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Autore: Rota    25/05/2009    5 recensioni
E' vietato usare il tag b se non in occasioni speciali e non per segnalare la partecipazione ad un concorso o l'essersi classificato terzo.
Ladynotorius assistente amministratrice su efp.

Dunque, ho il terribile sospetto che questa ff paia come un ricalco di “Orgoglio e pregiudizio”. In realtà l’idea è pressappoco quella, ma sviluppata in maniera totalmente diversa.
Siamo in un campus universitario in America, questo dovrebbe essere chiaro fin da subito. Così come anche le varie facoltà dei singoli personaggi.
Ho inserito un gran numero di personaggi in quanto penso che una situazione simile la richieda. Ho cercato comunque di rendere la cosa un poco leggera, tratteggiando qualche scena comica, specialmente legata alla personalità di Sasuke.
Il punto di vista predominante è quello di Sasuke, anche se si alterna più volte a quello di Naruto. Epilogo e prologo, invece, sono visti esclusivamente dal punto di vista dell’Uzumaki.
Il titolo è un semplice gioco di parole, in quanto il Nerd è il nostro sfigato, il genio a livello scolastico ma non pratico nella vita vissuta, ed è anche un termine medico, che indica la malattia da riflusso non corrosiva, ovvero la semplice acidità di stomaco. Questo a rimandare la facoltà che il protagonista, Sasuke, frequenta.
Detto questo... buona lettura ^^
Partecipante al CONTEST “Il Piccolo Principe della boria: SasuNaru/NaruSasu a tema letterario” di suni e izayoi007, classificatasi terza
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Nerd 3 Hola, signori miei ^^
Penultimo capitolo a voi ^^
Perdonate se non rispondo alle recensioni, sono un poco di fretta ^^
Ringrazio comunque chiunque legge, recensisce e ha messo la ff o nei preferiti o nelle seguite ^^ grazie davvero di cuore *O*
Buona lettura ^^

Parte terza

Mattino. Troppo presto perché gli occhi ancora assonnati ricevano la visita dell’invadente sole dell’alba. Ma la finestra non ha le ante ben serrate, e filtra uno sprazzo di luce che, inesorabile, colpisce le palpebre dell’Uchiha. Questo è uno dei motivi perché lo Hyuuga ha deciso di dormire dall’altra parte della stanza.
Con un borbottio astioso, Uchiha si alza dal letto e si dirige verso il bagno, barcollando appena sui suoi stessi piedi, fino a trovarsi di fronte alla porta. Sta per abbassare la maniglia, quando si ricorda, in un lampo di lucidità degno di nota, la presenza di un elemento di disturbo nel proprio territorio. Indi bussa, ma non ricevendo risposta entra nel proprio bagno. Si ritrova una schiena nuda e sconosciuta di fronte agli occhi, bianca e decisamente poco maschile, e una cascata di capelli biondi e particolarmente mossi che incornicia la testa.
Temari, non avendo sentito il lieve bussare dell’uomo, si gira di scatto sentendo la porta aprirsi, vedendo con orrore la presenza di uno sgradito spettatore. Afferra la prima cosa che le capita in mano, ovvero il barattolo dello shampoo, e lo tira con precisione in fronte, facendolo arretrare fino al muro del corridoio.
Urla, senza alcun pudore, prima di sbattere la porta e chiudersi dentro la stanzetta bianca.
-Fuori di qui!-
Ritrovandosi di nuovo spiazzato e senza parole, con l’aggiunta di un piccolo bernoccolo in fronte, Sasuke non riesce a spiccicare alcuna parola, né a provare altro sentimento che stupore e meraviglia. Questo, nei primi due istanti che lo vedono seduto a terra, contro il muro. Nell’istante subito seguente, il giovane Uchiha è di nuovo in piedi, a fumare rabbia dal naso.
-Hyuuga!-
Neji compare dalla porta del salotto, in viso un’espressione a dir poco divertita.
-Oh, Uchiha… il bagno è occupato da Temari, in questo momento…-
Sasuke volta lo sguardo e lo fissa come volerla incenerire, mentre l’altro, sogghignando malevolo, qui spiega velocemente la situazione attuale
-Beh, questa notte ha dormito qui, dal momento che il suo appartamento è occupato da kiba e Hinata, che sembrano incredibilmente riappacificati… è venuta semplicemente a chiedere asilo, tutto qui…-
Sasuke lo supera senza dire una sola parola di commento, dirigendosi verso l’angolo cucina, e trovandosi Shino Aburame tranquillamente seduto al proprio posto, con una bella tazza ricolma di cereali e latte.
Sasuke sbuffa, andando a servirsi da solo dalla brocca del caffé, e sedendosi poi di fronte allo zappatore. Questi lascia cadere sulla tavola il proprio giornale del mattino, fissando da dietro i suoi spessi occhiali scuri il giovane che si trova di fronte.
Parla, usando un tono di voce dai decibel infinitesimali.
-Sembri nervoso…-
Sasuke appoggia la propria tazza sul legno del tavolo e lo fissa, astioso.
-Complimenti per lo spirito d’osservazione, Aburame! Quel parassita della cugina della Hyuuga ha portato a casa un commensale, dannazione! Ora mi ritrovo a condividere queste quattro mura con cinque persone invece che con tre! Per di più, le due donne sembrano voler colonizzare il nostro bagno!-
Lo sguardo di Shino si fa decisamente più intenso, ma nascondendo i propri occhi dietro le lenti colorate e spesse non favorisce certo la comprensione altrui. Infatti deve aggiungere ulteriori parole argomentando le proprie motivazioni, cosa che lo rende decisamente più seccante del solito vecchio monumento discreto.
-Per la precisione, in questa casa attualmente siamo solo in cinque, te compreso Uchiha. Gaara ha dormito fuori, questa sera. Seconda cosa, non mi stavo riferendo alla tua evidente irritazione momentanea… sembra tu sia irritato ad un livello superiore, qualcosa che va ben oltre il momento singolare…-
Sasuke alza lo sguardo sul proprio compagno, incuriosito dalla perspicacia dell’altro.
Certo, mai avrebbe ammesso che le parole di quel culturista avessero riscosso il minimo effetto nella sua quotidianità pacifica e beata, e tanto meno che per una cosa così stupida lui non era riuscito a chiudere occhi nemmeno per un solo istante, quella notte stessa.
Come se il suono di quelle parole tanto amare nei suoi confronti non abbiano rimbombato nel suo cranio fino a renderlo isterico e intrattabile, come se la delusione di non essersi sbagliato neppure quella volta non lo aveva portato a una rabbia smisurata.
Con un semplice sbuffo annoiato, si sbarazza di quei pensieri irritanti e imbarazzanti e, alzatosi dalla propria sedia, si  mette la tazza mezza piena di caffè nero nel lavandino.
-Vado a studiare…-

Come esattamente Lee avesse convinto il tristo e silenzioso Gaara a passare la notte tra le stesse mura e nella stessa stanza era davvero un mistero della fede, secondo Naruto. Così come era un dubbia la tecnica usata dallo stesso per convincere il biondo a occupare il divano del salotto, per tenere la stanza libera per sé e il compagno, senza che opponesse una degna resistenza a questo sfratto in piena regola.
Si era ritrovato, senza neanche volerlo, a litigare con un cuscino scuro che non voleva saperne a prendere la forma della sua testa, e una coperta troppo corta che gli lasciava i piedi al freddo. Non era riuscito a dormire per venti minuti di fila, quella notte.
La mattina, in compenso, Naruto si alza sbadigliando rumorosamente, facendo pochi passi prima di incontrare il tavolo stranamente apparecchiato con sopra, in bella vista, un bigliettino.
“Gaara, ti ho preparato la colazione. A dopo!”
Riconosce la scrittura di Lee, sul foglio usato quasi come un campo di battaglia, pieno di macchie d’inchiostro e impronte di dita. Sbuffa, dirigendosi a peso morto verso la mensola dove sono riposti i cereali.
Mangia da solo, rimuginando alla sera precedente.
Era stato davvero uno sciocco. E ora come diamine preparava, da solo, quel dannatissimo esame d’Anatomia?
Sospira, sconsolato, rimembrando ogni particolare del dialogo avvenuto con il fantomatico nerd.
Il suo sguardo in particolar modo, lo ha davvero colpito. Le sue parole, taglienti e precise, impietose, erano arrivate fino in fondo, dentro di lui. E Naruto sospettava non si sarebbero schiodate da lì tanto facilmente. Non pensava davvero di poter scorgere un simile rammarico negli occhi dell’altro…
Bello, ha il retrogusto amaro della frutta matura, della bellezza non curata, ma, comunque. Accattivante e interessante, che fa nascere dentro il cuore una curiosità innata del primo morso, del desiderio del proprio succo. Naruto è rimasto incantato, affascinato fin da subito da quei pozzi profondi.
Ed è stato davvero un grave peccato sprecare così un’occasione d’oro per vedere cosa quell’indifferenza arrogante riusciva a nascondere dietro la propria insistente apparenza…
-Buon giorno…-
Naruto è bruscamente scosso dai propri pensieri dall’improvvisa apparizione del rosso Gaara davanti a lui, seduto al proprio posto e in mano la sua colazione.
Gli occhi chiari sono fissi sopra la sua figura, come a volerla sondare fin nell’animo.
Dio santo, quanto è irritante quel tipo.
-‘Giorno…-
Gaara comincia a mangiare, in silenzio, come assorto nei propri pensieri.
Naruto sbuffa continuamente, trovando insopportabile la presenza dell’altro, fino al momento in cui il cucchiaio dalle mani di Gaara cade rumorosamente sul tavolo, e i due occhi di ghiaccio del rosso non lo fissano indifferenti.
-Trovi irritante la mia presenza?-
Naruto, preso alla sprovvista, temporeggia un poco, per poi sbottare, quasi rancoroso.
-Non capisco come Lee possa allearsi col nemico…-
Gaara è implacabile, come una certa persona di sua conoscenza.
-Nemico? Io sarei il nemico, per te?-
Naruto precisa, sentendo l’irritazione crescere.
-Beh, sei amico del nerd…-
E le domande di Gaara arrivano puntuali.
-Nerd? E chi sarebbe mai?-
Naruto non pone limiti alla propria impazienza, e quasi gli urla addosso.
-Ma di Sasuke Uchiha, no?-
Poi si ritira, colto in flagrante nel suo stesso sbaglio. Arrabbiarsi a quella maniera con Gaara certo non gli serve proprio a nulla, eppure è così irritante, quel tipo…
Gaara lo guarda un attimo, pensando alle precise parole da dire, infine sussurra.
-Penso che usare la parola amico sia esagerato, nel nostro caso… io sono convivente, mio malgrado, col signor Uchiha, si… cosa vuol dire nerd?-
Naruto alza gli occhi ancora una volta su di lui, guardandolo stranito.
Sbuffa, annoiato.
-Un nerd è una persona che sta sempre e solo a studiare, si chiude in casa senza fare null’altro, senza divertirsi o semplicemente vivere! E’ un relitto umano, con la passione smodata e irragionevole per lo studio, è uno sfigato del cavolo, ecco cos’è!-
Gli occhi di Gaara non ammettono nessuna sensazione, se non estrema indifferenza e totale passività. Eppure, le parole ricordano molto un rancore lontano, una commiserazione velata.
-Ci si ferma su dettagli insignificanti quanto non si trova il coraggio dentro di sé di scavare in profondità fino a rivelare le cose più nascoste che si possono offrire ai nostri occhi. Tu e l’Uchiha state solo scappando inevitabilmente l’uno dall’altro…-
Il biondo lo prende per il colletto della canottiera bianca che indossa il corpo magro, arrabbiato come non mai.
-Cosa hai osato dire, maledetto?-
Gli occhi di Gaara non si smuovono, così come nemmeno la sua voce.
-Solamente che dovresti essere più sincero con te stesso, Uzumaki…-
Naruto lo fissa a lungo, troppo vicino per poter voltare lo sguardo da un’altra parte, come ipnotizzato dallo sguardo di ghiaccio del rosso.
E lo lascia andare, per poi correre fuori dalla porta in fretta e furia.

Era vero, è stato ferito nell’orgoglio come mai gli è successo in vita sua.
Sasuke lo ha discriminato senza pensarci due volte, come se fosse già tutto prestabilito fin dal principio, come se tutto dovesse essere per forza di cose a quella maniera.
Non gli ha dato la minima possibilità di spiegarsi, di aprirsi a lui. Si è chiuso a riccio mostrando aculei minacciosi, ripiegandosi caparbiamente su sé stesso.
Naruto si è sentito umiliato dalle sue parole, ripetutamente e senza scampo. Senza la minima pietà.
Nerd.
Eppure, eppure in quei occhi profondi di nero notte ha scorto una delusione profonda e radicata, che come un laccio stretto attanaglia la sua misera anima leggera per imprigionarlo in preconcetti comodi e rassicuranti.
Non vuole ballare sull’incertezza di una realtà che non si può classificare in alcun modo. E’ troppo faticoso per chi ha la scienza, come propria religione.
Non vuole, l’Uzumaki, credere che sia impossibile slegare quei lacci, andare oltre una stupida definizione riduttiva, scorgere l’anima che chiede aiuto sotto quelle sembianze d’impassibile risolutezza. Come se fosse già prestabilita la sua più totale sconfitta.
Per questo corre, per quelle scale e quei corridoi, da un edificio all’altro, senza sosta.
Per non piegarsi ad una volontà imposta.
   
 
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