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*** Lo so, lo so, chiedo umilmente perdono per il ritardo immenso, ma gli esami all’uni sono impossibili, e di questo passo rischio di portare a microeconomia un resoconto degli investimenti della famiglia Cullen, con buona pace del mio professore che non so se gradirebbe…(per me sarebbe sicuramente più facile!!!) ***
Intanto, Bella mi stava guardando pensierosa.
Sapevo cosa stava pensando. Le era bastato il nome di Eleazar per capire.
«Elian, perché c’era anche Eleazar? Lui analizza i poteri, ma certo tu da sola non avresti potuto fare molto, con tutto il clan dei Volturi addosso».
Sorrisi. «Bella, io non sapevo chi fosse Eleazar, non sapevo quale fosse il suo compito. Per me lui era solo un altro membro del clan.
Io non conoscevo ancora il mio potere.
Ma loro si, e fu a quel punto che entrò in scena Aro».
«Ti volevano con loro», sussurrò Bella.
Quello era il copione classico, la storia che si ripeteva all’infinito.
I Volturi vogliono quello che non hanno. Desiderano il potere più di ogni altra cosa al mondo.
E quando vogliono qualcosa, la prendono.
Con me non andò così.
Aro, il mellifluo, viscido Aro, che con le sue belle parole, le sue belle promesse, aveva fino ad allora incantato tutti, senza nessuna eccezione.
Anzi, forse a pensarci bene un’eccezione c’era.
Io.
«Elian… il tuo potere… cosa sei in grado di fare?».
Ridacchiai tra me e me. «Bè, in un certo senso, se vogliamo, mio potere è per certi versi l’opposto del tuo.
Tu impedisci agli altri di utilizzare i loro poteri contro di te, e contro le persone avvolte dalla tua barriera».
«Vero», asserì Bella.
«Io faccio esattamente il contrario». Il mio sorriso si allargò alla vista della sua faccia scettica. «Io riesco a fare in modo che gli altri non usino i loro poteri».
«Cosa?!», disse Bella a bocca aperta.
«Già», le dissi ridendo. «Bella, tu blocchi gli attacchi, io inibisco nelle persone la capacità stessa di usare i loro poteri speciali; e devo dire che è un potere che in passato si è rivelato molto, molto utile».
«Ora capisco come mai Aro ti volesse», mi disse sbalordita.
Il mio sorriso svanì, al solo nominarlo.
Aro. La rabbia mi ribollì nelle vene al solo ricordo del nostro colloquio.
A quel tempo non potevo ancora capire.
Non potevo capire il vero motivo del nostro incontro. Non sapevo cosa volesse, non sapevo cosa avesse da dirmi e tantomeno mi interessava.
Volevo solo poter vedere Vincent.
Volevo solo poter porre rimedio al disastro che io stessa avevo combinato.
Ripresi a parlare, con calma. «Si, ma io non potevo conoscere il mio potere. Non è un potere che si manifesta così, visibilmente. Se non fosse stato per Eleazar, molto probabilmente non avrei mai scoperto cosa sono in grado di fare. Quando mi spiegarono perché mi trovavo li, non mi dissero subito del mio potere.
Parlò Aro per tutto il tempo. Mi dissero che il mio compagno aveva fatto qualcosa per cui doveva essere punito, ma che io non avevo nessun motivo di avere paura.
Loro mi avrebbero accolto, mi disse, mi avrebbero permesso di unirmi a loro una volta che fossi rimasta sola.
In realtà volevano una cosa sola. Volevano avere il mio potere a loro disposizione, non gli importava un accidente se fossi rimasta sola.
Aro ambiva ad avermi con se. Loro sapevano del mio potere da molto prima che io arrivassi a Volterra».
«Elian però loro non ti conoscevano, come facevano a sapere quale fosse il suo potere?»
La mia voce si incupì. «Il potere di Eleazar ha un raggio d’azione molto ampio, non si limita a leggere il potere delle persone che ha intorno. Quando si trova nei pressi di un potere particolarmente intenso, pronunciato, riesce ad avvertirlo anche ad una certa distanza».
Bella aprì la bocca, incredula. «Mi stai dicendo che lui aveva avvertito la tua presenza dal bosco?».
Annuii.
Fu allora che Bella capì dove volevo arrivare. La sua espressione incredula divenne una smorfia da film dell’orrore. «Era il loro obiettivo fin dall’inizio», disse con voce appena accennata. «Era il loro obiettivo fin dall’inizio. Vincent era un’esca, una scusa».
Centro.
«Che storia, eh?», le dissi, con la voce colma di amarezza. «Su una cosa ti sbagli però, Bella. Vincent non era una semplice esca. Sono convinta che Aro desiderasse anche lui. Vincent non era centro un agnellino indifeso; il suo potere era anche peggio del mio.
Lui era in grado di ritorcere gli attacchi contro coloro che li mandavano. Non solo, quindi, non subiva l’effetto dei poteri offensivi, ma rispediva al mittente il suo stesso attacco. Come combattere contro uno specchio.
Credo semplicemente che Aro mirasse ad ottenere tutti e due».
Ma dal nostro incontro andò via solo a mani vuote.
Prometto che aggiornerò più spesso, magari aumentando anche il numero dei capitoli pubblicati a settimana…così non vi lascio troppo sopra le spine :)
Un bacio a tutti voi…alla prossima!