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Autore: adorvlou    15/01/2017    0 recensioni
Nella piccola cittadina di Bend, c'era un piccolo bar per i giovani e ogni weekend, finita la scuola, i ragazzi si riunivano lì per svagarsi un po'.
Il parcheggio dietro il bar era vuoto quella sera. C'erano solo due macchine posteggiate e sui parabrezza si rifletteva la luce della luna e di tutte le stelle che splendevano meravigliose nel cielo.
Il vento soffiava sulla chioma bionda della ragazza che, immobile, teneva la stretta ben salda sulla pistola.
-Grace, non farlo. Ti prego, ascoltami, metti giù la pistola.- il ragazzo la pregava quasi con le lacrime agli occhi, mentre lei non distoglieva lo sguardo dalla figura davanti a se. -Perchè vuoi farmi questo? Abbassa la pistola e parliamone.- nonostante tutti i tentativi di dissuaderla, Grace teneva il dito fermo sul grilletto, pronta a sparare una pallottola dritta nel cuore del ragazzo. Un solo colpo, ne bastava solo uno e lui sarebbe morto.
La ragazza non sapeva esattamente cosa stesse facendo e perché, ma sentiva di doverlo fare. Era ciò che le aveva chiesto il suo grande amore e non poteva rifiutarsi, non dopo che lui le aveva promesso una nuova vita insieme.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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"Facevano talmente parte l'uno dell'altra che non avevano modo di liberarsi, nemmeno ora, neanche se avessero voluto farlo."

(Cassandra Clare)

Il parcheggio dietro il bar dove si riunivano tutti i ragazzi nel weekend era vuoto quella sera. C'erano solo due macchine posteggiate e sui parabrezza si rifletteva la luce della luna e di tutte le stelle che splendevano meravigliose nel cielo. 
Il vento soffiava sulla chioma bionda della ragazza che, immobile, teneva la stretta ben salda sulla pistola. 
-Grace, non farlo. Ti prego, ascoltami, metti giù la pistola.- il ragazzo la pregava quasi con le lacrime agli occhi, mentre lei non distoglieva lo sguardo dalla figura davanti a se. -Perchè vuoi farmi questo? Abbassa la pistola e parliamone.- nonostante tutti i tentativi di dissuaderla, Grace teneva il dito fermo sul grilletto, pronta a sparare dritto nel cuore del ragazzo. Un solo colpo, ne bastava solo uno e lui sarebbe morto. I suoi occhi di ghiaccio erano impassibili e anche lui aveva capito che le sue preghiere sarebbero state inutili, gli bastava guardarla per capire che la ragazza che conosceva da tempo, la bimba con le treccine, non era più quella di una volta. -D'accordo, so che per me non c'è più speranza, qui non ci sentirà nessuno, ma prima di spararmi, voglio sapere perché, perché lo stai facendo? Perché...proprio me?- la consapevolezza di ciò che sarebbe successo di lì a poco, si faceva sempre più strada nella testa del ragazzo, tanto che le ultime parole gli si ruppero in gola. 
A quella domanda seguirono dei secondi di silenzio. -Io...io non lo so.- rispose infine Grace mandandolo ancora di più nel panico. 
Sapere di dover morire solo perché qualcuno, alzandosi dal letto una mattina, aveva deciso di stroncare una giovane vita senza alcun motivo, gli faceva venir una gran voglia di piangere e urlare, ma in cuor suo sperava di poter cambiare i piani che il destino aveva in serbo per lui. 
-E allora non farlo, non uccidermi Grace, non ho fatto nulla di male. Sono un tuo amico, ci conosciamo da una vita, giocavamo sempre insieme da bambini. Sai bene che non farei del male ad una mosca. Sono una persona buona. Il pomeriggio aiuto gli anziani alla casa di cura, porto i cani a passeggio per racimolare qualche dollaro e la sera, di tanto in tanto, lavoro qui al bar, quindi, perché proprio io?
Grace non sapeva cosa rispondere, sentiva solo il continuo battere del cuore. Per un attimo pensò al ragazzo che aveva di fronte a se. Pensò alle sue parole, al modo in cui le pronunciava, con la paura di commettere un passo falso, quello che lo avrebbe portato alla morte, e fu in quel momento che ebbe un attimo di ripensamento e allentò la presa sull'arma e tolse il dito dal grilletto. Distolse gli occhi da quelli del ragazzo e fissò la mano con la quale teneva la pistola, poi tornò a guardare il suo amico e gli sembrò di notare un espressione leggermente più rilassata sul suo volto.
-Grace, va tutto bene- pronunciò quella frase lentamente e senza muovere un muscolo per paura di farla agitare -adesso mettila giù.
Lei lo guardava come se tutto stesse accadendo a rallentatore. Fissò ancora una volta la sua mano e la pistola, e si abbassò per poggiarla sull'asfalto, ma qualcosa la bloccò.
-No!- esclamò rialzandosi e puntandogli di nuovo l'arma contro. Il ragazzo si immobilizzò nuovamente e sentì il cuore fermarsi per un secondo. -Non posso.
Questa volta la presa sulla pistola non era più salda, sicura, ma le sue mani tremavano come delle foglie e il suo petto si alzava e abbassava troppo velocemente. I suoi occhi azzurri non fissavano più la figura di fronte a se con aria del tutto assente, quasi come se le conseguenze non le incutessero paura, ma si guardavano attorno con fare agitato. 
-Ti prego, ascoltami.- la implorò il ragazzo piangendo.
-Ho detto di no!-urlò agitando la pistola. -Sta zitto e smettila di piagnucolare.- il suo tono di voce era fin troppo agitato, di quell'agitazione che non puoi calmare facilmente, soprattutto se quella persona tiene una pistola puntata verso il tuo cuore. 
Grace fece qualche passo in avanti e si mise davanti al ragazzo. -Mettiti in ginocchio.- gli ordinò e questa volta l'arma salì verso la testa e lui scoppiò in un pianto disperato. -In ginocchio!- urlò sempre più forte. Il ragazzo trasalì e tremando, obbedì alle sue parole con titubanza. -Adesso conterò fino a tre e poi premerò il grilletto, c'è qualcosa che vuoi dirmi prima di morire?
A quel punto il ragazzo capì che era davvero finita, che non c'era più niente da fare e si impose di piangere, non voleva darle anche questa soddisfazione. Si morse il labbro e prese un grande respiro prima di sollevare la testa per guardarla un'ultima volta. -Anche se adesso premerai quel grilletto, voglio che tu sappia che io non ho più paura. Che morirò senza temerti Grace Bennet, ma avrò solo un rimpianto: aver perso una delle mie più grandi amiche.- gli occhi di lui erano fissi nei suoi e dopo le sue parole riuscì a notare una punta di confusione nello sguardo della ragazza, come se si aspettasse altre preghiere, altre richieste disperate.
-Bene, se quello che volevi dire era solo questo, credo si arrivata l'ora.- rispose lei senza dargli troppe soddisfazioni. -Uno, due...
-Grace, non farlo!- qualcuno urlò quelle parole alle sue spalle cogliendola di sorpresa e a quel punto spaventata e agitata, Grace sparò. 

-A cosa pensi?- Harry si sedette al fianco della ragazza.
In quei giorni avevano passato molto tempo insieme, cercando di riscoprirsi a vicenda. Ogni sera, dopo che Ethan finiva il suo giro di ronda, Harry si intrufolava nella stanza di Grace e stavano lì a parlare finché le pillole non facevano effetto su di lei, facendola addormentare. 
Dopo l'ultima visita, il medico le aveva prescritto dei sonniferi molto pesanti, dal momento che ogni notte si svegliava urlando sempre lo stesso nome. 
-Ogni tanto comincio a credere che forse il posto in cui merito di stare è propio questo. So che se dovessi tornare alla mia solita vita, nulla sarebbe più come prima. I miei amici mi odiano, non vogliono nemmeno sentire il mio nome. Ho mandato loro diverse lettere, ma non ho mai ricevuto una risposta. Non sono venuti a trovarmi, né qui né in carcere. L'ultima volta che li ho visti è stato all'udienza durante la quale il giudice ha confermato la mia instabilità mentale, ma erano lì solo per il piacere di vedermi finire dentro un ospedale dal quale sperano io non esca mai. La mia famiglia mi ha abbandonata, quindi non avrei nessuno da cui tornare. La gente per strada mi guarderebbe con occhi pieni di disprezzo, a meno che non decida di cambiare direttamente strada il più veloce possibile. Tutti fuggirebbero da me e non credo di essere pronta a sopportarlo. 
-Io no, non fuggirei mai da te. Non ho paura, so chi sei veramente e non riesco a fare altro se non amarti.- Grace lo guardò e sorrise ma dietro quel gesto c'erano malinconia e sofferenza. -Non riesco a vederti così. Dov'è finita quella ragazza combattiva che fino a qualche giorno fa non voleva far altro che fuggire da questo posto?
Grace sapeva bene che fine aveva fatto. Nonostante la notte dormisse, la mattina non faceva altro che pensare a come sarebbe stato tornare a Bend, a tutti i giudizi che avrebbe dovuto sopportare, a quanta gente l'avrebbe guardata con disprezzo, denominandola "l'assassina", alla solitudine, alla tristezza, al dolore. -Non ho più il coraggio che avevo prima. Ho affrontato i miei demoni e mi sono resa conto che il mondo che si trova al di fuori di questo edificio, non mi vuole più, non mi appartiene più.- rispose lei alzandosi e dirigendosi verso la finestra.
-E se scappassimo definitivamente? Se andassimo in un altro stato, con dei nuovi nomi? Potremmo ricominciare tutto da zero e nessuno saprebbe chi siamo e col tempo anche noi finiremo col dimenticarcene. Potremmo finalmente avere la vita che ti ho sempre promesso.- disse il ragazzo guardandola negli occhi e stringendole le mani in modo affettuoso.
-Harry, ti prego... Non voglio che tu mi metta in testa cose che non potrei mai fare con te. La verità è che non lascerò mai più questo posto, forse nemmeno quando morirò.- Grace si mise con le spalle contro la parete e lentamente si accasciò sul pavimento. Coprì il viso con le mani e cominciò a piangere.
-No, piccola, non farlo.- Harry le fu accanto in un attimo, e la appoggiò sul suo petto. -Non devi mollare, non finché hai me al tuo fianco.
-Andrai via, lo farai e a quel punto sarò di nuovo sola e non so se riuscirò a gestire il tutto. Ci riesco a mala pena adesso.- ammise fra un singhiozzo e l'altro. 
-Non andrò da nessuna parte. Ti ho fatto una promessa e intendo mantenerla. Ti amo e non permetterò a niente e nessuno di separarci di nuovo.- a quelle parole, Grace si strinse sempre di più al petto del ragazzo, inspirandone tutti i profumi che si mescolavano in lui, gli stessi di qualche mese prima, quelli di sempre e si rese conto che in quel momento, non le importava più di nulla se non di Harry. Sollevò lo sguardo e si accorse che lui la stava già fissando con gli occhi di chi guarda qualcosa di fragile. Entrambi sorrisero e senza rendersene conto, in un istante le loro bocche si incontrarono. Grace sentì una strana sensazione, come delle piccole scosse che le facevano pizzicare le labbra, ma dal giorno in cui era arrivata al St. Joseph, questa era l'unica volta in cui il dolore era l'unica cosa in grado di farla stare bene. Quel bacio le riportò alla memoria tutti quei ricordi felici che condivideva con Harry, gli stessi ricordi di cui nessuno sapeva niente, perché la loro storia, nonostante chiunque in città sapesse che della loro relazione, era sempre stata un segreto, anche per i più curiosi. Il loro era quell'amore che capita una sola volta nella vita e che nessuno, a parte chi lo vive, può capirlo o vederlo. -So che quello che stiamo facendo è totalmente sbagliato, ma a me sembra così giusto che ti giuro, sbaglierei altre mille volte se questo significasse averti ancora al mio fianco.- Grace schiuse la bocca lasciando che la lingua calda di Harry incontrasse la sua. Le sue dita si affondarono nei capelli del ragazzo e le mani di lui toccavano ogni centimetro del suo corpo mentre le loro lingue continuavano a scontrarsi l'una con l'altra. Lei si sollevò dal pavimento e si mise sopra le gambe di Harry senza mai smettere di baciarlo, senza prendere un attimo di respiro, perché lì, fra le braccia del suo primo unico e vero amore, con le labbra contro le sue, e le mani di Harry che le cingevano i fianchi, aveva tutto l'ossigeno necessario. 
E in quell'istante, Grace si accorse che non riusciva a ricordare quando era stata l'ultima volta in cui si erano baciati così, con tutta quella passione, e forse, pensandoci bene, non era mai successo, perché nessuno dei due si era mai sentito talmente vuoto come in quel momento. Ad ogni bacio era come se si stessero restituendo tutto quel tempo che avevano passato separati, come se si stessero raccontando una delle loro storie, una di quelle che nessuno conosceva, e rimasero a baciarsi sotto la luce della luna che creava una cornice perfetta per il loro quadro.

Quando Grace si svegliò, non era più distesa sul gelido pavimento della stanza, ma sul letto. Le bastò dare un'occhiata veloce per capire che Harry era andato via. Sul suo volto prese vita un sorriso quando ripensò al loro bacio e proprio in quell'istante, il ragazzo comparve ai piedi del suo letto. 
-Ero talmente assorta nei miei pensieri che non ti ho nemmeno visto entrare.- disse Grace guardandolo con il sorriso ancora stampato sul volto. 
-Dalla tua espressione deduco fossero dei bei pensieri.- Harry si avvicinò a lei, sedendosi sul letto. -Anche io pensavo a quello che è successo prima, ma la cosa che più mi ronza in testa sono le tue parole.
Lei lo guardò nuovamente e le si contorse lo stomaco. Lo guardava e si rendeva conto che era sempre stato lui, era lui quell'amore di cui parlavano sempre i poeti nelle loro poesie. Harry era quell'amore che non finiva mai, quello che ti struggeva cuore e anima e corpo e che con un bacio, un sorriso, una carezza, era in grado di curare tutti i dolori. Lui era quell'amore che avrebbe scelto sempre, che se fosse tornato indietro per la decima, centesima, millesima volta, lei lo avrebbe scelto. Lo avrebbe fatto per tutti quei piccoli particolari, quei difetti e pregi che lo rendevano perfetto per riempire ogni vuoto che Grace provava quando lui la faceva soffrire o quando la vita la colpiva sempre più forte. Lui era veleno e antidoto, era lo sbaglio più grande della sua vita, l'unico che avrebbe rifatto all'infinito senza mai pentirsene.
-Harry, posso farti una domanda?- Grace avrebbe voluto dirgli tante, tantissime cose, ma prima di tutto aveva bisogno di sapere la verità su una cosa che la tormentava da tempo. 
Il ragazzo le fece un semplice cenno con il capo e le si mise più vicino.
-Se...se è vero che mi ami così tanto...perché quella notte mi hai chiesto di togliere la vita ad un ragazzo innocente?

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Dopo non so quanto, ho finalmente trovate del tempo per aggiornare la storia. 
Ci ho messo davvero molto a scrivere questo capitolo e devo ammettere che è quello che fino ad ora mi è piaciuto di più realizzare. Spero che anche per voi sia così. 
Mi piacerebbe sapere se la storia vi sta piacendo, cosa ne pensate dei personaggi, se shippate Harry e Grace, insomma, qualsiasi cosa vi passi per la testa, scrivetela, sarebbe carino scambiarci dei pareri. 

Colgo l'occasione per dirvi anche che non so quante volte potrò aggiornare a settimana, perché quest'anno ho la maturità e lo studio occupa gran parte del mio tempo. 

Vi ricordo inoltre che sto scrivendo una nuova storia per gli amanti del fantasy intitolata "Il mistero di Kremlin", perciò, se vi va di passare a leggerla, fate pure. 
Detto questo, come sempre, vi auguro un buon fine settimana. Lots of love x.

-Vals💕

   
 
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