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Autore: StewyT    23/01/2017    7 recensioni
Ehi fallo anche tu, entra a leggere il richiamo e dona un’idea ad una povera Malec dipendente- deficiente! *sorriso smagliante*.
1) /Clarity
Oh, se il loro amore era pazzia, allora Alec era il suo filtro di lucidità.
2)/You Found me
Perchè Magnus valeva ogni tipo di sacrificio.
3)/Take me home
Portò una mano sulla guancia per asciugarla, eppure non fu necessario.
“Ti amo” sussurrò.
4)/Shape of You~ (rossa)
“E cosa vorresti?”.
“Te” sussurrò lui, carezzando ancora le sue labbra.
“Me?”
“Te. Dentro di me in ogni senso possibile. Voglio che tu faccia l’amore con me”.
5)/ Di portali poco portali, Parabatai gelosi e Bambini capricciosi.
“Insomma viaggiare nel tempo… non credo sia davvero possibile”.
“Jade, ho inventato io stesso il portale, cosa credi che potrebbe andare storto...?”.
6)/Bad Romance (rossa).
“Hai scritto tu quella canzone?”.
“A sedici anni” confessò Alec.
“Parla di qualcosa di reale?” indagò lui.
"DI quello che volevo e voglio".
Alec si allungò frettolosamente oltre la poltrona, agganciò la camicia viola di Magnus e lo tirò verso di sé, facendo scontrare le loro labbra.
“Questa volta non ho intenzione di scappare Magnus. Non prima di aver avuto quello che desidero. Te.”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shape of you~
Nota: so che il raiting della storia è un arancione, ma questa ff sarà ROSSA e sarà l'unico di questo genere dunque non cambierò colore alla storia!
Vi chiedo scusa per ciò che leggerete MA questa è la mia prima (ed ultima rossa); ho trovato difficilissimo ed imbarazzante scriverla perchè non sono roprio tagliata per queste cose, ma era una sfida e l'ho accettata.
La canzone è proposta da me medesima ed è Shae of you di Ed Sheeran.

 
 
The club isn’t the best place to find a lover
So the bar is where I go
Me and my friends at the table doing shots
Drinking faster and then we talk slow
Come over and start up a conversation with just me
And trust me I’ll give it a chance now
Take my hand, stop
Put Van The Man on the jukebox
And then we start to dance
And now I’m singing like
 
 
La serata era trascorsa nel migliore dei modi: la birra che avevano bevuto in quel bar era stata una delle migliori della sua vita, avevano bevuto parecchio, avevano parlato ancora di più, e avevano persino cercato di ballare lì, nel suo salottino, prima di cadere sul divano talmente violentemente da spaventare il povero Presidente che si era ritrovato a scappare via da due pazzi che continuavano a ridere e a guardarsi intensamente.
I sorrisi spontanei del suo Alec lo avevano stregato e catturato rendendolo l’uomo più felice della terra in sole poche ore.
Si era sentito elettrico e spensierato, bene come poche altre volte in vita sua.
Avevano riso, chiacchierato, si erano conosciuti ancora di più e si erano piaciuti ancora di più, ma in quel momento, oh, in quel momento Magnus avrebbe tanto desiderato scomparire dalla faccia della terra.
Alec era lì, con le gote rosse, un sorriso timido ma sexy sulle labbra, gli occhi lucidi, le labbra rosse di baci, i pantaloni già troppo stretti e tutto quello, ah, tutto quello gli richiedeva più autocontrollo di quanto in realtà non ne avesse.
Il cacciatore giocava con la mano anellata dello stregone stringendola alla propria, per poi allontanarla, portarla al proprio viso e prendere a baciarne tutte le nocche mentre fissava i suoi intensi occhi blu in quelli verdi del povero uomo che pregava tutte le divinità del mondo di tenerlo bello fermo a bada.
Alexander non poteva baciare le sue dita e guardarlo in quel modo, toccarlo in quel modo, baciarlo in quel modo, e poi aspettarsi che Magnus non lo cacciasse via di casa.
Perché due erano le opzioni: farlo andare via o farlo venire. Molteplici volte. Infinite volte.
Inutile ripetere quanto la sua opzione preferita fosse la seconda; effettivamente dai comportamenti di Alec sembrava proprio che quella fosse anche la sua opzione preferita, e a maggior ragione, Magnus doveva trovare il modo di cacciarlo via.
“OH CAZZO”.
No, non era una cosa carina distrarsi e pensare a modi per liberarsi di Alec prima di finire in una prigione mentale fatta di sogni erotici sul suo occhi blu, mentre il suo occhi blu faceva cose, anche perché poi se lo ritrovava accovacciato sul suo petto, le gambe attorcigliate ai suoi fianchi, il petto timidamente incastrato al suo.
Quelle labbra, oh quelle labbra cosa non stavano facendo al suo collo e al suo inguine; erano così delicate ed insicure da rischiare di farlo eccitare talmente tanto da arrivare alla pazzia!
Quelle labbra dolci si muovevano con incertezza sul suo collo, la lingua bagnata e calda disegnava cerchietti disordinati, e poi i denti mezzelune storte, per poi finire in piccoli succhiotti che non servivano ad altro che marchiare il territorio
Da quando Alec era diventato così intraprendente?
Non che gli dispiacesse….
“Cosa?”.
Alec, preoccupato, allontanò immediatamente le labbra dal collo dello stregone, ma a lui non bastava quello per fargli tirare un sospiro di sollievo; avere il suo calore addosso lo rendeva ancora troppo vulnerabile.
“Alexander credo che dovresti andare via”.
Oh avanti, quella voce non risultava convincente neanche a sé stesso!
“Ho fatto qualcosa che non va?”.
Quella voce roca. ‘Fammi tuo subito’. Ecco cosa pensava il cervello del povero stregone che si ritrovò a scuotere la testa e sorridergli.
“sei semplicemente perfetto. Ma stiamo correndo un po’ troppo, no?”.
Le guance rosse si scurirono ancora di più, ma le mani ormai più sicure, scorrevano ancora sul corpo di Magnus, incendiandolo come non mai.
“No” sussurrò lui accarezzandogli la mascella affilata “No, non corriamo”.
“Sì, invece. E mi costa ammetterlo, Alec. Ma non è questo quello che voglio”.
Alec irrigidì la mascella, ma non si allontanò e non allontanò le mani dal suo corpo, era proprio ostinato, vero?
“Non mi vuoi?”.
Quella voce roca. ‘Ti voglio in ogni modo umanamente possibile’ e con quel possibile, diede il via alle immagini più perverse che gli venissero in mente. Voleva fare ogni cosa conosciuta al genere umano a quel ragazzo, ma allo stesso tempo ci teneva troppo a lui per volere solo il suo corpo. Il corpo di un ragazzo di diciotto anni non era tutto quello che poteva chiedere a quel ragazzo di diciotto anni con una runa della resistenza. Lui non voleva solo quel corpo: voleva la sua anima, il suo cuore, il suo amore. Aveva avuto tutti i corpi che aveva desiderato nella sua vita, ma quella volta non era proprio quello il suo desiderio più grande.
“Non ora e non a queste condizioni”.
La sua voce risultò più dura al cacciatore, che comunque non si mosse ma anzi rincarò la dose spostandosi leggermente sulle gambe di Magnus già altamente sofferenti.
“Quali sarebbero le condizioni di cui parli?”.
Magnus alzò gli occhi al cielo.
“Non voglio il tuo corpo, Alexander. Voglio te”.
Alec sorrise, rosso in volto, e si abbassò per baciarlo dolcemente, Magnus quella volta non fece opposizione, dandogli il via libera per un bacio tanto dolce quanto strappa aria.
“Me. È proprio quello che voglio darti. Te. È proprio quello che voglio”.
“Ne siamo proprio certi?”.
Alec si abbassò per baciarlo di nuovo ma quella volta Magnus si scostò leggermente.
“Il bacio del vero amore, Alexander… Ora voglio un vero amore”.
Alec rise imbarazzato, scuotendo la testa.
“È per questo? Perché non mi sono svegliato mentre mi baciavi?”.
Alec si massaggiò le tempie, poi abbassò gli occhi nei suoi, guardandolo con attenzione.
“Non avrebbe mai potuto funzionare, Magnus. Quelle cose succedono solo nelle fiabe, e nonostante ci siano lupi, vampiri, fate e stregoni in questa storia, questa non è una fiaba. Non è stato il tuo bacio a svegliarmi e non avrebbe mai potuto farlo. Sono state le tue cure, la tua magia e la tua dedizione. Allora?”.
“Jace, Alexander. È stato Jace. È stato l’amore che provi per lui. Non puoi ostinarti a dire che non lo ami. L’ho visto. Non mi hai mai stretto in quel modo, o guardato in quel modo”.
“Eppure sono qui ad offrirti me stesso, non mi pare poco”.
“Il problema è che hai sempre dato troppo poco valore a te stesso”.
“Stai dicendo che mi odio e per questo mi accontento del primo che mi capita?”.
Magnus si massaggiò le tempie. Come erano arrivati da baci e coccole a quello?
“Alec sto dicendo semplicemente che voglio vederti felice. Pensarti morto mi ha distrutto, ma mi ha portato ad una nuova e migliore conclusione: non posso affezionarmi così tanto a qualcuno che morirà da un giorno all’altro”.
“Questo lo sapevi, Magnus. Lo sapevi al nostro primo appuntamento, al secondo, al terzo, ora dopo mesi. Lo sei sempre stato. Perché il problema si pone ora?”
“Perché stando con te non solo distruggerei la mia vita ma anche la tua. Non accontentarti di chi non ami, Alexander”.
“Avevi ragione, Magnus, non ho distrutto il mio matrimonio avanti a tutti per te, ma per me stesso. Non avevi torto. Ma ho capito cosa mi meritavo grazie a te. Non mi sto accontentando. E no, non ti dirò che ti amo perché forse non sono ancora pronto, ma non posso neanche assicurarti che non lo farò oggi. Ti dirò solo che ho voglia di te, delle tue labbra, delle tue mani. Ne ho voglia ora”.
Magnus rise, e per questo il cacciatore arrossì fin alla punta dei capelli scuri.
 
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“Non puoi aver voglia di me e aspettarti che io ti accontenti. Non sono una vaschetta di gelato che si apre quando si ha voglia, e poi si lascia sciogliere al sole”.
Alec si irrigidì leggermente sulle gambe di Magnus, scuro in volto, gli occhi piccoli socchiusi a guardare l’espressione sconvolta sul volto del più giovane.
“È davvero... davvero credi questo di me?”.
Magnus deglutì e scosse la testa, dispiaciuto.
“Alexander so che sei confuso e so che provare a conoscere più a fondo la tua sessualità può sembrarti una buona opzione per schiarirti le idee ma non-”
“Non riesco a credere” lo interruppe Alec “che davvero tu mi stia dicendo queste cose, Magnus. Non sono confuso per nulla sulla mia sessualità, né su chi mi piace. Mi piaci. Il tuo corpo mi attrae. A volte ti sogno la notte. Quando faccio la doccia immagino di essere accarezzato dalle tue mani invece che dall’acqua. Allora? Che male c’è in tutto questo?”.
Quella volta fu il turno di Magnus di restare di sasso; non immaginava neanche lontanamente quanto piacesse al cacciatore.
“Non c’è nulla di male” si schiarì la voce il più grande “se non che io voglio essere amato, Alec. Mi sono scocciato di fare sesso e usare il mio corpo per divertirmi”.
Alec deglutì, alzando gli occhi al cielo: cosa aveva fatto di male per meritarsi quello, quella sera? Perché Magnus non riusciva a capirlo?
“Non ti dirò che ti amo solo per abbattere una tua insicurezza”.
Magnus rise amaramente e si mosse a disagio sul divano, ma Alec decise di restare comunque arpionato al suo corpo. Non si sarebbe arreso quella sera; non prima di aver fatto capire all’uomo che aveva avanti, quello che si portava dentro.
“Non voglio sentirmi dire che mi ami solo per essere accontentato”.
“Ma questo non vuol dire che io non provi qualcosa per te”.
“Ci conosciamo da meno di un anno, Alec”.
“Quanto tempo ci hai messo ad innamorarti l’ultima volta?”.
Magnus sbuffò; da quando Alec era diventato così sicuro e irriverente?
“Non è questione di tempo..”
“Appunto”.
“Appunto, Alec. Potresti anche stare con me per tutti gli anni che vivrai, ma non dimenticherai mai Jace”.
Alec sbuffò e colpì con forza il petto di Magnus che lì dove era stato percosso arrossì leggermente.
“Il fatto che io abbia visto Jace non significa che io lo ami, Magnus. Il fatto che io preferisca salvare la sua vita che la mia, non significa che lo ami. Il fatto che io sia un satellite e lui sia il mio sole, non significa che lo ami. Il fatto che credevo di amarlo, non significa che io lo faccia davvero. Difatti non lo amo. È il mio PArabatai, l’essere più importante al mondo, per me, una mia estensione, un’altra parte di me stesso. È l’essere a cui affiderei la vita delle persone che più amo, se dovessi morire. È a lui che ti affiderei se dovessi succedermi qualcosa. Questo non significa che lo amo. Certo, lo credevo da piccolo, ho persino pensato di non diventare suo Parabatai per un certo periodo, e lo pensavo quando ha conosciuto Clary, lo pensavo quando abbiamo iniziato ad uscire assieme noi due, ma poi ho capito che quello che provavo per lui non era altro che bene. Enorme, mastodontico, smisurato, disumano bene.”.
Magnus annuì distrattamente, mentre una sua mano disegnava cerchi svogliati sulla gamba del più giovane, che spazientito, gli alzò il viso con una mossa frenetica e nervosa.
“Smettila di evitarmi”.
Magnus sbuffò “Quindi non lo ami. E quindi non hai nulla contro noi due anche se continui a cercare di coprire questa relazione, anche se io sono solo lo stregone tuo amico”.
“Cosa dici? Ti ho baciato avanti a tutti! Avanti alla mia promessa sposa, Magnus. E poi avanti a tutto il popolo di Idris, nella sala comune. Questo non dimostra quanto io tenga a te? Quanto io non ti veda solo come un amico?”.
“Bene. Allora il deficiente che non riesce a capire quanto tu gli voglia bene, sono io”.
Magnus con una forte mossa del bacino fece cadere Alec sul divano, e fece per alzarsi, ma il cacciatore più veloce e lucido di lui, al momento, con un altrettanto forte e svelta mossa, lo fece ricadere steso sul divano imprigionandolo tra le sue braccia.
“Non ho mai detto di volerti bene” gli sorrise dolcemente “E sì, l’unico deficiente sei tu, perché io le ho provate tutte per farti capire quanto ci tenga a te. E questa sera, non ti voglio per poi lasciarti sciogliere al sole. Ti voglio. Ti voglio questa sera e domani mattina e domani sera e fino a quando tu mi vorrai, perché so che lo vuoi anche tu”.
Un piccolo sorrisino fece capolino sulle labbra dello stregone che girò il volto pur di non farsi vedere.
“Magnus” Alec con forza girò di nuovo il volto al suo, e poi gli si avvicinò; lo guardava dritto negli occhi, i loro nasi si sfioravano e le loro labbra si toccavano mentre Alec continuava a parlare. Né il cacciatore né lo stregone avevano mai immaginato che il giovane fosse così eloquente.
“Smettila di fare il cretino e di cercare di allontanarmi perché questa sera mi darai quello che io voglio”.
Magnus sorrise sotto le labbra davvero poco distanti di Alec.
“E cosa vorresti?”.
“Te” sussurrò lui, carezzando ancora le sue labbra.
“Me?”
“Te. Dentro di me in ogni senso possibile. Voglio che tu faccia l’amore con me”.
Le guance del povero cacciatore andavano praticamente a fuoco, se non fosse stato che si sapeva da dove veniva quel rossore seguito da forti battiti frequenti e leggeri giramenti di testa, avrebbe giurato che sarebbe morto da un momento all’altro.
“Quindi cosa consigli?” gli sussurrò sulle labbra Magnus.
“Ti consiglierei di tacere e iniziare a spogliarti”.
 
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Magnus scoppiò a ridere e il cuore di Alec iniziò a galoppare ancora più velocemente; ma quanto era bello e perfetto? Quanto gli piaceva? Quanto ne era innamorato?
“A cosa devo tutta questa sfacciataggine, Fiorellino?”.
Alec rise, le guance rosse, gli occhi lucidi, un’aura di magnificenza a circondare il suo corpo sovrastante quello di Magnus.
“Dovresti conoscermi ormai. Dico sempre quello che penso”
“E da quando pensi a me mentre ti fai la doccia?”.
Il più grande dei due inarcò un sopracciglio con fare accusatorio, e l’altro rise, abbassando il volto sul suo per nascondersi ai suoi occhi.
Quegli occhi blu tuffati completamente in quelli verdi ed oro dello stregone, rischiarono quasi di farlo morire prematuramente, beata immortalità.
“Non avrei dovuto dirtelo”
“Oh no. Decisamente non avresti dovuto. Ora non riesco a pensare ad altro a te, completamente nudo sotto la doccia, mentre ti tocchi e speculi su quello che potrei farti”.
Alec sbuffò e alzò il volto dal suo.
“Non mi….”
“Mai?”.
Magnus non gli lasciò terminare la frase, sconvolto e incuriosito; come faceva un ragazzo di diciotto anni a non farlo mai? A resistere a tutti gli impulsi normali?
“Una volta” ammise Alec “Anzi due.”
“Addirittura?”.
Alec rise.
“La prima volta è stata a dodici anni”
“Jace?”
“Jace”.
Occhi blu sospirò, ricordando quanto si fosse sentito in colpa subito dopo essersi accorto di quello che aveva combinato, per lo più sul letto del suo Parabatai.
“E la seconda?”
“Uhm…”.
Magnus deglutì; non si aspettava certo di sentirsi dire che era stato pensando a lui, ma lo sperava, sì, profondamente lo sperava.
“È così brutto?” sospirò contro il suo voto, accarezzando le ciocche di capelli neri che ricadevano a nascondere i suoi meravigliosi topazi blu.
“La seconda volta è stata dopo il… dopo il nostro primo appuntamento”.
Alec nascose il viso tra le mani, dunque non riuscì a vedere il volto di Magnus illuminarsi di un bellissimo sorriso a trentadue denti.
“Mi desideri da così tanto?”
“È passato parecchio, in effetti” ammise il cacciatore.
“Come mai questa sera?” sussurrò Magnus.
“Sono un uomo, non un santo” rise Alec “Prima o poi sarei dovuto scoppiare”.
“Non dovresti arrivare a scoppiare, lo sai?”
“E cosa suggerisci?”
“Me. Suggerisco me”
“E allora perché siamo ancora qui a parlare?”.
Magnus annuì sorridendo, poi si allungò leggermente verso l’altro, annullando completamente le distanze “Devo darti ragione. Perché siamo ancora qui a parlare?”
Sussurrò sulle sue labbra. Alec rise.
“Perché tu non sei pronto?” ipotizzò.
“Oh Alexander non sai quanto io sia pronto”
“Allora perché hai fatto tutte quelle storie?”
“Perché non voglio solo sesso da te. Amo il tuo corpo, è vero, ma amo anche te”.
Alec annuì, poggiando finalmente le labbra su quelle dello stregone, che si ritrovò a sorridere mentre gli lasciava il giusto spazio per assaporarlo e giocare con la sua lingua.
Quel ragazzo, ah quel ragazzo lo avrebbe portato alla pazzia.
Le loro labbra si scontravano con urgenza, le loro mani si sfioravano e poi andavano a toccare freneticamente i loro corpi; quanta voglia aveva Magnus di vedere Alec completamente disinibito, senza protezione, nudo non solo di vestiti ma anche di timori e freni.
Magnus capovolse la situazione con un colpo di reni, distendendo Alec sul divano diventato abbastanza lungo e largo per poterli ospitare entrambi grazie ad uno schiocco di dita, e sovrastandolo con il suo corpo perfettamente formoso; il giovane lo guardò con una luce diversa negli occhi, felice di quello che sperava sarebbe successo.
 
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“Magnus” sussurrò, ma lo stregone lo zittì con un nuovo bacio appassionato, compreso di mezzo spogliarello grazie al quale entrambi restarono privi delle loro maglie, per poi portare le labbra nell’incavo del suo collo dove regnava una bellissima runa deflect, con la sua forma flessuosa ed elegante, nera quasi quanto i capelli del bellissimo ragazzo che fremeva sotto di lui.
“Che runa è questa?” sussurrò al suo orecchio, prima di iniziare a contornare con la punta della lingua quella sottospecie di zeta inclinata.
“B-blocco” gemette Alec, inarcando leggermente la schiena.
“Mi piace” rise Magnus, mordendo leggermente la pelle sensibile del collo, per poi succhiarla e finire la sua opera d’arte con uno splendido succhiotto proprio al centro della runa.
Il giovane occhi blu prese un sospiro, poi aggrappò la mano ai capelli di Magnus, che sorrise fiero: il suo cacciatore stava iniziando a sciogliersi.
Abbandonò il suo collo per scendere sul bicipite gonfio, lì dove regnava una bella runa dalla forma elegante e attorcigliata.
“E questa?” chiese prima di iniziare a delineare anche quella con la lingua, per poi mordere quel braccio gonfio e sodo.
“Forza” sbottò stringendo i suoi capelli nel pugno della mano.
Magnus rise, gli piaceva oltremodo esasperarlo.
Lasciò andare il suo braccio per dedicarsi al suo petto, prendendo un capezzolo turgido direttamente tra i denti. Alec si inclinò leggermente, come a volergli lasciare più spazio.
“Lì c’è la Parabatai” lo anticipò Alec.
“Non pensare a Jace” lo rimproverò Magnus, mordendolo più forte.
“C-credimi, non riesco a pensare ad altro che a te in questo mom-Magnus” Alec gemette più forte, e poi stringendo i capelli dello stregone in pugno, lo allontanò dal proprio petto, per fargli capire che voleva baciarlo, e dunque come un assetato nel deserto, si appropriò di quelle labbra delineate e dolci come miele per le api; Magnus rise contro il giovane “A cosa devo questa urgenza?”
“Ti prego, non prenderti gioco di me” gli sussurrò, inclinando il bacino verso il suo.
“Non lo farei mai, amore”.
 E fu quella parola, o quello sguardo o forse solo la voglia che Alec aveva di Magnus, ma quell’ultimo bacio convinse lo stregone ad andare avanti in quella impresa e a non fermarsi prima di farlo suo; Alec era convito di volerlo e lui non lo avrebbe privato di qualcosa per nulla al mondo.
“Allora fammi tuo” lo pregò quasi.
Magnus allontanò leggermente le labbra dalle sue, per riportarle sul suo petto, lungo il suo addome e delineare i suoi muscoli scolpiti, fino a scendere al basso ventre, lì dove la pelle è più sottile e sensibile; sorrise sentendolo inclinare leggermente, ancora di più quando leccò la runa della velocità, con la sua forma mista tra tondo e retta.
“Ve-velocità” sbottò Alec “M-Magnus”.
“Vuoi che sia più veloce?”.
“N-no” sbuffò Alec ridendo “Quella è la runa della velocità”
“Sei d’accordo se a grande velocità tolgo via i tuoi pantaloni?”.
“Ti prego” sussurrò con voce roca al che Magnus annuì ridendo; quanto era bello e fragile in quel momento? Eppure quanta sensualità esprimeva? Quanto poteva esser sexy un solo uomo?
Non se lo fece ripetere due volte, con un movimento veloce strappò via i suoi pantaloni e le sue mutande, denudandolo completamente.
Alec imbarazzato portò le mani sul volto, quasi per nascondersi dagli occhi di Magnus, a cui non sfuggì quel particolare dettaglio.
Risalì velocemente al suo viso, prese con decisione le sue mani e le allontanò, per guardarlo dritto negli occhi.
“Se vuoi fermarti va bene”
“Non voglio” affermò sicuro.
“Allora perché ti nascondi?”.
Alec sbuffò.
“Parlami! Solo così potrò sapere esattamente cosa vuoi”.
“Mi sento un idiota”
“Perché mai?”.
Magnus gli accarezzò il volto e gli sorrise.
“Sei l’essere più bello che abbia mai visto in vita mia, credimi”.
Alec arrossì.
“Non so cosa fare…”
“Cosa vorresti fare? Lasciati trasportare dall’istinto, non avere paura e non esitare a fermarmi in qualsiasi momento”.
Alec annuì, per poi baciarlo con decisione, Magnus lo abbracciò con dolcezza e sorrise contro le sue labbra.
“Cosa hai provato quando ti sei toccato pensando a me?”.
Alec arrossì come mai in vita sua, e provò nuovamente a nascondere il proprio volto ma ovviamente l’altro non glielo permise.
“Piacere” si decise alla fine ad ammettere.
“Non è nulla in confronto a quello che ti farò provare io”.
Alec sorrise e lo guardò allontanarsi dalle sue labbra per scendere nuovamente verso il suo addome; si sentiva un totale idiota per come stavano andando le cose, se ne stava lì immobile a gemere e sussurrare il nome della persona che gli stava dando un piacere infinito, senza fare nulla. Quello era proprio il tipo di cosa che non avrebbe mai voluto- “Per l’angelo” urlò, quasi, quando Magnus con molta nonchalance si avventò sul suo membro, coprendolo completamente con le proprie labbra.
“Magnus!” esordì sorpreso Alec, quando l’altro iniziò a muoversi lentamente, sfiorandolo con i denti, per poi accarezzare tutta la sua lunghezza con la lingua.
“Oh” il giovane chiuse gli occhi, nel pieno della cosa più soddisfacente che gli fosse mai capitata in vita sua, poi finalmente si decise ad arpionare la testa dello stregone, e a chiedergli esplicitamente come voleva essere sfiorato, e a guardarlo mentre con dedizione si muoveva lì, tra le sue gambe, rendendolo l’uomo più fortunato sulla faccia della terra.
Non aveva mai pensato che l’esperienza del suo ragazzo potesse essere un problema per loro due, certo, ma non aveva neanche mai creduto che sarebbe potuto essere un dono così meraviglioso.
Mentre Magnus si muoveva, invece, strappandogli gemiti di piacere, quasi non ringraziò l’angelo per le esperienze passate che aveva avuto.
Era lì, lo sentiva, era vicinissimo all’apice del piacere; sentiva un fuoco nascere nel bassoventre, un fuoco che aveva voglia di scoppiare e bruciare entrambi; era da troppo che non succedeva.
Era quasi lì lì per raggiungere il massimo della perfezione, quando Magnus lasciò andare la sua asta, e con sguardo seducente, lo guardò dritto negli occhi mentre con una mano si aggiustava i capelli ricaduti sulla fronte e con l’altra si accarezzava le labbra, che subito dopo furono leccate e assaporate.
Il cacciatore quasi non scoppiò a piangere quando il suo ragazzo si allontanò dal proprio membro, ma quando lo vide avvicinarsi al suo volto e sentì poi le sue labbra contro le proprie, ritorno ad essere felicemente appagato.
Magnus sorrise contro le sue labbra, e si aggrappò ai suoi capelli.
“Che ne dici di questo assaggio?” sussurrò ridacchiando.
Alec prese un grosso respiro, uno di quelli profondi che riempie completamente i polmoni, e poi sorrise.
“Sono curioso di scoprire il resto…”.
 
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Magnus rise.
“Sei proprio incontentabile, mh?”
“È colpa tua”
“In che modo sarebbe colpa mia?”
“Mi vizi” gli sussurrò all’orecchio, prima di ribaltare finalmente la situazione e sovrastare il corpo di Magnus con il proprio.
“Mi vizi e io ora voglio ancora di più”
“E cosa vorresti?”.
Alec sorrise alzandosi di colpo dal letto, per poi prendere il suo ragazzo in braccio.
“La camera da letto!”
“La prima porta sulla destra”
“Lo so” ribatté, baciandolo, senza neanche guardare dove andavano, e così si ritrovarono a cadere entrambi sul letto, Alec steso sul corpo di Magnus ancora mezzo vestito. Scoppiarono a ridere, guardandosi negli occhi. Ed ecco che ad Alec tornò l’ansia, guardando il corpo perfetto senza ombelico di Magnus.
“Sapevi anche dove era il letto, mh?”
“Ero impegnato a contemplare le tue labbra, ehi” rise Alec, ritornando a baciarlo, per poi scendere lungo il suo corpo e sbottonargli lentamente i pantaloni, fino a farli scendere alle caviglie e poi atterra; guardò il membro di Magnus, rosso in volto, e poi l’istinto lo portò a coprirsi il viso e di nuovo Magnus accorse a strappare via quelle mani e a baciare quegli occhi chiusi e quelle guance imbarazzate.
“Possiamo fermarci? Abbiamo fatto abbastanza per oggi, sai…”
“Perché vuoi fermarti?”.
Magnus rise, e si ravviò i capelli guardandolo negli occhi.
“Non voglio fermarmi, assolutamente. Ma non voglio obbligarti a fare nulla che tu non voglia”.
“Voglio. Lo giuro sull’angelo”.
Magnus annuì.
“È normale che tu abbia paura, sai? È la prima volta. Anche io lo ero, ne sono certo”.
Alec sorrise.
“Quando è stata la tua prima volta?”
“Tanto tempo fa. Talmente tanto da non ricordarlo neanche”.
Gli occhi di Alec si scurirono leggermente, e Magnus accorse ad abbracciarlo.
“Non sono mai stato con un ragazzo vergine” ammise poi “È un po’ una prima volta anche per me…”.
Alec annuì pensieroso.
“A cosa pensi?”
“Al fatto che stia andando tutto troppo velocemente”.
“Possiamo fermarci, te l’ho detto”
“No” scosse la testa “Non intendevo in quel modo. Intendevo troppo veloce da ricordare. Non voglio che tu dimentichi questa notte e non voglio dimenticarla neanche io”.
Magnus sorrise “Non succederà”.
Alec annuì.
“È davvero normale che io abbia paura?”.
Magnus rise, prendendo il suo volto tra le mani per guardarlo dritto negli occhi.
“Assolutamente. Ma ti assicuro che andrà benissimo. Che ti piacerà. Che starai benissimo”
“Non ho dubbi su questo..”
“E su cosa, allora?”
“Su te”.
Magnus alzò un sopracciglio, accarezzando le spalle del ragazzo.
“Voglio che sia bellissimo anche per te. Che piaccia anche a te. Che stia benissimo anche tu”.
Il più grande dei due rise, abbracciandolo forte.
“Sei un dono dal celo, Alexander”.
 
Come on, be my baby, come on
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Come on, be my baby, come on
Come on, be my baby, come on
Come on, be my baby, come on
Come on, be my baby, come on
Come on, be my baby, come on
Come on, be my baby, come on
 
Come si fossero ritrovati, poi, avvinghiati uno all’altro, ancora non saprebbero spiegarlo; Alec era steso sotto il corpo possente di Magnus che si poggiava sulle ginocchia per non gravare sul corpo già stressato del cacciatore.
“Farà male?” sussurrò quest’ultimo.
“Sì” ammise “Ma non sarà nulla di insopportabile per te, cacciatore con una stamina!”.
Alec sorrise, poi guardò il suo uomo portare due dita alle labbra, per inumidirle, e così come gli disse di fare l’istinto quando Magnus ebbe finito di lubrificare le proprie dita, strappò la sua mano e avvolse le due dita già bagnate con le proprie labbra; puntò gli occhi nei suoi, e iniziò ad accarezzare con la propria lingua quelle dita lunghe e sottili.
“Così mi uccidi, Alexander” rise Magnus.
Alec ricambiò il sorriso e finalmente lasciò andare la sua mano.
“Ne sei certo?” chiese ancora una volta.
In tutta risposta Alec si sporse e lo baciò con forza.
Dunque Alec prese un grosso respiro, e Magnus si concentrò sul suo volto per capire quando fermarsi, qualora ce ne fosse stato il bisogno.
“Qualsiasi cosa tu voglia..”
“Magnus! Sono certo” lo interruppe Alec “Sei tutto quello che voglio”.
Magnus sorrise annuendo, e poi con mani leggermente tremanti si avvicinò alle natiche del ragazzo.
“Alexander?”.
Alec, sentendosi richiamato, allontanò le braccia dal viso e puntò gli occhi nei suoi.
“Guardami” sussurrò con tono perentorio.
Poi con un gesto lento e misurato, entrò leggermente nel ragazzo, che velocemente la schiena, stringendosi completamente attorno al dito indice del fidanzato.
“Argh” I suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Alec” sussurrò Magnus “Piano.”.
Alec gemette.
“Lo so, fa male. Tranquillo. Guardami. Respira”.
Alec fece come gli diceva: puntò gli occhi nei suoi, e riprese a respirare lentamente, cercando di regolare il battito cardiaco e la fame d’aria che si era impossessata di lui.
Il dolore era percepibile più come un bruciore, forte, lancinante, quasi esasperante, ma il modo in cui Magnus lo sfiorava, migliorava tutto decisamente.
“Respiro” sussurrò.
“Bravissimo mio Fiorellino” gli sorrise “Dimmi tu quando posso…”.
Alec prese un grosso respiro e allargò leggermente le gambe dandogli più spazio.
“Sono pronto”.
Magnus annuì e poi iniziò a muovere dolcemente l’indice avanti e dietro, guardando il volto del ragazzo rilassarsi sempre di più, fino ad arrivare a diventare una maschera di puro piacere.
“M-Magnus” gemette Alec spingendosi di più contro di lui.
“Vuoi di più?” chiese con voce dolce, Alec faceva decisamente fatica ad immaginare quanto lo stregone si stesse trattenendo, quanto avesse voglia di muoversi freneticamente dentro di lui.
“Sì- si ti prego” gemette ancora.
Magnus lo accontentò, spingendo anche il medio verso la sua entrata; all’inizio fu tutto nuovamente doloroso, ma qualche secondo dopo divenne sopportabile e poi perfetto. Alec sorrise, e puntò lo sguardo in quello lucido di Magnus che a sua volta gli sorrise “sei magnifico” gli sussurrò, al che occhi blu arrossì, spingendosi di nuovo verso le sue dita “Tu, lo sei” ribatté, stringendosi attorno al fidanzato.
“Alexander” gemette Magnus che non osava immaginare quanto poco sarebbe durato se fossero andati avanti così; sarebbe stata una tale vergogna venire prima di Alec! Lui che era sempre stato il Dio del sesso, rischiava di diventare una nullità avanti alla perfezione del suo Alexander che prese a muoversi verso di lui.
“Cosa?” sussurrò buttando un braccio attorno al collo e una mano nei suoi capelli.
“Mi stai esasperando. Giuro che non mi era mai successo prima?”
“Cosa?” sussurrò Alec sbalordito.
“Rischiare di venire per primo” rise lui; Alec arrossì fino alla punta dei capelli, ma rise a sua volta.
“È un bene o un male?”
“Considerato che non sono ancora dove dovrei essere, è proprio un male. Se mi ecciti a tal punto con due dita…”.
Alec scoppiò a ridere e Magnus quasi rischiò di incantarsi, era una tale bellezza il suo Fiorellino con le guance rosse, gli occhi lucidi, il piacere espresso sul suo viso; quanto era fortunato.
Alec spinse nuovamente i fianchi verso i suoi, al che Magnus inserì un altro dito molto lentamente, fino a quando Alec non si abituò e non iniziò a muoversi nuovamente verso di lui e a chiedere altro; lo stregone non si sarebbe mai aspettato di avere un partner così spigliato, a dire il vero. Poteva dire tutto di Alec, ma non che non lo sbalordiva ogni santa volta.
“Magnus” lo richiamò “sono pronto”.
Magnus gli sorrise e pensò che forse proprio lui era quello a non essere pronto a tutto quello: a tutta quella bellezza, quella carica sessuale, quella perfezione, quel corpo, quell’anima, quell’Alexander.
Gli si avvicinò, per baciarlo, e schioccò due dita, ritrovandosi tra le mani del lubrificante ed un preservativo che Alec gli strappò di mano guardandolo con una nuova luce di sfida negli occhi.
“Fai tu?” chiese sorridendo lo stregone, al che Alec annuì, e iniziò a sfiorare il suo membro con le mani fredde e tremanti, guardandolo sempre con quello sguardo acceso e vivido; Magnus gemette: se solo le dita di quel ragazzo potevano fargli quello, era decisamente finita. Non se lo sarebbe tolto mai più dalla testa.
“Sei pronto?” sussurrò contro le sue labbra “Ora fa davvero male”.
Alec annuì “Sono pronto”.
Ma evidentemente non lo era davvero, o forse era normale irrigidirsi così tanto solo alla punta del membro di Magnus che sfiorò delicatamente la sua entrata.
“Possiamo fermarci. Posso soddisfarti anche…”.
Ma Alec non gli diede ascolto; l’istinto e il Cacciatore che era in sé, lo mossero a spingersi di più verso i suoi fianchi, e farlo entrare quasi completamente dentro di sé.
“Argh” gemette “Fa male” sbuffò, massaggiandosi le tempie.
“Lo so, amore. Lo so” Magnus sospirò sentendosi quasi in colpa.
“Come dici?” chiese Alec.
“Lo so” rispose lui.
“No. Come mi chiami?” un sorriso si affacciò sulle sue labbra, al che Magnus si fermò un attimo, ma senza uscire, e puntò lo sguardo nel suo.
“Amore”.
“Mi piace. Suona bene”
“Vero?” rise, e si avvicinò alle sue labbra per baciarlo dolcemente.
“Sei fantastico, sai, Fiorellino?”
“Preferisco amore”.
Risero entrambi.
“Vuoi f-”
“Per l’Angelo! Non voglio fermarmi” lo rimproverò Alec, e a dimostrazione si spinse ancora una volta prima lontano e poi verso il suo membro, facendo gemere entrambi; Magnus sospirò, Alec chiuse gli occhi per il dolore.
Credeva che avrebbe fatto male, certo, e Magnus glielo aveva anche accertato, ma quel dolore quasi gli faceva venire le lacrime agli occhi: resisteva solo perché sapeva che quando si sarebbe rilassato e si sarebbe abituato alla magnificenza spettacolare del suo fidanzato, tutto sarebbe diventato meraviglioso.
“Ai tuoi ordini, Angelo”.
Alec rise, continuando a baciarlo, ma un piccolo gemito gli scappò dalle labbra quando una delle due mani di Magnus circondò la propria asta pulsante, facendolo quasi impazzire.
“Magnus?” lo richiamò lui “hai intenzione di restarmi dentro per sempre?”.
Magnus rise.
“Mi piacerebbe, sì. Sei talmente stretto da farmi quasi impazzire…”
“Questo vuol dire che resterai per sempre immobile?”.
Magnus rise ancora. La spigliatezza di Alec iniziava ad eccitarlo oltremodo.
“Alexander Lightwood, da quando sei così disinvolto mi uccidi” rise.
“Sono pronto Magnus, davvero”.
Magnus annuì, ed iniziò a muoversi lentamente, uscendo con molta grazia da Alec, che per un misero secondo si sentì più nudo di quanto non si fosse mai sentito in vita sua; subito dopo, per, quando Magnus entrò nuovamente dentro di lui, non riuscì a trattenere un urletto di dolore, e a trattenere le proprie mani arpionate al collo di Magnus che fu completamente pieno di mezzelune rossicce.
“Domani mattina penseranno che ho combattuto con un licantropo questa notte” scherzò accarezzando nuovamente la sua asta, e fermandosi nuovamente dentro di lui per fargli prendere aria.
“Scusa” sbottò Alec “Io non so neanche se arriverò a domattina!”.
Magnus rise “Arriverai molto prima, te lo assicuro”.
Alec alzò gli occhi al cielo e Magnus lo baciò divertito, non abbandonava la sua alzatina neanche in quei momenti, vero?
“Ma-Magnus. Oh Raziel!” le mani dello stregone, oh quelle mani cosa riuscivano a combinare!
“Non ho mai sentito invocare l’Angelo in queste situazioni, sicuro ti sia concesso?”.
Alec si morse il labbro inferiore quando Magnus aumentò la velocità della propria mano sul suo membro.
“Vai” gli diede il permesso Alec, al che, Magnus, uscì e si spinse nuovamente dentro di lui; quella volta fu molto meno doloroso, quasi piacevole; certo non era ancora magnifico, ma già stavano facendo progressi.
“Come va?” chiese apprensivo Magnus.
“Perdonami, Mag” sbuffò imbarazzato.
“Per?”
“Per questo… sono solo un idiota”.
Magnus poggiò la fronte alla sua e gli sorrise.
“Sei un idiota che mi sta facendo stare come nessuno in vita mia. Smettila di lamentarti, sei bravissimo!”.
Alec annuì, e quasi a ringraziarlo, fu lui quella volta ad allontanarsi dal suo membro per poi avvicinarsi nuovamente, in modo veloce e violento, a lui.
E fu quell’ultima volta a convincerlo che quello che provava non era più dolore; certo, una punta di bruciore c’era, e probabilmente era normale, ma il piacere di avere Magnus stretto tra le proprie gambe in ogni modo possibile, iniziava ad estasiarlo.
“Oh Dio” esalò Alec.
“Credevo non avresti mai invocato Dio!” rise lo stregone.
“Sta zitto, Magnus” lo rimproverò il giovane “E muoviti, ti prego. Scopami!”
“Co… ho sentito bene?” scoppiò a ridere allo sguardo esasperato di Alec, che nuovamente si mosse contro i sui fianchi strappando ad entrambi un gemito di piacere, dunque non si fece più pregare, ed iniziò a muoversi in modo costante, preciso, dolce ma allo stesso tempo veloce, fuori e dentro il cacciatore che non riusciva più a trattenere gemiti e urletti diventati ormai di puro ed eccezionale piacere.
Quelle labbra, quelle mani, quegli occhi, quella forza che lo trapassava anima e corpo rendendolo molle, fragile, rilassato, meravigliato.
Ah!
Se poche ore prima aveva detto a Magnus che quella sera non gli avrebbe detto di amarlo, in quel momento si sentì uno stupido, perché era proprio quello che stava per dirgli prima che quelle labbra morbide avvolgessero le proprie, facendo diventare i gemiti che gli stavano nascendo dalla gola anche un po’ suoi.
E così quei movimenti diventavano sempre più regolari ma allo stesso tempo energici e sicuri, rendendo il povero cacciatore completamene incapace di intendere  e volere, avvolto in una nuvoletta di glitter e piacere immenso.
“Ma-Magnus” gemette ormai quasi vicino all’orlo “Non smettere ti prego”.
Magnus rise e dovette costringersi a non dire che non dipendeva da lui quello, che stava per arrivare, che quasi non ce la faceva più a trattenersi, ma invece affondò ancora di più dentro di lui, regalando ad entrambi altri gemiti, e persino piccole lacrime di gioia agli angoli degli occhi di Alec che molto presto furono baciati dalle labbra calde e rosse di baci di Magnus.
“Alexander” gli sussurrò all’orecchio “sei la migliore cosa della mia vita, giuro sul tuo Angelo!”, gemettero entrambi i loro nomi mentre una forte scarica di adrenalina li accendeva e i loro ventri andavano a fuoco un po’ come i loro cuori.
Ecco cosa intendeva Magnus poco prima con quel fare l’amore.
Tutto quello era qualcosa di diverso dal semplice sesso per divertimento; era più profondo, forte, bello, soddisfacente.
Ed era soddisfacente all’infinito anche venire dentro il suo uomo e ritrovarsi l’addome coperto dal piacere del proprio uomo.
Quello voleva dire fare l’amore: saziarsi a vicenda.
Alec sorrise contro le sue labbra e lo abbracciò forte, quasi chiedendogli di non uscire dal proprio corpo, Magnus lo accontentò, stringendosi a lui.
“Sei stato magnifico” lo rassicurò lo stregone sorridendogli “Davvero, Alexander. Sei stato straordinario”.
Alec sorrise arrossendo “Tutto questo è stato… non ho mai creduto di poter stare così tanto bene in vita mia, davvero. Io- sono senza parole”.
Magnus rise.
“Oh beh se sei senza parole vuol dire proprio che sono stato formidabile”.
Alec sorrise baciandolo a stampo “Molto di più”.
Restarono in silenzio a guardarsi negli occhi per un tempo indefinito quando sentirono un miagolio spazientito venire dal divano; forse quello era il modo di Presidente Miao di ringraziarli per aver concluso quel concertino di urla e gemiti.
“Oh povero Presidente deve essere stato davvero imbarazzante..”.
Magnus rise.
“Effettivamente è stata la sua prima volta, anche”.
Alec gli accarezzò una guancia e alzò gli occhi al cielo.
“Mi sa che dovrà abituarsi a tutto questo, no?”
“Oh spero proprio di sì, Alexander. Anche perché se non dovesse succedere ancora ne morirei”.
“Ti è piaciuto davvero….?”.
Ecco, a Magnus aveva sempre fatto sorridere immensamente il fatto che ogni suo partner gli chiedesse come fosse andata la notte sfrenata di sesso, ma in quel caso fu diverso; con Alec anche le cose che prima gli davano fastidio diventavano fortemente dolci e piacevoli.
“Parti con me, Alexander. Solo noi due per un po’. Ovunque tu voglia. Non mi interessa dove. Basta stare assieme”.
Alec restò interdetto, senza parole, a guardarlo fisso come un ebete.
“Solo noi due?”
“Solo noi due. Potremmo viaggiare in Europa, vedere le più belle capitali, baciarci sotto la Torre Eiffel, e poi quella di Pisa e poi nel London Eye!”
“E potremmo fare l’amore in un hotel sulla senna, in uno sul Tamigi e in uno sul lago di Como! Potremmo fare l’amore ovunque. In qualsiasi momento. Potremmo dormire assieme ogni notte e svegliarci assieme ogni notte!” ribatté Alec lasciando il fidanzato ancora una volta senza parole.
Lo stregone sorrise “Ecco perché ti amo”.
Alec sospirò e si strinse di più a lui.
“Prima stavo per dirtelo”
“Cosa?”
“Le famose cinque lettere”
“Oh”.
Alec arrossì leggermente.
“Ma mi hai baciato”
“Meglio così. Quando si gode si dicono tante cose che non si pensano…”.
Alec sorrise e sfiorò con dolcezza le sue labbra, iniziando a disegnarne il contorno con la punta dell’indice.
“Beh lo pensavo e lo penso ancora….”
“Non sei costretto a farlo, Alec. Il fatto che io ti dica che ti amo non significa che tu debba ricambiarmi ora!”
“Ma io ti amo, Magnus. Ti amo davvero. Ti amo e non ho paura a dirtelo. Prima ti ho detto che non ero pronto a dirtelo e che non sapevo se lo sarei stato mai, beh ora lo sono e sono sempre convinto che tu per me non sia solo una vaschetta di gelato da aprire quando se ne ha voglia. Amo il tuo corpo, è vero. Amo te. Amo il tuo modo d’essere. Ti amo tutto”. Alec sapeva essere dolce?
Magnus sorrise.
“Questo è un sì?” inarcò un sopracciglio, divertito.
“Assolutamente!” rispose Alec incatenando lo sguardo al suo.
“MA decido io la prima capitale!”.
Magnus rise baciandolo “Lightwood, devono sempre avere l’ultima parola”
“Puoi dirlo forte, Magnus Bane!”.
 
Dunque, quella sarebbe stata la prima di tante altre prime cose, la prima di tante altre volte, per il giovane Alec, ma la prima e l’ultima volta in cui Alexander Gideon Lightwood si sarebbe innamorato di qualcuno.
 
I’m in love with the shape of you
We push and pull like a magnet do
Although my heart is falling too
I’m in love with your body
Last night you were in my room
And now my bedsheets smell like you
Every day discovering something brand new
I’m in love with your body
Come on, be my baby, come on
Come on, be my baby, come on
I’m in love with your body
Every day discovering something brand new
I’m in love with the shape of you

Spazio autrice.
Vi avevo detto che qusta OS sarebbe stata di un imbarazzo unico, ma vabbè, ormai mi sono sputtanata!
Ehm sì, non è credibile per niente, sì, Alec è ooc perchè sembra mezzo assatanato, sì, ho fatto un po' di confusione nella tameline temporale, vi psiego: lo sguardo di Magnus nella 2x03 quando Alec si è risvegliato tra le braccia di JAce mi ha uccisa quindi ho deciso di prendere tutto l'episodio e spedirlo in CoG perchè sì, ci starebbe proprio bene lì, precisamente alla fine, prima del viaggio (dove sappiamo che nella realtà ci sarà la loro prima volta!) e quindi bam, ascoltando shape of you del benedetto Sheeran mi è venuta (alle sette di mattina, in macchina, diretta verso l'uni) questa strana idea, e mi sono messa in gioco scrivedo qualcosa di diverso da quello che faccio di solito.
PErdonatemi per il cambio colre ma giuro che sarà la prima ed ultima volta.
Fatemi sapere cosa ne pensate e come immaginate voi la loro prima volta :3
PS: ho appena scritto la storia, e se non la pubblico ora già so che finirà nel cestino e siccome una mia amica vuole leggerla, non posso cestinarla QUINDI perdonatemi tutti gli errori che non ho corretto; prima o poii lo farò.
Grazie per aver letto, e ricordate che quando volete potete sempre proporre i vostri promt <3

StewyT~
 
  
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