Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: ombra_di_cenere    22/01/2017    1 recensioni
La prima volta che lo vidi pensai avesse l'atteggiamento da leader, sì l'atteggiamento di quelle persone che ti avrebbero guidato sempre con giudizio e correttezza.[...] Le sue parole suonarono così convincenti e sincere, il suo sguardo trasmetteva una sicurezza mai provata prima e pensai : “ Dannazione! Seguirei questo biondo pure in braccio ad un gigante se mi chiedesse di fidarmi di lui!”.
È stato lo stesso biondo nel quale riposi la mia fiducia che ci guidò in questa missione suicida.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erwin Smith, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Ti tengo! Ti tengo!
Erwin ondeggia mentre camminiamo verso la sua stanza. Il suo braccio è abbandonato sulle mie spalle, la mia presa sul suo fianco è resistente. Cammina lentamente, sembra quasi che le gambe non lo reggano. Lo sento bollente contro di me; ho paura che perda i sensi e cada. Con la febbre così alta è probabile che svenga da un momento all'altro e se dovesse trascinarmi a terra e bloccarmi sotto di lui, addio torace!
Non posso negare che sia pesante, dopotutto è un “armadio” di uomo con una massa muscolare non indifferente. Ci sono istanti in cui si regge di più sulle sue gambe e altri in cui si abbandona su di me quasi completamente. Quando si accorge di essersi lasciato andare sulle mie spalle si raddrizza chiedendomi scusa, sempre... è già successo tre volte.
La sua stanza ormai è vicina; sento i vestiti umidi sotto la mia mano. Ancora non ci credo! Come ha potuto pensare di indossare i vestiti ancora umidi senza rischiare di ammalarsi?
Siamo arrivati davanti alla porta, ci fermiamo un attimo; riprendo fiato un secondo senza allontanarmi da lui. Ce l'ho fatta! Siamo arrivati e Erwin non è svenuto, mi sento sollevata.
- Grazie dell'aiuto...! Adesso apro... - la sua voce è stanca, i movimenti lenti.
Cerca la chiave nella tasca dei pantaloni e prova ad aprire la porta. Dopo tre volte che non riesce a centrare la toppa, gli prendo la chiave dalla mano e apro io.
- Scusa... Mi sento proprio inutile...!
Sbuffo una mezza risata e gli do una piccola pacca sul fianco per rassicurarlo.
Entriamo, non ho mai visto la sua camera. È grande il doppio della mia, ha una finestra sulla parete opposta all'entrata, a destra c'è un camino affiancato da una scrivania ed una piccola libreria mentre a sinistra ci sono un armadio e il letto. Appena lo vedo sento un pizzico d'invidia: è matrimoniale. Il letto, con una coperta rossa stesa sopra, è enorme! Che bello, ho sempre desiderato un letto matrimoniale tutto mio!
Oltre che dalla dimensione del letto vengo colpita anche dal fatto che il letto non è disfatto. Una volta sono entrata nel dormitorio dei maschi per non farlo mai più. Letti disfatti, vestiti ovunque, cuscini per terra. Quelli non sono soldati ma bestie! Erwin invece è uno di quei pochi uomini che sistemano il letto; la mia stima verso di lui aumenta ancora di più.
A distogliermi da questi pensieri superficiali è il peso che aumenta sulle mie spalle.
- Hei Erwin, tutto ok?! - Ci avviciniamo al letto di qualche passo, manca poco perchè possa sedersi. Guardo in alto, verso il suo viso, e lo vedo pallido. Non va affatto bene.
- Vale... Sto per svenire. - il suo tono di voce lascia traspirare la consapevolezza di ciò che sta per accadergli.
- Oh no... Nononono! Ti prego non – troppo tardi, gli occhi gli si chiudono e lo vedo precipitare in avanti. Mi volto piazzandomi di fronte a lui e bloccando la sua caduta trovandomi così ad abbracciarlo goffamente. Le mie mani, che gli circondano il petto, si sfiorano solamente, talmente è ampio il suo torace. La mia presa è forte ma nonostante questo lo sento scivolare verso il basso. Pesa, pesa veramente tanto. Ma non lo farò cadere! Dopo tutto quello che ha fatto per me devo farcela!
Mancano pochi passi per arrivare al letto; i suoi piedi sono abbandonati a terra. Cammino all'indietro, verso il letto, sforzandomi di resistere e non mollare la presa intorno ad Erwin.
La sua testa è accanto alla mia, ha la fronte appoggiata alla mia spalla, il naso verso il mio collo. Sento che respira lentamente, deve essere semi-coscente o semplicemente addormentato. È ancora molto caldo ma non credo sia il contatto con lui a fare sentire così caldo anche a me. Anzi sì, è proprio questo contatto a agitarmi leggermente. Se non stessi cercando di evitargli uno schianto per terra starei tremando di vergogna. La schiena fa male per il peso opprimente. Mi sento trascinare verso il basso. Manca pochissimo al letto. Continuo a stringere le braccia, i suoi piedi strisciano per terra. Le gambe mi fanno già male e sento una piccola fitta di dolore nel torace. “No, per favore, non adesso!”
Iniziano a tremarmi le ginocchia, devo resistere. Erwin non dà segni di coscienza piena quindi non se la prenderà per quello che sto per fare. Appena sento il bordo del letto dietro le ginocchia, prendo le ultime briciole di forza che mi rimangono e, con uno scatto, mi volto di lato lanciandoci sul letto. Erwin è sdraiato per metà sul letto, di schiena; io sono appoggiata su di lui ansimante. Per quanto ambigua, la situazione è migliore rispetto a quella di poco prima. Ora non sento il suo peso addosso e posso respirare. Mi lascio cadere sul letto al suo fianco e mi prendo un secondo per controllare se sono intera. Il torace non fa male quindi direi che è andato tutto bene; liberata dal suo peso mi sento leggerissima. Solo ora che non devo preoccuparmi di portare Erwin sul letto realizzo quanto siamo stati vicini. Che vergogna! Sentivo il suo respiro sul collo...
Mi sento arrossire. Ripensando al suo calore, al contatto, al suo profumo, al quale non avevo prestato troppa attenzione, mi sento attraversare da un brivido. Comunque lui era incosciente quindi non si ricorderà nulla di quel che è successo!
Mi sento leggermente più tranquilla; decido che non gli racconterò mai come ho fatto a portarlo fin sul letto.
“A proposito, è meglio se lo metto in una posizione decente...”
Mi alzo e sospiro, “ Ah cosa non si fa per -”
Per? Per cosa...? Per simpatia? Per rispetto? Per... Amore?
Perchè mi preoccupo così tanto per Erwin?
Forse mi sento in debito per tutto quello che ha fatto quando ero io a stare male oppure sono io che voglio assicurarmi che lui stia bene oppure lo faccio perchè voglio solamente stargli vicina perchè con lui mi sento al sicuro?
Decido di non pensare a queste stupidaggini! No, no, no! Caccio questi pensieri stupidi!
“Concentrati Vale, hai un orso da spostare adesso!”
Osservo Erwin: è sdraiato sul letto fino alle ginocchia, le braccia lungo i fianchi. Indossa ancora gli stivali, glieli sfilo e mi prendo pure un attimo per paragonare i miei coi suoi. Quanto sono grandi?!? Sono enormi! Il mio piede sembra quello di un bambino in confronto. Sistemo gli stivali in fondo al letto e penso a come poterlo posizionare sdraiato al posto giusto. È a metà del letto, se lo giro dovrebbe essere quasi sdraiato dritto. Il problema ora è: come faccio a girarlo? Sollevarlo è impensabile per me; forse se …
Mi avvicino a lui:
- Scusa, ma devo farlo!
Gli afferro i piedi, li alzo e inizio a spostarmi verso il fondo del letto trascinandolo con me. Spostando le gambe in questo modo ora è quasi sdraiato diritto. I piedi però escono dal fondo, ma quanto è alto? Torno a lato del letto, gli metto le mani sotto le braccia e gli raddrizzo il busto per bene. Ora la parte difficile: devo tirarlo su fino a fargli poggiare la testa sul cuscino.
Prendo un respiro e, spingendo da sotto le braccia, provo a spostarlo. Sembra ancora più pesante di prima. Non si sposta di un centimetro!
I miei piedi scivolano sul pavimento. Non c'è nulla da fare: è come provare a spostare una montagna. Mi siedo sul bordo del letto, osservandolo. Il viso è tornato arrossato e un velo di sudore gli copre la fronte, dovrebbe cambiare i vestiti ma non mi azzarderei mai a spogliarlo senza chiedergli il permesso, dopotutto è pur sempre il capitano della mia legione.
Vedo che sulle braccia ha la pelle d'oca, purtroppo non posso nemmeno provare a infilarlo sotto le coperte: vi è sdraiato sopra. Respira regolarmente, questo mi rassicura un poco. Ha i capelli sparsi sul viso. Non so che parte di me me l'abbia comandato ma avvicino una mano al suo viso e glieli sposto a lato, come è solito fare lui. Mi trovo ancora più stupita da quel gesto quando noto che è lo stesso che lui, stamattina, ha fatto per me. Sorrido leggermente. Credo di stare per arrendermi all'idea che mi ronzava in testa da un po': forse, ma solo forse, Erwin un poco mi piace.
Fermo la mano sulla sua guancia, è bollente. Prima di andare e prendere qualcosa per rinfrescarlo voglio che si svegli. Non vorrei mai pensasse che l'abbia abbandonato.
- Sei un disastro... - sussurro sfiorandogli lo zigomo. Ringrazio il cielo che non abbia provato a rimettersi le cinghie, sennò chissà come l'avrei trovato. Mi stupisco di vedere la mia mano sul suo volto. Subito la allontano: non vorrei si svegliasse trovandomi così. Vado verso il camino: voglio accendere il fuoco per riscaldare la stanza. Sistemo alcuni dei vecchi ceppi non del tutto bruciati che sono nella cenere, ne aggiungo altri e inizio a lavorare con i fiammiferi. Come mio solito ci impiego pochissimo a creare una fiamma resistente e rimango accovacciata ad osservare il colore del fuoco. È affascinante vedere come le lingue delle fiamme danzino, intrecciandosi e sciogliendosi, scorrendo verso l'alto. Sento il calore del fuoco scaldarmi le guance, finché non pizzicano. Mi domando come sia possibile che Erwin, un uomo cosí grande, che dà l'impressione di essere indistruttibile, sia stato messo fuorigioco da un temporale. Evidentemente era ammalato già da prima, ma non lo dava a vedere, oppure un accumulo di stanchezza ha sfogato una reazione così esagerata. Ultimamente era sempre molto impegnato, capitava anche che saltasse alcuni pasti.
“ Poi dice a me di fare colazione per non svenire! Quando si sveglia mi sente!”
Ravvivo il fuoco e un colpo di tosse alquanto forte attira la mia attenzione.
Mi volto e Erwin è sul letto con la mano alla bocca. Mi precipito verso di lui :
- Tutto bene?!
Smette di tossire e apre gli occhi lentamente; delle scintille di cielo mi colpiscono. Annuisce e prova ad alzarsi a sedere.
- Ti aiuto, fa' piano... - gli appoggio una mano dietro la schiena e con l'altra lo prendo delicatamente per il braccio.
Lui si guarda attorno perplesso, prende un respiro più profondo poi punta il suo sguardo nel mio:
- Perchè sono coi piedi fuori dal letto...?
La sua voce è ancora più roca e debole del solito; gli occhi lucidi accompagnano il sopracciglio inarcato nella sua espressione confusa.
Ha le guance arrossate e lo trovo adorabile.
Mi odio, mi odio perchè non è possibile che in un momento del genere io pensi a quanto sia affascinante Erwin piuttosto che pensare a come fargli passare la febbre o a rinfacciargli che è svenuto!
- Scusa ma non riuscivo a spostarti...
Mi spiace davvero, però non posso farci niente se lui pesa e io non sono forte quanto lui.
Mi sorride e mi sento scaldata dall'interno. Ho la conferma della mia stupidità: Erwin mi piace.
- Ho un po' freddo!
Mi ero dimenticata che non era coperto e che aveva addosso i vestiti ancora umidi.
- Ovvio! Devi cambiarti! Se tieni i panni bagnati non guarirai mai!
Parlo come per rimproverarlo ma non posso nascondere la mia espressione preoccupata.
Lui annuisce in silenzio, è ancora rosso in viso e sembra stanco. Non posso fargliela passare liscia! Se non fossi andata a vederlo in ufficio chissà quando l'avremmo trovato?
Voglio fargli notare la sua ingenuità ma quando vedo che porta le mani verso il petto e inizia a cercare di sbottonare la camicia, dimenticando di averla al contrario e senza trovare i bottoni, mi sciolgo. Si osserva la camicia per qualche secondo poi sembra ricordarsi:
- Ma che...? A già... Al contrario!
Mi guarda, quasi supplichevole, consapevole che non ce la farebbe mai a togliersela da solo.
Il mio cervello impiega qualche secondo per collegare ciò che mi sta chiedendo...
Ah...
“C-Cosa?!”
- A-Aspetta ti aiuto...!
Mi sorride e nel suo sguardo riconosco l' Erwin di sempre; sembrerebbe stia migliorando. Si gira mettendosi seduto sul bordo del letto, di fronte a me. Inizia a srotolare le maniche, che aveva rimboccato, nascondendo così gli avambracci chiari. Sistemate le maniche alza le braccia verso l'alto cosicché io possa sfilargli la camicia. Mi sembra di essere una mamma che aiuta il figlioletto a cambiarsi con l'unica differenza che Erwin è molto, molto più grande di un bambino. Mi avvicino per iniziare a sfilargli le maniche, lui allarga le gambe già divaricate per permettermi di avvicinarmi di più.
“Calma Vale... Stai calma!”
Sento il cuore battere all'impazzata: che vergogna!      
Sento i suoi occhi piazzati su di me, cerco di ignorarli però ho paura che possano leggere cosa provo. Prendo le maniche e tiro verso l'alto così da iniziare a sfilarle; essendo abbastanza larga decido che è meglio sfilarla dalla base la camicia. Alzandogli le maniche già si intravede una striscia di pelle al di sopra del bordo dei pantaloni.
“Oddio!”
Mi impongo di stare calma, non è nulla. Noto che gli ho alzato la camicia fino a coprirgli la bocca; i suoi occhi ora sembrano ancora più penetranti. Afferro i bordi della camicia e inizio a sollevarla. Man mano che le mie braccia si alzano, la pelle in vista aumenta, finchè mi ritrovo davanti Erwin a torso nudo.
“O-Ok...”
Dire che mi sembra di essermi fatta un salto nel fuoco del camino non basterebbe a spiegare il calore che sento. È lì, seduto tranquillo, come se nulla fosse mentre io tremo dall'interno. Mi sento lo stomaco vuoto e sono percorsa da innumerevoli brividi. I miei occhi non riescono a staccarsi da Erwin. Seguo la collana verde che cade perfettamente sul suo petto posizionandosi sullo sterno. Le clavicole risaltano alla base del collo; il mio sguardo scorre su una di esse fino ad arrivare alla spalla. Il deltoide è delineato e si collega al bicipite sodo. La sua pelle ha una tonalità chiara che si intona perfettamente al colore dei capelli. Tornando con lo sguardo al verde del ciondolo mi perdo a contemplare il suo petto. I muscoli perfetti, la pelle liscia, le ombre create dai pettorali sulla pelle del ventre, tutto l'insieme mi tolgono il fiato. Gli addominali perfettamente scolpiti accompagnano lo sguardo verso il basso; da sotto l'ombelico parte una striscia di peluria che condurrebbe la mia attenzione ancora più in basso se non mi imponessi di controllarmi.
“Sono un'idiota!”
Mi rendo conto solamente adesso che sto fissando Erwin così attentamente.
“Che vergognaa!!!”
Mi sento bollire, vorrei sotterrarmi quando, alzando gli occhi, trovo i suoi puntati nei miei.
Quelle due pietre azzurre mi imbarazzano tremendamente ora che ho più chiaro cosa provo per lui. Il cuore mi rimbomba nelle orecchie. Non riesco a sostenere lo sguardo e, ignorando il suo sorriso accennato, faccio finta di niente e mi sposto verso il camino. Ora che non lo vedo più, cerco di calmarmi. Provo a respirare, non più sicura di ricordarmi come si faccia.
“Che fisico...!” mi mordo il labbro ripensando al suo petto ampio. Sapevo che Erwin doveva avere un bel corpo, anche da vestito si notava la struttura muscolosa, ma non ero pronta a vederlo così e così da vicino. Mi sarebbe bastato avvicinare la mano di poco per poter sentire la sua pelle sotto le mie dita.
“Vale concentrati!”
Devo smetterla di pensare a lui, almeno per un secondo. Per aiutarmi faccio una lista delle cose da fare: mettere la camicia ad asciugare, mettere i pantaloni ad asciugare, prendere dell'acqua fredda, avvisare gli altri.
Mi concentro sul primo punto. Prendo la sedia della scrivania, sbottono la camicia e la appoggio sullo schienale, avvicinando la seggiola al camino.
Punto uno, fatto!
Punto due, i pantaloni. Mi volto per andare da Erwin e mi blocco.
“Cosa?!”
Il mio sguardo è di nuovo catturato dalla sua figura. Quando gli occhi cadono verso il basso ventre avvampo.
“No, a quelli ci pensa lui!”
Erwin mi guarda in silenzio, sempre seduto a torso nudo. Non credo si renda conto che anche solo così potrebbe farmi svenire. Cerco di ricordare come si faccia a parlare:
- To-Togli anche i pantaloni... I-Io ti cerco un'altra maglia!
Annuisce in silenzio, io mi volto verso l'armadio così da dargli le spalle e permettergli di spogliarsi senza essere osservato. Apro le ante e non trovo nessuna camicia.
- Nel primo cassettone.
La sua voce sembra tornata quella di sempre, solo leggermente più roca. Mi abbasso per aprire il cassettone e trovo delle maglie ripiegate ordinatamente.
“Amo quest'uomo!” è veramente ordinato!
“No aspetta che?!” non credo a quello che ho pensato! Sto impazzendo, completamente!
Mi concentro sulle maglie, forse è meglio una a maniche lunghe così ha meno freddo.
Da dietro sento le lenzuola muoversi e sfregare mentre Erwin si sfila i pantaloni. Ormai mi sono abituata al bollore delle mie guance. Scelgo una maglia bianca a maniche lunghe di cotone, così andrà bene sia che avrà caldo che freddo.
Mi alzo e cerco dei pantaloni tra quelli che tiene appesi.
- Non li voglio i pantaloni...
- P-perché? - mi volto a guardarlo confusa, dimenticandomi che avrei potuto trovarlo sdraiato sul letto in mutande. Fortunatamente ha avuto l'accortezza di infilarsi sotto le coperte.
- Non mi piace dormire coi pantaloni... e poi ho sempre caldo lì sotto! - mi fa l'occhiolino.
Mi sento mancare.
Che imbarazzo! Spalanco gli occhi incredula!
- Sto scherzando Vale! No davvero era una battuta! Io non so perchè l'ho detta...
Respiro, mi avvicino per portargli la maglia. Lui è seduto con le gambe coperte ma il torace ancora in bella mostra.
- Ti prego non ascoltare quello che dico! Io...- inizia a parlare osservandosi le grandi mani – mi sembra quasi di essere sbronzo, non so perchè...
Mi guarda e mi sorride imbarazzato. Le guance arrossate incorniciano gli occhi resi lucidi dalla febbre.
- È colpa della febbre, sta tranquillo.
Gli sorrido a mia volta, incantata dai suoi occhi.
- Mi perdoni per lo scherzo di prima? Hai fatto una faccia...
- Sì,certo! È solo che non me l'aspettavo proprio! Mi hai presa in contropiede!
Lui annuisce e continua a guardarmi; arrivata al bordo del letto gli porgo la maglia.
Nonostante sia ancora a torso nudo ora la mia attenzione non ricade sul suo fisico ma resta fissa ai suoi occhi. Fa per prendere la maglia dalle mie mani quando appoggia una delle sue sulla mia. Con una mano prende la maglia mentre con l'altra cinge la mia mano fredda. È una delle cose di me che non capirò mai: ho le mani fredde sempre, nonostante io abbia quasi sempre caldo. Proprio ora mi sento bollire; mi tiene la mano e punta lo sguardo lì. Io continuo a guardarlo, incapace di spiegarmi il perchè di questo gesto. La mia mano è piccolissima rispetto alla sua ed è gelida. Sento un brivido in pancia, ho caldo e il cuore batte veloce. Sono affascinata dalla delicatezza della sua presa. Chiude gli occhi e avvicina la mia mano alle sue labbra, lasciandovi poi un bacio leggero. Rimango senza parole, sorpresa.
“Perché..?”
Non comprendo il perché ma sento le sue labbra morbide sulla mia pelle; sono calde e delicate. Sento il suo respiro pizzicarmi la mano appena prima che la allontani lasciandola andare.
- Grazie...
Sussurra solo questo. Io non so che rispondere; alza gli occhi e mi sorride leggermente. Credo noti la mia espressione confusa:
- Non so che fine avrei fatto senza di te.
- Probabilmente ti avremmo trovato svenuto da qualche parte... - la mia voce mi suona lontana. Lui sorride facendo così sorridere anche me.
- Forse hai ragione...
Si infila la maglia e si mette a sedere con la schiena contro al muro.
Prende un respiro profondo, con gli occhi chiusi. Il suo volto arrossato è comunque bellissimo. Subito la tranquillità del momento è rotta da un violento colpo di tosse. Erwin si piega in avanti, con la mano sulla bocca, tossendo rumorosamente.
- Come ti senti? - gli appoggio una mano sulla spalla, lui tiene ancora gli occhi chiusi.
- Mi fa male la testa, mi sento stordito, però non ho più freddo...
- Fammi sentire la febbre. - gli poggio una mano sulla fronte e ancora una volta non capisco la temperatura a causa delle mie mani fredde. Gli sposto i capelli e appoggio la punta del naso, scotta ancora, e tanto. Per caso il mio sguardo cade sulla sua mano, quella che aveva appoggiato sulla bocca, e vedo che è rossa. Subito mi allarmo: è sangue. Se inizia a tossire sangue non va affatto bene!
Apre gli occhi e mi guarda confuso; lo prendo per le spalle e lo guardo preoccupata.
- Erwin, come ti senti?!
Non vorrei perdesse ancora conoscenza, sarebbe un bel problema. E se dovesse addormentarsi e soffocare col sangue? E se ha un'emorragia interna dovuta a non so che?
- Mi sento un po' stanco, tutto qui... - la voce è sicura, nonostante sia debole.
- Te la senti di stare da solo per un attimo? - devo avvisare qualcuno e in fretta.
Lui annuisce guardandomi con occhi sicuri, ricambio lo sguardo.
- Torno subito!
 Esco dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle. 
“Devo trovare Petra!”

In poco più di tre minuti di corsa spericolata per la base trovo Petra in refettorio. Nel frattempo scopro che circa metà legione è raffreddata o con la febbre; appena mi vede e nota la mia espressione preoccupata si alza:
- Che è successo? Hai avuto un attacco?
- Erwin!- prendo fiato- Tossisce sangue!- ancora un respiro- Non so che fare!
- Portami da lui!
Petra ha un tono sicuro, non sembra affatto preoccupata. Inizio a correre verso la camera di Erwin, non sono affatto tranquilla.
“E se fosse svenuto? O se è stato male mentre non ero con lui?!”
Petra mi distoglie dai miei pensieri:
- La legione è per metà fuori gioco, abbiamo altri con la febbre alta, ma nessuno che sta male come Erwin in base a quello che hai detto potrebbe essere grave! Da quanto è così?
- Hem...- mi concentro, provando a non pensare a lui – L'ho trovato nel suo ufficio meno di un'ora fa, credo.
Lei annuisce in silenzio; siamo arrivate. Spalanco la porta, preoccupata come non mai, ed Erwin è seduto come l'ho lasciato: con le spalle contro al muro e il cuscino dietro la schiena.
- Sei veramente veloce.
È questa la prima cosa a cui pensa?! È malato e lui pensa alla mia velocità?!
Sta delirando!
- Hai tossito ancora? C'è altro sangue? - ci avviciniamo e lui ci guarda perplesso.
- Sangue? Perché?
- Come perchè?! Erwin stai talmente male che non te ne rendi conto!
I suoi occhi confusi incrociano i miei, mi avvicino ancora di più per prendergli la mano sporca e mostragliela.
- Quando hai tossito ti sei macchiato di sangue... Non te ne sei accorto?
Lui sposta l'attenzione sulla sua mano, la mia, che gli sta circondando il polso, è fredda.
Ha il viso ancora arrossato, i capelli disordinati, ma quando parla la voce è normale:
- Non l'avevo notato... ma non sto così male insom-
- Certo che stai male! Ewin è sangue!
- Vale aspetta un secondo – interviene Petra avvicinandosi anche lei.
- Erwin sento qualcosa di starno? Riesci a respirare bene?
- Sì tutto normale, mi sento solo spossato...
- Però il sangue deve pur venire da qualche parte... - non capisco, come è possibile?
Erwin sembra concentrarsi un secondo per poi ricordarsi qualcosa:
- Deve essere perché mi sono morso la lingua mentre tossivo...
Mi guarda e accenna un sorriso; mi sento sbiancare.
-È improbabile! Non perderesti sangue, no, no no , deve esserci qualcosa di più! - non mi sembra possibile che qualcuno possa farsi così male mordendosi la lingua.
-Ma sì è per quello! Guarda, mi fa ancora male!
Finita la frase spalanca la bocca mostrandomi la lingua rosa. Su di un lato vedo una macchia rossa allargarsi: il sangue che fuoriesce dal taglietto.
- Tu? Ma come? Ma è tanto sangue, non può essere per questo.
- Bhè dipende da quanto forte si è morso, poi osservando bene la mano non è “ricoperta” di sangue, ci sono degli schizzi ma non troppo...
 -Quindi? Quindi? Tu non hai nulla di grave...?
Erwin richiude la bocca e fa spallucce. Mi sento alleggerita di un peso ma appesantita da un'altro: non sono più preoccupata troppo per lui ma in compenso ho fatto una figuraccia tremenda.
“Mi sono preoccupata così tanto per niente? Ho corso come una pazza per metà base inutilmente? Ma come ha fatto a mordersi la lingua mentre tossiva!?”
Rimango a bocca aperta, confusa e leggermente irritata. Prendo fiato e mentre espiro mi siedo per terra ruotando su me stessa e trovandomi con la schiena appoggiata al bordo del letto. Davanti a me vedo Petra che sorride gentile:
- Quindi era un falso allarme! - fa una leggera risata e io annuisco sconvolta.
Appoggio la testa al bordo del letto, chiudendo gli occhi e cercando di non arrabbiarmi.
- Mi spiace, non volevo farvi preoccupare... - sento che Erwin si muove sotto le coperte, forse si è raddrizzato a sedere mentre parlava.
- Nessun problema, ora vediamo di fare qualcosa per questa febbre – sembra essersi accorta del mio bisogno di una piccola pausa. Gliene sono grata.

      Petra è stata così gentile da portarci dell'acqua fredda ed un panno; ho fatto sdraiare Erwin ed ora lo sto osservando mentre sonnecchia. L'ora di cena è passata da un po', è tutto il pomeriggio che sono con lui e credo si sia scusato con me per l'agitazione che mi ha procurato almeno un migliaio di volte.
Ammetto che all'inizio ero arrabbiata, bhè non proprio arrabbiata ma infastidita. Però l'arrabbiatura mi è subito passata, l'importante è che lui stia bene. Purtroppo però mi sembra che la febbre stia salendo: è sempre rosso in volto e ora inizia ad agitarsi leggermente.
Sobbalza e apre gli occhi; quando mi vede sembra tranquillizzarsi un po'.
- Come ti senti? - gli prendo il panno dalla fronte per cambiarlo.
-Spossato... - risponde piano, io annuisco.
 - Hai fame? Freddo? - fa cenno di no con la testa, - hai fatto un brutto sogno?
Sembra non voler rispondere, poi mi guarda negli occhi, timido quasi.
- Diciamo di sì... Però ora va meglio
- Hem... vuoi parlarne? - non so che dire, non ho mai consolato nessuno dopo un incubo.
Fa ancora segno di no con la testa, dal suo sguardo noto che è turbato. Chissà che ha sognato?
- Posso fare qualcosa? - non voglio vederlo così giù, mi fa stare male. Mi manca lo sguardo vivace col quale commentava i mie progetti o il sorriso acceso che mi dedicava quando riuscivo a completare un incarico perfettamente. Ripensandoci ora, darei più importanza a quei piccoli dettagli, che mi scaldano dall'interno, adesso che so che sentimenti provo per lui. Non avevo mai considerato troppo i gesti che ci scambiavamo o le piccole distanze tra di noi in alcuni momenti di lavoro, però ora do più importanza anche ad un singolo sguardo.
E ora non voglio vederlo così preoccupato.
La risposata alla mia domanda arriva inaspettata come una stella cadente.
- Mi canti una ninna nanna?
Lui mi guarda coi suoi occhioni azzurri, come posso dirgli di no? Come posso dirgli che mi vergogno troppo?
- I-io... Ne conosco solo una, ma non è molto felice...
- Andrà benissimo finchè la canterai tu...
Perdo un battito, cosa? Mi sento arrossire ancora una volta. Distolgo gli occhi dai suoi; inizio a pensare che si diverta a mettermi in imbarazzo. Sono seduta su una sedia a fianco del letto; gli poggio il panno rinfrescato sulla fronte e prendo un respiro per calmarmi: nessuno della legione mi ha mai sentita cantare. Ma per lui, credo che farei questo e altro.
Però sono troppo imbarazzata, e se stonassi? Se non gli piacesse?
- Però io -, mi guarda intensamente e mi ritrovo ad annegare nell'azzurro dei suoi occhi, cedo.
- Va bene... - i suoi occhi sembrano brillare, sorride e appoggia la testa al cuscino voltandola leggermente per guardarmi meglio.
- No aspetta, però non guardarmi. Poi sbaglio...
- Ahahah come vuoi. -  ride e chiude gli occhi, gliene sono grata.
Ripenso alla ninna nanna di quando ero piccola, sento le parole tornare alla mente e la voce pronta. Ho paura di sbagliare e fare brutta figura, ma non posso rifiutarmi di farlo.
-  I remember tears streaming down your face when I said I'll never let you go... When all those shadows almost killed your light... I remember you said “Don't leave me here alone”, but all that's  dead and gone and passed tonight... 
Just close your eyes, the sun is going down, you'll be alright, no one can hurt you now, come morning light, you and I'll be safe...and... sound...
Don't you dare look out you window, dargling everithing's on fire... the war outside our door keeps raging on... hold on to this lullaby, even when the music gone... Gone...
Just close your eyes, the sun is going down, you'll be alright, no one can hurt you now, come morning light, you and I'll be safe...and... sound... -
Quando finisco lui apre gli occhi lentamente e si alza a sedere togliendosi il panno dalla fronte.
- Wow... - sussurra e ,sorridendo, mi guarda. Anche da seduto è più alto di me; siamo quasi uno di fianco all'altro, solo che guardiamo in direzioni opposte.
 -Ora va meglio? - spero di averlo calmato un po'.
 -Direi proprio di sì... Sei consapevole del fatto che ora vorrò sempre che tu mi canti qualcosa?
Mi sfugge una risata e lui si unisce a me. Evidentemente ha apprezzato la ninna nanna.
Le guance rosse risaltano in contrasto coi capelli chiari e ancora disordinati. Anche le labbra son rosse mentre ora gli occhi sono quelli di sempre. Noto che alza un braccio e, proprio come stamattina, avvicina una mano al mio viso. Ancora mi sposta il ciuffo dietro l'orecchio però questa volta appoggia la mano sulla mia guancia. Non so quale delle due sia più calda, se la sua mano o la mia guancia. Lo guardo, mi sento tremare dentro; un brivido mi percorre. I nostri occhi sono come collegati da un filo invisibile: non riesco a distogliere lo sguardo da quegli scorci di cielo.
- Sei consapevole del fatto che, se essere malato mi permetterebbe di averti sempre con me, vorrei essere malato per sempre?
Mentre parla non distoglie gli occhi dai miei. Io ci metto un attimo a capire che intende: sono troppo agitata. Mi sento bruciare dentro e quando capisco che ha detto il caldo aumenta. Strabuzzo gli occhi quando improvvisamente non vedo più i suoi e sento qualcosa di caldo e morbido sulle labbra.
“O MIO DIO!”
Una scossa mi percorre da capo a piedi prima che io mi sciolga.
Erwin mi sta baciando!
I miei occhi si chiudono e tutta la mia attenzione, se così si può ancora definire, si concentra su quel contatto delicato che ci unisce. La sua mano è sempre sul mio volto; le sue labbra sono calde e tremendamente morbide, il suo tocco è delicato. Sento un'esplosione dentro di me, sento il fuoco sciogliermi lentamente. Non respiro, sono paralizzata, tesa come una coda di violino: non so come reagire. Percepisco il suo respiro leggero sulle guance, il suo pollice mi sfiora lo zigomo. Non dura molto, solo pochi secondi, prima che lui si allontani lentamente. Stupendomi accetto a malincuore le distanze e apro gli occhi quando sposta la sua mano dal mio viso. Scommetto di essere più rossa della coperta.
Lui mi guarda e mi sento sciogliere di nuovo. Il cuore batte all'impazzata, ancora sorpreso da queste emozioni improvvise.
- Io... Scusa non so che sto facendo. - Erwin diventa ancora più rosso e sembra imbarazzato.
- Nessun problema... Anzi... Puoi stare ammalato per quanto vuoi, non ti lascio solo.
Cosa ho appena detto?!
Non so quale parte di me abbia parlato, ma ora mi vergogno di quello che ho appena detto. Guardo da un'altra parte così da non incrociare il suo sguardo, che vergogna!
- Grazie...
Ancora non ci credo! Insomma ormai mi ero arresa all'idea di essermi innamorata, ma ricambiata? Mi sento “sollevata” , euforica ma sempre tremendamente imbarazzata.
Torno a guardarlo, è sempre rosso e sembra ancora stanco. Sarebbe meglio se ora però riposasse, non vorrei peggiorasse. Prendo coraggio e cerco di mettere da parte per un secondo le emozioni:
- H-hai avuto la ninna nanna ora dormi, ok? - provo a sembrare calma.
- Ho avuto anche il bacio della buona notte... Direi che posso dormire sogni tranquilli!
Cerca i miei occhi coi suoi e non riesco a negargli questo contatto, leggo nel suo sguardo una tenerezza infinita.
Sorride e si sdraia, io gli rimbocco le coperte. Oddio che vergogna!
- Pensa a dormire ora...
- Dovresti dormire anche tu però, sdraiati un po'. - fa cenno verso il lato del letto libero; la voce assonnata.
-Quando è toccato a te controllarmi hai dormito poco e su una sedia, va bene così. Tu vedi di riposare e basta.
- Ma Val- , - Niente ma, Buonanotte!
Erwin sbuffa arrendendosi e si sistema sul cuscino, due minuti dopo sta dormendo. Invidio il fatto che si riesca ad addormentare così velocemente. Evidentemente la febbre lo ha sfinito. Mi prendo tutto il tempo del mondo per contemplare il suo viso addormentato. Ora che non può vedermi non mi vergogno di mostrare il rossore del mio volto mentre ripenso a quel bacio. Sorrido. Mi sistemo meglio sulla seggiola e dopo qualche ora il mio buon proposito di non addormentarmi và a farsi benedire: crollo, per metà appoggiata al letto, così come Erwin aveva fatto sulla scrivania, al suo fianco.

 


Angolo scrittrice: rieccomi! Innanzitutto grazie  per aver dedicato del tempo alla lettura della FF.
Scusate l'attesa! Purtroppo in corso d'opera ho cambiato alcune cosette e questo ha richiesto più tempo per completare il capitolo. Spero vi sia piaciuto; finalmente ora i nostri due protagonisti si sono “avvicinati” !  ;)  Nel prossimo capitolo apparirà un nuovo personaggio che creerà un po' di “subbuglio” ( se così si può definire, non credo sia la parola esatta...) tra i nostri due innamorati.
Come sempre commenti e recensioni ben accetti! Soprattutto se siete perplessi riguardo a qualche aspetto della FF.
Alla prossima!
Un bacio
    Ombra

   
 
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