Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: ombra_di_cenere    11/01/2017    1 recensioni
La prima volta che lo vidi pensai avesse l'atteggiamento da leader, sì l'atteggiamento di quelle persone che ti avrebbero guidato sempre con giudizio e correttezza.[...] Le sue parole suonarono così convincenti e sincere, il suo sguardo trasmetteva una sicurezza mai provata prima e pensai : “ Dannazione! Seguirei questo biondo pure in braccio ad un gigante se mi chiedesse di fidarmi di lui!”.
È stato lo stesso biondo nel quale riposi la mia fiducia che ci guidò in questa missione suicida.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erwin Smith, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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~Buio. Sono sveglia, nel mio letto ma non apro gli occhi. Rimango nel buio delle palpebre per nascondermi ancora un po' dalla realtà. Sono voltata sul fianco sinistro, le coperte tutte confuse e sento la schiena scoperta. Questa volta non sbadiglierò sbadatamente procurandomi una fitta al torace, questa volta mi ricordo. Ricordo cosa è successo in missione e ricorco cosa è successo la sera prima. Quell'attacco nel corridoio è stato terribile, il peggiore di tutti e il fatto che sia ricapitato subito dopo, appena sdraiata, mi ha fatto capire che stare seduti è la soluzione migliore. Mi sono spaventata ieri: la sensazione di soffocamento era opprimente. Il dolore, la foga del volere respirare e la sensazione di soffocare uniti mi hanno quasi fatta cadere in uno stato di panico. Poi è intervenuto lui. Da quando ho sentito le sue braccia intorno a me ho iniziato a stare meglio, ma non fisicamente. Già quando nel corridoio mi aveva sollevata e mi aveva detto cosa fare era riuscito a calmarmi subito e anche in quel momento ci stava riuscendo. La sua voce fungeva da appiglio per me, cercavo di attaccarmi ad essa per riuscire a concentrarmi su altro che non fosse il dolore. La sua mano sulla schiena che ha iniziato a ritmare il mio respiro è stata la mia salvezza insieme al suo calore. Attraverso la stoffa della camicia sentivo il suo corpo, grande, forte, caldo e protettivo.
Sì era proprio questo che mi ha aiutato: la sensazione di sicurezza che mi trasmetteva il suo abbraccio. Solitamente odio gli abbracci e tutti i tipi di contatti ravvicinati, ma ieri è stato questo a aiutarmi. Dopo molto tempo mi sono sentita al sicuro. Non pensavo ai titani, non pensavo al mondo esterno, sono riuscita a dimenticare e fermare il dolore per poi abbandonarmi alla sicurezza che mi trasmetteva Erwin. Mi vergogno per essermi addormentata ancora una volta in braccio a lui, ma ammetto che non me ne pento. Era da troppo che non mi sentivo così protetta, nonostante stessi tremando di dolore.
Probabilmente penserà che sono solo una recluta che non sa fare altro che dormire e farsi male. Perchè difatti è solo questo ciò che mi ha vista fare: schiantarmi contro un albero e addormentarmi.
Apro gli occhi e vedo la parete di fronte a me, mi volto e ciò che vedo ora mi fa spuntare un sorriso sulle labbra. Sdraiato per metà sulla scrivania c'è Erwin addormentato. Ha le braccia incrociate e la testa voltata verso di me. Le gambe distese dalla sedia e la bocca semiaperta. Ha i capelli a coprirgli gli occhi e le sue grandi spalle si alzano regolarmente seguendo il respiro. Grande com'è potrebbe sembrare un orso ma vedendolo addormentato così fa tenerezza. Respira silenziosamente; non me la sento di svegliarlo, chissà per quanto è stato sveglio questa notte a controllarmi?
Ha le maniche della camicia rimboccate, gli avambracci scoperti sono chiari. Mi viene un brivido, mi rimbocco le coperte e noto che ha la pelle d'oca sulle braccia. Così come ho freddo io, che di solito non ho mai freddo, anche lui deve averne. Mi alzo a sedere e cerco la sua giacca con gli occhi... Non c'è. Chissà dov'è la mia? Poggio i piedi per terra, il pavimento è gelido. Mi ricordo solo ora del consiglio di Petra di evitare gli sbalzi di calore, evidentemente quella di andare in giro a piedi nudi nei corridoi umidi non è stata una brillante idea. Decido che per pochi passi posso rischiare. Mi alzo e mi avvio verso l'armadio, lo apro e ci trovo le mie cinghie, il mio mantello e anche la mia giacca.
Mi accorgo solo ora di non avere addosso le cinghie da più di un giorno. Mi volto a guardarlo, la mia giacca andrebbe bene per coprirgli mezza schiena. Prendo il mio mantello, è abbastanza pesante da funzionare come coperta. Mi avvicino e delicatamente glielo appoggio sulle spalle, tirando i bordi anche verso le braccia; il cappuccio lo lascio abbassato, tenendogli il viso scoperto. Ho paura di svegliarlo ma non sembra minimamente infastidito e continua a dormire. Mi rimetto a letto, sempre attenta a non fare movimenti bruschi e mi volto ancora a osservarlo. Il ciuffo gli cade ancora di più e gli scopre gli occhi chiusi; ha le ciglia lunghe. Le labbra di una tonalità più scura della pelle chiara sembrano morbide. Si intravedono delle zone più scure dove gli cresce la barba, probabilmente dovrà radersi a breve. La curva della mascella è marcata e affila il viso contrastando con gli zigomi delineati. Scuoto la testa, perchè sto osservando in questo modo il Capitano?
Mi tiro la coperta fin sopra il naso e fisso il soffitto. Ripensando a ciò che è successo provo un po' di vergogna. La troppa vicinanza ad una persona mi imbarazza ma con lui non ho avuto la lucidità per pensare a questo, ero sempre concentrata sul “non piangere” o sul “respira piano idiota!”.
Con che coraggio potrò rivolgermi a lui dopo che tornerò a far parte delle missioni come sempre? Insomma non posso fare finta di niente! Dopotutto mi ha aiutata più di una volta... Sento le guance scaldarsi quando ripenso alla vicinanza con lui. Appoggiata al  suo collo riuscivo benissimo a sentire il suo profumo: sapeva di caffè, buonissimo e delicato caffè.
Qualcuno mi distoglie dai miei pensieri bussando alla porta.
- Avanti – rispondo non troppo forte per non svegliare Erwin che però si sta già muovendo.
- Buongiorno! - vedo Petra sbucare dalla porta. Porto lo sguardo su di Erwin e lo vedo stendere le braccia per stiracchiarsi, sempre con gli occhi chiusi, sbadigliando. Appoggia la testa su un braccio teso sulla scrivania e, col viso rivolto verso di me, socchiude un occhio.
Una scintilla azzurra arriva da sotto la sua palpebra. Sbatte le palpebre più volte e si mette a sedere.
- Scusi Capitano, non pensavo di svegliarla! - Petra si è avvicinata e si è seduta sul letto a fianco a me, che mi son messa a sedere.
- Figurati, era anche ora che mi svegliassi! - non so come faccia ma ha già un'espressione sveglia e la sua voce è quella di sempre, solo leggermente più roca. Mi guarda come per rimproverarmi di non averlo svegliato prima.  Abbozzo un sorriso colpevole, davvero non me la sentivo, chissà quanto poco ha dormito.
- Come vanno le coste? - Petra mi sorride gentilmente.
- Bene, sto imparando a controllare il dolore.
- Ieri ha avuto due attacchi più forti. - Erwin interviene serio.
- Davvero?! - Petra sembra preoccupata.
- Sì... Ma oggi non è ancora successo niente! Credo stia passando. - provo ad usare il tono più convincente che riesco.
- Speriamo... fammi vedere il livido come va. - io prendo la base della maglietta per alzarla quando lei mi ferma e si volta a guardare Erwin seduto sulla sedia.
-  Mi scusi Capitano, ma è pur sempre una signorina!
Erwin diventa paonazzo in un istante.
- SCUSA! Mi giro subito! N-non ci avevo pensato! Non volevo davvero!
Prende la sedia e si gira, tirandosi il mio mantello ancora più sulle spalle. Credo voglia sotterrarsi dalla vergogna.
Dopo che Petra ha controllato il mio livido e ha constatato che sta migliorando alquanto in fretta, saluta e ci lascia soli, dicendo che deve andare a controllare altri feriti.
Noto Erwin portarsi una mano alla testa e iniziare a sistemarsi i capelli: dopotutto è mattina per tutti.
Si toglie il mantello dalle spalle:
- Posso girarmi?
- Sì certo!
Mentre lui rigira le sedia io mi volto lasciando penzolare le gambe dal letto, trovandomi così di fronte a lui. È ancora un po' rosso in viso ma il dettaglio che più attira la mia attenzione sono le orecchie: leggermente arrossate pure quelle. Mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere, è una cosa buffissima.
- È tuo questo? - chiede mostrando il mantello che ha ripiegato.
- Mm-m! - annuisco.
- Grazie... Non volevo addormentarmi ma no- inizia a scusarsi ma lo interrompo subito.
- Non fa niente! Anzi io non volevo svegliarti... - abbozzo un mezzo sorriso.
- Va bene, te la senti di mangiare qualcosa?
- I-io non faccio colazione...
Mi guarda strabiliato, come se avessi appena ammesso di saper parlare la lingua dei giganti.
Non so che dirgli, non è colpa mia se di mattina non ho fame!
- La colazione è -, inizia e io lo anticipo: - Il pasto più importante della giornata, sì lo so.
- Ci credo che svieni se non mangi!
- Non sono svenuta per quello! Avevo pranzato!
- Adesso vieni con me e non ti alzi dal tavolo finchè non riterrò che avrai mangiato abbastanza!
- Cosa?! -  lo guardo allibita. Non può dire sul serio!
- Hai capito bene! Io sono il Capitano e io comando! Tu mangi! Devi riprenderti!
- Io... Ma... No...
Incrocia le braccia e il suo sguardo si fa serio, serissimo. Punta i suoi occhi nei miei ma questa volta riesco a sostenerli. Quanto sono belli...
Continuiamo per alcuni istanti questo “combattimento” silenzioso, finché non sbuffa, distoglie un secondo gli occhi dai miei per poi ritornare a fissarmi intensamente ma con uno sguardo estremamente gentile.
- Per favore Vale, non mi sentirei tranquillo altrimenti.
Non so come faccia ma è riuscito. Mi ha convinto...
Dannati occhioni! Dannata voce! Dannato lui!
- Va bene. -  sussurro a bassissima voce, senza quasi aprir bocca.
- Come? - mi guarda ancora e un sorriso inizia a spuntarli sulle labbra. Incrocio le braccia e guardo a lato.
- Ho detto, va bene.
Il suo bel volto si illumina con un sorriso e si alza in piedi pronto ad andare.
Sbuffo, come è possibile? Sono la persona più testarda che io conosca, nessuno mi ha mai fatto cambiare idea. Mi torna in mente quella sera, quella della presentazione della legione esplorativa a noi reclute e lui che parlava davanti a tutti noi. Nessuno mi ha mia fatta cambiare idea tranne che lui...
Mi alzo e mi viene un capogiro. Mi fermo, respiro e cerco gli stivali.
Lui è riuscito a convincermi ad unirmi alla legione, a combattere, a rischiare.
Mi sistemo i capelli portando il ciuffo a lato; metto gli stivali e mi avvio insieme ad Erwin.

 
 Sono passate due settimane da quando Erwin mi ha obbligata a fare colazione e da quel giorno, ogni giorno, lui è seduto al mio tavolo. Anzi dovrei riformulare: io sono seduta al suo tavolo.
Il primo giorno mi sono sentita molto, molto ma molto a disagio. Erwin era seduto capotavola e mi aveva fatta accomodare alla sua destra, così da tenermi d'occhio per bene. Poi al tavolo si era seduta la sua squadra più Hanjie Zoe, la ricercatrice, il caporale Rivaille, che ora mi ha dato il permesso di chiamarlo per nome, e altri pezzi grossi della legione.
Continuavo a domandarmi cosa ci facessi seduta lì con loro?
Non sono affatto passata inosservata soprattutto dopo che Hanjie, seduta al mio fianco, iniziò a farmi domande, su di tutto. Quando poi scoprì che sarei entrata a far parte della squadra dei disegnatori posso giurare di aver visto i suoi occhi brillare. Iniziò ad urlare che era felicissima che sarei diventata una sua collaboratrice perchè le stavo simpatica e sicuramente avevo talento. Non vedeva l'ora che iniziassi a lavorare affiancandola nelle sue ricerche perchè era affiancata solo da uomini che spesso non capiscono la delicatezza di certe situazioni come lo sa fare una donna e tante altre affermazioni che a me sembrarono senza senso alle quali mi limitai a sorridere.
Mi stava facendo venire il mal di testa ma non dissi nulla, intervenne Levi zittendola bruscamente e lei per tutta risposta gli mandò un bacio per scherzo. Quel gesto mi turbò molto, ricordandomi di Felix, e Erwin lo notò.  Mi offrì una fragola e mi disse che per quel giorno avevo mangiato abbastanza, grazie al cielo!
Ora sto lavorando ad un bozzetto per una trappola, nel laboratorio di Hanje.
Lavorandoci insieme ho scoperto che non è così male, finchè non inizia a raccontare delle sue ultime scoperte. Ho conosciuto gli altri disegnatori e mi hanno insegnato come lavorare anche durante le missioni: al posto delle lame io devo tenere in mano blocchetto e matita. Certo le lame le dovrò usare, sicuramente, quello che mi hanno fatto capire è che devo essere l'ultima della squadra a imbracciare le armi, perchè potrebbe comparire qualche informazione preziosa da un secondo all'altro.
“ A proposito di squadra, devo passare da Erwin per sapere a quale delle restanti sono stata assegnata!”
Hanjie mi dà il permesso di andare e mi avvio verso lo studio del Capitano. In queste due settimane abbiamo parlato spesso e devo ammettere che la sua compagnia mi piace molto. Ha continuato a preoccuparsi delle mie coste che sono migliorate moltissimo, difatti ho solo alcune fitte quando azzardo movimenti strani.
Busso alla grande porta di legno, come mio solito faccio solo due tocchi.
- Entra Vale – ha imparato subito a riconoscermi dal modo di bussare, e sì che busso come tutti i comuni mortali! Non so come faccia!
- Permesso... Sono passata per – mi interrompe.
- Sei con me! - alza gli occhi dal documento che stava leggendo e si appoggia allo schienale della sedia. I suoi occhi azzurri fissi nei miei.
- Cos- ? - inarco un sopracciglio, non ho nemmeno finito la frase.
- Sei nella mia squadra! Ci serviva un disegnatore e tu sei l'unico disponibile.
Mi sorride con la penna in mano.
- Ma, io sono solo una recluta! Non posso stare nella squadra più importante di tutte!
- Sì che puoi, se tutte le squadre non necessitano altri membri e la mia ha un componente in meno, almeno momentaneamente.
Ha ragione, Mike dovrà aspettare ancora un bel po' prima che la gamba si sistemi.
- Bhe...Grazie?
- Non devi ringraziare, piuttosto sappi che la nostra posizione nella formazione è una delle più a rischio attacchi.
- Sì, lo so. Ma non importa, io sarò armata di carta e i titani fuggiranno alla sola vista della punta della mia matita. - provo a scherzare per distogliere il pensiero che mi si è annidato dentro: è da quanto è morto Felix che non vedo un titano.
Durante le ultime missioni son rimasta in base, e non so come reagirò alla vista di quelle bestie.
- In effetti avrei un po' paura a strati accanto quando hai una matita, potresti attentare alla mia vita senza accorgertene.
Sbuffo leggermente, si sta riferendo a quella volta in cui, per sbaglio, gli ho sbattuto la porta in faccia. O forse a quella volta in cui, mentre in cucina aiutavo il cuoco, è entrato a cercarmi e mi sono voltata arrivando a puntargli un coltello precisamente in mezzo al ventre.
- A quando la prossima missione? - chiedo per deviare il discorso lontano dalla mia sbadataggine.
- Domani!
- Va bene- prendo un respiro, - Torno al lavoro. A più tardi!
Saluta e io esco.
Ancora non capisco perchè continua volermi tenere d'occhio. Sono sicura che la sua non è l'unica squadra con un posto libero. Forse vuole osservarmi perchè teme che sia una spia? Ma una spia da parte di chi? Dalla polizia militare?
Il pensiero che Erwin sospetti di me mi fa male, mi sento in colpa per un secondo.
Come devo comportarmi domani? Erwin sarà lì ad osservarmi per tutto il tempo, se sbaglio qualcosa penserà che sono un'incapace!
No ma che mi prende? È ovvio che io voglia fare bella figura davanti al Capitano ma ormai, dopo due “attentati” alla sua incolumità, ho perso tutte le speranze.
Passo la giornata a pensare a come comportarmi e ripensare a non preoccuparmi.
Prima di addormentarmi, non so per quale motivo, mi torna in mente la sera dei due attacchi alle coste. Mi ricordo di Erwin che mi prese in braccio e mi ricordo del suo calore.
Mi attraversa un brivido, che mi prende?
Vorrei risentire quel calore, quel profumo, quelle braccia intorno a me.
MA CHE MI PRENDE?
Mi do dei piccoli schiaffi sulle guance, sperando che mi facciano tornare in me.
“Vale ma che pensi? È il Capitano...”  ma mi zittisco da sola perchè non posso negare che mi manchi quella sensazione di sicurezza. Mi volto sotto le coperte, sperando di distrarmi.
Mi ricordo di quando, voltandomi, trovai Erwin addormentato sulla scrivania. Sorrido.
Perchè continua a venirmi in mente lui?
Forse è l'agitazione per la missione di domani, pensare di andare di nuovo a cavallo dopo tanti giorni di sedentarietà. Pensando che domani dovrò cavalcare mi ricordo di quanto, a cavallo, ci sono andata con lui. Sento un pizzico di vergogna ricordando di essermi addormentata. Mi rigiro ancora un bel po' di volte prima di riuscire ad addormentarmi accompagnata nel mondo dei sogni dal ricordo dello sguardo di Erwin nel mio.

Stiamo per uscire dalle mura, il mio cavallo è più calmo di me che mi sento particolarmente irrequieta: non ho dormito molto bene. A colazione ho parlato poco ma oggi Erwin era troppo occupato a sistemare le ultime cose per la missione per notarlo. Per fortuna! Che avrei dovuto dirgli? “ Scusa ma non riuscivo a dormire perchè tormentavi i miei pensieri!” ? 
Accarezzo la criniera del destriero, spero che vada tutto bene. Oggi il cielo è nuvoloso, ci aspetta un bel grigio proprio dove siamo diretti. Questa mattina ho sentito alcuni soldati scommettere sul tempo. Io sono sicura che pioverà, e anche molto.
In quanto membro della squadra del capitano sono in prima linea; sento qualcuno avvicinarsi, è lui.
I nostri cavalli sono grandi uguali, il suo bianco il mio bruno. Mi sovrasta di una testa e mi guarda dall'alto:
- Tutto bene? - i suoi occhi cercano i miei e appena li incontrano sembrano dirmi che ha capito che non sto troppo bene.
- Sì-sì. - sorrido per rassicurarlo e far si che distolga l'attenzione da me.
- Mi raccomando, tu sei l'ultima che dovrà sguainare le spade. Ti sto chiedendo un atto di fiducia nei confronti della squadra, e nei miei. Te la senti?
Mi guarda con quei diamanti azzurri che si ritrova al posto degli occhi, col cielo scuro sembrano ancora più chiari. Abbasso lo sguardo e il mio ciuffo cade in avanti.
Un atto di fiducia... Non sono molto brava in queste cose ma oramai ho già riposto la mia fiducia in lui, già quando mi sono arruolata.
- Sì! Mi fido.
Mi volto verso di lui, lui mi sorride. A un tratto allunga la mano verso di me, sono convinta che mi darà una pacca sulla spalla, come suo solito; rimango sorpresa quando la mantiene più alta, la avvicina al mio viso e con un tocco estremamente delicato mi porta il ciuffo dietro l'orecchio. Non importa che le ciocche più corte scappino e mi ricadano comunque davanti agli occhi, non me ne accorgo quasi. Sono troppo impegnata a sentirmi bollire e guardare Erwin che si allontana per posizionarsi davanti all'enorme porta.
Sento il cuore battermi troppo forte. Improvvisamente ho caldo; ancora non comprendo il perchè di quel gesto. Sbatto le palpebre un paio di volte per riprendermi. Mi sento caldissima in volto, scommetto che sono bordeaux. Un brivido di vergogna mi attraversa, ma mi colgo a sorridere involontariamente.
Un grido collettivo mi riporta alla realtà: non ho ascoltato nulla di quello che ha detto Erwin poiché ero troppo impegnata a essere basita.
Stringo le redini con più forza, forse questa giornata non sarà così male!

Come non detto! Dopo un'ora a cavallo, dopo aver incontrato solo due titani, il cielo si è fatto ancora più scuro e la pioggia ha iniziato a cadere. E che pioggia!
Stiamo cavalcando verso le mura, in ritirata vista la scarsa visibilità causata dalla nebbia che si sta formando e dalla fitta pioggia. Cavalchiamo coi cappucci alzati a coprirci il viso, ma siamo comunque fradici. Sono riuscita a salvare il mio blocchetto da disegno evitando che si bagnasse.
La nebbia crea un'umidità più pesante, che penetra nelle ossa e si deposita lì, trasmettendo una sensazione di freddo perenne. Siamo quasi arrivati; la pioggia non diminuisce. La mia squadra è bagnata tanto quanto me. Una folata di vento leva il cappuccio a Erwin mostrando i capelli bagnati e confusi sul viso. Abbiamo parlato poco durante la missione, così come facevo con la mia vecchia squadra. Arrivati in base portiamo i cavalli alle stalle e vedo tutti precipitarsi nel dormitorio per cambiarsi.
Fortunatamente a me hanno lasciato la stanza singola, ne sono felicissima!
Mi avvio verso quella ma decido di passare prima dal refettorio, così da mettere mantello e stivali ad asciugare di fronte al camino sempre acceso. Quando entro noto che qualcun altro  ha avuto la mia stessa idea. Difatti Levi è seduto su una sedia coi piedi nudi vicino al fuoco.
- Che palle! Stupida pioggia! - commenta appena mi vede.
- In effetti è una bella seccatura. - poggio il mantello sullo schienale di una sedia e la avvicino al camino. Levi si scompiglia i capelli bagnati, che sembrano ancor più neri.
- Meglio che me ne vada prima che anche agli altri venga in mente che qui c'è del caldo. Ci sarà già qualcuno che starnutisce pronto a passarmi il raffreddore!
In effetti ha ragione, chissà quanti si ammaleranno dopo questa uscita? Pioggia, umidità, freddo e vento non fanno di certo bene a nessuno.
- Farò così anche io!
A pranzo pochi si sono presentati, Erwin mancava così come Levi. Forse stanno lavorando a qualcosa di urgente. Me ne torno in camera e mi siedo alla scrivania. Trascorro metà pomeriggio lavorando al progetto per Hanjie, poi mi ricordo che Erwin mi aveva chiesto un progetto particolare per un carro. Però non mi ricordo cosa volesse di preciso, meglio che passi da lui. Traccio le ultime righe, con la matita mi sposto il ciuffo e mi fermo immediatamente.
I miei capelli... Erwin... Mi spunta un sorriso. Ma perchè? Che mi prende?
Magari gli dava solo fastidio vedermi coi capelli sugli occhi!
O magari voleva proprio sfiorarmi la guancia così?
No,non devo nemmeno pensarci a certe cose!
Ho del lavoro da fare!
Mi avvio verso il suo studio con carta e matita sottobraccio. Prima di bussare mi sistemo i capelli e controllo a camicia. Cosa?! Ma sto impazzendo?! Faccio un sospiro esasperata: sono un caso perso.
Busso e sento la sua voce provenire da dietro la porta più debole e roca del solito. Apro e mi infilo nello studio.
- Permesso... Sono qui per il progetto di cui mi avevi parlato io non- Stai bene Erwin?
Lui è seduto alla scrivania e si tiene la testa tra le mani appoggiando i gomiti sul piano.
Mi avvicino per vedere come sta, sembra esausto.
- Erwin, tutto ok?
- Più o meno... - la sua risposta non mi tranquillizza affatto. Lascio le carte sul tavolo e lo prendo per le spalle. Ha la camicia umida. Lui sposta le mani da viso e mi guarda dal basso. Ha gli occhi lucidi e le guance sono due chiazze rosse su una tela pallida.
- Ma tu sei malato! E perchè hai la camicia umida?
- Ci metteva troppo ad asciugare... - parla piano e sembra me appena sveglia: non troppo presente.
Gli poggio una mano sulla fronte, non capisco se scotta o no. Provo con la punta del naso per poi appoggiare le labbra: è bollente.
- Erwin scotti! Ti porto a letto, subito!
Lui mi guarda inarcando un sopracciglio, sarebbe un gesto alquanto intrigante se non fossi tremendamente preoccupata per lui.
-No, ma sto b- , - Non provare a opporti! Ti porto in camera anche a costo di trascinartici!
Annuisce arrendendosi. Mi guarda e i suoi occhi sembrano stanchi. Appena si alza un colpo di tosse lo prende; mi avvicino senza pensarci, convinta che possa cadere da un momento all'altro. Noto che, oltre ad essere umida, la camicia è anche al contrario. Quando glielo faccio notare risponde:
- Ecco perchè non trovavo i bottoni.
Rimango sbigottita! Il Capitano della legione esplorativa delira per due tacche di febbre?
Non ci crederei se non lo vedessi ma lui è qui, bollente e confuso come non mai. Per fortuna non ha rimesso le cinghie se no chissà come l'avrei trovato.
- Scusa Vale, ma mi sento davvero strano. - quest'ultima frase l'ha detta con voce più chiara.
Mi guarda e noto un barlume di lucentezza nel suo sguardo.
- Non mi lasci da solo vero? - lo chiedo sorridendomi leggermente. Sì è sempre lui.
 - Stai tranquillo, ci sono io con te.
Mi metto al suo fianco e gli poggio un braccio intorno alla vita, lui mi mette un suo braccio attorno alle spalle. Sembriamo un ferito col suo salvatore. L'unico problema ora è raggiungere la sua stanza prima che lui svenga, cosa che ritengo molto probabile.



Angolo scrittrice: eccoci ancora a fine capitolo! Grazie per aver letto!
Che dire? Questo è stato un capitolo di passaggio, pepartevi perchè nel prossimo vedrete un Erwin che non si è ma visto prima! ;)
Spero di riuscire ad aggiornare in fretta! Se qualcosa non vi ha convinto o siete perplessi riguardo alcuni passaggi della storia non esitate a chiedere e, anche se avete delle critiche, lasciare una piccola recensione sarebbe apprezzato molto.
Al possimo capitolo!
Un bacio
                    Ombra

 

 

 

   
 
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