per raccontargli della sbronza colossale che Yuuri e gli altri si sono presi durante la festa, quand’è ecco che si accorge di una cosa. Non solo si stanno abbracciando, ma stanno praticamente naso a naso, ma non gli da’ fastidio. Anzi, una parte di lui si sta chiedendo cosa proverebbe a baciare quel sorriso buffo.
-Non spaventarti, ma non hai idea di quanto voglia baciarti in questo momento.- mormora
Emil arrossisce fino alla radice dei capelli e peggio che mai, ora Michele vuole davvero baciarlo.
-Scusa non avrei dovuto dirlo.- farfuglia. Cerca di scostarsi, ma Emil è più lesto di lui.  Lo  prende per il bavero  della giacca, e prima che possa protestare, ha già premuto la bocca sulla sua con una tale forza da fargli male coi denti.
Michele ha già baciato ed è stato baciato, ma mai così.  Emil è chiaramente inesperto, se questo non è il suo primo bacio, è il secondo, ma ha una foga e una passione tale, che quando si allontana per respirare, è Michele prendergli la testa fra le mani per piegarlo verso di sé e baciarlo. Si allontanano solo quando, distrattamente, Michele gli tocca la guancia ferita, e nel bacio, Emil mugugna per il dolore.
- Mi dispiace.-  
-A me no.-
Michele ride -Smetterai mai di essere un raggio di sole?-
Emil scrolla la testa -Il tuo? Mai.-


SCENA BONUS:

Sono passati diversi mesi dalla vittoria di Yuuri al Grand Prix  e lui e Viktor stanno seguendo gli europei di pattinaggio alla televisione.  A contendersi l’oro sono Nekola per la Repubblica Ceca e Crispino per l’Italia. Quando termina  l’esibizione di quest’ultimo, Yuuri si ritrova a battere le mani estasiato.
-Sono io o Michele sembrava proprio divertirsi?- chiede a Viktor seduto accanto a lui. Questo non risponde  subito, sembra preso da chissà quale riflessione -Viktor?-
-Quella non è la giacca di Emil?- chiede indicando lo schermo con un cenno della testa - Quella del libero alla coppa di Russia.-
Yuuri socchiude gli occhi e cerca di fare mente locale. Beh, sì,  sembra proprio la giacca di Emil. Non ci fa troppo caso, però. Non è raro che alcuni pattinatori prendano spunto dai costumi dei colleghi. Come il piccolo Minami ad esempio, e il suo tributo al  suo costume più brutto.
-Quello invece è il cravattino di Michele.-
Yuuri sposta lo sguardo da Viktor a Emil sullo schermo. Sì, quello sembra il cravattino di Michele, quello del costume  che aveva alla coppa di Russia. Arriccia leggermente il naso, è strano.
-Beh, ora si capisce perché Michele sembrava divertirsi così tanto.-
Viktor si alza  lasciando Yuuri perplesso davanti allo schermo -Eh?- esclama -Perché?-  si alza per seguire il  suo coach (e compagno)  nei bagni - Dai spiegamelo!-

 

FINE
Spero davvero che vi sia piaciuta. Ho altre storielle su Emil e Mickey, quindi questo non è un addio, ma un arrivederci. Sempre che non mi diciate che, piuttosto che pubblicare su questi due, dovrei darmi all'ippica :P




   
 
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