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Autore: fri rapace    08/01/2017    2 recensioni
“È una femmina! L'abbiamo chiamata Teddy, come il padre di Dora!”
Hermione strillò.
“Co...? Tonks ha avuto il bambino?”
“Sì, sì, è nata!” urlò Remus.
Tutti si congratularono con lui e Ron esclamò:
“Cavoli, una femminuccia!” come se non avesse mai sentito niente di simile.
“Sì... sì... una femminuccia,” ripeté Remus, stordito dalla felicità..."

(da Harry Potter e i Doni della Morte)
SPOILER HARRY POTTER E LA MALEDIZIONE DELL'EREDE!
Bellatrix Lestrange e Ninfadora Tonks danno alla luce i figli in una clinica segreta. A causa di un inaspettato attacco i neonati verranno scambiati: Bellatrix tornerà a Villa Malfoy col maschietto dei Lupin, mentre la piccola nata dalla Mangiamorte crescerà credendo che la cugina sia sua madre.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Delphini Riddle, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo2

Capitolo 2



Un fruscio, dei sibili. Un lieve spostamento d'aria.
Remus si alzò a sedere nel letto: era rimasto sveglio ad ascoltare gli strani suoni emessi dalla figlia e, dopo che si era addormentata, il suo respiro leggero e regolare. Vide un'ombra strisciare sul pavimento e allungò svelto la mano per prendere la bacchetta, pensando che quella notte non sarebbe finita mai.
“Lumos!” pronunciò. Il lampo di luce illuminò la creatura che si era intrufolata nella stanza.
“Remus, che c'è?” borbottò Tonks, strizzando gli occhi per mettere a fuoco la sagoma ritagliata nel cerchio di luce dell'incantesimo. “Oh, cazzo!” esclamò, quando riconobbe l'enorme serpente.
Remus lo Pietrificò.
“Non è un tipo di serpente che si trova abitualmente in Gran Bretagna,” osservò avvicinandosi alla creatura che emetteva sibili nonostante fosse immobilizzata. La sua bocca era sigillata e dura come pietra.
Il richiamo, scoprì, proveniva da un punto alla sua destra, là dove si trovava la figlia. Un brivido lo scosse da capo e piedi, come aveva potuto essere così sciocco da non capire!
Tonks si chinò su Teddy, il volto pallido e le mani artigliate al bordo della culla.
“Teddy parla Serpentese,” mormorò senza guardarlo.
Lo stomaco di Remus si contrasse e cercò di calmarsi, di ragionare. Spesso la spiegazione più semplice era quella giusta; non avevano motivo di preoccuparsi, si disse, sorpreso che Tonks non ci fosse arrivata prima di lui.
“Provieni da un'antica famiglia Purosangue, avrà sicuramente ereditato il... il dono da qualche tuo parente,” disse. Era l'unica spiegazione possibile.
Tonks raddrizzò la schiena e si massaggiò l'avambraccio, dubbiosa.
“Io non ne so niente. È stato Sirius a parlartene?” domandò, la fronte aggrottata.
“No. Ma lui non amava parlare della sua famiglia,” giustificò Remus. Era la verità e non significava che si stesse sbagliando. “Potremmo chiedere a tua madre,” propose.
Tonks non se lo fece ripetere due volte, scavalcò il grosso serpente che occupava quasi tutto lo spazio tra il letto e la parete e uscì prima che lui potesse fermarla. Non intendeva dire che dovesse svegliare Andromeda nel cuore della notte! Il suo era stato, al contrario, un tentativo di prendere tempo... per quanto la presenza del serpente Pietrificato nella loro stanza sarebbe stata difficile da ignorare anche solo fino al mattino seguente.
Andromeda e Tonks tornarono assieme, poco dopo.
La donna più anziana si strinse addosso la vestaglia, osservando cupamente il serpente e la culla con la nipotina.
“Nessuno, che io sappia, ha avuto questo potere da almeno quattro generazioni di Black,” disse con voce ferma.
Remus non nascose la delusione. Conosceva una sola persona che parlava Serpentese e lo faceva grazie alla sua misteriosa connessione con Voldemort.
“Non significa niente,” affermò, inginocchiandosi accanto alla creatura e sfiorandone il dorso con la bacchetta. “Sono un lupo mannaro e condanno chi giudica in base ai pregiudizi. Se qualcuno avrà qualcosa da dire in merito, dovrà vedersela con me.”
Tonks si accucciò accanto a lui e gli strinse una spalla.
“E con me.” Batté le mani. “Bene. Ora, cosa ne facciamo di questo coso?”
“Io so a chi appartiene,” ammise Remus.
Tonks fece un mezzo sorriso.
“Lo sappiamo tutti. C'è solo un mago abbastanza squinternato da girare con un animaletto domestico simile. Oltre a Hagrid, s'intende.” Tamburellò con le dita sul labbro. “Dobbiamo avvisare gli altri membri dell'Ordine. Harry sarà ancora a Villa Conchiglia, immagino.”
Remus annuì e Tonks mormorò: Homenum Revelio. Le sue pupille si dilatarono mentre osservava con gli occhi della mente quello che l'incantesimo aveva portato alla luce.
“Avanti, Remus. Voglio sapere cosa ne pensi,” lo invitò, indicando il serpente.
Remus vide un brandello traslucido dibattersi nel ventre del rettile, ripiegarsi su se stesso e sciogliersi modellando un feto deforme, ibrido umano-serpente.
“Chiamiamo gli altri,” disse. Dal suo sguardo, seppe che anche lei aveva capito.


***

I membri dell'Ordine della Fenice ancora in vita si erano disposti in cerchio attorno al serpente. Chiuso in una gabbia recuperata da Hagrid e trasportato al centro del salotto della casa dei Lupin, si contendeva l'attenzione generale con Harry Potter.
“Come siete riusciti a catturarla?” domandò il ragazzo, cercando di resistere all'impulso di sfiorarsi la cicatrice sulla fronte.
“È venuta da noi di sua volontà,” spiegò Remus.
Harry non era convinto.
“So per certo che Vold- ehm, Tu Sai Chi non si separa mai da Nagini.”
Tonks rivolse a Kingsley uno sguardo d'intesa. L'Auror era stato tra i primi ad arrivare e aveva studiato con attenzione l'animale, arrivando alla loro stessa conclusione.
“Harry, tu sai perché tiene così tanto a lei?” domandò con la sua voce profonda.
Il ragazzo non ripose.
“Hermione? Ron?”
Arthur Weasley strinse le braccia al petto e Molly, percependo la sua tensione, gli prese una mano. Nagini lo aveva aggredito e quasi ucciso solo qualche anno prima, Remus poteva immaginare cosa provasse trovandosela nuovamente davanti.
“Silente vi ha chiesto di non condividere con noi la natura della vostra missione. Noi, ora, vi chiediamo di farlo,” proseguì Kingsley, pacato ma allo stesso tempo risoluto.
“Non lo faremo,” reagì Harry, cocciuto e leale fino alla fine. Sapevano che non sarebbe stato facile spingerlo a parlare, ci avevano provato dopo averlo trasferito alla Tana dall'abitazione dei Dursley, e avevano fallito. Ora, però, erano avvantaggiati: avevano tutti gli elementi, quello che cercavano erano solo delle conferme.
“Sappiamo cosa nasconde questo serpente, Harry.” Intervenne Tonks, andando dritta al punto. “È un Horcrux.”
Fred e George si chinarono sulla bestia immobilizzata.
“Andiamo, Harry, fai giocare anche noi,” lo pregò George. “Per rompere il ghiaccio puoi spiegarci cosa Merlino è un Horcrux.”
Un vagito li raggiunse dalla stanza attigua, seguito da sinistri sibili che fecero agitare il serpente e irrigidire Harry.
“Chi c'è di là?” domandò il ragazzo, afferrando saldamente la bacchetta.
Il cuore di Remus accelerò i battiti. “Andromeda.”
“Tonks... tua madre... tua madre parla serpentese?” domandò Harry sorpreso. “Perché sta chiamando Nagini?”
Tonks fece per rispondere, ma Remus la anticipò. “Sì, è così. C'è forse qualcosa di male?” lo sfidò un po' troppo aggressivamente.
Harry abbassò gli occhi. “Certo che no... Insomma, anche io...”
Tonks pizzicò l'avambraccio di Remus e lui le fece segno di tacere.
“Perché?” sbottò lei contrariata.
Tu pensavi fosse male, potrebbero crederlo anche loro!” le sibilò.
“Oh, piantala!” risolse lei. “Non è mia madre, è Teddy a parlare serpentese. Basta segreti, siamo dalla stessa parte, giusto? Ora ti presenteremo la tua figlioccia o, Remus, pensavi di tenergliela nascosta per sempre?”
Lui arrossì. Si stava comportando in maniera irrazionale, Harry era una delle persone con meno pregiudizi che conosceva, inoltre parlava serpentese... sapeva che anche gli altri avrebbero capito, persino Molly, che temeva i lupi mannari ma era lo stesso sinceramente affezionata a lui.
Ai gemelli, nel frattempo, era stato spiegato cos'erano gli Horcrux.
“Quindi è questa la missione che ti ha affidato Silente?” Chiese Fred. “Eliminare l'Horcrux?”
Harry si mosse, nervoso.
“Se fosse solo questo parlerebbero, Fred.”
“Lo avevo capito, George,” sbuffò il fratello. “Cosa c'è di peggio di un Horcrux?”
“Tanti Horcrux,” spiegò Tonks. “Harry, permettici di aiutarti. Io e Remus abbiamo appena avuto un bambino, vogliamo che viva e se Tu Sai Chi dovesse vincere nessuno di noi avrà scampo.”
Harry premette una mano sulla cicatrice, distrutto dalla tensione e dal senso di colpa e impallidì visibilmente quando Andromeda fece il suo ingresso nel salotto e gli consegnò Teddy con un'espressione altera. Remus sapeva che non lo aveva ancora perdonato per averla scambiata per Bellatrix; più che covare rancore, si sentiva minacciata dall'eventualità che potesse accadere di nuovo.
Nella gabbia, il serpente di protese verso di loro.
Harry si mosse impacciato, non sapeva bene come tenere la neonata, ma lei sembrò subito a suo agio tra le braccia del giovane. Remus avvertì la famigliare fitta di gelosia, anche se non era il momento per quelle sciocchezze non poteva farci niente.
“Questo è un colpo basso,” mormorò il ragazzo con voce malferma.
“Lo è eccome,” confermò Tonks.
“Non infrangerai la promessa fatta a Silente, perché non c'è più nessun segreto,” lo incoraggiò Kingsley. “Permettici di aiutarti.”
Un mormorio si alzò nella stanza, anche Ron e Hermione sembravano concordare con l'Auror.
Teddy prese una delle dita di Harry con la piccola mano ed emise dei versetti.
“D'accordo allora,” cedette. “Silente non ci ha detto più di quello che già sapete.”
“Qualcosa ci dev'essere,” intuì Remus. “O non avresti opposto resistenza.”
Fu Hermione a rompere il silenzio.
“Harry ha incontrato qualcuno nella foresta, la persona che ci ha consegnato la spada di Godric Grifondoro...” tirò un profondo respiro. Nel trio era lei quella col ruolo più gravoso, accettava di rendersi impopolare per fare ciò che riteneva giusto. Remus l'ammirava, da ragazzo gli era mancato il coraggio di assumere quel compito. Le sorrise dolcemente, incoraggiandola a proseguire e Ron le cinse la vita con un braccio. Harry non tentò di zittire l'amica, in fondo voleva essere aiutato o forse persino fermato.
Qualunque cosa Silente avesse in mente per lui, era di sicuro qualcosa di molto sgradevole.
“Piton,” disse Ron. “Non volevo crederci neanche io, ma è dalla nostra parte. Poi vi spieghiamo...”
“... il punto è che Piton ha condiviso con Harry alcuni ricordi. Harry,” Hermione lo guardò dritto negli occhi. “Devi dirci cosa Silente voleva che il professore ti mostrasse.”
Il ragazzo sembrò rimpicciolirsi sotto i loro sguardi e Remus resistette a stento all'impulso di abbracciarlo.
“Io...” iniziò titubante. “Io sono un Horcrux. Voi Sapete Chi non può morire finché io resto in vita. Dovrete accettarlo, non c'è altro modo...”
Remus avvertì una violenta stretta al petto, non poteva credere che il piano di Silente includesse il sacrificio di un ragazzo di diciassette anni, quello stesso ragazzo che l'Ordine aveva giurato di proteggere! Lo sconvolgente segreto aveva scosso profondamente tutti i presenti e fu Molly a dar voce all'opinione generale:
“Non permetteremo che tu ti sacrifichi!” dichiarò perentoria.
Harry si guardò attorno, gli occhiali storti sul naso e un'aria allo stesso tempo vulnerabile e adulta, troppo adulta per la sua età.
“La scelta è solo mia, e io ho deciso. Dovrete accettarlo... fatelo per voi, per i vostri figli!”
“No,” disse Remus, definitivo. “Non accadrà. Mai.”





Ehilà. Un paio di spiegazioni: ai fini della trama ho bisogno che Voldemort non muoia, quindi ho trovato questa soluzione. L'Ordine scopre l'esistenza degli Horcrux, Piton mostra i suoi ricordi a Harry nella foresta, quando consegna loro la spada di Grifondoro e il ragazzo viene più o meno costretto ad ammettere quello che Silente si aspetta da lui. I membri dell'Ordine ovviamente non permetteranno che si sacrifichi, che poi è il motivo per cui Silente si è guardato bene dal confidarlo a qualcuno... a parte lui, l'unico a saperlo è Piton. Altra nota: Teddy prova, ora come ora, una naturale repulsione per il padre semplicemente perché lui è un lupo mannaro. Ho letto che i piccoli Purosangue mostrano naturale avversione per i Babbani (Pottermore)... di conseguenza la proveranno anche per le Creature Magiche. Ovviamente sono credenze messe in giro dai Purosangue fanatici, ma nella mia ff fingo che siano vere perché mi fa comodo che lo siano.
Nel prossimo capitolo, finalmente, conosceremo Teddy e Delphi un po' meglio!
Fri


   
 
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