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Autore: Risa_chan    28/05/2009    3 recensioni
Primmissima fanfiction che scrivo su One Piece!!!! siate clementi, please!Chiedeva solo due cose dalla vita: la prima dipendeva da lui, la seconda dipendeva unicamente da una strega, strozzina, tirchia ,mocciosa, ma bellissima ragazza dai capelli arancioni. E, con un fisico da infarto. (ZoNami)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non potevo non accogliere questa sfida, dopo averer ottenuto il giudizio favorevole , di chi, per me, sono le madri fondatrici dello Zonamismo, quali Himechan e RoloChan105.  Nonchè principali colpevoli della mia voglia di scrivere su ZoNami. Potete benissimo prendervi il mertito, di questo!
Sono contenta che vi sia piaciuta, anche perchè  io ho inizato da poco a seguire OP ( anche se ho ricuperato tutto il tempo perduto), e  non ho tanta domestichezza con i suoi persoanggi, tra l'altro, tendendo ,come voi , a scrivere sempre su una certa persona (
e chi mi conosce bene, lo sa. affacciarsi a cose nuove è un po' difficile! 
 Ebbene, visto che è piaciuto, scriverò un altro capitolo,e chi sa, magari, potrei votarmi completamente al Zonamismo....dipende tutto dalla vostra capacità persuasiva!
Ringrazio tantissimo anche :
Barby95, sono felice  che la storia ti sia piaciuta e che i personaggi sono credibili! non mi piace adare troppo OC, se un personaggio ha certe carateristiche vanno rispetate!
Nami03, sono felice che lo pensi! anche perchè, altrimenti significa che avevo ragione ha non volrlo fare!!!
Un rigraziamento va anche alle persone che hanno inserito il mio esperimeto tra i preferiti e seguiti, rendendomi molto felice!
Finalmente vi lascio alla lettura di questo passabile capitolo.

Sakè...

Stesa sul letto, al buio, Nami cercava di prendere sonno, se non fosse che ogni volta chiudeva gli occhi la stessa immagine le appariva d’avanti.
Un moto di rabbia, la pervase... Non riusciva a capacitarsi perché Zoro continuava ad ignorata, quando aveva capito benissimo che non gli era indifferente.
“Già arresa?” chiese la voce di calma di Robin.
Dopo neanche un secondo la pallida luce della lambada inondò la stanza.  Nami si voltò verso l’amica  che le sorrideva vicino alla lampada, l’osservò spogliarsi e infilarsi la camicia da notte e sedersi sul letto.
In religioso silenzio.
“Cosa dovrei fare, Robin? sembra peggio di un pezzi di marmo!” esclamò esasperata comprendoni il viso con le mani.
“ Sta sera al turno di guardia.” disse Robin, coricandosi e augurandole una Buona Notte.
Di nuovo buio.
Cosa le stava suggerendo? Per  caso, andare da lui e sbattergli in faccia i suoi sentimenti? avrebbe dovuto dichiarai lei per prima?
No, era troppo! questo mai, ne andava nel suo orgoglio, aveva tentato di farglielo capire nella maniera più esplicita che lei gli piaceva. Tutti, ormai lo avevano capito, a parte....LUI.
Senza accorgersi nemmeno era uscita dalla stanza e già si trovava all’aria fresca della notte.
Lo stava facendo sul serio... stava andando da lui, come se non avesse più il controllo delle sue gambe.
Lo cercò con gli occhi e lo trovò affacciato al parapetto ad osservare il mare, dandole le spalle, le sue meravigliose spalle. Forti e sicure, su cui potersi aggrappare senza paura di cadere.
Si avvicinò felina, senza nessun rumore, si sedette sul parapetto in modo che potesse anche lei guardare il mare.  Nel fare quella mossa sentì lo sguardo bruciante dello spadaccino su di se che la fece tremare.
“Non eri andata a letto?”
Si voltò un momento  per vedere Zoro osservarla con una bottiglia di sakè sulla mano, posò lo sguardo di nuovo lo sguardo sulle acque nere e calme.
“Ho perso il sonno, non posso?” rispose accavallo le gambe.
Zoro ridacchiò senza dare risposta alla ragazza.
Era lì vicino a lui, cosa costava parlare? dire due semplici parole? anche solo per vedere cosa accadeva. avrebbero finito per litigare era la risposta che si diede, ma alla fine andava bene anche litigare se poi si faceva la pace.
“me ne dai un goccio?”
“Eh?”
Nami sospirò e replicò scocciata: “ voglio un goccio di sakè, scemo.”
Gli scemi si perdonano sempre. Fosse vero.
le loro dita si sfiorarono nel passare, un tocco lieve, impercettibile, lo stesso ipnotico, deciso.
Nami si morse le labbra desiderando che quel contatto non venisse spezzato, potesse rimanere anche così per sempre...
SPLASCH... la bottiglia sinfrase al terreno spargendo il contenuto sul pavimento.
Lui si spinse verso di lei, strinse la presa su di lei all’attirò vicinissimo al suo corpo, catturò le sue labbra in un bacio tanto desiderato, pieno di tutto quello che mai le aveva detto, mai stato capace di dire.
paraslisi... il cuore lei si era paralizzato, sentire la sua lingua cercare la sua in una danza lenta,sensuale.
Come? all’improvviso, tutto quello che aveva desiderato le si materializzava davanti, baciarlo, sentirsi stratta dalle sue braccia calde, sentirsi sussurrare “Ti Amo”... così dal niente.
 Nami Si scostò, mal volentieri, a fatica... senza una parola iniziò prenderlo pugni, senza saper perché, fosse l’abitudine.
Zoro bloccò i suoi polsi, spaesato e scioccato, deluso.
“Idiota... Ne hai messo di tempo!” disse
L’espressione di Zoro imbronciata di Zoro si trasformò nel più caldo dei sorrisi, e riprese a stringerla a se.
“Ne avrei  impiegato molto di più, se non fosse stato per il nostro Capitano.”
Nami spalancò gli occhi incredula, alle parole che aveva appena sentito. Poi sorrise pensando che Rufy capiva sempre, anche senza capire,e che non era poi così strano.
“Non è una novità, è sempre lui che compare, nei momenti più impensati è salva la situazione, nè?”
“ Devo prenderne atto. “ rispose ridendo Zoro.
Si guardarono nel gli occhi leggendo la stessa felicità che provavano, come riflessa in uno specchiò.
Silenziosamente Zoro aiutò Nami a scendere dal parapetto, un crack  lo fece guardare in basso la bottiglia di sakè ( Ma si scrive così? non ne sono sicura? N.d.A) in mille luccicanti pezzi,il liquido ambrato correre sul pavimento.
“Hai visto che danno hai fatto? accidenti, ne avevo proprio voglia di un po’ di sakè...”
 Ma, non tutti i mali vengono per nuocere, né?










   
 
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